Sabato alla Visitazione di Soresina la presentazione del libro "Maria. Iconografia mariana a Soresina"

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Sabato alla Visitazione di Soresina la presentazione del libro "Maria. Iconografia mariana a Soresina"
Sabato alla Visitazione di Soresina la
presentazione del libro “Maria.
Iconografia mariana a Soresina”

Sarà sabato 3 dicembre, alle 20.45, presso la chiesa del Monastero della
Visitazione, a Soresina, sarà presentato il libro “Maria. Iconografia mariana
a Soresina”, edito dal locale Gruppo culturale “San Siro”, autori Adele
Emilia Cominetti e Rinaldo Vezzini.

L’idea è nata nel 2014, durante le celebrazioni del Giubileo di Ariadello,
nel 350° anniversario della fondazione del Santuario (11 maggio 1664). La
ricerca si conclude nel 2016, Anno Santo del Giubileo della Misericordia, con
il ricordo dei duecento anni di fondazione del Monastero della Visitazione in
Soresina, il 24 aprile 1816.

È una ricchezza inaspettata quella dell’iconografia mariana in Soresina che,
escludendo le santelle, annovera quasi un centinaio di raffigurazioni mariane
documentate dai due percorsi sui quali è impostata la ricerca.

Il primo percorso passa in rassegna le sedici tipologie con cui il soggetto
mariano si presenta, ad esempio Madonna del Libro, della Rosa, del S.
Rosario, del Carmine, di Loreto, di Caravaggio. Nel secondo si seguono le
tracce di un’ideale biografia di Maria, dai momenti della sua vita terrena al
Cielo.

Non, perciò, semplici rappresentazioni, ma immagini di tipo narrativo che
rispondono non solo a uno scopo devozionale, ma anche didattico fortemente
promosso nel periodo della Riforma Cattolica da cui partono buona parte delle
immagini.

Una ricerca, dunque, delle tracce della biografia spirituale e umana della
Madre di Gesù con i riferimenti, soprattutto, alle scene tratte dai Vangeli
canonici, ma senza trascurare quelle tramandate dalla devozione popolare e
dalla tradizione cristiana.

Sono state riunite interpretazioni dello stesso soggetto nell’arco di secoli,
in stili diversi e con tecniche diverse, declinate secondo il mutare del
tempo storico e la diversa sensibilità degli artisti oppure rimaste immutate
non solo nel messaggio ma anche nel modo di realizzazione.

Alla voce dell’arte e della storia è stata aggiunta anche quella della poesia
con scelta, nel copioso e variegato repertorio della poesia mariana, di
liriche adatte al tema trattato.

Il volume si presenta in grande formato, ricco di illustrazioni, con una
grafica accurata. La documentazione storico-artistica ha l’obiettivo di dare
consapevolezza del valore delle opere d’arte che abbiamo nella nostra città,
di sensibilizzare alla loro cura e conservazione.
Sabato alla Visitazione di Soresina la presentazione del libro "Maria. Iconografia mariana a Soresina"
La serata sarà allietata da musica d’organo, immagini e brani di letteratura
accompagnati dai canti del Coro Psallentes della Parrocchia soresinese.

                           Locandina della serata

                            Gli autori del volume

Giornata pro-orantibus: il 21 novembre
a S. Sigismondo il vescovo Martinelli

Lunedì 21 novembre si celebra la giornata mondiale pro-orantibus, nella quale
la Chiesa prega per tutti i “contemplativi”, donne e uomini che
quotidianamente pregano per tutti i fratelli. In questa occasione nella
chiesa monastica di S. Sigismondo, a Cremona, le religiose e i religiosi
della diocesi si incontrano per un momento di preghiera insieme a mons. Paolo
Martinelli, vescovo ausiliare di Milano.

L’appuntamento è alle 16.30 per il canto dei Vespri, durante cui il vescovo
Martinelli detterà una meditazione ai presenti.

Il 21 novembre la Liturgia celebra la memoria della Presentazione della Beata
Vergine Maria al Tempio. “In questo giorno della dedicazione della chiesa di
S. Maria Nuova, costruita presso il tempio di Gerusalemme, celebriamo insieme
ai cristiani d’Oriente quella “dedicazione” che Maria fece a Dio di se stessa
fin dall’infanzia, mossa dallo Spirito Santo, della cui grazia era stata
ricolma nella sua immacolata concezione” (cfr. LH 21 novembre). È tradizione
che proprio in questo giorno tutta la Chiesa venga invitata a pregare per le
monache di clausura, cioè per coloro che hanno dedicato, come Maria, la loro
vita alla lode di Dio e all’intercessione per tutti gli uomini.

Proprio per rendere visibile la vicinanza della Diocesi alle sorelle
claustrali, quest’anno le religiose e i religiosi si sono dati appuntamento
nella chiesa di S. Sigismondo per il canto dei Vespri con la comunità
monastica domenicana. La celebrazione, che è comunque aperta a tutti, sarà in
comunione spirituale con l’altra comunità claustrale presente in Diocesi:
quella della Visitazione di Soresina.

Possibilità di ritiri e momenti di
Sabato alla Visitazione di Soresina la presentazione del libro "Maria. Iconografia mariana a Soresina"
spiritualità al Monastero della
Visitazione

Nell’anno in cui si apre in diocesi il Sinodo dei Giovani, le monache di
clausura della Visitazione “aprono le porte” del Monastero di Soresina ai
giovani. Lo faranno a partire dalle prossime settimane, mettendo a
disposizione dei gruppi parrocchiali e delle associazioni spazi per
esperienze di preghiera e silenzio.

Il Monastero Visitandino sta riattivando i locali adiacenti alla chiesa
interna per l’accoglienza di gruppi autogestiti (parrocchie, associazioni
religiose e laiche, gruppi di meditazione, etc.) che desiderano fare
un’esperienza di preghiera e silenzio, coordinati da un responsabile
(sacerdote, religioso/a, catechista o altro).

Predisposta un’ampia sala, adatta per incontri pastorali, conferenze,
giornate di ritiro e momenti di fraternità. Accanto un altro salone garantirà
spazio per il pernottamento con sacco a pelo di una cinquantina di persone.
Naturalmente con la disponibilità di bagno (anche per disabili). E non
mancherà un piccolo spazio all’aperto, proprio dei locali.

Ogni gruppo potrà vivere l’esperienza in completa autonomia, pur con la
possibilità di partecipare alla preghiera liturgica delle monache ed,
eventualmente, avere colloqui personali con le claustrali.

Si tratta di un’opportunità pensata in modo particolare per vivere con
momenti di ritiro e preghiera i tempi forti dell’anno liturgico.

La Comunità, inoltre, è disponibile ad accoglie anche giovani ragazze e
signore che desiderino vivere momenti di preghiera e di silenzio, sia per
discernimento vocazionale che per rafforzare la fede e l’unione con il
Signore nel proprio vivere quotidiano.

Proprio a motivo del senso per il quale questi spazi sono concessi, non vi
sarà una tariffa prestabilita per l’accoglienza: i gruppi potranno lasciare
un’offerta per il sostegno del Monastero.

Per informazioni e verificare possibilità e modalità d’accoglienza contattare
il Monastero della Visitazione di Soresina (tel. 0374-342390, e-
mail monasterovisitazionesoresina@virgilio.it).
Photogallery dei locali

Madre Agostina Moscheni, un libro
sulla soresinese missionaria del Sacro
Cuore di Gesù

Nata a Soresina quasi centosettant’anni fa, fondò l’Istituto religioso delle
Missionarie del Sacro Cuore di Gesù insieme a madre Francesca Saverio
Cabrini, che la Chiesa venera come santa e che ha insignito del titolo di
patrona dei migranti. Lei è madre Agostina Moscheni e la sua figura è stata
recentemente riscoperta grazie a un’approfondita ricerca d’archivio promossa
dalla famiglia. Proprio lo studio condotto dall’archivista parrocchiale,
prof. Emilia Cominetti, ha portato a raccogliere le vicende della religiosa
soresinese in un libro che sarà presentato nel pomeriggio di domenica 20
ottobre alle 17.30 presso il Monastero della Visitazione di Soresina.

Madre Agostina Moscheni, dalla ricostruzione dei documenti presenti in
archivio parrocchiale e dalla lettura della ricca produzione epistolare della
Congregazione cui apparteneva, risulta avere avuto un ruolo cruciale nella
fondazione di un Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù,
totalmente consacrato all’assistenza, materiale e spirituale, degli emigranti
italiani in America a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi
decenni del Novecento. Non solo, è stato possibile appurare la stretta
collaborazione con santa Francesca Saverio Cabrini.

                       La ricerca ha permesso di avere una vista sulla
condizione (terribile) degli Italiani costretti a emigrare, nella speranza di
un futuro migliore. Madre Agostina Moscheni ha condiviso da vicino le
vicissitudini degli emigranti, le loro miserie, le loro paure, le loro
necessità e si è adoperata, con spirito imprenditoriale, per offrire loro
aiuto. Le sue opere, spirituali e materiali, sono ben descritte nel libro
frutto della proficua ricerca d’archivio condotta.

Leggendo il libro, si può notare come madre Agostina Moscheni appartenga ai
“santi della porta accanto” cui il Papa fa spesso richiamo, oltre a essere
“Missionaria del Sacro Cuore di Gesù”.

Volutamente dunque il libro, opera di Emilia Cominetti e del Gruppo Culturale
San Siro di cui è coordinatrice, è sponsorizzato anche dal Gruppo missionario
locale e sarà presentato in coincidenza con il Mese missionario straordinario
nell’ottobre 2019 indetto da papa Francesco.

L’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù (con sede a Codogno),
avuta notizia della pubblicazione, ha già chiesto ad Emilia Cominetti la
disponibilità per tenere una conferenza sulla consorella e sulle sue opere.
La conferenza si svolgerà il prossimo 17 novembre, in prossimità della
ricorrenza della memoria di santa Francesca Cabrini (13 novembre), patrona
universale degli emigranti.
La soresinese suor Maria Teresa Maruti
nuova “madre” del Monastero della
Visitazione

Giovedì 5 maggio la piccola comunità claustrale visitandina di Soresina ha
vissuto un momento importante e qualificante della propria storia: l’elezione
della nuova superiora, che resterà in carica per i prossimi cinque anni. Si
tratta di una soresinese doc, madre Maria Teresa Maruti, che prende il
testimone da madre Rosa Maria Colombo, in carica per più mandati.

L’elezione, avvenuta a scrutinio segreto alla presenza del vescovo di
Cremona, mons. Antonio Napolioni, e del parroco di Soresina, don Angelo
Piccinelli, è stata preceduta dalla recita del Vespro e dal canto del “Veni
Creator Spiritus”.

Dopo la “lettura breve” del testo biblico proposto dalla preghiera
vespertina, il vescovo Antonio ha ammonito le monache a essere docili
all’ispirazione dello Spirito Santo e a cercare unicamente la volontà di Dio.

Dallo spoglio delle schede è risultata eletta madre Maria Teresa Maruti,
soresinese di nascita, entrata nel Monastero della Visitazione a 19 anni. Il
2 luglio prossimo saranno 43 anni di permanenza nella clausura soresinese,
cittadina dove vive la maggior parte della sua famiglia: mamma, fratello e
nipoti.

A lei il Vescovo ha affidato simbolicamente le chiavi del Monastero.

Verso le 18 un suono speciale delle campane ha salutato l’elezione. Madre
Maria Teresa assume l’incarico di superiora in un momento particolarmente
delicato per la comunità, nella quale dovrà custodire il carisma salesiano,
la gioia della fraternità evangelica e la fedeltà all’indole contemplativa
della vocazione monastica.
Il bicentenario del Monastero di Soresina

A Soresina la festa per i 200 anni del
Monastero della Visitazione con il
vescovo Delpini

Domenica 24 e lunedì 25 aprile sono state giornate particolarmente ricche di
significato per il Monastero di clausura di Soresina: ricorreva, infatti, il
bicentenario della fondazione. In qualche modo anticipato il 15 aprile con la
veglia diocesana per le vocazioni alla presenza del nuovo vescovo di Cremona
proprio nella chiesa di Largo Cairoli (leggi il resoconto), l’anniversario
proseguirà idealmente con un ulteriore appuntamento il 5 maggio prossimo
quando mons. Napolioni presiederà il Vespro (che sarà celebrato alle 17 in
forma privata) assistendo all’elezione della madre superiora.
Domenica 24 aprile

Domenica 24 aprile, nel giorno anniversario, è stata celebrata la Messa alle
8 e i solenni Vespri alle 16. In serata, quindi, il direttore dell’Archivio
storico diocesano, don Andrea Foglia, ha tenuto un incontro su “Il carisma di
san Francesco di Sales”, il fondatore dell’Ordine della Visitazione.

Francesco di Sales, di nobili origini, nasce nel 1567. Indirizzato agli studi
giuridici, studiò a Parigi e Padova. Di fronte alla prospettiva di una
importante carriera come avvocato nel Senato di Chamberry, decide invece di
diventare sacerdote, consacrato nel 1593. Nel 1602 la nomina a vescovo di
Ginevra, con sede ad Annecy poiché la città svizzera era in mano ai
calvinisti. La morte ad Avignone dopo 20 anni di episcopato, a soli 55 anni,
nel 1622.

Una vita, quella del santo fondatore delle Visitandine, che don Foglia ha
sintetizzato secondo tre aspetti: uomo di Chiesa, pastore, vescovo e
riformatore, apportatore di un contributo fondamentale all’attuazione della
riforma tridentina; maestro di vita spirituale con un fitto epistolario con
il quale dirigeva le anime e autore di opere che hanno segnato in modo
indelebile la spiritualità cattolica; fondatore di una importante
congregazione religiosa in cui condensò di fatto tutte le sue intuizioni
pastorali e spirituali.

Introducendo la serata, che è stata accompagnata dal coro Psallentes di
Soresina, don Foglia ha fatto riferimento a due immagini donate al Monastero,
entrambe eseguite da un raffinato pittore locale formatosi all’Accademia
Carrara di Bergamo, dove tra il 1817 e il 1830 fu allievo del grande maestro
casalasco Giuseppe Diotti. La prima (la grande tela che sta ancor oggi è
posta al centro del presbiterio) che racconta la forma della fondazione
religiosa. L’altra (appena tornato dal restauro) che evidenzia la sostanza di
questa fondazione.

               L’intervento di don Andrea Foglia: parte 1 e 2
Photogallery della serata

Lunedì 25 aprile

Le celebrazioni anniversarie sono proseguite nel pomeriggio di lunedì 25
aprile con la Messa presieduta dal vescovo ausiliare di Milano mons. Mario
Delpini. La liturgia, animata dal Coro Psallentes di Soresina, è stata
concelebrata dai sacerdoti della città e della zona pastorale.

A introdurre la celebrazione il parroco di Soresina, don Angelo Piccinelli,
che ha voluto sottolineare come le celebrazioni per il bicentenario del
Monastero della Visitazione siano un «rendimento di grazie per duecento anni
di presenza delle Salesiane», che dal 1816 «accompagnano in modo discreto le
vicende della comunità soresinese». Una presenza che è «un dono speciale, un
invito per ciascuno a ripartire sempre da Dio». Proprio in questo senso ha
infine auspicato il dono di nuove vocazioni.

Nell’omelia il vescovo Delpini si è rifatto alla metafora del fuoco per
parlare dell’amore di Dio. «Siate fuoco e incendiate il mondo!», ha detto. E
ancora: «L’amore di Dio è come il fuoco, capace di plasmare la vita. Ma come
il fuoco, per continuare ad ardere, ha bisogno di “attaccarsi” a nuova legna,
così l’amore di Dio ha bisogno di attaccarsi alle persone, perché l’amore di
Dio è contagioso».

Naturalmente il pensiero è andato alla monache visitandine: «200 anni di
storia si trasformano in gratitudine, perché è stato acceso un fuoco che è
stato tenuto vivo dalla vita contemplativa delle monache Salesiane, una
testimonianza che qui ha abitato e ancora abita Dio. La nostra preghiera
chieda che questo fuoco continui ad ardere per seminare l’amore e la sapienza
di Dio».

Al termine della Messa è stata presentata all’assemblea     la “benedizione
speciale del Santo Padre” con sua fotografia.

                          Photogallery della celebrazione

La storia del Monastero

A dar vita al monastero della Visitazione di Soresina furono suor Laura
Felice Calvi e suor Giulia Domitilli Emili, giunte dalla comunità bergamasca
di Alzano Lombardo. Giunsero a Soresina la sera del 23 aprile 1816 in
carrozza nell’allora Contrada Albana, all’ex convento dei Terziari Regolari
in San Francesco del Dosso.

Il giorno dopo, il 24 aprile, durante l’atto solenne della fondazione,
celebrata dal vescovo di Cremona, mons. Omobono Offredi, una “singolare”
novizia consegnava alla nuova superiora, madre Laura Felice Calvi, le chiavi
della casa ed accettava di divenirne economa: Maria Gaetana Ferrari.

Era questa l’ultima Priora del Collegio delle Vergini di Santa Chiara che,
eretto il 9 dicembre 1700 dal vescovo Alessandro Croce, aveva in Via delle
monache, ora Via Teatro, la chiesa ed un fiorente educandato. Purtroppo, il
29 agosto 1811, il decreto napoleonico di soppressione aveva chiuso il lungo
periodo di apostolato di preghiera e di azione educativa. Maria Gaetana
Ferrari, però, pur ridotta allo stato laicale, desiderosa di ricostituire una
famiglia religiosa, non solo aveva acquistato l’ex convento francescano,
diventato proprietà privata dopo la soppressione del 1772, ma aveva iniziato
il complesso sfibrante iter per ottenere dall’I.R.Governo austriaco
(imperatore di allora era Francesco I) la concessione di riunirsi in comunità
religiosa, dopo la quale i successivi permessi del Vescovo, del Prefetto,
nonché l’autorizzazione pontificia, portarono alla fondazione del nuovo
Monastero.

Nello stesso tempo, le monache della Visitazione ebbero in uso dalla
Fabbriceria la chiesa di San Francesco che rinnovarono all’interno sia nel
presbiterio sia nella sistemazione degli altari, ampliarono nella sagrestia e
nel coro, dotarono di arredi quali l’organo Bossi nel 1842 che ancora è
funzionante. All’atto della solenne consacrazione il 25 settembre 1834 dal
vescovo Carlo Emanuele Sardagna, la chiesa acquistava l’ordinato aspetto
euritmico attuale. Nell’ex convento francescano, una serie di lavori portò
alla fabbrica del collegio-educandato nel 1818 (ora sede del Centro socio-
culturale Terza Età), ma la scarsa funzionalità dell’edificio convinse le
monache nel 1859, nei momenti drammatici seguiti alla seconda guerra
d’indipendenza, a cercare una nuova sede che venne trovata nell’ex convento
dei Minori Osservanti, nell’allora Contrada degli Argini, ora Via Cairoli,
soppresso nel 1798 e diventato proprietà privata. Qui venne adattata, e con
poche variazioni, alla vita di clausura il fabbricato preesistente e
costruita, su progetto dell’architetto Emilio Brilli, la nuova chiesa,
l’attuale, sull’aerea di quella demolita dopo l’allontanamento dei frati. La
benedizione da parte del vescovo Antonio Novasconi della campana che ancor
oggi fa risuonare i suoi rintocchi argentini, il 21 novembre 1859, e la
consacrazione della chiesa, il 19 agosto 1862, sembravano finalmente dare un
felice compendio alla travagliata storia delle comunità religiose di
Soresina, che ci hanno lasciato segni di fede, di operosità, di arte.

Dal 1862 ad oggi, non sempre fu facile la vita del Monastero. Per questo si
rimanda al documentatissimo libro del prof. Roberto Cabrini, Il Monastero di
Santa Maria della Visitazione in Soresina, edito nel 1994, che ricostruisce
con dovizia di particolari vicende storiche, figure di Madri e di Sorelle,
come di confessori e di padri spirituali. Sono da ricordare però due momenti
dolorosi che segnarono la vita della comunità claustrale: il momento della
soppressione del monastero nel 1866 con la riduzione allo stato laicale delle
monache ed, altrettanto amara, la chiusura nel 1885 dell’educandato, tanto
benemerito in campo educativo. Prove dure che non hanno scalfito la serena e
profonda spiritualità delle suore salesiane che accompagna da sempre la vita
frenetica e distratta di noi soresinesi.

                       Il cartoncino del bicentenario

        Il sito internet del Monastero della Visitazione di Soresina

Domenica e lunedì a Soresina la festa
per i 200 anni del Monastero della
Visitazione

Il 24 aprile 1816 il vescovo di Cremona, mons. Omobono Offredi, diede
ufficialmente avvio alla storia del Monastero della Visitazione di Soresina.
Era stato proprio lui a chiedere alle Visitandine di Alzano Lombardo (Bg) di
mandare in diocesi di Cremona alcune monache per fondare un nuovo monastero.
Egli individuò Soresina, dove la soppressione napoleonica aveva messo fine
all’esperienza delle Terziarie Francescane.

L’importante anniversario sarà celebrato con una serie di eventi, inaugurati
lo scorso 15 aprile con la veglia diocesana di preghiera per le vocazioni
presieduta dal vescovo Napolioni.

Si continua, nel pomeriggio di domenica 24 aprile, alle 16, con la
celebrazione del Vespro solenne, cui farà seguito, in serata, alle 21, un
incontro su “Il carisma di san Francesco di Sales”, il fondatore dell’Ordine
Visitandino, a cura di don Andrea Foglia, il direttore dell’Archivio storico
diocesano.

Nel pomeriggio di lunedì 25 aprile, invece, sarà a Soresina il vescovo mons.
Mario Delpini, vicario generale dell’arcidiocesi di Milano, che alle 18
presiederà la solenne Eucaristia. La liturgia, animata dal Coro Psallentes di
Soresina, sarà concelebrata dai sacerdoti della zona pastorale.

Tutti gli appuntamenti vedranno naturalmente la partecipazione della
piccola comunità monastica di viale Cairoli, guidata da madre Rosa Maria
Colombo.

                            Scarica la locandina

           La veglia per le vocazioni del 15 aprile con il Vescovo

Storia del Monastero
A dar vita al monastero della Visitazione di Soresina furono suor Laura
Felice Calvi e suor Giulia Domitilli Emili, giunte dalla comunità bergamasca
di Alzano Lombardo. Giunsero a Soresina la sera del 23 aprile 1816 in
carrozza nell’allora Contrada Albana, all’ex convento dei Terziari Regolari
in San Francesco del Dosso.

Il giorno dopo, il 24 aprile, durante l’atto solenne della fondazione,
celebrata dal vescovo di Cremona, mons. Omobono Offredi, una “singolare”
novizia consegnava alla nuova superiora, madre Laura Felice Calvi, le chiavi
della casa ed accettava di divenirne economa: Maria Gaetana Ferrari.

Era questa l’ ultima Priora del Collegio delle Vergini di Santa Chiara che,
eretto il 9 dicembre 1700 dal vescovo Alessandro Croce, aveva in Via delle
monache, ora Via Teatro, la chiesa ed un fiorente educandato. Purtroppo, il
29 agosto 1811, il decreto napoleonico di soppressione aveva chiuso il lungo
periodo di apostolato di preghiera e di azione educativa. Maria Gaetana
Ferrari, però, pur ridotta allo stato laicale, desiderosa di ricostituire una
famiglia religiosa, non solo aveva acquistato l’ex convento francescano,
diventato proprietà privata dopo la soppressione del 1772, ma aveva iniziato
il complesso sfibrante iter per ottenere dall’I.R.Governo austriaco
(imperatore di allora era Francesco I) la concessione di riunirsi in comunità
religiosa, dopo la quale i successivi permessi del Vescovo, del Prefetto,
nonché l’autorizzazione pontificia, portarono alla fondazione del nuovo
Monastero.

Nello stesso tempo, le monache della Visitazione ebbero in uso dalla
Fabbriceria la chiesa di San Francesco che rinnovarono all’interno sia nel
presbiterio sia nella sistemazione degli altari, ampliarono nella sagrestia e
nel coro, dotarono di arredi quali l’organo Bossi nel 1842 che ancora è
funzionante. All’atto della solenne consacrazione il 25 settembre 1834 dal
vescovo Carlo Emanuele Sardagna, la chiesa acquistava l’ordinato aspetto
euritmico attuale. Nell’ex convento francescano, una serie di lavori portò
alla fabbrica del collegio-educandato nel 1818 (ora sede del Centro socio-
culturale Terza Età), ma la scarsa funzionalità dell’edificio convinse le
monache nel 1859, nei momenti drammatici seguiti alla seconda guerra
d’indipendenza, a cercare una nuova sede che venne trovata nell’ex convento
dei Minori Osservanti, nell’allora Contrada degli Argini, ora Via Cairoli,
soppresso nel 1798 e diventato proprietà privata. Qui venne adattata, e con
poche variazioni, alla vita di clausura il fabbricato preesistente e
costruita, su progetto dell’architetto Emilio Brilli, la nuova chiesa,
l’attuale, sull’aerea di quella demolita dopo l’allontanamento dei frati. La
benedizione da parte del vescovo Antonio Novasconi della campana che ancor
oggi fa risuonare i suoi rintocchi argentini, il 21 novembre 1859, e la
consacrazione della chiesa, il 19 agosto 1862, sembravano finalmente dare un
felice compendio alla travagliata storia delle comunità religiose di
Soresina, che ci hanno lasciato segni di fede, di operosità, di arte.

Dal 1862 ad oggi, non sempre fu facile la vita del Monastero. Per questo si
rimanda al documentatissimo libro del prof. Roberto Cabrini, Il Monastero di
Santa Maria della Visitazione in Soresina, edito nel 1994, che ricostruisce
con dovizia di particolari vicende storiche, figure di Madri e di Sorelle,
come di confessori e di padri spirituali. Sono da ricordare però due momenti
dolorosi che segnarono la vita della comunità claustrale: il momento della
soppressione del monastero nel 1866 con la riduzione allo stato laicale delle
monache ed, altrettanto amara, la chiusura nel 1885 dell’educandato, tanto
benemerito in campo educativo. Prove dure che non hanno scalfito la serena e
profonda spiritualità delle suore salesiane che accompagna da sempre la vita
frenetica e distratta di noi soresinesi.

        Il sito internet del Monastero della Visitazione di Soresina

Il vescovo Antonio: «La veglia per le
vocazioni è solo cominciata. Ognuno
vegli sulla propria chiamata e quella
degli altri»

In preparazione alla 53esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni,
che si celebrerà il 17 aprile nella IV domenica di Pasqua, la sera di venerdì
15 aprile a Soresina il vescovo Napolioni ha presieduto la veglia diocesana
per le vocazioni. Una serata di riflessione, preghiera, adorazione e
riconciliazione quella che si è svolta presso la chiesa monastica della
Visitazione, insieme alla comunità claustrale che nei prossimi giorni
festeggerà i 200 anni di presenza in città.

La veglia, organizzata dal Centro diocesano vocazioni, diretto da don Marco
D’Agostino, insieme agli studenti di Teologia del Seminario diocesano, è
stata animata con il canto dai cori parrocchiali “Psallentes” e “Flauti nel
vento” diretti dal maestro Alessandro Manara.

Gremita in ogni sua parte la chiesa della Visitazione tanto che lo stesso
Vescovo ha chiamato a prendere posto in presbiterio i numerosi giovani
presenti, per lasciare liberi alcuni spazi nella navata centrale e negli
altari laterali per coloro che non erano neppure riusciti a entrare in
chiesa.

Accanto a mons. Napolioni il diacono don Francesco Gandioli, che a giugno
sarà ordinato sacerdote, e i seminaristi Alberto Bigatti e Arrigo Duranti.

La preghiera, iniziata con le richieste di perdono, è proseguita con
l’esposizione del Santissimo Sacramento. Quindi, dopo il Vangelo, ha preso la
parola il Vescovo, che ha aiutato tutti i presenti a ritrovare il giusto
clima di contemplazione.

«Lasciate che questo cibo ci nutra a lungo», ha auspicato il Vescovo, che
subito ha precisato: «Guardate Lui mentre io parlo e chiedetegli che parli
Lui». Quindi riprendendo l’incipit del brano evangelico – «Le mie pecore
ascoltano la mia voce» – ha guardato alle tante voci che circondano la vita e
l’interiorità di ciascuno, interrogandosi se siano voci di una Babele o di
Pentecoste. Poi si è soffermato sul bisogno di «sentirsi riconosciuto»,
grazie a «quel nome che solo Lui sa pronunciare così» e nel quale ognuno si
sente libero. «Ciascuno di noi – ha detto ancora – dica: sono chiamato da
Te!». Un bisogno profondo che solo Dio sa saziare, dando la consolazione
della sicurezza di non essere perduti in eterno. «Ci interessa la vocazione
di ciascuno – ha quindi concluso – e ci interessa la vocazione di tutti. Ci
interessa essere Chiesa: convocazione, comunione di chiamati, non di
spettatori»

Mentre l’adorazione è proseguita, il Vescovo e gli altri sacerdoti presenti
si sono resi disponibili per un momento di confronto personale o per
celebrare il sacramento della Riconcilazione. Un’opportunità che tanti dei
presenti – giovani e meno giovani – hanno voluto sfruttare.

Al termine della veglia, dopo il saluto del parroco di Soresina, don Angelo
Piccinelli, che ha ricordato i 200 anni del Monastero della Visitazione, il
Vescovo ha rivolto a tutti i presenti un ultimo richiamo, con un preciso
invito: «La veglia per le vocazioni – ha detto – è solo cominciata. Da adesso
in avanti ognuno vegli sulla propria vocazione e quella degli altri: il
marito quella della moglie e la moglie quella del marito, i preti quella dei
preti vicini. E chi non ce l’ha ancora vegli per trovarla: occhi e orecchie
aperti! Perché il Signore passa e dona il centuplo di quello che voi
desiderate».

                          Photogallery della veglia

                  Il servizio tratto dal Giorno del Signore

La Giornata per le vocazioni 2016:

    Gli eventi organizzati in diocesi per la Giornata e la preghiera da
    scaricare
L’incontro del 14 aprile tra il Vescovo e i sacerdoti sui temi
    vocazionali
    La Giornata per Rosarianti e Fortes in fide il 25 aprile in Seminario

Per i 200 anni della Visitazione il 15
aprile veglia per le vocazioni col
Vescovo

Il 24 aprile ricorre il bicentenario del Monastero della Visitazione di
Soresina. L’importante anniversario sarà celebrato con diversi appuntamenti
in programma nella chiesa monastica di viale Cairoli, alla presenza della
piccola comunità claustrale guidata da madre Rosa Maria e formata in tutto da
sei religiose. In questo contesto la sera di venerdì 15 aprile (ore 21) si
svolgerà anche la veglia diocesana per le vocazioni presieduta dal vescovo
Napolioni.

Domenica 24 aprile alle 16 è in programma il Vespro solenne, mentre alle 21
il direttore dell’Archivio storico diocesano, don Andrea Foglia, interverrà
sul tema “Il carisma di san Francesco di Sales”, interviene il Coro
Psallentes.

Nel pomeriggio di lunedì 25 aprile, invece, sarà a Soresina mons. Mario
Delpini, vescovo e vicario generale dell’arcidiocesi di Milano, che alle 18
presiederà la solenne Eucaristia. La liturgia, concelebrata dai sacerdoti
della zona pastorale, sarà animata dal Coro Psallentes.

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Storia del Monastero

Quando la sera del 23 aprile 1816, da Alzano Lombardo, il monastero
bergamasco visitandino più vicino a Soresina, le due fondatrici, suor Laura
Felice Calvi e suor Giulia Domitilli Emili, arrivarono in carrozza
nell’allora Contrada Albana, all’ex convento dei Terziari Regolari in San
Francesco del Dosso. Si stava realizzando per la nostra comunità soresinaese
un duplice felice evento: l’inizio della luminosa presenza in casa nostra
delle monache dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria e l’epilogo della
feconda esperienza delle Vergini di Santa Chiara.

Il giorno dopo, il 24 aprile, durante l’atto solenne della fondazione,
celebrata dal vescovo di Cremona, mons. Omobono Offredi, una “singolare”
novizia consegnava alla nuova Madre, suor Laura Felice Calvi, le chiavi della
casa ed accettava di divenirne economa: Maria Gaetana Ferrari. Era questa l’
ultima Priora del Collegio delle Vergini di Santa Chiara che, eretto il 9
dicembre 1700 dal vescovo Alessandro Croce, aveva in Via delle monache, ora
Via Teatro, la chiesa ed un fiorente educandato.

Purtroppo, il 29 agosto 1811, il decreto napoleonico di soppressione aveva
chiuso il lungo periodo di apostolato di preghiera e di azione educativa.
Maria Gaetana Ferrari, però, pur ridotta allo stato laicale, desiderosa di
ricostituire una famiglia religiosa, non solo aveva acquistato l’ex convento
francescano, diventato proprietà privata dopo la soppressione del 1772, ma
aveva iniziato il complesso sfibrante iter per ottenere dall’I.R.Governo
austriaco (imperatore di allora era Francesco I) la concessione di riunirsi
in comunità religiosa, dopo la quale i successivi permessi del Vescovo, del
Prefetto, nonchè l’autorizzazione pontificia, portarono alla fondazione del
nuovo Monastero.

Nello stesso tempo, le monache della Visitazione ebbero in uso dalla
Fabbriceria la chiesa di San Francesco che rinnovarono all’interno sia nel
presbiterio sia nella sistemazione degli altari, ampliarono nella sagrestia e
nel coro, dotarono di arredi quali l’organo Bossi nel 1842 che ancora è
funzionante. All’atto della solenne consacrazione il 25 settembre 1834 dal
vescovo Carlo Emanuele Sardagna, la chiesa acquistava l’ordinato aspetto
euritmico attuale. Nell’ex convento francescano, una serie di lavori portò
alla fabbrica del collegio-educandato nel 1818 (ora sede del Centro socio-
culturale Terza Età), ma la scarsa funzionalità dell’edificio convinse le
monache nel 1859, nei momenti drammatici seguiti alla seconda guerra
d’indipendenza, a cercare una nuova sede che venne trovata nell’ex convento
dei Minori Osservanti, nell’allora Contrada degli Argini, ora Via Cairoli,
soppresso nel 1798 e diventato proprietà privata. Qui venne adattata, e con
poche variazioni, alla vita di clausura il fabbricato preesistente e
costruita, su progetto dell’architetto Emilio Brilli, la nuova chiesa,
l’attuale, sull’aerea di quella demolita dopo l’allontanamento dei frati. La
benedizione da parte del vescovo Antonio Novasconi della campana che ancor
oggi fa risuonare i suoi rintocchi argentini, il 21 novembre 1859, e la
consacrazione della chiesa, il 19 agosto 1862, sembravano finalmente dare un
felice compendio alla travagliata storia delle comunità religiose di
Soresina, che ci hanno lasciato segni di fede, di operosità, di arte.

Dal 1862 ad oggi, non sempre fu facile la vita del Monastero. Per questo si
rimanda al documentatissimo libro del prof. Roberto Cabrini, Il Monastero di
Santa Maria della Visitazione in Soresina, edito nel 1994, che ricostruisce
con dovizia di particolari vicende storiche, figure di Madri e di Sorelle,
come di confessori e di padri spirituali. Sono da ricordare però due momenti
dolorosi che segnarono la vita della comunità claustrale: il momento della
soppressione del monastero nel 1866 con la riduzione allo stato laicale delle
monache ed, altrettanto amara, la chiusura nel 1885 dell’educandato, tanto
benemerito in campo educativo. Prove dure che non hanno scalfito la serena e
profonda spiritualità delle suore salesiane che accompagna da sempre la vita
frenetica e distratta di noi soresinesi.
Mons. Lafranconi a Soresina: “La Vita
consacrata testimonianza della
signoria e della libertà di Cristo”

Nel pomeriggio di sabato 21 novembre, in occasione della Giornata mondiale
“pro orantibus”, a favore cioè delle monache di clausura, l’amministratore
apostolico mons. Dante Lafranconi ha presieduto la celebrazione del Vespro
nella chiesa del Monastero della Visitazione di Soresina insieme alle
claustrali visitandine e alle rappresentanti degli altri ordini religiosi
presenti in diocesi. La celebrazione, che quest’anno ha assunto un
particolare significato collocandosi nell’ultimo scorcio dell’Anno della Vita
consacrata, è avvenuta in comunione spirituale con l’altro monastero di
clausura presente in diocesi: quello delle Domenicane di S. Sigismondo, a
Cremona.

La Chiesa ormai da più di 50 anni ha scelto il 21 novembre, festa della
Presentazione di Maria, per celebrare la giornata “pro Orantibus”. L’esempio
della Santa Bambina che con determinazione si ritira nel Tempio di
Gerusalemme, lasciando i genitori, dice con eloquenza la bellezza della Vita
Consacrata, quale grande e preziosa grazia sia la vocazione religiosa,
l’essere cioè chiamati da Dio “a donarsi interamente a Lui sommamente amato,
per essere con nuovo e speciale titolo destinati al servizio e all’onore di
Dio” (Lumen Gentium 44a).

A introdurre la celebrazione il saluto di suor Luisa Ciceri, delle Adoratrici
del SS. Saramento di Rivolta d’Adda responsabile diocesana dell’USMI: “Nel sì
di Maria – ha detto la religiosa – il nostro sì, nella sua adorazione la
nostra adorazione. Mentre ringraziamo il Signore di essere qui insieme a
celebrare la liturgia, affidiamo a Lui in modo particolare le Sorelle
Visitandine che oggi rinnovano l’offerta della loro esistenza. Unite a loro,
preghiamo perché, come ci chiede il Papa, tutte noi possiamo essere donne di
speranza, che sanno aspettare il domani di Dio, cogliendo i segni di
resurrezione nei drammi della storia, la nostra di oggi. Davvero la nostra
esistenza sia intercessione, vita gioiosamente offerta per la salvezza del
mondo”.

Con l’esposizione dell’Eucaristia per l’adorazione si sono quindi aperti i
primi Vespri di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo, presieduta
dall’amministratore apostolico mons Dante Lafranconi.

Accanto al vescovo emerito, il parroco di Soresina don Angelo Piccinelli, il
vicario don Andrea Piana e il collaboratore parrocchiale don Andrea Ottoni,
oltre naturalmente al cerimoniere episcopale don Flavio Meani.

In chiesa diverse rappresentanze di suore delle varie congregazioni presenti
in diocesi e molti parrocchiani sensibili alla vita del loro Monastero. E
naturalmente non mancavano le padrone di casa, le monache visitandine, dietro
la grata posta al fianco dell’altare.

Nella sua riflessione mons. Lafranconi, dopo aver guardato alla regalità di
Cristo Re, si è soffermato sulla libertà data da Dio all’uomo e con il
riferimento all’Alto che libera da un possibile “delirio di onnipotenza”.
“Pensate quanto è significativa questa testimonianza di libertà – ha
sottolineato –, come testimonianza della signoria del Signore Gesù, nel
nostro contesto sociale, dove spesso la libertà è intesa come poter carpire a
Dio la possibilità di fare tutto quello che voglio, senza badare agli altri e
neppure al senso della mia esistenza e della mia storia. La Vita consacrata è
testimonianza della signoria di Cristo perché la esprime negli stessi termini
con cui l’ha espressa Lui”.

È stata dunque una occasione “per ringraziare il Signore del dono della Vita
consacrata, testimonianza della signoria e della libertà di Cristo. E siamo
qui per chiedere al Signore per tutti i consacrati la grazia di vivere in
pienezza questo segno di testimonianza, espressa attraverso i voti”.

Al termine dell’omelia è stato il momento del rinnovo dei voti da parte delle
claustrali. Per le visitandine, infatti, la Giornata “pro orantibus” coincide
anche con il giorno del rinnovo dei propri voti. “Ogni anno, il 21 novembre,
festa della Presentazione di Maria, dopo tre giorni di raccoglimento, tutte
le Sorelle rinnovano pubblicamente, benché soltanto per devozione, i loro
voti di religione”: così si legge nelle Costituzioni dell’Ordine della
Visitazione di S. Maria. Una consuetudine voluta dai Santi fondatori,
Francesco di Sales e Giovanna Francesca di Chantal, e che da più di 400 anni
è fedelmente osservata. Significativa la data scelta dai Santi Fondatori,
poiché la Madonna nel mistero della sua Presentazione al Tempio è la
precorritrice, il modello e la patrona delle anime che si consacrano al
Signore nella Vita Religiosa.

Una consuetudine di cui si conserva memoria nel grande Libro del Monastero,
dove ogni monaca, nelle pagine a lei riservate, scrive di volta in volta: “Io
ho confermato i miei Voti in questo giorno della Presentazione della Madonna
21 novembre … Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen” e
vi appone la propria firma.

Dopo la benedizione eucaristica, e le parole di saluto del parroco, il saluto
delle suore con il Vescovo e un rinfresco offerto dalle Visitandine.

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                        Omelia del vescovo Lafranconi
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