Sabato 25 Aprile 2020 - 75 anniversario della Liberazione

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Sabato 25 Aprile 2020 - 75 anniversario della Liberazione
75° anniversario della Liberazione
                     Sabato 25 Aprile 2020
È il primo discorso di Commemorazione del 25 Aprile di questo secondo mandato
Amministrativo.
A giugno dello scorso anno, subito dopo la rielezione, mai avrei pensato di celebrare
questo 75^ anniversario della Liberazione in questo modo…ma, se vogliamo vedere
l’aspetto positivo, penso che con la registrazione filmata di questo momento di riflessione
e della breve e riservata cerimonia di ricordo qui davanti a questo edificio che ha visto
momenti cruciali di quel 25 Aprile 1945, tutte le famiglie potranno partecipare da casa loro
anche in un momento successivo.
Il 25 Aprile del 1945 il popolo Italiano usciva da una guerra lacerante ed approdava
finalmente ad un momento di unità nazionale che aveva visto lavorare fianco a fianco più
schieramenti contrapposti dal punto di vista ideologico (a partire da quello cattolico a quello
marxista ed ai socialisti e liberali) ma uniti dalla volontà di libertà, democrazia, pace,
lavoro.
Il popolo italiano nel 1945 era formato da una larga base rurale, una ormai solida base
operaia e da una crescente classe impiegatizia che avrebbe poi formato il ceto medio :
erano in parte anziani nati nel secolo dell’Unità d’Italia e che avevano vissuto due guerre ,
l’epidemia di spagnola che aveva segnato molte famiglie (e molti dei superstiti della grande
guerra) , una profonda depressione nel 1929, gli anni del ventennio fascista; in altra parte
erano i nati dopo la prima guerra mondiale e cresciuti nella visione dell’Impero Italiano ;
altri ancora erano giovani e giovanissimi che avevano combattuto in patria o in esilio per
una Italia repubblicana e democratica; altri infine erano rimasti ferventi monarchici.
Oggi però dopo 75 anni viviamo un momento di tragedia inaspettato che ha fatto nella
nostra ricca Lombardia più morti civili di quelli avuti nei cinque anni della seconda guerra
mondiale nelle stesse zone.
Oggi ci rendiamo conto che in questo mondo globalizzato dove tutto ci sembra a portata di
mano, tutto raggiungibile, basta un microscopico virus a distruggere le nostre sicurezze e
le nostre certezze: DALL’INFINITAMENTE PICCOLO LA CONSAPEVOLEZZA DELLA
NOSTRA FRAGILITA’. Il progresso economico e scientifico da soli non bastano per un vero
benessere sociale. Il futuro del nostro pianeta dipende dai nostri stili di vita.
Ho citato prima cosa ha unito il popolo italiano nel 1945: libertà, democrazia, pace,
lavoro.
Ma oggi come viviamo questi valori di cui tutti ci riempiamo la bocca (a partire da sociologi,
politici, sindacalisti, giornalisti). In questi giorni sembra che l’unica vera libertà a cui tutti
anelano è uscire di casa o andare a fare la spesa dove si è abituati a farla e non essere
costretti nell’ambito del proprio paese. La democrazia spesso si riduce a scrivere post più
o meno pertinenti sui social o a dare credito a fake news nel nome del diritto “che ognuno
ha di dire la sua”. La pace dalla famiglia, al vicino di casa, ai popoli vuol dire tollerare e
sopportare ma non costruire insieme una società di pace e poco ci importa delle centinaia
di migliaia di persone che vivono da decenni in stato di guerra permanente tra eccidi
silenziosi e migrazioni di massa.
Ed il lavoro? In realtà ormai spesso il lavoro (elemento fondante della nostra costituzione)
viene scambiato per avere uno stipendio o peggio un sussidio e non più come elemento di
crescita personale, familiare e sociale (e non solo in senso economico ma di comunità).
Sabato 25 Aprile 2020 - 75 anniversario della Liberazione
75° anniversario della Liberazione
                  Sabato 25 Aprile 2020
A tutto ciò ha certamente contribuito negativamente la globalizzazione che ha appiattito
tutto verso il basso: non è importante la persona ma solo il profitto ed avere il costo più
basso.
Ma questa emergenza ci sta insegnando che se da un lato abbiamo perso molte certezze
altre le dobbiamo e possiamo recuperare: delegare solo in base al minor costo indebolisce
la società e la nazione ed è questo che ci rende meno liberi perché non esiste libertà
individuale scevra da una libertà collettiva ed allora lavoro, pace, democrazia devono
essere rivissuti alla luce del 25 Aprile del 1945 e non solo sull’uomo consumatore di beni
e servizi.
Certo la società è radicalmente cambiata anche come composizione: sempre più avanza
una polarizzazione che divide la società in una piccola minoranza benestante/ricca ed una
grande maggioranza che viene sempre più compressa verso il basso non solo dal punto
di vista economico ma anche culturale e di valori e poi un preoccupante allargamento di
povertà vera.
La crisi sanitaria di questo periodo ha messo a nudo tante fragilità e dissolto tante
sicurezze.

Abbiamo deciso di celebrare la 75esima ricorrenza del 25 Aprile qui in questo luogo
per due motivi:

- Il primo:
  questa piazza antistante il Municipio è Largo Luigi Clerici intitolata quindi ad uno
  dei tre martiri partigiani che insieme a Elio Zampiero e Arturo Monti sacrificò la
  propria vita per quello in cui credeva quindi una Piazza simbolo della nostra
  storia, di quegli anni di lotta per la liberazione; così come oggi tanti martiri
  medici, paramedici, infermieri, soccorritori che stanno sacrificando la loro vita
  perché credono nella propria professione, nella propria scelta di vita spesa per
  prendersi cura delle persone e per salvare altre vite.
- Il secondo:
  questa è la casa “comune” dove tutti i cittadini devono sentirsi rappresentati.
  Dove è custodita la storia documentale del nostro territorio ma anche quella delle
  sue persone, degli ideali che hanno guidato la ricostruzione del dopoguerra: una
  ricostruzione che attende anche noi come comunità intesa come individui,
  famiglie, associazioni, aziende, commercianti, professionisti, insomma tutti,
  nessuno escluso.

Ora come allora abbiamo dei morti per cui pregare ma dobbiamo e possiamo
guardare al futuro ma non come semplici spettatori ma come attori principali,
spendendoci quotidianamente per renderlo migliore e dire come spesso ripete
l’arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini : “benvenuto futuro” consci che il
futuro è tutto nelle nostre mani e nella nostra capacità di rinascere come accadde
75 anni fa.

             Viva il 25 aprile. Viva Repubblica. Viva l'Italia.
                                                 Il sindaco – Ing. Paolo Clerici
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