Riccardo Chailly Mao Fujita
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FONDAZIONE DI DIRITTO PRIVATO FONDAZIONE DI DIRITTO PRIVATO S TAG I O N E D I C O NC E RT I 2 0 2 2 Lunedì 24 gennaio 2022, ore 20 S T A G I OLunedì N E 7DmarzoI CO N Core 2022, E R20 20T I 2 0 2 2 Lunedì 23 maggio 2022, ore 20 Inaugurazione Valery Gergiev Riccardo Chailly Lahav Shani Riccardo Lunedì 24 gennaioChailly 2022, ore 20 Mao Fujita, Lunedì marzo pianoforte Mao 7Fujita, 2022, ore 20 pianoforte direttore Lunedì 23 maggioe pianoforte 2022, ore 20 Inaugurazione Battistelli Valery Gergiev Čajkovskij Rachmaninov Lahav IvesShani Riccardo Nuova commissioneChailly ConcertoMaon. 2Fujita, in sol pianoforte maggiore, op. 44 Thedirettore Unanswered Question e pianoforte Battistelli Stravinskij Concerto n.Čajkovskij 3 in reeminore per pianoforte op. 30 orchestra Mozart Ives C C Nuova Suitecommissione n. 1 e n. 2 per pianoforte Concerto e orchestra n. 2Stravinskij in sol maggiore, op. 44 Concerto The in la maggiore Unanswered Question Stravinskij per piccola orchestra per Le Čajkovskij baiser pianoforte de la fée e orchestra per pianoforteMozart e orchestra KV488 M Sinfonia n.Stravinskij 6 in si minore op. 74 Brahms M C Suite L’oiseau den.feu, 1 esuite n. 2 1945 Concerto in la maggiore Y Y M per piccola Čajkovskijorchestra Le baiser de la fée Patetica Sinfonia n. 2 in ereorchestra per pianoforte maggiore, op. 73 KV488 L’oiseau Sinfonia n. 5dein feu, suite 1945 mi minore, op. 64 Lunedì 14 marzo 2022, ore 20 Brahms Gianandrea Noseda CM CM Y Čajkovskij Sinfonia n. 2 in re maggiore, op. 73 MY MY Sinfonia Lunedì 7n.febbraio 5 in mi minore, op.20 2022, ore 64 Nikolai Demidenko, Lunedì 14 marzo 2022, pianoforte ore 20 Domenica 23 ottobre 2022, ore 20 Gianandrea Noseda Riccardo Chailly CM CY CY Orchestra ospite Rachmaninoff MY Gewandhaus Lunedì 77 febbraio febbraio 2022,di Lipsia 2022, ore20 ore 20 LaNikolai roccia, Fantasia Demidenko,per orchestra, op. 7 pianoforte Pablo Ferrández, Domenica 23 ottobrevioloncello 2022, ore 20 CMY CMY Andris Orchestra Nelsons ospite Skrjabin Rachmaninoff Riccardo Fedele Chailly CY Andris Nelsons Concerto La roccia, in fa per Fantasia diesis minoreop. 7 orchestra, PabloNuova commissione Ferrández, violoncello K K Gewandhaus Klengeldi Lipsia Wagner per pianoforte e orchestra op. 20 Schumann CMY Andris Nelsons Skrjabin Fedele Hymnus per dodici violoncelli Lohengrin Preludio Atto I Le Poème in Concerto defal’extase, op. 54 diesis minore Concerto in la minore Nuova commissione K Klengel Nikisch Parsifal Preludio, Boccadoro per pianoforte e orchestra op. 20 per violoncello e orchestra, op. 129 Schumann Hymnus per dodici violoncelli Orchestral-Fantasy Incantesimo deldiVenerdì Nuovade Le Poème commissione l’extase, op. 54 ConcertoFranck in la minore Nikisch sul tema Viktor Santo Borodin Sinfonia einorchestra, re minoreop. 129 Beethoven Boccadoro per violoncello Orchestral-Fantasy Neßler’s Der Trompeter Danze Polovesiane da Il Principe Igor Nuova commissione Franck Sinfoniasuln. von 7 temain la magg. di Viktor Säckingen op. 92 Borodin Sinfonia in re minore Neßler’s Der Trompeter Bruckner Danze Polovesiane da Il Principe Igor Lunedì 14 novembre 2022, ore 20 Sinfoniavonn. Säckingen 7 in mi maggiore Lunedì 21 marzo 2022, ore 20 Thomas Adès Bruckner Fabio Luisi Adès 2022, ore 20 Lunedì 14 novembre Sinfonia Sabato n. 7 in mi2022, 12 febbraio maggiore ore 20 Lunedì 21Bruckner marzo 2022, ore 20 Thomas Asyla, op.Adès 17 Zubin Mehta Fabio Sinfonia Luisi n. 8 in do minore Abudushalamu Adès Sabato Daniel12 Rudolf febbraio 2022, Buchbinder, Barenboim, ore 20 pianoforte pianoforte Bruckner Repression Asyla, op. 17 ZubinBeethovenMehta Sinfonia n. 8 in do minore Nuova commissione Abudushalamu Daniel Barenboim, pianoforte Concerto n.3 in do minore Lunedì 11 aprile 2022, ore 20 Britten Repression Beethoven per pianoforte e orchestra, op. 37 Myung-Whun Chung Sinfonia Nuovadacommissione requiem, op. 20 Concerto n.3 in do minore Stravinskij Mahler Lunedì 11 aprile 2022, ore 20 Respighi Britten per pianoforte Sagra della e orchestra, primaveraop. 37 Myung-Whun Chung Sinfonia n. 9 in re maggiore Feste Sinfonia Romane op. 20 da requiem, Stravinskij Mahler Respighi I programmi possono Sagra della subire variazioni per ragioni primavera artistiche Sinfonia n. 9 ine re tecniche. maggioreSi prega di verificare sul Feste sito www.filarmonica.it Romane Main Partner I programmi possono subire variazioni per ragioni artistiche e tecniche. Si prega di verificare sul sito www.filarmonica.it Main Partner www.filarmonica.it tel. 02 72023671 www.filarmonica.it tel. 02 72023671 Impaginazione Impaginazione ee stampa stampa Leva Leva srl srl -- Via Via Arbe Arbe 77 77 -- Milano Milano Impaginazione e stampa Leva srl - Via Arbe 77 - Milano
Teatro alla Scala Lunedì 7 marzo 2022, ore 20 Concerto sinfonico della Filarmonica della Scala Direttore Riccardo Chailly Pianoforte Mao Fujita La Filarmonica della Scala e Riccardo Chailly dedicano il concerto alle vittime della guerra e alla pace. Immagine in copertina: Zinaida Serebrjakova Paesaggio autunnale, 1909. Olio su tela
40° Anniversario 1982 - 2022 L’orchestra del teatro e della città: quarant’anni di musica insieme «Se lo hanno fatto i Wiener, perché non dovreste farcela anche voi?». Con queste parole Claudio Abbado, a cena con i musicisti durante la prima leggendaria tournée del Teatro alla Scala a Tokyo nel 1981, accese l’idea della Filarmonica della Scala, un’orchestra che desse ai suoi musicisti, dipendenti dal Teatro, una propria autonomia e responsabilità artistica e organizzativa. Il 25 gennaio 1982 Claudio Abbado sale per la prima volta sul podio della neonata compagine sinfonica che oggi taglia il traguardo del quarantesimo anniversario. La vita di questa orchestra, autogovernata democraticamente, connotata fin dagli inizi da un forte radicamento sul territorio e da una forte impronta europea, incarna una tradizione di mecenatismo lombardo, grazie agli abbonati storici che non le hanno mai fatto mancare il sostegno e alle numerose aziende che hanno contribuito alla sua attività. Inaugurazione, 25 gennaio 1982 - Teatro alla Scala Direttore Claudio Abbado, Orchestra Filarmonica della Scala. © Lelli e Masotti 5
Prima parte Sergej Rachmaninov Concerto n. 3 in re minore op. 30 Programma per pianoforte e orchestra Allegro ma non tanto Intermezzo: Adagio Finale: Alla breve Durata: 40 minuti circa
Seconda parte Pëtr Il’ič Čajkovskij Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 Patetica Adagio. Allegro non troppo Allegro con grazia Allegro molto vivace Adagio lamentoso. Andante Durata: 46 minuti circa
Zinaida Serebrjakova Poultry Yard, 1910. Olio su tela Testo a cura di Piero Rattalino, tratto dal programma del concerto della Stagione Filarmonica della Scala di domenica 10 giugno 2007 8
Concerto n. 3 in re minore op. 30 Sergej Rachmaninov Composizione: 1909 Prima esecuzione: New York, Metropolitan Opera House, 28 novembre 1909 Organico: due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; quattro corni, due trombe, tre tromboni, basso tuba; timpani, percussioni; archi Quando nel 1996 apparve il film Shine, del registra australiano Scott Hicks, la richiesta di dischi con il Concerto n. 3 di Rachmaninov crebbe a tal punto che non pochi negozi allestirono un palchetto con bene in vista il cartello “Rach 3”. Il film raccontava la vicenda di un ragazzo a cui un ambizioso padre-padrone violento e brutale aveva imposto come prova di dedizione filiale di studiare prematuramente il Terzo Concerto, di un ragazzo che ci aveva provato con tutte le sue forze e che, non riuscendo nell’impresa, era caduto in uno stato di prostrazione nervosa tale da richiedere lunghi e ripetuti ricoveri in cliniche psichiatriche. Il protagonista ormai maturo d’anni veniva poi “risanato” da un’infermiera che lo sposava, e iniziava con successo la carriera. Questa vicenda non era di pura invenzione ma trasferiva sullo schermo, romanzandola, la storia del pianista australiano David Helfgott. Il film ottenne uno straordinario successo sia perché era un prodotto che miscelava abilmente temi drammaturgici cari al pubblico, sia perché il ruolo del padre-padrone era sostenuto da Armin Müller-Stahl, che in un altro film di grande successo uscito cinque anni prima, Musical box, aveva impersonato la bieca figura di un nazista torturatore e assassino. Inoltre, il maestro che, senza esserne troppo convinto, cercava di insegnare al ragazzo il Rach 3 era tratteggiato con grande efficacia istrionica da Sir John Gielgud. E così il film spopolò e David Helfgott venne invitato a suonare in tutto il mondo, dimostrando soltanto di non essere all’altezza né del Rach 3, né di altri pezzi di grande impegno. Chi avesse la curiosità di sentirla troverà tuttavia in 9
disco la sua esecuzione del Terzo di Rachmaninov, sotto la direzione di Milan Horvat. È veramente così difficile, il Concerto n. 3 di Rachmaninov? È certamente difficile, ma non pochi ragazzini di dodici-tredici anni riescono a venir a capo della miriade di note che contiene. La sua vera, la sua autentica difficoltà non risiede in realtà nelle note ma, come dirò poi, nel modo in cui si suonano. Rachmaninov, che aveva alla fine “sfondato” nella vita concertistica internazionale con il Concerto n. 2, all’inizio del 1909 venne invitato negli Stati Uniti, dove non era mai stato. Del Concerto n. 1 scritto a diciott’anni non si fidava, e il Concerto n. 2 era già noto anche in America, dov’era stato eseguito da vari pianisti. Per il successo della tournée sembrava dunque consigliabile sbarcar negli States con un nuovo concerto, scritto appositamente. E così Rachmaninov si mise a comporre il Concerto n. 3, che fu scritto fra l’ultima decade di maggio e l’estate. Terminato il pezzo, bisognava studiarlo. Rachmaninov lo lavorò un po’ a casa e poi, molto, nel viaggio in transatlantico, su una tastiera muta. Arrivato a New York ai primi di novembre, Rachmaninov iniziò la tournée con dei recital di musiche sue e suonando il Concerto n. 2 in cinque città degli Stati Uniti e a Toronto. Il 28 e il 30 novembre presentò il Concerto n. 3 a New York, sotto la direzione di Walter Damrosch. Il pubblico, che s’aspettava una replica del malioso Concerto n. 2, restò deluso, la critica fu arcigna. Noi sappiamo, perché abbiamo di lui molti dischi, come suonava Rachmaninov dopo il 1920, ma non sappiamo come suonava prima. Già all’esordio a New York un critico aveva osservato che il suo suono non eccelleva per bellezza e varietà. Un altro scrisse che molti pianisti avrebbero potuto rendere la parte solistica del Concerto n. 3 meglio dell’autore. Insomma, i calcoli di Rachmaninov si dimostrarono sbagliati alla verifica dei fatti, e il suo nuovo concerto non ottenne la rivincita nemmeno quando, il 16 gennaio 1910, fu nuovamente eseguito sotto la direzione di Gustav Mahler. E sì che la preparazione curata da Mahler era stata meticolosissima. Vent’anni più tardi Rachmaninov avrebbe ricordato in questi termini l’episodio: «Sebbene la prova fosse programmata fino alle 12.30 continuammo a lavorare ben oltre questo termine, e quando Mahler disse che bisognava ripetere il primo tempo mi aspettavo proteste o scenate dai professori d’orchestra, ma non notai il minimo segno di fastidio. L’orchestra risuonò il primo tempo con grande e persino maggior impegno di prima». Tornato in Europa, Rachmaninov suonò il Concerto n. 3 a Mosca in aprile e in novembre, a San Pietroburgo nel febbraio del 1911, a Londra e a Liverpool in autunno. Il solo Samuil Feinberg, studente nel conservatorio di Mosca, scelse il Terzo per il suo esame di diploma, nessun pianista celebre, nemmeno il dedicatario Josef Hofmann, 10
lo mise in repertorio, e Rachmaninov continuò a girare con il graditissimo Secondo che il pubblico non si stancava di ascoltare. L’inizio della popolarità del Concerto n. 3 fu dovuto alle esecuzioni di Horowitz alla fine degli anni venti. Gieseking alla fine degli anni Trenta e Gilels negli anni Cinquanta, oltre a Horowitz, contribuirono a far definitivamente accettare il pezzo, che verso il 1980 divenne il mito dei giovani pianisti, succedendo, se così si può dire, al Concerto n. 2 di Brahms che aveva turbato i sonni ed abitato i sogni dei loro padri. Se si eccettua il Concerto di Busoni, che appartiene ad una ristrettissima minoranza di interpreti, non c’è concerto, per lo meno tra quelli in repertorio, più difficile del Secondo di Brahms e del Terzo di Rachmaninov. L’ordine di difficoltà è però diverso: il Concerto n. 2 di Brahms non si cura del povero pianista, messo di fronte a passi dall’impeccabile logica musicale ma tastieristicamente scomodissimi (“perversioni pianistiche”, li chiama Alfred Brendel), mentre il Concerto n. 3 di Rachmaninov esalta il pianista, il pianista, però, al quale sono richieste le doti di una étoile della danza. In altre parole, Brahms discende da Beethoven, Rachmaninov discende dal cosiddetto Biedermeier della prima metà dell’Ottocento (Hummel, Moscheles, Kalkbrenner, e per vari aspetti Chopin), da un Biedermeier che all’orchestra ha assegnato un ruolo di coprotagonista invece che di caudataria ma che non ha rinnegato un principio basilare: più il solista suona, meglio è. E di note il solista ne suona tante, nel Concerto n. 3 di Rachmaninov. Non ha neppure, salvo che nel secondo tempo, le esposizioni e i collegamenti in cui l’orchestra viaggia da sola, lasciando tirare il fiato al pianista sovraccaricato di impegni. L’estetica del concerto si modella qui sull’estetica del melodramma contemporaneo, perché l’opera di fine Ottocento ignora i pertichini, quei personaggi secondari, come Alisa nella Lucia di Lammermoor o Ines nel Trovatore, che, mettendo il becco nelle esternazioni del personaggio principale consentono a questi – cioè al cantante che lo impersona – di ben distendere i muscoli della gola prima di attaccare le acrobazie della cabaletta. L’orchestra di Rachmaninov, folta e densa, tende spesso a mangiarsi il suono del pianoforte, tanto che il pianista deve sottoporsi ad uno sforzo fisico non di poco conto, suonando a seconda dei casi con prevalenza del “peso” o con prevalenza di azione muscolare. Si tratta di due atteggiamenti del corpo diversi, ma Rachmaninov chiede al pianista di passare dall’uno all’altro senza preparazione. Del resto, conveniamone, Verdi risparmia forse Otello, costretto ad iniziare il primo atto con il grido stentoreo dell’Esultate e a finirlo con l’estasi di Venere splende? Wagner risparmia forse Sigfrido, risparmia forse Brunilde? Rachmaninov non risparmia il 11
pianista perché vuole che al pianoforte ci sia un dio. I pianisti degli anni Dieci dissero “grazie, no”, i pianisti di un secolo dopo sono terribilmente tentati dal misurare se stessi sul Terzo. Ed è dura. Perché Rachmaninov, al contrario ad esempio di un Hummel o di un Kalkbrenner, non vuole solo il virtuosismo, ma vuole per soprammercato che il virtuosismo sia lirico, non meccanico. Enrico Cecchetti, grande ballerino e soprattutto grande maître de ballet che negli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento lavorò a lungo in Russia, dirigeva le lezioni di riscaldamento dei suoi poulains gridando in continuazione “cantare il passo”. E questa era anche la regola della scuola pianistica russa che nel Concerto n. 3 di Rachmaninov trovava il suo culmine. Horowitz e Gilels e lo stesso Rachmaninov nel disco che di lui abbiamo (e Gieseking, sia pure con molte imprecisioni di dettaglio) erano liricamente dei vulcani. E questo, al di là delle moltissime note che anche i ragazzini riescono oggi a dipanare, è il vero scoglio del Concerto n. 3, lo scoglio su cui i giovani pianisti si lanciano, sicuri di schivarlo all’ultimo momento. Qualche volta ci riescono, altre no. Ma la sfida al Rach 3 sprigiona oggi la potenza seduttiva di un canto di sirene. 12
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Zinaida Serebrjakova Window, 1910. Olio su tela Testo a cura di Franco Pulcini, per gentile concessione del Teatro alla Scala 14
Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 Patetica Pëtr Il’ič Čajkovskij Composizione: 1892-1893 Prima esecuzione: San Pietroburgo, 16 ottobre 1893 Organico: ottavino, tre flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti; quattro corni, due trombe, tre tromboni, basso tuba; timpani, percussioni; archi «Durante il viaggio a Parigi mi venne l’idea di una nuova sinfonia basata su un programma, che dovrà tuttavia restare segreto a tutti, un programma così ben celato, che nessuno sarà in grado di svelarlo, anche se dovesse rompervisi la testa. Questo programma riflette i miei sentimenti più intimi. In viaggio, mentre componevo mentalmente, scoppiai più di una volta a piangere, come se fossi in preda alla disperazione. Al ritorno mi misi a scrivere e lavorai così intensamente che in meno di quattro giorni portai a termine il primo movimento, mentre gli altri sono già nettamente delineati nel mio cervello». Queste accorate parole del musicista russo, ritagliate da una lettera del febbraio 1893 indirizzata al nipote Bob, danno la misura di quanto, nel secondo Ottocento, l’ideale umanitario, libertario e cosmopolita della sinfonia beethoveniana si sia richiuso, romanticamente, entro una visuale soggettiva, per divenire nel presente caso addirittura un autoritratto musicale, o meglio un diario, intimo e irrivelabile. Intorno a questa composizione ‒ tra le più note e amate del repertorio ‒ cui l’autore volle apporre il sottotitolo di Patetičeskaja (così rivela l’intestazione del manoscritto), aleggia un’aura funerea, collegata a luttuose circostanze biografiche. La Sesta Sinfonia fu infatti l’ultima pagina scritta da Čajkovskij, che la diresse per la prima volta a San Pietroburgo il 16 ottobre 1893. Nella locandina di quel concerto dell’Associazione di musica russa non appare ancora il celebre sottotitolo, che in un primo tempo avrebbe 15
dovuto essere Tragica, e divenne in seguito Patetica, pare, su suggerimento di Modest, fratello del musicista e in seguito suo poco attendibile biografo. Čajkovskij, che non mancava talora di spirito autocritico, dimostrò di stimare particolarmente questa sua Sesta Sinfonia: «La considero, fra quanto ho scritto finora, la mia opera migliore: e so che essa è, soprattutto, la più sincera. L’amo come non ho amato mai nessuno dei miei parti musicali». La sinfonia fu invece accolta dagli esperti e dal pubblico con una certa freddezza; è anche possibile che la delusione per il mancato successo di un’opera in cui l’autore credeva fermamente sia stata la causa indiretta della drammatica fine di Čajkovskij. Secondo la tradizione, il musicista si suicidò poco tempo dopo, bevendo acqua infetta; ma secondo rivelazioni più recenti, lo fece sotto la pressione di un gruppo di compagni della Scuola di Giurisprudenza, che, portandogli una pozione a base di cianuro, lo convinsero a evitare con la morte lo scandalo di una denuncia a suo carico per omosessualità, allora punita con la deportazione e la confisca dei beni, lesiva per il buon nome della scuola stessa. Aveva solo cinquantatré anni. A uno dei due concerti commemorativi della scomparsa di Čajkovskij, il maestro Eduard Nápravník diresse la Patetica, che da allora, probabilmente anche in relazione alle circostanze collegate alla sua nascita, è considerata un’opera luttuosa, una specie di variopinto Requiem: in Unione Sovietica veniva ancora eseguita in occasione dei funerali di grandi personaggi. L’uso, per inciso, non ci pare troppo appropriato, poiché la Patetica, più che un corale compianto funebre, pare un compiaciuto canto della disperazione, pieno di esasperate effusioni sentimentali, di retorica oratoriale e di conturbanti sfoghi nevrotici di un uomo soggiogato dallo sconforto. Su quali siano, poi, in questa parabola di patemi romantici, i “sentimenti più intimi” cui Čajkovskij faceva cenno, preoccupato del loro anonimato, non è forse difficile fare ipotesi. Il musicista, ipersensibile e desideroso d’affetto, ebbe un’infelice situazione esistenziale per quanto riguarda la sfera amorosa ‒ un matrimonio fallito, molto probabilmente il peso di un’omosessualità scomoda per quei tempi ‒ e le sue necessità sentimentali, il suo bisogno d’amore non furono appagati in pieno. Per di più, all’epoca della stesura della Patetica era venuto meno anche il sostegno, non solo finanziario, della sua amica e mecenate Nadežda Filaretovna von Meck. Formalmente la Patetica è una sinfonia atipica. Rispetto alle precedenti sinfonie di Čajkovskij, presenta la mancanza di quel tema ricorrente che aveva caratterizzato la Quarta e la Quinta Sinfonia. Inoltre, in deroga alle consuetudini sinfoniche, la Sesta Sinfonia prevede un movimento lento a conclusione dell’opera. Questo è il colpo di genio, l’idea rivoluzionaria che incarna il pessimismo passivo e il personale 16
decadentismo čajkovskijani. Molti anni fa, discorrendo col compianto critico Massimo Mila sull’opportunità di applaudire fra un brano e l’altro di un concerto, il celebre critico torinese si mostrava favorevole all’usanza ottocentesca di battere le mani anche fra un tempo e l’altro di una sinfonia: «Ci sono casi – diceva – in cui l’applauso viene spontaneo. Pensi alla Patetica: chi si può immaginare che dopo lo Scherzo ci sia ancora tutta quella lagna...». Parole, queste, di detrattore accanito di Čajkovskij, che rendono bene tuttavia il ragionamento formale del musicista. La sua coscienza artistica, spesso paga di effetti superficiali e clamorosi, si è orientata un poco anche nella Patetica in questa direzione. Allo Scherzo (Allegro molto vivace), in ritmo di marcia incalzante, viene data una conclusione con carattere di “gran finale”: un trionfo illusorio, poiché, dopo aver zittito chi puntualmente applaude, si piomba nella depressione nera del celebre Adagio lamentoso. Il contrasto è così riuscito da avere spinto Mahler ‒ un musicista che deve qualcosa, anche secondo il parere di Stravinskij, a Čajkovskij ‒ ad adottare, molto a grandi linee, una forma simile nella sua Nona Sinfonia. La Patetica è così dotata di una forma ciclica, nella quale i due movimenti estremi si assomigliano, mentre i due centrali, pur diversi tra loro, costituiscono un diversivo atto a esaltare il tono languente della pagina. Se Baudelaire vedeva nel Tannhäuser di Wagner un’invenzione melodica desunta dall’“intero dizionario delle onomatopee dell’amore”, analogamente nella Patetica si può scorgere quanto meno un ricco campionario delle onomatopee dello sconforto, del lamento e del pianto. L’introduzione (Adagio) al primo movimento funge, nella sua brevità, da dolente epigrafe alla sinfonia. L’Allegro non troppo che segue utilizza in tempo più rapido lo stesso tema, che è molto breve, quasi in forma d’inciso. Esso viene sviluppato e variato con “passeggiati” e “progressioni”, fino al raggiungimento di una notevole temperatura drammatica, che si spegne poi per fare luogo al secondo tema. Si tratta di un Andante dalla melodia suadente, quasi da operetta, ancora citata nella forma succinta di un’epigrafe, per trasformarsi in un Moderato mosso, dal carattere meno accorato. Ancora una volta il tema raggiunge un incandescente climax drammatico, per spegnersi, ora, in un diminuendo estenuato, senza fine, culminante in un pianissimo del fagotto dotato di sei “P”. Con un coup de théâtre clamoroso, ha inizio, sempre in questo primo movimento, la sezione degli sviluppi: esplode un fortissimo terrifico, da cui si diparte, entro un’atmosfera convulsa, un bellicoso fugato. Anche questo sfogo di collera improvvisa degrada, alla lunga, verso umori funerei: con grandiosa magniloquenza, sono i tromboni a incaricarsi di mimare questo sprofondare 17
dell’autore nella depressione. Il secondo tema, quello “consolatorio”, viene ripreso, variato e gonfiato, fino a quando, dopo un ennesimo spegnimento tematico, una marcetta lenta conclude il movimento. Il secondo tempo (Allegro con grazia) è una specie di scena danzata ricca di ritornelli, in cui lusso, sfarzo e maniere aristocratiche si sposano in una pagina che costituisce una sorta di diversivo. Curioso il tempo di 5/4, che permane anche nel lamentoso Trio, ove Čajkovskij annota “con dolcezza e flebile”. Anche la coda, dopo la ripresa da capo, ha qualcosa di funereo. Lo Scherzo (Allegro molto vivace), che, come avverrà in alcune sinfonie di Šostakovič, è senza Trio, ha un andamento irresistibile. Forse ha ereditato l’idea del ritmo martellante dello Scherzo dalla Nona di Beethoven, che è tuttavia corredato di un Trio. Qui si assiste invece a una catena ininterrotta di effettistici crescendo, che puntano senza sosta verso il “falso finale” di cui s’è detto. Nella lunghissima coda, ricca di armonie variate, figurazioni vorticose, bagliori strumentali, scansioni virili, Čajkovskij s’atteggia a muscoloso Titano. La pagina, che lascia sempre con il fiato sospeso, si conclude con la stessa figurazione (terzina in levare) usata nelle ultime battute della Quinta Sinfonia. Gettata la maschera, l’autore ricomincia da capo con la sua estenuante alternanza di sconforti e consolazioni, ma in questo Finale (Adagio lamentoso) non c’è via d’uscita: il secondo tema ‒ quello dal carattere consolatorio, eseguito “con dolcezza e devozione”, come dice l’indicazione interpretativa di Čajkovskij ‒ si ripiega su se stesso, trasformandosi in un’oscura marcia funebre, unico possibile epilogo della Patetica. 18
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Sergej Rachmaninov 1873 Nasce nella tenuta di famiglia a Onega, presso Velikij Novgorod. 1879 Riceve la prima lezione di pianoforte con Anna Ornatskaija che lo raccomanda per una borsa di studio al Conservatorio di San Pietroburgo, dove diverrà allievo di Nikolaj Zverev. 1887 A Mosca completa lo Scherzo in Fa maggiore per orchestra. 1891 Ottiene il diploma in Pianoforte. Prima esecuzione dell’Andante e Scherzo in re minore per orchestra e prima esecuzione alla Società Filarmonica di Mosca della Rapsodia russa in mi minore per due pianoforti. 1892 Prime esecuzioni assolute del Trio elegiaco con pianoforte n. 1, dei Due pezzi op. 2 per violoncello e pianoforte in sol minore, dei Cinque pezzi di fantasia op. 3 per pianoforte. 1893 Première di Aleko, opera in un atto basata sul poema Gli Zingari di Puškin, al Teatro Bol’šoj di Mosca. Viene ultimato il Trio élégiaque n. 2 op. 9 in re minore. 1896 Prima esecuzione assoluta del poema sinfonico Utijos (La roccia) op. 7. 1897 Viene eseguita la Sinfonia n. 1 in re minore op. 13. 1901 Prima esecuzione assoluta del Concerto n. 2 op. 18 in do minore per pianoforte, della Suite n. 2 op. 17 per 2 pianoforti e della Sonata op. 19 in sol minore per violoncello e pianoforte. 1902 Prima esecuzione assoluta di Vesna (Primavera) op. 20, cantata per baritono, coro e orchestra. Matrimonio a Mosca con Natalia Satina. 1906 Première al Teatro Bol’šoj di Skupoij rïtsarh (Il cavaliere avaro) op. 24, opera in un atto e tre scene, e di Francesca da Rimini op. 25, opera in un prologo, tre atti, ed un epilogo. 1908 Prima esecuzione assoluta della Sinfonia n. 2 op. 27 in mi minore e della Sonata n. 1 per pianoforte in re minore op. 28. 1909 Viene terminato a Dresda il poema sinfonico Ostrov mjertvikh (L’isola dei morti) op. 29, rappresentato alla Società Filarmonica. Prima esecuzione assoluta alla Metropolitan Opera House di New York del Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra in re minore op. 30. 1910 Prima esecuzione assoluta della Liturgija svjatovo Ioanna Zlatousta (Liturgia di San Giovanni Grisostomo) op. 31, ciclo di 20 cori a cappella a 4 voci. 1913 Prima esecuzione assoluta di Kolokola (Le campane) op. 35, cantata-sinfonia corale per soprano, tenore, baritono, coro e orchestra. 1915 Prima esecuzione assoluta di Vsenoshnaja (Vespri) op. 37, quindici cori a 4 voci miste cappella. 1917 Prima esecuzione assoluta completa dei Neuf études-tableaux op. 39 per pianoforte. A seguito della Rivoluzione d'Ottobre Rachmaninov lascia la Russia e raggiunge la Svezia. 1918 Trasferimento negli Stati Uniti. 1927 Prime esecuzioni assolute nella Symphony Hall dell’American Academy of Music di Philadelphia di 3 Canti russi op. 41 per coro e orchestra e del Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol minore op. 40. 1931 Prima esecuzione assoluta a Montréal delle Variazioni su un tema di Corelli op. 42 per pianoforte. 1934 Prima esecuzione assoluta nel Lyric Theatre di Baltimora di Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra op. 43. 1936 Prima esecuzione assoluta della Sinfonia n. 3 in la minore op. 44. 1941 Prima esecuzione assoluta delle Danze sinfoniche op. 45. 1943 Muore il 28 marzo nella sua casa di Beverly Hills. 20
Pëtr Il’ič Čajkovskij 1840 Pëtr Il’ič Čajkovskij nasce a Votkinsk, nei monti Urali. Dalla madre apprende i primi rudimenti di pianoforte. 1850 La famiglia si trasferisce a Pietroburgo. Pëtr Il’ič, che il padre vuole destinare alla carriera di magistrato, frequenta la scuola di Diritto. 1859 Terminati gli studi, ottiene un impiego al Ministero di Giustizia. 1862 Deciso a dedicarsi alla sua vera vocazione, Čajkovskij si iscrive al Conservatorio e vi studia composizione con Nikolaj Zaremba e pianoforte con Anton Rubinštein. 1863 Lascia l’impiego al ministero e si guadagna da vivere impartendo lezioni private di musica. Compone la sua prima opera significativa: Ode alla gioia per soli, coro e orchestra. 1866 Nikolaj Rubinštein lo chiama alla cattedra di Armonia al Conservatorio di Mosca, appena istituito. Nei primi anni del soggiorno moscovita compone due sinfonie (Sogni d’inverno op. 13 e Piccola Russia op. 17), tre opere (Il Voivoda, L’Ondina e L’ufficiale della guardia), l’Ouverture-Fantasia su Romeo e Giulietta, nonché musica da camera. 1875 Soffre di forti depressioni nervose, connesse anche alla sua segreta omosessualità. Porta comunque a termine la Terza Sinfonia Polacca ed il Primo Concerto per pianoforte e orchestra. 1876 Trascorre un periodo di cura a Vichy ed assiste al festival di Bayreuth. Compone l’opera Il fabbro Vakula, l’Ouverture-Fantasia Francesca da Rimini e le Variazioni rococò per violoncello e orchestra. 1877 Al ritorno in Russia sposa l’ammiratrice Antonina Miliukova, ma l’esperienza coniugale si rivela fallimentare; dopo poche settimane Čajkovskij lascia Antonina e si rifugia, prostrato, a Pietroburgo. Va in scena il balletto Il lago dei cigni. 1878 Dedica la Quarta Sinfonia a Nadežda von Meck, ricchissima vedova erede delle fortune di Georg von Meck, proprietario delle prime ferrovie russe. Animata da una febbrile passione per la musica, Nadežda sostiene economicamente i musicisti più promettenti, tra i quali un giovanissimo Debussy, assunto come pianista a tempo pieno, e Čajkovskij, cui viene assicurato un assegno annuale di 6.000 rubli. Affrancato da qualsiasi assillo economico, il compositore rinuncia all’insegnamento ed abbina l’attività creativa a lunghi soggiorni in Europa. Nella fitta produzione di questo periodo spicca il Concerto per violino e orchestra op. 35. A Mosca viene rappresentato il suo capolavoro operistico: Evgenij Onegin. 1880 Intraprende un secondo viaggio in Italia. Nascono Capriccio italiano, Ouverture 1812 e il Secondo concerto per pianoforte e orchestra. 1885 Compone l’ouverture Manfred op. 58 1888 Tiene concerti in Germania, a Parigi e a Londra. Scrive la Quinta Sinfonia op. 64 1890 Al ritorno da un soggiorno a Firenze, Čajkovskij interrompe i rapporti con Nadežda. Vanno in scena La dama di picche e La bella addormentata. 1891 Compie un giro di concerti negli Stati Uniti. A New York inaugura la Carnegie Hall. L’anno successivo debutta in Russia Lo schiaccianoci. 1893 Il 28 ottobre, a Pietroburgo, dirige la Sesta Sinfonia Patetica che aveva definito “un requiem per me stesso”. Čajkovskij si spegne il 6 novembre, ufficialmente per aver contratto il colera, ma le circostanze della morte non saranno mai del tutto chiarite. 21
Riccardo Chailly Direttore Riccardo Chailly è Direttore Musicale del Teatro alla Scala e Direttore Principale della Filarmonica della Scala. Dal 2016 ha assunto la carica di Direttore Musicale dell’Orchestra del Festival di Lucerna, succedendo a Claudio Abbado. È stato Kapellmeister del Gewandhausorchester di Lipsia, la compagine sinfonica più antica d’Europa, e Direttore Principale dell’Orchestra del Royal Concertgebouw di Amsterdam, che ha guidato per sedici anni. Conduce le principali orchestre internazionali, tra queste Wiener Philharmoniker e Berliner Philharmoniker, New York Philharmonic, Cleveland Orchestra, Philadelphia Orchestra e Chicago Symphony Orchestra. È ospite regolare di festival quali Salisburgo e BBC Proms di Londra. La carriera di Riccardo Chailly in campo operistico registra numerose produzioni al Teatro alla Scala, alla Staatsoper di Vienna, al Metropolitan di New York, all’Opera di San Francisco, al Covent Garden di Londra, alla Bayerische Staatsoper di Monaco, all’Opera di Zurigo. Riccardo Chailly è da oltre trent’anni artista esclusivo Decca, che ha recentemente pubblicato un cofanetto contenente 55 CD di registrazioni con le principali orchestre internazionali per celebrare 40 anni di collaborazione. Tra i riconoscimenti più recenti delle sue oltre 150 incisioni si segnalano il Gramophone Award come Disco dell’Anno per l’integrale delle Sinfonie di Brahms e due Echo Classic nel 2012 e nel 2015. Nel 2020 ha ricevuto il Diapason d’Or come Artista dell’anno per le ultime incisioni con la Filarmonica della Scala e l’Orchestra del Festival di Lucerna. L’attività discografica con la Filarmonica della Scala, dopo il disco Viva Verdi realizzato in occasione del bicentenario verdiano, è ripresa nel 2017 con Overtures, Preludi e Intermezzi di Opere che hanno avuto la prima rappresentazione alla Scala. Con la Filarmonica della Scala è stato inoltre rilasciato nel 2019 The Fellini Album dedicato a Nino Rota e nel 2020 Cherubini Discoveries, che contiene nove incisioni inedite. 22
Mao Fujita Pianoforte Nato a Tokyo, Fujita ha ricevuto il Primo Premio al Concours International de Piano Clara Haskil nel 2017, mentre studiava al Tokyo College of Music, insieme al Premio del Pubblico, al Prix Modern Times e al Prix Coup de Coeur. Dopo la medaglia d’argento ricevuta alla International Tchaikovsky Competition di Mosca nel 2019, è stato invitato da Valery Gergiev in numerosi tour internazionali. Fujita si è esibito al Klavier-Festival Ruhr, è stato Academy Musician al Festival di Verbier e ha partecipato alla serie New Generation alla Louis Vuitton Foundation. Ha debuttato a Londra nel 2019 con Valery Gergiev e la Orchestra del Mariinsky, e in seguito con la Tokyo Symphony Orchestra, la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra e la Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra. La Stagione 2020/2021 lo ha visto debuttare con Münchner Philharmoniker, Royal Liverpool Philharmonic, City of Birmingham Symphony Orchestra, al fianco di direttori quali Valery Gergiev, Kirill Petrenko e Mirga Gražinytė-Tyla. Si è esibito in recital alla Wigmore Hall di Londra, allo Schloss Elmau e al Verbier Festival con il ciclo integrale delle sonate di Mozart. Fujita studia pianoforte dall’età di tre anni e ha vinto il suo primo premio internazionale nel 2010 al World Classic di Taiwan, seguito da riconoscimenti internazionali come il Rosario Marciano International Piano Competition di Vienna (2013), lo Zhuhai International Mozart Competition for Young Musicians (2015) e il Gina Bachauer International Young Artists Piano Competition (2016). Attualmente studia a Berlino con Kirill Gerstein. 23
Filarmonica della Scala Orchestra La Filarmonica della Scala viene fondata dai musicisti scaligeri con Claudio Abbado nel 1982. Carlo Maria Giulini guida le prime tournée internazionali; Riccardo Muti, Direttore Principale dal 1987 al 2005, ne promuove la crescita artistica e ne fa un’ospite costante nelle più prestigiose sale da concerto internazionali. Da allora l’orchestra ha instaurato rapporti di collaborazione con i maggiori direttori tra i quali Leonard Bernstein, Giuseppe Sinopoli, Seiji Ozawa, Zubin Mehta, Esa-Pekka Salonen, Riccardo Chailly, Yuri Temirkanov, Daniele Gatti, Fabio Luisi, Gustavo Dudamel. Profonda è la collaborazione con Myung-Whun Chung e Daniel Harding. Daniel Barenboim, Direttore Musicale del Teatro dal 2006 al 2015, e Valery Gergiev, sono membri onorari, così come lo sono stati Georges Prêtre, Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch. Nel 2015 Riccardo Chailly ha assunto la carica di Direttore Principale contribuendo ulteriormente alla reputazione internazionale dell’orchestra. La Filarmonica realizza la propria stagione di concerti ed è impegnata nella stagione sinfonica del Teatro alla Scala. Ha debuttato negli Stati Uniti con Riccardo Chailly nel 2007, in Cina con Myung-Whun Chung nel 2008 ed è ospite regolare delle più importanti istituzioni concertistiche internazionali. Dal 2013 è protagonista del Concerto per Milano, il grande appuntamento sinfonico gratuito in Piazza Duomo, tra le iniziative Open Filarmonica nate per condividere la musica con un pubblico sempre più ampio, di cui fanno parte anche le Prove Aperte, il cui ricavato è devoluto in beneficenza ad associazioni non profit, e il progetto Sound, Music! dedicato ai bambini delle scuole primarie milanesi. Particolare attenzione è rivolta al repertorio contemporaneo: la Filarmonica della Scala commissiona regolarmente nuovi brani ai compositori del nostro tempo. Consistente la produzione discografica per Decca, Sony ed Emi. Le ultime pubblicazioni per Decca includono The Fellini Album, con musiche di Nino Rota, eletto Diapason d’Or de l’Année 2019, Cherubini Discoveries e Respighi. L’attività della Filarmonica della Scala non attinge a fondi pubblici ed è sostenuta dal Main Partner UniCredit e dallo Sponsor Allianz. 24
Organico Violini Primi Luciano Sangalli Clarinetto Basso Robert Kowansky (Spalla) Federica Mazzanti Stefano Cardo Eriko Tsuchihashi Catharina Rauch Fulvio Liviabella* Marcello Schiavi Fagotti Rodolfo Cibin Maria Giulia Tesini Valentino Zucchiatti* Damiano Cottalasso Nicola Meneghetti Alessandro Ferrari Violoncelli AgneseFerraro Alfredo Persichilli* Corni Andrea Pecolo Martina Lopez Danilo Stagni* Suela Piciri Gabriele Garofano Roberto Miele* Gianluca Turconi Gianluca Muzzolon Claudio Martini Lucia Zanoni Beatrice Pomarico Stefano Curci Antonio Mastalli Marcello Sirotti Piero Mangano Evguenia Staneva Massimiliano Tisserant Lorenzo Gentili Tedeschi Livia Rotondi Trombe Francesca Monego Nasim Saad Francesco Tamiati* Claudio Mondini Alberto Senatore Marco Toro* Gianni Dallaturca Violini Secondi Contrabbassi Nicola Martelli Giorgio Di Crosta* Giusepe Ettorre* Anna Longiave Attilio Corradini Tromboni Anna Salvatori Omar Lonati Daniele Morandini* Stefano Dallera Michelangelo Mercuri Renato Filisetti Silvia Guarino Claudio Nicotra Giuseppe Grandi Stefano Lo Re Roberto Parretti Roberta Miseferi Emanuele Pedrani Tuba Gabriele Porfidio Alessandro Serra Javier Castano Medina Estela Sheshi Alexia Tiberghien Flauti Olga Zakharova Timpani Andrea Manco* Vladimir Mari Andrea Bindi* Serena Zanette Enrico Piccini Gabriele Schiavi Percussioni Ottavino Gianni Arfacchia Francesco Guggiola Francesco Muraca Viole Alfredo Zamarra* Oboi Matteo Amadasi Fabien Thouand* Carlo Barato Augusto Mianiti * prima parte Giorgio Baiocco Maddalena Calderoni Clarinetti Thomas Cavuoto Fabrizio Meloni* Francesco Lattuada Christian Chiodi Latini
Associazione Filarmonica della Scala Fondatore Consiglio Claudio Abbado di Amministrazione Maurizio Beretta Presidente Presidente Damiano Cottalasso Vicepresidente Maurizio Beretta Carlo Barato Andrea Bindi Stefano Cardo Presidente onorario Javier Castano-Medina Dominique Meyer Maurizio Devescovi Sovrintendente del Teatro alla Scala Renato Duca Carla Mainoldi Direttore artistico Francesco Micheli Etienne Reymond Daniele Morandini Beatrice Pomarico Direttore principale Cesare Rimini Riccardo Chailly Severino Salvemini Gabriele Screpis Soci onorari Francesco Tagliavini Daniel Barenboim Giuseppe Vita Valery Gergiev Georges Prêtre Collegio dei revisori dei conti Lorin Maazel Tullio Turri Presidente Wolfgang Sawallisch Paolo Lazzati Loris Zannoni Coordinamento generale Hetel Pigozzi Comunicazione, Editoria, Stampa Marco Ferullo Segreteria artistica Alessandra Radice Coordinatore servizi musicali e produzione Renato Duca 26
Belloni Giancarlo Mecenati Belloni Massimo Bellotti Giorgio Giovanni Esselunga Spa Beltrami Zasso Carla Rosetti Marino Spa Benatoff Jacob Bencini Ascari Enrica Prada Bianchi Marina Benedek Giorgio Fondazione Bracco Berardi Terruzzi Dina Berardo Castelli Paola Beretta Ernesto Beretta Roberto Bergamasco Beatrice Bernardelli Patrizia Sostenitori Bernasconi Fabio Bernasconi Mercedes Abate Mario Joseph Bernasconi Vivante Mirella Acabbi Carlo Luigi Bernoni Giuseppe Achilli Camilla Bertacco Maria Luisa Acquadro Folci Emilia Bertelè Umberto Ader Sylvie Bertoli Sirtori Marina Agosta Noris Bertuzzi Rustioni Milena Aguzzi de Villeneuve Emilio Betti Van Der Noot Allegra e Dino Albera Caprotti Giuliana Bettinelli Curiel Raffaella Alberici Adalberto e Anna Biagi Gloria Alberizzi Fossati Simonetta Biancardi Giovanna Albert Luigi e Juliana Bianchi Francesca Albertone Alfredo e Scevola Annamaria Bianchini Barbara Albinati Alberto Bianchini d'Alberigo Anna Alleva Guido Carlo Binda Roberta Alverà Alvise Blanga Fouques Nicole Amodio Ennio Blei Daniele Amori Mosca Emilia Boeri Stefano Andreotti Lamberto Bohm Silvia Annas Srl Bonadeo Sciake Arrigoni Elisabetta Bonadonna Cesare Astesani Erica Bonatti Enrico Baia Curioni Stefano Bonatti Kinina Ballabio Carla Bonatti Maria Enrica Barbarito Corvaja Gilda Bonfardeci Giuseppe Barberis Canonico Gianni Bongioanni Sofia Maria Pia Barberis Nice Bonomelli Maria Pia Barbier Meroni Giuseppina Borella Federica Barbier Randolfi Antonella Bottoli Luciana Barbieri Jenny Bottoli Stefano Barbieri Oppizzio Milena Boveri Puni Amelia Baroldi Orsina Bracchetti Andrea Bartyan Sylvia Bracchetti Marco Basile Ignazio Giorgio Bracchetti Roberto Bastianini Carnelutti Nicolò e Maria Vittoria Braga Illa Alvise Battanta Fabrizio Braggiotti Gerardo Bay Matteo Brenni Sebastiano e Bianca Maria Beato Borradori Lucia Brioschi Francesco Roberto Riccardo Bedoni Rosa Brivio Sforza Roberta Belloni Antonio Bruttini Titta Belloni Enrico Buora Carlo 27
Buzzi Claudio Emilio Corsi Tettamanti Elisa Buzzi Ferraris Cesare Corvi Mora Maurizio Caccia - Dominioni Gregorio Luigi Maria Cozzi Lazzati Maria Laura Calabrese Gabriella Cremonini Adolfo Calori Gabriella Cuneo Gianfilippo Caltabiano Vincenzo Cuppini Anna Calvasina Antonietta Curti Vittore Calvi Vittoria De Cesare Gianna Camagni Laura De Hierschel de Minerbi Elena Maria Giuseppina Camilli Claudio De l'Espée Edouard Cannavale Viola Silvana De Luca Vincenzo Cappa Gregorio De Marini Giacomo Carnelli de Micheli Camerana Antonella De Mazzeri Margot Cassani Arrigoni Lucia De Medici Lorenza Cassinelli Cristina De Sanna Paola Castelbarco Albani Verri Guglielmo De Simone Anna Castelli Rebay Laura Del Favero Margherita Castellini Curiel Gigliola Dell'orto Gianni e Ostini Rita Cattaneo Enzo Sergio Antonio Della Rosa Giampaolo Cattaneo Maria Pia Di Guida Marco Cattaneo Mario Donelli Maria Grazia Cavaggioni Introini Gisella Du Chêne de Vère Elena Cavaggioni Lidia Du Chêne de Vère Villa Margherita Cavalli Giovanni Ercole Adriana Cavallini Tommaso Faina Giuseppe Cebulli Enrica Fantoni Giorgio Cecchi Achille Farina Rita Cefis Adolfo Fassati Ariberto Centro Del Funerale di Gheri Merlonghi Srl Fedi Gariboldi Grazia Ceresi Lionel Feltri Anna Cerri Francesca Ferrario Paolo Ceschi Caprotti Elisabetta Ferrofino Giuliana Chiapasco Matteo Francesco Enrico Ferruzzi Cesarina Chiesa Elisabetta Fiorina Riccardo Chiodi Daelli Enrico e Alessandra Fioruzzi Maria Cristina Cias Elettronica Srl Foglia Antonio Cima 1915 Srl Foglia Rimini Alessandra Cima Anna Fondazione E.A. Fiera Internazionale Milano Cimbali Marina Fondazione Respublica Ciocca Giovanni Fontana Alberto Cipolat Letizia Fontana Maria Luisa Cocchetto Franca Formenti Paola Maria Cocchi Emilio Fossati Alberto Codecasa Vittorio Freddi Jucker Adriana Colasurdo Mario Fregni Fabrizio * Collavo Liliana Frosi Merati Maria Collini Tiziana Gaetani d’Aragona Irene Collini Valeria Gandolfi Antonio Colombo Laura Franca Garbagnati Carlo Colombo Marina Luisa Anna Garraffo Mario Comitalia - Compagnia Fiduciaria Gaslini Trotter Carla Confalonieri Fedele Gasparotto Curti Marina Conti Olivetti Pierenrica Generali Italia Monza B.B.R. Ass.Ni Srl Coretti Monica Gerla Francesco Corsi Carlo e Angela Gerosa Elena e Angela 28
Ghio Ambretta Lottaroli Giampaolo Ghizzoni Federico Lucchini Pietro Stefano Giacomelli Paolo Maestri Elio Giannini Mochi Paolo Maestri Enrico Maria Ginori Conti Camilla Magnoni Pessina Carla Giordanetti Alberto Maiocchi Umberto Giulini Fernanda Maisto Guglielmo Giulini Vittorio Majnoni D Intignano Luigi Gnecchi Ruscone Agostini Marina Malugani Maria Pia Gola Jacono Gaetana Mameli Giovanni Gola Nicoletta e Liarreu Giulia Manara Adriana Golinelli Marino Manetti Guglielmo Goren Monti Micaela Mangia Rocco Greenberg Traurig Santa Maria Mantero Michele Grego Claudio Marchesi Roberto Griffin Wilshire Marva Marchetti Josepha Groff Milvia Marchetti Piergaetano Grunzweig Stefania Marchiò Angelo e Alessandra Gualtieri Patrizia Marcora Alessandra Guasti Federico Mari Daniela Guzzoni Jacopo Maris Floriana Guzzoni Massimo Marzoli Guy Fernanda Hausermann Enrique e Maria Luisa Marzorati Andrea Attilio Cesare Heukensfeldt Slaghek Fabbri Alessandra Maria Massardo Gianni e Marialuisa Investitori Sgr Spa Massari Antonella Iudica Giovanni e Sibilia Maria Lorenza Massone Maria Consolata Josefowitz Victoria Mattei Silvana Kahlberg Annalisa Maveri Donatella Katz Zvi Maveri Maria Gabriella La Grutta Simonetta Maveri Rota Maura Lainati Enrico Mazzotta Roberto Lamberti Paolo Alberto Mediaset Spa Landriani Guido e Gabriella Megevand Jacques Lanza Pier Luigi Menichino Filippo e Tonini Orietta Lareno Faccini Antonia Menozzi Massimo Lazzari Giorgetti Mariateresa Meoni Anna Rosa Lazzati Paolo Merati Cartiera di Laveno Spa Le Van Kim Elisabeth Mia Srl Lebano Filippo e Goldstein Maria Debellich Micheli Francesco Lebano Pasquale e Ranzi Bianca Maria Michelozzi Paolo Vittorio Lecchi Viviana Miglior Mario e Lisetta Levoni Elisabetta Minder Carl Emil Levoni Graziella Mirabella Roberti Marco e Letizia Libreria Antiquaria Mediolanum Moccagatta Vittorio Lindfors Kristina Molinari Ermete Lisi Lanzoni Bianca Montagnani Maddalena Litta Modignani Cristina Monti Michele Lo Bianco Franca Montibelli Fosca Locatelli Claudio Morano Orsi Noris Locatelli Ernestina Moreira Tomei Warly Locatelli Flavio Moretti Albino Locatelli Pompeo Moretti di Noia Giovina Lodigiani Maria Giovanna Moretti Valentina Ippolita Longari Antognini Fiorenza Moro Alberto Longo Marzio Mosca Franco 29
Napolitano Massimo Ripamonti Gilda Napolitano Perenze Delly Risso Bianchi Giovanna Natoli Giulia Rizzani Carla Bruna Nordio Federico Robba Luisa Notari Lanzi Nucci Rocca Gianfelice Notari Mario Rodolfi Paola Anita Novelli Michele Romagnoli Silvia Maddalena Novello Pierluigi Ronzoni Federico Odino Ada Rossi Sandron Mercedes Onado Marco Rossini Morini Maria Angela Origoni della Croce Gian Battista e Chiara Rosso Anna Orombelli Francesco Rota Maurella Ortolani Giovanni Roth Luigi Oungre Thierry Rotti Lorenza Oxer S.R.L Rovetta Maria Cecilia Padovan Gasparino Ruozi Roberto Pagliani Carlo Rusconi Clerici Bassetti Elisabetta Pagliani Torrani Gabriella Russo Virginia Pancirolli Roberto e Valsecchi Simona Sabbadini Juanita Panzeri Angela Sacchi Zei Rossana Paoli Roberto Sala Ginepro Martina Paolucci Vittorelli Maria Luisa Saldarini Floreana Paravicini Crespi Luca Saltamerenda Elsa Pastore Michelangelo Salvemini Severino Pavese Giovanni Salvetti Stefano Pavesi Tegami Elena Salvi Henry Claudia Pecori Marco e Comelli Carla Sangalli Stefano Pederzani Pascale Santoli Barbara Pella Valeria Sanzo Salvatore Perego Elena Maria Anita Sarasso Carlo Perini Linda Sardi Pacces Silvia Pidi Novello Emma Sarge Srl Pigorini Maria Piera Sarto Gianluca Piona Carlo Sartori di Borgoricco Laura Pirelli Cecilia Sbisà Giuseppe e Favretto Sbisà Valentina Poli Roberto Scattaro Guglielmo Pomati Francesco Schapira Manuela Vicky Pontiggia Alessandro Schiavoni Carlo Preda Stefano e Gambini Elena Schilling Peter Antonio Predetti Emanuela Scibetta Giuseppe e Giovanna, Pamara Lucia Prina Mariani Santina Scognamiglio Pasini Carlo Luigi Properzi Beccaria Incisa di Santo Stefano Scolari Codecasa Daniela Emanuela Seccafieno Dall Ora Giuliana Quagliolo Giorgio e Anita Severi Sarfatti Sandra Quarti Riccardo Sikos Anna Querci Innocenti Liliana Silvio Fossa Spa Ralpharma Srl Siniramed Paola Ratti di Desio Pragliola Carla Sipcam Italia Spa Rayneri Marco Somaini Antonio Rebay Giovanni Somaini Francesca Recalcati Angelo Sordi Massimo Reverdini Beno Antonio Sparaci Mirella e Formenti Lucia Ricci Saraceni Emma Spinelli Ressi Decio e Cristina Rimini Cesare Staffico Monica Cristiana Maria Rindi Fabrizio Stanza del Borgo Srl 30
Stella Monica Strassberger Blei Vlasta Studio Associato Rovella Studio Giovanni Terruzzi Studio Legale Avv. Alberto Santa Maria Studio Legale Discepolo Studio Legale e Amministrativo Zambelli Firpo Meregalli e Associati Studio Legale Majorana - Fedi Studio Professionale Associato Sutti Federico Tabanelli Mariani Rosalba Targetti Kinda Boguslawa Tarzia Giorgio Tecnet Spa Tedeschi Somaini Anna Laura Tedone Giuseppe Testa Marco Francesco Tettamanti Eugenio Tinelli dii Gorla Daria Torelli Francesca Torrini Flavio Totah Albert Tramarin Roberto Trucchi Franca Turri Alessandro Turri Annamaria Turri Tullio Valentini Alberto Ventura Attilio Veroner Franco e Maria Luisa Viani Giovanni Vigilante Maria Savina Villani Roberto ed Elda Visconti di Modrone Luchino Visentin Antonio Vita Giuseppe Vitale & Co. Spa Vitali Mazza Camillo Vitali Mazza Paolo Wachtel Karin Weber Shandwick S.R.L. Winchler Carlo Zambelli Paolo M. e Cocchetti Zambelli Giulia Zambon Chiara Zambon Ghirardi Marta Zambon Margherita Elena Maria Zampa Claudio Zani Daniela Alessandra Zanoletti Franco Zanolla Alberto e Nadia Zanotti Annalisa Zanuso Umberto Zevi Elisabetta Zito Giuseppe Zorzoli Pigorini Cenzi 31
Soci Orchestra Filarmonica Abriani Emanuela Lo Re Stefano Salvatori Anna Amadasi Matteo Lonati Omar Sangalli Luciano Arfacchia Gianni Longiave Anna Scandola Gianluca Baiocco Giorgio Lopez Martina Screpis Gabriele Barato Carlo Ludwig Jakob Serra Alessandro Beluffi Duccio Manara Francesco Sheshaj Enkeleida Bindi Andrea Manco Andrea Sheshi Estela Bonoldi Lorenzo Mangano Piero Silvestri Eugenio Braconi Simonide Martelli Nicola Siragusa Francesco Cacciola Giuseppe Martini Claudio Siragusa Gaetano Calderoni Maddalena Marzadori Laura Sirotti Marcello Capaldo Gerardo Mastalli Antonio Sossai Dino Cardo Stefano Mazzia Olga Stagni Danilo Castano Medina Javier Meloni Fabrizio Staneva Evguenia Cavuoto Thomas Meneghetti Nicola Tagliavini Francesco Chiodi Latini Christian Mercuri Michelangelo Tamiati Francesco Cibin Rodolfo Mianiti Augusto Thouand Fabien Corradini Attilio Miele Roberto Tiberghien Alexia Cottalasso Damiano Milani Filippo Tisserant Massimiliano Crepaldi Massimiliano Miseferi Roberta Toro Marco Curci Stefano Montorsi Giulia Tsuchihashi Eriko Dallaturca Gianni Morandini Daniele Turconi Gianluca Dallera Stefano Muraca Francesco Van Eikema Corinne De Angelis Francesco Muzzolon Gianluca Viero Gianni Descotte Armel Negri Pierangelo Zakharova Olga Di Crosta Giorgio Negro Leila Zanoni Lucia Duca Renato Nicotra Claudio Zoni Marco Edvar Torsten Nigro Roberto Zucchiatti Valentino Ettorre Giuseppe Ogasawara Kaori Faccani Elena Orsini Maurizio Ferrari Alessandro Paciello Giovanni Ferraro Agnese Parretti Roberto Filisetti Renato Pascoletti Daniele Garofano Gabriele Pecolo Andrea Giubileo Marco Pedrani Emanuele Grandi Giuseppe Persichilli Alfredo Groppo Simone Piciri Suela Guarino Silvia Polidori Massimo Guggiola Francesco Pomarico Cosma Beatrice Hubner Alois Porfidio Gabriele Imperial Joel Prandina Luisa Laffranchini Sandro Reinhard Marion Lattuada Francesco Rossi Danilo Liviabella Fulvio Russo Rossi Giuseppe 32
© 2022 Filarmonica della Scala Piazza Armando Diaz, 6 20123 Milano Responsabile editoriale e ricerca iconografica Marco Ferullo Progetto grafico e impaginazione Alessandro Marchesi Stampa CopylandMilano Il presente volume è offerto gratuitamente a tutti gli spettatori dei concerti. Le immagini d’arte sono utilizzate solo a scopo illustrativo e non per finalità commerciali. É vietata la copia e la riproduzione dei contenuti in qualsiasi forma. Finito di stampare nel mese di marzo 2022. 33
R E S P I G H I PHOTO: Silvia Lelli | ADV: www.filippovezzali.com R I C C A R D O C H A I L L Y F I L A R M O N I C A D E L L A S C A L A Riccardo Chailly e la Filarmonica della Scala proseguono le registrazioni dedicate ai grandi compositori italiani con Ottorino Respighi, un nuovo album che comprende celebri pagine e rarità. Pini di Roma Fontane di Roma Aria per Archi Leggenda per violino e orchestra Di Sera (Adagio per piccola orchestra) Antiche Danze e Arie per Liuto (Suite III) CD 4850415 / DIGITALE
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ALLIANZ Per la cultura insieme alla Filarmonica della Scala. © Filarmonica della Scala | S. Lelli allianz.it
UniCredit & Filarmonica della Scala un comune impegno per la musica a shared commitment to music UniCredit sostiene la cultura, e la musica in particolare, perché crede nel loro valore e considera fondamentale il loro apporto per favorire il dialogo e lo sviluppo economico e sociale sostenibile delle comunità. Con questo spirito, UniCredit affianca come Main Partner la Filarmonica della Scala e l’accompagna in tutte le sue attività, dalla Stagione di concerti in Teatro, alle tournée in Italia e all’estero, ai progetti di Open Filarmonica, alla produzione discografica. Grazie alla condivisione di importanti obiettivi, la Banca e la Filarmonica hanno costruito nel tempo una solida partnership, che ha coinvolto un pubblico sempre più ampio e nuovo in esperienze musicali di grande impatto e in rilevanti progetti di solidarietà. Attraverso le attività della Filarmonica, Orchestra d’eccellenza, impegnata nel sociale e molto presente anche sulla scena internazionale, UniCredit esprime, in linea con la sua natura paneuropea, la vicinanza alle persone e promuove il benessere e la coesione delle comunità per cui opera. UniCredit supports culture – and music in particular – because it believes in their importance and feels that they make a significant contribution to community spirit and sustainable economic and social development. In keeping with this belief, UniCredit is proud to be the Main Partner of the Filarmonica della Scala and supports all its activities: from the concert season at La Scala, to tours in Italy and abroad, and from Open Filarmonica projects to record production. UniCredit and the Filarmonica have built a strong partnership over the years thanks to their shared objectives, working together to engage a new and broader audience in exciting musical experiences and major charity initiatives. The world-class Filarmonica orchestra is deeply committed to social issues and also has a significant profile on the world stage. Its activities embody UniCredit’s aim of building close bonds with the people it serves as a pan-European bank and help it to improve the quality of life and togetherness of the communities where it operates.
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