REPORT VISPA "Valutazione di Impatto sulla Salute Rapida" applicata - Regione FVG

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REPORT VISPA "Valutazione di Impatto sulla Salute Rapida" applicata - Regione FVG
via della Vecchia Ceramica, 1 - 33170 Pordenone (PN) - Italy
                     C.F. e P.I. 01772890933 PEC: asfo.protgen@certsanita.fvg.it

                   REPORT VISPA

“Valutazione di Impatto sulla Salute Rapida” applicata
    all’istanza di Provvedimento Autorizzatorio Unico
Regionale per la realizzazione e l’esercizio di un impianto
  di produzione di pannello truciolare da legno riciclato.

                  Richiedente: Kronospan Italia s.r.l.
   Sede dell’installazione: Zona Industriale Ponte Rosso, San Vito al
                               Tagliamento (PN).
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Sommario
Situazione di partenza .......................................................................................................................... 3

Breve sintesi del processo di valutazione VISPA ................................................................................ 7

Elementi di contesto impattati............................................................................................................ 11

Determinanti di Salute considerati ..................................................................................................... 12

Descrizione degli impatti previsti e delle evidenze ........................................................................... 14

            Premessa ............................................................................................................................... 14

           Comportamenti e stili di vita - Percezione del rischio........................................................... 14

           Ambiente – Emissioni in atmosfera........................................................................................ 23

Indicazione delle possibili azioni di miglioramento .......................................................................... 52

Bibliografia: ....................................................................................................................................... 55

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Situazione di partenza
Contesto geografico
Il sito produttivo Kronospan Italia S.r.l. è ubicato in un lotto all’estremità nord-est della Zona
Industriale “Ponte Rosso” di San Vito al Tagliamento (PN) e dista circa 700 m dalla ferrovia Udine-
Pordenone-Venezia e circa 1.000 metri dallo svincolo della SS13 Pontebbana.
Il sito produttivo risulta prossimo ai confini amministrativi dei Comuni di Valvasone (confine
nord), Casarsa della Delizia (confine ovest), Codroipo e Camino al Tagliamento (confine est); il
territorio circostante la Zona Industriale giunge sino ai limitrofi centri abitati ed è costituito
prevalentemente da un’area a destinazione agricola.
Lo stabilimento Kronospan Italia S.r.l. è ubicato in un lotto che il P.R.G.C. del Comune di San Vito
al Tagliamento (PN) individua come Zona omogenea D1 - industriale di interesse regionale,
denominata del Ponte Rosso e, in particolare, lo stabilimento è collocato nel lotto individuato al
Z.T.O. D16 “Ambiti per l’insediamento di attività industriali ed artigianali in zone di nuovo
insediamento”, all’estremità nord-est della Z.I. del Ponte Rosso, che si estende su un’area totale di
380 ettari nel Comune di San Vito al Tagliamento (PN).
L’area dello stabilimento ha come unico vincolo il rispetto della distanza di 150 m dall’argine del
fiume Tagliamento, vincolo peraltro già previsto in fase di redazione del Piano Regolatore del
Comune di San Vito e del PIP (Piano per gli Insediamenti Produttivi).
L’area non ricade all’interno di particolari vincoli paesaggistici, ambientali e storico-archeologici e
non risulta soggetta a vincoli di carattere naturalistico in quanto non ricadente all’interno e non
confinante con alcun sito della Rete Natura 2000 (ovvero SIC - Sito di importanza Comunitaria o
ZPS - Zone di protezione speciale) ai sensi delle Direttive Comunitarie “Habitat” e “Uccelli”.
Il fiume Tagliamento, il cui argine come precedentemente detto dista oltre 150 m dall’area
industriale del Ponte Rosso, rientra invece nell’area di rilevante interesse ambientale denominata
A.R.I.A. n. 8 – FIUME TAGLIAMENTO che ricomprende 11 comuni rivieraschi delle provincie di
Pordenone e Udine.
Dalla verifica del PAI, Piano stralcio per l’assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume
Tagliamento, il lotto di Kronospan Italia S.r.l. non è compreso nel perimetro di alcuna classe di
pericolosità idraulica né all’interno di zone di attenzione idraulica.

Ciclo produttivo ditta Kronospan Italia
Il ciclo produttivo attuale della ditta Kronospan Italia S.r.l. consiste nella nobilitazione, ovvero
nell’applicazione di carte decorative a pannelli di base lignea (pannelli truciolari e pannelli in fibra

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di legno MDF ed HDF) prodotti in altri stabilimenti. Tale lavorazione consiste nel riscaldamento,
utilizzando olio diatermico ad oltre 200 °C, del sandwich carta-pannello-carta necessario
all’incollaggio per la pressatura a caldo dei fogli di carta melaminica alla superficie del pannello di
legno grezzo, senza quindi alcun impiego di colle e vernici.
La capacità produttiva nominale attuale è di 243.000 t/a (scarti di pannello e carte circa 24 t/a).
Il sito è dotato di un cogeneratore termoelettrico a gas naturale da 1.000 kWe che, congiuntamente
ad un impianto fotovoltaico da 790 kWe, provvede alla copertura di buona parte del fabbisogno
elettrico.
Lo stato autorizzatorio attuale
Le autorizzazioni attualmente in possesso della ditta sono le seguenti:
       AUA - Autorizzazione Unica Ambientale – Determinazione n. 193 del 3/2/2015 ex
        Provincia di Pordenone che ricomprende:
             o autorizzazione agli scarichi in fognatura di acque industriali e/o acque meteoriche di
                dilavamento di competenza del Consorzio Ponte Rosso;
             o autorizzazione alle emissioni in atmosfera di cui all’art. 269 DLgs 152/06;
             o impegno dell’azienda alla verifica del livello acustico rispetto alla zonizzazione
                comunale;
       Concessione     di   derivazione     acqua     di   falda   per   totali   6.500   m3/a   Decreto
        ALPPN/2/560/IPD/2917 del 03/07/2009 rilasciata dalla Regione Autonoma Friuli Venezia
        Giulia il 03-08-2009 e rinnovata nel 2019 con le seguenti caratteristiche:
             o 2.000 m3/a per uso industriale/antincendio prelevato da pozzo a -40 m p.c. (1°
                acquifero - non potabile);
             o 4.500 m3/a per uso igienico/sanitario prelevato da pozzo a -90 m p.c. (3° acquifero -
                potabile).

Il progetto dell’impianto PO-PB
Il nuovo impianto PO-PB Kronospan Italia S.r.l. si propone di realizzare pannelli di legno
truciolare, con una capacità produttiva giornaliera di 1.750 m3/g, utilizzando come materia prima
scarti di legno post-consumo reperito con operazioni di riciclo. Tale produzione andrà a sostituire le
attuali importazioni dall’estero di pannelli truciolari da nobilitare in loco o da commercializzare in
Italia. La realizzazione del nuovo impianto è prevista nell’ambito del perimetro della Zona
Industriale Ponte Rosso in un lotto di terreno industriale, individuato al Foglio 4 - mappale 1743 -
del Comune di San Vito al Tagliamento, di proprietà di Kronospan Italia S.r.l., collocato a nord e
adiacente l’esistente impianto di nobilitazione dell’azienda.

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Il riciclo del legno post-consumo, essendo parte integrante del sistema circolare della filiera legno,
consentirebbe di ottenere dei beni finali destinati al mercato utilizzando degli scarti legnosi già
classificati come rifiuto.
Le fasi principali di tale progetto di filiera prevedono:
       operazioni di raccolta presso piattaforme private e pubbliche diffuse su tutto il territorio
        italiano nelle quali vengono conferite varie tipologie di rifiuti legnosi, quali bancali, cassette
        per frutta, casse da imballaggio, tavolame, sfridi di segheria, bobine, vecchi pannelli in
        legno truciolare e MDF, tipologie varie di mobili rotti e vecchi;
       operazioni industriali nelle quali i rifiuti legnosi provenienti dalle piattaforme di raccolta
        vengono sottoposti a verifiche qualitative e quindi a processi esclusivamente meccanici di
        selezione, pulitura, vagliatura e macinazione. Tali operazioni vengono eseguite per la
        necessità di separare la parte legnosa da eventuali materiali estranei quali ferro, metalli,
        plastica, carta, vetro, presenti nel rifiuto. Gli scarti non legnosi vengono quindi affidati ad
        aziende terze per un ulteriore riciclo o per lo smaltimento in discarica di materiali non
        riciclabili, mentre il materiale legnoso così ottenuto, classificato con i codici CER adeguati,
        è certificato come rifiuto di legno non pericoloso e avviato presso aziende autorizzate alla
        gestione degli scarti di legno non pericolosi (ovvero scarti di legno non trattati e non
        contenenti sostanze pericolose come definite dalla normativa vigente).

Le suddette operazioni industriali, per quanto dichiarato, previsto e progettato da Kronospan Italia
S.r.l., verranno eseguite presso la stessa area Z.I. Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento, dalla
ditta Silva S.r.l., detenuta al 100% da Kronospan Italia S.r.l. e la cui ubicazione è prevista in
prossimità delle aree occupate dall’attuale insediamento produttivo Kronospan.
La ditta Silva S.r.l. ha come scopo principale il riciclo del legno post consumo classificato come
rifiuto di legno non pericoloso in base alla normativa Nazionale ed Europea vigente, individuato da
appositi codici CER (Codice Europeo dei Rifiuti) e reperito attraverso un sistema certificato di
raccolta diretta ovvero di approvvigionamento da terzi autorizzati. In particolare, la Silva S.r.l.
effettuerà le operazioni di recupero dei rifiuti legnosi appartenenti alle classi dei codici:
       CER 030105 – Rifiuti della lavorazione del legno, della produzione di pannelli in legno e
        mobili, compresi segatura, trucioli, residui di taglio;
       CER 150103 – Rifiuti di imballaggi di legno, compresi i rifiuti urbani di imballaggi di legno
        da raccolta differenziata e costituiti da cassette per ortofrutta, bancali, casse in legno per
        prodotti vari;

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   CER 170201 – Rifiuti in legno delle operazioni di costruzione e demolizione non contenenti
        sostanze pericolose, quali tavolame e travetti in legno;
       CER 191207 – Rifiuti di legno prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti a seguito di
        selezione e triturazione non contenenti sostanze pericolose, non specificati altrimenti;
       CER 200138 – Rifiuti di legno da raccolta differenziata derivanti da attività commerciali,
        industriali e domestici (tranne 150103) e costituiti da mobili, arredi, porte, infissi,
        serramenti, e componenti affini in legno di uso domestico.

Il materiale ricevuto da Silva S.r.l., dopo essere stato trasformato tramite macinatori in cippato
(truciolare), verrà scaricato sui nastri trasportatori e quindi depositato temporaneamente nei silos, su
area temporanea per poi essere trasportato ai clienti oppure trasportato all’impianto PO-PB
Kronospan Italia (che utilizzerà il materiale all’interno del proprio ciclo produttivo per la
realizzazione di pannelli in truciolare) tramite un nastro trasportatore protetto in un tunnel interrato.
All’interno dello stabilimento Kronospan, il ciclo produttivo del pannello truciolare da legno
riciclato prevederà fasi di ulteriori vagliature e separazione di materiali estranei, macinazione
meccanica e lavaggi in acqua che porteranno alla separazione tra chips di legno idonee, aventi
caratteristiche tali da poter essere utilizzate per la produzione dei pannelli truciolati, e parti legnose
per dimensioni non idonee alla produzione di pannelli truciolati che verranno invece impiegate
come combustibile della caldaia a letto fluido.
Il materiale legnoso idoneo verrà quindi asciugato tramite un essiccatoio a nastro, a bassa
temperatura alimentato ad acqua calda, successivamente miscelato a colle e quindi sottoposto a
pressatura a caldo per la formazione del materasso ligneo che costituirà, nei vari spessori, i pannelli
di truciolato.
A seguito del raffreddamento dei pannelli, dal taglio e dalla levigatura degli stessi (fase di finitura
superficiale), deriveranno ulteriori scarti legnosi che, unitamente agli scarti delle precedenti
vagliature, verranno anch’essi utilizzati come combustibile della caldaia a letto fluido dal cui
funzionamento ne deriverà l’energia termica necessaria all’essiccazione del cippato e al
funzionamento della pressa di formazione a caldo del pannello, oltre che l’energia elettrica
necessaria all’intero processo produttivo dell’impianto, limitando così il consumo di combustibili
fossili. Si evidenzia come i materiali (scarti lignei) destinati alla combustione in caldaia (attività di
recupero R1) provengono esclusivamente da lavorazioni interne all’impianto PO-PB e sono
costituiti da fini di legno, microchips di legno, polvere da vagliatura e polverino di leviga.

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Breve sintesi del processo di valutazione VISPA
Il presente lavoro è basato sull’applicazione della procedura VISPA “Valutazione di impatto
sanitario (VIS) rapida” all’istanza di Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale per la
realizzazione e l’esercizio di un impianto di produzione di pannello truciolare da legno riciclato da
realizzarsi nella zona industriale Ponte Rosso di San Vito al Tagliamento (PN) su richiesta
dell’azienda Kronospan Italia S.r.l.
Lo strumento VISPA è stato sviluppato, nell’ambito del progetto Moniter (2007-2011), dal Centro
Nazionale per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute come
modello di VIS rapida testato e messo a punto nel contesto italiano ed è utilizzato per la stima degli
impatti sulla salute derivanti dall’attuazione di diverse tipologie di interventi sul territorio.

Il procedimento di VIS è definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come “una
combinazione di procedure, metodi e strumenti attraverso cui una politica/programma/progetto
può essere valutato/giudicato in merito agli effetti che produce sulla salute della popolazione e alla
distribuzione di questi nella popolazione” (WHO, 1999) e ha lo scopo di fornire, a tutti i decisori,
degli strumenti di valutazione basati su conoscenze sistematiche e pubblicamente condivise che
consentano di scegliere le diverse alternative di progetto rispetto alle possibili ricadute, alle stesse
attribuibili, sullo stato di salute della popolazione esposta e interessata dalla realizzazione
dell’intervento.
La VIS ha come obiettivo quello di integrare la considerazione degli effetti sulla salute nelle attività
di valutazione degli impatti di un intervento, al fine di mitigare gli effetti negativi e massimizzare
quelli positivi. È uno strumento qualitativo/quantitativo a supporto dei processi decisionali
riguardanti piani, programmi e progetti e interviene di regola prima che questi siano realizzati. Tale
strumento pone al centro della complessità sociale la protezione e la promozione della salute della
popolazione affinché le politiche garantiscano il benessere complessivo degli individui, delle
comunità e la sostenibilità dell’ambiente.
Nella VIS la salute è intesa come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non come
semplice assenza di malattia. La salute così definita è influenzata da una serie di fattori non solo
biologici, ma anche sociali, economici ed ambientali (i determinanti di salute) suddivisi all’interno
di 7 categorie principali: caratteristiche individuali, comportamenti e stili di vita, condizioni di vita
e lavorative, ambiente, fattori sociali, fattori economici e servizi.

La VIS è stata introdotta nell’ordinamento giuridico italiano dall’art.9 della legge n.221/15
(Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento

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dell’uso eccessivo di risorse naturali) che attraverso l’introduzione del comma 5 bis nell’art. 26 del
D.Lgs. 152/06 e s.m.i., ha previsto, per i soli progetti riguardanti le centrali termiche e gli altri
impianti di combustione con potenza termica superiore ai 300 MW, la predisposizione da parte del
proponente della VIS (da svolgersi nell’ambito del procedimento di VIA).
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), con Delibera del Consiglio
Federale del 22.04.15 Doc. n.49/15/CF aveva già approvato le “Linee guida per la valutazione
integrata di impatto ambientale e sanitario (VIIAS) nelle procedure di autorizzazione ambientale
(VAS, VIA)”, concernenti la VIIAS e contenenti diversi riferimenti alla VIS.
Il Ministero della Salute nel giugno del 2016 ha presentato alle Regioni il documento “Valutazione
di impatto sulla salute – Linee guida per proponenti e valutatori” elaborato nell’ambito del
progetto CCM denominato “t4hia (tools for health impact assessment)”. Nell’aprile del 2017
l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato le Linee guida per la VIS ai sensi dell’art. 9 della legge
n.221/15. Infine con il DECRETO 27 marzo 2019 sono state adottate le Linee guida per la
valutazione di impatto sanitario (VIS).
La creazione e la sperimentazione dello strumento VISPA nell’ambito del progetto Moniter hanno
permesso di dare una risposta concreta all’esigenza di riqualificare i pareri dei tecnici della sanità
pubblica. Si tratta di uno strumento di tipo qualitativo strutturato attraverso un protocollo, che,
sebbene ad oggi non sia ancora stato normato nell’ordinamento giuridico italiano, viene utilizzato
come supporto per l’espressione dei pareri di sanità pubblica nell’ambito dei procedimenti in
materia ambientale che valutano progetti puntuali quali i procedimenti di VIA, VAS, AIA,
Autorizzazione Unica Ambientale, etc..
La scelta di introdurre lo strumento VISPA all’interno dei procedimenti in materia ambientale
consente di includere elementi appartenenti alla VIS nelle attività ordinarie della pubblica
amministrazione modificando in modo più o meno incisivo (ma sistematico) il territorio e la qualità
della vita delle popolazioni che lo abitano.
Il protocollo VISPA prevede, per la valutazione di impatto sulla salute, l’esecuzione in sequenza di
fasi organizzate e ben definite tramite l’utilizzo di checklist e tabelle al fine di integrare in maniera
più approfondita e completa possibile la componente salute all’interno del percorso di
autorizzazione dell’opera.
Il primo dei passaggi previsti dal protocollo VISPA è la compilazione di una checklist di
screening/scoping iniziale. Relativamente all’opera in esame, dall’applicazione di tale checklist è
emerso che, per un’appropriata valutazione di questo progetto, la procedura di VISPA era
fortemente raccomandata.

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Il secondo passaggio del protocollo VISPA prevede il coinvolgimento dei portatori di interesse (c.d.
informatori). Dopo aver individuato gli informatori, con nota prot. n. 0036973/P del 14/05/2021
l’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale ha richiesto formalmente la collaborazione (consistente nella
compilazione della “Checklist Informatori” prevista per la VISPA) degli Enti già coinvolti nel
PAUR e delle associazioni rappresentative presenti sul territorio (individuate in collaborazione con
l’Amministrazione Comunale di San Vito al Tagliamento).
Gli informatori che sono stati coinvolti sono i seguenti:
   -   il Comune di San Vito al Tagliamento;
   -   il Servizio disciplina gestione rifiuti e siti inquinati della Direzione Centrale Difesa
       dell’Ambiente e sviluppo sostenibile Regione FVG;
   -   il Consorzio di Sviluppo Economico “Ponte Rosso” di San Vito al Tagliamento;
   -   il Servizio SOS pareri e supporto per le autorizzazioni ambientali ARPA FVG;
   -   Il Dipartimento di Pordenone di ARPA FVG;
   -   la ditta Kronospan Italia S.r.l.;
   -   Confindustria Alto Adriatico;
   -   ASCOM – Pordenone;
   -   CGIL Pordenone;
   -   CISL Pordenone;
   -   Unione Artigiani Pordenone;
   -   UIL Pordenone;
   -   Comitato ABC – Ambiente Bene per le Comunità.

I referenti dell’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale, durante incontri specifici, hanno illustrato il
protocollo VISPA con particolare riferimento alla fase di consultazione degli informatori: sono state
fornite le istruzioni per la compilazione delle checklist informatori, che consentono di effettuare una
descrizione dettagliata degli impatti positivi o negativi dell’opera in esame e di proporre delle azioni
di miglioramento.
È stato specificato anche che gli impatti (positivi e negativi) segnalati vengono successivamente
valutati nella fase di appraisal e assessment cercando di dar loro supporto con evidenze scientifiche.
Solo gli aspetti effettivamente supportati da evidenze scientifiche vengono inseriti nel report finale.
Come previsto dalla procedura VISPA ogni informatore ha compilato una checklist.
Il Comitato ABC ha invece presentato una check-list unica “complessiva” facendosi carico di
raccogliere e sintetizzare i contributi dei cittadini direttamente interessati e coinvolti. Ciononostante
sono pervenute, direttamente ad ASFO, check-list singolarmente compilate da cittadini e non

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confluite nella check-list “cumulativa” presentata dal comitato ABC – Ambiente Bene per le
Comunità.
Il termine per la compilazione delle checklist è stato fissato per il 30/06/2021.
Successivamente si è quindi passati alla fase di assessment, con cui sono stati evidenziati gli impatti
positivi e negativi derivanti dall’opera in esame e alla successiva fase di appraisal, per verificare se
gli impatti riferiti dai soggetti informatori fossero effettivamente supportati da evidenze scientifiche.
La fase finale è stata dedicata alla stesura del presente Report prendendo come riferimento tutte le
indicazioni fornite dall’applicazione del protocollo VISPA sopra descritto.
Il presente lavoro, quindi, realizzato attraverso l’applicazione del protocollo VISPA all’istanza di
Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale presentata da Kronospan Italia S.r.l. per la
realizzazione e l’esercizio di un impianto di produzione di pannello truciolare da legno riciclato nel
Comune di San Vito al Tagliamento, ha avuto l’obiettivo di individuare i rischi ed i benefici più
significativi prodotti dalla realizzazione dell’opera in oggetto e le azioni da realizzarsi al fine di
proteggere e promuovere la salute delle comunità residenti coinvolte. L’applicazione del protocollo
VISPA ha permesso di fornire a tutti i decisori degli strumenti di valutazione oggettivi, basati su
una revisione della letteratura e delle informazioni già disponibili, arricchiti dei contributi forniti da
tutti i possibili soggetti informatori portatori di interesse.

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Elementi di contesto impattati
In Tabella 1 si riporta l’elenco riepilogativo degli elementi di contesto che, sulla base dei punteggi
assegnati dagli informatori, risultano essere maggiormente causa di impatto dal progetto in esame.

                                                                      Totali ponderati
   Elementi di contesto impattati
                                                   +                        -            Valutazione
         Emissioni/Scarichi
                                                 0,83                    8,83              - 8,00
    Destinazioni di uso del suolo                                                          - 6,25
                                                 2,25                    8,75
          Mobilità indotta                                                                 - 6,97
                                                 4,33                    11,3
        Sviluppo economico                                                                 + 0,60
                                                  5,6                      5
          Coesione Sociale                                                                  - 1,8
                                                   2                      3,8

                              Tabella 1 - Punteggi cumulativi check-list informatori

La sintesi delle checklist compilate dagli informatori ha evidenziato come categoria maggiormente
impattata negativamente quella delle “Emissioni/Scarichi” (con particolare riferimento alle polveri
e alla formaldeide).
L’unico impatto positivo ottenuto dalla valutazione delle medie ponderate è riconducibile alla
categoria di “Sviluppo economico”.

In relazione ai suddetti punteggi appare opportuno precisare che le difficoltà riscontrate nella
compilazione della check-list da parte di alcuni informatori ha portato all’individuazione nella
check-list informatori fase A di numerosi elementi di contesto impattati come negativi alla quale
non sono poi corrisposti altrettante descrizioni degli impatti nella check-list informatori fase B.
Tale aspetto potrebbe aver determinato delle indicazioni in eccesso per quanto riguarda i totali
ponderati per gli effetti negativi, pertanto, ai fini delle successive valutazioni degli impatti
(assessment e appraisal), sono stati presi in considerazione in via prioritaria gli impatti (positivi e
negativi) segnalati dagli informatori nelle check-list informatori fase B.

                                                       - 11 -
Determinanti di Salute considerati
Entrando nel merito delle categorie di determinanti di salute indicati nel protocollo VISPA si riporta
quanto evidenziato dagli informatori coinvolti.

Caratteristiche individuali (Fattori Biologici)
La prima categoria di determinanti di salute segnalata come impattata dal progetto è quella delle
caratteristiche individuali, tra le quali ritroviamo lo stato di salute inteso come presenza/assenza di
patologie specifiche nella popolazione residente nelle aree limitrofe all’impianto.
Gli informatori hanno evidenziato potenziali effetti negativi sulla salute a seguito dell’aumento
delle emissioni in atmosfera proveniente dai camini dell’impianto e dagli scarichi dei mezzi di
trasporto dei materiali che causerebbe un aumento del traffico indotto (impatto diffuso).
Ulteriori effetti negativi segnalati riguardano le componenti “acqua” (gestione acque meteoriche e
di ruscellamento) e “suolo” (agricoltura biologica) nonché le potenziali ricadute sul turismo (area
del Tagliamento).
Gli informatori ritengono utile l’effettuazione di una campagna di screening e indagine sulla salute
dei lavorati e dei residenti nelle aree prossime alla zona industriale in fase ante e post realizzazione
impianto.

Comportamenti e stili di vita
Gli informatori hanno evidenziato come la realizzazione del nuovo impianto possa dar luogo a
cambiamenti delle relazioni sociali tra enti, cittadini, organismi di controllo, e gruppi di interesse
coinvolti. In particolare è stato segnalato un impatto positivo derivante dalla maggiore
partecipazione e consapevolezza dei cittadini in relazione agli aspetti ambientali del territorio.
È stato segnalato un potenziale effetto negativo derivante dall’aumento della percezione del rischio
dei residenti in relazione alla realizzazione dell’impianto in progetto.

Condizioni di vita e lavorative
Il nuovo stabilimento produttivo Kronospan, secondo gli informatori, potrebbe avere ricadute
positive sullo stato occupazionale e sul livello di reddito della popolazione di San Vito al
Tagliamento, grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro e alla richiesta di specifiche
professionalità con un conseguente aumento della richiesta di civili abitazioni che potrebbero
portare progetti di sviluppo urbanistico.

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Ambiente
Gran parte dei determinanti di salute considerati sono legati o dipendono da quelli raggruppati in
questa categoria. Diversi informatori riferiscono un possibile impatto negativo connesso al
peggioramento della qualità dell’aria a causa delle emissioni rilasciate dal nuovo impianto e da
quelle conseguenti all’aumento del traffico veicolare, in particolar modo di mezzi pesanti, per il
trasporto delle materie prime (scarti di legno) e dei prodotti.
Dalla consultazione effettuata, sebbene diversi informatori riconoscono l’importanza del nuovo
impianto in un’ottica di sviluppo di economia circolare in cui il riutilizzo di uno scarto produttivo
diventa materia prima per un nuovo processo produttivo (nella fattispecie trucioli e scarti di legno
riutilizzati per la produzione di pannelli truciolati e mdf a cogenerazione energetica), si segnalano
prevalenti le preoccupazioni sui possibili impatti negativi della componente ambientale
relativamente a emissioni atmosferiche, odorigene e di sostanze potenzialmente cancerogene (quali
formaldeide e diossine) e inquinamento acustico.
Viene inoltre segnalata la preoccupazione che un aumento delle capacità produttive dell’azienda e i
nuovi impianti possano contribuire con i lori scarichi idrici al peggioramento della qualità delle
acque sotterranee.

Fattori economici
Diversi informatori riportano la possibile perdita di valore degli immobili (e più in generale la
svalutazione economica del territorio) come possibile impatto negativo derivante dal progetto in
esame.
Gli informatori segnalano inoltre, come impatto positivo sui fattori economici, il possibile aumento
occupazionale. Un altro impatto economico positivo segnalato riguarda l’utilizzo da parte dei
tecnici (che arrivano all’impianto Kronospan) delle strutture ricettive del territorio.

Servizi
In relazione ai servizi, viene segnalato da parte degli informatori un possibile impatto negativo
derivante dall’aumento del traffico a carico della viabilità coinvolta (tangenziale di San Vito al
Tagliamento e Pontebbana).

                                                 - 13 -
Descrizione degli impatti previsti e delle evidenze
Premessa

Di seguito vengono elencati gli impatti che gli informatori mediante la compilazione delle checklist
hanno maggiormente evidenziato con riferimento all’istanza di Provvedimento Autorizzatorio
Unico Regionale per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto di produzione di pannello truciolare
da legno riciclato richiesta da Kronospan Italia s.r.l. con sede dell’installazione presso la zona
industriale Ponte Rosso, San Vito al Tagliamento (PN).
Obiettivo di questa “Valutazione di Impatto sulla Salute Rapida” è quindi quello di ponderare e
valutare la significatività dei suddetti impatti (qualora presenti) e proporre (qualora necessarie)
azioni di miglioramento che permettano di minimizzare e mitigare gli impatti negativi, valorizzando
al massimo gli impatti positivi.
È importante precisare che la valutazione degli impatti descritti (negativi e positivi) fa riferimento
alla bibliografia scientifica attualmente disponibile in materia.
Preme inoltre sottolineare che il richiamo a report e a pubblicazioni scientifiche di riferimento è
finalizzato alla sola informazione a carattere generale e come tale nella fase istruttoria attuale non
può rappresentare una specifica evidenza degli impatti che realmente andrà a causare sul territorio
l’impianto di produzione di pannello truciolare da legno riciclato PO-PB Kronospan.

Comportamenti e stili di vita - Percezione del rischio
Diversi informatori hanno segnalato un possibile aumento della percezione del rischio derivante dal
progetto in esame per i seguenti motivi:
      sensazione di aumento del pericolo e dei rischi per la salute legati alla realizzazione
       dell’impianto in progetto;
      ricezione, da parte della popolazione residente nelle aree limitrofe all’impianto, soltanto
       degli effetti negativi senza ricevere una adeguata “compensazione” a livello locale;
      scarsa conoscenza dell’iter autorizzativo del progetto in esame;
      convinzione che lo stato di salute attuale della popolazione presente nel territorio sanvitese
       sia già a livelli critici;
      scarsa conoscenza del percorso di VISPA (modalità di selezione degli informatori,
       tempistiche di svolgimento della valutazione, ecc…).

                                                 - 14 -
Richiamo alla bibliografia scientifica
Per percezione del rischio si intende una valutazione soggettiva della probabilità di accadimento di
uno specifico tipo di incidente e di quanto si è preoccupati delle sue conseguenze. Include una
dimensione cognitiva e una affettiva; infatti, le persone reagiscono alla prospettiva del rischio in
due stadi: valutano il rischio a livello cognitivo e reagiscono ad esso emotivamente. Alcuni studi
hanno mostrato come i rischi di natura industriale, involontaria, incontrollabile e i rischi derivanti
da nuove tecnologie generino maggiore preoccupazione nelle popolazioni coinvolte22.
La diffusione delle tecnologie nella nostra società è così ampia che spesso non ci accorgiamo
neanche della loro presenza. Ne diventiamo consapevoli normalmente in due occasioni: quando ci
vengono a mancare (in termini di perdita di benefici) o quando nuove installazioni tecnologiche
vengono costruite nelle vicinanze della nostra abitazione21.
La reazione dei cittadini a una nuova tecnologia dipende non solo dalle caratteristiche oggettive
della stessa, ma anche da come queste sono percepite e rappresentate nella mente delle persone. Le
percezioni e le rappresentazioni sociali dei rischi sono legate a una molteplicità di fattori; le paure,
l’importanza degli effetti a lungo tempo, la controllabilità, gli interessi locali, il ruolo dei media,
ecc. e tutti i fattori che concorrono a caratterizzare l’atteggiamento verso uno specifico rischio sono
diversi a seconda delle comunità (e anche degli individui) e si modificano nel tempo21.

Nella percezione del rischio occorre tener distinti il concetto di rischio da quello di pericolo:
      con il termine pericolo (hazard) si intende una caratteristica dell’oggetto o della situazione
       che può provocare un danno a una o più persone;
      con il termine rischio (risk), invece, si aggiunge al concetto di pericolo anche quello di
       probabilità di esserne colpiti o di entrarne in contatto.

Dal punto di vista strettamente individuale, come arriviamo a definire qualcosa come un “rischio”?
Quali informazioni presenti nell’ambiente costituiscono gli ingredienti di tale percezione e quali
processi portano alla valutazione di rischio?21
Le informazioni sul rischio hanno un impatto sul nostro comportamento solo se riescono a creare
nella nostra mente immagini cariche di emotività21.

Le ricerche in questo ambito mostrano che gli esperti e le persone comuni usano differenti
definizioni di rischio durante il processo decisionale che porta alla valutazione dell’eventuale
esposizione al rischio. Gli esperti basano la valutazione del rischio sul numero di eventi che si
aspettano, mentre le persone comuni percepiscono il rischio in modo più complesso integrando
caratteristiche qualitative come la volontarietà o meno dell’esposizione o l’immediatezza o meno

                                                  - 15 -
dell’effetto. I conflitti che si attivano sono spesso causati da differenze nelle rappresentazioni del
rischio e della tecnologia in questione da parte dei cittadini e degli esperti (pubblica
amministrazione o gestori degli impianti)21. I cittadini nei loro discorsi fanno riferimento al concetto
di rischio associato all’impianto, mentre l’azienda costruttrice si focalizza sulla sicurezza della
tecnologia e sui benefici derivanti dall’impianto. La comunicazione tra queste due parti diventa
molto complessa e difficile perché quando la compagnia comunica, il suo punto di vista è centrato
su competenze tecniche e aspetti economici, mentre le persone vogliono solo rassicurazioni da un
punto di vista politico e sociale21.

Tali differenze sono evidenti in particolare nei seguenti aspetti:
       probabilità: la probabilità che un determinato evento accada, spesso viene espressa in forma
        numerica dagli esperti; nel momento in cui il pubblico riceve la comunicazione, trasforma la
        probabilità in tutto o niente. Ne deriva che anche probabilità molto basse possono essere
        percepite come certezza. Per esempio, gli esperti possono affermare che un evento molto
        grave può accadere con una probabilità dello 0,1%; per il pubblico anche una percentuale
        così bassa è percepita come certa perché sta ad indicare che l’evento può accadere;
       volontarietà dell’esposizione: se il rischio è imposto dall’esterno (come l’inquinamento) è
        percepito come più intollerabile e grave rispetto ad un rischio a cui ci si espone
        volontariamente (per esempio fumare)21.

Secondo i fondatori dell’approccio psicometrico, le persone comuni tenderebbero a sopravvalutare
o a sottovalutare determinate categorie di rischi: per esempio, considerano più probabili eventi
remoti ma eccezionali, e sottovalutano rischi familiari e volontariamente affrontati1. L’approccio
culturale al rischio ha cercato invece di focalizzarsi sui fattori sociali che definiscono le differenze
tra le persone nelle reazioni al rischio. Secondo questo approccio, la percezione del rischio non
avviene solo a livello individuale ma anche e soprattutto a livello collettivo, presentandosi come
una risposta culturalmente standardizzata. Numerosi studi hanno mostrato, inoltre, che la reazione
da stress delle persone che vivono nei pressi di installazioni valutate come pericolose non è in
relazione alla reale esposizione al rischio ma alla rappresentazione cognitiva della situazione21.

La perdita di fiducia nelle istituzioni e nella politica di gestione degli impianti è uno dei principali
antecedenti del conflitto e della cosiddetta sindrome NIMBY (Not In My Back Yard). Il termine
“sindrome NIMBY” a partire dal secondo dopo guerra è comunemente usato per definire un
generico atteggiamento di rifiuto verso tutto ciò che non appartiene alla comunità stessa.

                                                 - 16 -
Attualmente si sta assistendo a un aumento, sia in termini quantitativi (per numero) e sia qualitativi
(per radicalismo ed efficacia), dell’opposizione delle comunità locali alla costruzione di impianti e
infrastrutture; proprio per questo il processo di costruzione dell’opera deve essere improntato sulla
giustizia procedurale, ossia su una partecipazione attiva della comunità e sulla condivisione sincera
e completa delle informazioni21.

La comunicazione è spesso in primo luogo considerata come la strada efficace per affrontare la
gestione dei conflitti esistenti. Chi si pone l’obiettivo di comunicare in modo efficace anche
attraverso campagne di comunicazione diffuse, deve necessariamente partire dal comprendere e
conoscere come i cittadini si rappresentano l’oggetto in questione. Ogni azione di comunicazione
istituzionale, infatti, per essere efficace, deve essere centrata sulle caratteristiche della
rappresentazione sociale dell’oggetto21.

La comunicazione del rischio non è un’attività limitata a una ristretta cerchia di persone, ma
coinvolge gli individui nella loro quotidianità. Le principali fonti di informazioni sul rischio
restano, però, sempre i mass media. A questo proposito, un effetto molto studiato in letteratura
riguarda l’amplificazione sociale del rischio, intendendo con esso un effetto tipico della
comunicazione di massa che tende ad accrescere l’importanza e a diffondere maggiormente notizie
negative piuttosto che positive. In questo processo gioca un ruolo importante la cosiddetta “negative
asymmetry”, ossia il differente modo in cui elaboriamo le informazioni negative rispetto a quelle
positive. In particolare, secondo la formula di Merriam, le informazioni negative hanno un impatto,
sul pubblico, quattro volte superiore rispetto alle informazioni positive21.

Lo studio della percezione del rischio riveste un ruolo importante anche in politica: la
comunicazione deve tenere in considerazione la posizione dei cittadini rispetto a una situazione di
potenziale pericolo, in modo da aumentare la predisposizione di questi al cambiamento proposto22.

Lo studio “La percezione del rapporto ambiente-salute secondo i dati della sorveglianza Progressi
delle aziende sanitarie per la salute in Italia (PASSI)” ha avuto l’obiettivo di individuare gruppi di
persone rispetto alla loro percezione del rischio ambientale e analizzare l’associazione tra
percezione del rischio ambientale e variabili demografiche, sanitarie, socioeconomiche e
comportamentali. Lo studio rappresenta il primo tentativo utile nella ricostruzione e nella
descrizione di profili percettivi del rischio ambientale in relazione a variabili sociodemografiche e
di salute22.

                                                 - 17 -
Nel 2010 ARPA Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna hanno proposto di inserire nel
questionario del sistema di sorveglianza “Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia
(PASSI)” una sezione opzionale composta da sette domande con l’obiettivo di:

      indagare la percezione delle persone riguardo alla relazione tra ambiente e salute;
      esaminare i diversi outcome di salute come conseguenze dei determinanti ambientali;
      valutare quali variabili sociologiche, culturali e demografiche influiscono sulla percezione
       del rapporto ambiente-individuo-salute22.

La sezione ambiente del sistema PASSI è entrata in vigore nel 2011 (nel 2012 in FVG). Sui dati
raccolti è stata condotta un’analisi con lo scopo di individuare profili di persone rispetto alla loro
percezione ambientale e valutarne le principali caratteristiche22.

I profili ottenuti tramite l’analisi a classi latenti sono stati successivamente caratterizzati rispetto
alle principali variabili demografiche e socioeconomiche (livello d’istruzione, difficoltà
economiche), ai fattori comportamentali (fumo di sigaretta, consumo di alcol, attività fisica nel
tempo libero, stato nutrizionale), alle informazioni collegate alla salute, all’attenzione ad aspetti
correlati con la propria salute e all’indice di urbanizzazione22.

Il 27% degli intervistati ha rilevato la presenza di aspetti ambientali considerati nocivi per la salute:
in particolare, quelli più frequentemente percepiti come preoccupanti dalle persone intervistate sono
l’inquinamento dell’aria dovuto al traffico, il rumore, i rifiuti abbandonati e la sporcizia delle strade,
la sicurezza delle strade legata al traffico e i campi elettromagnetici.

La percezione ambientale è risultata, inoltre, fortemente correlata al grado di urbanizzazione del
Comune di residenza: nei Comuni ad alta urbanizzazione è più elevata la proporzione di persone
classificate come preoccupate (33%), mentre in quelli a bassa urbanizzazione è nettamente
maggiore la quota di soggetti definibili come positivi (71%)22.

Chiarimenti in merito al processo autorizzativo
Dalle informazioni acquisite durante la fase di consultazione degli informatori individuati è emersa
la necessità di chiarire il processo autorizzativo relativo all’impianto in progetto. In particolare,
diversi informatori (in particolare tra i cittadini) hanno riportato nelle check-list la possibilità che
una singola istituzione (es. il Sindaco, l’Azienda Sanitaria, l’ARPA) si opponga al progetto
dell’impianto impedendone così la realizzazione. Appare opportuno pertanto descrivere, in breve, la
procedura autorizzativa relativa all’impianto in oggetto.

                                                  - 18 -
   CHE COS’E’ IL PAUR  Il Procedimento Autorizzatorio Unico Regionale è disciplinato
    dall'art. 27-bis del D.Lgs. 152/2006. Il PAUR è un procedimento che viene avviato nel caso
    di progetti che devono essere sottoposti a valutazione di impatto ambientale di competenza
    regionale. Si tratta di un procedimento che consente la compiuta istruttoria tecnico-
    amministrativa finalizzata al rilascio di tutti i titoli abilitativi richiesti dal proponente e
    necessari alla realizzazione e all'esercizio del progetto.
   CHI È L’AUTORITA’ COMPETENTE DEL PAUR  L’Autorità Competente al rilascio
    del provvedimento di autorizzazione è la Direzione Centrale Difesa dell’Ambiente, Energia
    e Sviluppo Sostenibile della Regione FVG. Il procedimento di autorizzazione prevede il
    coinvolgimento dei seguenti Enti, ognuno per gli aspetti di propria competenza:

                      Tabella 2 - Enti coinvolti (fonte: verbale 1°CdS del 07/02/2022)

                                                  - 19 -
Ognuno degli Enti coinvolti esprime le osservazioni di propria competenza sulla base degli
       elementi tecnico-scientifici contenuti negli elaborati tecnici presentati dalla ditta proponente.
       La Direzione Centrale Difesa dell’Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile della Regione
       FVG, tenuto conto delle osservazioni pervenute durante la fase della Conferenza di Servizi,
       emette il provvedimento autorizzatorio unico regionale che comprende i titoli abilitativi
       rilasciati per la realizzazione e l'esercizio del progetto.

Percezione dello stato di salute attuale della popolazione
Dalla consultazione degli informatori (in particolare dai cittadini) è emersa la preoccupazione
rispetto allo stato di salute attuale della popolazione presente nel territorio del sanvitese ritenuto già
a livelli talmente critici da dover “a priori” impedire l’attivazione di ulteriori impianti definiti
“inquinanti”.

Dai dati pubblicati dal Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia emerge che l’incidenza dei tumori
in Friuli Venezia Giulia risulta inferiore per gli uomini e uguale per le donne rispetto a quanto
documentato dai registri tumori delle altre aree del Nord Italia. Confronti intra-regionali hanno
evidenziato un’incidenza più elevata negli uomini residenti in provincia di Gorizia (719
casi/100.000 per anno) e nelle donne residenti nella provincia di Trieste (547 casi/100.000 per
anno). Tra il 2010 e il 2017, l’incidenza di tutti i tumori è diminuita in modo statisticamente
significativo, in media ogni anno in Friuli Venezia Giulia, del 2,8% tra gli uomini e del 1,1% nelle
donne23.

Prendendo ad esempio i dati relativi al Tumore del polmone (ICD-10: C33-C34), nel quadriennio
2014-2017, il confronto con l’insieme dei dati di tutti i registri tumori italiani, dopo
standardizzazione per età, mostra un’incidenza inferiore di tale tumore negli uomini del Friuli
Venezia Giulia (79,8 casi/100.000 per anno) rispetto alla media nazionale e alle altre regioni del
Nord Italia. Variazioni geografiche intra-regionali sono state osservate, con il tasso di incidenza
standardizzato per età più elevato documentato nei residenti in provincia di Gorizia tra gli uomini
(94,0 casi/100.000 per anno) e in provincia di Trieste tra le donne (47,3 casi/100.000 per anno). Tra
il 2010 e il 2017, l’incidenza dei tumori del polmone è diminuita in modo statisticamente
significativo, in media ogni anno, del 4,6% per gli uomini mentre è stabile nelle donne. La
provincia di Pordenone presenta l’incidenza di tumore al polmone più bassa in Regione (tasso
standardizzato per età per 100.000 abitanti/anno) sia per gli uomini (76,7) che per le donne (31,1)23.

                                                  - 20 -
In merito al rapporto “Profilo di Salute della Popolazione del Friuli Occidentale - Anno 2018” si
ritiene utile evidenziare che tale rapporto è uno strumento di programmazione sanitaria e non può
essere utilizzato come strumento di analisi epidemiologica.

Chiarimenti relativi all’applicazione della VISPA

1) Relativamente alla segnalazione pervenuta da alcuni informatori sulla motivazione per la quale la
VISPA è stata applicata al progetto in esame e non è stata applicata agli impianti già esistenti,
appare opportuno riepilogare, in breve, lo scopo e le modalità di applicazione della VISPA.

Lo strumento VISPA è uno strumento qualitativo/quantitativo a supporto dei processi decisionali
riguardanti piani, programmi e progetti e interviene di regola prima che questi siano realizzati. Si
tratta di uno strumento che viene utilizzato come supporto per l’espressione dei pareri di sanità
pubblica nell’ambito dei procedimenti in materia ambientale che valutano progetti puntuali quali i
procedimenti di VIA, VAS, AIA, Autorizzazione Unica Ambientale, etc. In particolare,
relativamente all’opera in esame, dall’applicazione della checklist di screening/scoping iniziale è
emerso che, per un’appropriata valutazione di questo progetto, la procedura di VISPA era
fortemente raccomandata.

2) Tutte le fasi previste dal procedimento di VISPA sono state applicate anche per il progetto in
esame in modo approfondito e senza alcuna “velocizzazione” delle tempistiche necessarie per una
valutazione appropriata degli impatti di salute.

3) Alcuni informatori hanno, inoltre, segnalato una mancata informazione dei cittadini
relativamente al progetto in esame: a tal proposito si evidenzia come uno degli obiettivi principali
della VISPA (applicato volontariamente dall’Azienda Sanitaria in quanto non previsto
obbligatoriamente da alcuna norma di legge) è quello di coinvolgere tutti i possibili portatori di
interesse (compresi i cittadini e i comitati di cittadini) nella valutazione dei possibili impatti
(positivi e negativi) derivanti dall’applicazione del progetto in esame. A ulteriore conferma
dell’approccio partecipativo si sottolinea come il progetto in esame ha visto l’applicazione di due
specifiche inchieste pubbliche e la partecipazione di tutti i portatori di interesse (compresi cittadini,
comitati di cittadini, associazioni di categoria, ecc…) durante la Conferenza di Servizi tenutasi in
data 07/02/2022. Si ricorda inoltre che tutta la documentazione relativa al procedimento in oggetto è
pubblicata ed accessibile a tutti sul sito della Regione FVG al seguente link:

                                                   - 21 -
https://spdata.insiel.it/sites/paur/doc/Forms/PAUR.aspx?RootFolder=%2Fsites%2Fpaur%2Fdoc%2
FPAUR%20014%20%2D%20KRONOSPAN%20ITALIA%20SRL&FolderCTID=0x012000F599
D640478523438B1E183078EC9CC6&View=%7B4E047CA9%2D0AB0%2D45F8%2DB415%2D
757DBCD5E6FD%7D

4) Infine, dalle check-list pervenute è emersa la necessità di chiarire le modalità messe in atto per la
selezione degli informatori da coinvolgere nel processo di VISPA. La selezione degli informatori è
stata effettuata (con le medesime modalità applicate nelle VISPA eseguite nel territorio di
competenza AsFO) cercando di coinvolgere tutti i possibili portatori di interesse e tenendo
ovviamente conto del momento pandemico attuale. In particolare sono stati coinvolti gli Enti
presenti nel procedimento di PAUR nonché, con la collaborazione e il supporto del Comune di San
Vito al Tagliamento, è stato effettuato il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori (tramite le
associazioni sindacali), dei rappresentati delle imprese (tramite le associazioni di categoria) e dei
rappresentanti dei cittadini residenti nell’area interessata dal progetto in esame (tramite il comitato
cittadino).

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al paragrafo “Breve Sintesi Del Processo Di Valutazione”.

                                                 - 22 -
Ambiente – Emissioni in atmosfera
Dalla consultazione effettuata, diversi informatori segnalano un potenziale impatto negativo a
carico della componente ambientale e il conseguente peggioramento della qualità dell’aria.
Ciò che preoccupa maggiormente gli informatori è l’idea di un processo produttivo il cui
fabbisogno energetico viene raggiunto grazie alla combustione di rifiuti, scarti e polvere di legno
con la conseguente liberazione in atmosfera di inquinanti quali monossido di carbonio (CO),
polveri, composti organici volatili e ossidi di azoto/zolfo.

Richiamo alla bibliografia scientifica
“L’uso del legno come combustibile può avere impatti significativi sull’ambiente per la formazione,
nel corso del processo, di sostanze inquinanti. Tra queste sostanze, il gruppo degli idrocarburi
(soprattutto gli idrocarburi policiclici aromatici, quali il benzopirene), la formaldeide, il particolato
respirabile (inferiore a 2µ), il monossido di carbonio, gli ossidi di azoto e, talvolta, l’anidride
solforosa, sono i composti che destano le preoccupazioni maggiori di ordine sanitario. In ogni caso,
l’ottimizzazione del processo di combustione, oltre che aumentarne l’efficienza, consente di
diminuire la formazione di inquinanti”1.
“In riferimento agli impianti di grosse dimensioni installati dalle imprese di lavorazione del legno,
la maggior parte di tali impianti utilizzano gli scarti di lavorazione prodotti all’interno dello stesso
processo produttivo per la produzione di energia. Tali scarti, contenendo frequentemente delle
sostanze di sintesi quali colle ureiche, melanine, polivinilcloruri, vernici, producono fumi inquinanti
quando bruciano a basse temperature. Per questo motivo è preferibile adottare unità di combustione
in grado di sviluppare temperature elevate (950-1200°C)”1.
L’inquinamento atmosferico può essere definito come la presenza in aria di una o più sostanze in
concentrazione tale da avere la potenzialità di produrre un effetto avverso. Tale potenzialità può
dipendere in modo complesso da una serie di fattori:
   -   l’intensità e la densità delle emissioni su microscala, su scala locale e regionale;
   -   lo stato fisico e la reattività delle sostanze disperse in atmosfera;
   -   le condizioni meteorologiche e l’orografia del territorio che influenzano il movimento delle
       masse d’aria,
   -   i meccanismi di diluizione o di accumulo degli inquinanti, la velocità di formazione e
       trasformazione delle sostanze, il trasporto a lunga distanza e la deposizione.

L’inquinamento atmosferico è stato definito nel 2019 dall’OMS come il maggior rischio ambientale
per la salute nel mondo.

                                                 - 23 -
Uno dei principali inquinanti atmosferici è il particolato (Particulate Matter - PM); il PM è
emesso da molte fonti ed è uno degli inquinanti più dannosi per la salute umana. Penetra nelle
regioni sensibili del sistema respiratorio e può causare o aggravare malattie cardiovascolari e
polmonari nonché tumori.
Le polveri PM includono:
      particelle nell’intervallo di diametro tra 0,01 e 100 μm, che vengono definite “grossolane”;
      particelle comprese tra 0,1 e 2,5 μm, note come “modo di accumulazione” o “particelle
       fini”;
      particelle con un diametro compreso tra 0,01 e 0,1 μm, definite “modo ultrafine” o “nuclei
       di Aitken”.

Gli indicatori utilizzati per la stima dell’esposizione al materiale particolato in aria ambiente sono:
      la concentrazione di massa del particolato inalabile (polveri totali sospese, PTS);
      la concentrazione di massa del particolato selezionato in base al diametro aerodinamico
       (PM10 e PM2,5);
      la concentrazione in numero delle particelle totale o distribuita per intervalli dimensionali.

I parametri maggiormente normati e utilizzati in riferimento alla qualità dell’aria sono le frazioni
PM10 e PM2,5.
Gli inquinanti emessi direttamente in atmosfera dalle varie sorgenti antropiche e naturali sono detti
“primari”. Complessi meccanismi chimico-fisici governano il destino degli inquinanti primari, la
loro permanenza in atmosfera, così come la formazione di altri inquinanti a partire da questi
(inquinanti secondari, diversi dei quali annoverati tra gli inquinanti prioritari come l’ozono
troposferico, il biossido di azoto e il particolato secondario).
Le evidenze scientifiche attuali correlano il peggioramento della qualità dell’aria a varie
problematiche di salute pubblica. Le ricadute sanitarie dell’inquinamento atmosferico risultano
essere molteplici, talune delle quali correlate a specifici inquinanti, i cui effetti sulla popolazione
esposta possono essere acuti o cronici.

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