REINVENTARE IL DÉCOR! - Esaltare i dettagli, ricombinare gli stili - PlantWallDesign.
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
N.439 - FEBBRAIO 2018 € 3,50 Poste Italiane Spa - Sped. A.P. D.L. 353/03 Art. 1, Cm. 1, DCB MI ISSN 1123-9719 EDIZIONE ITALIANA 80439 with ENGLISH TEXTS 9 771123 971072 IN EDICOLA DAL 2 FEBBRAIO 2018 ARCHITECTURAL DIGEST. LE PIÙ BELLE CASE DEL MONDO REINVENTARE IL DÉCOR! Esaltare i dettagli, ricombinare gli stili EDIZIONI CONDÉ NAST
Rising sun. a sinistra: Nel living, divani di Vladimir Kagan, tavoli Caste, scultura pendente in lana dell’artista newyorchese Dana Barnes. Lampada da terra e da tavolo di Christian Liaigre, lampada in marmo bianco di Hervé Van Der Straeten, coffee table di Stefan Bishop (Cristina Grajales), sedia vintage in ottone di Milo Baughman. sotto: nel living, divano custom di Shamir Shah Design, coffee table di Stefan Bishop (Cristina Grajales), panca di KGBL. I divanetti al lato del camino in granito nero fiammato sono di BassamFellows. Lampadario in vetro e ottone di Lindsay Adelman. East Side story A NEW YORK , un intero piano di un vecchio edificio industriale è stato ripensato totalmente per diventare un grande appartamento che conserva lo spirito del loft ma definisce gli ambienti secondo un layout più tradizionale. In cui trovano spazio un’ importante collezione d’arte, arredi custom e due privati “boschi verticali”. progetto e interior design di SHAMIR SHAH testo di ELENA DALLORSO — fotografie di MANOLO YLLER A PHOTOFOYER ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 137
Vanitas. sopra: All’entrata della media room, seduta su disegno di Shamir Shah Design. L’installazione è di Malcolm Hill, pittore e scultore con base a New York. Sedia di Vladimir Kagan. pagina seguente: nell’ingresso, mobile su disegno in vetro e acciaio di Christophe Côme. Fotografia di Edward Burtynski. Lampada in bronzo di Alexandre Logé (Donzella). Il teschio in cristalli Swarovski è opera dell’artista Johanna Burke. U n intero è meglio delle sue parti. Un un progetto complesso», spiega Shah, «perché in tutto il piano progetto a tutto tondo, meglio della sola c’era solo un attacco idraulico, data l’origine industriale dell’edi- ideazione architettonica o degli interni. ficio. Abbiamo dovuto lavorare tenendo presente questo limite Così la pensa Shamir Shah, architetto e proporre al cliente un layout plausibile. Abbiamo cominciato di origine indiana di stanza a New York proprio da qui, prima ancora di pensare ad abbellimenti o ar- cresciuto in Kenya, che ha trasformato redi». E così, sfruttando al massimo l’esposizione del loft, sono in un appartamento pieno di luce quello state aggiunte a est grandi finestre in modo da inondarlo di luce che in origine era parte di una fabbrica. «Sono convinto che si del mattino per tutta la sua lunghezza. Stabilito il layout, con facciano progetti migliori se c’è una visione globale: qui abbiamo tanto di impianto elettrico e meccanico, lo studio Shamir Shah fatto tutto, la struttura, l’interior, i mobili custom», dice Shah. Design ha iniziato a sviluppare le idee per i diversi ambienti. I 350 metri quadrati calpestabili dell’appartamento sono stati In primo luogo la cucina, vero cuore della casa dal momento studiati in modo da poter essere suddivisi e adattati alle esigenze che una delle richieste della coppia era di avere un laboratorio dei clienti, neurochirurgo lui e fotografa lei, che volevano con- nascosto per la preparazione dei cibi («lei è un’incredibile cuo- servare la sensazione di grande apertura, quintessenza dei loft ca»), dietro allo spazio open dove invece si intrattengono gli newyorkesi, ma al contempo avere stanze private e tranquille, ospiti. E un muro verde, che nel progetto dello studio ha poi una media room, una cucina separata dal resto. «Questo è stato raddoppiato, integrandosi con l’apertura della cucina e cor- 138 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
Titolo didascalia. a sinistra: sit ilissin rehenis apelis que nem dolor re, iderferspel eossima gnatem eserum net labo. Nam es perspid ignienia vid qui ommos et quias vid que nonem aut haribus as quos ex etum evenest aborepr ovidige ntiandam nobitatiam doluptae ni sumendis ipsae 140 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
«Ho sempre amato i colori scuri, un po’ cupi per gli interni. Li trovo riposanti, piacevoli da guardare, rendono gli spazi molto accoglienti. Di giorno, la luce che inonda le stanze crea un bel contrasto». rendo lungo tutta la dorsale dell’appartamento. «Le due pareti (è stato portato fino all’undicesimo piano alle sei del mattino coperte dalle piante richiedono un sistema di illuminazione con una gru, perché non c’era altro modo di farcelo entrare). specifico, che abbiamo studiato per un anno fino a ottenere Nello stesso modo i libri hanno trovato posto in tutta la zona la luce che serve loro per crescere. Il sistema di irrigazione, living, creando un’intera parete di carta che rende la sala calda, ovviamente, è automatico». La palette cromatica, nonostante accogliente. Suddivisa in tre aree che possono accogliere, sedute, l’estrema luminosità diurna dell’appartamento, è dark, un in- fino a venti persone, ha come centro un grande camino e la sieme di grigi e marroni industriali. «Ho sempre amato i colori notevole collezione d’arte dei padroni di casa. Oltre ai pezzi già scuri, un po’ cupi per gli interni», spiega l’architetto. «Li trovo presenti, l’architetto ha commissionato alla scultrice newyorke- riposanti, piacevoli da guardare e visto che i miei clienti vivono se Dana Barnes l’opera in corde di lana appesa nel salotto e al la casa soprattutto di sera, rendono gli spazi molto accoglienti. pittore Malcolm Hill l’installazione in situ della media room. Di giorno, la luce che inonda le stanze crea un bel contrasto». Scelta eclettica per gli arredi, un mix ampio e variegato di I padroni di casa vivono infatti ogni singolo spazio a seconda pezzi contemporanei a opera di famosi designer come Chri- delle ore: amano sedersi per un caffè nella zona est la mattina, stophe Côme, Caste, Lindsay Adelman e BassamFellows, e mo- terminano le giornate davanti al camino, e fanno un ottimo uso bili vintage firmati Milo Baughman e Vladimir Kagan. «Per del grande tavolo da pranzo BDDW adattato all’appartamento ottenere degli interni freschi e contemporanei mi piace Bosco in città. in alto: la sala da pranzo, aperta sul living, con il tavolo di BDDW e le sedie Roche Bobois. Lampade Aim dei fratelli Bouroullec (Flos). Il quadro è Leda e il cigno di Vik Muniz. Parete verde verticale irrigata automaticamente e illuminata da Led. pagina precedente : alla parete opera di Max Neumann. Panca in ottone a U di Christopher Stuart. ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 141
Spazi privati. sopra, a sinistra: la camera da letto padronale, con boiserie in quercia imbiancata. Lampada sul comodino in bronzo di Caste. Tappezzerie Shamir Shah Design. sopra, a destra: la sala da bagno padronale, in marmo bianco. Mobile custom in quercia e top in basaltina. Appliques di Apparatus, New York. a sinistra: nella sala da bagno degli ospiti, pareti in onice, mobile in bronzo e top in pietra Saint-Pierre. pagina seguente: la scrivania della camera padronale, in quercia, come la boiserie e la sedia (in quercia e pelle) di Jaime Hayon. Tappezzerie in seta di Phillip Jeffries. mescolare gli stili», spiega Shah. «Non prediligo un’epoca in particolare, soltanto la funzionalità e il comfort. Oltre, ovvia- mente, all’estetica. I miei pezzi preferiti sono la panca in bronzo di Christopher Stuart, il mobile in specchio e acciaio di Chri- stophe Côme e il murale di Malcolm Hill. Sono un modernista nell’essenza, ma non posso negare che il mio retroterra culturale influenzi costantemente il mio lavoro: trascorrere gli anni della mia formazione nella natura selvaggia e sconfinata dell’A frica orientale plasma la mia visione del mondo e di conseguenza dell’architettura e degli interni». Ma l’ideazione di questo loft ha avuto come riferimento anche i grandi maestri moderni, da Neutra a Schindler, da Gio Ponti a Kahn, che trasfigurano il look prettamente newyorkese in qualcosa di più universale. Che potrebbe funzionare in qualunque altra città del mondo. FINE 142 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
Puoi anche leggere