REGIONE ABRUZZO Geografia regionale

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REGIONE ABRUZZO Geografia regionale
Abruzzo

REGIONE ABRUZZO

Geografia regionale
L’Abruzzo è una regione di circa 1,3 milioni di abi-
tanti, con capoluogo L’Aquila. Il territorio è preva-
lentemente montuoso con il 64% circa di monta-
gne ed il 36% di colline. La pianura si estende per
una stretta fascia litoranea, lungo il mare Adriati-
co. In regione si trovano le più alte vette appenni-
niche come il Gran Sasso d’Italia (2914 m) ed il
massiccio della Majella (2791 m). I Fiumi principali
che sfociano in Adriatico sono l’Aterno-Pescara,
il Sangro, il Tronto, il Trigno, il Tordino, il Vomano,
mentre l’alto corso del Liri sfocia nel Mar Tirreno.

Le provincie
Provincia dell’Aquila (108 comuni)
Provincia di Chieti (104 comuni)
Provincia di Pescara (46 comuni)
Provincia di Teramo (47 comuni)

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Repertorio Cartografico

PROVINCIA DELL’AQUILA
È una provincia dell’interno, confina a nord con la Provincia di Teramo, a est con le provincie di Pescara
e Chieti, a sud-est con il Molise (Provincia di Isernia) e ad ovest con il Lazio (Provincia di Frosinone, Pro-
vincia di Roma e Provincia di Rieti).
                                                          L’Aquila capoluogo

                                                          Altitudine: 714 m. s.l.m.
                                                          Superficie provinciale: Km2 5047
                                                          Abitanti: 71472
                                                          CAP: 67100
                                                          Prefisso telefonico: 0862
                                                          Codice ISTAT: 066049
Cartografia di riferimento - pag. 148
IGM Serie 50 - Scala 1:50.000 - Foglio n°359 - “L’Aquila” (Edizione 1, 1994);
IGM Serie Storica - Scala 1:25.000 - Foglio n°139 II SE - “Aquila degli Abruzzi” (serie1892);

Storia
Capoluogo della Regione Abruzzo, si sviluppa nella parte interna di un’ampia conca caratterizzata dalla
valle del fiume Aterno, circondata dalle montagne più alte dell’Appennino: il Gran Sasso d’ltalia, la Maiella
e il Velino-Sirente.
Riveste importanza sia sotto il profilo storico che dal punto di vista commerciale ed agricolo.
La città si costituì intorno al 1230 su progetto dell’Imperatore Federico II di Svevia col nome di “Aquila”. Il
nome cambiò poi successivamente nel 1861 in “Aquila degli Abruzzi” ed infine nel 1939 (Regio Decreto
del 23 novembre 1939-XVIII n. 1981) in “L’Aquila”.
Fu fondata dall’unione di 99 villaggi locali ognuno dei quali aveva un proprio sindaco e rappresentava una
sorta di quartiere.
La “città” era allora amministrata da un consiglio cittadino composto dai sindaci stessi dei villaggi.
Ebbe una propria esistenza giuridica riconosciuta, nel Regno di Carlo II di Napoli.
La città appartenne al Regno di Sicilia prima ed al Regno di Napoli poi, salvo un breve periodo in cui fece
parte dello Stato Pontificio.
Fu governata autonomamente da una diarchia composta dal consiglio e dal capitano regio, cui si aggiun-
se, nel XIV secolo, il conte Pietro Camponeschi (Gran Cancelliere del Regno di Napoli).
A Camponeschi seguì Ludovico Franchi che come nel caso del precedente signore dell’Aquila Niccolò
Dell’Isola fu spodestato dal malcontento degli Aquilani che chiesero l’intervento del Re di Napoli.
L’Aquila, che per potenza e ricchezza era la seconda del Regno, cominciò la sua decadenza nel XVI
secolo, quando il viceré spagnolo Filiberto d’Orange, dopo averla devastata, la separò dal suo contado,
introducendovi il feudalesimo spagnolo e privandola della sua autonomia.

PROVINCIA DI CHIETI
Situata nel centro est della Regione, confina a nord-ovest con la provincia di Pescara a sud-ovest, con la
provincia dell’Aquila e a sud, sud-est con il Molise, rispettivamente la provincia di Isernia e la Provincia di
Campobasso. A nord-est è bagnata dal Mare Adriatico.

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Abruzzo

                                                      Chieti capoluogo

                                                      Altitudine: 330 m. s.l.m.
                                                      Superficie provinciale: Km2 2599
                                                      Abitanti: 56127
                                                      CAP: 66100
                                                      Prefisso telefonico: 0871
                                                      Codice ISTAT: 069022
Cartografia di riferimento - pag. 149
IGM Serie 50 - Scala 1:50.000 - Foglio n°361 - “Chieti” (Edizione 1, 1999);
IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°141 III - “Chieti” (1882);

Storia
La città è arroccata su un colle e sorge in destra fiume Pescara a 15 km circa dalla sua foce.
La posizione della città, in zona montuosa determina un certa irregolarità della rete stradale. La sola
arteria rettilinea è il Corso Marrucino, fulcro di vita sociale.
Le attività variano dall’industria, al commercio, all’agricoltura. Le ultime vicende importanti che vedono
trasformarsi l’assetto urbano della città risalgono al secolo XIX.
La città assume una veste urbanistica più moderna in ragione a nuove prospettive economiche apertesi
con la realizzazione della linea ferroviaria e con la realizzazione di numerosi centri industriali e commer-
ciali ampliatisi decisamente in questi ultimi decenni con lo sviluppo di Chieti Scalo.
La parte nuova della città, si è sviluppata seguendo prevalentemente l’impronta dell’antica via Tiburtina
Valeria che la attraversa.
Il nome Chieti deriva dal termine italico Teate, ovvero collina boscosa.
L’antica Teate, fu scelta come capoluogo dai Marrucini, popolazione dell’Italia preromana di origine il-
lirica, con l’abbandono del primo insediamento, Rapino, ai piedi della Maiella dopo l’apertura della via
Tiburtina Valeria che la attraversa.
Il suo massimo splendore si ebbe nell’età imperiale. Con la caduta dell’Impero Romano, la città ha subito
numerosi saccheggi e distruzioni ad opera dei Barbari.
Fu poi scelta come centro amministrativo dai Bizantini. Teodorico la ricostruì e, in seguito fu presa dai
Longobardi che la inclusero nel Ducato di Benevento, distaccandola da quello di Spoleto.
Sotto la dinastia dei conti Longobardi degli Attonidi, Teate divenne una potente contea i cui confini an-
davano dal fiume Trigno al Tronto, coincidendo con una vasta diocesi retta da vescovi attivi sul piano
religioso e amministrativo.
Passata ai Normanni, la città ne seguì le sorti, fino agli Angioini.
L’importanza della città, crebbe comunque con l’elevazione della sua cattedra a sede arcivescovile, dive-
nendo sede metropolitana delle chiese d’Abruzzo.
Nel XVIII secolo, dopo un periodo di crisi, la città rifiorì culturalmente ed economicamente, sotto la dina-
stia dei Borbone e da questo momento seguì quindi le sorti del reame di Napoli.

PROVINCIA DI PESCARA
Confina a nord con la Provincia di Teramo, a nord-est con il Mare Adriatico, a est con la Provincia di
Chieti e a sud e a ovest con la Provincia dell’Aquila.

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Repertorio Cartografico

                                                           Pescara capoluogo

                                                           Altitudine: 330 m. s.l.m.
                                                           Superficie provinciale: Km2 1230
                                                           Abitanti: 122577
                                                           CAP: 65100
                                                           Prefisso telefonico: 085
                                                           Codice ISTAT: 068028
Cartografia di riferimento - pag. 150
IGM Serie 50 - Scala 1:50.000 - Foglio n°351 - “Pescara” (Edizione 1, 1997);
IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°141 II - “Ortona” (Edizione 1883 - ril. 1872);

Storia
Centro turistico-balneare, commerciale ed industriale che si sviluppa lungo le coste dell’Adriatico. La
moderna Pescara nacque formalmente nel 1926, dall’unione di Castellamare Adriatico, sulla sponda si-
nistra del Pescara, con l’antica Piscaria, così nominata la città a partire dall’Alto Medioevo (XI secolo).
Il primo insediamento urbano si stabilì quasi sicuramente nella zona collinare, sulle rive del fiume Aterno,
che in epoca romana prendeva il nome di Vicus Aterni.
Nell’epoca imperiale si usava indicare Pescara anche con il nome di Ostia Aterni che indicava lo sbocco
della strada Consolare Tiburtina Valeria, che collegava Aternum alla capitale, importante porto e cro-
cevia dei traffici tra Roma e le principali località adriatiche. Di questo insediamento gli scavi effettuati
nel centro storico hanno riportato alla luce resti della via Tiburtina Valeria e del ponte sull’allora fiume
Aternum. In età imperiale fu appunto uno scalo nevralgico portuale importantissimo della regione.
Con la decadenza dell’impero romano, dell’antica “Aternum”, non rimase traccia: abbandonata venne de-
finitivamente distrutta dall’invasione longobarda del 568, durante la quale perde la vita anche il vescovo
Cetteo, oggi patrono della città. Nel secolo XII era ancora una città in forte sviluppo finché le distruzioni
subite in seguito alle guerre normanne ne compromisero la ricchezza.
Nel XV secolo, con il passaggio della corona partenopea ad Alfonso I d’Aragona, la futura Pescara viene
affidata ai d’Avalos che ne divengono marchesi.
Nel 1510 Carlo V la trasforma in una fortezza militare, per proteggerla dagli assedi continui saraceni.
Nel 1556 fu assediata dai Turchi e nel XVIII secolo dagli Austriaci.

PROVINCIA DI TERAMO
Confina a nord con le Marche (Provincia di Ascoli Piceno), a est con il Mar Adriatico, a sud con la Provin-
cia di Pescara, con la Provincia di L’Aquila a sud e a ovest, e con il Lazio a ovest (Provincia di Rieti).
                                                           Teramo capoluogo

                                                           Altitudine: 265 m. s.l.m.
                                                           Superficie provinciale: Km2 1954
                                                           Abitanti: 52695
                                                           CAP: 64100
                                                           Prefisso telefonico: 0861
                                                           Codice ISTAT: 067041
Cartografia di riferimento - pag. 151
IGM Serie 25V - Scala 1:25.000 - Foglio n°140 IV NE - “Teramo Ovest” (Edizione 1, 1955);
IGM Serie 25V - Scala 1:25.000 - Foglio n°140 I NO - “Teramo Est” (Edizione 1, 1955);
IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°140 I - “Teramo” (1882);
IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°140 IV - “Montorio al Vomano” (Edizione 1883);

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Abruzzo

Storia
La città si sviluppa alla confluenza fra il torrente Vezzola ed il fiume Tordino. Teramo è situata nella parte
settentrionale dell’Abruzzo, sotto le pendici del Gran Sasso che degrada con distese di boschi e prati,
con colline ricoperte di vigneti fino ad arrivare all’Adriatico.
Da questa montagna discendono i due fiumi che delimitano la città. È centro attivo nei settori, agricolo,
commerciale ed industriale.
Teramo (antica Interamnia Praetutianorum) è stata la provincia da cui è derivato il nome della Regione
Abruzzo. Ad Praetutium che richiama la zona italica fra il Tronto e il Vomano, per la sua particolare
compattezza ed omogeneità rispetto alla tipica frammentazione della regione fin dall’epoca preromana,
divenne Aprutium che per lungo tempo si fa riferire sia alla città che alla diocesi di Teramo.
Queste caratteristiche di “aggregazione” che hanno distinto costantemente Teramo e la zona che si
sviluppa dalla Laga e dal Gran Sasso d’Italia, fece si che nacquero una serie d’insediamenti distribuiti con
equilibrio tra la montagna e la collina attraverso le valli fluviali.
Mentre in età romana il fitto reticolo viario consentiva una gravitazione del territorio in direzione della
valle del Pescara, verso Penne ed Angulum, l’alto medioevo longobardo ripropose con forza l’antica vo-
cazione italica e picena con Ascoli e Fermo.
Il Vomano venne così a rappresentare non più un elemento di raccordo, bensì di sbarramento tra due
realtà, abbastanza eterogenee, non a caso separate proprio dal fiume nella loro rispettiva struttura
istituzionale ecclesiastica: la diocesi di Penne, aperta alle influenze romane e più tardi normanne e cister-
censi, e la diocesi di Teramo arroccata nella serie suggestiva delle abbazie aprutine.
Con le invasioni barbariche, anche Teramo ed il suo territorio subirono devastazioni e saccheggi. Duran-
te il periodo della dominazione longobarda, la città fece parte per due secoli del Ducato di Spoleto.
Ed è precisamente nell’età longobarda che il territorio teramano (il Praetutium dei Romani) prese il
nome di Aprutium, nome che venne poi esteso all’intera regione divenendo in italiano Abruzzo.
Dopo il Mille la città fu dominata dai Normanni e poi contesa tra questi e i Duchi di Puglia.
Fu proprio durante tali lotte che Teramo venne distrutta. Grazie al suo vescovo Guido II, risorse ben pre-
sto dalla rovina. In questo periodo sorsero il duomo e numerosi monasteri, abbazie e conventi nonché
cattedrali insigni, come quella di Atri. Nel secolo XIV, fu sotto il dominio degli Angioini.
Successivamente segue le vicende del Regno di Napoli fino al 1860, anno in cui, assieme alla regione,
viene unita al resto dell’Italia.

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REGIONE ABRUZZO Geografia regionale
IGM Serie Storica - Scala 1:25.000 - Foglio n°139 II SE - “Aquila degli Abruzzi” (serie1892)

                    IGM Serie 50 - Scala 1:50.000 - Foglio n°359 - “L’Aquila” (Edizione 1, 1994)

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IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°141 III - “Chieti” (1882)

IGM Serie 50 - Scala 1:50.000 - Foglio n°361 - “Chieti” (Edizione 1, 1999)

                                                                     163
IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°141 II - “Ortona” (Edizione 1883 - ril. 1872)

                   IGM Serie 50 - Scala 1:50.000 - Foglio n°351 - “Pescara” (Edizione 1, 1997)

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IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°140 I - “Teramo” (1882)
IGM Serie Storica - Scala 1:50.000 - Foglio n°140 IV - “Montorio al Vomano” (Edizione 1883)

  IGM Serie 25V - Scala 1:25.000 - Foglio n°140 IV NE - “Teramo Ovest” (Edizione 1, 1955)
    IGM Serie 25V - Scala 1:25.000 - Foglio n°140 I NO - “Teramo Est” (Edizione 1, 1955)

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