Rassegna Stampa del 3 aprile 2020 Testata

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Rassegna Stampa del 3 aprile 2020
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COVID-19, MMG SENZA LINEE GUIDA SU TERAPIA FARMACOLOGICA PER PAZIENTI POSITIVI

Non esiste alcun protocollo che chiarisca ai medici di medicina generale la corretta terapia da prescrivere
ai migliaia di pazienti che hanno sintomi da Covid-19, con cui ogni giorno hanno a che fare. Che si tratti di
febbre, tosse o mancanza di gusto, per i medici non esiste ancora nulla di ufficiale per il trattamento
farmacologico di pazienti che hanno un sospetto contagio e non gli resta che affidarsi al proprio intuito.
«Chiediamo l'urgente individuazione su tutto il territorio nazionale di linee guida validate, rivolto ai medici
territoriali, sull'utilizzo di tali farmaci rapportato alle varie fasi della malattia, con la possibilità di
prescriverli anche off label, con procedure semplificate e al Governo di attivarsi per porre rimedio alla
carenza degli stessi medicinali», dichiara Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici italiani, in
una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, al ministro della Salute alla Protezione civile italiana,
all'Agenzia italiana del farmaco.
«Sindromi intermedie, che potrebbero essere trattate domiciliarmente, si trasformano in sindromi gravi
per mancanza di cure e farmaci. Si segnala, inoltre, la carenza di tali farmaci, insieme a presidi come
ossigeno, in misura maggiore o minore, su tutto il territorio nazionale, tant'è che anche persone che ne
fanno uso abitualmente ne sono sprovvisti. La proposta di cui siamo portatori punta ad evitare ulteriore
congestione dei Pronto Soccorso e dei reparti di terapia intensiva, assicurando al paziente che è a casa
terapie idonee, per contrastare l'evolversi della malattia. Apprezziamo la decisione di Aifa che ha dato il
via libera all'impiego per uso domiciliare degli antimalarici e degli antivirali usati anche contro l'Aids»,
aggiunge Onotri. Una richiesta di attivazione di protocolli terapeutici necessari a rendere i Mmg attivi
sull'utilizzo di farmaci, al fine di prevenire le complicanze polmonari nelle fasi iniziali di un possibile caso
di infezione da Covid-19, arriva anche da parte della Snami Lazio, Sindacato nazionale autonomo medici
italiani.

La Commissione di esperti insediata in Regione Toscana, nel frattempo, ha approntato un vademecum
terapeutico per i medici di famiglia, con elencati i farmaci indicati nel trattamento della infezione da
Coronavirus accertata o sospetta. Sono farmaci indicati per le cure domiciliari sotto sorveglianza del
medico di medicina generale o del pediatra. È uno dei primi risultati del lavoro della Commissione.
Il vademecum, spiega un comunicato, «è stato predisposto sulla base dei lavori scientifici pubblicati dai
colleghi cinesi e sulla base delle esperienze preliminari tradotte da Simit e Spallanzani in indicazioni
pratiche e riassume quanto oggi ritenuto plausibile e giustificato nel trattamento di Covid-19 in forma di
raccomandazione».
Il vademecum nel dettaglio indica ai medici l'utilizzo di questi farmaci: 1) Idrossiclorochina compresse da
200 mg. per via orale: 2 compresse da 200 mg. due volte al dì il primo giorno; poi 1 sola compressa due
volte al dì fino a 5-7 giorni. In eventuale associazione con Azitromicina compresse 500 mg.: una al dì per
tre giorni. 2) Enoxaparina 4.000 UI.SC/die (se non controindicata). Non presenta controindicazioni l'uso di
Aspirinetta 100 mg. al dì 3) Terapia antibiotica, se ritenuta necessaria dal medico di medicina generale.
Come antipiretico si suggerisce l'utilizzo di paracetamolo al posto dei Fans. L'uso dei singoli farmaci deve
tener conto delle controindicazioni, come da schede tecniche.
La commissione è coordinata da Loredano Giorni, farmacista della Regione Toscana.
Giuseppe Di Donna, presidente Regionale Snami Lazio, chiede alle Istituzioni la possibilità di accedere in
tempi rapidi alla fornitura di un giusto quantitativo delle molecole già utilizzate e che hanno dimostrato la
loro validità per evitare l'insorgenza di complicanze polmonari, fin dall'inizio della patologia virale o
addirittura in fase preventiva, per quei soggetti a maggior rischio. Tale disponibilità deve essere disposta
presso tutte le Farmacie territoriali in quantitativo sufficiente, considerata la difficoltà al loro reperimento
nelle ultime settimane, a cominciare dalla Idrossiclorochina.
Il presidente Snami Lazio richiede, inoltre, la stesura di un Protocollo di primo approccio all'infezione da
Coronavirus, da parte dei Mmg e Pls, con possibilità di facile reperimento dei farmaci necessari a
completare il ciclo proposto. Infine, Di Donna, a nome di tutto il sindacato, chiede un adeguamento alle
disposizioni stabilite dall'Aifa che stabilisce la volontà «di curarsi a casa con le medicine che attualmente
risultano più promettenti» con possibilità di rilascio della ricetta da parte del Medico di famiglia. Lo Snami,
pertanto, ribadisce la necessità che la Regione Lazio si adegui nel più breve tempo possibile a quanto
stabilito dal Ministero della Salute e dall'Aifa, a tutela della salute dei cittadini del Lazio.
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CORONAVIRUS IN ITALIA: CONTAGI, MORTI E TUTTE LE NEWS SULLA SITUAZIONE

Allarme dei medici: mancano i famaci
"Siamo davanti a una grave mancanza di farmaci come l'idrossiclorochina e di bombole di ossigeno per la
terapia dei pazienti affetti da Covid-19 del coronavirus". Così in una dichiarazione congiunta Pina Onotri,
segretario generale e Ludovico Abbaticchio, presidente nazionale del Sindacato medici italiani lanciano un
allarme rivolto all'opinione pubblica del Paese. "L'idrossiclorochina manca in molte farmacie e nei depositi
dei grossi distributori di medicinali, nonostante la nota dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che
stabilisce le raccomandazioni anche per la sua prescrizione ai pazienti in cura presso i propri domicili",
continuano Onotri e Abbaticchio chiedendo che il governo assicuri "una produzione sufficiente di
idrossiclorochina; i medici di medicina generale non possono rischiare di partire con le prescrizioni e non
avere il farmaco disponibile. Per l'ossigeno, invece, c'è bisogno di una campagna di sensibilizzazione della
popolazione affinché in tempi brevi vengano restituite le bombole vuote, non tenendole a casa".
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CORONAVIRUS, SMI CHIEDE A GOVERNO E AIFA DI VIGILARE PER ASSICURARE I FARMACI AI PAZIENTI

Roma, 1 aprile 2020 – “Siamo davanti ad una grave mancanza di farmaci come l’idrossiclorochina e di
bombole di ossigeno per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19 del coronavirus”, così in una
dichiarazione congiunta Pina Onotri, Segretario Generale e Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del
Sindacato Medici Italiani lanciano un allarme rivolto all’opinione pubblica del Paese.

“L’idrossiclorochina manca in molte farmacie e nei depositi dei grossi distributori di medicinali, nonostante
la nota di AIFA che stabilisce le raccomandazioni anche per la sua prescrizione ai pazienti in cura presso i
propri domicili” continuano Onotri e Abbaticchio.

“Il Governo e AIFA devono intraprendere tutte le iniziative necessarie per assicurare una produzione
sufficiente di idrossiclorochina; i medici di medicina generale non possono rischiare di partire con le
prescrizioni e non avere il farmaco disponibile. In mancanza di riserve di medicinali si preveda il
coinvolgimento della farmaceutica militare per sopperire alla carenza del prodotto”.

“Si vigili – aggiungono i due sindacalisti del SMI – affinché non si sviluppi un mercato parallelo di vendita e
si faccia di tutto affinché questo farmaco non venga esportato prima all’estero. Per l’ossigeno, invece, c’è
bisogno di una campagna di sensibilizzazione della popolazione affinché in tempi brevi vengano restituite
le bombole vuote, non tenendole a casa, in modo da potere essere riutilizzate”.

“Siamo già in grande affanno, non si ripetano i ritardi visti nelle adozioni di mascherine e dei DPI, anche
per l’idrossiclorochina e per bombole di ossigeno; la salute dei cittadini italiani è già stata messa a dura
prova!”, concludono Onotri e Abbaticchio del SMI.
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MEDICI DI BASE IN PRIMA LINEA, IL RACCONTO: "AL FRONTE CON MASCHERINE COMPRATE DAL
FERRAMENTA"

A RomaToday parla la dottoressa Cristina Patrizi, tra i 4mila medici di famiglia presenti a Roma. "Lazio attivi
Unità di supporto alla sanità territoriale"

Medici di base in prima linea, il racconto: "Al fronte con mascherine comprate dal ferramenta"

"Mascherine comprate di tasca mia a febbraio"

"Ne ho segnalati 16 da inizio emergenza, 16 che per me erano sospetti, ma nessuno li ha presi in carico,
non ho ricevuto risposta. Il sistema è chiaramente sovraccarico". Di questi, racconta Patrizi, c'è chi aveva
difficoltà respiratorie e febbre persistente, e anche chi aveva avuto contatti con persone nel nord d'Italia.
Li ha seguiti comunque da sola, passo passo, alternando le video telefonate alle visite domiciliari. "Penso
a una paziente che ho visto a casa prima il 9 e poi il 19 marzo, era entrata in contatto a fine febbraio con
persone di Milano. Aveva febbre e tosse". Gran parte di loro sta meglio, qualcuno è già guarito, non c'è
certezza che fossero covid positivi. Ma nessuno ha garantito la sicurezza del medico che se ne è occupato.
"Mi sono ritrovata spesso a mettermi e togliermi la tuta in strada, al portone prima di entrare dal paziente,
perché da protocollo va utilizzata solo nel tempo di visita. Ora me ne è rimasta solo una. A fine febbraio
sono andata dal ferramenta e ho comprato tutto, mascherine, guanti, sia per me che per la mia segretaria.
Nessuno poi ci ha rifornito" racconta ancora. Perché se adesso ha ridotto l'attività dello studio ai soli casi
di urgenza, fino a metà marzo il via vai di pazienti è stato inevitabile: le ricette per i medicinali on line, con
numero da inviare via mail o via whatsapp, sono scattate solo il 20 marzo. Prima non si potevano che
fornire cartacee, a mano, com'è sempre stato. E il contatto con i malati, di coronavirus o no, già rendeva
necessaria una protezione. "Lazio attivi le Unità di supporto a medici di base" In queste ore la regione
Lazio ha annunciato un nuovo carico di mascherine e dispositivi di prevenzione che arriveranno, è la
promessa, a tutti i medici di base. Ma non basta. "Servono più contatti delle aziende sanitarie con i medici
di base, non abbiamo sufficienti punti di riferimento. Se poi sono positivi in isolamento non abbiamo un
protocollo su quali farmaci utilizzare. Chiediamo che vengano attivate al più presto le Usca (Unità speciali
di continuità assistenziale, ndr) sono previste dal decreto del 9 marzo" spiega Patrizi, anche referente
regionale della medicina convenzionata dello Smi, Sindacato medici italiani. Il riferimento è alle Unità di
supporto all'attività medica del territorio, formate da personale qualificato, dotato di tutti gli strumenti di
prevenzione del caso, che si dovrebbe occupare della gestione domiciliare dei pazienti positivi o sospetti,
sempre su indicazione diretta dei medici e pediatri di famiglia. Molte regioni le hanno fatte partire in questi
giorni. Ulteriori anelli di raccordo con l'azienda sanitaria, pensati per supportare i medici di base e
alleggerire le strutture ospedaliere. "È questa la vera sfida al virus, potenziare l'assistenza domiciliare, solo
così possiamo essere certi che il sistema sanitario regga davvero.
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                         Gamegurus                                              01 aprile 2020

BARI, IN SEI NEL BILOCALE DA 60 METRI COL NONNO CONTAGIATO DAL CORONAVIRUS: "È ALLARME
PERIFERIE"

“Siamo davanti a una grave mancanza di farmaci come l’idrossiclorochina e di bombole di ossigeno per la
terapia dei pazienti affetti da Covid-19 del coronavirus“. Così in una dichiarazione congiunta Pina Onotri,
segretario generale e Ludovico Abbaticchio, presidente nazionale del Sindacato medici italiani lanciano un
allarme rivolto all’opinione pubblica del Paese. “L’idrossiclorochina manca in molte farmacie e nei depositi
dei grossi distributori di medicinali, nonostante la nota dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che
stabilisce le raccomandazioni anche per la sua prescrizione ai pazienti in cura presso i propri domicili”,
continuano Onotri e Abbaticchio.

“Il Governo e Aifa – proseguono – devono intraprendere tutte le iniziative necessarie per assicurare una
produzione sufficiente di idrossiclorochina; i medici di medicina generale non possono rischiare di partire
con le prescrizioni e non avere il farmaco disponibile. In mancanza di riserve di medicinali si preveda il
coinvolgimento della farmaceutica militare per sopperire alla carenza del prodotto. Si vigili -aggiungono i
due sindacalisti del Smi.
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CORONAVIRUS: SMI AD AIFA, CARENZA CLOROCHINA E OSSIGENO MEDICI NON POSSONO FARE
PRESCRIZIONI E RISCHIARE DI NON TROVARLI

ROMA, 01 APR - "Siamo davanti ad una grave mancanza di farmaci come l’idrossiclorochina e di bombole
di ossigeno per la terapia dei pazienti affetti da COVID-19 del coronavirus". Lo affermano Pina Onotri,
Segretario Generale e Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale del Sindacato Medici Italiani in un
comunicato. "L’idrossiclorochina - affermano i due sindacalisti - manca in molte farmacie e nei depositi dei
grossi distributori di medicinali, nonostante la nota di Aifa che stabilisce le raccomandazioni anche per la
sua prescrizione ai pazienti in cura presso i propri domicili. Il Governo e Aifa devono intraprendere tutte le
iniziative necessarie per assicurare una produzione sufficiente di idrossiclorochina; i medici di medicina
generale non possono rischiare di partire con le prescrizioni e non avere il farmaco disponibile. In
mancanza di riserve di medicinali si preveda il coinvolgimento della farmaceutica militare per sopperire
alla carenza del prodotto. Si vigili affinche' non si sviluppi un mercato parallelo di vendita e si faccia di tutto
affinche' questo farmaco non venga esportato prima all'estero. Per l’ossigeno, invece, c’e' bisogno di una
campagna di sensibilizzazione della popolazione affinche' in tempi brevi vengano restituite le bombole
vuote, non tenendole a casa, in modo da potere essere riutilizzate". (ANSA).
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CORONAVIRUS. ABRUZZO, SMI: SOLIDARIETÀ A PRECARI EMERGENZA TERRITORIALE

Roma, 2 apr. - "Il Sindacato dei Medici Italiani nell'esprimere solidarieta' ai colleghi dell'Emergenza
Sanitaria Territoriale stigmatizza con forza la pronuncia della Corte Costituzionale che non consente la loro
stabilizzazione con inquadramento a tempo indeterminato". Cosi' Pierino Picciani, Segretario Regionale
dell'Abruzzo dello SMI, commenta una recente sentenza della Corte Costituzionale. "È inaccettabile che
venga negato a professionisti preparati e validi che da anni sono strutturalmente integrati nei ruoli
dell'emergenza di poter avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Si tratta di professionisti che
contribuiscono da tempo, in presenza di una grave carenza di medici, al regolare funzionamento del
Sistema Sanitario Nazionale assicurando nelle varie regioni il corretto svolgimento del Servizio di
Emergenza e il soddisfacimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, continua Picciani. "Questo mancato
riconoscimento- aggiunge Picciani- potrebbe mettere le ASL nella condizione di non poter piu' assicurare
il servizio con conseguente grave sofferenza del Sistema Sanitario Nazionale sia sul territorio che in ambito
Ospedaliero. Ancor piu' in questo periodo di grave emergenza epidemiologica da COVID-19 giungono
apprezzamenti sul ruolo essenziale del sistema di E.S.T. e sulle capacita', professionalita' e anche sul
coraggio che i colleghi quotidianamente mettono al servizio dell'Italia intera. Siamo certi che sia il Governo
della nostra Repubblica, che le istituzioni regionali sapranno dare il loro giusto contributo alla risoluzione
del problema. A tal fine la questione e' stata gia' sottoposta all'attenzione del Presidente del Consiglio dei
Ministri e del Ministro della Salute", conclude Picciani. (Red/ Dire)
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