Il prestigio occupazionale: il punto di vista dei siciliani
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Il prestigio occupazionale: il punto di vista dei siciliani Deborah De Luca ECONOMIA SICILIANA Si costruisce una scala di prestigio occupazionale per la Sicilia mettendo in luce le principali differenze con altre macro aree nazionali... Introduzione La misurazione del prestigio di lavori e occupazioni rappresenta uno strumento importante al fine di ottenere un quadro più preciso dei modelli di mobilità sociale. I primi studi sul prestigio occupazionale risalgono agli anni '20. Alcuni successivi tentativi hanno utilizzato solo un piccolo numero di titoli professionali (Davies, 1952), ma una pietra miliare in questo campo di ricerca è stato lo studio condotto nel 1947 dal National Opinion Research Center (North e Hatt, 1947) che, tramite la valutazione di novanta occupazioni, ha portato alla creazione di una scala generale che ha permesso l'attribuzione di prestigio anche alle occupazioni non direttamente valutate, ma appartenenti alla stessa categoria di un’occupazione classificata. Dopo i lavori di Inkeles e Rossi (1956) e soprattutto Treiman (1977), in cui emergeva una sostanziale somiglianza delle scale di prestigio costruite in 60 diversi contesti nazionali, si è iniziato a ipotizzare la stabilità del prestigio occupazionale, caratterizzato da un ampio consenso sociale. Tuttavia, già il lavoro di Schadee e Schizzerotto (1987) riferito alla scala occupazionale italiana costruita nel 1983 (De Lillo e Schizzerotto, 1985) metteva in luce come in Italia le differenze esistenti nei diversi contesti socio-economici locali si riflettessero nelle diverse valutazioni espresse da parte degli intervistati. Questo importante risultato, che sottolinea ancora una volta la rilevanza delle specificità territoriali italiane anche in fenomeni sociali che non dovrebbero teoricamente subirne l’influenza, è stato uno dei punti di partenza nella costruzione della recente scala di prestigio occupazionale italiana (Meraviglia e Accornero, 2007; De Luca e Meraviglia, 2012). In questo articolo ci vogliamo soffermare proprio sulle specificità territoriali, ed in particolare sulle peculiarità della realtà siciliana che emergono dal confronto con quella nazionale. In primo luogo, discuterò i criteri maggiormente utilizzati per valutare le occupazioni. In secondo luogo, presenterò la scala di prestigio occupazionale secondo gli intervistati siciliani. Infine, proporrò il confronto tra la scala siciliana e quella nazionale. I criteri utilizzati per la valutazione Pur parlando in termini generali di prestigio occupazionale, è già stato rilevato (es. De Lillo Schizzerotto, 1985) che, nel momento in cui gli intervistati attribuiscono un ordinamento alle occupazioni che si trovano a valutare, utilizzano diverse dimensioni che sintetizzano i vantaggi e gli svantaggi socialmente connessi a tali occupazioni. L’aspetto che ci preme sottolineare è che anche i criteri utilizzati variano in base al contesto territoriale a cui fanno riferimento. La diversa importanza attribuita ai singoli criteri sarà uno strumento importante per proporre un’interpretazione delle differenze che emergeranno tra l’opinione dei siciliani e quella degli italiani nel loro complesso. StrumentiRes - Rivista online della Fondazione Res Anno IV - n° 3 – Luglio 2012
Nella tab.1 sono elencati i criteri utilizzati dagli intervistati siciliani in ordine di importanza. Questi criteri sono confrontati non solo con quelli espressi dagli intervistati nel loro complesso, ma anche con quelli utilizzati dagli intervistati del nord est, che sono quelli che maggiormente si discostano dall’opinione espressa dai siciliani. Tab.1 – I criteri utilizzati per la valutazione delle occupazioni, in ordine di importanza (Sicilia, nord est e Italia Sicilia Nord est Italia Grado di responsabilità Grado di responsabilità Grado di responsabilità Livello di competenze Livello di competenze Livello di competenze Utilità sociale Reddito Reddito Stabilità del posto Titolo di studio Titolo di studio Reddito Grado di autonomia Stabilità del posto Titolo di studio Stabilità del posto Potere Prestigio Potere Prestigio Rischio imprenditoriale Utilità sociale Grado di autonomia Potere Prestigio Utilità sociale Grado di autonomia Rischio imprenditoriale Rischio imprenditoriale Creatività Creatività Creatività Visibilità mediatica Visibilità mediatica Visibilità mediatica Se gli estremi superiore e inferiore dell’ordinamento sono comuni a tutti i contesti territoriali, notiamo che per i siciliani conta molto di più che per gli altri l’utilità sociale dell’occupazione svolta e anche la stabilità del posto, più rilevante persino del reddito. E questo è un risultato molto importante, che ci aiuterà a comprendere meglio le differenze che emergeranno in seguito, anche se l’influenza della stabilità del posto è più evidente rispetto a quella dell’utilità sociale. Infine, appare interessante anche la minore importanza attribuita al titolo di studio e all’autonomia poco rilevante soprattutto se confrontata con le opinioni espresse dagli intervistati del nord est. Le categorie occupazionali secondo gli intervistati siciliani La scala di prestigio occupazionale in versione completa è costituita da 110 categorie occupazionali1. Ma al fine di focalizzare la nostra attenzione sulla regione Sicilia, abbiamo preferito utilizzare una versione ridotta della scala, in modo da poter contare su una numerosità adeguata e una maggiore stabilità del dato. Questa versione, che prevede 27 categorie, è comunque sufficientemente dettagliata da permetterci di effettuare un confronto sistematico tra le scala siciliana e quella nazionale (tab.2). Come valutano i siciliani le diverse categorie occupazionali? 1 Per ragioni di spazio, non tratteremo qui gli aspetti metodologici relativi alla costruzione della scala occupazionale. Ci limitiamo a segnalare che il campione (campionamento a 3 stadi) è composto da 1958 persone. Ogni intervistato ha valutato 30 occupazioni. Per approfondimenti sulla complessa procedura di costruzione della scala e sui risultati emersi, rimandiamo a Meraviglia e Accornero (2007) e Meraviglia (2012). StrumentiRes - Rivista online della Fondazione Res Anno IV - n° 3 – Luglio 2012
Tab.2 – La scala di prestigio occupazionale in Sicilia e in Italia (valore medio) Categoria Sicilia Italia Politici nazionali e cariche di governo 86,3 88,1 Liberi professionisti tradizionali 82,7 84,1 Alti dirigenti 79,7 84,9 Ufficiali di grado superiore 79,6 75,4 Grandi imprenditori 79,6 80,7 Professionisti alle dipendenze 73,4 72,7 Politici locali 69,5 63,8 Alte gerarchie religiose 69,0 74,4 Altri liberi professionisti 68,2 66,4 Dirigenti 67,4 69,8 Ufficiali di grado inferiore 65,8 61,4 Politici a livello intermedio 64,8 73,3 Medie gerarchie religiose 64,7 56,1 Medi imprenditori 64,2 70,4 Sacerdoti 60,0 42,5 Sottufficiali 58,5 55,4 Impiegati intermedi coordinamento/qualificati 58,1 55,6 Insegnanti 57,6 56,1 Piccoli imprenditori 51,1 61,8 Liberi professionisti dello sport e dello spettacolo 50,1 55,8 Capi operai e supervisori 44,9 43,2 Micro imprenditori 43,5 42,8 Impiegati con mansioni di routine 43,0 33,5 Personale militare 38,6 38,8 Lavoratori autonomi 34,9 36,3 Lavoratori manuali qualificati 26,5 29,2 Lavoratori manuali non qualificati 21,2 18,5 N 156 1942 Osservando la tabella, appare evidente che gli estremi della scala, ovvero le occupazioni più prestigiose e quelle meno prestigiose, vengono valutate dagli intervistati siciliani in modo molto simile rispetto a quanto accade per gli italiani nel loro complesso. In entrambi i casi, al vertice superiore della scala troviamo i politici nazionali e i liberi professionisti e al vertice inferiore i lavoratori manuali. Sono perciò soprattutto le posizioni intermedie a darci un’idea di quelle che sono le specificità siciliane. A questo proposito, la fig.3 ci aiuta a focalizzare l’attenzione sulle principali differenze di punteggio tra le due scale, quella siciliana e quella nazionale, mettendo in evidenza solo le differenze maggiori di due punti, sia in positivo che in negativo. Nella prima parte della figura, osserviamo le differenze in negativo, ovvero le occupazioni che vengono valutate meglio in Italia rispetto a quanto accade in Sicilia. In primo luogo, troviamo le categorie dei piccoli e medi imprenditori, che in Sicilia ottengono valutazioni decisamente inferiori rispetto all’Italia nel suo complesso. Questo dato non stupisce poiché sappiamo che generalmente le PMI caratterizzano il modello della Terza Italia, mentre non qualificano allo stesso modo altre zone del paese. Ciò non significa necessariamente che in Sicilia i piccoli e medi imprenditori siano meno presenti che nel resto di StrumentiRes - Rivista online della Fondazione Res Anno IV - n° 3 – Luglio 2012
Italia2, ma che la loro reputazione e il loro prestigio sono differenti. Insomma, essere un piccolo o medio imprenditore in Sicilia è considerato meno ‘vantaggioso’ rispetto all’opinione espressa dagli intervistati in altri contesti locali. Un secondo dato rilevante è quello riferito ai politici intermedi (a cui si contrappone, come vedremo, la valutazione relativa ai politici locali3). I politici intermedi (sindaci di piccoli comuni, assessori o consiglieri regionali e provinciali) ricevono una valutazione migliore a livello nazionale rispetto alla realtà siciliana. Questo dato non implica una minore considerazione dei vantaggi connessi a tutte le occupazioni inerenti alla politica, ma è circoscritto a queste figure che, ad esclusione dei sindaci, sono meno collegati ad un contesto locale specifico e appaiono, agli occhi dei siciliani, meno in grado di capitalizzare le opportunità derivanti dalla propria posizione. Fig. 1 – Principali differenze tra le valutazioni di prestigio dei siciliani e quelle degli italiani nel complesso In terzo luogo, i professionisti dello sport e dello spettacolo sono valutati meno positivamente dai siciliani e, questo, oltre a confermare lo scarso peso attribuito alla visibilità mediatica come criterio per valutare le occupazioni (elemento comune a tutti gli intervistati), potrebbe anche dipendere dalla scarsa stabilità lavorativa connessa a questo tipo di occupazioni. 2 Di fatto, il confronto effettuato utilizzato i dati Istat riferiti al 2007 (http://dati.istat.it/?lang=it) non ha evidenziato significative differenze nel peso relativo delle medie imprese in Sicilia e in Italia. 3 La categoria dei politici locali fa riferimento a tutte le cariche (consigliere, assessore) operanti a livello comunale. Il sindaco, invece, per la sua centralità e rilevanza, ottiene un punteggio di prestigio medio superiore a queste figure ed quindi parte della categoria dei politici intermedi. StrumentiRes - Rivista online della Fondazione Res Anno IV - n° 3 – Luglio 2012
Inoltre, notiamo una più bassa valutazione attribuita alle alte cariche religiose da parte dei siciliani Come per i politici, ciò non implica una svalutazione di tutte le occupazioni ecclesiastiche, ma solo di quelle più distanti dalla realtà locale. Il minor punteggio attribuito a dirigenti ed alti dirigenti, peraltro piuttosto contenuto, potrebbe dipendere dalla minore rilevanza attribuita al reddito, ma anche, nel caso degli alti dirigenti, dalla scarsa presenza di queste figure nel contesto locale. Allo stesso modo, il punteggio più basso dei lavoratori manuali qualificati potrebbe essere riconducibile ad una presenza industriale meno radicata rispetto ad altre aree d’Italia ed alla conseguente minore attenzione verso la figura operaia, a vantaggio di quella impiegatizia. In effetti, tra le occupazioni valutate meglio in Sicilia rispetto al livello nazionale troviamo sia gli impiegati intermedi con funzione di coordinamento e qualificati, con una differenza di punteggio piuttosto ridotta, sia soprattutto, gli impiegati con mansioni di routine. La differenza piuttosto elevata che interessa quest’ultima categoria ci fa riflettere anche sull’importanza della stabilità del posto a scapito di altri aspetti come i contenuti del lavoro e le competenze richieste. Tra le occupazioni che nel contesto siciliano vengono considerate più prestigiose rispetto a quanto accade a livello italiano, troviamo in particolare tutte e tre le categorie delle professioni militari di grado, dai sottufficiali agli ufficiali di grado superiore. L’appetibilità della carriera militare, confermata anche dalla maggiore presenza di queste occupazioni in Sicilia rispetto alla media nazionale4, è connessa non solo alla stabilità del posto, ma anche ad altri vantaggi comunemente attribuiti a questo tipo di occupazione e al prestigio e alla fiducia di cui i militari godono presso la popolazione5. Un altro risultato interessante riguarda i politici locali (consiglieri o assessori comunali) che, contrariamente a quanto accade per i politici intermedi, sono valutati meglio in Sicilia rispetto al dato nazionale. I siciliani quindi riconoscono i vantaggi della professione politica quando è contestualizzata in una piccola realtà locale ed implica la maggiore possibilità di un contatto diretto con i cittadini residenti sul territorio. Lo stesso accade per le occupazioni religiose più decentrate, come il superiore provinciale o il sacerdote, che rappresentano un punto di riferimento in una realtà sociale ed economica ben definita e con cui i rapporti possono essere più frequenti. Inoltre, questo tipo di occupazioni, più vicine ai cittadini, possono essere considerate più socialmente utili rispetto alle altre. Non dimentichiamo, infatti, che i siciliani hanno attribuito un’importanza molto maggiore all’utilità sociale delle occupazioni rispetto agli italiani nel loro complesso. Per i siciliani, le occupazioni più desiderabili e più prestigiose non sono dunque quelle che permettono una maggiore autonomia, come i piccoli e medi imprenditori, ma quelle che garantiscono la stabilità del posto di lavoro, come le professioni impiegatizie e quelle militari. Oltre a questo aspetto, però, è interessante notare la rilevanza che i siciliani attribuiscono ad un certo tipo di occupazioni – quelle politiche e religiose – quando svolte sul territorio, a stretto contatto con le persone e non, invece, 4 Dati Indagine Forze lavoro Istat, terzo trimestre 2009. 5 Secondo i dati EVS 2008, la fiducia nelle forze armate in Sicilia è leggermente superiore rispetto alla media nazionale (78% contro 74%). StrumentiRes - Rivista online della Fondazione Res Anno IV - n° 3 – Luglio 2012
quando rappresentano delle figure prestigiose e ad alto livello, ma di cui gli intervistati non hanno esperienza diretta e quindi, di cui non riescono a valutare con esattezza i vantaggi e gli svantaggi. Da questi risultati emerge con chiarezza la persistente importanza, quanto meno nei desideri dei siciliani se non nella effettiva struttura del mercato del lavoro locale, delle occupazioni che garantiscono un posto di lavoro stabile e continuativo. La crescente flessibilità del mercato e la scarsa tutela garantita ai lavoratori precari accentuano ulteriormente le criticità già da tempo presenti nell’economia siciliana. I percorsi di carriera più tradizionali e sicuri sono contraddistinti da un’attribuzione di prestigio che non è spiegabile facendo meramente riferimento al grado di responsabilità e alle competenze, che pure vengono considerati i criteri più importanti da tutti gli intervistati, ma rimandano ad una esperienza del mercato del lavoro che non rende particolarmente attraenti altri tipi di occupazioni. Bibliografia Davies A.F. (1952) “Prestige of occupations” in British Journal of Sociology 3:134-147 De Lillo A., Schizzerotto A. (1985) La valutazione sociale delle occupazioni, Bologna, Il Mulino De Luca D. e Meraviglia C. (2012) “Consenso e dissenso nella valutazione sociale delle occupazioni” in Meraviglia C. (a cura di) La gerarchia immutabile. Una nuova scala di valutazione sociale delle occupazioni, Bologna, Il Mulino Meraviglia C. (2012) a cura di La gerarchia immutabile. Una nuova scala di valutazione sociale delle occupazioni, Bologna, Il Mulino Meraviglia C. e Accornero L. 2007. “La valutazione sociale delle occupazioni nell’Italia contemporanea: una nuova scala per vecchie ipotesi”, Quaderni di Sociologia vol. LI (45) 19-73 Inkeles A., Rossi P.H. (1956) “National comparison of occupational prestige” in American Journal of Sociology 61:329-39 North C.C. and Hatt P.K. (1947) “Jobs and occupations. A popular evaluation” in Opinion News 9:3-13 Schadee H.M.A. and Schizzerotto A. (1987) “The collective perception of occupational inequalities in contemporary Italy: multidimensional evaluations and one-dimensional scales” in European Sociological Review 3:127-144 Treiman, D.J. 1977. Occupational prestige in comparative perspective New York, Academic Press StrumentiRes - Rivista online della Fondazione Res Anno IV - n° 3 – Luglio 2012
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