Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione
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“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” Referente del progetto: dottor Michele Lisco Gruppo di lavoro: dott.ssa Anna Pagano dott.ssa Anna Renna dott.ssa Fernanda Dell’Atti dott. Virgilio Riezzo dott.ssa Doriana Pichierri dott.ssa Iolanda Di Coste A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 1
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Premessa Con le delibere di D.G.R. n° 405 del 17 marzo 2009 e la 3066 del 27/12/2012 la Regione Puglia approva “…le Linee Guida e Progetti Sperimentali per la riorganizzazione delle rete consultoriale”, puntando a risolvere le criticità, a ridefinire omogeneamente gli assetti dei Consultori e ad introdurre una nuova logica ed una nuova strategia operativa. Con la suddetta delibera la Regione Puglia affida alle ASL il compito di attuare il progetto di riorganizzazione consultoriale, attraverso l’elaborazione e l’adozione di un Progetto aziendale complessivo. All’interno del citato progetto di “Riorganizzazione funzionale dei Consultori”, si sono individuate aree di intervento sull’intero ciclo vitale delle famiglie; uno dei quali è l’ambito ostetrico-ginecologico, al cui interno fondamentale importanza riveste l’obiettivo della promozione della maternità e paternità responsabili e della conseguente riduzione del ricorso all’I.V.G.. Il fenomeno dell’Interruzione Volontaria di Gravidanza in Italia è obiettivo prioritario della Sanità pubblica in relazione alle conseguenze che determina sulla donna e sul nascituro. Pur essendo il tasso di abortività in Italia fra i più bassi tra i paesi occidentali (1) si evidenzia la necessità di insistere, a livello di scelte programmatiche e prassi operative, affinché esso sia ulteriormente e sostanzialmente ridotto, soprattutto in relazione al ricorso recidivo all’IVG e ad una sua diffusione significativa tra le donne straniere. La L. 194/78, “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza”, garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio”. Nel mentre, la complessità del comportamento sessuale individuale e l’utilizzo approssimativo dei metodi contraccettivi implicano che una parte di gravidanze indesiderate sia inevitabile: l’IVG rimane, pertanto, una necessità assistenziale, che deve essere garantita dal S.S.N.. 1 1° rapporto nazionale “Organizzazione e attività dei Consultori Familiari pubblici in Italia.” – anno 2008 – http://www.salute.gov.it A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 2
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Il contesto 1. Nel territorio della Asl di Brindisi sono presenti n.3 Strutture Ospedaliere: Stabilimento Perrino Brindisi, Stabilimento “D. Camberlingo” di Francavilla, Stabilimento di Ostuni e n.1 Clinica convenzionata “Casa di Cura Salus”, in Brindisi, che potrebbero erogare gli interventi sanitari per l’Interruzione Volontaria di Gravidanza. Di fatto presso lo Stabilimento di Francavilla, ad oggi, non si eseguono interventi di Interruzione Volontaria di Gravidanza. 2. La presenza dei Consultori Familiari nella provincia di Brindisi è capillare: 21 sedi in tutto il territorio, organizzate in equipe multidisciplinari. Ipotesi di Soluzione Un piano di rilancio e di riqualificazione dei processi di produzione di attività e servizi relativi all’ambito dell’esercizio di una sessualità consapevole e della maternità e paternità responsabili è da considerarsi necessario ed urgente e deve avere chiaro l’obiettivo della formazione e della informazione della popolazione, nonché della facilitazione all’accesso ai metodi contraccettivi, allo scopo di ridurre il ricorso all’I.V.G.. La seguente ‘Tavola sinottica’, riassume i diversi interventi, articolati su diversi target di popolazione bersaglio e su due diversi livelli di intervento, : 1. prevenzione 2. intervento sui casi conclamati. Le azioni ed i programmi di prevenzione sono stati oggetto di approfondimento e definizione e sono già operativi nei Consultori aziendali secondo modelli operativi consolidati e brevemente descritti nella già citata ‘tavola sinottica’. Le azioni e l’evoluzione degli eventi in caso di gravidanza indesiderata, invece, sono più complessi, articolati, coinvolgono una molteplicità di attori e sono oggetto di definizione nel presente Piano. Pertanto, alla luce di quanto fin qui rappresentato, si propone, in relazione agli interventi sui casi conclamati, un modello organizzativo capace di: agire su efficienza ed efficacia degli interventi agire in modo coerente nel territorio aziendale, operando scelte rapide ed appropriate anche sotto il profilo delle risorse umane e materiali, nell’interesse dell’utenza e della Azienda interagire con gli altri servizi aziendali e con le agenzie territoriali, con i Tribunali e, se necessario, con i Paesi di provenienza delle persone coinvolte, allo scopo di integrare gli interventi e di ridurre il più possibile la distanza tra costo e beneficio creare una rete operativa all’interno della quale siano chiare e valutabili le responsabilità, le funzioni e le relazioni interne ed esterne all’Azienda proporre iniziative, metodologie e protocolli omogenei e condivisi. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 3
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori TAVOLA SINOTTICA OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI AZIONI GENERALI Offrire a tutte le donne residenti nel Incrementare le azioni dei CC.FF. territorio della ASL di Brindisi le stesse opportunità di tutela della Salute, attraverso la corretta applicazione della legge 194/78 Elaborare un’azione sinergica su Implementazione: percorsi CAN, target di popolazione differenziata per Peer Education, Educazione fascia d’età Socio-affettiva, mediazione Definizione di un piano di interculturale, progetti malattie interventi finalizzata alla sessualmente trasmissibili prevenzione dell’IVG Favorire la prevenzione della Distribuzione gratuita dei farmaci gravidanza grazie alla diffusione dei c/o i CC.FF metodi contraccettivi Attivare un percorso divulgativo e Protocollo operativo interservizi operativo condiviso (tra i vari Servizi sulla C.E. Asl e tra Consultori e Ospedale) sulla contraccezione d’emergenza Offrire alla donna che richiede di Definizione di un percorso interno interrompere la gravidanza un consultoriale per adeguato accompagnamento che la l’accompagnamento della donna aiuti ad effettuare una scelta in caso di richiesta di IVG Definizione di un piano di interventi per la presa in consapevole e responsabile di carico delle richieste di interruzione o prosecuzione della Realizzazione di un protocollo I.V.G; gravidanza, anche attraverso procedurale per la donna che non modalità differenti di tutela del intende riconoscere il figlio nascituro, quali il parto da donna che non intende essere nominata Definizione di un percorso Creare un circuito che consenta un Definizione di un protocollo d’integrazione territorio- accompagnamento della donna e ne operativo tra Ospedali e presidi ospedale-territorio favorisca il ritorno al C.F. per il post- territoriali della Asl di Brindisi finalizzato all’interruzione I.V.G. e l’eventuale ricorso ad un per la presa in carico dei casi di di gravidanza metodo contraccettivo efficace IVG Definizione di un percorso Potenziare il lavoro di rete tra servizi Realizzazione di buone prassi di integrazione trai Servizi condivise tra Servizi Asl e, nello preposti nel caso in cui si specifico con il DSM per la renda indispensabile valutazione della donna che l’interruzione oltre i primi 90 giorni, in un’ottica di richieda l’Interruzione dopo i lavoro in rete primi 90 giorni di gravidanza. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 4
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Nelle pagine seguenti si tracceranno modalità, procedure e protocolli che guideranno gli interventi in un’azione integrata e sinergica tra: 1. I Consultori Familiari - luogo istituzionale deputato all’applicazione della legge 194/78 2. L’Ospedale - luogo istituzionale per l’esecuzione dell’intervento di I.V.G.; e si spiegheranno le attività e le competenze che ogni attore del processo gestirà e le relative responsabilità, con riguardo all’economia del processo di produzione di ogni attività volta alla gestione consapevole della gravidanza, del parto, dell’accompagnamento alla nascita o della Interruzione Volontaria di Gravidanza, nonché delle metodiche contraccettive, secondo i processi rappresentati nelle seguenti check list. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 5
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori IL CONSULTORIO DEVE Accogliere ed effettuare il colloquio di presa in carico della donna o della coppia e decodificare la richiesta o il bisogno Accertare la volontà della donna di ricorrere all’I.V.G.. Fornire informazioni sui diritti della richiedente in base alla legislazione nazionale e regionale Illustrare le norme di tutela della gestante e della madre in ambito lavorativo Mettere al corrente la donna sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti sul territorio Attuare direttamente, ovvero proporre, in accordo con gli Enti Locali, interventi speciali volti al superamento delle cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza e/o alla risoluzione di eventuali problematiche che ne mettano a rischio il prosieguo Offrire sostegno e accompagnamento alla donna qualora decida di interrompere, o, al contrario, di proseguire la gravidanza Offrire consulenza ginecologica pre/post IVG anche ai fini del ricorso a corretti metodi contraccettivi Rilasciare il certificato medico attestante la volontà della donna di interrompere la gravidanza Avvalersi della consulenza di mediatori interculturali, ove presenti, per le donne straniere Qualora la donna decida di proseguire la gravidanza, ma di non riconoscere il nascituro, si attiverà, in collaborazione con il Servizio Sociale Ospedaliero (ove presente) ed il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di riferimento, un intervento integrato per il governo del processo, dalla presa in carico e fino alla sua conclusione, regolato da opportuno protocollo Nel caso in cui la donna intenda proseguire la gravidanza, ma non essere nominata al momento del parto, si attiverà, in collaborazione con il Servizio Sociale Ospedaliero (ove presente) ed il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di riferimento, un intervento integrato per il governo del processo dalla presa in carico e fino alla sua conclusione, regolato da opportuno protocollo Nel caso in cui, anche dopo l’espletamento delle procedure sopradescritte, la donna manifesti la decisione di interrompere la gravidanza, la stessa verrà accompagnata presso le strutture competenti che evaderanno la richiesta di I.V.G.. La donna che abbia eseguito I.V.G. viene reinviata dalle strutture cha hanno effettuato l’intervento al Consultorio, che provvederà alla definizione di un metodo contraccettivo, allo scopo di evitare possibili recidive. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 6
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori L’OSPEDALE DEVE EVADERE LA RICHIESTA IVG 1° ACCESSO: COUNSELLING PRE- IVG CON CONSEGNA FOGLI INFORMATIVI IVG FARMACOLOGICA/IVG CHIRURGICA, VISITA, CARTELLA CLINICA, ESAMI EMATOCHIMICI, EMOGRUPPO E FATTORE RH, ECOGRAFIA DI DATAZIONE, EVENTUALE CERTIFICATO, ( VISITA ANESTESIOLOGICA DA PROGRAMMARE CON ESITO ESAMI ) 7 GIORNI DI RIFLESSIONE PRIMA DI POTER UTILIZZARE IL CERTIFICATO SALVO URGENZE ABORTO FARMACOLOGICO ABORTO CHIRURGICO INSERIMENTO IN LISTA D’ATTESA RICOVERO DAY SURGERY FIRMA CONSENSO INFORMATO DAY ABORTO CHIRURGICO 1° GIORNO: SOMMINISTRAZIONE CPS MIFEPRISTONE COMPLICANZE DIMISSIONE RICOVERO IN REGIME ORDINARIO CONTROLLO ECOGRAFICO DOPO14/20 GG + B- HCG DOPO 30 GG 3° GIORNO: SOMMINISTRAZIONE SUB LINGUALE DI MISOPROSTOLO 400 mg DOPO 6 ORE CONTROLLO ECOGRAFICO PRE-DIMISSIONE AB. COMPLETO AB. INTERNO O PERSISTENZA DELLA GRAVIDANZA (INDIPENDENTE DA SPESSORE RIMA ENDOMETRIALE) DIMISSIONE PROSEGUE RICOVERO, SI DISCUTE CON LA DONNA SE ULTERIORE TERAPIA O ABORTO CHIRURGICO 14° GIORNO: CONTROLLO CLINICO ED ECOGRAFIA ESITO NORMALE: INVIARE PER CONTRACCEZIONE ESITO ANORMALE: RICOVERO PER INTERVENTO CHIRURGICO A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 7
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Documenti, atti e legislazioni Si allegano i seguenti documenti: 1. Protocollo aziendale per la presa in carico della donna nei casi di interruzione volontaria della gravidanza (ALL.1) 2. Protocollo operativo per la contraccezione d’emergenza (ALL.2) 3. Protocollo per aborto farmacologico e chirurgico (ALL.3) 4. Verifica dei criteri di inclusione per I.V.G. farmacologica (ALL.4) 5. Note informative per la paziente per l’Interruzione Volontaria della Gravidanza (IVG) con metodo farmacologico mediante la somministrazione di Mifepristone (RU486 e Misoprostol.(ALL.5) 6. Consenso informato per l’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) con metodo farmacologico mediante l’uso di mifepristone (RU486) e misoprostolo" (ALL.6) 7. Lettera di dimissione I.V.G. farmacologica (ALL.7) 8. Diario Clinico (ALL.8) 9. Consenso informato per sottoporsi all’intervento chirurgico di interruzione volontaria della gravidanza (Legge 194 del 1978) (ALL.9) 10. Lettera di dimissione I.V.G. chirurgica (ALL.10) 11. Protocollo procedurale di raccordo e comunicazione tra reparti ospedalieri e unità operative consultoriali dell’azienda “asl br”, in caso di parto in anonimato e nascita di neonato non riconosciuto (ALL.11) 12. Premesse Giuridiche (ALL.12) A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 8
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Allegato 1 PROTOCOLLO AZIENDALE PER LA PRESA IN CARICO DELLA DONNA NEI CASI DI INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA In considerazione di quanto stabilito con la legge n. 23 del 19.09.2008, Piano Regionale di Salute 2008/2010 e la D.G.R 3066/2012, “Riorganizzazione della Rete consultoriale pugliese”, si adotta il presente protocollo al fine di garantire in tutta l’Azienda Sanitaria Locale di Brindisi procedure omogenee in materia di interruzione volontaria della gravidanza oltre che la razionalizzazione delle risorse, la ricerca della riduzione dei comportamenti a rischio (in particolar modo per le minorenni), la riduzione delle recidive, la facilitazione dell’accesso nelle strutture sanitarie pubbliche, la presa in carico della salute della donna e le attività di prevenzione in materia di maternità e paternità responsabile. Tanto premesso si ritiene altresì di adottare il Protocollo operativo Consultorio- Ospedale per la presa in carico della donna che richiede la sospensione del riconoscimento del figlio alla nascita o che non intende essere nominata, allegato come parte integrante. Il presente Protocollo prevede la presa in carico della donna nei casi di richiesta di interruzione volontaria della gravidanza ed ha l’obiettivo di offrire le stesse opportunità di tutela della salute della donna e del nascituro nel territorio della ASL di BRINDISI. La corretta applicazione della legge 194/78, consente il rispetto della scelta della donna di interrompere la gravidanza, nonché l’opportunità di garantire la tutela della vita, la ricerca e attivazione di possibili alternative personalizzate e di interventi necessari a superare gli ostacoli, di qualsiasi natura, che la potrebbero determinare. Gli operatori socio-sanitari che a vario titolo entrano in contatto con una donna che chiede di interrompere la gravidanza ai sensi della legge 194/78, potranno inviarla al consultorio familiare di riferimento per gli adempimenti di competenza. Alla donna che richiede l’interruzione volontaria di gravidanza, nel rispetto della sua volontà e dignità, il Consultorio Familiare in particolare deve: Dare informazioni sui diritti spettanti in base alla legislazione nazionale e regionale Illustrare le norme di tutela della gestante e della madre in ambito lavorativo Fornire informazioni sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio Favorire interventi speciali volti al superamento delle cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza e/o alla risoluzione di eventuali problematiche che mettono a rischio il prosieguo della gravidanza, in rete con i Servizi locali Fornire le necessarie informazioni e gli strumenti utili affinché la donna possa conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile. Qualora la donna decida di proseguire la gravidanza, ma di non riconoscere il nascituro, si attiverà, in collaborazione con il Servizio Sociale Ospedaliero (ove presente) ed il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di riferimento, un percorso di sostegno. La donna che si rivolge al Consultorio per chiedere l’IVG ha priorità di accoglienza. L’operatore che accoglie (preferibilmente ostetrica) nel corso di questo primo contatto e, fatte salve le questioni di urgenza sanitaria, offre all’utente l’opportunità di avere una consulenza psico-sociale e fissa contestualmente il colloquio con il ginecologo. La donna sarà informata dell’opportunità, qualora si ritenesse necessario, di usufruire del supporto di un mediatore culturale (ove presente). L’équipe psico-sociale esamina con la donna le possibili soluzioni ai problemi A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 9
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori esposti, cercando di instaurare un rapporto accogliente ed empatico per sostenerla, qualunque sia la sua scelta. Se la donna che richiede IVG è di età inferiore ai 18 anni, per cui è richiesto l’assenso di chi esercita la potestà o la tutela, l’avvio delle procedure previste (art.12 della legge 194/78) e l’accompagnamento nei vari step sarà a cura dell’équipe psico-sociale consultoriale, in interazione con l’équipe ostetrico-ginecologica per la parte di competenza. Il ginecologo consultoriale raccoglie l’anamnesi sanitaria, conferma l’epoca gestazionale e rilascia certificato medico di richiesta di interruzione volontaria di gravidanza. Quindi, informa la donna circa l’iter stabilito dalla legge inerente la validità e la durata del certificato, nonché sulle modalità dell’intervento e sul percorso sanitario successivo. Successivamente al rilascio del certificato da parte del medico, l’ostetrica consultoriale, previo consenso della donna, effettuerà la prenotazione presso l’ambulatorio dedicato all’IVG della struttura ospedaliera territoriale di riferimento. Qualora non sia possibile detto iter a causa dell’epoca gestazionale della donna o per indisponibilità della struttura ospedaliera, sarà cura della donna stessa effettuare in modo autonomo la prenotazione presso altra struttura. La donna, sin dal primo contatto con la struttura che eseguirà l’intervento chirurgico per l’interruzione (o per aborto farmacologico), avrà diritto all’accoglienza e ad un ambiente riservato, in particolar modo se si tratta di persona di minore età. L’ospedale, effettuati gli interventi di competenza, ed a seguito del ricovero (ordinario per aborto farmacologico, in day surgery per aborto chirurgico) e della visita di controllo post IVG, invierà la donna al C.F per idonee misure contraccettive post- IVG. Su richiesta della donna potranno essere effettuati ulteriori interventi a cura dell’équipe psico-sociale. Per l’interruzione volontaria di gravidanza dopo i primi 90 giorni la certificazione che attesti lo stato di grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna dovrà avvenire ai sensi dell’art. 7 comma 1 della l.194/78. Nei casi in cui la donna dovesse richiedere di interrompere la gravidanza dopo i primi 90 giorni, presentandosi in Consultorio, sarà cura del personale Sanitario informare la stessa delle Strutture Ospedaliere e/o convenzionate presso cui potrà essere effettuato l’intervento e dell’esistenza di Servizi Sanitari (Centro Salute Mentale) presenti nel Distretto, a cui dovrà rivolgersi, qualora il medico del servizio ostetrico-ginecologico dell’ente ospedaliero in cui deve praticarsi l’intervento ritenga di avvalersi della collaborazione di uno psichiatra per valutare se la gravidanza o il parto comportino o meno un grave pericolo per la salute psichica della donna. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 10
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori ALLEGATO 2 PROTOCOLLO OPERATIVO PER LACONTRACCEZIONE D’EMERGENZA Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per contraccezione d’emergenza si intendono “Metodi di supporto per emergenze contraccettive che le donne possono usare entro i primi giorni dopo un rapporto non protetto, per prevenire una gravidanza indesiderata”. Essa è una pratica contraccettiva volta ad evitare l’instaurarsi di una gravidanza indesiderata, a valle di un rapporto a rischio e deve essere quindi somministrata tempestivamente. In Italia, all’interno della legge 405/75, istitutiva dei Consultori Familiari, è sottolineata l’importanza della “somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’integrità fisica degli utenti”; nella legge 194/78 “Norme per la tutela sociale della maternità e dell’interruzione volontaria della gravidanza”, è contemplato il diritto della donna a ricevere la prescrizione o somministrazione di un contraccettivo in accordo all’obiettivo primario della legge. L’esperienza diretta sul campo, in particolar modo nei Consultori di Brindisi, ha messo in evidenza l’esponenziale aumento del numero di richieste di C.E. da parte di donne anche minorenni, che determina la necessità di costruire percorsi idonei a rispondere tempestivamente alla domanda. In questo senso, pur restando il Consultorio il Servizio prioritariamente deputato a soddisfare tale richiesta, si è reso opportuno costruire prassi condivise con altri professionisti o Servizi e Strutture Sanitarie che potrebbero accogliere la domanda della donna (ad es. nelle ore di chiusura del Servizio o in assenza del medico consultoriale), realizzando il seguente iter prescrittivo a seguito di protocolli operativi tra ASL e Azienda Ospedaliera, i Medici di Medicina Generale e il Servizio di Continuità Assistenziale. Percorso prescrittivo (iter diagnostico) La prescrizione della contraccezione d’emergenza avviene in diversi ambiti. Non è raro che la richiesta venga fatta, anche durante le ore serali e notturne, al pronto soccorso o ai servizi di continuità assistenziale (ex guardia medica). Tuttavia spesso le richieste non sono considerate come vere e proprie urgenze e vengono, quindi, rimandate al giorno seguente, con invio ai Consultori o agli ambulatori degli specialisti o dei medici di medicina generale: ciò contrasta con il concetto stesso di contraccezione d’emergenza, che deve essere somministrata quanto prima possibile. “ Il regime è più efficiente quanto prima è assunto a seguito del rapporto” ( OMS Fac Shelt 244/2005). Non si parla più di pillola del giorno dopo ma di “ pillola del prima possibile”. Detto percorso prevede quale canale privilegiato la prescrizione della C.E presso i CC.FF. negli orari di apertura, finalizzata anche ad un ritorno della donna presso il Servizio, al fine di assisterla in un percorso di scelta di procreazione libera e responsabile. E’ da sottolineare, altresì, che la stessa può, comunque, rivolgersi spontaneamente ad un Medico di sua fiducia. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 11
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Richiesta di C.E. da parte della donna presso il C.F. La donna o la minore, che spontaneamente si rivolge al Consultorio Familiare per la C.E., verrà accolta dall’Ostetrica che, dopo aver effettuato un primo colloquio, la invierà tempestivamente al ginecologo consultoriale, per l’opportuna valutazione. Il medico, attraverso l’anamnesi, raccoglierà informazioni sull’età della paziente, sull’eventuale indicazione alla contraccezione d’emergenza e sullo stato di salute generale. Alle donne e anche alle minori, sarà richiesto un documento che ne consenta l’identificazione, vincolante per la prescrizione. Nel caso in cui non vi sia la possibilità di effettuare la consulenza e relativa prescrizione con il medico consultoriale, la donna si recherà dal proprio Medico di M.G. negli orari di apertura degli ambulatori ( anche della Medicina di Gruppo) e nelle ore serali, nei prefestivi e festivi al Servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica). Nel caso in cui il medico di M.G. non sia disponibile per motivi vari o la donna o la minore si rifiuti per motivi personali di rivolgersi allo stesso, si rivolgerà all’Ospedale che garantirà in ogni caso la prestazione durante le ore in cui i suddetti Servizi sono chiusi o indisponibili. Relativamente alla possibilità che a richiedere la prescrizione della contraccezione d’emergenza sia una minore, il riferimento normativo rappresentato dall’art.2 della legge 194/78 recita : “La somministrazione su prescrizione medica, nelle strutture sanitarie e nei consultori, dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile, è consentita anche ai minori”. Per la legge Italiana, la maggiore età si acquisisce a 18 anni, ma l’emancipazione sessuale viene riconosciuta a 14 anni. Quindi per la prescrizione della C.E. come per quella degli altri contraccettivi, non è necessario avvertire i genitori, non solo perché il minore è sessualmente emancipato, ma perché la già citata legge 194/78 consente la prescrizione della contraccezione anche ai minori, nelle strutture sanitarie e nei Consultori. Per quanto attiene il limite d’età devono essere fatte salve le indicazioni date dalla legge n. 66/96 “Norme contro la violenza sessuale”. Qualora in ambito consultoriale l’ostetrica o il ginecologo siano assenti, sarà cura del personale presente nel Servizio, inviare la donna presso le altre strutture sanitarie pubbliche (ambulatori dei M.M.G, Servizi di Continuità Assistenziale e Aziende Ospedaliere). L’iter in Ospedale Si è ritenuto opportuno prevedere differenti modalità operative che consentano una prescrizione della C.E. nel modo più celere possibile. L’accesso presso il Reparto di Ostetricia e Ginecologia dovrà avvenire in maniera diretta e gratuita senza il preventivo passaggio dal Pronto Soccorso, consentendo una maggiore efficacia dell’intervento in termini di prescrizione immediata e garantendo inoltre la tutela della privacy dell’utente, soprattutto se minore. Qualora non segua un ricovero in regime ordinario non verrà richiesta alcuna forma di pagamento ticket. Presso i Reparti Ospedalieri sarà istituito un registro apposito per garantire la tracciabilità dell’utenza. Ottenuta la prescrizione della C.E. la donna dovrà essere invitata a rivolgersi al Consultorio per essere supportata nella scelta di una procreazione responsabile e A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 12
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori nell’utilizzo di un metodo contraccettivo appropriato (erogato, peraltro, in maniera gratuita agli aventi diritto, come previsto dal DRG 483/2008 della Regione Puglia). Si sottolinea che per la C.E. non è prevista l’obiezione di coscienza, tuttavia potrebbe essere sollevata la “clausola di coscienza”. Si dovrà, pertanto, garantire la presenza di personale che non ricorra alla suddetta clausola. Al fine di rendere operativo il presente protocollo ed omogeneizzare l’offerta su tutta la popolazione residente nella ASL di BRINDISI il gruppo di lavoro, direttamente collegato alla Direzione Sanitaria, provvederà ad aggiornare le procedure attualmente in essere e a rilevarne le criticità al fine di migliorare le prassi operative. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 13
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Allegato 3 PROTOCOLLO PER ABORTO FARMACOLOGICO Il metodo farmacologico per l’interruzione di gravidanza, definito in letteratura come ABORTO MEDICO, è divenuto un’alternativa alla tecnica chirurgica con l’introduzione delle prostaglandine ( Misoprostolo ) e degli antagonisti del progesterone ( Mifepristone ). E’ considerata dall’OMS una metodica idonea e sicura per interrompere una gravidanza entro la 7° settimana (< 49 gg ). Studi recenti hanno dimostrato che i farmaci utilizzati sono efficaci fino alla 9° settimana (< 63 gg ). Dopo tale periodo aumenta l’incidenza di aborti incompleti, di effetti collaterali e di complicanze. La compressa di RU 486, somministrata solo per via orale, contiene 200 mg di Mifepristone uno steroide sintetico con effetti antiprogestinici con un’affinità recettoriale 5 volte maggiore del progesterone. Provoca il distacco del prodotto del concepimento, compromettendo i vasi endometriali, aumentando l’eccitabilità dell’endometrio e dilatando la cervice. La compressa di Cytotec o Misodex, somministrata per via vaginale, contiene 200 mcg di Misoprostolo, un analogo delle prostaglandine, che induce contrazioni uterine provocando l’espulsione dei tessuti embrionali. Il protocollo dell’aborto farmacologico prevede la somministrazione contemporanea di 600 mg di Mipfepristone ( 3 cpr da da 200mg ) il primo giorno di ricovero, e dopo 48 ore si somministrano 400 mcg di Misoprostolo ( 2 cpr da 200 mcg ) per via vaginale. Dopo tale procedura si ha l’espulsione del prodotto del concepimento entro 3-4 ore nel 50- 60% dei casi, o entro 24 ore nel 80-85% dei casi. Successivamente circa il 2-5% delle donne deve essere sottoposta a revisione della cavità uterina ( sanguinamento eccessivo, espulsione incompleta o per mancata espulsione ). La ritenzione di materiale ovulare o la mancata espulsione, se non rilevata e trattata prima, sarà diagnosticata al momento del controllo programmato al 14° giorno. Se il trattamento non ha successo è necessario procedere chirurgicamente. I criteri di inclusione delle pazienti al trattamento sono : Gravidanza fino a 49 gg Richiesta di IVG legge 194/78 Ecografia ( per corretta datazione epoca gestazionale ) Disponibilità ad effettuare una visita di controllo Firma del consenso informato ( dopo adeguato counseling ) I criteri di esclusione sono rappresentati da : Gravidanza extrauterina Coagulopatia/terapia anticoaugulante in atto Insufficienza surrenale Asma grave Allergia alle prostaglandine Grave anemia ( Hb < 7 mg/dl ) Diabete IUD (in uso) A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 14
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori I vantaggi dell’aborto farmacologico : Richiede un minor numero di esami di laboratorio Non prevede la visita anestesiologica L’efficacia è del 95% circa e gli effetti collaterali sono paragonabili a quelli della procedura chirurgica: possibilità di emorragie, dolori addominali e disturbi gastrointestinali; rispetto all’aborto chirurgico non c’è però il rischio di lesioni all’utero e complicanze anestesiologiche Consente di liberare risorse ( Medici, sale operatorie ), e ridurre i tempi di attesa per gli aborti chirurgici ed altri interventi. Responsabilizza chi abortisce e favorisce una maggiore consapevolezza e responsabilità di tutti rispetto alla contraccezione E’ chiaramente preferito da un gran numero di donne, come dimostrano studi condotti all’estero ed in Italia, perché è considerato meno aggressivo, più naturale, meno medicalizzato, consente una maggiore intimità, non comporta interventi sulla zona genitale e si può fare prima. L’Aborto Medico, proprio per la sua efficacia nelle IVG precoci, (early medical abortion) sta diventando in tutto il mondo il metodo più utilizzato. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 15
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Allegato 4 VERIFICA DEI CRITERI DI INCLUSIONE PER I.V.G. FARMACOLOGICA NOME PAZIENTE:______________________________________________ CRITERI DI INCLUSIONE CRITERI DI ESCLUSIONE Gravidanza fino a 49 gg SI NO Gravidanza extrauterina SI NO Richiesta IVG legge 194/78 SI NO Coagulopatie / Anticoagulanti SI NO Conferma ecografica della SI NO Insufficienza surrenalica SI NO datazione Disponibilità visita di controllo SI NO Asma grave/ BPCO SI NO Firma consenso informato SI NO Allergia prostaglandine/ RU 486 SI NO Possibilità della paziente di SI NO Grave anemia (Hb < 7 mg/dl) SI NO raggiungere il reparto ospedaliero dal domicilio entro 60 minuti Diabete complicato SI NO IUD rimosso in data SI NO ____/____/______ HIV SI NO Insufficienza renale cronica SI NO Insufficienza epatica SI NO Donne fumatrici di età SI NO superiore a 35 anni Porphyria SI NO Cortisonoterapia cronica SI NO Patologia cardiovascolare SI NO Voluminosi fibromi SI NO Malattie intestinali SI NO Allattamento SI NO A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 16
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Allegato 5 NOTE INFORMATIVE PER LA PAZIENTE PER L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DELLA GRAVIDANZA (I.V.G.) CON METODO FARMACOLOGICO MEDIANTE LA SOMMINISTRAZIONE DI MIFEPRISTONE (RU486) E MISOPROSTOL. Attenzione: Queste note non sostituiscono il colloquio con il medico. Legga attentamente queste note prima di firmare il consenso informato per l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico. Sia sicura di aver capito bene cosa le accadrà prima di accettare, poiché questo trattamento richiede una sua partecipazione attiva e consapevole. ABORTO CHIRURGICO E ABORTO FARMACOLOGICO L’interruzione di gravidanza è legale in Italia ed è regolata dalla legge n°. 194 del 22 maggio 1978. Fino ad oggi l’unico metodo abortivo utilizzato in Italia è stato quello chirurgico che prevede solitamente di eseguire lo svuotamento chirurgico dell’utero in anestesia generale/locale previa dilatazione strumentale del collo dell’utero con isterosuzione e/o raschiamento. Prima dell’intervento può essere necessaria la preparazione farmacologica all’intervento chirurgico con utilizzo di farmaci, della famiglia delle prostaglandine, che determinano modificazioni del collo uterino rendendo più agevole la successiva fase chirurgica, soprattutto in pazienti giovani, alla prima gravidanza o con gravidanza superiore alla 10a settimana. Saranno richiesti esami del sangue, un elettrocardiogramma ed una visita del medico anestesista ed è previsto il ricovero in DaySurgery di un giorno senza pernottamento in ospedale salvo eventuali complicazioni. Dopo l’intervento è possibile avvertire dolore dovuto alle contrazioni uterine e sintomi collegati all’assunzione degli anestetici, quali nausea e vomito. L’intervento chirurgico potrebbe comportare: emorragia grave (1-2 casi su 1000 interventi), perforazione uterina (1-2 casi su 1000 interventi), danno al collo uterino (2 casi su 1000 interventi) e infezioni (1 caso su 100 interventi).Sono possibili aborti incompleti, quindi con la necessità di ripetere l’intervento chirurgico (2-4 casi su 100 interventi).Vi possono essere rischi di sterilità futura o di complicanze durante le future gravidanze, anche se molto raramente, se si verifica una infezione grave o dei danni all’utero molto gravi, quali ad esempio perforazioni complicate. In alternativa, da oltre 15 anni, in 12 paesi della Comunità Europea, negli USA, in Canada, in Australia, in India, in Cina e in molti altri paesi dove l’aborto è legale è possibile interrompere la gravidanza con metodo farmacologico mediante l’uso di Mifepristone (RU486) e Misoprostolo. L’aborto farmacologico è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un metodo sicuro ed efficace per interrompere la gravidanza fino alla 5a settimana dal concepimento. L’interruzione di gravidanza avverrà come previsto dalla legge n° 194 del 22 maggio 1978. L’anonimato e la privacy verranno tutelati come avviene in caso di aborto chirurgico. Tutte le persone con cui verrà a contatto sono tenute al segreto professionale e a quello d’ufficio. Non esiti a segnalarci ogni anomalia dovesse notare. L’uso dell’aborto farmacologico è possibile fino a 49 giorni dall’inizio dell’ultimo flusso mestruale (o 35 giorni dal concepimento). Con l’aborto farmacologico viene provocato un aborto simile a quello spontaneo e in circa il 95-98% dei casi non è necessario nessun ulteriore trattamento chirurgico. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 17
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Come previsto dalla legge n°. 194 del 22 maggio 1978, Lei dovrà avere un documento d’identità e un certificato di richiesta di interruzione volontaria di gravidanza rilasciato da un medico non obiettore. Per l’aborto farmacologico Lei dovrà essere ricoverata per tre giorni e sottoporsi ad una visita ambulatoriale il 14°- 20° giorno dopo l’aborto. Il primo giorno di ricovero le saranno somministrate per via orale 1- 3 compressa di Mifepristone (RU486), che agisce bloccando gli effetti del progesterone, l’ormone che permette alla gravidanza di progredire. Dopo la somministrazione di Mifepristone in alcuni casi si possono avere dolori e perdite di sangue e nel 5% delle pazienti può già verificarsi l’aborto. Il terzo giorno di ricovero le saranno somministrate per via orale 2 compresse di Misoprostol, un farmaco della famiglia delle prostaglandine, che agisce sull’utero preparato dal Mifepristone provocando dopo un periodo variabile l’aborto con espulsione del materiale abortivo. Dopo 3 ore dalla prima somministrazione di Misoprostol, se non si è ancora verificata l’espulsione del materiale abortivo le verranno somministrate altre due compresse di Misoprostol. Dalla somministrazione del Misoprostol all’espulsione del feto Lei sentirà dolori solitamente più forti di quelli mestruali che si riducono normalmente con l’avvenuto aborto. L’aborto in circa il 50-60% dei casi avviene entro 4 ore dall’assunzione del Misoprostol, nel 20-25% dopo entro le 24 ore e nel 10% successivamente. E’ fortemente sconsigliata la dimissione volontaria contro il parere dei medici prima del completamento di tutta la procedura perché in tal caso l’aborto potrebbe avvenire fuori dall’ospedale. Quando abortirà, lei si accorgerà di abortire, ma normalmente non vedrà il prodotto dell' espulsione, poiché a questa epoca l'embrione misura circa 0,5-1,5 cm ed è difficilmente individuabile in mezzo al sangue, alla mucosa ed ai coaguli. Circa 2-5 donne su 100 devono essere sottoposte ad un “raschiamento” per completare l’interruzione di gravidanza o per bloccare perdite ematiche eccessive. Nel caso di ragionevole certezza che il trattamento farmacologico non abbia avuto successo (1 % dei casi circa) e Lei decidesse di proseguire con l’aborto, verrà effettuata una valutazione clinica su come proseguire con le seguenti possibilità: 1) esecuzione dell’aborto chirurgico immediata o nei tempi più brevi possibili senza dimissione dall’ospedale; 2) la prosecuzione del tentativo farmacologico con farmaci attualmente registrati in Italia con questa indicazione (Gemeprost, Sulprostone, Metilergometrina maleato). Il 14°- 20° giorno dopo le dimissioni Lei dovrà effettuare una visita di controllo. In seguito alla visita di controllo nell’1-2% dei casi è possibile che sia necessario un raschiamento per aborto incompleto o per emorragia eccessiva. Alle pazienti di gruppo RH Negativo verrà proposta Immunoprofilassi anti D prima della dimissione. COSA DEVE SAPERE SE DECIDE DI INTERROMPERE L’ABORTO FARAMACOLOGICO Se Lei dovesse decidere di sospendere il trattamento dopo l’assunzione del primo farmaco (Mifepristone, RU486), cioè durante il primo o il secondo giorno di ricovero, non vi sarebbero conseguenze aggiuntive ai rischi normali di malformazioni di ogni gravidanza e il rischio addizionale di aborto si annullerebbe entro pochi giorni. Se invece la gravidanza dovesse proseguire (meno di 1 caso su 100) dopo l’assunzione del secondo farmaco, cioè dopo il terzo giorno di ricovero, nel caso di ragionevole certezza che il trattamento non abbia avuto successo e Lei decidesse di proseguire la gravidanza vi sarebbe un aumento dei rischi di malformazioni del feto. I bambini nati da donne che hanno tentato senza successo una induzione di aborto farmacologico all’inizio della gravidanza, possono presentare alla nascita la sindrome di Möbius (paralisi congenita del sesto nervo cranico e A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 18
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori di altri nervi cranici) o un aumento della frequenza di malformazioni superiore all’attesa quali idrocefalia, oloprosencefalia (incompleta divisione degli emisferi cerebrali), estrofia della vescica (alterazione della normale funzionalità della vescica), briglie amniotiche (che possono causare alterazioni dello sviluppo degli arti e di altri organi), difetti di riduzione terminale traversa degli arti (malformazioni degli arti), artrogriposi (malformazioni degli arti). EFFETTI COLLATERALI Dolori crampiformi addominali di tipo mestruale un po’ più forti durante il periodo in cui avverrà l’espulsione del feto. Il 20-30% delle donne non avverte alcun dolore, il 50-60% accusa dolori sopportabili, mentre il 20-30% delle donne necessita di antidolorifici. Come antidolorifici possono essere somministrati il paracetamolo, il paracetamolo+codeina o il keterolac. Mal di testa che si può verificare nel 2-30% dei casi. Nausea nel 40-60% dei casi e vomito nel 20% dei casi. Diarrea nel 10-20% dei casi, che però è transitoria. Stato di debolezza nel 10% dei casi Un rialzo febbrile inferiore a 38° C è normale. In caso di un rialzo febbrile maggiore che duri più di 4 ore Lei dovrebbe contattare il Centro ginecologico di riferimento. Il dolore e gli altri sintomi si riducono dopo l’avvenuto aborto e ad eccezione del dolore per gli altri sintomi normalmente non è necessario alcun trattamento. Perdite di sangue sono come quelle che si verificano dopo un aborto spontaneo e sono paragonabili a quelle dei giorni in cui il flusso mestruale è maggiore (mestruazioni abbondanti). Le perdite di sangue continueranno anche se più ridotte per alcuni giorni, mediamente per 9 giorni. Lei dovrà preoccuparsi se, in qualsiasi momento, in due ore consecutive avrà cambiato quattro assorbenti "maxi" o "large" (del tipo "flussi abbondanti" o "per la notte"), oppure se riterrà che le perdite siano eccessivamente abbondanti. In ogni caso per ogni evenienza potrà sempre rivolgersi al “Pronto Soccorso Ginecologico” dell’Ospedale dove troverà sempre (24 ore su 24)un medico che la visiterà e saprà consigliarLa al meglio. Sepsi (presenza di germi patogeni nel sangue) con pericolo di vita in un caso su 100.000. Non ci sono evidenze sull’utilità della profilassi antibiotica ed è un rischio presente con tutte le metodiche per l’aborto. In caso di debolezza, nausea, vomito, diarrea con o senza febbre per più di 24 ore dopo l’ultima somministrazione di Misoprostolo, Lei dovrebbe avvertire urgentemente il Centro ginecologico di riferimento NUOVA GRAVIDANZA Come dopo un aborto chirurgico lei potrà rimanere incinta già nelle prime settimane dopo l'aborto, anche se dovessero persistere ancora delle perdite ematiche. Se vuole evitare una nuova gravidanza adotti subito un sistema contraccettivo; il profilattico è il sistema immediato più sicuro che le consigliamo in attesa di una valutazione con il suo medico. E' consigliabile non avere rapporti con penetrazione fino alla visita di controllo. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 19
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori Allegato 6 CONSENSO INFORMATO PER L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA (IVG) CON METODO FARMACOLOGICO MEDIANTE L’USO DI MIFEPRISTONE (RU486) E MISOPROSTOLO" 1. Ho letto le informazioni che mi sono state consegnate sull'Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) mediante Mifepristone e Misoprostol e ho avuto le risposte alle mie domande sulle implicazioni di questo trattamento, alternativo a quello chirurgico. 2. Ho capito che io sono nelle condizioni di potere scegliere l'aborto con il "metodo farmacologico", poiché dai dati clinici risulta che la mia gravidanza sia dentro l'utero e sia di epoca gestazionale appropriata. 3. Tale metodo implica l'assunzione per via orale di tre compresse di Mifepristone (RU486)( farmaco registrato in Italia per l’interruzione medica di gravidanza intrauterina in corso ) il primo giorno e l'assunzione di 2 compresse di Misoprostol (farmaco registrato in Italia per l’induzione medica alla espulsione del materiale abortivo dopo l’aborto del 1° trimestre ) dopo due giorni, con un'eventuale seconda somministrazione di altre 2 compresse dopo 3 ore. Il mifepristone (RU 486, 19-norsteroide che blocca i recettori del progesterone) viene usato come pretrattamento 36-48 ore prima dell’induzione con le prostaglandine, determinando un aumento della sensibilità del miometrio alle stesse; il mifepristone viene usato al dosaggio di 600 mg (1 RCT , 70 pazienti non ha dimostrato differenze tra 200 e 600 mg rispetto al tasso di aborto entro 24 ore, necessità di revisione, dolore ed incidenza di effetti collaterali) Il misoprostolo, un analogo della PGE1, è stato inizialmente utilizzato per la prevenzione dell’ulcera gastrica in soggetti in terapia con antinfiammatori non steroidei. Il suo impiego in ostetricia per l’induzione dell’aborto nel primo e secondo trimestre e per l’induzione del travaglio di parto è largamente descritto in letteratura e comprende 2 revisioni sistematiche di RCT (Kulier et al., 2011; Alfirevic e Weeks, 2010). L’utilizzo del misoprostolo in ostetricia e ginecologia rispetto alle altre prostaglandine ha il vantaggio di una maggiore maneggevolezza d’uso, maggior stabilità a temperatura ambiente e minor costo. Il suo impiego nell’interruzione della gravidanza è indicato nei seguenti casi : a) preparazione farmacologica della cervice uterina prima dell’interruzione di gravidanza del primo trimestre (sia volontaria che spontanea); b) ivg farmacologica in associazione con mifepristone; c) induzione del travaglio abortivo del 2’ trimestre in associazione con mifepristone. La via di somministrazione vaginale è più efficace rispetto a quella orale ( 3 RCT , 310 pazienti ) o sublinguale ( 3 RCT, 1178 pazienti ), soprattutto nelle nullipare , rispetto all’end-point primario (intervallo tra induzione ed aborto), con minore incidenza di nausea. Tuttavia essendo la % di aborto entro le 24h paragonabile per la via vaginale e sublinguale (91,4%) e in caso di sanguinamento vaginale l'assorbimento può essere inferiore, si preferisce la via sublinguale. L'effetto collaterale maggiore rispetto alla via vaginale è la diarrea. (Tang 2005) Data ____/_____/__________ Firma ______________________________________ 4. Ho capito che dovrò rimanere ricoverata per 3 giorni e che c'è una piccola probabilità (circa il 5-6%) che l'espulsione del prodotto del concepimento possa verificarsi già dopo l'assunzione del Mifepristone (RU486), prima dell'assunzione del Misoprostol. 5. Ho capito che dovrò rimanere in ospedale anche dopo l'assunzione del Misoprostolo e che l'aborto nel 50- 60% dei casi avverrà entro 4 ore e nell'80% dei casi in giornata. So che se dovessi chiedere di essere dimessa, contro il parere dei sanitari, l'espulsione potrebbe avvenire fuori dall'ospedale. 6. Ho capito che in una piccola percentuale di casi (2-3%) l'aborto non avviene completamente e che potrà quindi essere necessario prendere altri provvedimenti medici o chirurgici. A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 20
“Piano per la presa in carico delle richieste di IVG e la definizione di un percorso di integrazione “Territorio-Ospedale-Territorio” ASL BR Coordinamento Consultori 7. Ho capito che, trascorse 24 ore dalla somministrazione del Misoprostol, nel caso di ragionevole certezza che il trattamento non abbia avuto successo, o che io decida di interromperlo, verrà effettuata una valutazione clinica su come proseguire con le seguenti possibilità: a. l'esecuzione dell'aborto chirurgico immediata o nei tempi più brevi possibili, senza dimissione; b. la prosecuzione del tentativo farmacologico con farmaci attualmente disponibili e registrati in Italia per questa indicazione (gemeprost, sulprostone, metilergometrina maleato), sempre in regime di ricovero; c. l'eventuale dimissione nel caso che io decida di proseguire la gravidanza, essendo a conoscenza dei rischi fetali connessi, o di avere una pausa di riflessione prima di riattivare le procedure previste dalla legge n.194 del 1978. In ogni caso mi verrà richiesto di sottoscrivere un nuovo consenso informato. Data ____/____/________ Firma _____________________________ 8. Ho capito che le perdite ematiche vaginali saranno più abbondanti di un normale flusso mestruale e che in una piccola percentuale di casi (1-3%), se persisteranno eccessive, potranno condurre anche alla necessità di una revisione chirurgica della cavità uterina. 9. Mi è stato spiegato che, come per l'aborto chirurgico, perdite ematiche eccessive nei giorni successivi possono comportare anche se raramente l'insorgere di una grave anemia, per cui non si può escludere la rara possibilità di una trasfusione; in tale eventualità mi verrà chiesto di sottoscrivere un ulteriore documento di autorizzazione. 10. So che potrò rinunciare all’aborto farmacologico in qualunque momento, sia per essere inserita nelle ordinarie procedure per l'IVG con metodo chirurgico e sia nel caso volessi proseguire la gravidanza. 11. Sono stata informata che, se dovessi sospendere il trattamento dopo l’assunzione del primo farmaco (Mifepristone RU486) e la gravidanza proseguisse, non vi sarebbero presumibilmente conseguenze aggiuntive ai rischi di malformazioni di ogni gravidanza normale e che il rischio di aborto tornerebbe ad essere quello normale di ogni gravidanza entro pochi giorni. Sono stata informata inoltre che, se la gravidanza dovesse proseguire dopo il trattamento completo (meno dell’1% dei casi), vi sarebbe una probabilità aggiuntiva di malformazioni alla nascita. In sintesi, si tratta di gravi malformazioni che interessano il sistema nervoso centrale e quello periferico, il sistema scheletrico (faccia e arti) e la formazione della vescica. Questo rischio aggiuntivo di malformazioni è inferiore all'1%. Se confermassi la scelta di abortire, mi verrebbe proposto l'aborto chirurgico. Data ____/____/________ Firma ___________________________________ 12. Sono stata informata che il rischio di morte per complicazioni settiche (rischio presente con tutte le metodiche per l’aborto) è stimato in circa 1 su 100.000 aborti e non vi sono evidenze scientifiche sull’utilità della profilassi antibiotica. 13. Mi sono stati spiegati quali sono i prevedibili sintomi che accompagneranno l'aborto e i trattamenti sintomatici consigliati 14. Mi è stato indicato un numero telefonico a cui rivolgermi per consigli e so che potrò recarmi a qualsiasi ora presso la U.O. di Ostetricia e Ginecologia del P.O. “ A. PERRINO” dove è sempre presente un medico. 15. So che dovrò venire tra circa 14- 15 giorni per accertare che l'aborto sia avvenuto senza complicazioni. Decido quindi di accettare il trattamento medico dell'aborto. Tornerò per una visita di controllo il giorno che mi verrà indicato. Data ____/____/________ Firma ___________________________________ Dichiaro che il medico curante mi ha fornito le informazioni riportate sul foglietto illustrativo dei farmaci. Ritengo di aver compreso le informazioni che mi ha fornito il medico e acconsento al trattamento. Dichiaro inoltre che in data ____/____/________ mi sono state consegnate le informative sull’ IVG farmacologica e che le stesse sono state da me lette e comprese Data ____/____/_________ Firma della signora________________________________________ A cura di: dottoressa Grazia Maria Fanelli 21
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