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Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli RELAZIONE GENERALE FASCICOLO 3 RISCHIO SISMICO RISCHIO VULCANICO Giugno 2021
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Pag. 2 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Indice Indice .............................................................................................................................................................. 3 A.2.3. Rischio Sismico ......................................................................................................................... 5 A.2.4. Rischio Vulcanico .................................................................................................................... 30 Pag. 3 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Pag. 4 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico A.2.3. Rischio Sismico Il rischio Sismico, determinato sulla base della combinazione di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione è la misura dei danni attesi in un dato intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, alla capacità sismica delle costruzioni e al livello antropizzazione. Lo scenario dell’evento di riferimento è stato individuato seguendo le disposizioni contenute nelle Linee Guida Regionali per la predisposizione dei Piani di Protezione Civile. In assenza di informazioni specifiche riguardanti le caratteristiche dei singoli edifici, la valutazione delle stesse, propedeutica alla stima della vulnerabilità sismica, è stata condotta sulla base dei dati provenienti dal Censimento ISTAT dell’ottobre 2011. Tali dati, pubblicamente accessibili, sono forniti in forma “aggregata” per Sezioni censuarie, consistono cioè nelle distribuzioni di alcuni parametri riguardanti la popolazione e gli edifici ricadenti nella singola sezione. Il territorio della città metropolitana è composto, in totale, da 10.080 Sezioni Censuarie, per ciascuna delle quali sono disponibili i seguenti dati: Numero di abitanti; Edifici e complessi di edifici (totale); Edifici e complessi di edifici utilizzati; Edifici ad uso residenziale; Edifici e complessi di edifici (utilizzati) ad uso produttivo, commerciale, direzionale/terziario, turistico/ricettivo, servizi, altro; Tipologia strutturale: - Edifici in muratura portante; - Edifici in calcestruzzo armato; - Edifici in altro materiale (acciaio, legno, ecc.); Epoca di costruzione: - Edifici costruiti prima del 1919; - Edifici costruiti dal 1919 al 1945; - Edifici costruiti dal 1946 al 1960; - Edifici costruiti dal 1961 al 1970; - Edifici costruiti dal 1971 al 1980; - Edifici costruiti dal 1981 al 1990; - Edifici costruiti dal 1991 al 2000; - Edifici costruiti dal 2001 al 2005; - Edifici costruiti dopo il 2005; Numero di piani: - Edifici con un piano; - Edifici con 2 piani; - Edifici con 3 piani; - Edifici con 4 piani o più. Dall’analisi delle distribuzioni dei dati si evince che per l’area della città metropolitana sono presenti 293.040 edifici destinati ad uso residenziale di cui il 47% in muratura portante ed il 43% in calcestruzzo armato. Pag. 5 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Figura 1 - Grafico suddivisione in percentuale degli edifici residenziali per tipologia strutturale. Per quanto riguarda le epoche di costruzione il grafico dimostra chiaramente come solo il 4% dell’edificato al 2011 sia post anni 2000, mentre le percentuali maggiori sono relative agli anni 71-80 (20%) e 61-70 (18%). Figura 2 - Grafico suddivisione in percentuale degli edifici residenziali per epoche costruttive. Definizione delle classi di vulnerabilità dell’edificato Per la derivazione degli scenari di danno sono state utilizzate le Matrici di Probabilità di Danno (DPM) basate sui dati di danneggiamento degli edifici raccolti in seguito ai terremoti italiani degli ultimi 30 anni (Zuccaro e Cacace, 2009). Le DPM considerano: Pag. 6 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico 4 differenti Classi di Vulnerabilità, da A a D; 6 livelli di danno (Damage States), da DS0 (nessun danno) - sino a DS5 (collasso). In particolare, Zuccaro e Cacace (2009) fanno riferimento a Classi di Vulnerabilità, livelli di danno (Damage States) ed Intensità Macrosismica (MS) definite in accordo a quanto riportato nell’European Macroseismic Scale 1998 (Grünthal, 1998).La procedura utilizzata per la associazione delle Classi di Vulnerabilità agli edifici residenziali segue la classificazione della Scala Macrosismica Europea, EMS-98 (Grünthal, 1998), riportata nella figura seguente. Quest’ultima individua le Classi di Vulnerabilità suddividendole, innanzitutto, in relazione alla tipologia strutturale (edifici in muratura, edifici in cemento armato, edifici in acciaio o in legno). In secondo luogo, per ciascuna tipologia strutturale sono individuate delle ulteriori sotto-classi in relazione alla tipologia di orizzontamento, per gli edifici in muratura, ed in relazione al grado di progettazione antisismica, per gli edifici in calcestruzzo armato. L’EMS-98 permette di assegnare un margine di discrezionalità nell’attribuzione della Classe di Vulnerabilità (CdV) dell’edificio. Per ciascuna tipologia di edifici è possibile individuare la CdV (indicata in figura con un cerchio). Nella stessa figura, con tratto pieno, se presente, è individuata una classificazione alternativa in relazione a determinate caratteristiche dell’edificio che possono ridurre o aumentare la sua vulnerabilità, e quindi modificare la Classe di appartenenza. Allo stesso modo, con linea tratteggiata, è riportata la CdV da associare all’edificio in casi particolari, qualora si possa assumere che questo sia dotato di dispositivi e/o che abbia determinate caratteristiche che possono modificare notevolmente la propria classe di attribuzione. I fattori che permettono di individuare la CdV più probabile riguardano lo stato di conservazione dell’edificio, la qualità della costruzione, fattori di irregolarità in pianta ed in elevazione, il livello di progettazione sismico, ecc. Figura 3 - Classi di Vulnerabilità secondo la European Macroseismic Scale (Grünthal, 1998). Pag. 7 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico La procedura utilizzata per la definizione delle Classi di Vulnerabilità (CdV) degli edifici adottata nel presente studio ha come unità di riferimento il “singolo edificio”. In relazione alla tipologia strutturale verticale e all’epoca di progettazione/costruzione a ciascun edificio è associata una CdV. La classe di vulnerabilità che viene assegnata agli edifici in calcestruzzo armato è determinata in funzione del livello di progettazione antisismica dell’edificio. Tale livello è correlato all’epoca di progettazione/costruzione dell’edificio e, pertanto, alle normative tecniche vigenti in quel periodo. Per tali ragioni si presume che gli edifici costruiti precedentemente al 1981 siano stati progettati in assenza di criteri sismici, così come riportato in Di Pasquale et al. (2005); gli autori affermano che solo gli edifici progettati e costruiti successivamente alla Legge n.64/1974 e al corrispondente decreto attuativo D.M. n.40/1975 situati in un Comune classificato in zona sismica possono resistere efficacemente ad azioni indotte dai terremoti. In definitiva, gli edifici progettati/costruiti prima del 1981 sono definiti da una CdV “C”, ovvero “B” nel caso di cattivo stato manutentivo, in quanto, secondo la classificazione dell’EMS-98, siffatti edifici non sono stati progettati per resistere ad azioni simiche (Reinforced Concrete RC frame without Earthquake-Resistant Design ERD – Strutture a telaio senza progettazione antisismica). Viceversa, gli edifici progettati/costruiti dopo il 1981, caratterizzati da un livello moderato di resistenza alle azioni sismiche (RC frame with moderate ERD) sono definiti da una CdV “D”, ovvero “C” nel caso di cattivo stato di manutenzione. Da un’attenta analisi bibliografica e, in particolare, dallo studio del “Censimento di vulnerabilità a campione dell'edilizia corrente dei centri abitati, nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia” https://emidius.mi.ingv.it/GNDT2/Pubblicazioni/Lsu_bis/sommario_Lsu_Bis_con_intestazione.html) risulta che la la classe più bassa in cui ricadono gli edifici in calcestruzzo armato è la “B”. Nessun edificio in c.a. ricade in classe A se non per delle eccezioni che non è stato possibile rilevare dal database dell’ISTAT. La procedura per la definizione della CdV per gli edifici in muratura è meno esplicita e diretta rispetto al caso degli edifici in cemento armato, a causa della mancata conoscenza di alcuni parametri utili a tal fine. Il database ISTAT permette solo l’individuazione della tipologia strutturale, senza fornire informazioni sulla tipologia di orizzontamento, né sulla qualità e tessitura della struttura portante. L‘assenza di queste informazioni risulta pregiudizievole alla definizione della CdV per gli edifici in muratura, in accordo con la classificazione dell’EMS-98. Per definire la CdV degli edifici in muratura si utilizzano, nel presente studio, le statistiche riportate nel lavoro di Di Pasquale et al. (2006), che riporta la correlazione tra la CdV degli edifici in muratura e l’epoca di costruzione dell’edificio, ottenuta da uno studio statistico di un campione di 50.000 edifici raccolti in seguito al terremoto dell’Irpinia, riportata nella seguente tabella. Classe di Vulnerabilità Anni di Costruzione A B C < 1919 0.74 0.23 0.03 1919 - 1945 0.52 0.40 0.06 1946 - 1960 0.25 0.47 0.28 1961 - 1971 0.04 0.31 0.65 1972 - 1991 0.02 0.19 0.79 Tabella 1 - Matrice di correlazione tra l’epoca di costruzione e la Classe di Vulnerabilità [da Di Pasquale et al. (2006)]. Pag. 8 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Pertanto è stato possibile attribuire ad ognuno degli edifici censiti nelle celle censuarie dell’ISTAT 2011 la propria classe di vulnerabilità. Le modalità di attribuzione della classe e le caratteristiche dell’edificato per ogni singola cella censuaria sono riportati negli shapefiles e nelle tabelle del Sistema Informativo implementato a supporto del Piano. Il riepilogo di seguito riportato evidenzia come il 56% dell’edificato rientri nella classe di vulnerabilità C. CdV A CdV B CdV C CdV D Tot 32781 57803 163747 38177 Tabella 2 - Riepilogo numero di edifici attribuiti ad ogni singola classe. Figura 4 - Grafico classe di vulnerabilità degli edifici Definizione della pericolosità sismica L’inquadramento sismogenetico e l’analisi storica dei terremoti che hanno colpito il territorio sono riportati nel precedente paragrafo “Inquadramento sismogenetico e definizione del rischio”. A partire dalle suddette informazioni, è stata attribuita ad ogni singola cella censuaria il valore di accelerazione massima su suolo rigido e orizzontale (PGA), relativo al punto della griglia più prossimo alla stessa per il quale è stato calcolato dall’INGV (web gis online dell’INGV di Milano) il valore di pericolosità sismica di base. In funzione delle direttive delle Linee Guida Regionali 2013 sono stati considerati i due seguenti scenari di riferimento: periodo di ritorno (TR) di 101 anni - relativo ad un‘emergenza di rilevanza locale effettuato in maniera cautelativa per un valore di intensità macrosismica IEMS pari a 7; periodo di ritorno (TR) 475 anni - relativo ad un‘emergenza di rilevanza nazionale effettuato in maniera cautelativa per un valore di intensità macrosismica IEMS pari a 8. Pag. 9 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Le cartografie prodotte (Tavole di pericolosità sismica) sono riportate in allegato. Valutazione Scenari di danno Poiché la finalità ultima di un Piano di Emergenza è la predisposizione delle azioni di intervento a farsi in caso di evento si ritiene opportuno focalizzare l’attenzione sulla vulnerabilità dell’edificato. La valutazione della vulnerabilità, intesa come la sua predisposizione ad essere danneggiato da un evento di sismico di una fissata severità, ha l’obiettivo di definire un modello interpretativo capace di stimare un danno fisico (in termini probabilistici) in funzione dell’intensità o della PGA/spettro. Per la valutazione degli scenari di danno si utilizza una procedura probabilistica di simulazione Monte Carlo, secondo la quale per ogni edificio generato, si identificano i parametri tipologici-funzionali dai dati ISTAT 2011 (tipologia strutturale, epoca di costruzione) relativi alla generica sezione censuaria; in relazione a quest’ultimi si associa: la probabilità di appartenere ad una Classe di Vulnerabilità, variabile da “A” a “D”; le corrispondenti Matrici di Probabilità di Danno (DPM) relative a predefiniti livelli di danno (Damage States, DS). In funzione delle DPM e dei parametri del moto del suolo sono ricavate le distribuzioni di danno (Del Gaudio et al., 2017). In Figura 5sono riportate le DPM di (Zuccaro e Cacace, 2009), per le 4 Classi di Vulnerabilità e per i 5 livelli di danno (DS). In particolare, in (Zuccaro e Cacace, 2009) i livelli di danno (Damage States) e l’Intensità Macrosismica (IEMS) sono definite in accordo a quanto riportato nell’European Macroseismic Scale 1998 (Grünthal, 1998). Figura 5 - Matrice di Probabilità di Danno Cumulata derivate da (Zuccaro e Cacace, 2009) per edifici Pag. 10 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Nel dettaglio, nel caso di uno scenario macrosismico, una curva di vulnerabilità correla l’intensità ad un istogramma di danno D ( 0,1,2, ,4,5), espresso dal danno medio (mean damage grade D –parametro continuo 0 D 5) e da una appropriata distribuzione probabilistica. Questo approccio macrosismico è basato sulla vulnerabilità osservata, in quanto tali curve sono ottenute, per classi di edifici, in funzione dei dati rilevati durante i censimenti del danno in seguito ad eventi sismici di differente intensità. I livelli di danno sono stati definiti in accordo con la recente scala macrosismica, in particolare con la EMS98 - European Macroseismic Scale - (Grunthal 1998): nessun danno; danno lieve; danno medio; danno grave; danno molto grave; collasso. Per ogni intensità, il danno medio D (mean damage grade) può essere definito in funzione della probabilità Pk di ogni livello di danno Dk. Sarebbe possibile procedere ad una valutazione di tipo probabilistico e ricorrere alla seguente distribuzione binomiale che stima la probabilità Pk (k=0,1,2,3,4,5) associate ad ogni livello di danno: Si sottolinea che per applicare tale metodologia, sarebbe necessario provvedere ad un approfondimento in campo, attuando una campagna specifica di rilevamenti. Queste valutazioni possono essere utili per definire scenari più dettagliati, finalizzati, per esempio, ad individuare la probabilità di collasso di ogni singolo edificio (P5) o la probabilità che un edificio sia dichiarato inagibile dopo l’evento sismico (P3+P4+P5). Pag. 11 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Figura 6 - Livelli di danno in funzione del materiale di costruzione degli edifici – costruzioni in muratura. Figura 7 - Livelli di danno in funzione del materiale di costruzione degli edifici – costruzioni in cemento armato. Pag. 12 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico La curva di vulnerabilità è definita da due parametri: l’indice di vulnerabilità V e un coefficiente di duttilità Q, che dovrebbe essere valutato in funzione dei dati dell’edificio. Il rilievo del danno dopo un evento sismico e la definizione di una scala macrosismica (EMS98) permette di definire un modello di vulnerabilità osservazionale, attraverso la correlazione tra l’intensità I di un terremoto e il danno medio D, che rappresenta il valore medio dell’istogramma di probabilità dei livelli di danno Dk (k=0,1,2,3,4,5). Le curve di vulnerabilità sono definite come segue: Come anticipato, il modello è definito da due parametri, l’indice di vulnerabilità V e l’indice di duttilità Q. L’indice di vulnerabilità V varia tra 0 e 1 nel caso delle sei tipologie di edifici definite dalla scala EMS98; per gli edifici in muratura, ad esempio, V è maggiore di 0.4. Nel caso delle chiese, V assume valori compresi tra 0.67 e 1.22. Un incremento pari a 0.16 significa che è necessario incrementare di un grado l’intensità del terremoto per produrre lo stesso livello di danno. L’indice di duttilità Q rappresenta il coefficiente di incremento di danno per un incremento dell’intensità. Se Q = 2.3 (come per gli edifici) un livello di intensità corrisponde ad un livello di danno; valori maggiori di Q sono tipici strutture duttili. Valori di riferimento per altre tipologie di edifici monumentali possono essere dedotti dall’osservazioni dei danni a tali tipologie di edifici o in funzione di un giudizio esperto. Pertanto, una volta nota la pericolosità sismica, si può calcolare il livello di danno atteso di ogni struttura (scenario di danno) e definire una lista di edifici classificati in funzione del loro grado di vulnerabilità. Il danno medio D, dato dalla precedente equazione, rappresenta un parametro sintetico per la definizione dello scenario di danno. Pertanto, per la definizione dello scenario di danno, una volta definita l’intensità Macrosismica di riferimento (moltiplicando il fattore di amplificazione stratigrafica per la PGA su suolo rigido e poi utilizzando la formula di Margottini, 1992) sono state utilizzate le Matrici di Probabilità di Danno (DPM), basate sui dati di danneggiamento degli edifici raccolti in seguito ai terremoti italiani degli ultimi 30 anni e proposte da Zuccaro e Cacace (2009). Lo studio degli scenari di danno è stata effettuata suddividendo il territorio sulla base delle Sezioni Censuarie. L’analisi dello scenario di rischio sismico è stato effettuato facendo riferimento alle linee guida regionali considerando eventi con tempi di ritorno di 101 anni (generalmente associabile ad una emergenza di rilevanza locale) e con un periodo di ritorno di 475 anni (generalmente associabile ad una emergenza di rilevanza nazionale). In pratica per il generico edificio lo scenario di danno è ottenuto seguendo i seguenti step: Definizione del valore dell’accelerazione massima su suolo rigido ed orizzontale (PGA) per lo scenario di riferimento, valutata per ogni singola cella censuaria; Definizione del valore del coefficiente di amplificazione stratigrafico (NTC 2018), in funzione delle caratteristiche geologiche del suolo per ogni singola cella censuaria (l’attribuzione è stata fatta sulla basa della digitalizzazione della carta geologica provinciale dove ad ogni litotipo è stata attribuita Pag. 13 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico una categoria di suolo di riferimento in funzione di una copiosa documentazione di riferimento basata su studi geologici allegati ai piani regolatori vigenti ed altri lavori a base geologica); Definizione della Classe di Vulnerabilità dell’edificio; Associazione delle curve di fragilità/DPM (Zuccaro & Cacace, 2009) per i 5 differenti livelli di danno (damage levels) alla Classe di Vulnerabilità dell’edificio; Calcolo dell’intensità Macrosismica attesa per lo scenario di riferimento: dalle curve di fragilità si valuta lo scenario di danno sismico dell’edificio. L’analisi così descritta ha permesso di restituire le cartografie allegate che riepilogano, per ogni cella censuaria, la percentuale di edifici residenziali inagibili sul totale della cella, per lo scenario TR 101 e TR 475. I dati per ogni singola cella censuaria sono riportati anche negli shape filesdel Sistema Informativo implementato a supporto del Piano. In particolare, le tavole allegate permettono di valutare, per cella censuaria, le aree a maggior rischio (che sono relative alle celle con maggior presenza di strutture e maggiormente vulnerabili). La legenda delle Carte degli edifici inagibili a causa di un evento sismico (riportata nella figura seguente) evidenzia a sinistra (colori pastello dal ciano al rosso) rappresentano i range delle percentuali di edifici inagibili rispetto al totale di ogni cella censuaria, mentre a destra riporta con colori più scuri (dal verde scuro al viola) la popolazione residente in media per ogni singolo edificio residenziale. Il calcolo degli abitanti per edificio residenziale è stato effettuato sulla base di una media aritmetica in funzione del numero di edifici rispetto al numero degli abitanti. Figura 8 - Legenda della Carta degli edifici inagibili per rischio sismico Pag. 14 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Di seguito si riportano dati e grafici riepilogativi dei risultati ottenuti. Figura 9 -Percentuale di edifici agibili, parzialmente agibili ed inagibili sul totale – TR101 COMUNE Edifici agibili Edifici parzialmente agibili Edifici inagibili Acerra 4375 1009 668 Afragola 4893 1270 1003 Agerola 1496 402 313 Anacapri 1333 388 331 Arzano 1827 500 422 Bacoli 2921 775 591 Barano d'Ischia 1998 514 369 Boscoreale 3038 804 627 Boscotrecase 1532 471 437 Brusciano 1391 367 284 Caivano 3229 879 710 Calvizzano 991 229 157 Camposano 749 189 136 Capri 1430 384 302 Carbonara di Nola 370 89 59 Cardito 1404 357 257 Casalnuovo di Napoli 2672 657 472 Casamarciano 467 112 72 Casamicciola Terme 1467 411 339 Casandrino 973 221 134 Casavatore 580 137 92 Pag. 15 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Edifici agibili Edifici parzialmente agibili Edifici inagibili Casola di Napoli 416 109 85 Casoria 3461 776 494 Castellammare di Stabia 2913 751 566 Castello di Cisterna 746 170 111 Cercola 1113 264 175 Cicciano 1444 377 284 Cimitile 780 227 197 Comiziano 232 64 52 Crispano 908 197 112 Ercolano 3389 1011 920 Forio 3259 847 619 Frattamaggiore 1971 563 468 Frattaminore 1111 296 224 Giugliano in Campania 8406 1766 1019 Gragnano 2115 510 333 Grumo Nevano 1122 278 192 Ischia 2723 767 634 Lacco Ameno 929 238 168 Lettere 746 176 111 Liveri 293 68 43 Marano di Napoli 3716 817 500 Mariglianella 866 208 141 Marigliano 3201 815 591 Massa di Somma 499 134 107 Massa Lubrense 2508 726 628 Melito di Napoli 1494 331 214 Meta 545 178 181 Monte di Procida 1576 442 375 Mugnano di Napoli 2364 560 382 Napoli 26617 7614 6651 Nola 3696 938 690 Ottaviano 3328 806 558 Palma Campania 1842 518 447 Piano di Sorrento 862 251 227 Pimonte 653 166 120 Poggiomarino 3047 737 506 Pollena Trocchia 1079 256 170 Pomigliano d'Arco 2831 803 679 Pompei 2936 720 486 Portici 1575 471 418 Pozzuoli 5132 1230 840 Pag. 16 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Edifici agibili Edifici parzialmente agibili Edifici inagibili Procida 1761 541 505 Qualiano 1828 420 260 Quarto 2666 621 385 Roccarainola 937 222 148 San Gennaro Vesuviano 1409 338 227 San Giorgio a Cremano 988 282 237 San Giuseppe Vesuviano 3708 956 698 San Paolo Bel Sito 379 99 80 San Sebastiano al Vesuvio 747 186 129 San Vitaliano 530 140 110 Sant'Agnello 664 196 176 Sant'Anastasia 2550 605 394 Sant'Antimo 2589 610 402 Sant'Antonio Abate 2503 568 348 Santa Maria la Carità 1379 317 198 Saviano 2140 548 406 Scisciano 916 228 160 Serrara Fontana 806 244 220 Somma Vesuviana 4376 1055 724 Sorrento 1179 316 248 Striano 1185 280 183 Terzigno 2367 541 339 Torre Annunziata 2271 615 521 Torre del Greco 5391 1493 1189 Trecase 979 279 237 Tufino 444 130 117 Vico Equense 3178 741 475 Villaricca 2298 492 305 Visciano 693 176 129 Volla 1440 323 196 Tabella 3 - Elenco del numero di edifici agibili parzialmente agibili ed inagibili suddiviso su base comunale – TR101 Totale Edifici agibili 201.878 Totale Edifici parzialmente inagibili 51.905 Totale Edifici inagibili 39.236 Totale edifici residenziali 293.020 Tabella 4 - Valutazione del numero di edifici agibili, parzialmente agibili ed inagibili sul totale – TR101 Pag. 17 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Figura 10 -Percentuale di edifici agibili, parzialmente agibili ed inagibili sul totale – TR475 COMUNE Edifici agibili Edifici parzialmente agibili Edifici inagibili Acerra 3789 1161 1102 Afragola 4098 1418 1649 Agerola 1249 449 512 Anacapri 1084 427 542 Arzano 1504 552 694 Bacoli 2451 871 966 Barano d'Ischia 1696 582 604 Boscoreale 2542 900 1027 Boscotrecase 1215 508 716 Brusciano 1165 411 465 Caivano 2678 977 1164 Calvizzano 855 262 259 Camposano 637 215 222 Capri 1193 429 495 Carbonara di Nola 319 102 97 Cardito 1192 405 421 Casalnuovo di Napoli 2279 747 775 Casamarciano 404 129 119 Casamicciola Terme 1208 454 556 Casandrino 851 257 220 Casavatore 500 158 151 Casola di Napoli 348 122 139 Pag. 18 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Edifici agibili Edifici parzialmente agibili Edifici inagibili Casoria 3017 900 815 Castellammare di Stabia 2456 846 928 Castello di Cisterna 647 197 183 Cercola 961 304 287 Cicciano 1216 424 465 Cimitile 632 248 323 Comiziano 192 71 85 Crispano 801 232 184 Ercolano 2715 1097 1508 Forio 2756 958 1012 Frattamaggiore 1615 621 764 Frattaminore 932 332 366 Giugliano in Campania 7426 2078 1688 Gragnano 1826 587 545 Grumo Nevano 961 317 314 Ischia 2239 847 1037 Lacco Ameno 790 270 275 Lettere 648 204 182 Liveri 254 79 70 Marano di Napoli 3256 952 826 Mariglianella 745 238 232 Marigliano 2717 923 968 Massa di Somma 415 149 175 Massa Lubrense 2038 795 1030 Melito di Napoli 1301 383 355 Meta 419 188 297 Monte di Procida 1291 486 615 Mugnano di Napoli 2035 642 629 Napoli 21638 8328 10916 Nola 3133 1060 1132 Ottaviano 2855 922 916 Palma Campania 1505 569 734 Piano di Sorrento 694 273 373 Pimonte 555 188 197 Poggiomarino 2616 843 830 Pollena Trocchia 932 294 279 Pomigliano d'Arco 2317 885 1112 Pompei 2522 826 794 Portici 1267 514 684 Pozzuoli 4414 1408 1379 Procida 1396 583 828 Pag. 19 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Edifici agibili Edifici parzialmente agibili Edifici inagibili Qualiano 1594 488 426 Quarto 2321 720 631 Roccarainola 808 256 243 San Gennaro Vesuviano 1214 387 373 San Giorgio a Cremano 809 311 388 San Giuseppe Vesuviano 3139 1082 1141 San Paolo Bel Sito 317 111 131 San Sebastiano al Vesuvio 639 213 211 San Vitaliano 443 156 180 Sant'Agnello 534 213 289 Sant'Anastasia 2206 698 645 Sant'Antimo 2239 701 661 Sant'Antonio Abate 2187 662 571 Santa Maria la Carità 1201 369 325 Saviano 1809 619 666 Scisciano 782 259 263 Serrara Fontana 645 264 361 Somma Vesuviana 3759 1207 1189 Sorrento 984 353 406 Striano 1025 323 300 Terzigno 2062 628 556 Torre Annunziata 1871 678 857 Torre del Greco 4468 1663 1941 Trecase 800 307 388 Tufino 357 142 192 Vico Equense 2758 857 779 Villaricca 2016 574 506 Visciano 587 200 211 Volla 1260 377 323 Tabella 5 - Elenco del numero di edifici agibili parzialmente agibili ed inagibili suddiviso su base comunale– TR475 Edifici agibili 170.238 58.414 Edifici parzialmente inagibili Edifici inagibili 64.378 Totale edifici residenziali 293.031 Tabella 6 -Valutazione del numero di edifici agibili, parzialmente agibili ed inagili sul totale – TR475 La minima differenza sul totale degli edifici presenti nel set di dati considerato è imputabile alle approssimazioni dei calcoli svolti per ogni singola cella censuaria (vedi anche tabelle allegate). Pag. 20 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Valutazione sfollati e perdite umane Il numero delle perdite in termini di sfollati e di morti e feriti è stato effettuato sulla base dell’approccio proposto in Zuccaro & Cacace (2011), che permette di ricavare l’impatto in termini di sfollati e perdite umane (morti e feriti) attraverso formulazioni empiriche ottenute dai dati osservati sui terremoti passati. La valutazione è stata effettuata sia per l’evento sismico con tempi di ritorno pari a 101 anni che per l’evento sismico con tempi di ritorno pari a 475 anni. Di seguito si riportano i dati ed i grafici riepilogativi dei risultati ottenuti aggregando i dati per comune (in quanto la valutazione sulla base delle celle censuarie restituisce valori bassissimi poco rappresentativi). Codice COMUNE Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente 15063001 Acerra 1 3 6117 10.83 15063002 Afragola 2 6 8429 13.21 15063003 Agerola 1 2 1032 13.99 15063004 Anacapri 1 2 1090 16.65 15063005 Arzano 1 3 4688 13.42 15063006 Bacoli 1 3 3667 13.76 15063007 Barano d'Ischia 0 2 1265 12.80 15063008 Boscoreale 1 3 3728 13.58 15063009 Boscotrecase 1 3 1836 17.63 15063010 Brusciano 0 2 2090 13.05 15063011 Caivano 1 4 5558 14.76 15063012 Calvizzano 0 1 1445 11.52 15063013 Camposano 0 1 673 12.55 15063014 Capri 0 2 1024 14.98 15063015 Carbonara di Nola 0 0 254 11.01 15063016 Cardito 0 1 2870 12.86 15063017 Casalnuovo di 1 2 5724 11.77 Napoli 15063018 Casamarciano 0 0 351 10.74 15063019 Casamicciola 1 2 1231 15.23 Terme Pag. 21 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Codice COMUNE Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente 15063020 Casandrino 0 0 1314 9.89 15063021 Casavatore 0 0 2162 11.59 15063022 Casola di Napoli 0 0 538 13.96 15063023 Casoria 1 2 8568 10.89 15063024 Castellammare di 1 3 9664 14.65 Stabia 15063025 Castello di Cisterna 0 0 775 10.41 15063026 Cercola 0 1 1982 10.93 15063027 Cicciano 0 1 1627 12.82 15063028 Cimitile 0 1 1118 15.76 15063029 Comiziano 0 0 258 14.01 15063030 Crispano 0 0 1134 9.13 15063064 Ercolano 2 7 8875 16.53 15063031 Forio 1 3 2148 12.94 15063032 Frattamaggiore 1 3 4604 15.22 15063033 Frattaminore 0 1 2160 13.75 15063034 Giugliano in 1 3 9714 8.93 Campania 15063035 Gragnano 0 1 3414 11.57 15063036 Grumo Nevano 0 1 2147 11.91 15063037 Ischia 1 4 2895 15.49 15063038 Lacco Ameno 0 1 592 12.66 15063039 Lettere 0 0 659 10.70 15063040 Liveri 0 0 177 10.57 15063041 Marano di Napoli 1 2 5825 10.18 15063042 Mariglianella 0 1 851 11.23 15063043 Marigliano 1 3 3689 12.20 Pag. 22 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Codice COMUNE Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente 15063092 Massa di Somma 0 1 786 14.07 15063044 Massa Lubrense 1 4 2286 16.31 15063045 Melito di Napoli 0 1 3393 9.19 15063046 Meta 0 2 1601 20.10 15063047 Monte di Procida 1 2 2017 15.55 15063048 Mugnano di Napoli 1 2 3799 11.01 15063049 Napoli 14 46 158302 16.46 15063050 Nola 1 3 4311 12.69 15063051 Ottaviano 1 2 2774 11.78 15063052 Palma Campania 1 3 2235 15.00 15063053 Piano di Sorrento 0 2 2128 16.38 15063054 Pimonte 0 1 772 12.87 15063055 Poggiomarino 1 2 2495 11.77 15063056 Pollena Trocchia 0 1 1476 10.92 15063057 Pomigliano d'Arco 1 4 5918 14.76 15063058 Pompei 1 2 2946 11.58 15063059 Portici 1 3 9074 16.27 15063060 Pozzuoli 1 3 9083 11.30 15063061 Procida 1 4 1876 18.34 15063062 Qualiano 0 1 2549 10.30 15063063 Quarto 0 1 3877 9.89 15063065 Roccarainola 0 1 871 12.15 15063066 San Gennaro 0 1 1275 11.52 Vesuviano 15063067 San Giorgio a 0 1 6588 14.47 Cremano 15063068 San Giuseppe 1 3 3589 13.07 Pag. 23 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Codice COMUNE Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente Vesuviano 15063069 San Paolo Bel Sito 0 0 464 13.56 15063070 San Sebastiano al 0 0 1076 11.74 Vesuvio 15063075 San Vitaliano 0 1 858 13.80 15063090 Santa Maria la 0 1 1182 10.08 Carità 15063071 Sant'Agnello 0 1 1520 16.83 15063072 Sant'Anastasia 1 1 2870 10.51 15063073 Sant'Antimo 0 1 3750 11.00 15063074 Sant'Antonio Abate 0 1 1969 10.07 15063076 Saviano 1 2 2008 12.97 15063077 Scisciano 0 1 677 11.72 15063078 Serrara Fontana 0 2 555 17.54 15063079 Somma Vesuviana 1 3 4078 11.79 15063080 Sorrento 0 1 2496 15.07 15063081 Striano 0 1 899 10.96 15063082 Terzigno 0 1 1772 10.21 15063083 Torre Annunziata 1 4 6969 16.01 15063084 Torre del Greco 2 6 12829 14.93 15063091 Trecase 0 2 1460 16.01 15063085 Tufino 0 1 613 16.20 15063086 Vico Equense 1 1 2554 12.25 15063087 Villaricca 0 1 2749 9.15 15063088 Visciano 0 1 571 12.55 15063089 Volla 0 1 2328 10.13 Tabella 7 -Valutazione delle perdite umane e degli sfollati per comune per un evento sismico definito da un periodo di ritorno di 101 anni. Pag. 24 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Codice Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente Acerra 15063001 4 13 10077 17.84677086 Afragola 15063002 8 29 13863 21.72269402 Agerola 15063003 2 8 1688 22.89995187 Anacapri 15063004 3 10 1783 27.231319 Arzano 15063005 4 13 7696 22.03062724 Bacoli 15063006 4 14 5998 22.5081289 Barano d'Ischia 15063007 2 8 2069 20.94132086 Boscoreale 15063008 5 16 6112 22.26193553 Boscotrecase 15063009 4 15 3009 28.89128792 Brusciano 15063010 2 7 3429 21.41641116 Caivano 15063011 5 19 9115 24.20627427 Calvizzano 15063012 1 3 2385 19.02039832 Camposano 15063013 1 3 1102 20.53568686 Capri 15063014 2 8 1677 24.55545273 Carbonara di Nola 15063015 0 1 416 18.04374519 Cardito 15063016 2 5 4694 21.02864958 Casalnuovo di 19.36748106 Napoli 15063017 3 10 9417 Casamarciano 15063018 0 1 576 17.5968559 Casamicciola 24.93669778 Terme 15063019 3 10 2015 Casandrino 15063020 0 1 2159 16.24187798 Casavatore 15063021 1 2 3543 18.98315361 Casola di Napoli 15063022 1 2 882 22.90475116 Casoria 15063023 3 8 14084 17.90741422 15063024 4 13 15832 24.00760138 Castellammare di Pag. 25 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Codice Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente Stabia Castello di Cisterna 15063025 1 2 1279 17.16887534 Cercola 15063026 1 3 3254 17.95053792 Cicciano 15063027 2 7 2661 20.95957881 Cimitile 15063028 2 6 1831 25.8183824 Comiziano 15063029 0 1 423 22.96851804 Crispano 15063030 0 1 1866 15.03511454 Ercolano 15063064 9 31 14551 27.10823979 Forio 15063031 3 13 3511 21.15555891 Frattamaggiore 15063032 4 13 7523 24.87749905 Frattaminore 15063033 1 5 3530 22.47479921 Giugliano in 14.79497845 Campania 15063034 5 12 16096 Gragnano 15063035 2 4 5582 18.91613921 Grumo Nevano 15063036 1 3 3514 19.50466496 Ischia 15063037 5 18 4739 25.35750359 Lacco Ameno 15063038 1 3 967 20.67489099 Lettere 15063039 1 1 1077 17.50643674 Liveri 15063040 0 1 291 17.34148517 Marano di Napoli 15063041 2 7 9599 16.77988791 Mariglianella 15063042 1 3 1398 18.45959023 Marigliano 15063043 4 12 6045 19.98517977 Massa di Somma 15063092 1 3 1288 23.05680778 Massa Lubrense 15063044 5 20 3747 26.72915694 Melito di Napoli 15063045 1 4 5632 15.25024237 Meta 15063046 2 7 2632 33.02853242 Pag. 26 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Codice Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente Monte di Procida 15063047 3 12 3309 25.50664242 Mugnano di Napoli 15063048 2 7 6254 18.12520185 Napoli 15063049 61 217 259694 26.99515106 Nola 15063050 4 16 7073 20.81670634 Ottaviano 15063051 3 10 4554 19.34168532 Palma Campania 15063052 4 15 3671 24.63015191 Piano di Sorrento 15063053 2 8 3495 26.90359223 Pimonte 15063054 1 2 1264 21.07022044 Poggiomarino 15063055 3 9 4095 19.31136562 Pollena Trocchia 15063056 1 3 2426 17.94930926 Pomigliano d'Arco 15063057 5 20 9687 24.16737497 Pompei 15063058 3 7 4817 18.93532476 Portici 15063059 4 13 14835 26.60344518 Pozzuoli 15063060 5 16 14949 18.60346371 Procida 15063061 5 18 3076 30.07733059 Qualiano 15063062 1 3 4178 16.88546437 Quarto 15063063 1 4 6368 16.23644006 Roccarainola 15063065 1 2 1426 19.89871023 San Gennaro 18.8942022 Vesuviano 15063066 1 4 2092 San Giorgio a 23.64805186 Cremano 15063067 2 7 10765 San Giuseppe 21.36400217 Vesuviano 15063068 5 14 5868 San Paolo Bel Sito 15063069 1 2 764 22.31341877 San Sebastiano al 19.20469059 Vesuvio 15063070 1 2 1760 San Vitaliano 15063075 1 3 1409 22.6478858 Pag. 27 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico COMUNE Codice Morti Feriti Sfollati % Sfollati/popolazione ISTAT residente Santa Maria la 16.52961728 Carità 15063090 1 2 1938 Sant'Agnello 15063071 2 6 2492 27.6044708 Sant'Anastasia 15063072 2 5 4709 17.25129376 Sant'Antimo 15063073 2 7 6163 18.06825014 Sant'Antonio Abate 15063074 2 3 3233 16.53919952 Saviano 15063076 3 9 3291 21.24929799 Scisciano 15063077 1 3 1110 19.21489586 Serrara Fontana 15063078 2 7 909 28.73840734 Somma Vesuviana 15063079 4 13 6694 19.3525323 Sorrento 15063080 2 6 4089 24.68582109 Striano 15063081 1 3 1474 17.97007425 Terzigno 15063082 2 4 2913 16.77436362 Torre Annunziata 15063083 5 17 11462 26.33765581 Torre del Greco 15063084 8 28 20947 24.37906001 Trecase 15063091 2 7 2390 26.20811067 Tufino 15063085 1 4 1006 26.57094648 Vico Equense 15063086 2 6 4194 20.12344415 Villaricca 15063087 2 6 4563 15.18445567 Visciano 15063088 1 3 935 20.55474639 Volla 15063089 1 2 3826 16.64209238 Tabella 8 - Valutazione delle perdite umane e degli sfollati per comune per un evento sismico definito da un periodo di ritorno di 475 anni. Dalle tabelle sopra riportate, risulta che per un evento sismico con tempo di ritorno di 101 anni la percentuale di senzatetto stimata rispetto al totale numero abitanti varia dal 7,8 % (Comune di Giugliano in Campania) fino al 20% (Comune di Meta). Per un evento sismico con un tempo di ritorno di 475 anni, invece, la percentuale stimata di senzatetto rispetto al numero totale di abitanti varia da un minimo di 12% (Comune di Giugliano in Campania) al 33%(Comune di Meta). Pag. 28 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico In generale i Comuni più impattati da terremoto sia caratterizzato da tempo di ritorno 101 anni sia da 475 anni risultano i seguenti: Meta, Procida, Boscotrecase, Serrara Fontana, Ercolano, Tufino, Sant'Agnello, Portici, Torre Annunziata, Napoli, Piano di Sorrento, Trecase, Massa Lubrense. Le modalità operative, in sintesi, sono riportate al fascicolo 8 "Modalità Operative" - pag. 47 e nell'Allegato 3 sono riportate le azioni da porre in essere dai diversi soggetti coinvolti e le procedure operative per funzioni supporto del C.C.S. Pag. 29 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico A.2.4. Rischio Vulcanico Gli eventi vulcanici rientrano nelle emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell'uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo (art.7, co.1 lett. c - D.Lgs.2 gennaio 2018, n.1). Pertanto, lo sviluppo delle propedeutiche attività scientifiche e l’elaborazione dei relativi piani di emergenza vede come motore istituzionale principale il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri che opera d’intesa con le Regioni e gli Enti locali interessati [art.8 co.1 lett. d) ed e) - D.Lgs.2 gennaio 2018, n.1]. Per l’area vulcanica vesuviana e dei Campi Flegrei, il suddetto Dipartimento ha attuato tali funzioni operative in piena sintonia con la Regione Campania che, a sua volta, ha promosso e garantito la partecipazione degli Enti Locali coinvolti. Per il rischio vulcanico è stata prodotta una tavola di macroscenario (VUL) che racchiude le zone a rischio dell’area vulcanica vesuviana e dei Campi Flegrei. Un paragrafo distinto è dedicato al fenomeno del bradisismiche consiste in un lento movimento di sollevamento e abbassamento del suolo. Il meccanismo del bradisismo non è stato ancora completamente compreso, è opinione consolidata che le cause del fenomeno risiedano in variazioni del sistema vulcanico. L’aumento di temperatura e di pressione nelle rocce del sottosuolo determinano infatti il sollevamento dell’area che va da Capo Miseno e Baia fino a Posillipo, secondo una geometria a “cupola” centrata sulla città di Pozzuoli. VESUVIO L’evento di riferimento Il documento “Scenari e livelli di allerta per il Vesuvio” – anno 2012 del Gruppo di lavoro della Commissione Nazionale individua come evento di riferimento per il Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio un’eruzione esplosiva sub-Pliniana, confermando quanto già assunto nel Piano del 2001. Questo scenario prevede: la formazione di una colonna eruttiva sostenuta alta diversi chilometri; la caduta di bombe vulcaniche e blocchi nell'immediato intorno del cratere e di particelle di dimensioni minori (ceneri e lapilli) anche a diverse decine di chilometri di distanza; la formazione di flussi piroclastici che scorrerebbero lungo le pendici del vulcano per alcuni chilometri. L’attività sismica potrà precedere l’eruzione e accompagnarne le diverse fasi, causando danni particolarmente gravi agli edifici già appesantiti dal carico dei prodotti emessi nella prima fase dell’eruzione. Gli scenari eruttivi attesi Per la definizione dello scenario di riferimento, è stata valutata la probabilità di accadimento di diversi scenari, corrispondenti a tre tipi di eruzioni esplosive (Pliniana con Indice di Esplosività vulcanica VEI=5, sub- Pliniana con VEI=4 e stromboliana violenta VEI=3). Pag. 30 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico Sulla base degli studi statistici, per il Vesuvio risulterebbe più probabile (di poco superiore al 70%) l’evento di minore energia (VEI=3), tuttavia gli esperti hanno ritenuto che lo scenario di riferimento da assumere dovesse essere un’eruzione esplosiva sub-Pliniana con VEI=4 per le seguenti motivazioni: ha una probabilità condizionata di accadimento piuttosto elevata (di poco inferiore al 30%); corrisponde ad una scelta ragionevole di “rischio accettabile” considerato che la probabilità che questo evento venga superato da un’eruzione Pliniana con VEI 5 è di solo 1%; dati geofisici non rivelano la presenza di una camera magmatica superficiale con volume sufficiente a generare un’eruzione di tipo Pliniano. Le aree a rischio previste per un’eruzione sub-pliniana, assunta come scenario di riferimento per il nuovo Piano Vesuvio, coprono anche quelle previste per un’eruzione stromboliana, di minore energia. Tuttavia, il Dipartimento Nazionale sottolinea che nonostante sia stato individuato come evento di riferimento un’eruzione sub-pliniana, allo stato attuale delle conoscenze, qualora si presentassero fenomeni legati ad una probabile riattivazione, non sarebbe possibile stabilire dall’analisi dei precursori di quale tipo sarà l’eventuale eruzione. Le aree di pericolosità Sulla base dello scenario di riferimento e delle aree a diversa pericolosità sono state definite le due zone del Piano (rossa e gialla) per le quali sono previste differenti misure operative. Figura 11 - Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio: delimitazione zona rossa e zona gialla (2015) Pag. 31 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico La “zona rossa” è l’area per cui l’evacuazione preventiva è l’unica misura di salvaguardia della popolazione in quanto è esposta all’invasione di flussi piroclastici e notevole accumulo di depositi piroclastici con conseguente elevato rischio di crollo delle coperture degli edifici. L'allontanamento della popolazione è previsto che avvenga in 72 ore simultaneamente per tutti i comuni interessati e prevede lo spostamento dalle aree di attesa in ambito comunale ai punti di incontro posti fuori dalla zona rossa per poi raggiungere le aree di prima accoglienza nelle Regioni e Provincie Autonome gemellate. Si riportano di seguito i Comuni ricadenti nella zona rossa: Codice ISTAT Comuni ricadenti nella “zona rossa” 63008 Boscoreale 63009 Boscotrecase 63026 Cercola 63064 Ercolano 63092 Massa di Somma 63049 Napoli (Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio) 63050 Nola 63051 Ottaviano 63052 Palma Campania 63055 Poggiomarino 63056 Pollena Trocchia 63057 Pomigliano d'Arco 63058 Pompei 63059 Portici 63066 San Gennaro Vesuviano 63067 San Giorgio a Cremano 63068 San Giuseppe Vesuviano 63070 San Sebastiano al Vesuvio 63072 Sant'Anastasia 63079 Somma Vesuviana 63082 Terzigno 63083 Torre Annunziata 63084 Torre del Greco 63091 Trecase Tabella 9 Comuni della città metropolitana di Napoli ricadenti nella "zona rossa" del Vesuvio Pag. 32 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico La “zona gialla” è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione del Vesuvio è esposta alla significativa ricaduta di cenere vulcanica e di materiali piroclastici. Infatti, l’evento di riferimento per l’aggiornamento della pianificazione, cioè un’eruzione di tipo sub-pliniano, prevede la formazione di una colonna eruttiva di ceneri e gas vulcanici che può innalzarsi per 10-20 km sopra la bocca del vulcano. Raggiunta questa altezza, la colonna eruttiva è normalmente piegata dal vento e il materiale solido ricade al suolo, nell’area sottovento, dando luogo a una continua e fitta pioggia di cenere e lapilli. In poche ore, la continua emissione di questo materiale può portare ad accumuli considerevoli di ceneri vulcaniche nel raggio di 10-15 km dal vulcano. Spessori minori ma comunque importanti ai fini della pianificazione possono interessare un’area di 300-1000 kmq e distanze di 20-50 km dal Vesuvio. L’estensione dell’area esposta alla ricaduta di ceneri vulcaniche dipende dall’altezza della colonna eruttiva, dalla direzione e dalla velocità del vento presente al momento dell’eruzione. I Comuni interessati, come previsto nella D.G.R. Campania n.29 del 9/2/2015 e dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 16/11/2015, sono 63, di cui 29 della città metropolitana di Napoli, e dovranno adeguare la propria pianificazione di emergenza tenendo conto di questa problematica, identificando le strutture sicure staticamente per un pronto ricovero dei cittadini e seguendo le indicazioni regionali e nazionali nel caso che si debba provvedere a evacuare la popolazione, in tutto o in parte, fuori dal Comune. La pianificazione di emergenza dovrà prevedere l’adozione di specifiche azioni di salvaguardia per le categorie più vulnerabili, ivi comprese misure di evacuazione cautelativa della popolazione e possibili allontanamenti temporanei di popolazione residente in edifici vulnerabili rispetto ai carichi da accumulo di cenere nonché di difficile accessibilità. Le strategie operative dovranno essere diversificate e attuabili in maniera “dinamica” nell’ambito dei rispettivi Piani di Emergenza dal momento che l’area sottovento esposta alla ricaduta di cenere non è individuabile preventivamente, ma solo ad evento in corso, in modo da poter opportunamente predisporsi a fronteggiare i diversi possibili scenari. Oltre al problema del collasso dei tetti, la deposizione delle ceneri vulcaniche può produrre, a livello locale, l’intasamento delle fognature, difficoltà di circolazione degli automezzi, interruzione di linee elettriche e di comunicazione, possibilità di arresto di motori. I comuni della città metropolitana di Napoli compresi nella zona gialla sono: Agerola, Brusciano, Camposano, carbonara di Nola, Casalnuovo di Napoli, Castellammare di Stabia, Castello di Cisterna, Cimitile, Comiziano, Gragnano, Lettere, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Meta, Nola, Pimonte, Pomigliano d'Arco, San Paolo Belsito, San Vitaliano, Santa Maria la Carità, Sant'Antonio Abate, Saviano, Scisciano, Striano, Tufino, Vico Equense, Visciano, Volla e le circoscrizioni del comune di Napoli, Barra, Ponticelli, San Giovanni a Teduccio. I livelli di allerta I livelli di allerta sono quelli già previsti nel Piano del 2001, ovvero un livello verde (base), un livello giallo (attenzione), un livello arancione (pre-allarme) e un livello rosso (allarme), in conformità con quanto previsto per la maggior parte dei vulcani monitorati sul nostro pianeta. I quattro livelli di allerta scandiscono il tempo che precede una possibile ripresa di attività eruttiva (si veda successivo par. A.3.2.3). Attualmente il livello di allerta al Vesuvio è verde, ossia non si registra alcun fenomeno anomalo rispetto all’ordinaria attività che caratterizza da decenni il vulcano. Il passaggio da un livello di allerta al successivo corrisponde alla variazione dei parametri (sismicità, deformazione del suolo, composizione dei gas nelle fumarole, ecc.) ordinariamente monitorati, 24 ore su 24, dal sistema di monitoraggio gestito dall’Osservatorio Vesuviano dell’INGV e comporta un aumento progressivo della probabilità di riattivazione Pag. 33 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico eruttiva del vulcano. Di conseguenza si modula la risposta crescente del sistema di protezione civile, che culmina con l’evacuazione della popolazione presente nella zona rossa (livello di allarme).(Fonte: Dipartimento Nazionale Protezione Civile) Provvedimenti normativi In relazione al Piano di Emergenza Nazionale, i provvedimenti sin qui formalizzati dallo Stato sono i seguenti: 1. Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14/02/2014 (G.U. n.108 del 12/05/2014) con cui: a. è stata riperimetrata la “Zona Rossa”, ovverosia l’area da sottoporre ad evacuazione cautelativa per salvaguardare le vite umane dagli effetti di una possibile eruzione del Vesuvio; b. è stato aggiornato l’elenco dei gemellaggi tra i Comuni campani coinvolti e le Regioni o Province Autonome incaricate di garantire l’assistenza alla popolazione vesuviana cautelativamente evacuata (vedi schema seguente); Figura 12 – Schema dei Gemellaggi – Vesuvio c. è stato incaricato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile di provvedere, d’intesa con la Regione Campania, alla emanazione di specifiche indicazioni per l’aggiornamento delle rispettive pianificazioni di emergenza ai fini dell’evacuazione cautelativa della popolazione della “Zona Rossa”. Tale provvedimento è stato preceduto da un’intesa azione di concertazione e di coinvolgimento della Regione Campania e dei Comuni interessati che è culminata con l’adozione della Deliberazione di Giunta Regionale n.250 del 26/07/201 “Delimitazione della zona rossa 1 e della zona rossa 2 del piano di emergenza dell'area vesuviana. Presa d'atto delle proposte comunali.” (B.U.R.C. n.41 del 29/07/201 ). Pag. 34 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico 2. Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile 02/02/2015 con cui sono state emanate le indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza per rischio vulcanico della zona rossa dell’area vesuviana (G.U. n.75 del 1/0 /2015), che sono state oggetto di ripetuti approfondimenti con la Regione Campania, così come previsto al punto 3 della direttiva del PCM. La Regione Campania è individuata come referente dei seguenti piani di settore: Allontanamento della popolazione della Zona Rossa; Sanità; Telecomunicazioni di emergenza. 3. Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 16/11/2015 (G.U. n.13 del 18/01/2016) con cui: a. è stata perimetrata la “Zona gialla”, ovverosia l’area esposta a ricaduta di materiale piroclastico e comprende i comuni che ricadono anche parzialmente all'interno della curva di isocarico di 300 kg/m² (equivalenti a 30 cm di accumulo) con la probabilità di superamento del valore di carico (300 kg/m²) pari al 5%; Figura 13 – Stralcio di mappa del carico da cenere con probabilità di superamento del 5% (Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio – Allegato 2) Figura 14 – Legenda stralcio di mappa del carico da cenere con probabilità di superamento del 5%(Piano nazionale di emergenza per il Vesuvio – Allegato 2) Pag. 35 di 52
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 3 - Rischio sismico e vulcanico b. è stato incaricato il Capo del Dipartimento della Protezione Civile di provvedere, d’intesa con la Regione Campania, alla emanazione di specifiche indicazioni per l’aggiornamento delle rispettive pianificazioni di emergenza ai fini della salvaguardia della popolazione della Zona gialla. Tale provvedimento è stato preceduto da un’intesa azione di concertazione e di coinvolgimento della Regione Campania e dei Comuni interessati che è culminata con l’adozione della Deliberazione di Giunta Regionale n.29 del 09/02/2015 “Delimitazione della zona gialla del piano di emergenza dell'area vesuviana.” (B.U.R.C. n.10 del 16/02/2015). I provvedimenti formalizzati, ad oggi, dalla Regione Campania sono i seguenti: 1. Delibera della Giunta Regionale n. 250 del 26/07/2013 con oggetto: "Delimitazione della zona rossa 1 e della zona rossa 2 del piano di emergenza dell'area vesuviana. presa d'atto delle proposte comunali." 2. Delibera della Giunta Regionale n. 29 del 09/02/2015 con oggetto: "Delimitazione della zona gialla del piano di emergenza dell'area vesuviana." 3. Delibera di Giunta Regionale n. 245 del 07/06/2016, inerente alla firma dei protocolli d’intesa e l’individuazione dei referenti per il gruppo di lavoro “Monitoraggio”. Viene stabilito che, per conto della Regione Campania, i protocolli d’intesa per l’attuazione dei gemellaggi saranno firmati dal Presidente della Giunta. 4. Delibera di Giunta Regionale n. 497 del 22/09/2016, inerente all’approvazione dell’allegato tecnico di cui alla precedente delibera. Con tale documento viene conferita piena operatività ai protocolli d’intesa tra Comuni della Zona Rossa e Regioni e Province autonome gemellate. 5. Delibera di Giunta Regionale n. 8 del 17/01/2017, inerente all’allontanamento della popolazione della zona rossa del Vesuvio, approvazione delle aree di incontro per il trasporto assistito, e dei relativi cancelli di accesso alla viabilità di allontanamento principale (si veda schemi seguenti). 6.A giugno 2019 sono stati sottoscritti i gemellaggi tra Comuni della zona Rossa del Vesuvio e dei Campi Flegrei e le Regioni e le Province Autonome italiane. L’iter per la sottoscrizione dei protocolli per l’accoglienza post evacuazione in caso di rischio vulcanico è infatti terminato con l’approvazione delle necessarie delibere di Giunta sia da parte dei 31 Comuni inclusi nella zona rossa, 25 nell’area Vesuviana e 7 in quella Flegrea (Napoli è inclusa, con parte del proprio territorio in entrambe le pianificazioni) che delle Regioni ospitanti. CAMPI FLEGREI I Campi Flegrei sono una vasta area vulcanica attiva, di oltre dieci chilometri di diametro, formata da una depressione detta “caldera” centrata sulla città di Pozzuoli, che si estende da Monte di Procida a Posillipo. Rispetto ai vulcani centrali, caratterizzati da eruzioni frequenti che avvengono da un unico cratere e dalla deposizione di materiali vulcanici che portano all’edificazione di coni (colate di lava e prodotti piroclastici), le caldere mostrano struttura e comportamenti significativamente diversi. La grande maggioranza delle Pag. 36 di 52
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