Piano Faunistico Venatorio Regionale - PROPOSTA DI CONTENUTI 14 05 2021 - Regione Lombardia
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Piano Faunistico Venatorio Regionale PROPOSTA DI CONTENUTI 14 05 2021
Autorità proponente Regione Lombardia - Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi U.O. Sviluppo di Sistemi Forestali, Agricoltura di Montagna, Uso e Tutela del Suolo Agricolo e Politiche Faunistico Venatorie Coordinamento Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste Struttura Servizi tecnici per il settore agroforestale Gruppo di lavoro Eugenio Carlini, Barbara Chiarenzi, Alessandra Gagliardi, Francesco Bisi, Stefania Bologna, Chiara De Franceschi, Stefania Mazzaracca, Ambrogio Molinari, Carlo Morelli, Martina Spada, Stefano Sivieri, con la supervisione scientifica di: Adriano Martinoli, Damiano Preatoni, Lucas Wauters
Normativa di riferimento - I Per la stesura del Piano (art.12 l.r. 26/93) si farà riferimento principalmente alle seguenti normative internazionali e comunitari: • Convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971. Relativa alle zone umide di importanza internazionale soprattutto come habitat degli uccelli acquatici. • Convenzione di Bonn del 23 giugno 1979. Relativa alla conservazione delle specie migratrici. • Convenzione di Berna del 19 settembre 1979. Relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa. • Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992. Direttiva del Consiglio relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. • Convenzione di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992. Relativa alla diversità biologica. • Direttiva 2009/147/CEE del 30 novembre 2009. Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio concernente la conservazione degli uccelli selvatici. • Regolamento (UE) N. 1143/2014. del 22 ottobre 2014 ha disposto “norme atte a prevenire, ridurre al minimo e mitigare gli effetti negativi sulla biodiversità causati dall’introduzione e dalla diffusione, sia deliberata che accidentale, delle specie esotiche invasive all'interno dell'Unione”. Sono stati approvati successivamente tre regolamenti esecutivi che integrano l’elenco delle specie oggetto di regolamento (2016/1141, 2017/1263, 2019/1262).
Normativa di riferimento - II Per la stesura del Piano (art.12 l.r. 26/93) si farà riferimento principalmente alle seguenti normative nazionali: • Decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448. Esecuzione della convenzione relativa alle zone umide d'importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971. • Legge 24 novembre 1978, n. 812. Adesione alla convenzione internazionale per la protezione degli uccelli, adottata a Parigi il 18 ottobre 1950, e sua esecuzione. • Legge 5 agosto 1981, n. 503. Ratifica ed esecuzione della convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa, con allegati, adottata a Berna il 19 settembre 1979. • Legge 25 gennaio 1983, n. 42. Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla conservazione delle specie migratorie appartenenti alla fauna selvatica, con allegati, adottata a Bonn il 23 giugno 1979. • Legge 6 dicembre 1991, n. 394 Legge quadro sulle aree protette. • Legge 11 febbraio 1992, n. 157 Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. • Legge 14 febbraio 1994, n. 124. Ratifica ed esecuzione della Convenzione sulla biodiversità, con annessi, fatta a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992. • Decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357. Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.
Normativa di riferimento - III Per la stesura del Piano (art.12 l.r. 26/93) si farà riferimento principalmente alle seguenti normative nazionali: • … • Decreto Ministeriale 3 settembre 2002. Linee guida per la gestione dei siti della Rete Natura 2000. • Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Norme in materia ambientale. • Decreto Ministeriale 17 ottobre 2007 n 184. Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS). • Legge 28 dicembre 2015, n. 221. Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali. • Legge 7 luglio 2016, n. 122. Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2015-2016.
Premessa - I Il documento di Piano sarà suddiviso in due parti. La prima comprenderà una serie di informazioni relative alla fauna selvatica presente sul territorio regionale e alla gestione faunistica e venatoria in atto. La seconda parte illustrerà criteri e indirizzi per conservare e gestire la fauna selvatica presente e per migliorare l’attività faunistico- venatoria. Con riferimento all’articolo 12 e ai relativi commi della sopracitata l.r. 26/93, il PFVR si pone i seguenti obiettivi specifici: 1. conoscenza della consistenza faunistica, del prelievo venatorio e dei danni provocati dalla fauna selvatica; 2. individuazione e mappatura delle utilizzazioni territoriali aventi stretta connessione con la gestione faunistico- venatoria; 3. caratterizzazione delle tipologie territoriali ai fini della definizione dei regimi di tutela della fauna selvatica; 4. elaborazione di carte delle potenzialità e delle vocazioni faunistiche; 5. elaborazione di proposte gestionali, finalizzate al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle diverse specie e in particolare alla protezione delle specie in diminuzione, alla conservazione e ripristino delle zone umide e alla salvaguardia delle zone montane per l’incremento e il controllo della tipica fauna selvatica alpina; 6. individuazione di indirizzi per una razionale utilizzazione dell'intero territorio agro-silvo-pastorale ai fini faunistico-venatori; 7. organizzazione delle attività di conoscenza della consistenza faunistica mediante la definizione di criteri omogenei di monitoraggio; 8. promozione di studi e indagini di interesse faunistico-ambientale, con particolare riguardo allo sviluppo della conoscenza del patrimonio faunistico in generale e delle specie di interesse faunistico-venatorio-gestionale; identificazione di percorsi di formazione per i soggetti coinvolti nelle attività di gestione faunistico-venatoria.
Premessa - II Il Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR) intende promuovere lo sviluppo e il miglioramento delle basi conoscitive e gestionali delle popolazioni faunistiche presenti sul territorio regionale e, al contempo, fornire uno strumento di riferimento per la successiva pianificazione faunistica e venatoria a livello locale. Il Piano contiene dati e informazioni sulla situazione faunistico-venatoria lombarda e fornisce indirizzi per la gestione delle specie di maggiore interesse e per l’esercizio dell’attività venatoria. L’elaborato è il risultato degli aggiornamenti/adeguamenti, relativi al quadro conoscitivo e normativo nonché alle sopravvenute esigenze in termini di conservazione della biodiversità e gestione faunistico-venatoria sostenibile, della proposta di P.F.V.R. predisposta dalla Giunta Regionale e trasmessa al Consiglio Regionale (D.g.r. 19 dicembre 2016 - n. X/6017)). La proposta tecnica del P.F.V.R., elaborata nel 2016, era il risultato delle analisi e valutazioni ambientali effettuate nel Rapporto Ambientale, dei pareri espressi dai soggetti competenti in materia ambientale, delle osservazioni inviate dai soggetti interessati e dal pubblico, dei contributi delle Direzioni Generali nell’ambito del Nucleo Tecnico Regionale VAS, del parere obbligatorio espresso dall’autorità competente per la Valutazione d’Incidenza (decreto dirigenziale n. 282 del 20/01/2016) e del parere motivato VAS espresso dall’Autorità competente per la VAS (decreto dirigenziale n. 9713 del 05/10/2016).
Proposta di indice del PFVR - I VOLUME I 1. Introduzione 1.1. Premessa 1.2. Obiettivi 1.3. Normativa di riferimento Parte prima: Conoscere 2. Specie di fauna selvatica 2.1. Specie trattate 2.2. Contenuti delle schede e chiave di lettura 2.2.1 Nome comune e nome scientifico 2.2.2 Cartografie 2.2.3 Fenologia 2.2.4 Quadro distributivo 2.2.5 Consistenza della popolazione
Proposta di indice del PFVR - II 2.2.6 Stato di conservazione 2.2.7 Fattori di pressione e minaccia 2.2.8 Interesse venatorio 2.2.9 Problematicità 2.2.10 Fonte dei dati 3. Popolazione venatoria 4. Prelievo venatorio 4.1. Avifauna migratoria 4.2. Fauna stanziale 4.2.1 Uccelli 4.2.2 Mammiferi 4.3. Analisi dei piani di prelievo 5. Danni causati dalla fauna selvatica 5.1. Analisi dei dati raccolti 5.1.1 Analisi dei danni complessivi causati da fauna selvatica 5.1.2 Analisi dei danni all’agricoltura causati da fauna selvatica 5.1.3 Analisi dei danni da sinistri stradali causati da fauna selvatica 6. Valichi montani
Proposta di indice del PFVR - III 7. Cartografia delle emergenze naturalistiche e della gestione faunistico-venatoria 7.1. Emergenze naturalistiche 7.1.1 Parchi e Riserve Naturali 7.1.2 Patrimonio Forestale regionale 7.1.3 Monumenti Naturali 7.1.4 Siti della Rete Natura 2000 7.2. Istituti di gestione faunistico-venatoria 7.2.1 Ambiti Territoriali di Caccia 7.2.2 Comprensori Alpini di Caccia 7.2.3 Oasi di protezione della fauna 7.2.4 Zone di Ripopolamento e Cattura 7.2.5 Aziende Faunistico Venatorie 7.2.6 Aziende Agro-Turistiche-Venatorie
Proposta di indice del PFVR - IV Parte seconda: Conservare e Gestire 8. Suddivisione del territorio regionale in aree omogenee 8.1. Premessa 8.2. Criteri per l’individuazione della Zona Alpi 9. Territorio agro-silvo-pastorale (TASP) regionale 9.1. Definizione di una metodologia unitaria per l’individuazione del TASP regionale 9.1.1 Metodologia di calcolo 9.1.2 Definizione del protocollo di calcolo 9.1.3 Dati di base 9.1.4 Identificazione degli strati informativi per la definizione del TASP 10. Criteri gestionali 10.1. Carte delle potenzialità e delle vocazioni faunistiche 10.1.1 Aggiornamento della cartografia di vocazionalità e di distribuzione potenziale di alcune specie 10.1.2 Definizione di valori indicativi di densità e presenza 10.2. Criteri gestionali delle specie di maggior interesse
Proposta di indice del PFVR - V 11. Programma di protezione delle specie in diminuzione 12. Zone umide 12.1. Introduzione 12.2. Normativa di riferimento 12.3. Elenco aree umide di maggior interesse 12.4. Minacce 12.5. Obiettivi di conservazione e priorità di intervento 12.6. Criteri di gestione 13. Programmazione dell’attività faunistico – venatoria 13.1. Unità di gestione faunistico-venatoria 449 13.1.1 Comprensori Alpini di Caccia (CAC) e Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) 13.1.2 Centri pubblici di riproduzione di fauna selvatica 13.1.3 Istituti a iniziativa privata 13.1.4 Istituti di protezione
Proposta di indice del PFVR - VI 13.2. Vigilanza 13.2.1 Rapporto numerico minimo tra gli agenti di vigilanza dipendenti dalle province e il TASP 13.2.2 Organizzazione della vigilanza nelle zone di protezione 13.2.3 Organizzazione della vigilanza nel territorio a caccia programmata 13.3. Centri di recupero della fauna selvatica 13.4. Miglioramenti ambientali 13.5. Immissioni faunistiche 13.6. Allevamenti 13.7. Prevenzione e controllo dei danni prodotti dalla fauna selvatica 13.8. Sorveglianza e gestione sanitaria 13.9. Immissione in commercio e consumo di carni di selvaggina
Proposta di indice del PFVR - VII 14. Standard minimi di monitoraggio 14.1. Premessa 14.2. Metodologie per la determinazione della distribuzione e consistenza 14.3. Metodologie di rilievo dei dati relativi al prelievo venatorio e di controllo 14.4. Metodologie di rilievo dei dati relativi a danni e sinistri stradali 14.4.1 Premessa 14.4.2 Metodologie di rilievo dei dati relativi a danni 14.4.3 Metodologie di rilievo dei dati relativi a sinistri stradali 15. Indagini, Ricerche scientifiche, corsi di formazione e aggiornamento 15.1. Introduzione 15.2. Ricerche scientifiche: proseguimento di indagini a medio e lungo termine già intraprese e/o in corso di svolgimento a livello regionale 15.3. Indagini e Ricerche scientifiche previste dal piano faunistico venatorio regionale 15.4. Stesura di linee guida per la gestione faunistica e faunistico venatoria 15.5. Attività di formazione e di divulgazione 15.5.1 Corsi di Formazione e aggiornamento 16. Bibliografia
Proposta di indice del PFVR - VIII VOLUME II Specie di uccelli e mammiferi presenti allo stato selvatico in Lombardia CARTOGRAFIA • Emergenze naturalistiche e Istituti di gestione faunistico-venatoria • Modello di distribuzione potenziale della Pernice bianca • Modello di distribuzione potenziale del Gallo forcello • Modello di distribuzione potenziale del Gallo cedrone • Modello di distribuzione potenziale della Coturnice • Modello di distribuzione potenziale della Lepre bianca • Modello di distribuzione potenziale del Cinghiale • Modello di distribuzione potenziale del Cervo • Modello di distribuzione potenziale del Capriolo • Modello di distribuzione potenziale del Camoscio • Modello di distribuzione potenziale dello Stambecco • Modelli di distribuzione potenziale del Lupo • Modelli di distribuzione potenziale dell’Orso bruno • Modelli di distribuzione potenziale dello Sciacallo dorato
Il sistema di obiettivi e argomenti/azioni - I 1. Specie di fauna selvatica. In relazione allo stato di conservazione, Obiettivo dell’azione 1 è definire quali sono le all’interesse venatorio e alla problematicità gestionale, e in merito ai dati specie di maggior interesse faunistico- disponibili (dal 2002 al 2019) il PFVR fornirà un aggiornamento del quadro venatorio-gestionale in Lombardia, per distributivo, della consistenza, dello stato di conservazione e dei fattori di sostanziare le azioni di pianificazione di cui alle pressione/minaccia (legati o meno all’attività venatoria) delle specie di successive azioni 8, 9, 10 e 11. mammiferi e uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico in Lombardia. L’aggiornamento del quadro delle conoscenze delle specie verrà realizzato mediante la produzione di schede specie specifiche nelle quali verranno sintetizzati: Fenologia, Quadro distributivo, Consistenza della popolazione, Stato di conservazione, Fattori di pressione e di minaccia, Valore conservazionistico, Indicazioni sulla fonte dei dati. In base alla disponibilità dei dati, le schede verranno corredate da rappresentazione grafica relativa alla distribuzione potenziale (vocazionalità), alla distribuzione attuale e, ove necessario, verrà prodotta una carta relativa all’idoneità gestionale. 2. Popolazione venatoria e prelievo. Sarà fornito un quadro di sintesi sui Obiettivo dell’azione 2 è descrivere per quanto i dati del periodo 2002-2019, relativo all’analisi della popolazione venatoria e dati disponibili lo permettano, le caratteristiche, al prelievo effettuato. dinamiche, andamenti e ripartizioni della popolazione venatoria lombarda. I dati forniranno elementi per sviluppare l’azione 12. Per quanto riguarda le informazioni sul prelievo i dati raccolti serviranno a sviluppare le azioni 1, 8 e 9.
Il sistema di obiettivi e argomenti/azioni - II 3. Danni causati da fauna selvatica. L’analisi dei danni causati dalla fauna Obiettivo dell’azione 3 è fornire informazioni per selvatica (dal 2002 al 2019), in particolar modo relativamente alle differenti sviluppare le azioni 8 e 10, sulla base del peso tipologie (danni da sinistri stradali e danni all’agricoltura) e alle specie delle diverse specie rispetto all’entità dei danni prioritariamente responsabili, sostanzierà il quadro conoscitivo in merito provocati e ai relativi indennizzi erogati. alla valutazione della problematicità gestionale delle specie. 4. Valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna in Obiettivo dell’azione 4 è, sulla base delle Lombardia. Saranno indicati i valichi montani individuati dal Consiglio conoscenze scientifiche e tecniche disponibili, regionale. sarà predisposto un percorso di studio sulle migrazioni che interessano la Regione, che verrà ripreso nella successiva azione 15. 5. Cartografie emergenze naturalistiche e gestione faunistico-venatoria. Obiettivo dell’Azione 5 è disporre di un adeguato Sarà effettuata un’analisi della cartografia relativa alle emergenze quadro cartografico-informativo per sviluppare le naturalistiche e alle utilizzazioni territoriali aventi stretta connessione con la azioni 8, 9, 11 e 12. gestione faunistico-venatoria. Nello specifico verranno prese in considerazione: ATC, CAC, OASI, ZRC, FONDI CHIUSI E RUSTICI, AFV, AATV, per le quali esista cartografia in formato digitale, i Parchi, i siti Rete natura 2000, la Rete Ecologica Regionale e tutti gli istituti di protezione esistenti sul territorio (indipendentemente che su di essi viga o meno il divieto di caccia).
Il sistema di obiettivi e argomenti/azioni - III 6. Suddivisione del territorio regionale in aree omogenee. Saranno Obiettivo dell’azione 6 è definire i criteri che permetterà definiti i criteri per la delimitazione della Zona Alpi. alla Giunta regionale, successivamente all’approvazione del PFVR, di individuare la Zona Alpi. 7. Territorio agro-silvo-pastorale (TASP) regionale. Sarà proposta una Obiettivo dell’azione 7 è la definizione di un criterio metodologia di calcolo e un sistema per la sua applicazione a livello univoco per il calcolo del TASP a livello di intero territorio regionale. regionale. 8, Criteri gestionali. Saranno forniti i criteri gestionali per le specie, di Obiettivi dell’azione 8 sono: maggior interesse, cacciabili, non cacciabili e problematiche. Saranno - predisposizione della cartografia della vocazionalità e fornite indicazioni per regimi di tutela diversificati in relazione ad aree della potenzialità faunistica del territorio regionale per omogenee individuate sul territorio regionale, nonché criteri di alcune specie di interesse faunistico-venatorio, operando massima per specifici programmi di conservazione / protezione / anche la verifica e il confronto con quelli sviluppati nei riduzione numerica, a seconda delle esigenze gestionali delle specie o diversi PFVP. gruppi di specie, e per i miglioramenti ambientali. - definizione dei valori di densità ottimale per alcune specie di interesse faunistico-venatorio tramite anche il confronto tra la cartografia di potenzialità ambientale e le conoscenze contenute nei PFVP. - definizione di indirizzi tecnici gestionali per il raggiungimento degli obiettivi di ottimale densità faunistica di alcune specie di interesse faunistico- venatorio e di adeguata strutturazione dei rispettivi popolamenti.
Il sistema di obiettivi e argomenti/azioni - IV 9 Programma di protezione delle specie in diminuzione. In relazione Obiettivo dell’azione 9 è quello di individuare programmi alle risultanze emerse dall’aggiornamento dei dati relativi alle di protezione finalizzati alla conservazione delle specie in conoscenze delle specie di fauna selvatica presenti in Lombardia e ai diminuzione sul territorio regionale. risultati dell’analisi del prelievo, saranno sviluppati dei programmi di protezione per le specie per le quali è stata riscontrata una significativa diminuzione della popolazione sul territorio regionale. 10. Standard minimi di monitoraggio. Saranno proposte modalità Obiettivo dell’azione 10 è quello di fornire criteri omogenee di rilevazione con standard minimi di monitoraggio omogenei di raccolta dati per un più adeguato (metodologie e informazioni minime da raccogliere) relativamente a monitoraggio delle popolazioni faunistiche a livello distribuzione, consistenza, prelievo venatorio e in controllo, biometrie regionale. di prelevati e ritrovati morti, danni, sinistri stradali. Saranno utilizzate Nel PFVR saranno definite modalità omogenee di modalità in accordo con le indicazioni ISPRA, la bibliografia scientifica, raccolta dati per permettere analisi future più puntuali ed i programmi regionali di monitoraggio già in essere. utili al monitoraggio delle diverse attività di gestione faunistico venatoria a livello regionale. 11. Zone umide. Sarà proposto un programma di conservazione e Obiettivo dell’azione 11 sarà quello di programmare le ripristino delle zone umide più importanti per la tutela dell’avifauna priorità di conservazione e ripristino rispetto alle aree migratoria, con definizione dei relativi obiettivi. umide di maggior interesse per le specie di interesse faunistico-venatorio.
Il sistema di obiettivi e argomenti/azioni - V 12. Programmazione dell’attività venatoria. Il Piano espliciterà i criteri Obiettivo dell’azione 12 è fornire i criteri per relativi all’individuazione e all’organizzazione dei diversi istituti di l’organizzazione del territorio in relazione agli Istituti di gestione faunistico-venatoria previsti dalla l.r. n. 26/93 e che saranno Gestione e di Tutela. poi la base per l’approvazione dei PFVT. In particolare, saranno trattati i criteri per: − oasi di protezione; − zone di ripopolamento e cattura; − centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica allo stato naturale; − centri privati di riproduzione di fauna selvatica allo stato naturale; − zone e periodi per l'addestramento, l'allenamento e le gare di cani; − ambiti territoriali e comprensori alpini di caccia; − la determinazione dell’indennizzo in favore dei conduttori dei fondi rustici per i danni arrecati dalla fauna selvatica e domestica inselvatichita alle produzioni agricole e alle opere approntate su fondi rustici vincolati per gli scopi di cui alle lettere a), b) e c) dell’art. 14; − la corresponsione degli incentivi in favore dei proprietari o conduttori dei fondi agricoli, singoli o associati, che si impegnino alla tutela e al ripristino degli habitat naturali e all’incremento della fauna selvatica nelle zone di cui alle lettere a) e b) dell’art. 14; − l’identificazione delle zone in cui sono collocati e collocabili gli appostamenti fissi.
Il sistema di obiettivi e argomenti/azioni - VI 13 Istituti ad iniziativa privata. Per AFV e AATV saranno illustrati i Obiettivo dell’azione 13 è verificare i criteri per nuovi criteri minimi/massimi per l’individuazione dei territori da l’individuazione dei territori da destinare alla costituzione destinare alla costituzione di aziende faunistico venatorie, di aziende di aziende faunistico venatorie, di aziende agrituristico- agrituristico-venatorie e per poter richiedere rinnovi e nuove venatorie e di centri privati di riproduzione della fauna concessioni. selvatica allo stato naturale. 14 Rapporto numerico minimo tra gli agenti di vigilanza dipendenti Obiettivo dell’azione 14 è individuare, anche sulla base dalle province e dalla Città Metropolitana di Milano ed il territorio agro- degli orientamenti forniti dall’INFS (ora ISPRA), silvo-pastorale. indicazioni di indirizzo. 15 Ricerche scientifiche, corsi di formazione e aggiornamento. Obiettivo dell’azione 15 è in base ai contenuti precedenti Saranno individuate le tematiche per le quali si ritiene prioritario e alla necessità di definire priorità di utilizzo rispetto agli prevedere lo svolgimento di specifiche ricerche tecnico/scientifiche e impegni finanziari riferiti alla l.r. 26/93 ed alle disponibilità attività formative. finanziarie, fornire indicazioni per lo sviluppo di azioni nel campo dell’aggiornamento scientifico, tecnico e divulgativo.
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