PENSIERO SIMBOLICO NEL PALEOLITICO - LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA UMANA - Esisto Magazine
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E S I S T O ARCHEOLOGANDO PENSIERO SIMBOLICO NEL PALEOLITICO II PARTE LA RAPPRESENTAZIONE DELLA FIGURA UMANA dialoghi di archeologia di Lucia Di Pierro La statuetta antropomorfa di epoca aurignaziana (40.000 anni fa ca.) rappresenta una figura ambigua, per metà umana e per metà leone; studi etnografici e antropologici hanno individuato nel travestimento una pratica magico- religiosa. Il mascheramento serviva per entrare in contatto con lo spirito animale guida e incanalare i poteri e le caratteristiche dell’animale stesso (da Don Hitchcock, donsmaps.com). 1 Fig.1 - Uomo leone di Hohlenstein; avorio di mammuth, h.30 cm. ca. 8
L e manifestazioni artistiche nel Paleolitico possono viene conferito agli attributi femminili che sono riconducibi- essere suddivise in più tipologie, tra queste le li al concetto di fertilità, di rigenerazione e di vita. più diffuse sono la rappresentazione di animali Molte di queste raffigurazioni del corpo umano stupiscono e della figura umana. Sono molteplici gli esempi per la loro complessità e modernità, sembrano generate in cui queste due categorie si intrecciano. Nelle dalla mano di un artista contemporaneo, è presente un pro- raffigurazioni parietali e negli elementi mobiliari troviamo cesso mentale evoluto che va oltre la rappresentazione dal spesso rappresentato il bestiario del Paleolitico, ma se vero, le figure vengono prima scomposte e poi ricomposte osserviamo attentamente notiamo che alcune figure sono seguendo schemi precisi. ambivalenti, sono contemporaneamente animali e essere Pochi elementi sono sufficienti per trasmettere un concet- umani (fig.1). to, basta una sola linea verticale per rappresentare il corpo La schematizzazione della forma era già presente nella Prei- femminile. Gli elementi chiave vengono enfatizzati e quel- storia, abbiamo molteplici esempi giunti a noi, in particola- li non necessari eliminati (fig. 2a -2b -2c). Le nuove forme re la ritroviamo nella rappresentazione del corpo umano. Le generate si caricano di significati trasformandosi in simboli figure femminili risultano essere quelle più presenti, sicura- riconoscibili, identitari e aggreganti, diventando un mezzo mente questa scelta è dovuta al significato simbolico che efficace e diretto di trasmissione di idee. 2a 2b 2c Figura femminile stilizzata in osso. Dal Monili in avorio di mammuth da Dolní Vestonice, Torse, Jean Arp, 1931 corredo funerario della sepoltura di Brno, Repubblica Ceca (da https://doi.org/10.1016/j. (https://www.sothebys.com) Repubblica Ceka (da https://www.donsmaps. quaint.2017.08.035 ) com/images37/dsc00710z.jpg). Figg. 2a,2b,2c - Le tre immagini di epoche differenti rappresentano la stilizzazione del corpo femminile. Il primo esempio è una placchetta in osso rinvenuta all’interno di una sepoltura maschile paleolitica scoperta alla fine dell’800 nella Repubblica Ceca e risalente a 25.000 anni fa. La stilizzazione è stata portata al massimo, il concetto di femminilità è stato ottenuto da una forma circolare e da una linea incisa verticale. Gli elementi della seconda immagine sempre appartenenti al Paleolitico provengono da Dolní Vestonice, Repubblica Ceca. Questi elementi sono delle perline realizzate in osso di mammuth, la lavorazione di questi manufatti è complessa, viene prestata attenzione anche all’aspetto decorativo ottenuto da piccole incisioni. L’ultima immagine è un’opera in marmo bianco realizzata dello scultore Hans Jean Arp nel 1931. L’artista con pochi elementi e la resa di forme e contorni morbidi, è riuscito a mettere in risalto il corpo sinuoso e seducente femminile. Luoghi “straordinari” Le manifestazioni artistiche preistoriche sono forme pulite, essenziali dove gli elementi superflui vengono eliminati, in questo modo viene a intensificarsi il loro significato. La scelta dei supporti e dei luoghi è dettata dalla volontà di esaltare i messaggi: caverne, vette, fonti termali, boschi sacri divengono amplificatori per il contatto con il mondo spirituale. La caverna viene individuata fin da subito come luogo sa- 3 cro per venerare e comunicare con gli antenati comuni e di conseguenza per rafforzare il concetto di comunità. Come suggerito dalle raffigurazioni parietali e dai ritrova- menti di materiali speciali, nelle grotte si svolgevano riti. Copricapo-maschera ottenuto dal cranio di Tra i vari reperti rinvenuti rivestono un particolare signi- cervo. Il sito inglese di Star Carr ha restituito una ficato alcuni manufatti, tra questi quelli provenienti dal ventina di questi manufatti. Cronologicamente sito archeologico di Star Carr nello Yorkshire; si tratta di appartengono al Mesolitico, circa 10.000 anni fa. esemplari di copricapo realizzati con calotte craniche di Gli esemplari giunti a noi conservano ancora le cervo (fig. 3), questi sono stati interpretati come oggetti da corna; il cranio è stato forato per ottenere due indossare durante i rituali. L’ipotesi viene inoltre avvalorata apertute poste all’altezza degli occhi, anche dalle raffigurazioni parietali e su ciottolo di personaggi an- l’interno è stato rimodellato per essere indossato tropomorfi interpretati come sciamani ( fig. 4 - fig. 5). (da https://www.britishmuseum.org/collection/ object/H_1953-0208-1). 9
4 Fig. 4 - Figura antropozoomorfa, grotta di Les Trois Frères, Francia. Questa raffigurazione parietale mostra chiaramente un personaggio travestito, distinguiamo elementi umani (mani e piedi) e elementi animaleschi (occhi, corna, orecchie). La figura, come per molte opere rinascimentali interagisce con 5 lo spettatore, anche se il corpo è di profilo lo sguardo è rivolto verso l’osservatore, rendendo la fruizione dell’opera attiva (da Fig 5 - figura antropozoomorfa, Grotta di https://cortedeimostri.wordpress.com/2015/05/01/lo-stregone- Gabillou, Dordogna, Francia. L’incisione di-trois-freres/). parietale appartenente al Paleolitico superiore è uno dei tanti esemplari di Arte e sciamanesimo nella Preistoria figure ibride rappresentate nella Preistoria, anche questa è stata interpretata come Le manifestazioni artistiche preistoriche sono state interpretate come la rappresentazione di uno sciamano parte di cerimonie rituali. mascherato (da https://storia-controstoria. In antichità è difficile scindere il rito dalla teatralità, la manifestazione org/paleolitico/arte-del-paleolitico-luomo- collettiva del divino è parte aggregante della vita sociale e politica. Luci, preistorico-e-le-sue-immagini/). suoni e immagini sono elementi primari per rafforzare la ritualità e il sen- so di comunità, pratiche presenti ancora oggi nel mondo religioso. Nelle culture tribali contemporanee e nelle antiche popolazioni la fi- gura dello sciamano riveste grande importanza, è il custode dei saperi e delle tradizioni, è colui che caricandosi di poteri grazie a particolari pratiche come il travestimento, entra in contatto con l’extra-umano che non è da interpretare solo come divino, ma tutto ciò che non appartiene all’uomo. I rituali sono vere rappresentazioni teatrali in cui lo sciamano attraverso suo- ni, droghe e travestimento, altera il suo inconscio e diviene guaritore, mago, visionario, interpreta i sogni, pratica la divinazione e prevede il futuro. Attraverso la musica si stimolano i movimenti che risvegliano e influenzano i sentimenti profondi e portano al successo delle pratiche sciamaniche, la suggestione e l’alterazione innesca l’autoguarigione sia fisica che interiore. Dalle raffigurazioni apprendiamo dell’uso di travestirsi da animale, orso, cervo, uccello, felino: il mascheramento diventa il mezzo per entrare in contatto con gli spiriti, con l’animale guida che trasferiva il suo potere allo sciamano, si attuava una metamorfosi vera e propria che trasforma- va l’essere umano in un essere ibrido con poteri straordinari. La pratica del travestimento è ancora presente nelle società contempo- ranee, ovviamente i significati attuali si sono trasformati rispetto a quel- li del passato, ma molte manifestazioni contengono tracce di queste pratiche. In queste figure antropomorfe e teriomorfe gli attributi sono enfatizzati e messi in risalto, l’itifallismo è quasi sempre presente e viene letto come simbolo di forza e virilità. L’arte rupestre non deve essere sempre associata allo sciamanesimo e di conseguenza allo stereotipo del frutto di uno stato alterato di alluci- nazioni, le caverne erano luoghi che aiutavano alla meditazione e alla immaginazione. Il supporto roccioso delle caverne grazie alla sua forma irregolare com- posta da rilievi, rientranze, texture e colori differenti, si presta a generare 6 nuove forme; questo fenomeno percettivo si chiama ‘apofenia’ che non necessita di uno stato alterato dell’inconscio. Tra gli esempi di questa Fig. 6 - Lo Sciamano, grotta di Fumane, Verona. tipologia possiamo menzionare la rappresentazione di un pube femmi- Il frammento parietale dipinto con ocra nile realizzato all’interno della grotta Chauvet, dove la forma naturale rossa risale a 37.000 anni fa ca. Questa figura della roccia ha suggerito la raffigurazione parietale. antropomorfa è stata interpretata come la Questa carrellata di immagini mette in evidenza le ansie che erano pre- rappresentazione di uno sciamano. Il personaggio senti nelle culture antiche. Attraverso la visualizzazione del fantastico e indossa un copricapo simile a quelli rinvenuti a di riti sciamanici si cercava di esorcizzare le paure e le insidie presenti Star Carr in Gran Bretagna; nella mano tiene un nella quotidianità, era un modo per illudersi di domesticare la natura bastone che può essere letto come simbolo di o meglio di dominare tutto quello che possiamo definire extraumano. comando o come un oggetto sacro da utilizzare di Lucia di Pierro durante le funzioni sacre. (da https://centropecci. it/it/journal/homo-metaforicus-l-origine-dell-arte). 10
Lucia Di Pierro, nasce nel dicembre 1976 a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, al confine tra la Val Tidone e l’Oltrepò Pavese, luogo che avrà un ruolo predominante nella formazione della sua visione morale e artistica del mondo. Dopo il conseguimento della maturità artistica presso il Liceo Artistico “Bruno Cassinari” di Piacenza nel 1997, la predilezione per la scultu- ra la porta a iscriversi all’Accademia di Belle Arti Brera a Milano, conseguendo il diploma in Scul- tura nel 2003 e quello in Progettazione Artistica per l’Impresa nel 2006. Dopo questa fase formativa, il pensiero artisti- co si trasforma ulteriormente: i suoi elaborati diventano un pretesto di ricerca personale, si incentrano sul ruolo dell’uomo, del suo “essere e non essere” in simbiosi con l’ambiente in cui si trova a vivere, vi è sempre più un coinvolgimen- 7 8 to con lo spazio pubblico urbano e con lo spa- zio naturale. La sua concezione di arte si stacca maggiormente in modo evidente dalla tradizio- Fig.7-8. Sciamani contemporanei. Le due immagini appartengono alla ne, la sua scultura non è più fine a sè stessa. serie Wilder Man del fotografo Charles Frèger. L’artista in questo progetto L’interesse per la storia del territorio in cui ha fotografato i travestimenti utilizzati nel vecchio continente durante le vive portano Lucia Di Pierro ad interessarsi all’archeologia, in particolare alla Topografia festività o ricorrenze particolari. Con questo progetto Fréger indaga sul antica che diventerà l’argomento principale valore del travestimento e della connessione con riti acentrali (da https:// prima della laurea triennale in archeologia www.thisispaper.com/mag/wilder-mann-by-charles-freger) . nel 2017 presso l’Università internazionale di Roma e argomento della Laurea Magistrale in archeologia nel 2020 presso l’Università di Ferrara. Docente di Discipline Plastiche e Arte Immagi- ne nella provincia di Piacenza, Lucia Di Pierro vive e lavora in un rustico immerso tra i vigneti nei Colli dell’Oltrepò Pavese, coltivando le sue passioni e portando avanti le sue ricerche artisti- che e archeologiche. 9 Fig 9- Grotta di Chauvet. Esempio di apofenia (da https://www. paleonature.org/archeology/251-i-primi-paleoartisti-e-l-arte-parietale-dell- era-glaciale-la-grotta-chauvet-e-il-suo-clone-la-caverna-di-pont-d-arc). GLOSSARIO Antropomorfo: elementi animati o inanimati che presenta somiglianze con la figura umana. Itifallico: rappresentazione a scopo simbolico rituale dell’attributo maschile in erezione. Mesolitico: fase cronologica seguente il Paleolitico e precedente il Neolitico che va dal 10.000 all’8000 a.C. Simbolo: il termine “simbolo” deriva dall’unione del prefisso sym, “insieme” con il verbo ballo, “getto”, letteralmente significa mettere insieme. Il simbolo è un elemento riconoscibile che riesce a comunicare valori ulteriori. Teriomorfo: con questo termine si identifica l’attribuzione di forma animale a una divinità. Nelle religioni antiche questa tipologia di rappresentazione era l’e- saltazione dell’extra-umano, ovvero di figure superiori che possedevano poteri soprannaturali. 11
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