PAUL LEWIS pianoforte - SALA VERDI

Pagina creata da Filippo Ferrara
 
CONTINUA A LEGGERE
PAUL LEWIS pianoforte - SALA VERDI
SALA VERDI
2022 - 2023

              PAUL  LEWIS
                pianoforte

                SERIE SMERALDO
PAUL LEWIS pianoforte - SALA VERDI
2
PAUL LEWIS pianoforte - SALA VERDI
MER                                    PROGRAMMA
                                   SERIE SMERALDO
15
MAR
“Dedicato a Schubert – parte I”

F. SCHUBERT
(Vienna 1797 – Vienna 1828)

Sonata n. 15 in do maggiore D840
Moderato
Andante
Menuetto: Allegretto
Rondo: Allegro                         29’

F. SCHUBERT
(Vienna 1797 – Vienna 1828)

Sonata n. 13 in la maggiore D664
Allegro moderato
Andante
Allegro                                21’

                                             Intervallo

                                                          3
PAUL LEWIS pianoforte - SALA VERDI
MER                                                      PROGRAMMA
                                                         SERIE SMERALDO
    15
    MAR
    F. SCHUBERT
    (Vienna 1797 – Vienna 1828)

    Sonata n. 16 in la minore D845
    Moderato
    Andante poco moto
    Scherzo: Allegro vivace – Trio : un poco più lento
    Rondò: Allegro vivace                                    35’

4
PAUL LEWIS pianoforte - SALA VERDI
PAUL LEWIS
                                                              pianoforte
    Paul Lewis è considerato universalmente uno dei maggiori interpreti del repertorio
    classico, i suoi recenti cicli dedicati alle Sonate di Beethoven e Schubert, eseguiti
    in concerto e registrati in disco, sono stati acclamati dai pubblici e dalla critica
    di tutto il mondo. La profondità e naturalezza delle sue interpretazioni gli hanno
    guadagnato la fedeltà di moltissimi fans in tutto il mondo.

    Questa popolarità globale si riflette negli impegni con le maggiori orchestre
    Berliner Philharmoniker, Chicago Symphony, London Symphony, Philharmonia
    Londra, Orchestra Sinfonica della Bayerischer Rundfunk, New York Philharmonic,
    Royal Concertgebouw e molte altre.

    Data la naturale affinità con le opere di Beethoven, Paul Lewis è stato uno degli
    interpreti più impegnati nel corso delle celebrazioni per il 250° anniversario del
    compositore: ha preso parte al documentario in tre parti che la BBC ha dedicato
    a Beethoven e ne ha interpretato i Concerti e le Sonate in tutto il mondo: è stato il
    primo pianista ad eseguire i 5 Concerti ai Proms 2010.

    Lewis è condirettore artistico del Midsummer Music, un festival di musica da
    camera che si tiene nel Buckinghamshire e che si dedica con particolare attenzione
    all’educazione musicale dei giovani. Tiene masterclasses in tutto il mondo, lui
    stesso a suo tempo allievo di Joan Havill alla Guildhall School of Music and Drama
    prima di studiare privatamente con Alfred Brendel.

    Numerosi i premi internazionali: Strumentista dell’Anno della Royal Philharmonic
    Society, due premi Edison, tre Gramophone, Diapason d’or de l’Année , South Bank
    show Classical Music Award; molte le lauree honoris causa, importante la nomina
    a Commander of the Order of the British Empire (CBE) conferitagli nel corso delle
    celebrazioni per l’anniversario della Regina, 2016.

6
© Simon Fowler
NOTE AL PROGRAMMA
      A distanza di quasi due secoli dalla morte di Schubert (1828) è difficile fare
      illazioni sulle cause psicologiche della sua tendenza a non completare molte
      delle composizioni. Tuttavia, lo studio attento delle opere lasciate allo stato
      di frammento ha permesso di fare un po’ di chiarezza su questo argomento.
      Si è a lungo creduto che il compositore viennese scrivesse direttamente
      le sue opere nella versione definitiva. Il mito di uno Schubert che scrive
      musica sul menù di un’osteria è duro a morire. Da questa convinzione ne
      deriva un’altra: ovvero che l’incompiutezza dei lavori di Schubert fosse
      legata a questo suo presunto modo di scrittura spontaneo e disordinato,
      che lo avrebbe portato quindi a lasciare da parte molte opere per pigrizia o
      improvvisa mancanza d’ispirazione. Il mito dell’artista bohémien ha senz’altro
      una parte di verità: Schubert non era certo un modello di organizzazione
      pratica nella vita quotidiana. Ma questo mito di uno Schubert “scapigliato”
      porta con sé anche molti malintesi: l’apparente disordine schubertiano, infatti,
      altro non è che un riflesso di una coscienza autocritica fortissima. Studiando
      da vicino il processo compositivo schubertiano è del tutto evidente che la
      tendenza all’incompiutezza sia legata a una costante insoddisfazione, a una
      ricerca inesausta di una via estetica personale, nonché alla consapevolezza
      di confrontarsi con una scuola viennese (Haydn, Mozart, Beethoven) rispetto
      alla quale Schubert si sentiva in soggezione. È del tutto comprensibile
      che Schubert fosse spesso insoddisfatto dei propri lavori, o che talvolta
      si mettesse all’opera con l’idea di sperimentare, senza sapere a priori se la
      sperimentazione avrebbe condotto a un esito soddisfacente.
      Da dove nasce l’equivoco di una scrittura derivante da un furore istantaneo,
      legato all’immagine di uno Schubert che stende la sua musica con gli occhi
      infuocati, come posseduto da un misterioso demone? Sicuramente dal fatto
      che semplicemente non possediamo la maggior parte degli abbozzi, poiché,
      una volta terminata l’opera, Schubert distruggeva le tappe precedenti a quella
      definitiva.
      Schubert lavorò alla Sonata D 840 in do maggiore nell’aprile 1825,
      completando i primi due movimenti ma lasciando incompiuti il Minuetto e
      il Rondò. La pubblicazione avvenne, postuma, solo nel 1861, con il titolo di
      “Reliquie”: fu forse il clima di pace metafisica dell’incipit che portò a pensare,
      erroneamente, che si trattasse di uno degli ultimi lavori di Schubert.
      Il Moderato iniziale, di dimensioni colossali, bruckneriane ante litteram, è
      impregnato di una concezione sinfonica prossima a quella del Gran Duo D
      812. Il nudo tema iniziale, esposto due volte - la seconda con un vigoroso
      accompagnamento ritmico - è seguito da un’onirica idea secondaria nella
      tonalità lontanissima di si maggiore. I due temi appaiono strettamente
      imparentati: Schubert rinuncia al dualismo dialettico beethoveniano per
      realizzare un’unità profonda, all’insegna di un lirismo pervasivo e totalizzante.
      L’impronta quasi monotematica è confermata nello sviluppo, basato sul solo
      primo tema, e nella coda.
      L’Andante, in do minore, si apre con un tema malinconico, di ripiegamento
      interiore, a cui segue la tenera nostalgia di una seconda idea consolatoria, in la
      bemolle maggiore. Ma è solo un rischiararsi fuggitivo: la sezione centrale è
8
SALA VERDI
                                                                                     2022-2023

da una serie di recitativi appassionati, costellati di significativi silenzi, che
infondono al movimento un’indicibile aura di tragedia.

Con la Sonata D 664 in La maggiore, scritta nell’estate del 1819, si chiude
la fase giovanile del percorso sonatistico schubertiano: passeranno infatti
quattro anni prima che Schubert, nel 1823, ritorni alla sonata per pianoforte.
Ma la Sonata D 664 è anche una sorta di unicum all’interno di un periodo
estremamente tormentato dal punto di vista creativo, in cui Schubert fatica
a portare a termine le proprie sperimentazioni: essa è preceduta infatti da tre
sonate incompiute. In questa fase di dubbi, probabilmente giovò a Schubert
un temporaneo allontanamento da Vienna: è nella natura dell’Alta Austria, a
Steyr, che egli creò infatti sia questa Sonata sia il Quintetto con pianoforte
detto “Die Forelle” (“La Trota”), nella medesima tonalità. Per quanto possa
apparire improprio collegare vita vissuta e opera d’arte, appare palese come
questi due lavori, che sprigionano una luminosità e una pienezza inusuali in
questa fase creativa schubertiana, siano stati influenzati dalla particolare
felicità dell’estate passata a Steyr. Dalla corrispondenza di Schubert emerge
un profondo amore per la natura, quasi una compenetrazione, nutrita di
spiritualità e di sentimento del sublime: quando tornerà a Steyr nel 1825,
Schubert scriverà al padre, facendo riferimento al fratello Ferdinand: «Se solo
potesse contemplare una volta queste montagne e questi laghi divini, il cui
spettacolo sembra quasi schiacciarci o inghiottirci, non si sentirebbe più tanto
attaccato a questa vita meschina al punto di non considerare una grande
fortuna affidarsi all’imperscrutabile forza della terra in vista di una nuova vita».
Il memorabile tema con cui si apre l’Allegro moderato possiede ancora
qualcosa di quell’innocenza della primavera dell’esistenza che sarà spazzata
via con la Sonata successiva, la D 784 in la minore (scritta nel 1723, l’anno
in cui Schubert contrae una malattia venerea – molto probabilmente la
sifilide – che segnerà il suo destino). Quattro anni passano fra l’una e l’altra
sonata. Questa La maggiore “piccola” può essere considerata quindi come un
(inconsapevole?) addio definitivo al giardino d’infanzia. Un profluvio di lirismo
caratterizza tutta l’esposizione del primo movimento, in cui, pur all’interno
di un’atmosfera estatica, non mancano i consueti giochi di luce e ombra
caratteristici di Schubert, con modulazioni repentine da La maggiore a la
minore.
Ma lo sperimentalismo concerne qui la scrittura pianistica, più che l’armonia:
Schubert, fin dalla prima battuta, non si preoccupa affatto della comodità
pianistica, creando timbri inusuali tramite una scrittura a parti late, che
costringe l’esecutore ad arpeggiare alcuni accordi – a meno che non abbia una
mano particolarmente grande. Spesso i bassi toccano regioni estremamente
gravi, mentre in altri casi entrambe le mani si spostano nella regione acuta,
come avviene per il secondo tema dall’incedere dattilico, sospeso “fra
le nuvole”. Tale sperimentazione diventa più ardita nello sviluppo, breve
ma fortemente drammatico: le veementi ottave non hanno più nulla del
decorativismo Biedermeier, ma sembrano quasi voler riprodurre al pianoforte
un titanismo da grande orchestra romantica. Dopo la ripresa, il dattilo del
                                                                                             9
SALA VERDI
     2022-2023

          secondo tema conduce alla coda, ppp, in un clima di ambiguità armonica che
          prelude all’elegiaco secondo movimento.
          L’Andante è una delle pagine più ispirate di tutta la produzione sonatistica
          schubertiana. L’iniziale sequenza di accordi, aperta da un’appoggiatura si-
          la che dà l’illusione iniziale di un si minore (mentre siamo in re maggiore),
          delinea un’atmosfera di dolcezza attonita, come fuori dal mondo. L’apparenza
          è serena, ma alcuni dettagli armonici instillano in questo canto purissimo una
          vena di sottile stanchezza esistenziale, un dolore inafferrabile e metafisico.
          Questa malinconia viene espressa, nel pianissimo, tramite alcuni ampi salti
          che sembrano comunicare una forma di Sehnsucht, un ineffabile desiderio
          espresso tramite l’uscita dal confortevole registro centrale. Una natura
          amica sembra rischiarare il paesaggio con il ritorno luminoso del tema in sol
          maggiore, su un accompagnamento fluido. Ma, come nel primo movimento,
          possenti ottave spezzano ancora una volta l’idillio, prima che un diminuendo
          conduca dolcemente alla ripresa.
          Il finale, Allegro, aperto da una scaletta discendente che richiama altri luoghi
          di felicità schubertiana (si pensi al Lied Die Taubenpost), è in realtà meno
          univocamente lieto di quanto a tutta prima appaia. La congerie di passaggi di
          agilità, scale, scalette e arpeggi dimostra la volontà di non rinunciare allo “stile
          brillante” in voga nei salotti dell’epoca.
          Schubert sembra cercare con questo finale un compromesso fra spensierata
          piacevolezza (spesso richiesta dal pubblico e dagli editori) e pathos
          drammatico, che emerge con forza disperata in più di un passaggio (le
          sequenze di sforzando suggeriscono gesti addirittura violenti). In forma
          Rondò-Sonata, il movimento presenta un secondo tema danzante, in mi
          maggiore, abitato dallo spirito del Musensohn, ma il delicato andamento di
          valzer si fa a tratti smisurato e dionisiaco, mentre le leggere scalette iniziali
          si tramutano nei vari couplets in episodi dall’accesa e febbrile passionalità.
          Il movimento si chiude comunque con una trionfale cadenza perfetta, in
          fortissimo, espressione di un’energia che Schubert ritroverà, in futuro,
          soltanto come nostalgico ricordo di un leggendario e utopistico “tempo della
          forza e dell’azione”.

          Quasi gemella della Sonata D 840, la Sonata D 845 in la minore (tonalità
          malinconica, già usata per le Sonate D 537 e D 784) - completata nell’aprile
          1825 - fu la prima grande Sonata che Schubert riuscì a pubblicare, con
          dedica all’arciduca Rodolfo d’Austria. Il Moderato iniziale si apre su un tema
          asciutto e sibillino, solenne ma misterioso, diviso in una frase “pianissimo
          legato” e una serie di accordi più marcati ed energici. Il secondo tema, in do
          maggiore, appare dapprima grazioso e poi beethovenianamente energico, ma
          si trasfigura alla fine dell’esposizione in un cupo do minore, con un’allusione
          piuttosto evidente al contemporaneo Lied Totengräbers Heimweh (Nostalgia
          del becchino). Il clima di inquietudine si rafforza nello sviluppo, fra labirinti
          cromatici e complesse polifonie. Sorprendente è la riesposizione, in fa diesis
          minore, e soprattutto la Coda, in cui il tema del becchino prende proporzioni
          colossali, divenendo una sorta di spaventoso corale che sembra esprimere
10
SALA VERDI
                                                                              2022-2023

l’ineluttabilità di un fato tragico.
Con l’Andante poco moto in do maggiore, Schubert scrive l’unico Tema
e variazioni delle sue Sonate per pianoforte. Le ornamentazioni che lo
costellano sembrano esprimere una grazia sospesa fra il neoclassico e
il Biedermeier, senonché la terza variazione impone una sorda violenza
drammatica, fra ritardi dissonanti e bassi martellati.
Lo Scherzo, pieno di slancio e fuoco, richiama il romanticismo fantastico di
Weber, ma con un coté ossessivo tipicamente schubertiano, mentre il Trio
evoca una luminosa Arcadia danzante. Assai più enigmatico è il finale, che
si apre con un sinuoso e sibillino moto perpetuo, a cui si oppongono motivi
più febbrili di matrice slava. Sotto il segno dell’inquietudine, l’ebbrezza di
questo movimento conclusivo ha qualcosa di prometeico - come una sfida
all’incombere spettrale della morte.

Luca Ciammarughi
Pianista, scrittore, conduttore radiofonico

                                                                                      11
I bis del concerto del 22 febbraio:          I bis del concerto del 01 marzo:

Arcadi Volodos ha eseguito: A.Scriabin,      Concerto pomeridiano: Antonio Chen
Mazurka op.25 n.3; F.Mompou, Secreto;        Guang ha eseguito J.S.Bach, Corrente
S.Rachmaninov, Oriental Sketch; A.Scriabin   dalla partita in mi minore BWV 830; SWD
Prelude op. 2 n. 2                           Philharmonie e Gabriel Venzago hanno
                                             eseguito M. Del Soldà, Suite Morricone

                                             Concerto serale: Antonio Chen Guang ha
                                             eseguito J.S.Bach, Corrente dalla partita in
                                             mi minore BWV 830; F.Schubert/F.Liszt,
                                             Gretchen am spinnrade                          13
I PROSSIMI CONCERTI
0RE 20:30                                              0RE 20:45 - SERIE RUBINO
AUDITORIUM LATTUADA                                    SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

LUN           MONICA ZHANG
              pianoforte                               MER QUARTETTO PROMETEO
                                                           MARIANGELA VACATELLO
20            QUARTETTO GOLDBERG                       22            pianoforte

MAR                                                    MAR
Artists in residence                                   “Quintetto appassionato”
F.Schubert, F.Chopin                                   H.Wolf, A.Dvořák

0RE 20:30                                              0RE 20:45 - SERIE RUBINO
AUDITORIUM LATTUADA                                    SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

MER           TATIANA LARIONOVA
              pianoforte                               MER           JAVIER PERIANES
                                                                     pianoforte

27                                                     12
MAR                                                    APR
Serie Maestri                                          “Ispirazioni: Robert Schumann e Francisco Goya”
S. Rachmaninov, F.Chopin                               C.Wieck Schumann, R.Schumann, J.Brahms,
                                                       E.Granados

0RE 17:00 - SERIE ZAFFIRO POMERIDIANA                  0RE 20:45 - SERIE SMERALDO
SALA VERDI DEL CONSERVATORIO                           SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

MER           QUARTETTO ADORNO
                                                       MER           QUARTETTO ADORNO
                                                                     ALESSANDRO CARBONARE
19                                                     19            clarinetto

APR                                                    APR
“La Morte e la Fanciulla”                              “Non si tratta di conservare il passato, ma di realiz-
A.Webern, F.Schubert                                   zare le sue speranze”
                                                       F.Schubert, J.Brahms

Iscriviti alla nostra newsletter!
Sulla home page di www.soconcerti.it
Sarete aggiornati su tutte le attività della Fondazione: concerti, eventi straordinari,
progetto educativo “Note... di scuola”, artisti in residenza, e altro ancora.
Fondata da              Presidente e direttore artistico
Antonio Mormone         Enrica Ciccarelli

Consigliere delegato    Assistente del presidente
Gabriele Zosi           Eleonora Volpato
Project manager         Responsabile segreteria
Olga Introzzi           Angela Maffina

sostengono la FSDC

per Swipe Your Stage!

FSDC fa parte di             media partner
Puoi anche leggere