LABORATORIO FORMAT E NARRAZIONI TELEVISIVE AA 2018/2019 - Mercoledì 20 marzo 2019 Scripted format e serialità televisiva: modelli di narrazione e ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
LABORATORIO FORMAT E NARRAZIONI TELEVISIVE AA 2018/2019 Mercoledì 20 marzo 2019 Scripted format e serialità televisiva: modelli di narrazione e di scrittura Ilaria A. De Pascalis Ilariaantonella.depascalis@uniroma3.it https://ilariaadepascalis.wordpress.com
GENERI TELEVISIVI I generi televisivi sono frutto di un fitto reticolo di pratiche culturali, che comprendono, oltre alle convenzioni narrative dei testi, i precisi stili di produzione e distribuzione, il circuito di promozione e comunicazione che si sviluppa attorno ai prodotti, la ricezione delle audience televisive e il dibattito pubblico che si crea intorno ai testi televisivi.
GENERI UNSCRIPTED Sono tutti i generi che presentano un forte ancoraggio a una dimensione di realtà, e non prevedono personaggi o ambienti d’invenzione disegnati da sceneggiatori che ne delineano dettagliatamente e in modo stringente il raggio d’azione. Sono più orientati verso l’improvvisazione e la risposta anche casuale al contingente.
GENERI SCRIPTED Sono basati su una premessa finzionale, ovvero prevedono la presenza di una sceneggiatura strutturata, interpretata da attori e attrici che recitano una parte. Fanno riferimento a forme di storytelling anche extratelevisivo. Lo scripted di prime time è caratterizzato da standard produttivi molto elevati e presenta una stretta correlazione tra formati e registri del racconto. DRAMA slot di 1 ora COMEDY slot di 30 minuti
GENERE NARRATIVO Non è una tassonomia stabilita una volta per tutte, una serie di contenitori in cui inserire o meno un prodotto in base a una serie di caratteristiche essenziali. Il genere è una produzione discorsiva, una tessitura basata sulla negoziazione costante fra diverse pratiche culturali che si esprimono soprattutto attorno a tre fulcri: ➢Industria: assegnare un genere a un oggetto nel momento della sua produzione serve a stabilire un budget, trovare un posizionamento in palinsesto, individuare target e dunque spot pubblicitari da associare, ecc. ➢Testo: il prodotto si narrativizzerà secondo una serie di codici culturali, visivi, formali che vengono associati a quel tipo di racconto, oppure infrangerà le regole tradizionali per poterlo trasformare (il testo «partecipa a un genere ma non vi appartiene», secondo una definizione di Steve Neale del 2000). ➢Pubblici: si cercheranno testi legati a un genere che si conosce e con cui si prova piacere o interesse, e tali testi si leggeranno in base a uno o più generi, in relazione a quanto suggerito dall’industria, dai testi stessi, e dalle pratiche di fruizione (cfr. Hall).
Neotelevisione Multitelevisione AMANDA D. LOTZ POST NETWORK. LA TELEVISIONE DELLA TV MINIMUM FAX 2017 Lotz fa riferimento allo scenario televisivo statunitense, dunque al solo modello dei network – senza riferimenti a televisione di stato e ser vizio pubblico c he hanno dominato la «paleotelevisione» in Italia.
SERIALITÀ PER NETWORK GENERALISTI ➢In US: tutte le trame sono sottoposte alla censura della Federal Communications Commission, che regola i contenuti per quanto riguarda «Obscenity, Indecency and Profanity». In Italia le emittenti free tengono conto di codici di autoregolamentazione, che si propone di prestare attenzione soprattutto alla sensibilità dei minori: https://www.agcom.it/tutela-dei-minori. ➢Nel caso di prodotti destinati ai canali della televisione pubblica, vanno tenute presenti i regolamenti interni e gli obiettivi (es. «informare, educare, intrattenere» nel caso della BBC inglese; l’attenzione a temi socialmente sensibili da trattare secondo posizioni eticamente integerrime, in presenza di una «buona storia» nel caso della DR danese; mission RAI: http://www.rai.it/dl/rai/text/ContentItem-c51b70d2- 9aa1-4d03-b635-94f39a57bbb3.html?refresh_ce) ➢Uso dei generi narrativi consapevole e solido, finalizzato nel caso del prime time alla gestione della «trama antologica» che trova conclusione in ciascun episodio. ➢Stagioni lunghe per il prime time (18-24 episodi), spesso con episodi che corrispondono al momento dell’anno in cui si trova anche il pubblico – ad esempio in relazione al clima stagionale o alle festività. ➢Uso di cast corali che sostengono i «running plot», gli archi narrativi più ampi, che attraversano numerosi episodi (quando non stagioni intere) e solitamente riguardano la vita privata dei personaggi (situazioni romantiche o familiari), secondo il dualismo fra trama lavorativa e sentimentale tipico della narrazione tradizionale. ➢Ciascun episodio colma perfettamente gli slot da 30 minuti (nel caso di comedy) oppure di 60 minuti (nel caso di drama) inclusa la pubblicità, che interviene in modo sistematico a interrompere il flusso narrativo e richiede forme articolate e consapevoli di ridondanza narrativa (ripetizione di informazioni essenziali alla comprensione delle trame che si stanno sviluppando in quel momento). ➢Le varie serie sono in competizione fra loro e con altri programmi, e cercano di parcellizzare e catturare il proprio pubblico attraverso un look facilmente riconoscibile, e creando una struttura modulare e parcellizzabile su differenti piattaforme mediali e contesti di intrattenimento, permettendo modalità di consumo sempre più personalizzabili – creano mondi abitabili nella modalità transmediale più che serie lineari. ➢Ci sono siti che monitorano il rating che il pubblico assegna a ciascun episodio di una serie su imdb; non sono statisticamente rilevanti, ma permettono di farsi un’idea generale dell’andamento di una serie: https://phiresky.github.io/tv-show-ratings
SERIALITÀ PER PAY TV (CABLE – BASIC E PREMIUM – O SATELLITARE) ➢Poca o nessuna pubblicità: i guadagni derivano principalmente dalle sottoscrizioni. ➢Pensata per un pubblico mediamente più ricco e più colto, con consumi culturali più vasti, competente e consapevole delle dinamiche narrative. ➢Cercano una fruizione tutto sommato più lineare, improntata all’estensione nel tempo più che alla pervasività crossmediale, e alla produzione di atmosfere più che di veri e propri mondi abitabili vicini al quotidiano. ➢Scarso o nessun controllo da parte di agenzie esterne (con alcuni limiti per la basic cable): i contenuti possono esplorare gli aspetti più perturbanti del racconto, osare sulla nudità degli attori, usare il turpiloquio, narrare la violenza estrema. ➢È l’intera rete a cercare di brandizzare i propri contenuti, creando una continuità di target che comunque fidelizza il proprio pubblico e fornisce una cornice interpretativa. ➢La narrazione può superare i limiti di tempo dello slot da 30’ o 60’, perché il palinsesto si adatta al contenuto narrativo ritenuto più pregiato. ➢Ciascuna serie o stagione è costruita e pubblicizzata per essere un evento.
QUALITY TV ❖Budget più ampio, che spesso produce stagioni più brevi. ❖Uso di professionalità creative provenienti dal cinema o da realtà ritenute artisticamente più quotate. ❖Cerca programmaticamente di rompere con le regole tradizionali del racconto televisivo. Soprattutto, rifiuta la codificazione più convenzionale dei generi, cercando di mescolarli. ❖Spesso include un certo livello di critica sociale e culturale; talvolta si fregia di un valore letterario (ad esempio le miniserie tratte da romanzi). ❖«Televisuality» o valorizzazione dello stile visivo, regolato da principi artistici, tecnologici, economici e di fruizione: è esibizione performativa, è strumento di attrazione, produce l’evento, è un’arma per attirare un pubblico competente. ❖«Iperserialità» o «serializzazione delle serie»: importanza sempre maggiore accordata agli archi narrativi lunghi, che determinano una maggiore complessità dei personaggi, legati ad una maggiore articolazione di desideri, pulsioni, posizionamenti culturali, che talvolta entrano palesemente in conflitto con dinamiche e immaginari egemonici. Ad essere importanti non sono le motivazioni e le azioni per ottenere quello che si desidera, quanto la riflessione sul desiderio e sulle dinamiche di potere in atto.
SERIALITÀ PER OTT ➢Valore dato alla nicchia grazie al concetto di «coda lunga»: principio elaborato da Chris Anderson nel 2004, che sottolinea come i ricavi di un’azienda su scala globale non derivino soltanto dalla fruizione di massa di pochi oggetti (secondo il principio generalista), quanto dalla fruizione di numerosi oggetti da parte di poche persone ma che considerati nel loro insieme generano un traffico di visioni (o una quantità di abbonamenti) pari a quello di massa [https://www.wired.com/2004/10/tail/]. ➢La narrazione è considerata nell’interezza di una stagione rilasciata contemporaneamente, prevedendo vari tipi di fruizione: divisione regolare degli episodi, binge watching, riarticolazione degli episodi a piacimento del pubblico grazie alla funzione «continua a guardare» che riprende esattamente dal punto in cui ci si era interrotti. ➢Il valore della serialità stagionale è dato dall’insieme e non dal singolo episodio; ma contribuisce a riportare in vita anche la serialità antologica propriamente detta, ad esempio con Netflix che rileva la distribuzione di Black Mirror (Charlie Brooker, 2011-) da Channel 4 nel 2016, amplificandone la natura e sperimentando ulteriormente con Bandersnatch, narrazione interattiva online dal 28 dicembre 2018). ➢L’esperienza non vede più alcuna forma di simultaneità da parte di una collettività: non dipende dal palinsesto (anytime, anywhere) e non è concorrenziale in quello specifico slot temporale, ma fa parte di un flusso di intrattenimento e consumo culturale più ampio, connotativo del posizionamento dei fruitori nel panorama industriale globale, e con forme concorrenziali relative più alla disponibilità tecnologico- culturale e alla condizione socio-economica del fruitore (per accesso agli abbonamenti e per accesso a del tempo libero) che del momento della giornata in cui si trova.
Esempi dalla LA SERIALITÀ TRADIZIONALE Second Golden Age (1985-2005 circa)
SERIALITÀ DI GENERE: LA SITCOM E FRIENDS Creata da David Crane e Marta Kauffman. Trasmessa sul network statunitense NBC dal 1994 al 2004 (10 stagioni). Usava spesso il meccanismo della registrazione con pubblico dal vivo per includere le reazioni nel montaggio finale, pratica ormai quasi in disuso. Trasmessa in Italia dalla RAI in fascia pomeridiana (dal 1997 al 2005), il che ha portato a una notevole manipolazione delle battute a sfondo sessuale. Kernel: la vita quotidiana di 6 amici diversi fra loro che vivono al Village, a Manhattan.
SERIALITÀ DI GENERE: LA FANTASCIENZA E X-FILES Creata da Chris Carter. Trasmessa dal broadcaster statunitense Fox dal 1993 al 2002 (9 stagioni), poi ripresa dal 2016 al 2018 (stagioni 10 e 11), dopo una pausa colmata da due film, un romanzo, un videogame. Trasmessa in Italia da Mediaset in seconda serata, per i temi sensibili. Kernel: le indagini su casi sovrannaturali o extraterrestri di due agenti speciali dell’FBI.
Esempi dal NUOVE FORME DI SERIALITÀ contemporaneo
Creata da Tina Fey e Robert Carlock. Pensata per la trasmissione tradizionale su NBC, è stata poi venduta a Netflix. Online dal 2015, siamo adesso alla 4ª stagione. Kernel: Kimmy viene ritrovata in un bunker dopo anni di rapimento da parte di un reverendo psicopatico, NUOVE SITCOM: CREATA PER e deve relazionarsi alla vita quotidiana. NETFLIX
FANTASCIENZA E NOSTALGIA: STRANGER THINGS Creata da Matt e Ross Duffer per Netflix. La prima stagione è stata trasmessa nel 2016, la seconda nel 2017. Ambientata negli anni ’80, ruota attorno alla misteriosa scomparsa di un ragazzino in un paesino dell’Indiana, vicino a una centrale elettrica in cui accadono cose strane. Pesantemente basata sull’evocazione nostalgica, intesa come forma di configurazione delle comunità dei pubblici contemporanei e come costruzione di una lettura dei prodotti.
LA TRASFORMAZIONE Da una telenovela sudamericana a una dramedy prime time: TRANSNAZIONALE Jane the Virgin
Sviluppata da Jennie Snyder Urman per The CW dal 2014. Nel 2016 il network aveva proceduto al brand refresh con il nuovo slogan Dare to Defy: https://www.youtube.com/watch?v=2CBcPb7Nark e https://www.youtube.com/watch?v=sKmyVR-30no Sta per andare in onda la quinta e ultima stagione, secondo quanto previsto dalla telenovela venezuelana a cui si ispira, Juana la Virgen, creata da Perla Farias e andata in onda nel 2002 (153 episodi). Kernel: la giovane Jane, nata a Miami da una mamma di origine venezuelana (la nonna è una migrante senza documenti), è cattolica, fidanzata con un poliziotto e tiene alla sua verginità. Durante una visita ginecologica, viene accidentalmente inseminata con lo sperma di un ricco playboy locale. Grande importanza viene data all’uso intertestuale delle tecnologie (twitter e im soprattutto) e ai riferimenti di genere, anche attraverso l’uso della voce narrante.
JANE THE VIRGIN: RIMEDIAZIONI, ROTTURE IPERMEDIALI, REALISMO MAGICO Le origini: la venezuelana Juana la Virgen https://www.youtube.com/watch?v=JWbwvyNKmek Britney Spears nel capitolo 27: https://www.youtube.com/watch?v=B1VIqQbcJUA Le telenovelas di Rogelio: http://janethevirgin.wikia.com/wiki/Telenovelas; https://www.hollywoodreporter.com/live- feed/jane-virgin-telenovela-passions-santos-830355 [SPOILER ALERT] Paulina Rubio nel capitolo 9: https://www.bustle.com/articles/53940-who-is-paulina-rubio-jane-the-virgin-features-an- appearance-from-the-real-life-superstar-xos Comic book, capitolo 68: https://www.youtube.com/watch?v=0ovCmYoB62M Isabel Allende, capitolo 70: https://www.youtube.com/watch?v=EyyJ0dvtevU
LA TRADIZIONE DEL REALISMO SOCIALE LETTERARIO E JANE THE VIRGIN Migrazione: capitolo 10 (minuto 18.40) Multiculturalismo e differenze: https://www.youtube.com/watch?v=fm_l_THJNMs Il dibattito pubblico sul femminismo nella serie (capitolo 15 per la supervisor in Feminist Studies): http://www.thinkorblue.com/13-reasons-why-jane-the-virgin-is-your-favorite-feminist-show/ https://www.oxfordstudent.com/2018/02/25/unlikely-feminism-jane-virgin/
SERIALITÀ PER LO Da Netflix alle STREAMING ONLINE GRATUITO web series
http://skamitalia.timvision.it/ https://sites.google.com/view/skamsubs/homepage?authuser=0 Creata da Julie Andem per il sito dell’emittente pubblica norvegese NRK, pubblicata online dal 2015 al 2017, per 4 stagioni. Dal 2018, vede adattamenti in: Francia, Germania, Italia, US (Austin, Texas), Spagna, Olanda, Belgio. La versione svedese sarà rilasciata quest’anno. Esiste una versione teatrale danese. Kernel: le storie quotidiane di un gruppo di ragazzini di una scuola borghese, pubblicate online in tempo reale attraverso diversi canali e piattaforme social.
Puoi anche leggere