PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA - 02 giugno 2019 - Tutta la ...
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PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Ciao a tutti, si parte….. domani 03 giugno dalle 8.30/9.00 cominciamo ad allestire la Festa de l'unità Zona Adda-Martesana, quest'anno la nostra Festa sarà Regionale, per questo dobbiamo impegnarci più del solito per poter garantire elevati standard che confermino, se ci fosse la necessità, le nostre capacità organizzative. Diamoci una mano e portiamo più volontari/compagni possibili in questa importante fase. Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Elezioni Europee 2019 Europee, perché le città votano il Pd e la provincia la Lega • di Alberto Magnani 27 maggio 2019 Nella provincia di Bergamo, vecchio feudo leghista, l’exploit di Salvini alle Europee ha sfiorato il plebiscito: il 51,1% dei consensi, sopra di 30 punti percentuali rispetto al 19,8% del Partito democratico. Un dato quasi moderato rispetto ai picchi di oltre il 65% raggiunti nei microcomuni che popolano il territorio, passato con disinvoltura dalla Lega nordista delle origini a quella nazionale dell’era Salvini. Spostandosi in città, «alta o bassa» che sia, lo scenario cambia. Il Pd si mantiene primo partito, con il 32,64%, tallonato (ma non superato) dalla Lega al 32,4%. GUARDA IL VIDEO: Europee, radiografia Swg del voto: ecco chi ha votato chi Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Il ribaltone si fa più chiaro nel voto alle amministrative, dove il primo cittadino dem Giorgio Gori ha surclassato con il 55,45 % dei consensi il concorrente del centrodestra Giacomo Stucchi (38,95 %). Le Europee del 2019 hanno evidenziato un fattore già emerso con le nazionali di un poco più di un anno fa, quando i rapporti di forza fra la Lega e i partner di governo dei Cinque stelle erano ancora sbilanciati a favore dei secondi: uno scollamento profondo fra le inclinazioni di voto dei centri urbani e quello delle province, due mondi che non comunicano e non condividono le stesse sensibilità espresse alle urne. GUARDA IL VIDEO: Europee: boom di preferenze per Salvini. Poi Berlusconi, Meloni e Calenda Il caso di Bergamo può fare effetto per lo straniamento fra una provincia accesamente leghista e un centro città che rinnova la sua fiducia a un primo cittadino democratico, oltretutto a capo di una lista appoggiata da movimenti indigesti ai sovranisti come +Europa di Emma Bonino. Ma non è neppure l’esempio più clamoroso di come i centri urbani si stiano distanziando dalle rispettive province, rinsaldando un dualismo nella geografia elettorale italiana: più che fra Nord e Sud, i vecchi estremi delle coordinate politiche nazionali, il divario sembra essere tra la minoranza che vive all’interno dei centri metropolitani e la maggioranza che risiede all’esterno. Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 • DOPO LE EUROPEE Successo Lega e sorpasso del Pd sul M5S: ecco ora le condizioni di Salvini Quei 10 punti di distanza tra città e provincia Limitandosi alle Europee, basta dare uno sguardo ai comuni dove il Pd è riuscito a primeggiare. Tra le prime dieci città per popolazione, sei hanno votato in prevalenza i Dem (Roma, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze) e le restanti quattro si sono orientate sui Cinque stelle (Napoli, Palermo, Catania, Bari). Non c’è traccia della Lega, che pure domina in maniera quasi uniforme i voti complessivi nelle regioni di Nord e Centro Italia. Nel dettaglio dei dem, a Torino-città il Pd viaggia al 33,47% contro il 27,35% guadagnato nella provincia. Un trend simile a quello di Genova (30,05%, contro il 24,04% nell’intera regione Liguria), Bologna (Pd al 40%, anche se in questo caso il primato è esteso anche alla provincia), Firenze (43,7%, idem), Roma (Pd al 30,6%: in provincia è al 26,75% contro una Lega al 29,57%) e ovviamente Milano. Il capoluogo della Lombardia, dove la Lega vola al 43,3% dei consensi, si conferma un enclave per il Partito democratico: 35,97% dei consensi contro il 27,39% del partito di Salvini, nonostante basti fare un salto in provincia per invertire gli equilibri (Lega al 34,12% e Pd al 29,06%). All’esatto opposto, un partito come la Lega tende a crescere più ci si allontana dai grossi centri urbani, fra le periferie e i comuni di piccola dimensione. Nella comune di Padova, tappa di chiusura della campagna del neoeurodeputato democratico Carlo Calenda, il Pd insidia la Lega in testa alle preferenze con il suo 31,87% (il partito di Salvini è al 33,23%). Nel resto della provincia, la Lega esplode al 40% e il Pd si riduce al 20%. La sua metà. Roberto Biorcio, docente di sociologia e ricerca sociale all’Università Bicocca di Milano, fa notare che il divario tra l’andamento di un partito può raggiungere sbalzi «anche di 10 punti percentuali» fra città e provincia. Vale anche per il Pd e la Lega, ma anche per il «terzo incomodo» uscito in frantumi dall’ultimo voto, i Cinque stelle. Le ragioni? Biorcio individua almeno due elementi, concatenati fra loro. «In primo luogo nei piccoli centri e nelle aree più periferiche abitano persone con più difficoltà economiche - dice - Mentre in qualche modo nei grandi centri abitano famiglie e persone dotate di maggiori risorse economiche. Quindi le prime hanno subito maggiormente la crisi e tendono a votare per forze di rottura contro il “sistema” e i partiti avvertiti come tradizionali». L’esempio si applica bene ad alcune zone geografiche, sopratutto nelle province del Sud Italia, dove il Movimento cinque stelle resta forte e la Lega veleggia ormai sul 20%. Ma suona già più straniante in zone dove i redditi medi viaggiano su valori superiori alla media nazionale. Perché nelle province del Nord-ovest, forte di un Pil pro capite stimato dall’Istat a 35,4mila euro annui, la Lega si inerpica fino e oltre il 65%? In parte incidono le promesse di misure fiscali Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 favorevoli, da sempre attraenti per il target di piccoli imprenditori, artigiani e liberi professionisti che ruota intorno alla Lega. • GEOGRAFIA ELETTORALE Europee, la Lega sfonda al sud: sempre più forza politica nazionale Le ragioni «identitarie» del voto e la difesa del benessere In parte, però, il voto a un partito «identitario» come la Lega risponde soprattutto al desiderio di chiusura verso l’estero e alla difesa dello status quo: la «emergenza migratoria»,nonostante sia sfumata da anni, viene avvertita come un rischio al proprio benessere economico. «Può sembrara paradossale, ma proprio in regioni ricche e con pochi migranti si tende a chiedere più chiusura - spiega Biorcio - Nel Nord conta l'aspetto di difesa del proprio benessere». Il fenomeno non è esclusivamente italiano. In Germania, il partito di ultradestra Alternativa per la Germania fa incetta di voti nelle regioni dell’Est, appena sfiorate dalla crisi (vera) dei migranti nel 2015. In parallelo, paesi di tradizione liberal come Svezia e Danimarca hanno assistito alla crescita di forze sovraniste nel nome della «difesa del welfare». Il Dansk Folkeparti, partito nazionalista che fa da stampella all’esecutivo di centrodestra di Copenaghen, ha costruito il suo consenso sull’appello a riservare i servizi dello stato sociale ai cittadini autoctoni. Eppure, in nessuno di questi tre casi la destra radicale ha raggiunto proporzioni simili a quelle italiane. Un esempio più calzante arriva, semmai, dalla Francia della alleata per eccellenza di Salvini: Marine Le Pen. Qui la dicotomia tra città e provincia italiana si ripresenta in forma quasi perfetta: la République en marche di Emmanuel Macron sfonda la soglia del 30% a Parigi e viaggia tra il 25 e il 30% in centri come Bordeaux, Lione e Strasburgo. Il Raggruppamento nazionale di Le Pen, erede del Fronte nazionale del padre Jean-Marie, fa incetta soprattutto nelle periferie e nelle province del paese, le stesse che hanno fatto da incubatore della rivolta dei gilet gialli. Uno sfogo improvviso, ma duraturo, delle insofferenze dei cittadini che si sentono dimenticati dalle «élite». E delle loro città. Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Giovanni Belfiori @giobelfiori · 1 giugno 2019 Il Pasticciaccio della lettera UE Diventa un giallo la lettera che il ministro Tria ha inviato ieri all’Unione Europea. Leghisti e 5 Stelle si addossano la colpa a vicenda. Ecco che rispunta un’altra volta la manina. E anche in questo caso la confusione è grande e l’Italia del governo Lega – M5S colleziona una nuova, ennesima pessima figura. Ma andiamo con ordine. Mercoledì scorso la Commissione Europea ha inviato una lettera al governo Conte in cui chiedeva spiegazioni sulla mancata riduzione del debito. L’esecutivo gialloverde doveva rispondere alla nota di Bruxelles entro mezzanotte di ieri. Nel pomeriggio, a mercati finanziari ancora aperti, una prima versione della risposta viene fatta filtrare alle agenzie giornalistiche, le quali immediatamente la rendono pubblica. Nel testo si parla di revisione della spesa, con meno risorse da destinare a Quota 100 e Reddito di cittadinanza, con nuove politiche di welfare, con tagli alle detrazioni fiscali e con la Flat tax. C’è, in particolare, un passaggio nel testo della missiva del governo italiano all’UE che deve aver fatto saltar sulla sedia il vice premier Di Maio. Si tratta di un riferimento ai possibili tagli: “Il Governo sta avviando una nuova Revisione della spesa e riteniamo che sarà possibile ridurre le proiezioni di spesa per le nuove politiche in materia di welfare nel periodo 2020-2022“. Appena il testo della lettera viene diffuso, ogni componente della maggioranza gialloverde entra in fibrillazione. Di Maio, alle 18.03 di ieri pomeriggio, fa partire la prima bordata e su Facebook scrive: “Non ho avuto ancora il piacere di leggere la lettera preparata dal ministro Tria all’Unione Europea, ma apprendo che prevede tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando? Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste! Magari è utile fare un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria, così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles!“. E così il Mef – il ministero dell’Economia e delle Finanze – poco dopo interviene per smentire: “Il Mef smentisce nel modo più categorico le notizie di stampa che anticiperebbero i contenuti della lettera che il ministro Tria si prepara a inviare alla Commissione europea. Tali contenuti non corrispondono alla realtà. Come si potrà constatare quando si prenderà visione della lettera che sarà firmata dal ministro e inviata a Bruxelles“. E già qui siamo al caos. A questo punto anche Palazzo Chigi prende la parola. Dopo aver denunciato “la gravità” della diffusione di testi “non corrispondenti a quelle su cui il ministro Tria e il Presidente Conte stanno lavorando“, precisa che il primo ministro non ha ancora approvato la lettera e in ogni caso il testo non è quello anticipato dalla stampa. A complicare le cose, in serata, arriva anche la dichiarazione della vice del ministro Tria, la grillina Laura Castelli, sottosegretaria al Mef: “Mi sorprende che Tria smentisca la versione della lettera circolata, nel pomeriggio anche io avevo visto una bozza con i tagli al welfare. Mi rincuora che Conte abbia deciso di correggerne aspetti per noi irricevibili”. Come termina il teatrino del governo pentaleghista? Quando manca poco alla scadenza dettata stabilita dalla Commissione Europea, arriva la lettera ufficiale del ministero dell’Economia. Ovviamente non c’è traccia dei tagli a Quota 100 e al Reddito, si parla solo di “un programma complessivo di riforme della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie“. Si legge nel documento che “il disavanzo dovrebbe attestarsi significativamente al di sotto delle previsioni della Commissione e la variazione del saldo strutturale dovrebbe essere conforme al PSC anche sulla base della stima di output gap della Commissione“. Di chi è stata la manina che scritto e diffuso la prima versione? Dentro la maggioranza è guerra: il governo contro il governo, gli alleati l’un contro l’altro armati. Il M5S che guarda con sospetto a Tria, considerato a tutti gli effetti un organico leghista. I leghisti che sospettano che a rendere pubblico il primo testo siano stati i 5 Stelle. Oggi il Corriere della Sera apre con “Il caso Tria scuote il governo”, mentre Il Fatto Quotidiano, come fosse un giallo Mondadori, titola: “Tria e il mistero delle due lettere”; Il Giornale ammette “Siamo senza governo” e Il Foglio parla di “Una giornata da sbando”. L’unica certezza è che l’incertezza fa sprofondare sempre più giù questa povera Italia. Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Quotidiano gratuito, digitale e multimediale del PD sarà la voce della più grande comunità politica italiana, lo strumento di informazione e discussione per le centinaia di migliaia di iscritti, militanti, amministratori e rappresentanti politici del PD Oggi nasce #DEMOCRATICA, il nuovo quotidiano digitale del Partito Democratico. Scaricalo ora su bit.ly/democratica Democratica sarà la voce della più grande comunità politica italiana, lo strumento di informazione e discussione per le centinaia di migliaia di iscritti, militanti, amministratori e rappresentanti politici del #PD. Un quotidiano digitale e multimediale diffuso ogni giorno e gratuitamente. Democratica è scaricabile, dal lunedì al venerdì, a partire dalle ore 13.30, sulla app #Bob del Partito Democratico (disponibile per Android e iOs su app.partitodemocratico.it),su bit.ly/democratica (o www.partitodemocratico.it/democratic a per i numeri precedenti) e sul messenger Facebook all’indirizzo m.me/partitodemocratico.it, seguendo le istruzioni del bot risponditore automatico. Il quotidiano, diretto da Andrea Romano, sarà anche strumento di intervento nella discussione pubblica e mezzo di informazione. Si tratta del primo caso in Italia di un quotidiano politico, digitale e multimediale che viene diffuso gratuitamente. Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Per noi conta la buona politica, quella onesta, quella che non mente ai cittadini. Il governo racconta bugie, usa il falso e la mistificazione per acquisire consensi. Noi non siamo per gli inganni, noi siamo per un dialogo vero, sincero anche su temi difficili. Qui troverai un approfondimento su una questione cruciale per il nostro Paese che ci riguarda tutti da vicino. Perché per noi conta incontrarci su questo tema, essere insieme e fare insieme. SCARICA L'APPROFONDIMENTO ECONOMIA SOSTIENI IL PARTITO DEMOCRATICO IL TUO CONTRIBUTO CONTA Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Il 2×1000 è un’occasione per tutte e tutti di sostenere la politica pulita e trasparente in cui ci riconosciamo davvero, quella a cui ci sentiamo più vicini. Dona il tuo 2×1000 al Partito Democratico, è semplice e non ti costa nulla, non è una tassa aggiuntiva! Per donare il tuo 2×1000 al PD devi solo scrivere M20 nello spazio dedicato al 2×1000 della tua dichiarazione dei redditi e firmare nello spazio accanto. Puoi farlo anche se hai ricevuto la CU 2019, (la certificazione unica) se presenti il 730 precompilato, e anche nel caso in cui tu non abbia l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi. E ancora, si può donare il 2×1000 al Pd anche in caso di dichiarazione congiunta. Di seguito trovi tutte le istruzioni e le informazioni utili su come fare. Sono procedure semplici e veloci! Il tuo sostegno è fondamentale per noi e già da ora ti diciamo grazie! Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 02 giugno 2019 Buona settimana a tutti Voi Alessandro Iobbi Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a adda.martesana@gmail.com
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