PAOLONI, SPACCIATORI: "ERA ORA CHE IL MINISTRO SE NE ACCORGESSE" - 29 Luglio 2021
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QUOTIDIANO NAZIONALE SAP TARANTO (DI MICHELE): “MOLTENI A TARANTO E’ UN SEGNALE DI GRANDE ATTENZIONE” 29 Luglio 2021
Non ci sembra affatto casuale la scesa a Taranto del Sottosegretario agli Interni On. Molteni che ieri ha fatto visita all’Hotspot, guarda caso dopo che le Segreterie Provinciali di SIULP e SAP, attraverso una nota ufficiale inviata anche al Prefetto di Taranto, denunciavano le criticità sul piano
gestionale e sanitario del centro di temporanea accoglienza, accentuate dalla fortissima pressione del flusso migratorio di cui il nostro Paese è coinvolto in prima linea. Per noi, è questo un segnale di grande attenzione e pendiamo atto che il Sottosegretario, ha espresso alla stampa parole particolarmente gratificanti per il sacrificio dei nostri colleghi, in un momento così delicato. Ha poi sottolineato – ribadendo ciò che SIULP e SAP vanno denunciando da tempo – l’assoluta inadeguatezza della struttura ad ospitare i minori non accompagnati e per di più positivi al Covid. In altre parole, un Hotspot trasformato da centro leggero di passeggera accoglienza (72 ore di permanenza massima) a “centro covid”!! Eppure, proprio il Prefetto di Taranto che ieri ha accolto l’On. Molteni, nei giorni scorsi, pare non abbia perso tempo a replicare alle note sindacali a nostra firma, stigmatizzando le nostre doglianze, una cosa mai osservata in tanti anni di sindacalizzazione. Prendiamo atto che dopo le nostre denunce, ha provveduto a spostare i minori positivi al Covid-19 in altra struttura, pur tuttavia, non ha ancora dato esito alle nostre rimostranze che per senso di responsabilità abbiano rappresentato al Questore che ci ha comunque risposto con una nota e appunto all’Autorità di Governo, responsabile in capo della gestione dell’Hotspot. Il fatto stesso che i positivi al virus, e che ne erano già affetti quando sono giunti a Taranto, fatto assolutamente grave siano stati poi isolati, avvalora le nostre tesi segnalate sin dall’inizio della pandemia rispetto all’inidoneità del centro a maggior ragione nell’emergenza epidemiologica. La riteniamo non idonea a contenere centinaia di migranti che tra l’altro convivono per diverse settimane in maniera promiscua nelle fatiscenti tendopoli. E’ indispensabile tutelare anche la salute di coloro che garantiscono la sicurezza e la vigilanza all’interno ed esterno della struttura come pure degli ospiti e delle altre figure professionali, la cui preziosa opera di mediazione, a quanto pare, non sembra più essere sufficiente a scongiurare atteggiamenti di insofferenza da parte dei migranti che scappano
sottraendosi alle restrizioni sanitarie e che danno vita a rivolte interne. Il Prefetto, sembra aver impegnato le sue energie per “smentire” i sindacati, piuttosto e invece, vorremo che si concentrasse nel dare risposte ai nostri quesiti soprattutto di ordine sanitario e rispetto ad una situazione grave che è passata quasi inosservata, di certo non a noi che nella doppia veste, assolviamo anche al ruolo di R.L.S. (Rappresentanti dei lavoratori per la tutela della sicurezza sui posti di lavoro) secondo il D.lvo 81/2008. Grave, se consideriamo che gli ospiti del centro, inizialmente erano oltre 300, dopo lo sbarco a Lampedusa, hanno viaggiato per tutto il Sud Italia, e se positivi al virus come è emerso nelle fasi successive, hanno quindi contaminato interi territori. Solo a Taranto, sono stati sottoposti al test molecolare ed è merso che 33 soggetti erano positivi al Covid-19, nelle ore successive saliti a 37 secondo la comunicazione ufficiale fornita alle organizzazioni sindacali da parte della Questura di Taranto. E non 22, come qualcuno ha invece riportato sulla stampa!! Uno di essi è risultato positivo alla variante Delta e altro dato preoccupante, è che due nostri colleghi del Reparto Mobile di Taranto, coinvolti nelle fasi di contenimento della fuga dei profughi, sono risultati affetti dal coronavirus mentre una squadra intera di 10 persone è stata messa in quarantena. In queste ore sono stati effettuati ulteriori indagini epidemiologiche e secondo quanto comunicatoci ufficialmente, altri 13 di essi sono risultati positivi al virus, dopo aver convissuto per più giorni in tendopoli a stretto contato con gli altri migranti e adesso isolati in altra struttura in cui diversi di loro – i primi – non si sono ancora negativizzati, ci comunicano, mentre tutt’ora sono in corso altri accertamenti (tamponi). Il personale, sebbene abbia adottato le misure preventive anti-contagio, in buona sostanza, nei primi giorni, ha operato all’oscuro del risultato epidemiologico e del focolaio scoppiato nell’Hotspot. Eppure le direttive e i protocolli sanitari attuali, prevedono che i clandestini, appena sbarcati sulle nostre coste, vengano immediatamente sottoposti agli accertamenti medici. Il
personale, ha quindi corso seri rischi e continua a correrli!! Una questione che meriterebbe un’inchiesta!!. L’Autorità locale di Governo, poi, non ci fornisce risposte sulla denunciata inadeguatezza della struttura che mette tra l’altro a nudo i limiti dell’attuale sistema di accoglienza. L’Hotspot, essendo stato istituito in seguito agli impegni del 2015 assunti dallo Stato Italiano nell’ambito dell’agenda europea sulla immigrazione, chiaramente non è stato progettato per far fronte all’emergenza attuale e ad oltre un anno dalla pandemia, questa come tutte le altre, purtroppo non è stata adeguata ad una logistica tale da scongiurare situazioni critiche sul piano sanitario. I nodi ormai vengono al pettine e si evidenzia come un po’ ovunque, vi sia un sopraffollamento e questi centri, da luoghi di accoglienza temporanea, si sono trasformati in centri di lunga permanenza in violazione persino delle direttive europee. La criticità più evidente è rappresentata da una inadatta e carente recinzione perimetrale che permette anche ad un bambino di essere scavalcata, mettendo in serio pericolo sia coloro che arbitrariamente fuggono dal centro sia gli operatori di polizia. Colleghi operativamente gravati da questa nefandezza logistica e dalla incapacità di un esecutivo che a livello centrale, non riesce a ridefinire la questione rimodulandola alle esigenze del momento e alle emergenze sanitarie collegate al coronavirus. Non siamo assolutamente in una condizione di normalità come qualcuno vorrebbe far credere. E’ questa una “emergenza nella emergenza” come più volte ribadito e non a caso il Questore di Taranto, ha rafforzato i servizi di ordine pubblico e di vigilanza con i Reparti Mobili di Padova e di Senigallia scesi in trasferta a Taranto. Ebbene, nell’atto di responsabilità che ci contraddistingue, continueremo a segnalare e denunciare ogni cosa, e mai a “mettere la sabbia sotto il tappeto”, giacchè il fenomeno dell’accoglienza, ha un impatto rilevante sulla vita quotidiana dei territori e nell’operatività delle forze dell’ordine alle quali viene lasciato
spesso “il cerino in mano”. Diventa quindi necessario una continua concertazione con gli attori principali e una parte attiva è sicuramente quella esercitata dal Prefetto che deve continuare a sensibilizzare l’esecutivo di Governo, il Dipartimento dell’Immigrazione e il Ministro degli Interni da cui dipende. Taranto, 28 luglio 2021 Uffici Stampa – Segreterie Provinciali di Siulp e Sap OLTREILFATTO.IT SISTEMA TETRA, INTERPELLANZA DELL’ON. TONELLI 29 Luglio 2021
INTERPELLANZA presentata dall’On. GIANNI TONELLI il 23/07/2021 10:58 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell’Interno – Per sapere – premesso che: si è appreso che la durante l’attuale G20, presso la città di Venezia,
l’Amministrazione di Polizia di Stato ha ritenuto opportuno sostituire i precedenti sistemi di comunicazione per gli operatori di polizia con il sistema “Tetra”, affinché possa essere garantita una effettiva ed efficiente comunicazione radio tra gli operatori delle forze dell’ordine su tutto il territorio; il predetto sistema di telecomunicazione risulterebbe infatti decisamente più efficiente rispetto a quelli in precedenza utilizzati, garantendo una comunicazione su oltre il 90% del territorio da vigilare (anche nei tratti lagunari più remoti), a fronte di quelli prima in uso, che coprivano circa il 30% del territorio, costringendo gli operatori di polizia ad utilizzare, qualora possibile ed in condizioni di sicurezza, il proprio apparecchio telefonico; proprio dal confronto con il sistema TETRA gli attuali sistemi per le comunicazioni della Polizia di Stato hanno mostrato di non garantire una adeguata efficienza e hanno palesato criticità per la sicurezza della collettività e degli stessi operatori delle forze dell’ordine; risulta però che il sistema TETRA utilizzato al momento sul territorio di Venezia sarà disinstallato una volta terminato il G20, con aggravio di costi per la sua sostituzione con il precedente apparato tecnologico non idoneo, palesando ciò una lapalissiana illogicità nell’agire amministrativo e uno spreco di denaro pubblico necessario alla risostituzione del sistema Tetra con il precedente, le cui prestazioni sono ben inferiori; ebbene, tutto ciò, oltre che una violazione del principio di buon andamento dell’azione amministrativa, costituisce senza dubbio una gravissima condizione di insicurezza cui sono ad oggi sottoposti gli operatori della Polizia di Stato, costretta ad utilizzare sistemi di telecomunicazioni meno idonei; se e in che modo si intenda rispondere alle criticità emerse dal confronto con i sistemi attualmente in vigore e il sistema TETRA; se sono state espletate le dovute valutazioni di opportunità nonché un’attenta analisi costi–benefici in merito alla scelta di sostituire solo per breve tempo il precedente sistema di comunicazione scarsamente idoneo, sul territorio di Venezia, con altro ben più efficiente, quale il sistema TETRA, limitatamente al G20, e se sono state considerate le ipotesi di mantenerlo ed anzi di promuoverne l’utilizzo anche su altri territori italiani;
Tonelli, Fogliani On. GIANNI TONELLI L'INTERPELLANZA CORDOGLIO PER LA TRAGICA MORTE DEL COLLEGA MARINO TERRAZZA 29 Luglio 2021
Abbiamo appreso la tragica e prematura scomparsa del collega Marino Terrazza morto stamane mentre in servizio prestava soccorso ad un’automobilista rimasto in panne sulla SS131 DCN nel comune di Posada (NU). Il collega 38enne in servizio presso il Distaccamento Polizia Stradale di Siniscola, lascia moglie e due figli. Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per l’ennesimo estremo sacrificio che paga la Polizia di Stato e in particolare modo la Polizia Stradale CRONACHENUORESI SAP GENOVA (GRAGNANO):
“POCHI AGENTI, SCIOPERO DELLO STRAORDINARIO” 29 Luglio 2021
GENOVA – Non sono soltanto i liguri, i turisti, le categorie economiche che operano nel turismo, nel commercio e nella ristorazione, l’autotrasporto a denunciare la situazione drammatica sulle autostrade della Liguria. A farne le spese, sono anche gli agenti della Polizia Stradale di Genova che da tempo segnala mancanza di personale adeguato in base alle criticità del territorio e una condizione drammatica a causa di code, cantieri, incidenti. “A fronte delle previste 164 unità, attualmente alla Stradale vi prestano servizio solamente 132 colleghi, ben 32 poliziotti in meno, l’equivalente di 16 pattuglie al giorno. Da considerare che l’organigramma fa riferimento ad un D.M. del 1989, e che pertanto non può essere correlato alle annose esigenze ed emergenze, accentuate dalla tragedia del Ponte Morandi e dalle inevitabili conseguenze succedutesi al crollo”, spiega in una nota stampa Giacomo Gragnano, segretario provinciale del Sap, ovvero il sindacato autonomo di polizia. “Al fine di fronteggiare tale assurda situazione, abbiamo più volte chiesto alla Dirigenza di rappresentare al Dipartimento della Polizia Stradale la necessità di un ampliamento massiccio di personale (iniziativa che dovrebbe essere propria dell’Amm.ne locale). La risposta del Servizio Centrale è stata l’aggregazione di due unità per soli 15 gg., salvo, pochi giorni dopo, ricevere la richiesta di due uomini da inviare a Reggio Emilia. Insomma…”te li metto in una tasca e te li tolgo dall’altra”. Il personale (che opera h.24), è costretto a continui cambi turno, il che crea grave scompenso al necessario riposo psicofisico ma anche alla vita privata dei colleghi”. E sono diverse le problematiche: una su tutte anche il fatto che la viabilità ordinaria su arterie come SS1 Aurelia e SS456 del Turchino sia di fatto praticamente azzerata, facendo mancare ai cittadini l’importante opera di controllo e prevenzione che occorre in strade così importanti; il personale che dovrebbe essere chiamato ad effettuare tale attività (Sez.ne di Genova e Dist.to di
Chiavari) è quasi totalmente distolto per sopperire alla mancanza di pattuglie in autostrada. “Per questi motivi, tantissimi colleghi, stanchi delle scelte scellerate della Dirigenza (in particolare quella della Sezione) hanno deciso di effettuare lo sciopero dello straordinario”, ovvero il rifiuto di prestare il lavoro straordinario richiesto dal datore di lavoro ai sensi del contratto collettivo. E l’invito a protestare è esteso a tutti i cittadini genovesi. PRIMOCANALE GENOVATODAY CONTRATTO DI LAVORO – ESITO INCONTRO DEL 27.07.21 29 Luglio 2021
CONTRATTO COMPARTO SICUREZZA E DIFESA: Sindacati e CoCeR, iniziato confronto in sede tecnica per adeguare retribuzioni e indennità, ma soprattutto gli istituti normativi a tutela dei rischi professionali Nel previsto incontro che si è tenuto nella mattinata odierna la delegazione della parte pubblica ha fornito una indicazione delle somme stanziate e degli aumenti medi per il personale di ciascuna delle amministrazioni del comparto Sicurezza e
Difesa. La rappresentanza sindacale ha invero osservato che in assenza del dato disaggregato sulle singole poste disponibili non sarebbe stato possibile svolgere riflessioni finalizzate a ragionare della eventuale ripartizione sulle singole voci retributive, ed ha pertanto chiesto che in occasione del prossimo incontro siano preventivamente fornite le tabelle elaborate dai tecnici dei dicasteri di riferimento. È comunque emerso con chiarezza che le risorse stanziate non consentano di poter immaginare che l’imprescindibile adeguamento del trattamento economico fondamentale possa essere accompagnato ad una altrettanto indifferibile revisione del complessivo impianto normativo che dovrebbe, in linea di principio, assicurare il riconoscimento della specificità al personale del Comparto Sicurezza e Difesa. Specificità che si traduce in maggiore operatività al servizio dei cittadini. Un settore che, negli oltre dieci anni trascorsi dall’ultimo effettivo confronto negoziale che aveva portato alla definizione di un comunque perfettibile accordo sui fondamentali istituti accessori, registra non solo un notevole divario tra l’assetto normativo ordinamentale e le radicalmente mutate condizioni di lavoro del settore, ma pure un inaccettabile disallineamento con fondamentali istituti tra gli stessi addetti al Comparto e quelli di cui beneficiano i lavoratori di altri comparti del pubblico impiego. Una situazione che richiede, prima ancora dell’inserimento dei nuovi indispensabili istituti a tutela della genitorialità, della salute, di quella legale ed erariale, un intervento perequativo di tutti gli istituti che oggi, anche per la differente interpretazione che forniscono le Amministrazioni di appartenenza, trovano una diversa applicazione con gravi sperequazioni. Parliamo insomma di indennità accessorie ingessate ai livelli fissati nel 2008, che non possono essere ritenute compatibili con gli accresciuti carichi di lavoro ed esposizione al rischio professionale incontrato dagli operatori nella quotidianità,
anche per il sistematico ricorso allo straordinario, con il quale si cerca di tamponare l’emorragia degli organici imponendo carichi di lavoro usurante al personale, per giunta pagando l’ora di straordinario meno del lavoro ordinario accumulando ritardi di anni per la liquidazione delle somme dovute o, come nel caso del personale militare, negando totalmente il pagamento con norme che ancora prevedono la cancellazione del credito maturato per le ore effettuate. La riflessione partecipata alla parte pubblica è stata corroborata anche dalla constatazione di una sostanziale assenza di fondamentali tutele, tra cui quelle sanitarie e legali, e del disconoscimento dei diritti di genitorialità che, diversamente dagli altri pubblici dipendenti, il personale del Comparto Sicurezza e Difesa si vede sistematicamente negare dalla rigidità interpretativa delle amministrazioni di riferimento. E tutto questo a tacere dello sconcertante ritardo nell’attuazione della previdenza complementare che in prospettiva produrrà irreparabili penalizzazioni nel trattamento pensionistico. Uno sconfortante contesto che induce a ritenere prioritaria e pregiudiziale la discussione intorno alle questioni squisitamente normative, anche per poter incrementare la parte economica attraverso meccanismi di defiscalizzazione degli accessori, atteso che in assenza del raggiungimento dell’intesa sulle quali non vi sono margini per poter immaginare di sottoscrivere l’accordo sulla parte meramente retributiva. In chiusura è stato ribadito che pur volendo arrivare il prima possibile ad una ipotesi di accordo, l’obiettivo primario che le OO.SS. e i CoCer perseguono è la tutela reale del personale rappresentato sottolineando come ciò può avvenire solo attraverso gli istituti normativi rivendicati. Ecco perché questo contratto deve essere considerato il contratto soprattutto normativo che deve chiudere al meglio la necessaria stagione dei diritti e delle tutele che le donne e gli uomini in uniforme attendono tra troppi anni.
La parte pubblica, nel sottolineare di aver preso atto di tutte le questioni rappresentate e della necessità di entrare nello specifico di ognuna, ha aggiornato la riunione a venerdì 30 p.v. che avverrà prima con le OO.SS. delle Forze di polizia civili, poi con i CoCer di quelle militari e a seguire con quelli delle Forze Armate. SIULP – SAP – SIAP/USIP (Polizia di Stato) SAPPE – UILPA PP – FNS CISL (Polizia Penitenziaria COCER CARABINIERI – COCER GUARDIA DI FINANZA – COCER ESERCITO – COCER MARINA – COCER AERONAUTICA IL COMUNICATO ASSEGNAZIONE SEDI DI SERVIZIO DEGLI AGENTI DEL 212° CORSO 29 Luglio 2021
Pubblichiamo la circolare relativa all’assegnazione alle sedi di servizio degli Agenti del 212° corso di formazione LA CIRCOLARE COLLEGIO UNIVERSITARIO “LAMARO POZZANI” – BANDO DI AMMISSIONE 29 Luglio 2021
Riceviamo e pubblichiamo il bando di ammissione al Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” di Roma relativamente all’anno accademico 2021/2022 IL BANDO
PROBLEMATICHE ALLOGGI PER GLI AGENTI DEL 212° CORSO 29 Luglio 2021 In considerazione dell’attuale situazione sociale, abbiamo inviato una nota al Dipartimento della PS in merito all’imminente raggiungimento delle sedi di servizio degli Agenti del 212.mo Corso. Abbiamo chiesto che sia approntata una soluzione dignitosa per tutto personale in modo da evitare una promiscuità ed evitare contagi e rischi per la salute dei colleghi LEGGI LA NOTA
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