PANNELLO di CONTROLLO - ANNO 2017 - Sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano - Cipais
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PANNELLO di CONTROLLO Sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano Il documento è stato redatto a cura del Segretariato Tecnico della CIPAIS ANNO 2017 Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo – Svizzere
SOMMARIO Premessa 2 L3 9: Antibiotico resistenza nei batteri lacustri 26 Il Territorio di interesse per la CIPAIS 3 L3 11: Produzione primaria 27 Il Lago di Lugano 4 L3 12: Concentrazione media di fosforo e azoto 28 Indicatori del Pannello di controllo 5 L3 13: Concentrazione dell'ossigeno di fondo 29 Quadro Ambientale del 2017: aspetti limnologici 6 Tematica: Inquinamento delle acque Quadro Ambientale del 2017: sostanze inquinanti 7 L4 1: Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago 30 Comparto: Ambiente lacustre L4 2: Microinquinanti nell’ecosistema lacustre 31, 32 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Comparto: Bacino idrografico L1 1: Prelievo ad uso potabile 8 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali L1 2: Zone balneabili 9 B1 1: Uso del suolo 33 L1 4: Pescato 10 B1 2: Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche 34 L1 5: Potenziale di valorizzazione delle rive 11, 12 Tematica: Ecologia e biodiversità Tematica: Idrologia e clima B3 1: Elementi chimico - fisici 35 L2 1: Livello lacustre 13 B3 2: Macroinvertebrati bentonici 36 L2 2: Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e profondo 14 Tematica: Inquinamento delle acque L2 3 Massima profondità di mescolamento 15 B4 2: Stato delle opere di risanamento 37 Tematica: Ecologia e biodiversità B4 3: Funzionamento degli impianti di depurazione 38 L3 1: Colonizzazione delle sponde da parte del canneto 16 Glossario L3 2: Abbondanza relativa delle principali macrofite 17 L3 3: Morfologia delle rive lacustri 18, 19, 20 L3 4: Trasparenza 21 19 L3 5: Clorofilla a 22 L3 6: Fitoplancton 23, 24 L3 7: Biomassa delle popolazioni zooplanctoniche 25 1 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
PREMESSA Il Pannello di controllo attraverso una serie di indicatori, che in forma sintetica e facilmente fruibile forniscono preziose informazioni sullo stato e l’evoluzione della qualità dei Laghi Maggiore e di Lugano, costituisce uno strumento di verifica dell’efficacia dei provvedimenti intrapresi per conseguire gli obiettivi di risanamento fissati dalla CIPAIS nell’ambito del Piano d’azione. Gli indicatori ambientali sono parametri sintetici che rappresentano in modo significativo un certo fenomeno ambientale e ne permettono la valutazione nel tempo. In letteratura esistono diversi modelli per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale, la più consolidata classificazione in uso nel campo della valutazione ambientale, che fornisce un quadro logico per approfondire ed analizzare i problemi socio- economico-ambientali e, successivamente esprimerne, attraverso gli indicatori il livello di qualità e le alternative progettuali di miglioramento, è quella del modello per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale “DPSIR” (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatto-Risposta) messo a punto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Le Determinanti (o Fonti di pressione) descrivono le attività antropiche che hanno conseguenze ambientali: attività industriali, agricoltura, energia, ecc. Le Pressioni costituiscono gli effetti delle attività antropiche sull’ambiente: le sostanze rilasciate nell’ambiente, il consumo di risorse, ecc. Lo Stato rappresenta le condizioni ambientali e la qualità delle risorse in termini fisici, chimici, biologici. Gli Impatti sono gli effetti dei cambiamenti sulla salute umana, sulla conservazione della natura. Le Risposte sono le misure adottate da soggetti pubblici e privati per migliorare l’ambiente e per prevenire e mitigare gli impatti negativi. Gli indicatori del Pannello di controllo sono così classificati secondo questo modello. I comparti ambientali considerati nel Pannello di controllo sono: • ambiente lacustre; • bacino idrografico. Per ogni comparto considerato vengono analizzate le variabili inerenti le seguenti tematiche: • Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali; • Ecologia e biodiversità; • Idrologia e clima; • Inquinamento delle acque. Il core set di indicatori è composto da 31 elementi, necessari e sufficienti, per la rappresentazione dello stato di qualità delle acque dei Laghi di Lugano e Maggiore, bacini lacustri d’interesse per la Commissione, e delle pressioni agenti nei bacini imbriferi. Gli indicatori sono riportati nello schema a lato. Alcuni indicatori (L3 8, L3 10 e L3 15) non sono applicati nel Pannello di controllo del Ceresio in quanto, al momento, non sono oggetto di ricerche o indagini avviate per il bacino lacustre o il suo bacino imbrifero. Gli indicatori dei pannelli di controllo del lago Maggiore e di Lugano possono non risultare identici, poiché parzialmente diversi possono essere gli obiettivi di ricerca cui si riferiscono i parametri esaminati. 2 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
IL TERRITORIO DI INTERESSE PER LA CIPAIS La Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo Svizzere (CIPAIS) si occupa da più di 30 anni delle problematiche inerenti l’inquinamento delle acque italo- elvetiche, promuovendo attività di ricerca e di monitoraggio per determinarne l’origine, la natura e l’evoluzione, allo scopo di fornire agli enti preposti le giuste indicazioni per avviare le opportune azioni di risanamento e di tutela ambientale degli ecosistemi lacustri. Il territorio di interesse della CIPAIS corrisponde principalmente con i bacini idrografici del Lago Maggiore che a sua volta comprende quello del Lago di Lugano. Suddivisione amministrative del bacino imbrifero Stato Italia, Svizzera Regione Piemonte (Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola) Unità Regione Lombardia (Province di Varese e di Como) territoriali Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese Caratteristiche morfometriche del bacino imbrifero Totale Svizzera Italia Area 6.599 3.369,5 3.229 (Km2) Altitudine massima 4.633 (m.s.l.m.) Altitudine media 1.270 (m.s.l.m.) 3 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
IL LAGO DI LUGANO Il Lago di Lugano o Ceresio è situato in corrispondenza della fascia territoriale di confine tra la Nel Bacino Sud ed in quello di Ponte Tresa lo stato di ossigenazione risulta precario nella Svizzera (Cantone Ticino) e l'Italia (Regione Lombardia) ad una quota di 271 m s.l.m. seconda parte dell'anno (< 4 g/m3 di ossigeno disciolto) già a partire da circa 25 m di Il bacino lacustre ha un'origine fluvio-glaciale, il Ceresio giace in una valle originata profondità e si riduce gradualmente fino a zero nelle vicinanze del fondale. dall'erosione fluviale nel corso del Messiniano, plasmata poi dai ghiacci durante l'ultimo periodo glaciale nel Pleistocene. Il lago è composto da tre diversi bacini: il Bacino Nord (tra Melide e La Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere ha promosso, a partire Porlezza) e il Bacino Sud (tra Capolago e Agno), separati dal ponte-diga di Melide costruito in dal 1978, dettagliate ricerche limnologiche finalizzate al pieno recupero del lago. Sulla base dei passato su una morena sublacuale, ed il piccolo bacino di Ponte Tresa situato in prossimità risultati conseguiti nel lungo periodo, il piano di protezione ambientale si è così posto l'obiettivo dell'emissario, il Fiume Tresa. di ridurre il carico di fosforo dal bacino ad un livello al di sotto delle 22 t P/anno per il Bacino Sud I tre bacini presentano caratteristiche morfologiche e idrologiche diverse. Il Bacino Nord è molto e delle 18 t P/anno per il Bacino Nord in modo da mantenere costantemente nel lago profondo con un bacino imbrifero limitato (270 Km2) rispetto al volume idrico (4.68 Km3), di concentrazioni di fosforo inferiori ai 30 mg P/m3. Dagli anni '80 ad oggi si è verificata una conseguenza presenta un elevato tempo teorico di ricambio, circa 12 anni. sensibile riduzione sia nei carichi sia nelle concentrazioni di fosforo, particolarmente evidenti per il Bacino Sud con condizioni che tendono alla mesotrofia, mentre il Bacino Nord si trova ancora Il processo di eutrofizzazione delle acque lacustri, iniziato negli anni '50, ha provocato negli strati in uno stato eutrofo. profondi del Bacino Nord la scomparsa dell'ossigeno e l'aumento della densità salina: lo stato meromittico in cui si è trovato questo bacino per alcuni decenni ha comportato un sensibile Caratteristiche morfometriche del Lago di Lugano aumento del tempo di permanenza delle acque oltre i 100 m di profondità oltre che un accumulo di sostanze. Solo di recente si è verificato per due anni successivi il rimescolamento completo delle LAGO DI Totale Bacino nord Bacino sud acque con la interruzione temporanea della meromissi. LUGANO Area 565,6 269,7 295,9 (Km2) Superficie del lago 48,9 27,5 21,4 (Km2) Volume 6,5 4,7 1,8 (m3) Profondità media 134 171 85 (m) Profondità massima 288 288 95 (m) Tempo teorico medio di ricambio 8,2 11,9 2,3 (anni) 4 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
INDICATORI DEL PANNELLO DI CONTROLLO La CIPAIS ha individuato, per ogni indicatore, specifici obiettivi da perseguire. Viene qui rappresentato, in una scala di riferimento costituita da 10 step di qualità, lo stato al 2010 (anno di pubblicazione del primo pannello di controllo) e lo stato attuale con la tendenza rispetto al 2016 degli indicatori, raffrontati con l’obiettivo di riferimento. Per Bacino Nord si intende la stazione di Gandria, mentre Melide e Figino sono compresi nel Bacino Sud. 0 100 30 0 100 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Lombardia L1 2 Zone Balneabili (%) L3 12 Concentrazione 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Svizzera media di azoto e 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 0 60 100 Fosforo (µgP/L) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord 4 L2 3 Massima profondità di 0 10 mescolamento (m) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Gandria L3 13 0 5 10 Concentrazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Melide 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Gandria dell’Ossigeno di fondo (mgO2/L) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Figino L3 4 Trasparenza (m) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Melide 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Figino 18 0 100 0 2,5 - 4 5,5 L4 1 Carico di 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Gandria Azoto e Fosforo 0 22 100 L3 5 Clorofilla (µg/L) Totale in ingresso 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Melide al lago (tP/a) 0 100 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Figino B3 1 Elementi 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 chimico – fisici (%) 0 28 100 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Gandria L3 6 Fitoplancton focus B3 2 0 100% (% cianobatteri) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Melide Macroinvertebrati 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 bentonici (%) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Figino 0 150 550 Legenda Stato attuale e tendenza rispetto al 2016 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Gandria L3 11 Produzione primaria (g/m2 a) Obiettivo Incremento 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Melide Soglia critica Stazionarietà 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Figino Decremento Stato al 2010 5 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
QUADRO AMBIENTALE DEL 2017: ASPETTI LIMNOLOGICI Nel 2017, le condizioni del lago sono cambiate notevolmente rispetto al 2016, evidenziando come condizioni meteorologiche invernali. Il previsto riscaldamento climatico (Lepori & Roberts, 2015) in questi ultimi anni lo stato del lago sia fortemente instabile, a causa soprattutto della variabilità potrebbe quindi in parte contrapporsi all’effetto della diminuzione del carico esterno. Una terza delle condizioni meteorologiche invernali. Nel 2017, grazie a un inizio d’anno freddo (gennaio), la tendenza riguarda l’aumento relativo dei cianobatteri rispetto al fitoplancton algale, già messo in circolazione invernale si è spinta fino alle profondità consuete nei due bacini (quasi 80 m nel luce nell’ultimo rapporto pluriennale (IST, 2016). Nel 2017, infatti, in termini di biomassa media bacino nord, fino al fondo nel bacino sud). Grazie a ciò, sia il regime di mescolamento che la annuale, i cianobatteri sono stati il primo gruppo di fitoplancton a Melide, e il secondo (dopo le successione stagionale dei popolamenti planctonici, apparsi fortemente alterati nel 2016 a causa diatomee) a Gandria e Figino. Anche nel 2017, i cianobatteri sono stati dominati da forme dell’inverno mite e delle deboli circolazioni, sono tornati alla normalità. Oltre ad evidenziare metalimnetiche filamentose (Oscillatoria e Planktothrix), a dimostrazione di come le condizioni questa variabilità, i risultati della campagna 2017 avvalorano però anche alcune tendenze fisico chimiche del lago (in primo luogo la temperatura, le concentrazioni di nutrienti e la stabilità pluriannuali, che sono emerse con maggior chiarezza durante l’ultimo quinquennio. Una prima della colonna d’acqua) siano attualmente particolarmente favorevoli allo sviluppo di questi tendenza riguarda i carichi esterni di fosforo, che non sono solo diminuiti sostanzialmente, ma organismi. Infine, una quarta tendenza riguarda il cambiamento della composizione e appaiono ormai conformi (bacino nord) o prossimi (bacino sud) agli obiettivi di risanamento dell’abbondanza delle comunità zooplanctoniche. Per queste comunità, il processo di (Barbieri & Mosello, 1992). A questo miglioramento hanno contribuito lo smantellamento eutrofizzazione è spesso contraddistinto da un aumento dell’abbondanza relativa dei cladoceri dell’impianto di depurazione del Medio Cassarate e un’apparente diminuzione delle fonti di carico (aumento del rapporto cladoceri÷copepodi; Straile & Geller, 1998). Non sorprende quindi che la diffuse, almeno per i tre tributari per i quali si dispone di informazioni dettagliate (Vedeggio, diminuzione del carico trofico del lago stia avendo l’effetto opposto, ovvero stia favorendo la Laveggio e Scairolo). Malgrado questo miglioramento, va tuttavia sottolineato che la qualità delle dominanza dei copepodi, e che quest’effetto sia particolarmente evidente nel bacino nord, dove acque tributarie resta solo in parte soddisfacente poiché, per esempio, in almeno quattro degli negli ultimi anni le concentrazioni di fosforo si sono maggiormente ridotte. Nonostante molte di otto tributari maggiori anche nel 2017 si sono manifestati episodi di inquinamento organico e di queste tendenze (fatta eccezione per l’aumento dei cianobatteri) vadano nella direzione tossicità potenzialmente dannosi per gli organismi acquatici. Una seconda tendenza emersa dai auspicata o prevista dal programma di risanamento, i risultati della campagna del 2017, insieme risultati della campagna 2017, strettamente associata alla diminuzione dei carichi di fosforo, ad altri studi recenti (Lepori et al., 2018b), mostrano che alcuni degli indicatori fondamentali dello riguarda la diminuzione delle concentrazioni di fosforo nel bacino nord, anche queste ormai stato del lago (in particolare gli indicatori dello stato trofico) manifestano andamenti deboli o conformi agli obiettivi di risanamento da quattro anni consecutivi (Imboden, 1992). Le basse addirittura opposti a quelli attesi. Tra questi spiccano lo stato di ossigenazione delle acque concentrazioni del 2017, tuttavia, sono particolarmente significative perché illustrano come in ipolimnetiche, che rimane critico, la produzione primaria, che rimane tipica di condizioni questo bacino le concentrazioni rimangano ormai conformi agli obiettivi non solo in anni eutrofiche, e la biomassa algale, che continua a mostrare notevoli accumuli estivi. In generale, contrassegnati da deboli circolazioni (durante i quali gli apporti interni sono ridotti), ma anche in quindi, i risultati degli ultimi anni di indagine stanno rivelando un inatteso scollamento tra i carichi anni con circolazioni normali. In questo bacino, le concentrazioni di fosforo nel mixolimnio (ca. 0- di fosforo, che diminuiscono, e gli indicatori biologici dello stato trofico, che mostrano 100 m) stanno quindi rispondendo velocemente alla riduzione del carico esterno. Attualmente, la un’apparente resistenza a questa diminuzione. Questo scollamento ha probabilmente delle cause maggior incognita riguardante il risanamento del bacino nord è rappresentata dalla possibile interne all’ecosistema, quali la diminuzione del grazing da parte dei cladoceri erbivori, risalita di fosforo dagli strati profondi durante circolazioni eccezionalmente profonde, come quelle determinato dalle diminuite concentrazioni di fosforo (Lepori et al., 2018b), e delle cause esterne, che si sono verificate negli anni 2005-2006. È probabile che questi eventi si ripetano in futuro, quali il riscaldamento climatico, che favorisce i cianobatteri e sfavorisce l’ossigenazione delle anche se non si è in grado di sapere con quale frequenza, e che nonostante la diminuzione dei acque profonde (Rogora et al., 2018). Tuttavia, l’importanza relativa di questi fattori rimane poco carichi esterni il cammino futuro del bacino sarà punteggiato da episodi di risalita di fosforo dal conosciuta. fondo (Lepori et al., 2018b). Nel bacino sud, la diminuzione delle concentrazioni di fosforo, seppur Per poter prevedere l’evoluzione del lago e stabilire se gli attuali obiettivi di risanamento in atto, è rallentata dallo sviluppo di un notevole carico interno (Lepori & Roberts, 2017) e dalla (riguardanti soprattutto i carichi e le concentrazioni di fosforo) saranno sufficienti a produrre variabilità climatica. Nel 2017, gli effetti di questi fattori sono stati particolarmente evidenti. l’auspicato miglioramento trofico delle acque nonostante il previsto riscaldamento climatico, una Infatti, a causa dell’inverno mite del 2015/2016 e della debole circolazione del 2016, le acque migliore comprensione di queste con-cause appare quindi indispensabile. Ci si auspica quindi che profonde del bacino sud sono rimaste anossiche dall’estate del 2015 fino alla circolazione del le ricerche sul lago possano proseguire in futuro e che possano essere indirizzate maggiormente 2017. L’eccezionale durata di questo periodo di anossia si è tradotta nell’accumulo di un ingente verso una comprensione più approfondita delle complesse interazioni sussistenti tra nutrienti, carico interno, e pertanto di un elevato rifornimento epilimnetico di fosforo durante la clima e biocenosi lacustri. circolazione del 2017. A Melide, tale rifornimento ha prodotto concentrazioni di fosforo tardo invernali particolarmente elevate e ancora decisamente superiori agli obiettivi di risanamento. In questo bacino, quindi, l’andamento delle concentrazioni di fosforo è in parte determinato dalle 6 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
QUADRO AMBIENTALE DEL 2017: SOSTANZE INQUINANTI Lo studio condotto nel 2017 amplia le conoscenze relative ai microinquinanti idrosolubili nelle Sulla base delle attuali conoscenze ecotossicologiche, la qualità delle acque del bacino nord può acque del lago di Lugano e completa i dati sul tema, ancora scarsi, disponibili in precedenza. Sono essere giudicata da buona a molto buona. Le crescenti concentrazioni di microinquinanti verso stati ricercati numerosi analiti in zone del lago, profondità e momenti di prelievo differenti. ovest portano a classificare le acque del bacino sud e del bacino di Ponte Tresa come buone. Per Rispetto alla precedente indagine CIPAIS del 2014, la scelta dei parametri è stata adattata determinare le tendenze in atto sarebbe auspicabile applicare al Ceresio modelli previsionali, così abbandonando la ricerca di sostanze la cui presenza si è dimostrata solo sporadica o priva di come già fatto nel caso di altri laghi svizzeri e rispettivamente ripetere a intervalli regolari il significato, quali biocidi e fitosanitari e alcuni gruppi di farmaci. In sostituzione, è stata promossa monitoraggio analitico, adattando e ampliando se del caso la scelta delle sostanze da la ricerca di mezzi di contrasto iodurati e diverse sostanze endocrine o complessanti. approfondire a categorie di microinquinanti ancora poco o non studiate. Sono state ricercate 63 sostanze in campioni di acqua prelevati dal lago durante quattro diversi momenti dell'anno e a due diverse profondità da una stazione del bacino nord (Gandria), da due stazioni del bacino sud (Melide, Figino) e dalla stazione di Ponte Tresa. I risultati mostrano la presenza da un minimo di 7 a un massimo di 28 sostanze all'interno di un singolo campione. Sia il numero di microinquinanti che le loro quantità aumentano lungo l'asse di deflusso del lago da est verso ovest e mostrano una dipendenza solo secondaria sia dal momento di prelievo che dalla profondità. Le osservazioni raccolte sono in linea con la struttura morfologica e idrologica del lago e i con risultati ottenuti nell'ambito delle ricerche CIPAIS 2013 e 2014. Accanto a un forte aumento del dolcificante Sucralosio, i risultati mostrano negli ultimi 3 anni un apparente incremento delle concentrazioni di sottofondo dei residui di diversi antibiotici e di altri farmaci come il Diclofenac. Dal confronto con dati risalenti ad altre campagne passate sembrerebbe che i mezzi di contrasto iodurati siano in aumento mentre altri microinquinanti come l’EDTA in diminuzione. L’apparente crescita dei residui di diversi farmaci rispecchia con tutta probabilità un certo aumento del loro consumo nel tempo, sia come conseguenza del continuo incremento demografico che dell’invecchiamento della popolazione. I risultati e le tendenze descritte confermano la necessità di procedere a medio termine con l’implementazione di trattamenti mirati alla gestione dei microinquinanti presso gli IDA di Bioggio, Mendrisio- Rancate e Barbengo. 7 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Determinanti L1 1 PRELIEVO AD USO POTABILE Quantità d'acqua prelevata dai corpi idrici per la produzione di acqua potabile DESCRITTORI Ubicazione dei punti di Volumi prelevati captazione per il prelievo ad Tipologia di trattamento uso potabile nel 2017 (a STATO E TENDENZA destra); dati relativi agli Attualmente i prelievi di acque lacustri destinate ad uso potabile sono effettuati regolarmente in impianti di potabilizzazione territorio svizzero. Nella città di Lugano, in Cantone Ticino, il prelievo ad uso potabile costituisce ad e volume d'acqua annuo oggi il 78% circa del totale di approvvigionamento idrico a lago, il cui volume complessivo nel 2017 prelevato a lago, con è di 4.372.681 m³ (circa il 18 % in più rispetto all'anno precedente); viene inoltre effettuato il riferimento alle acque prelievo a lago ad uso potabile anche per il Comune di Paradiso, che nel 2017 rappresenta il 14% destinate alla distribuzione del volume totale prelevato. Segue Barbengo, altro importante punto di approvvigionamento in acquedotti pubblici idropotabile che rappresenta circa il 6% del totale e infine la presa di Vico Morcote, che costituisce il (sotto). 2% del prelievo a lago. È inoltre prevista la realizzazione entro i prossimi 10 anni di una captazione a Riva San Vitale da 100 L/s per alimentare il Mendrisiotto tramite una dorsale che giungerà fino a Chiasso. Per quanto riguarda il territorio lombardo, il Comune di Ponte Tresa (VA) dispone di una captazione attivata solo nel 2004 e 2005. Tra i progetti in via di sviluppo per l’uso potabile delle acque lacustri vi è quello di un impianto per servire una popolazione di 1.500 abitanti in Valsolda (CO), nel bacino di Porlezza, mentre i comuni della Valle d’Intelvi (CO) hanno proseguito per anni il Prelievo ad uso potabile espresso come volume d'acqua annuo prelevato a lago con riferimento monitoraggio delle acque lacustri in Località Santa Margherita, al fine di realizzare una captazione a alle acque destinate alla distribuzione in acquedotti pubblici lago con stazione di pompaggio. Portata di prelievo autorizzata, volumi prelevati nel 2017 e tipologia di trattamento effettuato Comune di Lavena Ponte Tresa Comune di Lugano-Castagnola negli impianti di potabilizzazione Comune di Paradiso Comune di Vico Morcote Portata in Barbengo Volumi prelevati Punto Prelievo concessione Tipologia di trattamento 5.000.000 (m3/a) L/s 4.500.000 Volumi prelevati m3/anno 4.000.000 Lugano – Castagnola Filtrazione su sabbia, 50 3.390.758 3.500.000 (TI) ozonizzazione 3.000.000 2.500.000 Flocculazione, filtrazione su Barbengo (TI) 60 258.490 sabbia, filtrazione su carboni 2.000.000 attivi, irraggiamento UV 1.500.000 1.000.000 Flocculazione, filtrazione su 500.000 Vico Morcote (TI) 25 96.755 sabbia di quarzo 0 Paradiso – Capo San 40 626.678 Filtrazione, ozonizzazione Martino (TI) 8 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato L1 2 ZONE BALNEABILI Tratti costieri considerati balneabili in riferimento alla qualità batteriologica delle acque DESCRITTORI Ripartizione in classi di qualità delle acque di Classe di qualità delle acque di balneazione balneazione per il Lago di Lugano negli anni 2015- Anno 2017 2017 e idoneità alla balneazione nell'anno 2017 delle Percentuale di spiagge balneabili spiagge monitorate in Lombardia e Cantone Ticino OBIETTIVO L'obiettivo per questo indicatore consiste nel raggiungimento dell'idoneità alla balneazione nel Lombardia 100% delle spiagge. La Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione prevede la valutazione qualitativa delle acque Spiagge Balneabili secondo 4 classi di qualità (eccellente, buona, sufficiente e scarsa). Un'acqua è balneabile se risulta Spiagge non Balneabili almeno di classe sufficiente. Ai sensi di detta normativa vengono eseguiti controlli di tipo microbiologici, analisi di parametri chimico-fisici e l’attuazione di uno specifico piano di 13% monitoraggio algale per rilevare la presenza di cianobatteri, dannosi per la salute pubblica. STATO E TENDENZA Nel corso della stagione estiva dell'anno 2017 tutte le spiagge attrezzate del Lago di Lugano sono 87% risultate idonee alla balneazione ad eccezione del Lido di Porto Ceresio. La ripartizione in classi di qualità delle acque di balneazione evidenzia l'attribuzione a 41 spiagge la classe eccellente , a 2 siti la classe sufficiente, mentre 16 spiagge non sono state monitorate nel Svizzera 2017. Le informazioni di dettaglio sulla qualità delle acque di balneazione sono informazioni consultabili nei siti dell’Agenzia Ambientale Europea del Portale Acque del Ministero della Salute Italiano. 100% Classi di qualità delle spiagge nel Lago di Lugano Obiettivo: 100% delle 60 Stato attuale spiagge balneabili 49 48 50 Eccellente 0% 100% 40 35 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Svizzera Buona 30 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Lombardia 20 15 Sufficiente 10 6 6 6 2 1 Scarso 11 11 1 0 Insufficientemente campionato 9 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Pressioni L1 4 PESCATO Caratterizzazione del pescato professionale ACERINA DESCRITTORI 90 Composizione pescato Ceresio dal 1978 al 2017 SILURO Pescato professionale, Pesca dilettantistica 80 GARDON OBIETTIVO ALTRI 70 L'obiettivo principale ai fini della conservazione del patrimonio ittico consiste nella tutela delle TINCA specie autoctone e degli ambienti acquatici; in particolare, la CIPAIS si propone l'obiettivo di 60 CARPA t/anno conseguire una condizione dell'ecosistema prossima a quella naturale in cui le attività di pesca non 50 ANGUILLA compromettano la conservazione o il ripristino delle popolazioni ittiche delle specie autoctone e, BOTTATRICE 40 secondariamente, anche di quelle di maggiore interesse commerciale quali salmonidi, pesce LUCCIO persico, lucioperca e coregone. 30 PERSICOTROTA STATO E TENDENZA 20 LUCIOPERCA Il prodotto complessivo della pesca professionale nel 2017, dopo sette anni di sostanziale stabilità, PERSICOREALE 10 mostra un incremento significativo attestandosi a 35.1 t/a, ossia il 31% in più rispetto al 2016. SALMERINO Questo balzo in avanti è da ricondurre quasi esclusivamente alla porzione italiana del lago (da 5.6 0 ALBORELLA 1978 1980 1982* 1984 1986 1988' 1990* 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 t/a nel 2016 a 13.0 t/a nel 2017), in quanto il pescato svizzero ha mostrato solo un leggero AGONE incremento rispetto all’anno precedente (+0.9 t/a). COREGONI I risultati appena riportati sembrerebbero indicare che la produttività delle acque del Ceresio abbia TROTE subito un’improvvisa impennata, ma un’analisi effettuata sulla sola statistica svizzera rivela che il Composizione pescato Ceresio dal 1978 al 2017 rendimento della pesca professionale è aumentato costantemente dal 2010 al 2015, per poi 100% ACERINA assestarsi attorno a 21 kg/giorno di pesca. Alla luce di questi risultati nazionali, che rappresentano SILURO tuttavia il 63% del prodotto complessivo della pesca con reti su questo lago, si presume che il balzo 90% GARDON in avanti sia da ricondurre principalmente a un cambio della pressione di pesca nelle acque italiane, 80% ALTRI piuttosto che a un sostanziale aumento della produttività. Le oscillazioni registrate nello sbarcato 70% TINCA delle singole specie sono relativamente contenute e rientrano quasi tutte nel normale ambito di variabilità, confermando la composizione specifica degli scorsi anni. La variazione ponderale CARPA 60% maggiore registrata per l’anno 2017 si riscontra nel pesce bianco, per la quale il pescato di gardon ANGUILLA rappresenta la frazione più importante e spiega da sola l’incremento dello sbarcato complessivo 50% BOTTATRICE segnalato in apertura. Questo aumento conferma le prime impressioni su un aumento della 40% LUCCIO pressione di pesca ed è infatti da ricondurre al crescente smercio ai ristoratori italiani quale PERSICOTROTA componente del fritto misto (Calderoni, com.pers. 15.5.2018). Sempre rispetto all’anno 30% LUCIOPERCA precedente, nelle altre specie si rileva un aumento nelle catture di persico reale e lucioperca. Fanno 20% PERSICOREALE segnare una leggera diminuzione le trote, i coregoni e il salmerino, comunque raro nelle acque del SALMERINO Ceresio. La distribuzione del pescato tra specie pelagiche e litorali si attesta come di consueto 10% ALBORELLA nettamente a favore di quest’ultime, con valori sistematicamente superiori all’80% dal 1992 in poi . 0% AGONE Sul fronte delle specie esotiche a carattere invasivo, si registra la prima apparizione nel pescato 1978 1980 1982* 1984 1986 1988' 1990* 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 professionale del siluro (0.03 t/anno, quasi esclusivamente nel bacino svizzero in zona Golfo di COREGONI Agno). Nella fattispecie, le impressioni raccolte suggeriscono che le prime segnalazioni di questa TROTE specie siano da ricondurre verosimilmente a una coorte unica proveniente dal Golfo di Agno. Nel 1987 la pressione di pesca è nulla sul territorio svizzero in seguito al divieto di pesca conseguente Per ulteriori informazioni si rimanda al rapporto della Commissione Italo-Svizzera per la Pesca all’incidente di Chernobyl; per lo stesso motivo nel 1988 la pressione di pesca è parziale sul territorio svizzero. (CISPP). Per gli anni 1991, 1992 e 1993 sono disponibili solo i dati inerenti al territorio svizzero. 10 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L1 5 POTENZIALE DI VALORIZZAZIONE DELLE RIVE Individuazione dei tratti rivieraschi meritevoli di intervento di ripristino e rinaturalizzazione Ultimo Aggiornamento 2015 della fascia litorale DESCRITTORI Potenziale di valorizzazione naturalistica Stato della naturalità delle rive, Indice di Funzionalità Perilacuale (IFP) (dati GIS: prima dell’analisi di plausibilità) Fattibilità tecnica di interventi di riqualificazione (inclinazione del fondale, occupazione della riva) OBIETTIVO Ripristinare e rinaturalizzare i tratti rivieraschi compromessi, ovvero i tratti che attualmente presentano dei deficit ecomorfologici, è un obiettivo esplicito del Piano d’azione CIPAIS del Lago Maggiore e del Lago Ceresio. Lo studio del potenziale di valorizzazione naturalistica delle rive lacustri permette di individuare i tratti rivieraschi meritevoli di intervento. STATO E TENDENZA Lo stato del potenziale di valorizzazione naturalistica è dato dal monitoraggio degli indicatori relativi ai deficit ecomorfologici della riva (stato rive, IFP, vedi indicatore L3 3). Per il Lago Ceresio, il potenziale di valorizzazione naturalistico è stato valutato grazie ad un metodo ispirato alla procedura per la pianificazione strategica della rivitalizzazione dei corsi d’acqua dell’Ufficio federale svizzero dell’ambiente (UFAM). Detto metodo si basa su un’analisi di dati territoriali GIS: si combinano da un lato i deficit ecomorfologici (stato rive, IFP), dall’altra la fattibilità tecnica di interventi di riqualificazione della riva (inclinazione del fondale nella fascia litorale, presenza di infrastrutture e edifici nella fascia riparia). In un’ottica di bilancio dei costi e dei benefici, viene conferito il potenziale di valorizzazione più elevato ai tratti con gravi disfunzioni ecomorfologiche (es: argini in calcestruzzo), e al contempo caratterizzati condizioni di intervento tecnicamente favorevoli (inclinazione fondale < 20°, oppure fascia riparia libera da edifici o Tratti con potenziale di valorizzazione infrastrutture). Al contrario, ai tratti di riva ecologicamente compromessi e con fondale scosceso elevato, dopo analisi di plausibilità (>20° / 36%) o presenza importante di infrastrutture, è conferito un potenziale di valorizzazione inferiore, poiché i costi di rivitalizzazione risultano onerosi. Il potenziale di valorizzazione è considerato nullo per i tratti di riva lacustre che attualmente sono caratterizzati da deficit ecologici nulli o contenuti. Infatti, gli interventi di rivitalizzazione non dovrebbero interessare settori che attualmente non hanno disfunzioni comprovate, o che addirittura costituiscono degli hotspot di biodiversità. Ai risultati dell’analisi GIS (destra, in alto), segue una valutazione di plausibilità con adeguamenti sulla base dei progetti esistenti e dell’effettiva fattibilità (destra, in basso). Disfunzioni ecomorfologiche Fattibilità tecnica 1 - disfunzioni nulle o contenute 2 - disfunzioni medie 3 - disfunzioni importanti 4 - molto elevata 0 - potenziale nullo 3 - potenziale elevato 3 - potenziale elevato 3 - elevata 0 - potenziale nullo 2 - potenziale medio 3 - potenziale elevato 2 - media 0 - potenziale nullo 1 - potenziale contenuto 2 - potenziale medio 1 - bassa o nulla 0 - potenziale nullo 0 - potenziale nullo 1 - potenziale contenuto 11 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L1 5 POTENZIALE DI VALORIZZAZIONE DELLE RIVE Focus Potenziale di valorizzazione fruitiva Ultimo Aggiornamento: 2015 DESCRITTORI Potenziale di valorizzazione fruitiva: Accessibilità e fruibilità della riva (IFP) percorsi a lago Fattibilità tecnica di interventi di riqualificazione (inclinazione del fondale, occupazione della riva) OBIETTIVO Promuovere la fruibilità delle sponde nel rispetto delle componenti naturali è un obiettivo esplicito del Piano d’azione CIPAIS del Lago Maggiore e del Lago Ceresio. Lo studio del potenziale di valorizzazione fruitiva delle rive lacustri permette di individuare i tratti rivieraschi meritevoli di intervento. STATO E TENDENZA Lo stato del potenziale di valorizzazione fruitiva della riva è dato dal monitoraggio degli indicatori relativi ai deficit di accessibilità e fruibilità della riva (vedi indicatore L3 3). Per il Lago Ceresio, il potenziale di valorizzazione fruitiva delle rive è stato valutato sia per quanto riguarda nuovi percorsi a lago (sentieri escursionistici, passeggiate e piste ciclopedonali, ecc.), sia per quanto riguarda nuove aree di svago e balneazione. Sul lato svizzero è stata ripresa la pianificazione delle passeggiate e dei sentieri a lago da parte del Cantone e dei Comuni sulla base degli indirizzi e delle misure enunciati nella scheda P7 del Piano direttore. Grazie ad un’analisi SIT semplificata, sono stati inoltre identificati alcuni tratti di riva, attualmente poco fruibili, che potrebbero essere valorizzati mediante creazione di nuove aree di svago (p.es.: nuovi arenili o greti per l’accesso al lago e la balneazione). Sul lato italiano sono stati proposti interventi analoghi sulla base dei medesimi principi, considerando in particolare le aree Potenziale di valorizzazione fruitiva: laddove la fruibilità è attualmente bassa. nuove aree a lago Il potenziale per la realizzazione di nuovi percorsi a lago risulta elevato per i tratti seguenti sul lato svizzero: Riva San Vitale - Bissone, Cantonetto - Agnuzzo, Delta Magliasina (loc. Gere), Golfo di Ponte Tresa, Castagnola, Paradiso. Sul lato italiano risulta un potenziale elevato a Brusimpiano (completamente della passeggiata attualmente realizzata in due tronconi), il ripristino del collegamento transfrontaliero tra il Museo doganale di Gandria, S.ta Margherita e Claino con Osteno (sentiero escursionistico), e il percorso ciclopedonale a lago tra Porlezza e Claino con Osteno. Il potenziale per la promozione dell’accesso a lago (nuovi arenili o greti) è elevato nei comparti di Porlezza-Parco San Marco e Claino con Osteno, già identificati dal Ministero dell’ambiente quali estese aree a vocazione balneabile e attualmente deficitarie dal profilo fruitivo; oppure i tratti situati nel comparto di Bissone Nord, Brusino Arsizio, Morcote, oppure ancora nel comparto di Carabietta-Figino e nel golfo di Ponte Tresa (porzione settentrionale), Riva San Vitale e Maroggia. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 12 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 1 LIVELLO LACUSTRE Andamento del livello delle acque lacustri DESCRITTORI Livello lacustre misurato a Melide nell'anno 2017: valori minimo, medio e massimo mensili Livello medio lacustre Livello minimo lacustre 272,00 medio min max Livella massimo lacustre 271,80 Livello lacustre (m s.l.m.) OBIETTIVO 271,60 All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità, la sua osservazione è però utile per la comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. 271,40 STATO E TENDENZA 271,20 Il Lago di Lugano è regolato, dal 1963, da uno sbarramento ubicato sul Fiume Tresa a Ponte Tresa. Il 271,00 protocollo di regolazione prevede il rilascio minimo della portata che viene sfruttata a scopi idroelettrici alla diga di Creva, posta a circa 5-6 km dallo sbarramento. Oltre a garantire la portata da 270,80 derivare, la regolazione del lago viene effettuata per contenere i livelli di piena del bacino lacustre e i 270,60 conseguenti problemi di esondazione e danni alle sponde. 270,40 Nel 2017, l'altezza media del livello lacustre, registrata a Melide Ferrera, è stata di 270,44 m s.l.m. Questo valore è 5 cm al di sotto della media del periodo di riferimento (1965-2016). Il minimo 270,20 annuale è stato toccato il 9 dicembre con 270,15 m s.l.m., mentre la punta massima, pari a 271,17 270,00 m s.l.m., è stata raggiunta il 30 giugno. L’escursione massima per il 2017 è stata quindi di circa 1,02 set-17 ott-17 mag-17 giu-17 lug-17 mar-17 apr-17 ago-17 nov-17 gen-17 feb-17 dic-17 m. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Andamento dei livelli lacustri minimi e massimi mensili* misurati nella stazione idrometrica di Melide lungo la serie storica raffrontati con il livello medio lacustre di riferimento 272,500 Livello medio 1965-2016 Livello minimo Livello massimo Livello lacustre (m s.l.m.) 272,00 271,500 271,00 270,500 270,00 269,500 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 13 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 2 TEMPERATURA MEDIA DELLE ACQUE NEGLI Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e nello strato profondo STRATI 0-20m E PROFONDO Andamento della temperatura delle acque (valore medio lungo la colonna) dal 1981 al DESCRITTORI Temperatura media dell’acqua nello strato superficiale 2017 con riferimento allo strato superficiale (sopra) e allo strato profondo (sotto). I valori Temperatura media dell’acqua nello strato profondo (< 100 m) sono riferiti al Bacino Nord. 25 OBIETTIVO All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità; la sua osservazione è però utile per la 20 comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. L'indicatore consente inoltre di monitorare gli aumenti di temperatura legati ai cambiamenti climatici in atto. 15 Temperature (°C) STATO E TENDENZA 10 Gli andamenti delle temperature delle acque, presentati nei grafici a lato, mostrano una tendenza all’incremento lungo la serie storica di rilevamento, più accentuata per lo strato profondo. 5 Nel 2017, l’andamento mensile della temperatura delle acque del lago è stato contraddistinto da un Strato superficiale (0-20 m) raffreddamento tardo-invernale precoce, risultato nell’omotermia del mixolimnio (bacino nord) e 0 dell’intera colonna d’acqua (bacino sud) già a metà gennaio. A Gandria e Figino si è inoltre osservato 1981 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 un sensibile raffreddamento a inizio febbraio, dovuto alle forti perdite di calore per flussi convettivi e evaporativi verificatesi in gennaio. Il lago si è ri-stratificato a partire da marzo e durante i mesi 6,5 successivi gli strati superficiali hanno mostrato un forte riscaldamento, culminato tra luglio e agosto. Il raffreddamento autunnale-invernale è apparso nella norma e si è concluso a dicembre con la de- 6 stratificazione della colonna d’acqua nel bacino sud, e un forte indebolimento del gradiente termico Temperature (°C) nel mixolimnio del bacino nord. Nonostante la circolazione completa e il raffreddamento della colonna d’acqua osservato a inizio febbraio, le acque profonde del bacino sud hanno mostrato un 5,5 raffreddamento tardo-invernale tutto sommato ridotto, con una risalita delle temperature a 6.2°C a fine anno. Nel bacino nord, invece, le acque profonde hanno continuato ad accumulare calore e la 5 temperatura ha raggiunto 5.9°C a fine anno. Anche nel 2017, il bilancio termico del lago mostra Strato profondo (100m 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 14 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 3 MASSIMA PROFONDITÀ DI MESCOLAMENTO Profondità di rimescolamento delle acque lacustri DESCRITTORI Andamento delle massime profondità di mescolamento delle acque del Bacino Nord (in Profondità di mescolamento alto) e del Bacino Sud (in basso), dati rilevati dal 1980 al 2017 Spessore ipolimnio 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 OBIETTIVO Valori di massima profondità di mescolamento prossimi a 50-60 m sono indice di una condizione 0 potenzialmente critica; una condizione ottimale si ha dunque quando l'omogenizzazione delle acque -25 riguarda uno strato più profondo. -50 STATO E TENDENZA -75 Profondità (m) Nel 2017 la circolazione tardo invernale si è verificata presto. Nel bacino nord, il mescolamento si -100 è spinto a profondità maggiori di 60 m da fine gennaio, raggiungendo la massima profondità (77 m) il 2 febbraio. Nel bacino sud, invece, il mescolamento ha raggiunto il fondo già il 23 gennaio, sia -125 nella stazione di Melide che in quella di Figino. -150 Dopo le deboli e incomplete circolazioni del 2014 e del 2016, il 2017 ha quindi segnato un ritorno -175 a un regime di mescolamento più consueto per il lago. L’anticipo delle circolazioni (che -200 normalmente si verificano tra febbraio e marzo) può essere imputato a due fattori: da un lato, le deboli circolazioni degli anni precedenti (2014, 2016) hanno permesso all’ipolimnio di accumulare -225 calore e di ridurre il gradiente termico che determina la stabilità della colonna d’acqua; dall’altro -250 Valori critici lato, le basse temperature del mese di gennaio del 2017 hanno consentito all’epilimnio di -275 raffreddarsi velocemente. Massima profondità lacustre -288 m -300 Concluso il periodo delle circolazioni, nel bacino sud la profondità dello strato mescolato è stata interessata da una serie di fluttuazioni, dovute all’instabilità della colonna d’acqua. Dopodiché il 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 lago si è stabilmente stratificato in entrambi i bacini fino all’autunno, quando il mescolamento ha incominciato a spingersi in profondità, raggiungendo i 30-40 m di profondità a fine anno. 0 Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche -25 -50 Obiettivo Stato attuale Profondità (m) massima profondità di -75 mescolamento maggiore di 60 m Stato al 2010 -100 Massima profondità lacustre -95 m 0m 100 m -125 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord -150 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud Valori critici -175 -200 15 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 1 COLONIZZAZIONE DELLE SPONDE DA PARTE DEL CANNETO Evoluzione della colonizzazione spondale da parte del canneto Ultimo Aggiornamento 2012 DESCRITTORI Colonizzazione delle sponde Canneto OBIETTIVO L’evoluzione di questo indicatore, pur non essendo attualmente oggetto di determinati obiettivi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento, in quanto lo stato ecologico influenza il mantenimento o il ripristino delle comunità vegetali, in particolare del canneto. L'obiettivo generale che la CIPAIS si propone consiste nel mantenimento dell'attuale stato di conservazione del canneto e, possibilmente, nell'incentivazione di interventi di riqualificazione e ampliamento delle fasce di canneto. STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sul Lago Ceresio sono stati eseguiti rilievi finalizzati alla caratterizzazione dello stato dell'occupazione, dell'accessibilità e della fruibilità pubblica (metodo CH2003), nel cui ambito sono stati analizzati differenti aspetti legati alle rive lacustri tra cui la presenza e l'estensione dei canneti. I risultati dei rilievi CH2003 sono frutto di due distinte sessioni d'indagine, svoltesi nell'estate 2003 per i tratti di riva svizzeri e nel periodo agosto 2010-maggio 2011 per quelli italiani. I canneti si riscontrano prevalentemente nella zona occidentale del lago, nei bacini di Ponte Tresa e Agno dove si presentano con una copertura diffusa lungo gran parte delle rive. Nella zona del golfo di Lugano e di Porlezza le superfici a canneto sono molto ridotte, tale condizione è da ricondurre sia alla forte edificazione delle rive sia alla presenza di sponde scoscese che non favoriscono lo sviluppo di vegetazione igrofila. Anche le indagini svolte nel passato (1980) avevano evidenziato l'assenza di vegetazione emergente nel Bacino Nord, in relazione, come detto, alla morfologia delle sponde e all’elevata trofia delle acque che superava i valori ammissibili per la vegetazione. La Obiettivo regione di Melide, invece, ospitava la comunità vegetale più importante del lago. Nel corso delle indagini del massima 2001 le profondità specie sonodi state censite principalmente Stato attuale in corrispondenza mescolamento maggiore dei bacini nord, che mostravano un arricchimento di 60 m in specie, e sud, con una composizione floristica invariata, mentre il golfo di Agno e il bacino di Ponte Tresa mostravano una ricchezza floristica più ridotta. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 16 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 2 ABBONDANZA RELATIVA DELLE PRINCIPALI MACROFITE Ricchezza in specie delle comunità vegetali in rapporto ai tratti costieri lacustri Ultimo aggiornamento: 2012 DESCRITTORI Macrofite Vallisneria spiralis L. Myriophyllum spicatum L. OBIETTIVO Migliorare o mantenere la qualità ecologica delle acque lacustri comuni in modo da favorire la biodiversità delle specie autoctone vegetali e animali (obiettivo CIPAIS). STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sul Lago Ceresio sono state condotte specifiche indagini inerenti il popolamento di macrofite e zoobenthos. Le macrofite, nello specifico, sono espressione dello stato di qualità di un corpo idrico, in quanto rispondono in maniera specie-specifica alle condizioni ambientali, quali la presenza di inquinanti organici e inorganici, la trasparenza delle acque, la struttura macroscopica del fondale. La metodologia applicata è basata su quanto descritto in "Protocolli di campionamento - Metodi biologici per le acque - Parte I" (APAT, 2007 e successive revisioni). Sono così stati scelti 64 punti di analisi, oggetto di campionamento nei mesi di luglio e settembre del 2010 e agosto del 2011. Nel complesso sono state censite 15 specie macrofitiche Frequenza di presenza delle specie secondo i risultati delle indagini conclusesi nel 2001 differentemente distribuite nei transetti di campionamento. La specie più diffusa e abbondante è Vallisneria spiralis, altre specie di rilevante presenza sono Najas marina, (presenza nelle 1156 unità di superficie campionate) e nel 2011 (presenza nei 64 inserita nella lista rossa tra le specie fortemente minacciate, e Myriophyllum spicatum, che transetti campionati) sembra prediligere le condizioni ambientali del Bacino Nord, che colonizza totalmente. Le sponde del Lago di Lugano sono risultate coperte da vegetazione per l'83% della loro % 70 estensione; relativamente al grado di copertura da parte della vegetazione, il 51% 60 delle sponde presenta un'abbondanza ridotta di specie vegetali, il 19% un'abbondanza media e 50 il 13% un'abbondanza elevata. I punti di indagine che presentano una maggiore abbondanza di 40 macrofite corrispondono nel Bacino Nord al braccio di lago di Porlezza, tale abbondanza 30 potrebbe essere messa in relazione ad un maggiore apporto di carichi organici. Questa 20 porzione di lago risulta inoltre tra quelle con il più alto numero di specie. Dai campionamenti del 2000-2001 risultavano 14 specie principali, di cui Myriophyllum spicatum è la più frequente, 10 seguita da Najas marina; tra le altre specie si citano in ordine di frequenza Zannichellia Obiettivo 0 palustris, Ceratophyllum massimademersum, profondità diPotamogeton perfoliatus eStato Vallisneria attualespiralis. Il confronto con i risultati delle ricerche mescolamento condotte maggiore nelm2000 e 2001 nel settore svizzero del Lago di di 60 Lugano non evidenzia grandi differenze, eccetto che per l'assenza in passato di Najas minor, oggi rilevata anche se non particolarmente abbondante, nel sottobacino sud di Agno, nel bacino di Ponte Tresa e nel bacino nord nella porzione italiana che da Lugano conduce a Porlezza. L'analisi della presenza delle specie nei punti di campionamento del progetto CIPAIS permette di dedurre che per la metà dei transetti la situazione è pressoché invariata, in presenza comunque di un incremento nel numero di specie per 10 transetti e un decremento per 14 transetti. Il confronto con la campagna di rilevamento del 1980 mostra un incremento 2001 2011 dell'abbondanza delle macrofite, passando da un 65% della copertura nel 1980 all'83% nel 2012. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 17 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo Aggiornamento 2012 DESCRITTORI Stato della naturalità delle rive Indice di Funzionalità Perilacuale Indice Lake Habitat Survay Accessibilità e Fruibilità della Riva OBIETTIVO L’osservazione dei caratteri morfologici attuali delle rive permette di effettuare scelte strategiche e pianificatorie che dovrebbero mirare da un lato all’incremento della fruibilità delle sponde e dall’altro alla tutela delle aree di pregio naturalistico, al ripristino e alla rinaturalizzazione dei tratti di sponda lacustre artificiali. I cambiamenti riscontrati nel tempo forniscono le informazioni circa la buona riuscita delle azioni implementate. STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sono stati condotti studi, per il Lago di Lugano, riguardanti la funzionalità della fascia perilacuale e la fruibilità delle rive (maggio- settembre 2011). Sulla base delle indagini condotte è possibile rappresentare il diverso grado di naturalità delle rive, da cui emerge che quasi l'63% è artificializzato, mentre il 20% è a carattere naturale, ossia dei 98,5 km di riva circa 19,5 km presentano uno stato di piena naturalità. Non si riscontra una differenza significativa nella ripartizione tra sponde naturali e artificiali nelle due unità territoriali, Regione Lombardia e Cantone Ticino. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Svizzera 17,4% Stato di naturalità delle rive Artificiale Naturale Seminaturale 17% 17,3% 65,3% Lombardia 16,4% 20% 63% 23,5% 60,1% 18 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo Aggiornamento 2012 STATO E TENDENZA La valutazione della funzionalità ha previsto l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Perilacuale, sviluppato da un gruppo di lavoro istituito da APAT (Siligardi M. et al., 2009). L'applicazione di questo indice ha comportato la suddivisione della riva lacustre in 247 tratti omogenei, aventi lunghezze comprese tra 25 m e 3,5 km, ai quali è stato attribuito, quale risultato dell'indagine, un grado di funzionalità perilacuale secondo le 5 classi previste dal metodo. L'immagine del bacino risultato dell'applicazione dell'IFP evidenzia la presenza, per la maggior parte, di rive con giudizio pessimo, riferibili complessivamente a 52,4 km di riva, con una ripartizione generalizzata anche se particolarmente corrispondenti ai tratti maggiormente edificati come il golfo di Lugano, la zona di Figino-Morcote e di Campione d'Italia. Le rive a cui è stato attribuito un giudizio scadente sono il 2%, mentre quelle con un grado mediocre di funzionalità corrispondono al 23%, le quali mostrano un'influenza antropica minore e, generalmente, sono rappresentate da tratti seminaturali in contesti di edificazione estensiva, così come da zone con lidi o campeggi. Le rive naturali o seminaturali con sporadica presenza di elementi artificiali hanno un buon grado di funzionalità e corrispondono al 19% delle sponde. I tratti più estesi sono localizzati lungo la sponda sud del ramo di Porlezza, ai piedi del monte Caslano e tra Lavena e Porto Ceresio. Infine, i tratti con funzionalità elevata sono poco più del 2%. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche IFP Svizzera 2,0% 15,9 2,3% % Elevato 19,1% 2,5% Buono Medi ocre 56,4 23,2 Scade nte % % Pess imo 53,2% 23,3% Lombardia 24,8 2,3% 2,1% % 47,4 2,0% % 23,5 % 19 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2017
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