Paesi arabi notizie economiche e commerciali - Ottobre2013 -AnnoXIV-n 259 - Camera di Commercio ...
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paesi arabi Sommario ITALIA Torna la mediazione obbligatoria / Export verso il Golfo in aumento del 9% nei prossimi 4 anni / Attesa una ripresa del settore nautico nel 2014 ALGERIA Aumento degli investimenti nel primo semestre 2013 / Sviluppo del settore energetico mediterraneo / Il governo acquisisce il controllo del complesso siderurgico di Annaba ARABIA SAUDITA Riyadh si appresta ad aumentare la produzione di petrolio / Programma di edilizia residenziale / Le leggi sul lavoro colpiscono l’industria delle costruzioni / Opportunità d’affari nel settore delle costruzioni / Aumentano università, strade e connessioni web BAHRAIN Edamah contribuisce al rilancio dell’economia / Forte sviluppo del settore edilizio EMIRATI ARABI UNITI Opportunità d’affari negli Emirati / Dubai pronta per l’assegnazione di Expo 2020 / Abu Dhabi apre le porte all'Italia / Nominato il nuovo direttore del Centro Finanziario Internazionale di Dubai / Modifica del regolamento UE sui dazi all’importazione di polietilene tereftalato / Dubai teme una nuova bolla del mercato immobiliare GIORDANIA SunEdison prequalificata per il progetto di energia solare di Al Qoirh-Aqaba / Investimenti in progetti di energia rinnovabile IRAQ Grandi potenzialità di espansione del settore petrolifero / Privatizzazioni per la crescita del paese / Il settore privato coinvolto nello sviluppo del settore edilizio / Previsti investimenti di 357 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali KUWAIT Nuova legge per la promozione degli IDE in vigore da dicembre / Nuove forme contrattuali per i produttori di petrolio della regione LIBANO L’Unione Europea riapre alle importazioni di patate libanesi / Revisione della Direttiva per l’import di prodotti in scatola / Debito pubblico in aumento LIBIA La produzione di petrolio torna sopra i 700 mila barili al giorno MAROCCO Gli Emirati finanziano progetti di sviluppo delle energie rinnovabili / Interventi su viabilità, opere pubbliche e strutture sportive a Tangeri OMAN Muscat incrementa la spesa nella sanità QATAR Grande espansione del settore delle costruzioni / Sviluppo demografico e crescita economica / Programmi per incrementare la produzione alimentare / Nuova compagine di Governo TUNISIA Apertura di una nuova linea di credito italiana di 73 milioni di euro YEMEN Trovato l’accordo sulle clausole d’accesso al WTO PAESI CCG Salari medi in aumento / Cresce la domanda globale di fertilizzanti PAESI ARABI Il solare al primo posto fra le energie rinnovabili / Accordo di partenariato fra l’ASCAME e la FMBA SEGNALAZIONI I Fondi sovrani mondiali diversificano gli investimenti nel 2012 / Estratto dell’opera dell’avv. Ugo Mastelloni, “Opportunità private nelle infrastrutture italiane: partenariato pubblico- privato e project financing” In copertina il Bahrain World Trade Centre 2
paesi arabi Italia 3L01.IT.GL Torna la mediazione obbligatoria Il “decreto del “fare” ha reintrodotto, a partire dal 20 settembre scorso, la mediazione obbligatoria in materia civile e commerciale. Nel periodo in cui è entrata in vigore, da marzo 2011 a dicembre 2012, sono stati quasi 42.000 i procedimenti gestiti dagli sportelli camerali e circa 222.000 quelli complessivi gestiti a livello nazionale dai diversi organismi di mediazione. Secondo le stime di Unioncamere, il risparmio realizzato dalle parti che si sono affidate alla mediazione è stato di 420 milioni di euro. Di questi ben 100 milioni sono stati il frutto dell’attività svolta dagli Organismi istituiti presso le Camere di commercio. Il guadagno di tempo è stato notevole. La durata media di un procedimento di mediazione è di 36 giorni mentre quello di un processo civile supera i 1.200. Il successo dello strumento della mediazione dipende dalla qualità dell’offerta dei servizi, dall’aggiornamento continuo dei mediatori, dai giudici, che oggi hanno la possibilità di obbligare le parti in sede di appello a tentare la mediazione e dagli stessi avvocati, chiamati ora a garantire la propria assistenza obbligatoria. 3L02.IT.COM Export verso il Golfo in aumento del 9% nei prossimi 4 anni Nel periodo 2014-2017 la Sace prevede un incremento dell’export italiano negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita e in Qatar di circa il 9% l'anno. I prodotti italiani beneficeranno dei grandi investimenti dei 3 paesi in social housing, logistica e infrastrutture, sviluppo sostenibile (nuovi sistemi per il trattamento delle acque, desalinizzazione, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti), diversificazione energetica (in particolare fotovoltaico), ma anche dall’aumento dell’export dei prodotti Made in Italy (soprattutto moda, tessile e abbigliamento), e di design (richiesto non solo dai consumatori ma anche per completare i nuovi spazi pubblici e commerciali in costruzione). I tre paesi protagonisti della missione di sistema del governo italiano, Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi, offrono i contesti operativi più stabili di tutta la regione e continuano a offrire nuove e importanti opportunità per le imprese italiane in diversi settori: oil&gas, petrolchimico, meccanica strumentale, costruzioni, beni di consumo, distribuzione organizzata. La stessa Sace ha nell'area 2 miliardi di euro di nuovi progetti allo studio, in particolare nei settori dell'acciaio, dell'impiantistica e delle costruzioni, fondamentali per sostenere lo sviluppo infrastrutturale e l'urbanizzazione sui quali tali Paesi stanno fortemente investendo. 3L03.IT.AO Attesa una ripresa del settore nautico nel 2014 Dopo un duro quinquennio che ha portato le aziende italiane del settore nautico a perdere il 60% del fatturato complessivo, le aspettative per il prossimo anno sono più rosee. E’ quanto emerge dalla tavola rotonda sul comparto nautico italiano e francese organizzata dalla Chambre de Commerce Italienne de Nice, in occasione del 36° Festival de la Plaisance di Cannes. 3
paesi arabi L’incontro ha consentito di rinsaldare i rapporti di collaborazione tra Italia e Francia per dare ulteriore slancio ad un settore così strategico per lo sviluppo delle rispettive economie. L’Italia è al primo posto in Europa per numero di cantieri mentre la Francia è in cima alle classifiche per dimensione degli stessi. Il settore nautico francese controlla il 10% del mercato mondiale delle barche di lunghezza inferiore ai 24 metri, quello made in Italy eccelle nelle imbarcazioni di grande stazza, aggiudicandosi oltre la metà della produzione internazionale di yacht e megayacht. Algeria 3L04.DZ.EF Aumento degli investimenti nel primo semestre 2013 Secondo l’Agenzia nazionale algerina per lo sviluppo degli investimenti (ANDI), gli investimenti dichiarati al primo semestre 2013 sono di 11,2 miliardi di dollari, in aumento del 108% rispetto allo stesso periodo del 2012. Gli investimenti locali ammontano a 8,21 miliardi di dollari (+67%), quelli stranieri in partenariato hanno raggiunto circa 3 miliardi di dollari, con un incremento del 538% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il settore dell’industria riceve oltre la metà degli investimenti (5,70 miliardi di dollari), seguito dai servizi, il turismo, l’edilizia e i lavori pubblici, i trasporti, l'agricoltura e la sanità. Il numero dei progetti nel primo semestre 2013 è aumentato del 14% e si prevede che saranno creati 82.460 nuovi posti di lavoro. L’industria si conferma il primo settore con 30.192 nuovi posti di lavoro, seguito da edilizia e lavori pubblici, servizi, trasporti, turismo, agricoltura e sanità. Il Nord del Paese attrae maggior numero d’investimenti, 8,16 miliardi di dollari, e vedrà la creazione di 50.168 posti di lavoro; nella regione degli Alti Piani sono stati investiti 1,33 miliardi di dollari e saranno creati 14.679 posti di lavoro. La regione del Sud ha registrato investimenti per 1,70 miliardi di dollari e vedrà la creazione di circa 10.228 posti di lavoro. Il nuovo dispositivo d’investimento prevede vantaggi fiscali e parafiscali come l’esonero dell’IBS (tassa sugli utili della società) e della TAP (tassa sull’attività professionale) per una durata di 10 anni, oltre a vantaggi relativi alla concessione in comodato d’uso gratuito dei terreni. 3L05.DZ.ENE Sviluppo del settore energetico mediterraneo L’Associazione dei Regolatori Mediterranei dell'Energia (MEDREG) e l’Associazione degli Operatori di Rete Mediterranei (Med-TSO), hanno firmato un accordo di cooperazione per lo sviluppo e l'integrazione del settore dell'energia euro-mediterraneo. L’accordo contribuirà allo sviluppo di una visione comune per l'integrazione dei mercati elettrici mediterranei, incoraggerà l'adozione di regole armonizzate per le attività di trasmissione a livello regionale, promuoverà la realizzazione di infrastrutture elettriche e rinforzerà la cooperazione tecnica in aree di mutuo interesse, come la sicurezza e la qualità dell’approvvigionamento. MEDREG e Med-TSO cooperano con la Commissione Europea e l'Unione per il Mediterraneo per promuovere la cooperazione multilaterale nella regione mediterranea, finalizzata all’integrazione del sistema energetico regionale. 4
paesi arabi 3L06.DZ.MIN Il governo acquisisce il controllo del complesso siderurgico di Annaba ArcelorMittal cede allo stato il 21% del sito siderurgico di Annaba al prezzo simbolico di 1 dinaro. La quota si aggiunge al 30% già controllato dal governo che detiene ora la maggioranza. Il polo siderurgico di Annaba è la maggiore acciaieria del Maghreb, con una produzione destinata ai mercati interno, europeo, mediorientale, cinese e del sud-est asiatico. L’acciaieria ha un potenziale produttivo di oltre 2 milioni di tonnellate d’acciaio e nel 2012 ha prodotto 580.000 tonnellate rispetto alle 700.000 ton. previste. Arabia Saudita 3L07.SA.MIN Riyadh si appresta ad aumentare la produzione di petrolio Ryiadh intende investire circa 70 miliardi di dollari nel programma per l’integrazione delle raffinerie petrolchimiche. I nuovi progetti saranno realizzati a Jizan, Yanbu e Ras Tanura, adiacenti alle raffinerie esistenti o pianificate. L’iniziativa, che non compromette il piano di diversificazione industriale per il quale sono state già erogate ingenti risorse, dimostra l’intenzione di Riyadh di rispondere alla sfida del petrolio non convenzionale. 3L08.SA.CIT Programma di edilizia residenziale Nel mese di settembre i due principali operatori sauditi del settore delle costruzioni, Maaden e Sabic, hanno invitato le società interessate a fare offerte per la costruzione di circa 2000 ville nel territorio del regno. Di fatto il Ministero ha deciso di rivolgersi al settore privato per realizzare la fase iniziale del programma di costruzione di un totale di 500.000 abitazioni. La popolazione saudita, che cresce ad un tasso superiore al 2% l’anno, necessita di 1,1 milioni di case entro il 2015. Circa il 60% dei cittadini sauditi vivono in affitto. 3L09.SA.GL Le leggi sul lavoro colpiscono l’industria delle costruzioni Nel paese sono presenti 9,5 milioni di lavoratori, dei quali 2 milioni illegali. Nel settore privato il 90% della forza lavoro è costituita da stranieri, mentre in quello pubblico il 90% dei lavoratori è saudita. La disoccupazione fra i giovani tra i 20 e i 24 anni ha superato il 40%; di questi, il 70% sono ragazze. La particolare situazione demografica e le proteste popolari diffuse nei paesi arabi a partire dal 2011, hanno indotto il Re Abdullah bin Abdulaziz al-Saudh ad adottare un grande programma di nazionalizzazione della forza lavoro. La prima fase è costituita dalla Nitaqat, un programma che classifica le imprese private in quattro categorie: quelle che si trovano al livello più basso non possono assumere immigrati nè rinnovare i permessi di lavoro per quelli già assunti; le imprese più virtuose, invece, non sono soggette a restrizioni e godono di agevolazioni per l’ottenimento dei permessi di lavoro per i propri dipendenti. 5
paesi arabi Il governo ha anche introdotto un salario minimo di 800 dollari per i cittadini sauditi e una nuova tassa di 640 dollari per ogni immigrato impiegato nel settore privato. Ma la misura più importante è stata l’amnistia che ha permesso agli immigrati di correggere il proprio permesso di soggiorno senza incorrere nel rischio di multe o misure di detenzione. I lavoratori hanno potuto cambiare lavoro anche senza il permesso del precedente datore di lavoro e ha consentito, a chi lo volesse, di lasciare il paese. Secondo il Ministero del Lavoro circa 4 milioni di lavoratori immigrati hanno usufruito dell’amnistia. La realizzazione dei progetti in corso ha risentito degli effetti di tale legislazione. L’esodo di decine di migliaia di lavoratori illegali ha causato l’interruzione di circa 1/3 dei progetti avviati, la maggior parte dei quali costituita da complessi residenziali e ville che tendono a impiegare soprattutto lavoratori non specializzati. Le imprese più grandi, che possiedono una grande forza lavoro nel proprio organico, non ne hanno risentito. Il nuovo regolamento ha però reso più difficile per le imprese ottenere in tempi brevi grandi quantitativi di visti d’ingresso richiesti ad esempio per l’esecuzione dei grandi progetti. È il caso della China Railway Construction Corporation che in passato ha dovuto inviare 30.000 lavoratori nel Regno in 40 giorni per le esigenze di un progetto. Con le regole in vigore oggi un tale trasferimento di personale non sarebbe agevole. Un ulteriore effetto è che i maggiori costi del personale costringono le società ad aumentare l’entità delle proprie offerte nella partecipazione alle gare. Nel lungo termine, le società che operano nel rispetto dei regolamenti saranno più competitive e in grado di concorrere all’assegnazione dei progetti con quelle che in passato sfruttavano la manodopera illegale. Lavori nel settore delle costruzioni in Arabia Saudita 3L10.SA.AO Opportunità d’affari nel settore delle costruzioni Il governo saudita ha varato un ambizioso programma quinquennale (2010-2014) di investimenti nelle infrastrutture di trasporto, dei servizi, delle telecomunicazioni, delle risorse idriche ed energetiche, per un impegno pari a circa 400 miliardi di dollari. Interessanti prospettive per il settore immobiliare e delle costruzioni e per tutta la filiera del sistema casa italiano sono alimentate anche dalle misure di sostegno alla spesa pubblica da parte del governo. Particolari opportunità di sbocco per i prodotti Made in Italy sono rappresentate dalle città industriali dato l’alto livello qualitativo della domanda. Uno dei più 6
paesi arabi imponenti progetti è quello di Sudair Industrial City, concepito come alternativa allo sviluppo della vicina città di Riyadh e come ulteriore fattore di stimolo alla crescita economica in atto. Il progetto ha un costo stimato di 40 miliardi di dollari e dovrebbe essere completato nel 2029. La città occuperà un’area di 264 km2 e ospiterà circa 1 milione di persone che potranno beneficiare di aree commerciali, tecnologiche, sportive e per il tempo libero e saranno serviti da servizi di trasporto all’avanguardia. Progetto della città industriale di Sudair 3L11.SA.CIT Aumentano università, strade e connessioni web Dal 2005, anno in cui il re Abdullah bin Abdulaziz Al Saud è salito al trono, il numero delle università pubbliche è passato da 8 a 21; inoltre sono stati istituiti 7 atenei privati e inaugurate 18 nuove facoltà. I giovani sauditi scelgono di specializzarsi soprattutto in materie scientifiche e ingegneristiche come medicina, farmacia, informatica e amministrazione d'impresa, ossia nei settori in cui c'è maggior richiesta di professionisti. Nel Regno sono in crescita anche i settori delle telecomunicazioni e delle infrastrutture per i trasporti. Con riguardo al primo, oggi circa la metà degli abitanti del regno (25 milioni totali di cui 9 milioni di stranieri registrati) usa il telefonino e il numero degli utenti di internet è cresciuto dal 5% del 2001 al 46% nel 2011. Per quanto concerne le infrastrutture per i trasporti, sono stati realizzati 58.000 km di rete stradale secondo i più alti standard internazionali, ai quali si aggiungono 135.000 km di strade battute per collegare le zone a bassa densità di popolazione. Le relazioni commerciali con l’Italia sono in crescita. La presenza italiana è caratterizzata da aziende di media grandezza e da alcune grandi società come Eni. Inoltre nel 2006 è stato creato il Business Council italo-saudita per promuovere i rapporti economici bilaterali. L'Italia, con 1,6 miliardi di euro di merci e servizi esportati, è il settimo partner commerciale dell’Arabia Saudita, il secondo tra gli europei dopo la Germania (3.1 miliardi), e prima della Francia (1.4 miliardi). I principali prodotti esportati dall’Italia sono macchinari industriali e 7
paesi arabi beni di consumo. A sua volta, l'Italia rappresenta il primo importatore europeo del greggio saudita e l'ottavo Paese al mondo per importazioni dall’Arabia Saudita. Interscambio commerciale in valore Italia-Arabia Saudita per gruppi. Gennaio-Giugno 2013 (Valori in milioni di Euro, dati cumulati) IMPORT Var.% EXPORT Var.% Gruppi 2012 2013 Gruppi 2012 2013 Petrolio greggio 3.264,6 2.274,5 -30,3 Prodotti derivanti dalla 218,5 482,2 120,6 raffinazione del petrolio Prodotti chimici di base, 446,7 310,8 -30,4 Macchine di impiego 249,2 285,4 14,5 fertilizzanti e composti generale azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie Prodotti derivanti dalla 82,7 88,2 6,6 Altre macchine per 167,8 213,5 27,2 raffinazione del petrolio impieghi speciali Merci dichiarate come 1,2 23,4 1.883,1 Altre macchine di 169,2 169,4 0,1 provviste di bordo, merci impiego generale nazionali di ritorno e respinte, merci varie Articoli in materie 9,6 16,9 76,3 Motori, generatori e 62,4 80,3 28,6 plastiche trasformatori elettrici; apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità Rifiuti 10,9 13,5 23,4 Apparecchi per uso 63,6 78,5 23,4 domestico Metalli di base preziosi e 2,2 2,5 12,2 Mobili 57,1 69,6 21,9 altri metalli non ferrosi; combustibili nucleari Cuoio conciato e 2,8 2,0 -28,4 Tubi, condotti, profilati 29,4 68,9 133,9 lavorato; articoli da cavi e relativi accessori viaggio, borse, in acciaio (esclusi in pelletteria e selleria; acciaio colato) pellicce preparate e tinte Altri prodotti tessili 1,8 1,8 2,8 Autoveicoli 34,2 63,4 85,5 Prodotti farmaceutici di 1,3 1,7 28,5 Macchine per la 49,8 48,5 -2,6 base formatura dei metalli e altre macchine utensili Carne lavorata e 1,5 1,6 4,2 Pietre tagliate, 54,1 45,7 -15,4 conservata e prodotti a modellate e finite base di carne Altre macchine per 0,6 0,6 10,1 Articoli di 40,1 42,9 5,0 impieghi speciali abbigliamento, escluso l'abb. in pelliccia Altre macchine di 1,0 0,6 -38,7 Materiali da costruzione 36,8 40,9 11,4 impiego generale in terracotta Prodotti abrasivi e di 0,6 0,3 -42,7 Altri prodotti chimici 44,2 36,8 -16,6 minerali non metalliferi n.c.a. Macchine di impiego 0,6 0,3 -48,4 Articoli in materie 29,8 33,2 11,5 generale plastiche Aeromobili, veicoli 0,6 0,3 -48,7 Altri prodotti in metallo 27,5 30,6 11,3 spaziali e relativi dispositivi Pasta-carta, carta e - 0,3 402,3 Articoli di coltelleria, 31,6 29,9 -5,5 cartone utensili e oggetti di ferramenta altri 8,3 2,9 -65,1 altri 514,0 471,5 -8,3 Totale 3.837,4 2.744,5 -28,5 Totale 1.958,9 2.375,4 21,3 8
paesi arabi Bahrein 3L12.BH.CIT Edamah contribuisce al rilancio dell’economia Dopo il rallentamento degli investimenti nel 2011 il mercato immobiliare è in ripresa e le transazioni sono aumentate del 46% nel 2012. Grazie a una crescita del 18,8% l’anno dal 2011 al 2016 il mercato dell’ospitalità dovrebbe tornare ai livelli degli anni passati. La società immobiliare Edamah, una delle 35 società sussidiarie della società statale Mumtalakat, è attiva in una serie di importanti progetti per il rilancio economico del paese. Fra questi si segnalano: la realizzazione di Al-Jazayer Beach che prevede lo sviluppo di oltre 3 km di costa e la costruzione di un hotel di lusso da 180 camere presso Durrat, porto di passaggio per i traghetti che trasportano turisti alle isole Hawar. La società mira inoltre a espandere il proprio portafoglio retail con il lancio di un moderno shopping centre a complemento del Centro commerciale Bab al-Bahrain. 3L13.BH.CIT Forte sviluppo del settore edilizio Il Bahrain, il più piccolo mercato delle costruzioni del Golfo ha in programma, nel quinquennio 2011-2016, progetti nel settore edilizio per un costo totale di 5,6 miliardi di dollari. Di questi, 2,9 miliardi sono destinati al settore residenziale, 2 miliardi per costruzioni ad uso misto, e 700 milioni per ospedali e altri progetti nel settore sanitario. Al momento sono in corso di realizzazione 31 programmi di edilizia per la costruzione di 6.102 alloggi, fra case e appartamenti, per un costo di 1,4 miliardi di dollari. Progetto residenziale di Durrat al Bahrain 9
paesi arabi La strategia immobiliare del Bahrain prevede anche la creazione di 4 nuove città con 25.000 nuove abitazioni e investimenti in diverse località, come Bar Aldur e Al-Jazayer, per realizzare ulteriori 9.000 abitazioni. Fra i progetti di costruzione multimiliardari, quello in fase più avanzata, di un costo di 6 miliardi di dollari, è Durrat al-Bahrain, sulla costa meridionale. Si tratta dello sviluppo di un tratto di costa a forma di mezzaluna che si affaccia su cinque isole a forma di petalo, le quali danno accesso a ulteriori 6 atolli. A lavori conclusi il progetto comprenderà oltre 2000 ville sul mare e 3600 appartamenti, oltre a uffici, hotel di lusso, spa, parchi e aree per il tempo libero, moschee, scuole internazionali, centri commerciali e ristoranti. Sono previsti anche un molo con 400 attracchi e un campo da golf di 18 buche. Al momento sono state realizzate 7 isole e costruite 500 ville. Altri importanti progetti immobiliari in corso sono il Dilmunia Health Island sulla costa nord orientale, per un costo di 1,6 miliardi di dollari; il Diyar al-Muharraq, vicino le isole Amwaj; la Water Garden City, da 6,6 miliardi di dollari, che si trova in fase di progettazione; il progetto residenziale Janayin al-Hamala da 1,4 miliardi di dollari; il progetto di costruzioni ad uso misto, Al-Nurana, da 1 miliardo di dollari. Progetto di sviluppo dell’area residenziale di 12 km2 di Diyar Al Muharraq 10
paesi arabi Emirati Arabi Uniti 3L14.AE.AO Opportunità d’affari negli Emirati Gli EAU continuano a rappresentare una garanzia per gli investitori internazionali grazie a un’economia solida, una posizione geografica strategica, le abbondanti riserve di combustibili fossili e un governo stabile con una politica estera moderata. La prospettiva economica futura è incoraggiante. La disciplina normativa in materia di imprese è stabile; gli investimenti esteri sono in aumento anche grazie alle riforme del quadro giuridico-economico; il costo della manodopera è contenuto e le condizioni fiscali sono vantaggiose. I settori delle infrastrutture, delle costruzioni e del turismo sono in costante sviluppo. Nel 2012 il settore delle costruzioni e dell’impiantistica ha registrato una crescita del 26,6% mentre Dubai si appresta inoltre a spendere fino a 4 miliardi di dollari in infrastrutture e progetti di costruzione se dovesse essere scelta per ospitare la World Expo 2020. Il governo di Dubai ha recentemente annunciato la realizzazione di un nuovo insediamento urbano, Sheikh Mohammed bin Rashid City. Il progetto include la costruzione del più grande centro commerciale del mondo e di un parco tematico ispirato agli Universal Studios. Per quanto riguarda il settore mobile-arredo, gli Emirati Arabi sono diventati il maggiore centro commerciale del Golfo: le importazioni sono aumentate del 130% in quattro anni. Le importazioni dell’Italia rappresentano il 13%. La nuova città comprenderà 1500 ville di lusso, 7 km di laghi e spiagge artificiali, oltre 100 alberghi, un parco più grande dell’Hyde park di Londra e un campo da golf di 18 buche. I centri commerciali di alto livello e i diversi servizi per il tempo libero saranno accompagnati da istituti per la formazione, centri benessere e moschee. La città dotrebbe essere completata già nel 2020. 11
paesi arabi Il salone di una villa contemporanea progettata nella nuova città MRC 3L15.AE.GL Dubai pronta per l’assegnazione di Expo 2020 Il 27 novembre sarà decisa la sede del World Expo 2020, evento per il quale l’Emirato di Dubai è in competizione con Izmir-Turchia, San Paolo-Brasile e Yekaterinburg-Russia. Ospitare l’Esposizione Mondiale, oltre ad avere un significato simbolico visto che esso cadrebbe nel 50° anniversario della nascita degli Emirati Arabi Uniti, accelererebbe lo sviluppo infrastrutturale e promuoverebbe la città a livello internazionale. Si stima che durante i sei mesi dell’evento la città potrebbe ospitare 25 milioni di visitatori, il 70% dei quali stranieri. L’impatto economico sarà immediato. Una volta vinta la selezione, inizierebbe la costruzione della sede di Expo 2020 e delle relative infrastrutture per un investimento stimato di 5,2 miliardi di euro. Il beneficio totale per l’economia sarebbe di 28,8 miliardi di euro; i posti di lavoro creati entro il 2021 sarebbero oltre 277.000, il 40% dei quali nel settore turistico. Il maggior fattore a favore della candidatura di Dubai è il piano post- Expo 2020. La sede dell’evento infatti diventerà il Dubai Trade Centre Jebel Ali, luogo che ospiterà esposizioni e conferenze, centri di ricerca e un museo nazionale. Le strutture residenziali costruite nell’area del Dubai World Central contribuiranno a risolvere il problema della mancanza di abitazioni nella parte meridionale di Dubai. Le abitazioni potranno servire i bisogni dei lavoratori di Jebel Ali, Dubai Investment City e Dubai World Central, i quali attualmente vivono a Sharjah e International City. Le altre candidate hanno ricevuto critiche per i problemi e gli alti costi incorsi durante la costruzione delle infrastrutture riguardanti altri eventi internazionali come i Mondiali di Calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016 in Brasile e le Olimpiadi Invernali di Sochi del febbraio 2014 in Russia; Istanbul è stata attraversata da proteste sedate con violenza dal governo. Dubai invece è stata un baluardo di stabilità, anche dopo le sollevazioni relative alla “Primavera araba” ed ha dimostrato la capacità di realizzare nei tempi prestabiliti progetti importanti come il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Tuttavia, vincere o meno tale competizione non è fondamentale per Dubai; l’economia è molto forte e il settore turistico continua a registrare record anno dopo anno. Il World Expo 12
paesi arabi 2020 contribuirebbe a far dimenticare le critiche ricevute dal paese in seguito alla crisi del debito del 2008- 2009. 3L16.AE.COM Abu Dhabi apre le porte all'Italia Si è svolta questo mese la missione italiana ad Abu Dhabi prevista dal piano “Destinazione Italia”. Gli obiettivi italiani per l’incremento delle relazioni economiche e commerciali con l’Emirato sono di portare l’export a 10 miliardi di euro nel 2016 (dagli attuali 6 miliardi), accrescere la presenza delle Pmi italiane negli Emirati e attrarre investimenti da parte dei fondi sovrani. Nel 2013 il Pil degli Emirati salirà del 4% e il paese ha in corso programmi per ridurre il peso del settore petrolifero sul Pil al 33%. Gli investimenti per la diversificazione dell’economia saranno concentrati sui settori dei servizi, industria, turismo e infrastrutture, nei quali quindi gli operatori italiani possono sfruttare importanti opportunità di sviluppo. Contemporaneamente alla visita si sono svolti due focus, ad Abu Dhabi e Dubai, su medicale, alimentari e vino, oil&gas, contract e attrezzature alberghiere. Vi hanno preso parte 300 partecipanti fra aziende, gruppi bancari, associazioni imprenditoriali, enti e istituzioni. Inoltre sono stati realizzati incontri con alcuni fondi sovrani d’investimento. Il Khalifa Fund ha firmato un accordo d’intenti con la Simest per finanziare lo sviluppo di Pmi locali. Con il Gulf Capital è in fase di studio una piattaforma distributiva negli Emirati per i prodotti alimentari e della moda italiani. Inoltre sono stati firmati accordi per la ricerca tra Cnr e ministero dell’economia locale, per la formazione di manager nel turismo fra Luiss e Accademia degli Emirati, per la distribuzione di vino e alimentari tra Romagna Coop Food e Geap, per la collaborazione tra gli istituti finanziari tra Abi e Federazione delle banche locali, per il trattamento delle acque tra Sacecav e Tamas. 3L17.AE.GL Nominato il nuovo direttore del Centro Finanziario Internazionale di Dubai Essa Kazim, Amministratore delegato di Borse Dubai, società proprietaria delle due borse valori di Dubai, è stato nominato Direttore del Centro Finanziario Internazionale di Dubai (DIFC) al posto di Abdullah Saleh che però resta nel consiglio di amministrazione della zona franca finanziaria. Tale passo conferma la volontà dell’emirato di continuare a portare nuove competenze nel sistema e di dare spazio ai nuovi professionisti. 3L18.AE.GL Modifica del regolamento UE sui dazi all’importazione di polietilene tereftalato La CE, con Reg. di esecuzione (UE) 917/2013 del 23 settembre 2013, ha modificato il regolamento di esecuzione (UE) n. 857/2010, che istituisce un dazio compensativo definitivo e disposto la riscossione definitiva dei dazi provvisori istituiti sulle importazioni di alcuni tipi di polietilene tereftalato originario, tra gli altri, dagli Emirati Arabi Uniti. In particolare, la tabella di cui all’articolo 1, paragrafo 2, del regolamento di esecuzione (UE) n.857/2010 del Consiglio, per la parte relativa agli EAU è sostituita dalla seguente: paese dazio compensativo definitivo (eur/tonnellata) EAU - tutte le società 42,34 Gli importi dei dazi corrisposti o contabilizzati, a norma dell’articolo 1 del regolamento di esecuzione (UE) n. 857/2010 del Consiglio, nella sua versione iniziale, e gli importi dei 13
paesi arabi dazi provvisori riscossi in via definitiva a norma dell’articolo 2 dello stesso regolamento, (nella sua versione iniziale), che eccedono quelli stabiliti a norma dell’articolo 1 del presente regolamento, sono oggetto di rimborso o sgravio. Le domande di rimborso o di sgravio sono presentate alle autorità doganali nazionali in conformità alla normativa vigente. Salvo diverse disposizioni, si applicano le norme vigenti in materia di dazi doganali. 3L19.AE.AO Dubai teme una nuova bolla del mercato immobiliare Il Dubai Land Department ha raddoppiato la tassa sulle transazioni nel settore residenziale dal 2 al 4% per evitare le speculazioni nel settore immobiliare in atto dall'inizio del 2012 e per scongiurare scenari negativi già vissuti con la crisi del 2008. A Dubai sono attualmente in corso di realizzazione progetti che potrebbero richiedere finanziamenti per circa 180 miliardi di dollari. La tassa resta decisamente sotto i livelli raggiunti in altri Paesi. A Singapore è del 7% per chi acquista la seconda casa all'inizio di quest'anno; a Londra è del 5% per le abitazioni da uno a due milioni di sterline (da 1,2 a 2,38 milioni di euro) e del 7% oltre i due milioni di sterline. In Francia è del 6%. In Italia, per chi compra una seconda casa, l'imposta di registro è del 9%. Per quanto riguarda i prezzi al m2 Dubai, secondo il network immobiliare Knight Frank, registra il record di crescita dei prezzi con un +21,7% nei 12 mesi terminati a giugno 2013. Le autorità finanziarie internazionali spingono per mitigare il boom del settore. Di recente il Fondo Monetario aveva messo in guardia l'Emirato spingendolo a valutare un intervento per prevenire impennate dei prezzi. Solo nel 2009-2010 i valori immobiliari a Dubai avevano perso circa il 50%, mentre oggi sono vicine ai livelli del 2008. Secondo Knight Frank, a Dubai nel 2013 le quotazioni delle ville di lusso sono salite dell'11,4% e quelle degli appartamenti del 15,1%. Gli appartamenti di qualità più rincarati si trovano a Dubai Marina, Downtown e Palm Jumeirah. Di seguito alcuni esempi di prezzi. Nel complesso Al Barari, in corso di realizzazione vicino alla riserva del palazzo reale, ville da 5-6 camere da letto costano circa 2.000 euro al m2. Al Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, il m2 costa circa 7.500 euro. Al Kempinski residence, complesso composto da ville e appartamenti, i costi partono da 4.800 euro circa al m2. La varietà dei prezzi e delle offerte è molto ampia. Per esempio 70 metri quadri in Dubai Marina costano circa 360.000 euro, una villa di 1.300 metri a Emirates hills supera i 7 milioni di euro. Fra i maggiori acquirenti, il 19% proviene dall'India (spesa media di 500.000 euro), il 15% dal Pakistan, il 14% dalla Gran Bretagna, l'11% dal mondo arabo (la spesa media dei cittadini del Gcc è di circa 1 milione di euro) e il 10% dagli stessi Emirati (spesa media di 1,3 milioni di euro). Sopra il 5% la quota di acquirenti di Iran e Russia (spesa media di 500.000 euro), marginali gli acquisti da Francia, Italia (2%) e Kazakhstan. La domanda di lusso secondo gli esperti sarà elevata anche nel 2014. Basti pensare che il developer Nakheel ha dichiarato questo mese di aver venduto in un solo giorno, il primo di lancio del progetto Warsan Village, ben 262 abitazioni delle oltre 900 che formeranno il complesso (la cui costruzione inizierà a gennaio 2014). La fortuna di Dubai è di essere percepita, in tempo di crisi, come un rifugio per il capitale e al tempo stesso di trovarsi solo al 19° posto della classifica delle 20 location di lusso nel mondo in base al costo al metro quadrato. 14
pa paesi arabi a i Gio orda ania 3L20.JO.ENE SunEdiso on prequa alificata pe er il proge etto di energia solarre di Al Qo oirh/Aqaba a Il Ministe ero dell'En nergia giorrdano ha pubblicato o l'elenco delle so ocietà che potranno o parteciparre al proogetto di produzione di 65-7 75 MW di d energia a solare presso p All Qoirh/Aqaaba. Tra le 15 societàà selezionaate figura l’italiana SuunEdison IItalia Ediliz zia Srl. La Giordaania ha va arato pianii di investiimenti nel settore de elle energie rinnovabili fino all 2020. I finanziame f enti varianoo da 1,2 e 1,62 miliardi m di euro. Il contributo delle fontii nazionali di energia nel mix energetico totale t dovrrebbe passsare dal 4 % del 200 07 al 39 % nel 2020. La Electricity Regulatory Com mmission ha comunic cato i prezzzi indicativvi di energia elettrica a ottenuta da d fonti rinn novabili: en nergia eolica 0.09 ce entesimi pe er kilowatt//ora, celle solari s 0,12 2 centesimi, energia solare s conncentrata 0,14 0 centessimi, da riffiuti 0,10 ccentesimi, da biogass 0,06 centeesimi. 3L21.JO.ENE Investime enti in pro ogetti di en nergia rinn novabile La Jordan n Industrial Estates Corporatio C n (JIEC) punta p a invvestire nelle e energie rinnovabilii e in partticolare ne el solare per attrarre nuovi investime enti e ridu urre i cossti per glii imprenditoori. Dalla sua istituzione e , il JIEC ha h attirato un totale di d 593 inve estimenti pper un valoore di circa a 2 miliardii di euro, che hanno permesso la cre eazione di d 38.300 posti di lavoro. Le e esportaziooni dalle zoone industriali sono stimate s in circa c 575 milioni m di euro. Il JIEC haa in prograamma un accordo a co on la socie età di svilupppo di Maffraq per reealizzare e gestire un na zona ind dustriale che c si sviluppa su 1.8 862 ettari, a nordest di Amman n, vicino all confine coon l'Iraq, la a Siria e l'A Arabia Sauudita .Il JIE EC preved de anche d di costruire una zona a industriale e a Zarqa e a Madab ba. Ira aq 3L22.IQ.A AO Grandi po otenzialità à di espan nsione del settore petrolifero Secondo Majid Jafa ar, amministratore delegato di Crescentt Petroleum m, l’Iraq poossiede lee potenzialità per pro odurre 10-12 milioni b/g di pe etrolio. Le riserve deel paese potrebbero p o essere suuperiori a quelle q dell’AArabia Sau udita, visto o che il sotttosuolo è sstato poco o esploratoo rispetto a quello di altri a paesi. Inoltre il paesep può sfruttare la sua posizione stra ategica perr realizzare e oleodotti che, attravverso la Tu urchia, arriv vino in Eurropa. Per raggiuungere talii risultati il paese dovvrebbe innovare la gestione de el settore energetico, e prendendo spunto dalla prassi del Governo G Regionale del d Kurdisstan (KRG G) che ha a consentitoo l’ingresso o degli ope eratori priva ati nel merrcato energ getico. La nuova legislazion ne naziona ale dovrebbbe incentiv vare gli op peratori ad investire nel n settore e e ad impieegare il pe ersonale e la tecnolog gia migliorii. Ad esemmpio potrebbbe essere e introdotta a 15 5
paesi arabi una nuova legge sulla divisione degli introiti per consentire agli stakeholders di pianificare i futuri investimenti. Il KRG, nel rispetto della legge regionale sugli idrocarburi del 2007, ha firmato oltre 50 contratti di coproduzione con società internazionali del settore oil&gas. Secondo la costituzione irakena, il petrolio appartiene al popolo irakeno in ogni Regione e Governatorato, mentre la gestione e il controllo delle risorse estratte attengono alle Regioni e ai Governatorati. Ciononostante, nell’attuale esecutivo alcuni esponenti puntano alla centralizzazione del governo del paese. Il Kurdistan possiede riserve di idrocarburi per 45 miliardi di barili di petrolio e fra 3 e 6 trilioni di metri cubi di gas. Il governo regionale prevede l’incremento della capacità di esportazione di petrolio a 1 milione b/g entro la fine del 2015 e 2 milioni entro il 2019. Per quanto riguarda i prodotti raffinati, il KRG punta a raggiungere l’autosufficienza entro il 2015. 3L23.IQ.EF Privatizzazioni per la crescita del paese La Strategia nazionale integrata per l’energia (INES) prevede investimenti di 90 miliardi di dollari tra il 2012 e il 2030 per lo sviluppo del settore energetico. Il paese presenta una rete elettrica e di distribuzione poco moderna. La capacità di generazione di elettricità è stata di 7.850 MW nel 2012 a fronte di picchi di domanda di 16.000 MW. Il danno all’economia provocato dalla carenza di elettricità è stimato in 40 miliardi di dollari l’anno. Il Ministero dell’elettricità ha varato un piano di investimenti di 22,5 miliardi di dollari nel periodo 2012-2017. Saranno costruiti 40 impianti che genereranno 22.000 MW. Saranno migliorate le capacità delle strutture esistenti convertendo le attuali turbine a ciclo semplice in turbine a ciclo-combinato, con una produzione prevista di ulteriori 4.000 MW entro il 2017. Tuttavia, per soddisfare la domanda di una popolazione in costante aumento, il Ministero prevede un investimento di ulteriori 13 miliardi entro il 2030. Oltre alle capacità produttive, il governo ha intenzione di migliorare le reti di trasmissione e distribuzione (T&D). Il Ministero intende raggiungere una quota di investimenti di 10 miliardi nella rete di trasmissione e di 30 miliardi nelle infrastrutture di distribuzione entro il 2030. In tale ambito una serie di grandi contratti è già stata assegnata a società internazionali nel 2013. Riguardo all’energia rinnovabile, il governo ha stabilito il target del 4% (1300 MW) da raggiungere entro il 2030 sul totale dell’energia generata dal paese. Entro il 2016 è prevista la produzione di 400 MW di energia solare e eolica. Nella regione autonoma del Kurdistan, grazie alla collaborazione del settore privato, la capacità di elettricità della regione è aumentata di 10 volte in meno di un decennio, raggiungendo i 2750 MW a metà 2012. Ciò è stato possibile soprattutto grazie ai progetti indipendenti di produzione di energia (IPP); una formula progettuale che potrebbe essere riproposta in Iraq dopo che le precedenti esperienze non avevano ottenuto successo a causa dei problemi di sicurezza e della mancanza di sostegno dalle banche e da altri finanziatori. 3L24.IQ.CIT Il settore privato coinvolto nello sviluppo del settore edilizio Il paese necessita di 2,5 milioni di nuove abitazioni entro il 2016 per soddisfare i bisogni di una popolazione crescente. Considerato l’impegno degli operatori locali in importanti progetti infrastrutturali, si aprono grandi opportunità per il settore privato e per partenariati pubblico-privati. In linea con le previsioni del Ministro delle abitazioni, 6 dei 12 grandi 16
paesi arabi programmi abitativi da realizzare ogni anno, sono già stati avviati nel primo semestre 2013. 3L25.IQ.CIT Previsti investimenti di 357 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali Con il lancio del secondo Piano di sviluppo nazionale, l’Iraq ha programmato spese per 357 miliardi di dollari in nuovi progetti infrastrutturali nei prossimi cinque anni. L’obiettivo è di diversificare l’economia nazionale nei settori dell’energia, dell’agricoltura, dell’educazione e delle infrastrutture. Il Piano di sviluppo prevede entrate per 697 miliardi di dollari nel periodo 2013-2017, il 95% derivante dall’export di petrolio. La produzione petrolifera dovrebbe raggiungere i 9,5 milioni di b/g entro il 2017, rispetto agli attuali 3 milioni di b/g, di questi, circa 6 milioni saranno destinati all’export. Con un prezzo del petrolio atteso di 85 dollari al barile, le entrate petrolifere totali dovranno essere di 659 miliardi di dollari. Nel breve-medio periodo non è previsto un forte incremento del valore delle entrate non petrolifere che nel 2017 dovrebbero raggiungere una quota del 4,3% delle entrate totali. Kuwait 3L26.KW.GL Nuova legge per la promozione degli IDE in vigore da dicembre La legge n 116/2013 per promuovere gli investimenti diretti nello Stato del Kuwait, entrerà in vigore il 16 dicembre 2013. In attuazione della nuova legge, verrà creata una nuova autorità pubblica, presieduta dal Ministro del Commercio e dell'Industria, col mandato di promuovere gli investimenti diretti e semplificare l'ambiente del business per gli investitori locali e stranieri. L'obiettivo è di trasferire e insediare tecnologie moderne, creare posti di lavoro di qualità per la manodopera locale, sostenere il settore privato locale e contribuire alla diversificazione dell'economia e, quindi di ridurre la dipendenza del paese dal petrolio. La nuova legge conferma gli incentivi attualmente in vigore che consentono agli investitori stranieri una quota azionaria pari al 100% quando si stabilisce una società kuwaitiana (attualmente consentita solo in particolari settori), concede alle società straniere una licenza per aprire e gestire una filiale in Kuwait e, per la prima volta, consente di stabilire un ufficio di rappresentanza in esclusiva per condurre studi di marketing, ma non operazioni commerciali. La nuova legge introduce nuovi articoli più compatibili con gli standard internazionali. Si adotta un approccio "negative list" che apre tutti i settori economici agli investitori stranieri, tranne quelli esclusi su decisione del Consiglio dei ministri. I progetti di partenariato regolati dalla legge sulle operazioni Build Operate and Transfer (BOT) n. 7/2008, e dalla legge sulle privatizzazioni n. 37/2010 (che stabilisce tra l'altro che nessuna industria può essere privatizzata a meno che il nuovo proprietario privato non accetti tutti i dipendenti che vi lavoravano nel settore pubblico e ne assicuri i benefici finanziari a loro riservati per cinque anni), potranno essere ammessi a beneficiare degli incentivi concessi agli investitori ai sensi della stessa legge (n 116/2013). Le procedure di rilascio della "licenza di investimento" sono ridotte a un massimo di 30 giorni dalla data di ricevimento della domanda; è istituito uno sportello unico in coordinamento con gli enti pubblici coinvolti nella concessione delle autorizzazioni in fase di prelicensing. 17
paesi arabi Con l’entrata in vigore della nuova legge cesseranno di esistere il Kuwait Foreign Investment Bureau (KFIB) e il Comitato per gli investimenti di capitali stranieri (FCIC), le cui funzioni passeranno alla Kuwait Direct Investment Promotion Authority. 3L27.KW.GL Nuove forme contrattuali per i produttori di petrolio della regione Attualmente il paese è al decimo posto fra i produttori di petrolio con 3,1 milioni di b/g nel 2012. Per raggiungere l’obiettivo di produrre 3,5 milioni di b/g entro il 2015 e 4 milioni b/g entro il 2020, il paese dovrebbe modificare la propria legislazione in materia. Il capitale straniero, così come in Iraq, non contribuisce allo sviluppo del settore degli idrocarburi, il quale invece necessita di continui investimenti in nuove tecnologie e know how specializzato stranieri per ovviare al problema della sempre più difficile estrazione degli idrocarburi della regione. L’ostacolo all’ingresso del capitale estero è rappresentato dalla costituzione del 1991 che proibisce alle società straniere di partecipare alle attività upstream, quali l’acquisizione dei titoli minerari, esplorazione, sviluppo e produzione di idrocarburi. Le compagnie nazionali, insieme ai politici, riconoscono la necessità di sviluppare collaborazioni con società internazionali più specializzate; tuttavia le modalità di tale collaborazione non sembrano essere quelle convenzionali. Libano 3L28.LB.COM L’Unione Europea riapre alle importazioni di patate libanesi Bruxelles ha introdotto una deroga di due anni alla direttiva che sanciva il divieto delle importazioni di patate dal Libano. Quest’ultimo potrà ora esportare verso l’Ue, in due anni, una quota di 50 mila tonnellate di patate che compenseranno il mancato export verso i tradizionali importatori di prodotti libanesi, oggi più difficilmente raggiungibili via terra a causa della crisi siriana. L’aumento delle esportazioni di patate del 184% nel primo semestre 2013 ha contribuito all’aumento del 5,5% delle esportazioni agricole totali del paese. I principali prodotti agricoli esportati sono gli agrumi, le mele, le banane e le patate. La ripresa delle esportazioni libanesi è anche merito della Cooperazione Italiana impegnata, fra gli altri, nel progetto per l'adeguamento degli standard di qualità delle patate realizzato da CHIEAM IAM – Bari. 3L29.LB.COM Revisione della Direttiva per l’import di prodotti in scatola Normative recentemente adottate dal Ministero dell’Agricoltura imponevano degli standard per l’importazione di prodotti caseari e inscatolati, con particolare riguardo all’etichettatura e alla data di scadenza. Il 12 agosto 2013, con una Decisione del Ministro dell’Agricoltura, la data di scadenza dei prodotti animali pronti al consumo (« processed food ») è stata estesa da 2 a 3 anni, mentre quella dei prodotti crudi o cotti parzialmente (“prepared food”) è rimasta di 2 anni. 18
pa paesi arabi a i 3L30.LB.EF Debito pu ubblico in aumento Il debito pubblico p lib banese ha raggiunto i 60,2 miliiardi di dolllari alla fin ne di luglio o del 2013, in aumentto del 4,4% % dall’inizio o dell’anno o e dell’8,66% rispetto o al corrisp pondente periodo p dell 2012. Il debito d inteerno si é attestato a s 34 miliardi di do sui ollari, menttre quello estero ha a raggiunto i 26,2 miliardi, in aumento a d 7,3% rispetto a dicembre 2012 e del del d 13,6% % rispetto a luglio 2012 2. Il 56,5% del d debito pubblico p é espresso in Lire Liba anesi, men ntre il 43,5% % in valutee estere. Le banche commerrciali deten ngono il 54 4,4% del debito d dello stato, se eguite da Banca dell Libano (2 23%), da agenzie a pu ubbliche ed d Istituzionni Finanzia arie Internaazionali (12,4%), da a altri goverrni ed istitu uzioni (4,1% %) , da altrri finanziato ori privati (6,1%). ( Lib bia 3L31.LY.M MIN La produzione di petrolio p torna sopra a i 700 mila a barili al giorno g Dopo il blocco della a produzionne dei messi scorsi, la a produzioone di petro olio a fine settembree ha raggiunto i 700.0 000 b/g, in aumento rispetto ai 575.000 di d agosto. La produz zione resta a comunque e inferiore ai livelli raggiunti r n nella fase post-rivoluuzionaria (1,4 milioni b/g) e sii stima chee il blocco della d produ uzione abb bia causato o negli ultim mi due messi mancati introiti perr 5 miliardi di dollari. Il I settore è stato forte emente colpito dalle proteste dovute alle condizionii socio-ecoonomiche dellad popolazione e alle istanzze federalisste delle rregione orientale. Le e autorità centrali c ha anno mostrato una limitata capacita c d contene di ere i disordini e dii rafforzare e il livello di d sicurezzza, come evidenzia e il recente attacco a all’’ambasciatta russa a Tripoli. Ma arocc co 3L32.MA..ENE Gli Emira ati finanzia ano proge etti di svilu uppo delle e energie rinnovabil r li Il Maroccco punta decisamen nte sul seettore delle energie e rinnovab bili. L’obie ettivo è dii raggiungeere entro il 2020 un na quota del 42% di energia a prodotta da fonti rinnovabilii rispetto al totale. L’A Agenzia nazionale perp l’energiia solare (Masen) ha a in corso importantii progetti, fra i qua ali “Noor solar pow wer”, pres sso Ouarzzazate ne ella regionne centro-- meridionaale. Inoltre il paese ricceverà 100 0 milioni di dollari dag gli EAU pe er sviluppare impiantii di energia a solare e eolica e e aree periferiche e nei nelle n piccoli centri c urba ani. 3L33.MA..CIT Interventi su viabillità, opere pubbliche e struttu ve a Tangeri ure sportiv Il Maroccoo ha lanciato il prog getto Tanger-Metropo ole per il rilancio r di Tangeri come meta a turistica internazion i nale. Il prrogetto, di un costo di 700 milioni d di euro, prevede p la a realizzazio one di un n modello urbano in nedito perr il Maroccco e la rriva meridionale dell 19 9
paesi arabi Mediterraneo. La parte principale riguarda la viabilità. Saranno create nuove strade, tra le quali una periferica che collegherà l'Atlantico al Mediterraneo, parcheggi sotterranei all'interno della città e una strada costiera atlantica. Per razionalizzare il traffico, molte strutture e attività saranno trasferite in periferia. Sarà creata una zona industriale a sud del centro urbano, nei pressi dell’intersezione autostradale. Le politiche urbane prevedono la bonifica dei fiumi che attraversano la città e di 65 km di litorale, da capo Malabata ad Assilah. Sul lungomare cittadino saranno creati numerosi spazi verdi. Particolare attenzione sarà riservata all'istruzione con l'apertura di 25 nuovi edifici scolastici e 21 asili nido. Interesse anche per la sanità, con quattro nuovi ambulatori e sei centri sanitari, oltre alla ristrutturazione dell'ospedale regionale Mohammed V, alla creazione di una struttura per le urgenze e di un centro sanitario polivalente. È prevista anche una cittadella sportiva, di 60 ettari, con una piscina olimpionica, un grande complesso tennistico, campi da calcio, basket, pallavolo e 3 sale multidisciplinari coperte. In programma anche la riqualificazione del patrimonio culturale. Sono previsti interventi alle grotte di Ercole, alla villa Harris e ai giardini di Rmilate. Saranno edificati il Palazzo delle Arti e delle Culture e il Gran teatro. Il progetto prevede la costruzione di undici nuove moschee e la ristrutturazione di altre sette. Vista di Malabata, baia di Tangeri 20
paesi arabi Oman 3L34.OM.EF Muscat incrementa la spesa nella sanità Negli ultimi decenni il governo si è impegnato per portare il servizio sanitario nazionale sugli standard internazionali. Sono stati notevolmente ridotti i casi di diverse malattie contagiose e sono state debellate malattie come la difterite e il morbillo. Circa il 99% della popolazione è oggi coperto dai programmi di vaccinazione. La speranza di vita è passata dai 49 anni del 1970 ai 76 del 2012; il tasso di mortalità infantile è inferiore ai 10 morti per mille nati vivi, rispetto ai 118 del 1970. Le nuove sfide per il sistema sanitario nazionale sono l’aumento dei casi di cancro, l’alta percentuale dei casi di diabete e la mancanza di strutture pediatriche necessarie a una popolazione in rapida crescita (raddoppierà entro il 2050) costituita per il 40% da ragazzi di età inferiore ai 15 anni. Nel piano quinquennale 2011-2015 il governo ha aumentato i finanziamenti per il Ministero della Salute dell’84%. Nel bilancio del 2013 sono stati allocati al settore della sanità 1,4 miliardi di dollari, il 9,4% in più rispetto al 2012 ed equivalenti a circa il 5% della spesa totale del paese. Parte dei fondi sarà utilizzata per migliorare le strutture sanitarie esistenti e crearne di nuove. Il progetto più importante riguarda la creazione della Sultan Qaboos Medical City sulla costa settentrionale del paese. Il valore del progetto è di 1,8 miliardi di dollari e copre 5 km2 che ospiteranno diverse strutture fra le quali: un ospedale generale e uno pediatrico, un centro per i trapianti di organi e uno di riabilitazione. In programma c’è anche l’International Medical City presso Salalah. Si tratta di un progetto da 1,5 miliardi di dollari per realizzare un hub medico di livello mondiale con l’intento di soddisfare la domanda locale ma anche quella internazionale. La città medica ospiterà un villaggio della salute con un hotel di lusso e un centro benessere, oltre a un centro per i trapianti e uno per la riabilitazione. Le strutture mediche saranno accompagnate da spazi residenziali e centri commerciali. Una rappresentazione dell’International Medical City di Salalah 21
paesi arabi Altri quattro ospedali generali sono in corso di realizzazione ad Al-Najat, Sumail, Al-Falah e Khasab, mentre uno è in programma presso Suwaiq. Il Ministero della Salute ha al vaglio un piano di assicurazione obbligatoria che potrebbe determinare un notevole incremento degli investimenti in strutture sanitarie e un maggior interesse del settore privato nella realizzazione di strutture ospedaliere. Alcuni gruppi privati come il Gruppo Medico Saudita Shifa al-Jazeera e l’inglese Starcare, hanno già iniziato ad investire diverse centinaia di milioni di euro ed hanno in corso progetti per la realizzazione di centri medici e di ospedali specialistici. Qatar 3L35.QA.SRV Grande espansione del settore delle costruzioni Nel paese sono in corso progetti di costruzione per un totale di 250 miliardi di dollari, il 34% dei quali riguarda le infrastrutture. Circa 100 miliardi dovrebbero essere spesi in progetti per la coppa del mondo di calcio del 2022, con un incremento del 92% del mercato immobiliare e una crescita del 34% della fornitura di spazi commerciali. Particolare attenzione viene posta alle richieste di tecnologie verdi, ambientali e sostenibili. L’Italia gode di notevole considerazione nel paese: l’interscambio bilaterale negli ultimi cinque/sei anni si è più che quintuplicato, attestandosi a oltre 2 miliardi di euro. Il Qatar aspira a instaurare un sistema commerciale di libero scambio e ha adottato insieme agli altri paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo una tariffa doganale unica pari al 5% sulla maggior parte dei prodotti importati. 3L36.QA.AO Sviluppo demografico e crescita economica È difficile trovare punti deboli nell’economia più forte della regione Mena, che è cresciuta a un tasso annuo del 12% nel periodo 2008-12 e il cui incremento previsto del Pil reale nel 2013 e nel 2014 sarà di circa il 6,6%. L’economia del paese non è più guidata dal settore degli idrocarburi, come negli anni 2000, ma da grandi programmi di investimenti pubblici, soprattutto nelle infrastrutture. Nel periodo 2011-2016 gli investimenti pianificati ammontano a 183 miliardi. L’attività chimica e la raffinazione saranno in leggera espansione, mentre aumenterà notevolmente la produzione di cemento e metallo. I grandi investimenti determinano anche l’aumento della popolazione (oggi conta più di 2 milioni di abitanti) e di conseguenza della domanda di abitazioni e di altre infrastrutture. Tuttavia è presumibile che solo una piccola parte dei lavoratori immigrati presenti nel paese resterà nel lungo periodo. Se non saranno introdotti nuovi programmi infrastrutturali, l’attuale popolazione immigrata potrebbe lasciare il paese e determinare una crisi di sovra produzione e sovra costruzione. L’alternativa è quella di investire nell’industria e nei servizi per creare nuove opportunità di lavoro per le generazioni future. Nell’ultimo decennio la popolazione è più che raddoppiata ma, alla fine del 2012, gli indigeni erano solo il 14% (265.000 persone). Lo squilibrio demografico fra nazionali e immigrati si riflette nello squilibrio fra uomini e donne, con queste ultime che rappresentano il 26% della popolazione totale e il 14% della forza lavoro. Il tasso di dipendenza è molto basso; per ogni 100 persone in età lavorativa, ci sono meno di 19 persone adolescenti o anziane. Si tratta del livello più basso al mondo. 22
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