Oltre i sistemi locali del lavoro - Antonio G. Calafati e Fabiano Compagnucci

Pagina creata da Gianluca Negri
 
CONTINUA A LEGGERE
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

    Oltre i sistemi locali del lavoro
    Antonio G. Calafati e Fabiano Compagnucci*

    1. Introduzione

   In questo lavoro viene condotta un’analisi critica dei risultati del calcolo
sperimentale con il quale sono stati identificati i “sistemi locali del lavoro”
(ISTAT, 1997). Si tratta di un calcolo sperimentale che ha generato una
rappresentazione del territorio italiano ampiamente utilizzata dagli economisti a
fini analitici1 . Recentemente, anche organismi internazionali hanno assunto tale
rappresentazione come riferimento per l’interpretazione delle traiettorie di
sviluppo locale in Italia (OECD, 2001). Nonostante la rileva nza del tema, fino ad
oggi non sembrano essere state effettuate analisi critiche degli esiti del calcolo
sperimentale che ha condotto alla identificazione dei sistemi locali del lavoro.
Tale analisi critica, benché preliminare, è invece l’obiettivo della presente ricerca.
   Poiché il resoconto fornito dall’ISTAT non permette una replica della
procedura di identificazione dei sistemi locali del lavoro – e non permette neanche
un’analisi della struttura dell’algoritmo –, nelle pagine che seguono l’analisi viene
condotta da una prospettiva induttiva, esaminando direttamente i caratteri di un
certo numero di sistemi locali del lavoro tra quelli individuati nella Regione
Marche.

*
  Gli autori ringraziano Pietro Alessandrini, Francesco Chelli, Francesca Mazzoni e un anonimo
lettore per i puntuali commenti ad una precedente versione del lavoro. I paragrafi 2, 3 e 6 sono da
attribuire ad Antonio G. Calafati, mentre i paragrafi 4 e 5 sono da attribuire a Fabiano
Compagnucci. Una versione preliminare del lavoro è stata presentata alla XXIV Conferenza
Nazionale dell’AISRe (Perugia, ottobre 2003).
1
  La letteratura sullo sviluppo locale che assume come punto di partenza i “sistemi locali del
lavoro” così come calcolati dall’Istat è molto vasta. Tra i contributi recenti si segnalano: Signorini
(2000), Burroni e Trigilia (2001), Dematteis (2001).
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

    Il lavoro è organizzato nel modo seguente. Dopo una riflessione preliminare
dedicata al concetto di coalescenza territoriale (paragrafo 2), verrà brevemente
esposta l’algebra dei sistemi locali del lavoro (paragrafo 3). Nel paragrafo 4, con
riferimento alle Marche, verranno analizzati rispetto al loro significato territoriale
tre sistemi locali del lavoro, quelli di Comunanza, di Mondolfo e di Osimo. Nel
paragrafo 5 viene brevemente esaminato come il Distretto calzaturiero delle
Marche è STATO concettualizzato in termini di “sistemi locali del lavoro”. Nella
sezione finale verranno commentati i risultati ottenuti e suggeriti cambiamenti
nella procedura di identificazione dei sistemi locali del lavoro.

      2. I sistemi locali del lavoro: prospettive di analisi

    La rapidità con la quale il concetto di “sistema locale del lavoro” (Sll) è entrato
nel sistema categoriale dell’economia dello sviluppo locale dipende dal fatto che
esso sembra risolvere un problema basilare creato dalle trasformazioni territoriali
che hanno avuto luogo in Italia a partire dagli anni Cinquanta: identificare le
nuove densità relazionali del paesaggio economico italiano dopo le profonde
modifiche determinate dai processi di coalescenza territoriale 2 . Si tratta di un tema
fondamentale sia rispetto alla interpretazione dei processi di auto-organizzazione
economico-territoriale sia rispetto alla identificazione degli ambiti di regolazione
efficaci. Relativamente ad entrambe le questioni, le partizioni amministrative sub-
regionali tradizionali – comuni, province e comunità montane – sono ormai
evidentemente obsolete nella gran parte dei casi.
    Gli esiti della coalescenza territoriale – cioè dei processi attraverso i quali
comuni contigui si sono integrati fino a formare un’unica unità socio-territoriale –
possono essere discussi nelle loro specifiche manifestazioni, caso per caso. Ad
esempio, l’identificazione delle aree metropolitane in Italia può essere interpretata
come la specifica declinazione del tema della coalescenza territoriale nel caso di
processi di integrazione territoriale generati dallo sviluppo economico delle grandi
città. Tuttavia, l’esigenza di giungere ad una lettura generale degli esiti della
coalescenza territoriale e di ridefinire le nuove densità relazionali alla scala
dell’intero territorio nazionale è indubbiamente un obiettivo che non può essere
eluso – come di fatto avverrebbe se ci si fermasse alle aree metropolitane.
    Benché, certamente, non l’unica disponibile o realizzabile, la
concettualizzazione del paesaggio economico italiano attraverso la categoria dei

2
    Sul concetto di “coalescenza territoriale” vedi Calafati (2002).

                                                                                            2
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

“sistemi locali del lavoro” è apparsa come la strada più semplice – nel senso di
più economica – per raggiungere questo obiettivo. L’algoritmo utilizzato, il quale
ha condotto ad una ridefinizione delle partizioni economico-territoriali nelle quali
viene concettualizzata l’Italia in termini di sistemi locali, genera un risultato a
partire da una quantità minima di informazione (sostanzialmente, pendolarismo
per motivi di lavoro), disponibile alla data dei censimenti.
    Si possono sollevare molte obiezioni alla categoria di sistema locale del lavoro.
La principale è che essa si basa esclusivamente su una modalità di interazione
territoriale – pendolarismo per motivi di lavoro – che costituisce una parte limitata
delle interazioni territoriali e, anche, una parte che non è necessariamente la più
rilevante per esprimere le forme e l’intensità dell’interazione territoriale stessa. A
questa obiezione si può, tuttavia, replicare sostenendo che il pendolarismo per
motivi di lavoro è una proxy abbastanza efficiente dell’insieme delle relazioni di
interdipendenza tra territori comunali. Posta in questi termini, la riflessione critica
sui sistemi locali del lavoro diventa un’analisi del valore del pendolarismo come
proxy delle densità relazionali territoriali.
    L’ipotesi che il pendolarismo per motivi di lavoro possa essere considerato una
proxy delle relazioni territoriali, tuttavia, sembra basarsi su una interpretazione dei
processi di coalescenza territoriale inadeguata, soprattutto nel senso che esso
funziona come proxy soltanto sotto certe condizioni che, tuttavia, non sono
generalizzabili. In effetti, la tesi che sia sufficiente una sola dimensione – il
pendolarismo per motivi di lavoro – per identificare, anche se in forma
approssimata, le relazioni di interdipendenza sembra una forzatura. Peraltro, sono
già disponibili molte altre informazioni sulla dimensione territoriale del processo
economico che potrebbero essere utilizzate o facilmente integrate con quelle
contenute nei dati sul pendolarismo 3 .
    La seconda obiezione che può essere sollevata alla categoria di sistema locale
del lavoro può essere definita interna e riguarda la struttura stessa dell’algoritmo –
cioè se l’algoritmo, per come è costruito, usa le informazioni in entrata in modo
efficiente rispetto all’obiettivo – e se l’obiettivo stesso è pertienente. Nel condurre
un’analisi critica dei sistemi locali del lavoro da questo punto di vista si
incontrano, tuttavia, alcune difficoltà. L’unico resoconto dell’esperimento che ha
generato i sistemi locali del lavoro tuttora disponibile (ISTAT, 1997, pp. 236-247)
– in definitiva, l’unica spiegazione dell’algoritmo applicato – non permette, per la

3
 Per una prospettiva diversa sul tema della identificazione dei sistemi locali vedi Calafati (2002),
Calafati e Mazzoni (2005).

                                                                                                  3
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

sua incompletezza, un’analisi del significato della categoria proposta 4 . Inoltre, a
partire da tale resoconto non si può neanche condurre una vera e propria replica
dell’esperimento. (Nel resoconto fornito dall’ISTAT si fa riferimento ad un
processo di calibrazione finale – di cui non sono stati resi noti i criteri).
     La possibilità di replicare un calcolo sperimentale è così importante nella
prassi scientifica da rendere necessaria la formulazione di un resoconto più
accurato del calcolo in questione, così da permettere la sua replica e di
comprenderne, ino ltre, la logica. Non si tratta, infatti, soltanto di convalidare i
risultati attraverso la ripetizione del calcolo sperimentale. Vi è un ulteriore aspetto
da considerare: ciò che potremmo definire il significato ontologico dei sistemi
locali del lavoro emerge soltanto attraverso la conduzione del calcolo
sperimentale, la quale permette di esplicitare i risultati intermedi, cioè quelli che si
ottengono ai diversi stadi del processo di calcolo.
    Di fronte alla impossibilità di replica del calcolo sperimentale, per verificare la
congruenza della mappatura non resta che procedere per via induttiva ed
esaminare direttamente il significato di questa categoria attraverso una
descrizione/interpretazione dei sistemi locali che si ottengono – descrizione
condotta con la stessa logica dell’algoritmo o con una logica diversa. La
discussione caso per caso dei sistemi locali del lavoro ha anche il vantaggio, certo
non trascurabile, di poter prendere in esame il contesto territoriale di ciascuno di
essi, permettendo così di esaminare la distorsione interpretativa, quando sussiste,
in termini di concettualizzazione del territorio. Naturalmente, le difficoltà di
questa prospettiva di analisi risiedono nel fatto che si deve lasciare la “poltrona
filosofica” per condurre analisi specifiche ed avere una conoscenza diretta,
acquisita attraverso indagini sul campo, delle relazioni territoriali.
    Nel presente lavoro si è provato a percorrere questa strada esaminando una
parte del territorio delle Marche – una delle regioni italiane che negli ultimi
cinquanta anni ha subìto trasformazioni territoriali molto profonde, le quali hanno
condotto ad una ridefinizione delle gerarchie territoriali. Relativamente al
territorio esaminato, i risultati sono sorprendenti per la loro evidente
contraddittorietà. In tutti i casi considerati, la logica territoriale indicata dalla
rappresentazione dei Sll risulta profondamente distorcente. La parzialità delle
logiche gravitazionali che i sistemi locali del lavoro proposti suggeriscono è
peraltro confermata dall’evidenza di altre logiche gravitazionali per i territori di
volta in volta esaminati.

4
  Una ricostruzione della struttura logico-formale dell’algoritmo è stata effettuata in Merlini
(1991).

                                                                                              4
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

   L’analisi effettuata nelle pagine che seguono può essere estesa a tutti i sistemi
locali del lavoro italòiani. I risultati ottenuti per via induttiva esaminando una
parte del territorio delle Marche – analizzando direttamente le caratteristiche dei
Sll – sembrano, tuttavia, sufficienti a suggerire la necessità di sottoporre ad analisi
la coerenza e la rilevanza della mappatura del territorio italiano in termini di
sistemi locali del lavoro proposta dall’ISTAT. Per quanto concerne le Marche,
comunque, è evidente che tale mappatura debba essere rivista e non possa essere
utilizzata senza correzioni molto rilevanti.

   3. L’algebra dei sistemi locali del lavoro

     I sistemi locali del lavoro sono degli insiemi di comuni contigui – insiemi
ottenuti attraverso una determinata procedura. Se indichiamo con c i ∈ C un
generico comune italiano – dove C è l’insieme dei comuni italiani – , un sistema
locale del lavoro (sj) non è altro che un insieme di comuni –
 s j = {c1, c2 ,..., cr },    dove r j ≥ 2 – tra loro “contigui”, nel senso che ciascun
comune dell’insieme deve confinare con almeno uno degli altri comuni
appartenenti all’insieme considerato.
     Un’altra caratteristica è che ciascun comune viene assegnato ad un sistema
locale del lavoro e a quello soltanto.
     La procedura di identificazione degli insiemi di comuni – l’algoritmo proposto
dall’ISTAT (con l’aggiunta delle relative calibrazioni) – genera l’insieme
S: S = {s j }, j = 1, ..., k .
     Una delle caratteristiche dell’insieme S è che esso contiene gli stessi elementi
dell’insieme C. In altre parole, l’insieme S dei sistemi locali del lavoro fornisce
una mappatura completa del territorio italiano (tutti i comuni italiani appartengono
all’insieme S).
     L’associazione dei singoli comuni avviene sulla base di un algoritmo che
utilizza come unica informazione i flussi di pendolarismo per motivi di lavoro tra
i comuni (oltre che popolazione occupata e addetti). Per illustrare come viene
caratterizzato ciascun elemento primario (comune) si può partire dalla Fig. 1, la
quale esprime la tassonomia sulla quale si basa la procedura di identificazione dei
sistemi locali del lavoro.

   Fig. 1 – La tassonomia dei flussi di pendolarismo tra comuni

                                                                                     5
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

    Comune i-esimo             Tutti gli altri (m-1) comuni

       Popolazione

                                 Popolazione occupata del comune i-esimo che lavora
   Popolazione occupata
                                 in altri comuni: “pendolari in uscita”

       Popolazione
       occupata nel
      comune stesso

                                 Popolazione occupata di altri comuni che
       Addetti nel
                                 svolge attività lavorativa nel comune i-
        comune
                                 esimo: “pendolari in entrata”

   Come illustrato nella Fig. 1, a partire dai residenti di un comune generico i-
esimo (i=1) che svolgono un’attività lavorativa (L1 ) si può effettuare la distinzione
tra coloro che svolgono tale attività nel comune medesimo (x11 ) e coloro che
svolgono un’attività lavorativa in un comune esterno x1j (j=2,.., m). Infine, si
devono considerare i residenti di tutti gli altri comuni italiani che si recano a
lavorare nel comune in esame (xj1 , j=2,…, m).
   I flussi tra le diverse unità territoriali (comuni) possono essere espressi in modo
sintetico in termini algebrici attraverso la seguente matrice quadrata m∗ m:

   Xm = [xij ], i,j = 1,…m

   Per convenzione, i valori sulla diagonale principale esprimono il numero di
residenti occupati che lavorano nel comune di residenza.
   Si possono quindi definire, a partire dalla matrice X, rispettivamente il vettore
L – popolazione occupata internamente ed esternamente – e il vettore A – addetti
totali (residenti nello stesso comune o in altri comuni):

                                                                                      6
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

        [ ]
     L = Li =
                    K∑ x       , i = 1,..., k
                                                 
                    j =1 ij                    
         [ ]    k
                   [
     A = A j = ∑ x ij , j = 1,..., k
               i=1
                                             ]
   Le uscite totali (Ui) e le entrate totali (Ei), e i corrispondenti vettori, si
definiscono a partire dalle grandezze X, L e A come:

            m
     U i = ∑ xij − xii
            j =1
             m
     E j = ∑ x ij − x jj
            i =1

    Come illustrato nella Fig. 2, all’insieme C si può associare la matrice Xm, la
quale esprime le relazioni – una certa tipologia di relazioni – tra gli elementi
dell’insieme C. Utilizzando le informazioni contenute nella matrice Xm,
l’algoritmo trasforma l’insieme C nell’insieme S – nel senso che crea delle
associazioni di comuni.

   Fig. 2 - La forma dell’algoritmo dei sistemi locali del lavoro

                                                      algoritmo

 C                  Xm                                                   S=(S1, S2, …, Sk)

                                                                           F1, F2, …, Fk

   Sulla base del calcolo dell’ISTAT sono stati identificati 784 sistemi locali del
lavoro, cioè 784 insiemi di comuni, ciascuno dei quali presenta un grado di
coesione interna che li qualificherebbe, secondo la procedura, come sistemi locali
del lavoro.
   Per definizione, per ogni sistema locale del lavoro ottenuto (si ) esiste un livello
di descrizione in termini degli stessi dati della matrice Xm. Si può definire, cioè,

                                                                                                7
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

un insieme di matrice Fj, (j=1, .., k) , la quale identifica i flussi di pendolarismo
tra i comuni del sistema locale del lavoro (tale matrice ha, inoltre, sulla diagonale
principale gli occupati residenti). Ciascuna matrice Fh ha una dimensione rh , cioè
una dimensione pari al numero dei comuni che compone l’insieme corrispondente
– numero che varia considerevolmente da caso a caso ma che, secondo la
procedura, deve comunque essere maggiore o uguale a 2.
    Il fatto di avere le informazioni contenute nella matrice Xm – e soltanto quelle
– come immissione dell’algoritmo impone, per definizione, delle restrizioni
all’interpretazione delle matrici Fj: devono essere interpretate con la stessa
metrica con la quale si assegna un significato alla matrice Xm.
    Poiché, come richiamato nel paragrafo precedente, non è possibile replicare
l’esperimento, l’analisi dei risultati – cioè l’analisi del significato delle matrici Fj
appare come l’unica strategia di analisi per esaminare criticamente il significato
dell’esperimento stesso. Nelle due sezioni che seguono verrà condotta un’analisi
delle matrici Fj per tre sistemi locali del lavoro delle Marche e per il territorio
corrispondente al Distretto calzaturiero delle Marche.

    4. I sistemi locali del lavoro delle Marche: tre studi

    4.1 Il sistema locale di Comunanza

   Il sistema locale del lavoro di Comunanza (SllC) individuato dalla procedura
ISTAT è situato nella provincia di Ascoli Piceno ed ha una forte caratterizzazione
montana. Occupa una superficie di 450 kmq e si compone di 12 comuni, tutti di
piccole e piccolissime dimensioni (dai circa 4.000 abitanti di Amandola ai 223
abitanti di Palmiano – dati 2001). La popolazione complessiva del SllC è di 15.000
abitanti.
   Si tratta di un sistema locale che ha come centroide5 Comunanza, un comune
che ha seguito un percorso di industrializzazione stimolato dagli incentivi della
Cassa per il Mezzogiorno: l’occupazione industriale è salita da 204 addetti nel
1961 a 2.202 addetti nel 1991 e a 2.783 addetti nel 2001. Tra i comuni che
appartengono al SllC, Comunanza è l’unico ad avere una base industriale

5
  Con il termine “centroide” si fa riferimento al comune che, tra quelli appartenenti ad un dato
sistema locale del lavoro, ha il numero maggiore di lavoratori in entrata.

                                                                                              8
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

significativa. Nel suo complesso, il territorio corrispondente a questo sistema
locale del lavoro ha subìto, in termini di scala, un forte declino negli ultimi
cinquanta anni, declino solo in parte mitigato dal processo di industrializzazione
del comune centroide.
    Nel caso in esame, la matrice Fcij – la quale contiene i dati del censimento 1991
non essendo ancora disponibili i dati del pendolarismo relativi al censimento 2001
– ha dimensione 12x12 ed è riportata nella Tab. 1.
    Il primo aspetto da sottolineare è la variabilità dei valori fij. Come già
osservato, si è in presenza di unità comunali di piccole dimensioni ma, in termini
relativi, nell’insieme in esame vi sono comuni molto più grandi/piccoli degli altri.
Quello più grande (in termini di addetti totali) – Comunanza – ha una dimensione
quaranta volte maggiore a quella del comune più piccolo (Smerillo). Ciò,
evidentemente, si riflette sull’intensità delle relazioni e sul valore assoluto delle
entrate/uscite dai comuni di residenza. Si passa da un flusso in entrata nel comune
centroide pari a 237 individui da Amandola ad un flusso pari ad un individuo da
Monteleone di Fermo.
    Ciò suggerisce di sottoporre il SllC ad un’analisi del grado di densità
relazionale di ciascun comune del sistema rispetto al centroide. Ciò suggerisce,
inoltre, – e questa è una delle tesi centrali del lavoro – di sollevare il problema
della soglia del grado di interdipendenza al di sotto della quale si dovrebbe
semplicemente assumere la non esistenza di un’associazione territoriale.
    L’analisi della matrice Fcij evidenzia un insieme di comuni tra i quali sembra
esistere una connessione significativa con il centroide. Si tratta dei comuni di
Amandola, Montefortino, Montemonaco, Montefalcone Appennino, Smerillo.
Questi comuni hanno un grado di gravitazione su Comunanza maggiore che su
altri comuni non appartenenti al sistema locale del lavoro in esame. Inoltre,
sommando le uscite dai singoli comuni a seconda dei Sll di destinazione, si vede
che quello di Comunanza è per tutti i comuni il principale sistema locale di
destinazione dei pendolari.

                                                                                   9
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

                       Tab. 1 - Matrice Fcij del Sll di Comunanza 6

                                                                                                         Comune di residenza

                                                                                                                                                                                     Santa Vittoria in

                                                                                                                                                                                                                    in altri comuni
                                                                                                                                                            Montemonaco
                                                                                                                               Monteleone di
                                                                                    Montefalcone

                                                                                                   Montefortino

                                                                                                                                                                                                                                                     W(A)-RW(A)
                                                                                                                                                                                                                                       Totale W(A)
                                                                                                                                               Montelparo
                                                                Comunanza

                                                                                                                  Montegallo
                                                                                    Appennino
                                                     Amandola

                                                                                                                                                                                     Matenano
                                                                                                                                                                          Palmiano

                                                                                                                                                                                                         Smerillo
                                                                                                                               Fermo
                                                                            Force
                       Amandola                     761   31                 4        6            54              1              1             3             4           1            10                 9         142               1027           266
                       Comunanza                    237 902                 68       44            129            21              1            15            47           14           29                27         203               1737           835
                       Force                         3    11                382       1             1              0             14            12             2           4            11                 0         74                 515           133
                       Montefalcone Appennino        1     3                 0       75             1              0              0             0             0           0             0                 6          8                 94            19
    Comune di arrivo

                       Montefortino                  27    5                 0        1            110             0              0             0             6           0             0                 0         20                 169           59
                       Montegallo                    0     1                 0        0             1             41              0             0             1           0             0                 0         21                 65            24
                       Monteleone di Fermo           1     1                 0        0             0              0             94            12             0           0             3                 0         37                 148           54
                       Montelparo                    1     1                 0        0             0              0              3            85             0           1             4                 0         41                 136           51
                       Montemonaco                   7     2                 0        2             8              1              0             0            74           0             0                 0         15                 109           35
                       Palmiano                      0     1                 1        0             0              0              0             0             0           26            0                 0         24                 52            26
                       Santa Vittoria in Matenano    6     1                 3        5             0              0              2            16             1           0           219                 3         58                 314           95
                       Smerillo                      3     1                 0        1             1              0              0             0             2           0             1                31          4                 44            13
                       in altri comuni              126   82                104      32            20             57             48            90            23           27          114                21
                       Totale R(A)                  1173 1042               562      167           325            121           163            233          160           73          391                97
                       R(A)-RW(A)                   412 140                 180      92            215            80             69            148           86           47          172                66

    Per gli altri comuni del SllC non si registra la stessa elevata densità relaziona le.
Si può iniziare l’analisi dal comune di Force, i cui 68 spostamenti quotidiani sul
centroide (12% degli occupati e 38% delle uscite totali), nonostante rappresentino
la terza voce di occupati in entrata per Comunanza, non identificano una
gravitazione dominante. Analizzando, infatti, i dati dei pendolari in uscita da
Force si può notare che più della metà delle sue uscite è diretta verso comuni
esterni al SllC. Pertanto, per questo comune non sembra esistere soltanto un
sistema sovra-ordinato di gravitazione. In particolare, non si devono trascurare le
connessioni con Ascoli Piceno, comune di arrivo di 36 pendolari, con Rotella (27
pendolari) e con Fermo (15 unità), appartenenti rispettivamente ai Sll di Ascoli
Piceno, Offida e Fermo.

6
 Totale R(A): totale degli occupati della località A
Totale W(A): totale degli addetti nella località A
RW(A): totale degli addetti residenti = occupati residenti
R(A)-RW(A): totale dei pendolari in uscita dalla località A
W(A)-RW(A): totale dei pendolari in entrata nella località A

                                                                                                                                                                                                                                                     10
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

   Alla stessa conclusione si giunge analizzando il pendolarismo in entrata del
comune di Force. Nonostante la principale fonte delle entrate provenga da un
comune del SllC – 14 pendolari da Monteleone di Fermo –, la seconda fonte delle
entrate per importanza è quella dal comune di Rotella (appartenente al Sll di
Offida) con 13 pendolari. Oltre alle entrate da Montelparo e da Comunanza, pari
rispettivamente a 12 e a 11 individui, si hanno quelle da Ascoli Piceno e da
Venarotta, entrambe pari a 9 individui. In termini di sistemi locali del lavoro di
destinazione, quello di Comunanza intercetta, comunque, la quota maggiore delle
uscite totali da Force (38%), mentre il Sll di Ascoli Piceno ne intercetta il 20%.
   Se, relativamente a Force, i dati sul pendolarismo non permettono di attribuire
ad esso una chiara gravitazione sul Sll di Comunanza, per i restanti comuni la
relazione con il Sll di Comunanza non sembra giustificata. Eclatante è il caso di
Montegallo, comune di piccolissime dimensioni (636 abitanti), incluso nel SllC
nonostante la principale direzione in uscita dei suoi pendolari sia il comune di
Ascoli Piceno (42 lavoratori). Coloro che si dirigono quotidianamente a
Comunanza (vedi Tab. A/3 in Appendice statistica) sono la metà di coloro che
pendolano su Ascoli Piceno. Anche considerando i flussi in uscita da Montegallo
verso l’insieme dei comuni del SllC la situazione non cambia: il numero di coloro
che si dirige nel Sll di Ascoli Piceno è decisamente superiore al numero di coloro
che si dirige nel SllC : 57 unità contro 23 unità7 (vedi Tab. A/4 in Appendice
statistica).
   Altrettanto dubbia appare l’inclusione del comune di Monteleone di Fermo
(465 abitanti) nel SllC. Il flusso verso il centroide è, infatti, pari ad un solo
individuo. Non esiste, inoltre, una relazione inversa significativa: da Comunanza
un solo lavoratore si reca quotidianamente a Monteleone.
   Una volta esclusa l’appartenenza di Monteleone di Fermo al SllC, si può
osservare che questo comune non ha, comunque, una precisa gravitazione
territoriale. In termini di pendolarismo la relazione più forte – 16 pendolari – è
quella con Fermo, che è il comune centroide del Sll di Fermo. Se, invece, si
considera la somma dei pendolari in uscita da Monteleone per Sll di destinazione,
emerge una nuova situazione nella quale i sistemi locali del lavoro di riferimento
sono due, quello di Montegiorgio e quello di Comunanza che, rispettivamente con

   7
      In linea di principio, l’appartenenza di Montegallo a SllC potrebbe dipendere dall’esistenza di
una forte relazione inversa (di pendolarismo dall’interno del SllC verso Montegallo). Ma, come si
può facilmente verificare dalla matrice FCij, non è questo il caso. Il totale delle entrate a
Montegallo da Comunanza è pari ad una unità e il totale delle entrate dagli altri comuni del SllC è
pari a 3 unità.

                                                                                                 11
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

22 e con 21 uscite, si equivalgono in termini di meta di destinazione delle uscite
da Monteleone.
   In questo caso, è soltanto attraverso l’analisi sul campo – indagando, cioè, le
logiche territoriali generali (relazioni che si instaurano per lo scambio di beni e
servizi, per la fruizione ricreativa, ecc.) – che è possibile giungere ad un quadro
relazionale più definito. Le informazioni ricavate dalle indagini effettuate
permettono di associare Monteleone al sistema gravitazionale di Fermo. Ne
consegue, pertanto, che anche in questo caso l’algoritmo associa Monteleone ad
un insieme di comuni – quelli che definiscono il SllC – con i quali non ha una
interdipendenza (relativa).
   Situazioni meno eclatanti di quelle ora esaminate ma che sollevano, comunque,
perplessità rispetto alla significatività del risultato dell’algoritmo si hanno anche
in relazione ai comuni di Montelparo, Palmiano e Santa Vittoria in Matenano
(vedi matrice Fcij).

   4.2 Il sistema locale del lavoro di Mondolfo

    Il sistema locale del lavoro di Mondolfo (SllM), situato a cavallo delle province
di Pesaro e Ancona, occupa una superficie di 142 kmq e si compone di 7 comuni,
anche in questo caso di piccole e piccolissime dimensioni La popolazione
complessiva del SllM è di circa 23.000 abitanti, 11.000 dei quali risiedono nel
comune centroide di Mondolfo. Dal punto di vista economico, si tratta di un
territorio che ha conosciuto una moderata espansione fino agli anni Settanta. Gli
addetti al settore manifatturiero sono aumentati da 730 unità del 1961 a 2.355
unità del 1971 e da 3.477 unità del 1981 a 3.223 unità del 2001 – la metà dei quali
si concentra nel centroide.
    Dall’analisi della matrice FMij (Tab. 2) sembra emergere un modesto grado di
densità relazionale fra i comuni del SllM e dubbi sul ruolo di centroide del comune
di Mondolfo.
    Rispetto al caso di Comunanza, si nota una minore variabilità dei flussi in
entrata nel centroide dalle unità comunali appartenenti al SllM (da 3 individui a 57
individui) e, soprattutto, che tali flussi sono modesti rispetto agli arrivi dai comuni
esterni al SllM (si veda la colonna “altri comuni” della Tab. 2). Con riferimento a
quest’ultimo aspetto si può osservare che le entrate nel comune di Mondolfo
provengono nell’82% dei casi da comuni non appartenenti al SllM. Si tratta di 652

                                                                                    12
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

unità. Le restanti 147 entrate provengono per lo più da tre comuni – Monte Porzio
(57 unità), Monterado (46 unità) e Mondavio (24 unità) –, mentre dai comuni di
Barchi, Orciano di Pesaro e San Giorgio di Pesaro provengono complessivamente
20 unità. Ciò significa che la metà dei comuni del SllM non ha relazioni
significative con il centroide.
   Un altro elemento da evidenziare è che sia le entrate che le uscite dai comuni
del SllM sono, in generale, poco autocontenute all’interno dello stesso (Tabb. A/5
e A/6 in Appendice statistica). Si è già osservato che le entrate di Mondolfo
provengono nell’82% dei casi da comuni esterni al SllM individuato dall’ISTAT.
Lo stesso vale per le altre unità comunali. Ad eccezione del comune di Monte
Porzio, più della metà delle entrate relative a ciascun comune è di origine esterna
al SllM, con percentuali che variano dal 52% di Orciano di Pesaro al 67% di
Monterado.

   Tab. 2 - Matrice FMij del Sll di Mondolfo

                                                                          Comune di residenza
                                                                                                           Orciano di Pesaro

                                                                                                                                                in altri comuni
                                                                                                                               San Giorgio di
                                                                                Monte Porzio

                                                                                                                                                                                 W(A)-RW(A)
                                                                                                                                                                   Totale W(A)
                                                                                               Monterado
                                                         Mondavio

                                                                     Mondolfo
                                               Barchi

                                                                                                                               Pesaro

                       Barchi                  172        12          1           1             0           17                   4              65                 272           100
    Comune di arrivo

                       Mondavio                 18       587         16          39             2           63                   16             175                916           329
                       Mondolfo                 3         24        1614         57            46           8                    9              652               2413           799
                       Monte Porzio             1         36         139        420            74           19                   19             131                839           419
                       Monterado                1         8          35          22            194          2                    0              136                398           204
                       Orciano di Pesaro        21        67          8           4             1          237                   24             135                497           260
                       San Giorgio di Pesaro    2         7           0           3             0           10                  203             42                 267            64
                       in altri comuni         123       469        1401        198            203         289                  183
                       Totale R(A)             341      1210        3214        744            520         645                  458
                       R(A)-RW(A)              169       623        1600        324            326         408                  255

   Nel caso del SllM, dunque, la non elevata variabilità dei flussi fra i comuni del
SllM (nel solo caso di Monte Porzio i pendolari superano le 100 unità) invece che
indicare una certa omogeneità nelle densità relazionali tra comuni indica la scarsa

                                                                                                                                                                                              13
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

pregnanza di tali relazioni, soprattutto se questo dato viene interpretato in
relazione ai flussi di pendolarismo verso i comuni esterni al Sll di Mondolfo.
    Analizzando i flussi di pendolarismo in uscita si nota, infatti, che in tutti i casi
le uscite verso i comuni esterni al SllM sono sensibilmente maggiori al 50%, con
un range che va dal 61% di Monte Porzio all’88% di Mondolfo (riga “altri
comuni” della Tab. A/6 in Appendice statistica).
    Come richiamato in precedenza, in almeno tre casi l’inserimento delle unità
comunali all’interno del SllM fa sorgere forti dubbi sulla coerenza dell’operazione.
Si tratta dei comuni di Barchi, Orciano di Pesaro e San Giorgio di Pesaro.
    Nel caso di Barchi, le mete principali dei suoi pendolari sono i comuni di
Sant’Ippolito e di Saltara, rispettivamente con 27 e 25 unità, mentre solo 3
lavoratori si dirigono quotidianamente a Mondolfo. Se si considerano, invece, i Sll
di destinazione, i riferimenti sono i Sll di Fossombrone e di Fano, oltre a quello di
Mondolfo – senza alcuna prevalenza da parte di uno di essi (Tab. A/8 in
Appendice statistica).
    I dati del pendolarismo in uscita relativi ai comuni di Orciano di Pesaro e di
San Giorgio di Pesaro indicano, invece, una evidente densità relazionale con
Fano, sia come comune – rispettivamente 75 e 79 uscite – che come Sll –
rispettivamente 161 e 133 uscite (vedi Tabb. A/7 e A/8 in Appendice statistica).
    Relativamente agli altri comuni, solo per quelli di Monte Porzio e di
Monterado sembra esistere una relazione significativa con il centroide – e fra loro.
Il comune di Mondavio, invece, che non ha una elevata gravitazione su Mondolfo,
si presenta più aperto verso altre direttrici sul territorio: 469 pendolari si dirigono,
infatti, in comuni non appartenenti al SllM. Ciò rende piuttosto discutibile il fatto
di associare Mondavio al Sll di Mondolfo, tanto più che se si procedesse – come
sarebbe opportuno sulla base delle considerazioni sopra effettuate – a
riconsiderare l’appartenenza dei comuni di Orciano di Pesaro e di San Giorgio di
Pesaro al Sll di Mondolfo e alla loro inclusione in quello di Fano, la connessione
di Mondavio con il Sll di Fano emergerebbe ancora più chiaramente. Se, infatti, i
comuni di Orciano di Pesaro e di San Giorgio di Pesaro fossero associati al Sll di
Fano, la somma delle uscite dal comune di Mondavio per Sll di destinazione
vedrebbe come meta principale il Sll di Fano, seguito da quello di Mondolfo (vedi
Tab. A/8 in Appendice statistica).

                                                                                     14
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

   4.3 Il sistema locale del lavoro di Osimo

   Il sistema locale del lavoro di Osimo (SllO), situato in provincia di Ancona, è
composto da sette comuni e si estende su una superficie di circa 270 kmq che
ospita, al 2001, 69.147 abitanti. Poco meno dei 2/3 della popolazione si concentra
nel comune centroide di Osimo (29.074 abitanti) e in quello di Castelfidardo
(16.000 abitanti). Le altre cinque unità comunali di Camerano, Filottrano,
Numana, Offagna, e Sirolo – la cui associazione al SllO è, come si vedrà in
seguito, di difficile comprensione – sono di piccole dimensioni, non superando i
10.000 residenti. Si tratta di un territorio che ha conosciuto negli ultimi 50 anni un
aumento demografico costante (rispetto al 1951 la popolazione è cresciuta del
28% circa) e un significativo processo di industrializzazione.
   A differenza dei Sll di Comunanza e di Mondolfo, quello di Osimo è
caratterizzato da un maggior grado di policentrismo in termini di produzione
manifatturiera. Gli addetti alle attività manifatturiere, infatti, si distribuiscono in
modo abbastanza omogeneo sul territorio: Castelfidardo occupa il 35% degli
addetti totali (4.263 unità), Osimo ne occupa il 26% (3.213 unità), Filottrano il
19% (2.283 unità) e Camerano il 14% (1.736 unità). La presenza di un carattere
policentrico per quanto concerne la struttura produttiva manifatturiera del SllO ha
implicazioni importanti in termini di relazioni tra comuni. Diversamente da
quanto osservato nei due casi precedenti, essa dà luogo ad una situazione in cui vi
è maggiore integrazione fra i comuni appartenenti al SllO e, inoltre, il rapporto fra
le singole unità comunali e il centroide risulta meno univoco. Da una parte, infatti,
Osimo intercetta, in valore assoluto, il numero più elevato di pendolari in uscita
dai comuni appartenenti al SllO che rimangono all’interno del sistema, dall’altra
sono elevati anche i flussi di coloro che da Osimo si recano quotidianamente a
Castelfidardo (soprattutto), a Camerano e a Filottrano.
   Come si osserva dalla matrice FOij (Tab. 3), fra i comuni appena menzionati
esiste un buon grado di scambio reciproco di forza lavoro. Osimo è meta del
16,5% delle uscite totali di Camerano (146 unità), del 21% di quelle di
Castelfidardo (400 unità), del 22% di quelle di Filottrano (178 unità). Per il
comune centroide tali flussi rappresentano, rispettivamente, il 6%, il 17% e l’8%
delle entrate totali. Se si considerano, poi, i flussi in entrata nei comuni appena
citati provenienti da Osimo, si osservano valori ugualmente elevati: il 21% delle
entrate totali di Camerano (291 unità), il 41% di quelle di Castelfidardo (766
unità) e il 35% di quelle di Filottrano (185 unità) provengono da Osimo.
   A questo gruppo di comuni che instaurano con il centroide un rapporto di
maggiore interscambio si contrappone il comune di Offagna che, dato il ruolo di

                                                                                    15
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

centro residenziale-satellite gravitante intorno ad Osimo, si colloca in un rapporto
univoco rispetto al centroide (soltanto 19 pendolari si recano da Osimo ad
Offagna).
   Più periferici, sia dal punto di vista spaziale che dell’integrazione territoriale,
sono i comuni di Numana e Sirolo, i quali hanno innanzitutto un elevato grado di
interscambio reciproco (le maggiori uscite di Sirolo verso un comune del SllO
sono quelle dirette a Numana e viceversa). In secondo luogo, questi comuni si
relazionano rispettivamente con i comuni di Castelfidardo e Camerano – ma,
comunque, non con quello di Osimo.
   Dall’analisi svolta fino ad ora è emerso che il Sll di Osimo sembra
caratterizzarsi per un ma ggior livello di integrazione territoriale, se confrontato
con i casi di Comunanza e Mondolfo. Se, tuttavia, si osservano i valori dei flussi
di pendolarismo in uscita dai comuni del SllO verso i comuni esterni ad esso
emerge come, in valore assoluto, le uscite maggiori di tutti i comuni del SllO si
dirigano ad Ancona (Tab. A/11 in Appendice statistica). Ancona, cioè, intercetta il
numero maggiore di pendolari in uscita dai sette comuni analizzati – in alcuni
casi, come quello di Camerano, con una differenza rilevante rispetto ad Osimo.

   Tab. 3 - Matrice FOij del SllO di Osimo

                                                                                   Comune di residenza
                                                                                                                               in altri comuni
                                                      Castelfidardo

                                                                                                                                                                 W(A)-RW(A)
                                                                                                                                                  Totale W(A)
                                          Camerano

                                                                      Filottrano

                                                                                        Numana

                                                                                                  Offagna

                                                                                                             Osimo

                                                                                                                     Sirolo

                       Camerano          1.579        162    17                         40        12         291    80         761               2.942          1.363
    Comune di arrivo

                       Castelfidardo       81        3.423 41                           49         5         766    38         886               5.289          1.866
                       Filottrano          1          11   2.498                        1          0         185     2         331               3.029           531
                       Numana              37         105     2                        353         3          77   147         201                925            572
                       Offagna             0           7      1                         0         111         19     0         46                 184             73
                       Osimo              146         400   178                         38        101       5.889   52        1.368              8.172          2.283
                       Sirolo              40         19      0                         66         0          24   418         131                698            280
                       in altri comuni    578        1.185 568                         236        257       2.570 277
                       Totale R(A)       2.462       5.312 3.305                       783        489       9.821 1.014
                       R(A)-RW(A)         883        1.889 807                         430        378       3.932 596

                                                                                                                                                                              16
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

    Un altro elemento da evidenziare è il fatto che i saldi netti delle entrate/uscite
fra Osimo e i comuni di Castelfidardo, Camerano e Filottrano sono sempre di
segno negativo. I pendolari su Osimo provenienti da Castelfidardo, Camerano e
Filottrano sono, infatti, inferiori ai pendolari che da Osimo si recano in questi
comuni. Se a questa osservazione si aggiunge il fatto che, come si è appena visto,
Ancona svolge un ruolo preminente in quanto principale comune di destinazione
dei pendolari in uscita da tutti i comuni del SllO – e, quindi, anche da Osimo stessa
–, si può ragionevolmente ipotizzare che l’algoritmo abbia colto una densità
relazionale – il SllO – che si manifesta ad un livello inferiore rispetto alla effettiva
organizzazione spaziale del processo economico. In effetti, se si analizzano i
flussi di pendolarismo in uscita da Osimo si nota che il 45,5% delle sue uscite
totali è associato al solo comune di Ancona. Da ciò si può dedurre che Osimo
faccia parte di un’area di gravitazione più ampia corrispondente alla città in
nuce di ‘Ancona’. Di essa il SllO costituisce un ispessimento localizzato della
trama relazionale non tale, tuttavia, da giustificarne l’autonomia.
    L’analisi condotta sul campo allo scopo di individuare le relazioni territoriali
associate alla fruizione di beni e servizi, sia pubblici che privati, fornisce
informazioni che avvalorano l’interpretazione indicata di accorpare il SllO al
sistema gravitazionale della città in nuce di ‘Ancona’.

     5. Il Distretto calzaturiero delle Marche e i sistemi locali del lavoro

   Il Distretto calzatur iero delle Marche (DcM) rappresenta un caso emblematico
ed anche paradossale delle difficoltà che l’algoritmo dell’ISTAT incontra nel
cogliere le densità relazionali di un territorio. A seconda che si consideri la
definizione del DcM che discende dalla normativa regionale o quella derivante
dall’analisi territoriale proposta in altri studi8 , l’area in esame è costituita da un
numero variabile di Comuni. Le analisi sembrano tuttavia convergere sull’ipotesi
che il core del DcM sia costituito da 24 comuni contigui localizzati nella fascia
costiera e collinare a cavallo delle province di Macerata ed Ascoli Piceno.
   Certamente il Distretto calzaturiero delle Marche sembra presentare
un’articolazione territoriale interna e vi sono ragioni per considerarlo come
articolato in due sistemi locali a carattere urbano 9 . Anche la rappresentazione del

8
    Vedi Calafati, Compagnucci (2004).
9
    Vedi Ibidem.

                                                                                     17
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

territorio del DcM che l’ISTAT fornisce in termini di sistemi locali del lavoro
mostra la presenza di più unità socio-territoriali. In questo caso, tuttavia, tale
rappresentazione sembra contraddire il concetto stesso di distretto industriale.
L’ISTAT, infatti, individua ne l territorio in esame ben 9 sistemi locali del lavoro,
di cui circa la metà – i Sll di Monte San Giusto, Monte San Pietrangeli,
Montegranaro e Porto Sant’Elpidio – composti da due comuni soltanto, mentre
quello di Civitanova Marche ne include tre. Di fronte a questo paradossale
risultato è opportuno applicare la stessa procedura di analisi con la quale sono
stati esaminati i sistemi locali del lavoro di Comunanza, di Mondolfo e di Osimo
alle matrici F dei sistemi locali del lavoro individuati dall’ISTAT per il territorio
del DcM allo scopo di verificare la congruenza dell’articolazione proposta. In
questo caso, tuttavia, è ancora più interessante riflettere sul significato della
discrepanza tra l’esito della clusterizzazione ottenuta attraverso l’algoritmo dei Sll
e il concetto di “distretto industriale”.
    L’analisi puntuale delle matrici F dei nove sistemi locali del lavoro nei quali
l’ISTAT suddivide il DcM evidenzia alcune situazioni in cui l’accorpamento di
comuni all’interno di un dato sistema locale del lavoro non sembra giustificato.
Consideriamo, innanzitutto, il comune di Morrovalle. Questo comune viene
associato a Monte San Giusto, dando luogo al sistema locale di Monte San Giusto.
In realtà, esaminando i flussi di pendolarismo di Morrovalle emerge che questo
comune gravita principalmente su Civitanova Marche. I pendolari che da
Morrovalle si recano a Civitanova Marche sono 214 unità, mentre quelli che si
recano a Monte San Giusto sono 161 unità. Se si considerassero i valori assoluti
verrebbe completamente modificata la logica gravitazionale dell’area. Associando
Morrovalle al Sll di Civitanova Marche, anche Monte San Giusto dovrebbe essere
associato ad esso con il risultato che scomparirebbe un sistema locale del lavoro e
se ne amplierebbe in misura significativa un altro, quello di Civitanova Marche 10 .
Proprio per la logica della procedura di clusterizzazione, la concettualizzazione
dell’intero territorio cambierebbe profondamente.
    Problemi analoghi sorgono per i comuni di Grottazzolina, Magliano di Tenna,
Monte Giberto, Rapagnano e Ponzano di Fermo che, pur essendo stati inclusi nel
Sll di Montegiorgio, presentano un maggior livello di densità relazionale con il
comune di Fermo.
    Più problematico è il problema metodologico posto dalla discrepanza tra la
categoria di “distretto industriale ” e quella di “sistema locale del lavoro”. Se il

10
  Questo cambiamento avvicina il Sll di Civitanova Marche alla logica gravitazionale della città in
nuce di ‘Civitanova Marche’ (vedi Calafati, Mazzoni 2005).

                                                                                               18
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

concetto di “distretto industriale” si basa sulla prossimità (fisica e cognitiva) che
permette di sfruttare le economie esterne, è evidente che le imprese operanti in
questi comuni sono parte costitutiva della rete di imprese calzaturiere che formano
il DcM – o almeno di una sua parte. Come è quindi possibile che la connessione
non si espliciti alla scala territoriale alla quale dovrebbe comparire quella del
distretto industriale?
    Dal punto di vista metodologico, l’errore consiste nell’assegnare al
pendolarismo un valore di proxy dell’interdipendenza territoriale che, in questo
caso, evidentemente non ha. I valori relativamente elevati dell’autocontenimento
di forza lavoro, infatti, invece di segnalare l’autonomia dei comuni e, dunque,
forme di discontinuità territoriale, sono la conseguenza della presenza diffusa sul
territorio dei luoghi di produzione che, in rete, formano appunto il distretto
industriale. Ogni comune ha le proprie fabbriche e la maggior parte dei residenti è
occupata in aziende localizzate all’interno del proprio comune. Ciò perché quanto
viene offerto in termini di opportunità lavorative nel comune di residenza è molto
simile a quanto offerto nei comuni limitrofi, sia in termini di condizioni lavorative
che di compensi. Il fatto che molte imprese calzaturiere siano capillarmente
presenti sul territorio – e, di fatto, in tutti i comuni – del DcM riduce gli
spostamenti per motivi di lavoro al di fuori del comune di residenza. Ciò non
significa, dunque, essere in presenza di un territorio frammentato. Come l’analisi
sul campo ha evidenziato, si è in presenza di un territorio fortemente integrato ma
ad un livello di interazione diverso da quello del pendolarismo per motivi di
lavoro 11 .

     6. Oltre i sistemi locali del lavoro: riflessioni conclusive

   Ad un’analisi puntuale appare evidente, certamente per le Marche, che i sistemi
locali del lavoro sono una categoria inadeguata per rappresentare la nuova
organizzazione spaziale del processo economico. Alla fondamentale, per quanto
trascurata, obiezione di utilizzare soltanto una delle modalità di interazione
territoriale – il pendolarismo per motivi da lavoro – si deve aggiungere che la
procedura genera sistemi locali del lavoro che, esaminati da vicino, appaio no
incongrui. Si deve concludere che condurre una descrizione – e spiegazione –

11
   Per un’analisi delle relazioni territoriali nel distretto e un esame del processo di coalescenza
territoriale verificatosi nell’area vedi Calafati, Mazzoni (2005).

                                                                                                19
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

delle traiettorie di sviluppo locale in termini di sistemi locali del lavoro dà luogo
ad una profonda distorsione delle dinamiche territoriali.
    Il problema interpretativo che si è cercato di risolvere con la categoria dei
sistemi locali del lavoro è, tuttavia, di grande rilievo. Anche il tentativo di
utilizzare un solo algoritmo di generazione per tutto il territorio può essere
considerato interessante da molti punti di vista. Tuttavia, è evidente che si
debbano introdurre dei cambiamenti in grado di tenere conto di almeno quattro
questioni.
    La prima concerne l’anomala attribuzione di un comune ad un sistema locale,
situazione che si è ripetuta più volte nei casi esaminati. Ciò potrebbe dipendere
dalla struttura dell’algoritmo che in un territorio con un policentrismo fine come
quello marchigiano genera esiti paradossali. Il fatto è che gran parte del territorio
italiano presenta una struttura urbana policentrica con caratteristiche che
sembrano contrastare con la logica dell’algoritmo.
    La seconda questione da considerare è molto rilevante da un punto di vista
metodologico e decisiva per l’intero progetto di ri-concettualizzazione del
territorio italiano : si deve introdurre una soglia dell’intensità di interdipendenza
territoriale al di sotto della quale non si procede ad associare un comune ad un
altro comune (o ad un altro insieme di comuni). La procedura di associazione
contemplata dall’attuale algoritmo fa sì che nell’ultima fase tutti i comuni, anche
quelli che hanno flussi in entrata e in uscita irrilevanti, siano associati ad altri
sistemi. Questa scelta non ha alcun significato, oltre al fatto di complicare il
lavoro dell’algoritmo, in una situazione di parcellizzazione territoriale come
quella che caratterizza l’Italia. Essa nasconde, inoltre, uno dei problemi
fondamentali del paesaggio economico italiano: l’esistenza di comuni che sono
disconnessi territorialmente e formano sistemi locali a sé – sistemi locali che, in
genere, hanno seguito una traiettoria di declino economico e sociale
    Naturalmente, tutti i sistemi socioeconomici sono sistemi aperti ed è difficile
trovare sistemi locali che non abbiano flussi di pendolarismo, per quanto piccoli.
Ma la questione della soglia oltre la quale la relazione si trasforma in
interdipendenza è metodologicamente fondamentale. D’altra parte, la scelta di non
definire “sistema locale” una densità relazionale composta da un solo comune è
contradditoria, poiché ciò che si sta cercando sono delle densità relazionali è un
comune è di norma una densità relazionale in sé. Densità territoriali intercomunali
potrebbero anche non esserci. E, nel caso non esistano, il fatto di imporre la
condizione che vi siano (poiché, secondo la procedura ISTAT nessun comune può
restare in una condizione di non associazione) è una scelta contraddittoria.

                                                                                  20
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

   Se si esamina il complesso delle relazioni tra i comuni del sistema locale del
lavoro di Comunanza, ad esempio, si ottengono risultati interessanti. Se si
considerano soltanto le relazioni tra i comuni che si stabiliscono attraverso le
entrate ponendo una soglia di 40 unità si ottiene il grafo indicato nella Fig. 5.
Soltanto cinque comuni hanno una relazione con il centroide che per intensità
supera in valore assoluto le 40 unità. Inoltre, soltanto tra due comuni diversi dal
centroide (Montefortino e Amandola) si ha una relazione significativa. Pur
cercando di costruire un grafo simmetrico (e si considera la somma delle entrate e
delle uscite), la struttura del grafo che si ottiene non muta. Per ottenere un grafo
che replichi il sistema locale del lavoro calcolato dall’ISTAT si devono
considerare flussi in entrata (e uscita) di valore irrisorio. Per quanto si scenda nel
valore di soglia, inoltre, una struttura reticolare di fatto non appare e si ha una
semplice gravitazione sul centroide.

     Fig. 5 – Sistema locale del lavoro di Comunanza: nucleo relazionale
                  E

                                                   A: Comunanza
                                                   B: Amandola
 F                A               D
                                                   C: Montefortino
                                                   D. Force
                                                   E. Montemonaco
                                                   F. Montefalcone Appenninico

                  C               B

   La terza fondamentale questione riguarda il tema dei comuni che presentano
una interdipendenza territoriale difficile da gerarchizzare: comuni (e territori) che
non hanno una gravitazione ben definita. Anche in questo caso, assegnare questi
comuni al sistema locale del lavoro con il quale hanno una gravitazione
marginalmente maggiore – ammesso che ciò si possa determinare in modo
univoco e si è visto che in molti casi ciò non è possibile – conduce a risultati
paradossali, come è emerso con riferimento ai sistemi locali del lavoro esaminati
in precedenza. Di nuovo, si dovrebbe introdurre il criterio secondo il quale

                                                                                   21
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

l’assegnazione di un comune ad un sistema locale del lavoro avviene quando la
gravitazione sul centroide (o sul sistema locale associato al centroide) è
significativamente maggiore della gravitazione su altri sistemi locali del lavoro. In
caso diverso, questi comuni devono essere definiti come sistemi locali del lavoro
composti da un unico comune.
    La quarta questione, infine, riguarda il significato del pendolarismo per motivi
di lavoro all’interno di sistemi territoriali che hanno sub ìto un profondo processo
di integrazione e che hanno seguito un itinerario di sviluppo spaziale che ha
organizzato il territorio su modelli urbani. In tutti questi casi – quando, cioè, “si fa
cercare” all’algoritmo i sistemi locali del lavoro in un territorio che ha la struttura
della città in nuce si ottengono risultati paradossali. Con riferimento ad una città
in nuce, il pendolarismo per motivi di lavoro non è una proxy dell’interdipendenza
territoriale bensì una proxy dell’organizzazione territoriale del sistema locale
(spesso “città dispersa” di riferimento): esso riflette la localizzazione della
residenza rispetto alla localizzazione dei luoghi di lavoro – soprattutto fabbriche
nelle città industriali.
    Questo è, appunto, il caso del Distretto calzaturiero delle Marche nel quale
l’integrazione spaziale e sociale – almeno nella parte del distretto che appartiene
alla città in nuce di ‘Civitanova Marche’ – è particolarmente densa fino a
configurare l’esistenza di una unica città (dispersa) 12 . La localizzazione delle aree
industriali è tuttavia distribuita sul territorio – come in molte città medio- grandi –
in un modo da segmentare territorialmente i movimenti del pendolarismo. Gli
individui, come è tipico di un sistema urbano, cercano una residenza che
minimizzi la distanza dal luogo del lavoro (o viceversa). In tutti questi casi, se non
si riuscisse ad integrare l’algoritmo, sarebbe necessario utilizzare altre prospettive
metodologiche per cogliere i processi di integrazione territoriale.
    Sullo sfondo dei processi di coalescenza territoriale avvenuti in Italia – i quali
hanno determinato la formazione di nuove densità relazionali nello spazio –, il
tema che il concetto di “sistema locale del lavoro” affronta è molto importante.
Tuttavia, i sistemi locali del lavoro, almeno sulla base dell’analisi svolta in questo
lavoro, non sembrano costituire una soluzione accettabile. Un cambiamento
dell’algoritmo lungo le linee indicate permetterebbe di migliorare notevolmente i
risultati. Ma, la scelta più opportuna è forse quella di passare ad altre prospettive
metodologiche, le quali sembrano permettere di giungere ad una migliore
soluzione del problema dell’interpretazione del nuovo paesaggio economico
italiano.

12
     Vedi Calafati, Mazzoni (2005).

                                                                                     22
In: Economia Marche, 2005, n. 1.

                    Appendice statistica

    Tab. A/1 - Matrice dei flussi pendolari in entrata per comune del Sll di Comunanza dai comuni
del Sll e da altri comuni sul totale delle entrate – val. %

                                                                                                                                    Comune di residenza

                                                                                                                                                                                                                                            Santa Vittoria In

                                                                                                                                                                                                                                                                                           in altri comuni
                                                                                                                                                            Monteleone di

                                                                                                                                                                                              Montemonaco
                                                                                                        Montefalcone

                                                                                                                             Montefortino
                                                                        Comunanza

                                                                                                                                                                               Montelparo
                                                                                                                                               Montegallo
                                                                                                        Appennino
                                                  Amandola

                                                                                                                                                                                                                                            Matenano
                                                                                                                                                                                                                   Palmiano

                                                                                                                                                                                                                                                                      Smerillo

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Totale
                                                                                                                                                            Fermo
                                                                                                Force

                    Amandola                                       11,7                   1,5             2,3             20,3              0,4             0,4              1,1             1,5                   0,4                        3,8                     3,4              53,4                      100,0
                    Comunanza                    28,4                                     8,1             5,3             15,4              2,5             0,1              1,8             5,6                   1,7                        3,5                     3,2              24,3                      100,0
                    Force                         2,3              8,3                                    0,8              0,8              0,0             10,5             9,0             1,5                   3,0                        8,3                     0,0              55,6                      100,0
                    Montefalcone Appennino        5,3              15,8                   0,0                              5,3              0,0             0,0              0,0             0,0                   0,0                        0,0                    31,6              42,1                      100,0
 Comune di arrivo

                    Montefortino                 45,8              8,5                    0,0             1,7                               0,0             0,0              0,0             10,2                  0,0                        0,0                     0,0              33,9                      100,0
                    Montegallo                    0,0              4,2                    0,0             0,0              4,2                              0,0              0,0             4,2                   0,0                        0,0                     0,0              87,5                      100,0
                    Monteleone di Fermo           1,9              1,9                    0,0             0,0              0,0              0,0                              22,2            0,0                   0,0                        5,6                     0,0              68,5                      100,0
                    Montelparo                    2,0              2,0                    0,0             0,0              0,0              0,0              5,9                             0,0                   2,0                        7,8                     0,0              80,4                      100,0
                    Montemonaco                  20,0              5,7                    0,0             5,7             22,9              2,9              0,0             0,0                                   0,0                        0,0                     0,0              42,9                      100,0
                    Palmiano                      0,0              3,8                    3,8             0,0              0,0              0,0              0,0             0,0             0,0                                              0,0                     0,0              92,3                      100,0
                    Santa Vittoria in Matenano    6,3              1,1                    3,2             5,3              0,0              0,0              2,1             16,8            1,1                   0,0                                                3,2              61,1                      100,0
                    Smerillo                     23,1              7,7                    0,0             7,7              7,7              0,0              0,0             0,0             15,4                  0,0                        7,7                                      30,8                      100,0

   Tab. A/2 - Matrice dei flussi pendolari in uscita per comune del Sll di Comunanza verso i
comuni del Sll e verso altri comuni sul totale delle uscite – val. %
                                                                                                                                                  Comune di residenza                                                                                                       Santa Vittoria In
                                                                                                                                                                             Monteleone di

                                                                                                                                                                                                                              Montemonaco
                                                                                                                       Montefalcone

                                                                                                                                            Montefortino

                                                                                                                                                                                                      Montelparo
                                                                                    Comunanza

                                                                                                                                                                Montegallo
                                                                                                                       Appennino
                                                             Amandola

                                                                                                                                                                                                                                                                            Matenano
                                                                                                                                                                                                                                                          Palmiano

                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Smerillo
                                                                                                                                                                             Fermo
                                                                                                        Force

                    Amandola                                 22,1 2,2     6,5 25,1 1,3      1,4                                                                                                2,0                    4,7                            2,1                     5,8                             13,6
                    Comunanza                          57,5        37,8 47,8 60,0 26,3 1,4                                                                                                    10,1                   54,7                            29,8                    16,9                            40,9
                    Force                               0,7   7,9         1,1   0,5   0,0 20,3                                                                                                 8,1                    2,3                            8,5                     6,4                             0,0
                    Montefalcone Appennino              0,2   2,1   0,0         0,5   0,0   0,0                                                                                                0,0                    0,0                            0,0                     0,0                             9,1
 Comune di arrivo

                    Montefortino                        6,6   3,6   0,0   1,1         0,0   0,0                                                                                                0,0                    7,0                            0,0                     0,0                             0,0
                    Montegallo                          0,0   0,7   0,0   0,0   0,5         0,0                                                                                                0,0                    1,2                            0,0                     0,0                             0,0
                    Monteleone di Fermo                 0,2   0,7   0,0   0,0   0,0   0,0                                                                                                      8,1                    0,0                            0,0                     1,7                             0,0
                    Montelparo                          0,2   0,7   0,0   0,0   0,0   0,0   4,3                                                                                                                       0,0                            2,1                     2,3                             0,0
                    Montemonaco                         1,7   1,4   0,0   2,2   3,7   1,3   0,0                                                                                               0,0                                                    0,0                     0,0                             0,0
                    Palmiano                            0,0   0,7   0,6   0,0   0,0   0,0   0,0                                                                                               0,0   0,0                                                                      0,0                             0,0
                    Santa Vittoria in Matenano          1,5   0,7   1,7   5,4   0,0   0,0   2,9                                                                                              10,8 1,2     0,0                                                                                                4,5
                    Smerillo                            0,7   0,7   0,0   1,1   0,5   0,0   0,0                                                                                               0,0   2,3   0,0   0,6
                    verso altri comuni                 30,6 58,6 57,8 34,8 9,3 71,3 69,6                                                                                                     60,8 26,7 57,4 66,3 31,8
                    Totale                             100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0                                                                                             100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  23
Puoi anche leggere