News NUMERO 31 OTTOBRE 2018 - Periodico Gratuito dell'Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio - Apport
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News NUMERO 31 OTTOBRE 2018 Periodico Gratuito dell’Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Foto di Alberto Belluschi
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Indice Macchina Sparapalloni 3 Lettera del presidente APPORT ha stipulato un accordo con la GLOBUS, Claudio Rapacioli produttrice e distributrice della macchina sparapalloni 4 APPORTGARDA 2018 EUROGOL 600, 1000 e 1500, offrendo ai propri Redazione Apport soci interessati la possibilità di acquistare a prezzi molto interessanti questo strumento di 9 Intervista a Alessandro Zampa lavoro sempre più importante. Redazione Apport Alcuni video sull’utilizzo della macchina li potete trovare su www.globuscorporation.com 11 Il portiere nel calcio femminile Inoltre, ai nostri soci, viene offerta la possibilità Giuseppe Mammoliti di pagamento in comode rate di 12-24-36 mesi. 13 Mia figlia è una numero uno La macchina EUROGOL 1500 è stata Redazione Apport presentata ad APPORTGARDA ed è dotata di parecchie funzioni di settaggio elettroniche 14 Rialzarsi sempre! e offre la possibilità di memorizzare fino a 5 Matteo Bonavolontà settaggi. 18 La parata in tuffo E’ possibile fissare velocità di uscita della Andrea Brunello palla, spin (curvatura della traiettoria) e altezza di uscita. Inoltre è possibile modificare 22 Champion League 2017 Claudio Rapacioli rapidamente il lato di tiro. 36 Finale Fifa World Cup 2018 E’ uno strumento che può essere utilizzato oltre Lloris vs. Subasic che per l’allenamento dei portieri anche dai Lorenzo Fattori giocatori. Responsabile Magazine: Adriano Zancopè Per informazioni su prezzi e le modalità di Artwork e Impaginazione Alberto Portapuglia acquisto, inviare una mail a: Hanno collaborato a questo numero: info@apport.it Claudio Rapacioli, Adriano Zancopè, Andrea Pasquot, Giuseppe Mammoliti, Matteo Bonavolontà, Luca Aprile, Andrea Brunello, Lorenzo Fattori. Per coloro che volessero pubblicare i loro personali articoli, inviare richiesta a Adriano Zancopè adriano.zancope@gmail.com Il materiale inviato (foto, loghi, testi) non verrà restituito, ogni articolo inviato non dovrà superare di massima le due pagine. La riproduzione è autorizzata a condizione che ne venga citata la fonte. Apport: Via G.Frescobaldi, 5 Città di Castello (PG) Fax: 075 6309850 CF:94092620486 www.apport.it La presente pubblicazione non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene pubblicata senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della n.62 del 07.03.2011 2
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Claudio Rapacioli Presidente APPORT Lettera del Presidente FINALMENTE L’OBBLIGATORIETÀ …. Il 13 giugno 2018 rimarrà una data storica per gli allenatori dei portieri. La FIGC ha sancito l’obbligatorietà nei quadri tecnici delle società della figura dell’allenatore dei portieri. Tale obbligatorietà scatterà per i club professionistici dalla stagione 2019-2020 e dalla successiva per i dilettanti. Questo è il raggiungimento da parte di APPORT di un altro importante obiettivo, che da sempre il consiglio dell’associazione ha perseguito fin dalla nascita dell’associazione e che finalmente ci allinea agli standard europei e riconosce la professionalità dell’allenatore dei portieri. Purtroppo però in Italia una degli sport preferiti è il salto sul carro dei vincitori. Nei giorni immediatamente successivi tutti, anche coloro che di questo obiettivo non si sono mai interessati, pur di poter sentirsi importanti si sono arrogati meriti per questo riconoscimento. In una società che viaggia così veloce la memoria è troppo spesso a breve termine. Ma in questo caso penso che rispolverare quanto successo negli anni scorsi possa servire un po’ a tutti. APPORT nasce nel 2002 e da subito Il nostro primo presidente Enio Quintavalle inizia a muoversi con gli organi responsabili del calcio per ottenere una scuola di formazione e il riconoscimento della figura. I preparatori dei portieri vengono dai più ancora percepiti come quelli che fanno fare 2 salti e fanno 4 calci in porta ai portieri e si sente spesso rispondere che se venisse istituita una scuola e una figura per gli allenatori dei portieri la si dovrebbe fare anche per difensori, centrocampisti e attaccanti. Ma Enio non molla e continua nella sua opera di sensibilizzazione e di valorizzazione della nostra figura, organizzando stage di confronto che hanno il solo scopo di colmare le lacune formative degli organi preposti. Negli anni successivi qualcosa si muove e si inizia a percepire che l’allenatore dei portieri è una figura tecnica importante e chi ha sostituito Quintavalle alla guida dell’associazione ha continuato in questo importante solco tracciato. Si è arrivati dapprima all’istituzione dell’albo degli allenatori dei portieri e solo dopo qualche anno alla creazione di corsi di qualificazione per arrivare alla obbligatorietà. Manca ancora qualche piccolo tassello per completare il percorso ma a breve anche questo sarà fatto. Ho letto da qualche parte che la formazione dei portieri in Italia ha qualche problema perché fino a qualche anno fa nel nostro paese i portieri stranieri non venivano acquistati. Questa ritengo sia una affermazione che non tiene conto della valutazioni numeriche di andamento del calcio attuale. Se analizziamo i numeri della serie a vediamo come solo il 30% dei giocatori schierati siano italiani, ma se analizziamo i soli portieri il la percentuale sale al 60%. A questo punto la riflessione che viene da fare è: ma siamo proprio così sicuri che il livello degli allenatori dei portieri italiani sia così scarso ? Voglio chiudere con una provocazione … Visto l’andamento sempre più specialistico che sta avvenendo anche negli sport e il livello tecnico attuale che richiede una grande velocità di esecuzione rispetto al passato non sarebbe veramente il caso che soprattutto nei settori giovanili si iniziasse a pensare agli allenatori dei difensori, dei centrocampisti e degli attaccanti per avvicinare il 30% generale al 60% dei portieri? Foto di Alberto Belluschi 3
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT APPORTGARDA 2018 Nei giorni 8-9-10 giugno 2018 si è svolta presso la struttura del Park hotel di peschiera la 11a edizione di APPORTGARDA, il corso di aggiornamento più importante organizzato da APPORT che è ormai diventato un punto di riferimento per tutti i preparatori dei portieri non solo italiani. APPORTGARDA è l’unico corso di aggiornamento per allenatori dei portieri che può vantare 11 edizioni e fregiarsi così della stella. E’ risaputo che i numerosi stage nati negli ultimi anni in giro per il mondo hanno preso spunto da questa nostra iniziativa. Anche quest’anno le presenze dei corsisti sono state molto numerose dimostrando ancora una volta come APPORTGARDA sia un prodotto di alto livello e apprezzato da una platea sempre più competente. Anche questa undicesima edizione è risultata di altissimo livello e ha soddisfatto largamente le aspettative dei corsisti partecipanti come dimostrato dall’alto indice di gradimento espresso nei questionari finali. Come di consueto anche questa edizione è stata suddivisa in 3 giorni completi di corso per riuscire ad offrire un pacchetto che potesse essere in linea con le richieste dei soci. Il corso si è aperto giovedì 8 giugno con un graditissimo ritorno: Massimo Biffi Allenatore di portieri della 1a squadra dell’Atalanta. Mr. Biffi era stato uno dei relatori della storica prima edizione di APPORTGARDA e a distanza di 10 anni siamo riusciti a riportarlo tra noi. Massimo è sicuramente uno degli allenatori dei portieri più apprezzati in Italia e all’estero, ed è membro della commissione federale degli allenatori dei portieri. Dopo aver allenato con notevole successo per tanti anni nel settore giovanile dell’Atalanta, da 4 stagioni è l’allenatore dei portieri della 1a squadra. La sua relazione si è svolta in aula ed ha trattato la tematica della tecnica del portiere. 4
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT Successivamente in campo Cristiano Scalabrelli, allenatore dei portieri della 1a squadra della Spal e vincitore del premio APPORT per la serie B 2016-2017, ha tratto la tematica del posizionamento e riposizionamento in porta. Dopo il pranzo i lavori sono ripresi con la consegna del premio APPORT alla carriera a Mr. Alessandro Zampa ex allenatore dei portieri, tra le altre di Udinese, Palermo, Napoli, Porto che successivamente durante la tavola rotonda ha regalato alcune interessanti perle di esperienza ai corsisti. La presenza di Gigi Turci attuale allenatore dei portieri della 1a squadra della Sampdoria ed ex portiere che ha avuto come allenatore Mr. Zampa per tanti anni ha impreziosito la discussione con la platea. Successivamente Matteo Zarra psicologo del Cagliari Calcio ha parlato della scaramanzia e della sua gestione nel calcio. A seguire la relazione in aula di Mr. Alejandro Rosalen Lopez allenatore dei portieri di nazionalità spagnola ma da 6 anni alla 1a squadra della Fiorentina, ha spiegato la sua metodologia di lavoro molto interessante e coinvolgente. 5
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT Dopo il trasferimento sul campo i lavori sono proseguiti con la relazione di Kris Stergulc allenatore dei portieri del settore giovanile della squadra slovena del Nuova Gorica. L’argomento che ha trattato è stato l’addestramento dell’1vs1e le situazioni di gioco in cui applicare determinati accorgimenti tecnici. La prima giornata si è chiusa con la lezione in campo di Mr. Alejandro Rosalen Lopez che ha dimostrato praticamente la propria filosofia di lavoro. La seconda giornata si è aperta prima in aula e poi in campo con la relazione di Pascal Formann allenatore dei portieri tedesco del Wolfsburg che ha illustrato la sua metodologia di allenamento in alcune interessanti situazioni di gioco. La mattina della seconda giornata si è chiusa con la relazione di Carmine Tortora allenatore dei portieri del settore giovanile del Crotone che dopo avere mostrato alcuni esercitazioni di attivazione ha trattato l’argomento delle conclusioni con l’ostruzione visiva da parte di compagni e avversari. Dopo il pranzo Lorenzo Squizzi, allenatore dei portieri della 1a squadra del Chievo Verona, ha introdotto in aula la sua filosofia e metodologia di allenamento sulle palle alte. A seguire sempre in aula è stato trattato l’argomento della capacità di visione del portiere con la relazione dell’optometrista Tiziano Testa che collabora strettamente con Luca Bucci allenatore dei portieri della 1a squadra del Bologna. La seconda parte della sessione pomeridiana si è svolta in campo dove Lorenzo Squizzi ha proposto le proprie esercitazioni specifiche per l’argomento trattato, mentre Luca Bucci ha illustrato con esercitazioni pratiche l’applicazione di quanto spiegato con grande competenza in aula da Tiziano Testa. 6
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT Da notare come nella fase di campo Bucci e Squizzi hanno collaborato aiutandosi nel realizzare le esercitazioni proposte dimostrando come ormai sia necessario lavorare in due preparatori per alzare ulteriormente il livello delle proposte, soprattutto quando si lavora in forma situazionale. L’ultima giornata si è aperta con la relazione in aula poi in campo di Fernando Ferreira allenatore dei portieri del settore giovanile del Benfica e che ha trattato l’argomento della difesa dello spazio. Successivamente Gabriele Iachetti, allenatore dei portieri del settore giovanile della Roma, ha presentato la metodologia di lavoro dei n.1 nelle fasce pre agonistiche della squadra giallorossa. 7
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT Nel pomeriggio Francesca Viacava psicologa del Genoa e Luca De Prà allenatore dei portieri della Primavera dei rossoblu hanno presentato i risultati di un lavoro pluriennale che hanno svolto sui propri portieri allo scopo di rilevare le potenzialità di carriera dei diversi soggetti. Le lezioni sul campo sono state chiuse da Stefano Zomosa, allenatore dei portieri del settore giovanile della Università de Chile, che ha illustrato come viene sviluppato l’allenamento della tecnica podalica nella società sudamericana. Prima della consegna degli attestati sono stati premiati Matteo Cortesi, Matteo Bonavolonta e Fabio Zarra, partecipanti al corso, che hanno presentato i lavori scelti dalla commissione come tra i più interessanti tra quelli pervenuti. Dopo la consegna degli attestati ai partecipati è calato il sipario su questa undicesima edizione, con la promessa da parte di tutti i partecipanti di rivedersi ancora il prossimo anno in occasione della dodicesima, continuando così il percorso formativo intrapreso in questi anni che permette di arricchire sempre di più il bagaglio di conoscenze e cultura sull’allenamento del portiere. Le foto di questo articolo sono di Alberto Belluschi 8
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT ALESSANDRO ZAMPA PREMIO APPORT ALLA CARRIERA 2018 Ciao Alessandro, siamo curiosi di sapere come Alessandro Zampa, uomo e preparatore dei portieri, si è evoluto negli anni e qual’è stata la filosofia che ti accompagna nel tuo lavoro. Inizialmente mi spingeva esclusivamente la voglia di arrivare ad alti livelli, dato che fino ad allora avevo avuto solo esperienze nel settore dei dilettanti. Fortuna ha voluto che mi ingaggiò l’Udinese dove ho incontrato Narciso Soldan. Quest’ultimo mi ha fece capire quanto, per poter arrivare alle massime categorie, fosse importante incrementare le proprie conoscenze in materia calcistica e in particolar modo sul ruolo del portiere, ma continuavo a lavorare in maniera troppo individuale pensando esclusivamente agli obiettivi personali. La molla è scattata quando Zaccheroni mi offrì di seguirlo al Milan, contratto economico rilevante, ma con il rischio di diventare solo un numero in una società importante. Decisi di rimanere all’Udinese, dove mi offrirono un contratto triennale e la possibilità di costruire qualcosa con le mie idee; lì decisi di coinvolgere gli allenatori del settore giovanile. Facemmo nascere così, assieme ad altri allenatori con i quali ci sentivamo settimanalmente come Filippi e Negrisolo in particolar modo, il famoso “attacco della palla” che significa, oltre al suo significato letterario, aggressione dello spazio dove si svilupperà il gioco. Ci spieghi qual’è il tuo portiere modello? Il mio portiere deve essere semplice, lineare ed ergonomico, rispettando i parametri di spazio e tempo. Inizialmente mi sono fidato del mio mentore Soldan, ma poi ho voluto approfondire, anche grazie agli studi di Medicina e alle regole della bio meccanica, per arrivare a conclusioni che al tempo erano tutt’altro che scontate. Foto di Alberto Belluschi 9
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione Apport Riesci, per farci capire meglio, a fare qualche nome? Inizialmente Borin poi Giovanni Galli e successivamente Francesco Antonioli per la difesa della porta. Per “l’attacco palla” lo sono diventati i miei allievi Luigi Turci e Morgan De Sanctis, Cristiano Lupatelli. Poi è arrivato Gigi Buffon che racchiudeva tutto quello che pensavo dovesse essere un portiere: personalità, tecnica e cattiveria agonistica. Quali sono, secondo te, pecche e pregi della scuola italiana portieri I preparatori italiani seguono e sono concordi sulla maggior parte delle linee guida. Per l’80% dei concetti noi allenatori dei portieri la vediamo allo stesso modo. Il restante 20% lo discutiamo ma ritengo normale che ognuno possa avere le proprie convinzioni. La nostra scuola, inoltre, produce un effetto di assoluta efficacia, rispetta le regole della biomeccanica e i parametri spazio-tempo. Se parliamo di pecche ritengo che siamo un po’ indietro sulla tecnica podalica e dal punto di vista della personalità, dove i nostri portieri difficilmente raggiungono il livello di quelli stranieri. I nostri giovani, in particolar modo, fanno fatica a risolvere le situazioni di gioco. Ritengo che di questo non siano responsabili soltanto loro, purtroppo tutto rispecchia l’andamento della nostra società, dove ogni piccolo problema diventa un grande problema. Noi adulti tendiamo ad aiutarli eccessivamente mentre dovremmo fare in modo che loro stessi si creino una mentalità propositiva. Quali sono le soddisfazioni più grandi che ti ha dato fino ad ora il tuo mestiere? La più grossa è vedere che i miei ex portieri diventano allenatori come lo sono diventati Sergio Marcon, Alex Brunner, Luigi Turci e molti altri. Questo vuol dire che il lavoro iniziato anni fa sta continuando ad andare avanti. Altra soddisfazione sono i rapporti instaurati con altri allenatori. Sentirli telefonicamente perchè cercano un parere, un consiglio su un determinato portiere o un particolare lavoro mi rende orgoglioso del cammino fatto in tutti questi anni. Cosa consiglieresti ai nuovi preparatori dei portieri? Consiglierei di aumentare le loro conoscenze specifiche frequentando i corsi federali, cercando il confronto come sta avvenendo qui ad APPORTGARDA. Tutto questo perchè i Mister delle squadre hanno bisogno di fidarsi di noi, di capire che siamo competenti e in quanto tali, in grado di aiutarli nelle situazioni che coinvolgono i portieri. Consiglio di fare i corsi da allenatore Uefa B, A e Master per chi può. Pensate che grazie a questi titoli ho avuto la soddisfazione di andare in panchina in Serie A da allenatore, è vero che non sarebbe avvenuta se non ci fosse stata la squalifica dell’allenatore GianpieroVentura e del suo secondo, ma per me è stata una grande soddisfazione. Recentemente sui social è avvenuta una discussione furibonda riguardo alla distanza dei piedi del portiere nelle diverse situazioni di gioco in copertura della porta. Come mai secondo te gli allenatori dei portieri talvolta si rifiutano di riconoscere un insuccesso come avvenuto in quell’occasione? Parto dal principio che non sempre si riesce ad essere efficaci come allenatori, talvolta non riusciamo a trasmettere ai nostri portieri i concetti che vorremmo. Qualche volta dipende dalla mancanza di voglia di apprendere da chi abbiamo di fronte, ma altre volte dipende da noi. Purtroppo anche nel nostro settore esiste ottusità e mancanza di autocritica. Questo si cura solo con la cultura e il confronto, provando ad allargare le proprie conoscenze anche al di fuori dell’ambiente calcistico e anche, perchè no, facendosi una bella risata 10
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Giuseppe Mammoliti Preparatore dei Portieri Juventus Women IL PORTIERE NEL CALCIO FEMMINILE: ANALOGIE E DIFFERENZE Il calcio femminile è in rapido sviluppo, soprattutto dopo l’input del 2015 in cui molte società professionistiche, agevolate dai regolamenti delle istituzioni, stanno promuovendo lo sviluppo del movimento, iniziando ad investire risorse economiche e soprattutto professionali nelle squadre femminili. Per il calcio Italiano si tratta di una vera e propria svolta sportiva e culturale, l’anno zero di un percorso che in altre nazioni è iniziato tempo fa e ora è una realtà che mobilita interessi economici, sportivi e sociali. In stati europei come Svezia, Germania e Olanda, il calcio femminile, per la qualità delle giocatrici, per il pubblico presente e per gli introiti economici è infatti quasi paragonabile a quello maschile. Lo sforzo economico da parte dei club professionistici italiani porterà sicuramente ad un incremento dell’interesse da parte di tutte le figure professionali che già operano nel settore maschile aumentando la qualità di istruzione a servizio del “mondo rosa”. Un punto di partenza necessario per potersi confrontare con quelle nazioni che da tempo considerano il calcio femminile al pari di quello maschile. Naturalmente approcciarsi al calcio femminile con le stesse metodologie e dinamiche di quello maschile è del tutto errato; nonostante si presentino le stesse condizioni di regolamento, variano invece le caratteristiche delle interpreti del gioco, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti antropometrici, condizionali e psicologici. Queste differenze, come in ogni disciplina sportiva, portano ad un modello prestativo differente dall’uomo e quindi anche a delle ripercussioni nel gioco, in particolare nel ruolo del portiere. Caratteristiche Antropometriche A differenza del calcio maschile nel quale in bibliografia troviamo innumerevoli studi, nel calcio “rosa” gli approfondimenti sono molto pochi e forse nessuno si è mai occupato di studiare in modo accurato le caratteristiche antropometriche del portiere donna. Resta comunque chiara alla semplice osservazione, la differenza fisica tra donne e uomini, a maggior ragione tra le ragazze che vestono i panni del portiere. E’ raro trovare donne portiere che raggiungono altezze importanti e con una fisicità pressoché ottimale, a differenza, per esempio, delle giocatrici di pallavolo di alto livello che hanno un rapporto peso e altezza più consono al fenotipo di un atleta. Come successo in altre discipline, con il passare del tempo e con la pratica, questi aspetti andranno indubbiamente a perfezionarsi. Con la costante crescita del movimento, il numero delle atlete che decideranno di approcciarsi sin da piccole alla pratica del giuoco del calcio aumenterà: l’ingresso di società professionistiche consentirà infatti alle giovani atlete, che finora venivano orientate ad altre discipline considerate culturalmente “più adatte alle donne”, di avvicinarsi al calcio e magari scegliere proprio il ruolo di portiere, di sognare un campo di serie A e emulare le campionesse che militano in tali categorie. Nei prossimi anni si assisterà quindi ad un incremento delle bambine che sceglieranno di giocare in porta e aumenterà la possibilità di avere portieri che possano essere considerate sempre più atlete con la A maiuscola. Sarà indispensabile per il progresso del movimento femminile anche l’incremento delle figure professionali, come preparatori atletici e nutrizionisti, che scelgano il calcio femminile per vocazione e non come ripiego per un mancato collocamento in quello maschile. Componente Psicologica Generalmente la donna ha delle caratteristiche psicologiche e comportamentali differenti dall’uomo. Queste dissomiglianze sono da conferire a fattori genetici, a influenze e a modelli imitativi acquisiti nel contesto sociale, in corrispondenza con i preconcetti culturali correnti. 11
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Giuseppe Mammoliti Preparatore dei Portieri Juventus Women La donna, sul rettangolo di gioco, ha un elevato senso di responsabilità individuale che produce sicuramente dei vantaggi sotto l’aspetto tecnico dell’allenamento. Alcune delle peculiarità che emergono sono la forte capacità di autocritica, costanza a migliorarsi e determinazione a terminare con successo l’obiettivo prefissato. Il rovescio della medaglia è però il rischio di sfociare in eccessi di perfezionismo e in sensi di colpa più enfatizzati per gli errori compiuti. Le giocatrici, rispetto ai giocatori, hanno bisogno di una maggiore attenzione e comprensione, soprattutto nei momenti di difficoltà, durante i quali hanno l’attitudine ad addossarsi le cause dei propri errori, insuccessi e fallimenti. Secondo quanto evidenziato dagli allenatori, e ragazze nel mondo dello sport sono senza dubbio molto disciplinate e determinate, ma allo stesso tempo più emotive, difficili, suscettibili e vulnerabili. A differenza dell’uomo avvertono la gara in modo più stressante e tendono a vivere conflitti maggiori nel gruppo. Aspetto Tattico L’aspetto tattico nel calcio femminile varia da quello maschile perché caratterizzato da fattori antropometrici, condizionali (in particolare la forza) e di gioco, differenti che nell’uomo. La prerogativa che contraddistingue il gioco, è nei tiri, tendenzialmente meno veloci e nella maggior parte dei casi con traiettoria a parabola rispetto a quelli che avvengono nel calcio maschile. Per far fronte a queste caratteristiche intrinseche del gioco, la donna portiere (meno alta e con livelli di forza inferiori rispetto all’uomo) assumerà un atteggiamento tattico differente, giocherà in una posizione più arretrata rispetto all’uomo e avrà un atteggiamento più prudente e meno proiettato all’occupazione degli spazi in avanti poiché più vulnerabile nella difesa della porta. Vista la continua evoluzione della disciplina, si assisterà ad un miglioramento delle strutture delle atlete (miglior selezione delle giocatrici e di proposte metodologiche a 360°), ad un aumento della velocità dei tiri e ad una diversificazione delle tipologie degli stessi. Questa probabile evoluzione porterà ad ulteriori modi che dell’aspetto tattico che dovrà nuovamente adattarsi alle nove richieste di gioco. La Tecnica Per quanto riguarda la tecnica specifica del ruolo e la sua didattica, ritengo che non ci siano differenze tra uomo e donna. La gestualità tecnica è la medesima, come anche le progressioni didattiche sono pressoché identiche. Molto probabilmente, rispetto all’uomo, cambia la frequenza e la tipologia con la quale le gestualità tecniche si manifestano durante la partita. Avendo un atteggiamento più difensivo rispetto all’uomo per i motivi citati in precedenza, durante la gara la donna eseguirà meno uscite in avanti, basse e alte rispetto all’uomo, ma tutte queste considerazioni si potranno fare con assoluta certezza solamente dopo aver portato a termine un’analisi accurata del modello “tecnico - prestativo” (che al momento non esiste). La Forza e La Metodologia Per quanto riguarda lo sviluppo condizionale dell’atleta, i lavori di forza sono indubbiamente fondamentali, specialmente per le donne che presentano evidenti differenze rispetto a una prestazione maschile. Fino a circa 12 anni non si evidenziano grosse diversità in termini di forza espressa tra ragazzi e ragazze, ma in seguito alla pubertà nella componente maschile c’è un aumento più rapido della stessa (Testosterone). Ad ogni modo, indipendentemente dalla metodologia utilizzata per allenare la forza (utilizzo di macchine isoinerziali, pesi, macchina isotonica o quant’altro), ritengo che il vero lavoro di forza avvenga in campo con la ripetizione delle gestualità tecniche abbinate a una corretta intensità e al ritmo dell’allenamento. Dal mio punto di vista ritengo importante non abbinare le proposte tecniche in campo agli aspetti condizionali. L’allenamento dovrà prevedere esercitazioni che vadano dalla tecnica analitica, alla tecnica applicata, alle situazioni di gioco, senza la combinazione ad esempio di balzi o skip che precedono la gestualità tecnica. In questo modo saremo sicuri che sia la gestualità tecnica che la componente di forza (es il balzo o lo skip) vengano eseguite nel modo corretto senza influenzare negativamente l’espressione dell’uno o dell’altro. In parole molto più semplici dobbiamo pensare la forza e la tecnica come due ambiti separati nelle esercitazioni, non dimentichiamoci che la ripetizione delle gestualità tecniche sono da considerarsi delle vere e proprie espressioni di forza specifica, mentre la forza “a secco”, che verrà eseguita in palestra o in campo, sarà da supporto per il lavoro specifico nel rettangolo di gioco. Giuseppe Mammoliti. Preparatore dei Portieri Juventus Women 12
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Redazione APPORT MIA FIGLIA E’ UNA NUMERO UNO “Sai papà che voglio fare il portiere?”. Non è stata sicuramente una sorpresa per Luca Aprile, preparatore dei portieri del Matera, quando sua figlia Roberta ha deciso di diventare una “Numero 1” anche perché la passione per il calcio è nata in lei fin da bambina. “Quando sono tornato a Siracusa firmando un triennale, ho cominciato ad allenare e spesso la portavo con me al campo durante gli allenamenti” - ha affermato – “Successivamente ha cominciato con il calcio a 5 fino a quando ha deciso di optare solo per il calcio a 11”. Dopo la partecipazione ad uno stage della Nazionale a Norcia, è nata l’esigenza di dedicarsi con maggiore impegno a questa passione, dovendo anche allontanarsi da casa: “E’ stata molto tenace e a 14 anni ha deciso di andare lontano da casa per poter lavorare in un ambiente adatto”. E’ arrivata quindi la Pink Bari: “Allenavo già a Matera e per me era anche una scelta adatta. Inoltre, era un club adatto alla sua crescita, in cui si trova molto bene, grazie alla sua struttura e alla sua organizzazione”. Un papà-allenatore però si trova a dover gestire il rapporto con la figlia-atleta e questo spesso può portare, in alcuni casi, a dover gestire situazioni particolari: “Cerco sempre di scindere i miei ruoli anche se non posso nascondere che con Roberta parliamo molto di calcio, ma tante volte per me lo sport è un mezzo per darle consigli da padre” – ha spiegato – “Vado agli allenamenti il meno possibile e non voglio metterla in difficoltà. Il mio sostegno vuole essere solo psicologico e mentale visto che è ancora una ragazza giovane che è andata via di casa molto presto”. 13
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Matteo Bonavolontà Allenatore portieri professionista - Direttore tecnico ASD IMPARANDO ACADEMY RIALZARSI SEMPRE! C’È SEMPRE UNA RIALZATA… Ho voluto esplicitamente usare questo titolo per racchiudere globalmente quello che c’è dietro alla rialzata, che inizialmente può sembrare un singolo intervento formato da un solo gesto tecnico. Le azioni che andremo ad analizzare durante questo articolo non sono solo tecniche. La componente tecnica sarà predominante e molto importante, ma andremo ad analizzare anche l’aspetto coordinativo, fisico, psicologico e tattico. Iniziamo da quello tecnico: La tecnica è obbligatorio insegnarla sempre, ma prima bisogna conoscerla. Ma c’è una tecnica specifica corretta? Chi insegna nei settori giovanili secondo me deve adottare linee guida semplici e “all’italiana”, per intenderci partendo dai fondamentali per arrivare al situazionale complesso. Per fare un esempio, nella rialzata semplice: il ginocchio sotto è piegato, la gamba opposta è distesa, leggera oscillazione sul fianco, la mano omologa al lato sempre aperta che poggia a terra e aiuta nella risalita, l’altra mano è libera pronta per un eventuale intervento su ribattuta ravvicinata. Qui nei settori giovanili come poi vedremo nelle immagini e schemi, si insegna gradualmente con tempo e pazienza, cambiando spesso le situazioni, inserendo anche aspetti ludici e sfide. Esiste poi un’altra rialzata chiamata “Brasiliana” o “Sud Americana”. A mio parere il nome ci fornisce già ampie indicazioni, bisogna prenderla con attenzione e magari proporla solo dopo aver dato massima priorità a quella Italiana. Naturalmente più è ampio il bagaglio del nostro allievo e più sarà un portiere completo, nei settori giovanili però si potrebbe creare confusione se allenate insieme alla classica, soprattutto se quest’ultima non è stata ben metabolizzata. Naturalmente la modulazione della tecnica può variare a seconda della distanza dell’avversario, della traiettoria del pallone, dalla posizione e porzione di porta da difendere. Se la seconda parata o uscita bassa è molto ravvicinata, le gambe - dopo il primo tuffo - devono essere subito controllate e piegate; ginocchio rapidamente piegato sopra l’altezza del ginocchio opposto e piede già pronto per poggiare e spingere. E’ importante che la testa sulla seconda parata o uscita sia sempre tra le braccia in modo da avere più forza e coordinazione sugli arti superiori, sempre in direzione della palla che è sui piedi dell’attaccante. Se la palla è più distante e si ha più tempo per la rialzata, è importante essere sempre rapidi, coordinati e soprattutto stare bassi e radenti al terreno con passi corti, ricercando la giusta posizione ed equilibrio per preparare il secondo intervento. Nel caso più raro che la palla si trovi sul lato opposto, la rialzata varia. Si indirizza la gamba sopra con la punta del piede in direzione del pallone e la si distende, per poi oscillare e risalire per ottenere la postura corretta. In aggiunta può verificarsi una eventuale corsa laterale per rimettersi in posizione e per eseguire il secondo intervento. In questo caso, valutando i concetti espressi prima, si può pensare di proporre - soprattutto per i più grandi - la rialzata “sud Americana” magari quando il campo è bagnato ed è meno semplice controllare le gambe, errore molto comune. Un altro errore che potremmo incontrare è la gamba superiore alta dopo il tuffo, in quel caso si ha una notevole perdita di tempo nella risalita su entrambi i lati. Qui consiglio di utilizzare il nastro, che limita molto - sia visibilmente che praticamente - il movimento degli arti inferiori. Un’altra accortezza che un buon tecnico deve avere riguarda le braccia del portiere che devono seguire sempre il pallone, rapide e distese, e devono uscire per prime. Questo permette anche un equilibrio motorio notevole. 14
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Matteo Bonavolontà Allenatore portieri professionista - Direttore tecnico ASD IMPARANDO ACADEMY Requisiti Coordinativi Le capacità coordinative sono le fondamenta di qualsiasi atleta, migliore è la coordinazione più semplice da imparare sarà il resto. Oltre ad avere una buona tecnica del tuffo, come indicato in precedenza, il portiere deve possedere un ottima mobilità dell’articolazione coxo-femorale dell’anca, deve avere ottime capacità coordinative di differenziazione (controllo gambe), equilibrio (anche grazie al core che controlla tutto il corpo e gli arti), adattamento e trasformazione. Nei settori giovanili è giusto allenarla anche a secco, migliorando gli schemi motori di base, per trovare giovamento su tutto il resto. Aspetto Fisico Cadere e rialzarsi è un azione complessa e faticosa per qualsiasi sportivo. Si ha un dispendio fisico e mentale notevole soprattutto se si verifica per varie volte durante la seduta di allenamento. Il lavoro fisico è sempre presente in qualsiasi esercitazione, ma durante la doppia parata il carico è maggiore e per questo bisogna essere sempre attenti alle ripetizioni e al recupero, cercando di lavorare sempre sulla qualità del gesto e non sulla quantità. Può accadere che per alcuni periodi dell’anno – soprattutto nei più grandi - si ricerchi a volte un carico maggiore, prendendo spunto dalla prestazione in partita si va a sviluppare esercitazioni situazionali da utilizzare in gara, preservando anche l’atleta da eventuali infortuni dovuti dai ripetuti traumi con il terreno. Aspetto Psicologico Non possiamo parlare di portieri senza menzionare l’aspetto mentale, fondamentale per questo ruolo delicato e difficile. “Il portiere caduto alla difesa ultima vana, contro terra cela la faccia, a non vedere l’amara luce. Il compagno in ginocchio che l’induce, con parole e con la mano, a sollevarsi scopre pieni di lacrime i suoi occhi…” Con le prime frasi di questa bellissima e triste poesia di Umberto Saba capiamo che il portiere durante la gara prima o poi cadrà per terra, spesso per gloria, a volte per istinto e purtroppo - come citato dall’autore -anche dopo un goal subito! Qui ci ricolleghiamo al titolo di questo articolo: bisogna sempre rialzarsi, anche quando si prende un goal bisogna rialzarsi, e noi allenatori dobbiamo essere bravi ad evitare insieme al portiere che ciò accada mettendo l’allievo allo stesso tempo in preallarme, preparandolo mentalmente a reagire. Una rialzata c’è sempre, se il tiro va fuori o se deviato in angolo, se blocca la palla, se respinge, se prende il palo o la traversa, il portiere deve rialzarsi sempre! Rialzarsi per rimettere il gioco dal fondo, rialzarsi per dare indicazioni e posizionarsi per un calcio d’angolo, rialzarsi per intervenire e nel caso migliore in cui blocca il pallone, rialzarsi velocemente per far ripartire la squadra. Bisogna allenarsi sempre per rialzarsi sia in campo che nella vita! Aspetto Tattico Il portiere è il primo attaccante. Dopo un intervento c’è sempre la rialzata, magari non c’è sempre una parata, ma l’azione c’è e bisogna allenarla e migliorarla durante la settimana. La transizione positiva è diventata fondamentale nel calcio moderno, far ripartire la squadra dopo un intervento di qualsiasi genere è fondamentale e molti allenatori richiedono sempre più questa qualità ai loro numeri uno. Sia la distribuzione con le mani che il rilancio con i piedi va fatto come viene richiesto dal mister, leggendo sempre il momento della partita e della singola situazione di gioco. Anche dopo una respinta c’è la componente tattica, immaginiamo dopo una deviazione sui piedi dell’attaccante che ferma la palla e cerca di dribblare il portiere, bisogna capire, se uscire, quando uscire, che tecnica adottare e quando adottarla, tutte componenti che spesso vanno adottate in meno di due secondi. 15
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Matteo Bonavolontà Allenatore portieri professionista - Direttore tecnico ASD IMPARANDO ACADEMY Conclusioni Ritengo che una delle componenti più difficili da effettuare per un qualsiasi portiere (solo dopo il gioco aereo e le uscite alte) sia il doppio intervento con la rialzata ed eventuale uscita bassa. È sufficiente utilizzare i giusti metodi ma soprattutto darsi tempo e avere pazienza e i miglioramenti saranno repentini. Riassumeremo a seguire quanto descritto tramite l’illustrazione di esercitazioni pratiche che serviranno da aiuto al portiere di qualsiasi categoria ed età, modulando sempre i carichi, i ritmi e le distanze. Esercizio n°1 P1 partenza decubito lat lato DX M e P2 muovono palla Al segnale P1 esegue rialzata corretta ed uscita bassa in anticipo o contrasto. Varianti: Posizione di partenza angolo attaccante. Tempo di attesa, aspettando la ricerca posizione e orientamento in porta. Svolta prima da un lato M e poi dall’altro P2. Esercitazione analitica con ritmi bassi dando la possibilità al portiere di fissare bene gli aspetti tecnici. Esercizio n°2 - esegue spostamento e arresto prima del tiro M esegue tiro verso secondo palo aspettando arresto P1 P2 esegue 2 tiro o eventuale uscita bassa simulando deviazione errata Varianti: Velocità, Azione, Angolo tiro, Posizione partenza, Tempo di attesa, aspettando la ricerca posizione e orientamento in porta. Esercizio n°3 - ricerca posizione e doppio intervento P1 partenza dal centro esegue spostamento per ricevere tiro M M esegue primo tiro verso il cono. P1 esegue parata in tuffo. M esegue seconda palla con 3 soluzioni: 1) Tiro verso la porta simulando respinta errata primo tiro 2) Ricerca passaggio per P2 e P3 3) M si accentra spostando palla simulando azione respinta centrale Varianti: Posizione partenza P1, Posizione M, Seconda palla lato opposto Esercizio n°4 - situazionale con transizione tecnica, distribuzione mani e piedi P1 esegue un intervento (uscita bassa o parata) Si rialza velocemente con la giusta tecnica e ricerca giocata con le mani per P2 o P3 o rilancio con i piedi per P4 o P5 a seconda della richiesta della situazione. Variante: Pressione M per coprire giocata o richiesta transizione specifica Variante 2: Cambia lato tuffo, rialzata e giocata con M che segue sponda. Le esercitazioni si possono proporre per entrambi i lati e con alcune varianti, anche per le caratteristiche degli avversari che si affronteranno in quella determinata settimana. Nei settori giovanili è fondamentale dare sempre massima importanza alla tecnica, aumentando le proposte analitiche tramite ritmi più bassi. 16
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Matteo Bonavolontà Allenatore portieri professionista - Direttore tecnico ASD IMPARANDO ACADEMY Alcune immagini e articoli di doppie parate di portieri di altissimo livello La doppia parata sensazionale di Cassio, portiere del Corinthians Anche se i Mondiali sono finiti c’è sempre qualche partita, in giro per il mondo, ad allietare le nostre giornate in attesa che ricomincino i principali campionati europei. In Brasile, ad esempio, i campionati sono in pieno svolgimento e ieri si sono disputate alcune partite, tra cui Corinthians-Botafogo. Perché abbiamo citato proprio questa partita? Il motivo è presto detto: nell’incontro, terminato con il punteggio di 2-0 in favore dei padroni di casa, il portiere del Corinthians Cassio si è reso protagonista di un doppio intervento sensazionale. Prima l’estremo difensore respinge un tocco ravvicinato destinato all’angolino, distendendosi fino all’ultimo centimetro, poi sulla ribattuta a colpo sicuro del giocatore del Botafogo compie un’altra prodezza con il piede, dimostrando una reattività davvero incredibile. Certamente l’avversario, soprattutto in occasione del secondo intervento col piede, poteva fare meglio ma ci sembra giusto tributare il giusto merito al portiere, autore di un doppio intervento miracoloso che non si vede tutti i giorni. Buffon, altra doppia parata! E’ ancora lui il numero uno Doppio intervento miracoloso con il Chievo in campionato, doppio intervento miracoloso contro il City in Champions. L’atmosfera e lo stadio cambiano, lui no. Buffon si conferma il migliore nel suo ruolo regalando ancora emozioni al calcio italiano Doppio intervento miracoloso di Donnarumma, il portiere del Milan si trasforma in San Gigio Due parate pazzesche, illegali. Donnarumma si trasforma in San Gigio e salva il Milan in due occasioni: prima sul colpo di testa ravvicinato di Belotti, poi sulla conclusione dell’altro giocatore del Torino che da due passi calcia con forza e precisione, ma Donnarumma con un balzo pazzesco salva il risultato. Sorrentino: “Mia doppia parata decisiva. Creiamo tanto, speriamo di avere più fortuna” Intervistato ai microfoni di SkySport al termine del primo tempo di Palermo-Empoli (0-0 il parziale), il portiere rosanero, Stefano Sorrentino, ha commentato la doppia parata decisiva su Maccarone. Derby di Manchester, Ederson salva il City con un doppio miracolo su Lukaku e Mata Incredibile quanto accaduto nei minuti finali del derby di Manchester tra United e City. I Red Devils, alla ricerca disperata del gol del pareggio, hanno dovuto arrendersi davanti a uno strepitoso Ederson che con un doppio intervento ha neutralizzato le conclusioni ravvicinate di Lukaku e Mata. Un doppio intervento davvero incredibile, con cui i Citizens di Guardiola mettono in cassaforte un successo fondamentale per la classifica ma anche per l’importanza in sé del derby. Mourinho è invece costretto a uscire sconfitto dall’Old Trafford al termine del 175° derby di Manchester. Matteo Bonavolontà. Allenatore professionista FIGC - Allenatore Uefa B - Direttore tecnico ASD IMPARANDO ACADEMY - Ex preparatore settore giovanile SS LAZIO e Nazionale Femminile Trinidad&Tobago 17
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Brunello Preparatore dei portieri S.P.A.L. 2013 LA PARATA IN TUFFO ANALISI DEL GESTO E PROGRESSIONE TECNICO/DIDATTICA Introduzione La parata in tuffo nel ruolo del portiere è sicuramente il gesto più utilizzato e stimolato durante la seduta di allenamento. L’applicazione da parte dell’atleta di questo tipo di intervento è tra le più complesse, in quanto è un mix di valutazioni che il portiere deve eseguire durante la lettura della situazione: • Posizione propria e dell’attaccante durante lo sviluppo dell’azione; • Distanza della palla al momento del calcio; • Velocità e traiettoria della palla, per poi preparare la parata: • Possibilità di prenderla senza andare a terra (?); • Parata in passo-spinta; • Parata in passo-spinta preceduta da passi di avvicinamento (accostato o incrociato), il tutto in una frazione di secondo. Fasi della parata in tuffo Partiamo dal presupposto che l’intervento avvenga attraverso un passo-spinta: sicuramente la prima parte della parata avviene in forma statica, vale a dire che il portiere si trova in postura durante lo sviluppo della situazione; già in questa fase ci si sta preparando ad un intervento (cross e traversoni avranno una postura diversa). La fase di sbilanciamento verso il pallone avviene grazie all’azione del tronco che esce dal baricentro dell’atleta in direzione della palla e dal piede della gamba più lontana rispetto alla palla che crea questa situazione di instabilità cominciando la prima fase di spinta; il piede del lato di intervento si alza e viene orientato verso la linea ideale di intervento dando il via alla fase di apertura in cui il tronco comincia a orientarsi verso la palla: se la preparazione all’intervento e corretta, in visione laterale si può notare come la testa, il tronco, il ginocchio e la punta del piede formino una linea immaginaria abbastanza corretta. 18
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Brunello Preparatore dei portieri S.P.A.L. 2013 Una volta che il piede entra in contatto col terreno comincia la fase di spinta per eseguire il gesto, in cui le braccia e le mani andranno protese verso il pallone simultaneamente all’appoggio del piede seguita da una fase di volo (più o meno accentuata) del corpo dal terreno, che si conclude con la fase di caduta. Durante il tuffo rasoterra le parti del corpo che toccano terra in successione (in base alla forza di intervento) dovrebbero essere malleolo, ginocchio, anca, spalla, mentre nel tuffo a mezz’altezza è l’esatto opposto con l’accorgimento (aperto ad ogni tipo di dibattito) che la palla o le mani in caso di deviazione del pallone possano toccare terra prima del corpo per andare ad attutire la fase di caduta. Varianti del passo-spinta Dopo aver elencato i punti cardine di un’esecuzione corretta di intervento, possiamo affermare che eseguire una parata in tuffo è sempre un rischio per i nostri portieri vista la complessità della situazione, un gesto che permette però all’atleta di arrivare sul pallone quando questi non può più intervenire rimanendo in piedi. L’utopia sarebbe avere un portiere che, essendo posizionato in posizione e postura ottimale e possedendo una lettura e un’anticipazione sopra la norma, possa intervenire rimanendo sempre in posizione eretta. Utopia ripeto. La soluzione della parata in tuffo possiede altre varianti rispetto a quanto appena visto: • Passo accostato – spinta; • Passo incrociato – spinta; • Spinta a due gambe; • Leva-gamba. Progressione tecnico/didattica Negli esercizi tecnici qui proposti, eseguiti con i miei portieri dell’under 15 (2004-2003), si andranno a toccare tutte le fasi del tuffo sopraelencate, partendo con il corpo a terra come adattamento al terreno fino ad arrivare in postura eretta. Il principio basilare è quello della gradualità, intesa come facilitazione nell’apprendimento del gesto partendo da posture poco traumatiche, soprattutto per preservare nel tempo anche il fisico del nostro atleta. La successione delle fasi del tuffo all’interno delle proposte è volutamente eseguita “al contrario”, proprio per il concetto appena espresso: si partirà con l’adattamento al terreno, alla caduta, al passo-spinta abbinato alla fase di apertura fino alla fase di sbilanciamento. 19
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Brunello Preparatore dei portieri S.P.A.L. 2013 Adattamento a terra Partenza in modalità “ostacolista” con gamba interna però flessa all’interno (nel caso in figura si intende la gamba destra). L’obiettivo è quello di adattare l’atleta al terreno per cominciare la seduta, andando a ricercare la corretta inclinazione del tronco verso la palla con le spalle in chiusura sopra di essa e le braccia protese con gomito leggermente flesso per poter ammortizzare la palla in modo efficace. Nella seconda parte dell’adattamento a terra si passa alla partenza in ginocchio; in questo caso si cerca di stimolare il portiere ad avere un atteggiamento già più simile alla postura che poi adotterà anche in posizione eretta, sia il primo concetto di “apertura” in quanto durante l’esecuzione importante diventerà anche la coscia che aprendosi e facendo leva sul ginocchio permetterà di completare l’intervento a terra. Fase di apertura – Fase di Spinta La fase di apertura, già affrontata nell’ultimo esercizio proposto, ora diventa sempre più similare a quella che esegue il nostro portiere, in più si andrà ad aggiungere ad essa il concetto di “spinta”. Gli obiettivi che si andranno a ricercare saranno gli stessi ma il focus andrà ora sul posizionamento del piede a terra: partendo da postura in affondo frontale, il piede durante l’apertura, infatti, per il gesto corretto andrà a orientarsi verso la linea di intervento più efficace (in direzione della palla) permettendo così, una volta poggiato a terra, una fase di spinta che permetterà anche al resto del corpo di rimanere “ordinato”. 20
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Andrea Brunello Preparatore dei portieri S.P.A.L. 2013 Fase di sbilanciamento L’ultima fase della progressione tecnica riguarda lo sbilanciamento del tronco durante la preparazione dell’intervento. La partenza è sempre in affondo frontale, con la variante che la gamba di “attacco” (quella anteriore) è la gamba opposta al lato in cui il portiere andrà ad effettuare l’intervento. Il motivo è che la gamba esterna/opposta è la prima che fa partire l’esecuzione della parata in tuffo cominciando a far sbilanciare il corpo verso il lato di parata (focus dell’esercizio). Conclusioni Ora non resta altro che sommare tutte le fasi viste finora e applicarle in postura eretta; nell’esercizio proposto il portiere parte all’interno dei cerchi principalmente per due motivi: 1. Cercare di ricreare la postura d’attesa ideale 2. Eseguire il passo spinta in modo consapevole nel ragazzo, in quanto la spinta verrà fatta, dopo la fase di sbilanciamento e apertura, con il piede fuori dal cerchio. Nell’esempio in figura si può vedere l’esecuzione con traiettoria a mezz’altezza Gesto finito – postura eretta In questo articolo manca volutamente la parte situazionale, prima di tutto perché è stata proposta una progressione tecnica e in secondo luogo perché questo gesto, occupando molto spazio della quotidianità del portiere, potrebbe essere inserito in moltissime situazioni di allenamento/gara. Ringrazio i miei ragazzi per la professionalità e dedizione mostrata nello svolgere questo articolo. Alessandro Mingozzi 2003, Michele Pezzolato 2004. Andrea Brunello Preparatore dei portieri S.P.A.L. 2013 21
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Claudio Rapacioli Membro della commissione preparatori portieri del settore tecnico FIGC - Presidente Apport CHAMPIONS LEAGUE 2017 ANALISI DELLE PRESTAZIONI DEI PORTIERI Questo articolo è il naturale seguito delle prime parti pubblicate in precedenza dove vengono anche spiegate le metodologie di rilevazione dei dati e delle valutazioni assegnate ai singoli interventi. L’obiettivo di questo pezzo è quello di analizzare i minuti di azione e gli intervalli tra i diversi interventi effettuati dai portieri. Per fare questo sono stati rilevati i minuti della gara in cui i portieri sono stati chiamati in causa sia in fase difensiva che offensiva. Lo scopo è quello di trovare dei parametri di riferimento in relazione ai minuti di azione e a quelli che trascorrono tra un’ intervento e il successivo. Vediamo il riepilogo dei diversi interventi effettuati dagli 8 portieri nelle 26 gare. 329 (27,12%) sono stati di fase difensiva, mentre 884 di fase offensiva (72,88%) per un totale 1213 interventi. Iniziamo con l’analisi dei in minuti in cui sono stati eseguiti gli interventi di fase difensiva. 22
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Claudio Rapacioli Membro della commissione preparatori portieri del settore tecnico FIGC - Presidente Apport Si noti come dalla linea di trend gli interventi di fase difensiva vadano a diminuire nei secondi 45 minuti. I picchi di intervento sono stati al 2 e al 76 minuto con 9 interventi Se invece raggruppiamo gli interventi con intervalli di 5 minuti notiamo un dato interessante. Nei primi 5 minuti di ciascun tempo 1-5 e 46-50 sono gli intervalli di tempo in cui i portieri sono maggiormente stati chiamati in causa per difendere la porta. La fascia minima è stata quella 81- 85. 23
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Claudio Rapacioli Membro della commissione preparatori portieri del settore tecnico FIGC - Presidente Apport Se invece raggruppiamo i minuti in fasce di 15 vediamo come la prima 1-15 e la quinta 46-50 settima 76- 90 sono quelle in cui i portieri sono stati più impegnati nella difesa della porta. L’analisi invece a livello di tempo ci mostra questo tipo di grafico e ci dice che quasi il 52% degli interventi sono stati effettuati nel primo tempo il 44% nel secondo. 24
Associazione Sportiva Italiana Preparatori Portieri di Calcio Claudio Rapacioli Membro della commissione preparatori portieri del settore tecnico FIGC - Presidente Apport Per un’analisi più omogenea delle singole squadre abbiamo omesso i valori dei supplementari registrati nella partita Bayern-Real. Si noti il particolare dell’Atletico Madrid dove nel 1 tempo Oblak ha dovuto eseguire più del doppio degli interventi del secondo tempo. 25
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