M_amte.MATTM_.REGISTRO UFFICIALE.INGRESSO.0061399.08-06-2021

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Doc. No. P0024128-1-A1
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FIUME SANTO S.p.A.
Porto Torres,
Italia

Att.: Alessia Fiore

                                                        Nota Tecnica
                                          Centrale Termoelettrica di Fiume Santo
                                          Chiarimenti/Integrazioni Richieste dal GI
                                                con Nota del 24 Maggio 2021

1                  INTRODUZIONE
La Centrale termoelettrica di Fiume Santo si estende su un'area di circa 153 ettari sul Golfo dell'Asinara, presso la
località “Cabu Aspru”, in Provincia di Sassari. Con una potenza netta installata di circa 600 MW, rappresenta una
delle più importanti realtà produttive della Sardegna Nord-Occidentale.
In seguito all’avvio del procedimento di riesame complessivo delle AIA per le installazioni, la cui attività principale
è oggetto della decisione di esecuzione della Commissione Europea UE 2017/1442 del 31 Luglio 2017 sui grandi
impianti di combustione, la Società Fiume Santo S.p.A. ha trasmesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare (MATTM, ora MITE) in data 30 Gennaio 2019 l’Istanza di richiesta di riesame con relativa
documentazione allegata.
Al termine dell’iter procedurale, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha autorizzato con
Decreto AIA No.85 del 22 Aprile 2020 l’esercizio della Centrale Termoelettrica di Fiume Santo alle condizioni
presenti nel Parere Istruttorio Conclusivo (PIC), reso con Nota del 10 Ottobre 2019 (Prot. No. CIPPC/1722 della
competente Commissione Istruttoria AIA-IPPC).
In particolare, al Paragrafo 6.7 del PIC, la Prescrizione No.56 riporta quanto segue: “il Gestore, entro 6 mesi dalla
data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’avviso di emanazione del decreto AIA, dovrà trasmettere
all’Autorità competente, per la successiva valutazione, una relazione tecnica sull’attuale riimmissione delle ceneri
pesanti in caldaia quale sottoprodotto. Tale relazione dovrà anche contenere i dati storici degli ultimi 5 anni di
esercizio, riportando tra l’altro le percentuali e i quantitativi effettivamente utilizzati, nonché la caratterizzazione delle
ceneri pesanti. Il Gestore dichiara che solo in caso di problemi tecnici le ceneri sono gestite come rifiuti, nel caso
di tale eventuale smaltimento dovranno essere fornite informazioni sulla destinazione finale delle ceneri pesanti.”
In risposta alla Prescrizione No.56 sopra citata, EP FIUME SANTO S.p.A./GESTORE ha trasmesso il documento
“Relazione in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85 del 22 Aprile 2020” (Doc. No.
P0003659-H13, Rev. 0 Novembre 2020).
Nel corso della Riunione del Gruppo Istruttore AIA-IPPC del 3 Febbraio 2021, sono state richieste “specifiche
delucidazioni al Gestore sulle condizioni e sugli effetti ambientali della procedura di riimmissione in caldaia”,
integrando la suddetta relazione con “le informazioni aggiuntive richieste dalla normativa e prassi sui sottoprodotti
di cui all’art. 183 lettera qq) del D.Lgs. 152/06”.
In recepimento delle suddette richieste, il Gestore, con nota Prot. 402 del 3 Maggio 2021, ha trasmesso un
aggiornamento del documento “Relazione in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85
del 22 Aprile 2020” (Doc. No. P0024128-1-H1, Rev. 0 Aprile 2021).
Con nota Prot. m_amte.CIPPC.REGISTRO UFFICIALE.U.0001028 del 24 Maggio 2021, il Gruppo Istruttore ha
quindi convocato per il giorno 9 Giugno 2021 una audizione con il Gestore in merito a specifiche richieste di
chiarimenti/integrazioni rispetto alla Relazione integrativa trasmessa con nota prot. 402 del 3/05/2021 e richiesto
che le richieste di chiarimenti/integrazioni fossero trasmesse in tempo utile per la riunione.
La presente nota tecnica è predisposta al fine di fornire i chiarimenti/integrazioni richiesti dal Gruppo Istruttore nella
nota Prot. m_amte.CIPPC.REGISTRO UFFICIALE.U.0001028 del 24 Maggio 2021.

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2          CHIARIMENTI E INTEGRAZIONI
2.1        PUNTO 1: PARAGONE COMPARATISTICO
 Si ravvisa la necessità di un ulteriore approfondimento tecnico in relazione alla dimostrazione della sussistenza
 della condizione di cui alla lettera d) dell’art. 184-bis del d.lgs. 152/06 e smi.
 Ad esempio confrontando i dati delle emissioni in atmosfera in caso di utilizzo delle ceneri pesanti (di seguito,
 “CP”) rispetto al caso in cui le CP non sono utilizzate.
 Sul punto il Gestore afferma quanto segue: Pag. 18: “il confronto tra le emissioni di microinquinanti misurate al
 camino nel periodo 2015-2020 (riportati nella tabella in Appendice C al presente documento, cui si rimanda per
 maggiori dettagli) sia in condizioni di normale operatività della Centrale Termoelettrica (ovvero con i sistemi di
 riimmissione in caldaia delle CP in esercizio) sia in caso di malfunzionamenti (ovvero con i sistemi di riimmissione
 in caldaia delle ceneri pesanti non in esercizio) mostrano valori emissivi per tutti i parametri analizzati (acido
 cloridrico, acido fluoridrico, ammoniaca, sostanze organiche volatili, metalli pesanti Be, Hg, Cd, Tl, Cr VI, Se, Te,
 Ni, As, Co, Sb, Cr III, Mn, Pb, Cu, V ed Idrocarburi policiclici aromatici) del tutto analoghi e sempre inferiori ai
 limiti stabiliti dalla autorizzazione per tutti i parametri considerati.”
 A pag. 13 il Gestore afferma quanto segue: “benefici ambientali che si ottengono dalla ricombustione in caldaia
 delle ceneri sono quindi rappresentati da una riduzione delle emissioni in corpo idrico ed una minore produzione
 di rifiuti nonché all’aumento dell’efficienza energetica, a fronte di un incremento trascurabile di emissioni
 gassose, connesso con la ricombustione delle ceneri pesanti."
 Idem a pag. 18: “come illustrato nel precedente Paragrafo 4.2.3, l’adozione di un sistema di estrazione a secco
 e la riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia, rispetto ad un sistema di estrazione ad umido, permettono di
 evitare la necessità di un eventuale trattamento degli effluenti liquidi ed una minore produzione di rifiuti nonché
 un aumento dell’efficienza energetica, a fronte di un incremento trascurabile di emissioni gassose, connesso con
 la ricombustione delle ceneri stesse”.
 Il Gestore, nell’appendice C, fornisce alcuni dati che si ritiene opportuno valutare nell’ottica di cui sopra, anche
 circa la loro completezza e rappresentatività. Il ciclo di gestione delle CP, per come descritto, è naturalmente
 condotto all’infinito, ossia finché le CP non diventano ceneri leggere. Il presidio sulle emissioni diventa a questo
 punto centrale. In tale contesto non escluderei che possa anche essere fonte di ulteriori valutazioni sapere
 quante siano le Ceneri Leggere prodotte in caso di utilizzo delle CP rispetto al caso in cui le CP non sono
 utilizzate.

I principali benefici ambientali connessi con la riimmissione in caldaia delle ceneri pesanti, utilizzate all’interno della
Centrale Fiume Santo in qualità di sottoprodotto, sono connessi con la minimizzazione dei quantitativi di rifiuti che
è necessario avviare a smaltimento in discarica.
Le indagini conoscitive condotte dal Gestore sul territorio regionale hanno permesso tuttavia di appurare che le
ceneri pesanti prodotte in Centrale, se gestite come rifiuto, per quantitativo e tipologia non risulterebbero di interesse
di alcun soggetto terzo ai fini del recupero e successivo riutilizzo di tale materiale, per cui dovrebbero essere
necessariamente avviate allo smaltimento in discarica.
Occorre, peraltro, evidenziare che le ceneri pesanti originate dalla combustione del carbone non costituiscono un
combustibile, né un rifiuto, ma un sottoprodotto, il cui riutilizzo all’interno della Centrale e nell’ambito del medesimo
processo di produzione permette di ottenere tali benefici ambientali, in linea con quanto evidenziato nel “Best
Available Techniques (BAT) Reference Document for Large Combustion Plants” (BREF LCP, 2017) al Paragrafo
3.2.5 relativo alle tecniche per la gestione dei residui:
       “To reduce the quantity of waste sent for disposal from combustion and/or abatement techniques, it
       is important to organise operations in the following order of priority and take into account life-cycle
       thinking:
           a waste prevention, e.g. maximise the proportion of residues which arise as by-products;
           b waste preparation for reuse, e.g. according to the specific requested quality criteria;
           c waste recycling;
           d other waste recovery (e.g. energy recovery).”

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Tali aspetti sono poi ribaditi nel Paragrafo 10.1.6 del medesimo BREF LCP, contenente la descrizione delle “Best
Available Techniques” (“BAT”) per la gestione dei rifiuti:
       “BAT 16. In order to reduce the quantity of waste sent for disposal from the combustion and/or
       gasification process and abatement techniques, BAT is to organise operations so as to maximise, in
       order of priority and taking into account life-cycle thinking:
       a. waste prevention, e.g. maximise the proportion of residues which arise as byproducts;
       b. waste preparation for reuse, e.g. according to the specific requested quality criteria;
       c. waste recycling;
       d. other waste recovery (e.g. energy recovery),
       by implementing an appropriate combination of techniques […]”
Si sottolinea, pertanto, come la massimizzazione dei residui utilizzati come sotto-prodotto rappresenti la prima
opzione da tenere in conto ai fini della minimizzazione del quantitativo di rifiuti da avviare a smaltimento.
Val la pena sottolineare come il BREF LCP riporti al medesimo Paragrafo 10.1.6 un elenco esemplificativo (pertanto
da non ritenersi esaustivo o vincolante) delle possibili tecniche da impiegare ai fini del raggiungimento delle finalità
stabilite dalla BAT16, tra le quali (pur se con riferimento al recupero di energia da rifiuti - che non è da ritenersi in
alcun modo applicabile alle ceneri pesanti riutilizzate in Centrale in qualità di sottoprodotto), viene citato il recupero
del contenuto residuale di energia della frazione carboniosa contenuta nelle ceneri originate dalla combustione di
combustibili fossili:
       “The residual energy content of carbon-rich ash and sludges generated by the combustion of coal,
       lignite, heavy fuel oil, peat or biomass can be recovered for example by mixing with the fuel”
Il recupero di energia dalla pur limitata frazione ancora combustibile presente nelle ceneri pesanti (si veda quanto
riportato al riguardo relativamente ai successivi Punti) costituisce, pertanto, una tecnica che permette di minimizzare
il quantitativo di ceneri pesanti che sarebbe altrimenti necessario avviare a smaltimento in discarica. Si evidenzia
che, in ogni caso, che in Centrale non è previsto né effettuato il recupero di energia da rifiuti.
Occorre, poi, considerare che l’estrazione a secco delle ceneri pesanti e la loro ricombustione in caldaia permettono
di conseguire un risparmio di risorsa idrica, che sarebbe altrimenti necessaria per l’estrazione ad umido delle ceneri
pesanti se non riimmesse in caldaia, e, soprattutto, la minimizzazione dei reflui residui da tale operazione che
sarebbe necessario raccogliere ed inviare a trattamento (peraltro con aumento del quantitativo di fanghi di
trattamento da smaltire), nonché un miglioramento dell’efficienza energetica della combustione tramite recupero di
un quantitativo di energia connesso con l’immissione in caldaia dell’aria di raffreddamento delle ceneri, come
evidenziato nel BREF LCP, al Paragrafo 3.2.5.2 relativo all’ottimizzazione delle caratteristiche delle ceneri pesanti:
       “Description
       Optimisation of the quality of the bottom ash generated as a by-product of the combustion, by means
       of dry de-ashing and afterburning
       Technical description
       Unburnt portions of fuel drop out of the boiler onto a conveyor belt (dry de-ashing), below the boiler
       hopper, and are redirected to the boiler where they are reburnt (afterburning). Due to the partial
       vacuum prevailing in the boiler, the flue-gases produced are passed into the flue-gas conduit.
       Dry de-ashing avoids the need for a separate effluent treatment plant (reduction in COD) and
       increases the value of the ash by reducing the carbon content. At the same time, afterburning also
       reduces the water content of the ash.
       The air used to cool the ash re-enters the boiler, recovers a significant amount of energy and
       increases the boiler efficiency.
       Achieved environmental benefits
       • Reduced emissions to water and reduced waste generation: there is no generation of deashing
       process effluent that would require separate treatment, thus avoiding COD emissions from the
       combustion and ash treatment processes.
       • Improved energy efficiency.

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Si precisa che la Centrale è dotata di un sistema di trattamento dei fumi (costituito da impianti per l’abbattimento
degli ossidi di zolfo e degli ossidi di azoto, e di sistemi di abbattimento delle polveri) e le emissioni in atmosfera
sono oggetto di un sistema di monitoraggio sia in continuo al camino che tramite campionamento ed analisi di
microinquinanti. Occorre evidenziare, a tal riguardo, che i parametri oggetti del monitoraggio, definiti nel Piano di
Monitoraggio includono sia parametri caratteristici del ciclo produttivo (“pertinenti”) sia parametri richiesti dagli Enti
in fase autorizzativa (“conoscitivi”) come stabilito in AIA sulla base della normativa vigente.
L’incremento di portata di fumi (e le relative emissioni) connesso con la ricombustione delle ceneri pesanti è da
ritenersi del tutto trascurabile, come anche indicato nel BREF LCP al medesimo paragrafo 3.5.2.2:
        “Cross-media effects
        Minimal additional emissions in the flue-gas stream as a result of the afterburning process”
Dato il trascurabile incremento nella portata di fumi, si ritiene, in primo luogo, che la ricombustione delle ceneri
pesanti non comporti un aumento del quantitativo di rifiuti e reflui originati dal trattamento fumi.
Come, poi, evidenziato nel documento “Relazione in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA
No. 85 del 22 Aprile 2020” il confronto tra le emissioni di microinquinanti misurate al camino sia in condizioni di
normale operatività della Centrale (ovvero con i sistemi di riimmissione in caldaia delle ceneri pesanti in esercizio)
sia in caso di malfunzionamenti (ovvero con i sistemi di riimmissione in caldaia delle ceneri pesanti non in esercizio)
mostrano valori emissivi per tutti i parametri analizzati del tutto analoghi e sempre inferiori ai limiti stabiliti dalla
vigente autorizzazione.
In merito alle informazioni riportate in Appendice C alla citata Relazione, occorre, tuttavia, precisare come per mero
errore materiale, compaiano due refusi nelle colonne riportanti la sommatoria di composti e relativo limite:
“As+Ni+Co+CrIV mg/Nm3” (da intendersi come As+Ni+Co+CrVI mg/Nm3, valore limite 0.5 mg/Nm3) e
“Sb+Cr+III+Mn+Pb++Ni+Pb+Cu+V+Pt+Rh+Snu” (da intendersi, “Sb + CrIII+Mn+Pb+Pd+Pt+Cu+Rh+Sn+V”, valore
limite 5 mg/Nm3).
Si ricorda, infine, che il Gestore comunica periodicamente i quantitativi di contaminanti nelle emissioni in aria acqua
e rifiuti nell’ambito della c.d. Dichiarazione PRTR (“The European Pollutant Release and Transfer Register”, vedi
es. allegato).
Si evidenzia, altresì, che la ricombustione delle ceneri pesanti reimmesse in caldaia permette di massimizzare il
quantitativo di ceneri che, gestite come rifiuto, possono essere avviate al recupero per essere utilizzate direttamente
nella produzione dei calcestruzzi o dei cementi, come materiale di qualità, certificato secondo le norme UNI EN
450, UNI EN 12620 e UNI EN13043.
Per quanto riguarda i quantitativi di ceneri leggere prodotte, di seguito si riporta uno stralcio della Tabella 3.1 della
citata Relazione, riguardante i quantitativi di ceneri totali, pesanti e leggere nel periodo 2015-2020. Il quantitativo
di ceneri totali è stimato a partire da quelle leggere (tramite registrazione da MUD), che si assumono pari al 90%
delle totali, per cui il quantitativo di ceneri pesanti reimmesse in caldaia è determinato a partire da tale valore, al
netto dei quantitativi di ceneri pesanti gestiti come rifiuto (anch’esso determinato tramite registrazioni da MUD).

          Quantità di Ceneri Pesanti ricircolate in Caldaia e Avviate a Smaltimento (Periodo 2015-2020)

                                    2015             2016              2017            2018             2019             2020
   Carbone utilizzato (t)        1,013,000        1,075,000          1,487,000      1,362,000        1,434,000        1,312,744
   Ceneri TOTALI (t) (1)           78,990           89,337           113,377         108,184          120,790           93,966
  Ceneri PESANTI (t)      (2)       7,899            8,934            11,338          10,818           12,079            9,312
    Ceneri leggere (t)
                                   71,091           80,403           102,039          97,366          108,711           84,654
   gestite come rifiuti (3)
    Ceneri Pesanti (t)
                                    3,099            2,308            2,227             819              947             1,350
   gestite come rifiuti (3)
  Ceneri a Ricircolo (t) (1)        4,800            6,625            9,111           10,000           11,132            7,962
Note:
(1) Valore stimato.
(2) I valori sono stimati ipotizzando che le ceneri leggere siano il 90% delle ceneri prodotte (dato medio da letteratura).
(3) Valore da MUD rifiuti.

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Si può ritenere che la ricombustione di una unità di peso di ceneri pesanti dia origine ad un quantitativo leggermente
inferiore di ceneri leggere, per cui, in definitiva, in assenza di riimmissione di ceneri pesanti in caldaia (e che
andrebbero quindi gestire come rifiuto da smaltire in discarica in quanto non recuperabile/riutilizzabile a livello
regionale), il quantitativo di ceneri leggere (recuperabili come materiale di qualità) ne risulterebbe di conseguenza
diminuito in proporzione leggermente inferiore.

2.2        PUNTO 2: ALLEGATO X DELLA PARTE V DEL D.LGS. 152/06
 Manca una indicazione puntuale in relazione a quanto segue: in quale tipologia di combustibile rientrano le CP
 considerate le loro caratteristiche intrinseche (tenendo conto delle sostanze aggiunte che sono presenti nelle
 ceneri a seguito della prima combustione subita rispetto al carbone vergine incombusto).

Le ceneri pesanti reimmesse in caldaia nella Centrale, in qualità di sottoprodotto, non si configurano come
combustibile ai sensi del Testo Unico sull’Ambiente.
L’Art. 268 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. definisce combustibile qualsiasi materiale che venga ossidato per la
produzione di energia, esclusi i rifiuti. Come sottolineato nel BREF LCP (Paragrafo 3.5.2 e 3.5.2.2 - si veda quanto
riportato in relazione al precedente Punto 1), la logica sottostante la riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia non
è quella dell’ottenimento di un incremento della produzione di energia, che è limitato e variabile. Il beneficio
ambientale sottostante, che motiva questa operazione, è la riduzione della produzione dei rifiuti che dovrebbero
essere avviati a smaltimento in discarica, in armonia con i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti prevista dall’Art.
179 del medesimo D.Lgs 152/2006, ai sensi del quale la produzione dei rifiuti deve, ogni volta che ciò sia
tecnicamente possibile e non comporti costi irragionevoli, essere evitata.
La riimmissione in caldaia delle ceneri pesanti si coniuga con tale previsione e ne costituisce attuazione, come
previsto dal BREF LCP.
Per quanto riguarda le sostanze contenute nelle ceneri pesanti, come evidenziato nel citato documento “Relazione
in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85 del 22 Aprile 2020”:
     i costituenti delle ceneri sono legati alle sostanze minerali (es metalli) presenti nel carbone, con composizione
      variabile in relazione al tipo ed origine del combustibile impiegato;
     una piccola parte delle ceneri pesanti è inoltre costituita di una frazione di combustibile (carbone) non
      interamente bruciato nel corso del processo di combustione;
     l’esame delle caratteristiche chimico-fisiche determinate su campioni di ceneri pesanti prodotte in Centrale
      (anno 2021) ed il confronto con quelle determinate sul relativo carbone utilizzato, permette di evidenziare, in
      generale, un contenuto nei metalli pesanti analizzati limitato e del tutto analogo. Per quanto riguarda il
      contenuto in IPA e diossine nelle ceneri pesanti, i valori per i parametri analizzati risultano tutti inferiori ai limiti
      di rilevabilità (nell’ordine di 0.01-0.05 ppm per gli IPA e 2 ppt per la sommatoria PCDD/PCDF diossine –
      tossicità equivalente).
In aggiunta a quanto sopra si evidenzia che nessuna sostanza o reagente vengono addizionati in caldaia.

2.3        PUNTO 3: BAT 16
 a) In relazione al “Recupero di energia mediante l'uso dei rifiuti nel mix energetico” per cui “È possibile recuperare
 l'energia residua delle ceneri e dei fanghi ricchi di carbonio risultanti dalla combustione di carbone, lignite, olio
 combustibile pesante, torba o biomassa miscelandoli con il combustibile” la BAT 16 stabilisce che la stessa è
 “Generalmente applicabile agli impianti che accettano rifiuti nel mix energetico e che sono tecnicamente in grado
 di alimentare la camera di combustione con i combustibili”. Il Gestore non si sofferma sulla applicabilità della
 BAT 16 come sopra riportata.
 b) Inoltre, quanto alle ceneri leggere (anche se non sono oggetto della presente istruttoria), si evidenzia che non
 sembrerebbe essere applicata la BAT 16 che prevede alla lettera b) il “Riciclaggio o recupero di residui (ad
 esempio, di processi di desolforazione a semisecco, ceneri volanti, ceneri pesanti) come materiale da
 costruzione (ad esempio, nella costruzione di strade, in sostituzione della sabbia nella preparazione di
 calcestruzzo, o nei cementifici)”.

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M_amte.MATTM_.REGISTRO UFFICIALE.INGRESSO.0061399.08-06-2021
Doc. No. P0024128-1-A1
                                                                                             Genova, 7 Giugno 2021

2.3.1      Lettera a)
Come anticipato relativamente al Punto 1, la ricombustione delle ceneri pesanti in caldaia è una pratica indicata nel
BREF LCP (Paragrafi 3.5.2) ai fini della minimizzazione dei rifiuti prodotti da inviare in discarica:
        “To reduce the quantity of waste sent for disposal from combustion and/or abatement techniques, it
        is important to organise operations in the following order of priority and take into account life-cycle
        thinking:
           a waste prevention, e.g. maximise the proportion of residues which arise as by-products;
           b waste preparation for reuse, e.g. according to the specific requested quality criteria;
           c waste recycling;
           d other waste recovery (e.g. energy recovery).
           […]
        The optimisation of the quality of the bottom ash generated as a by-product of the combustion may
        be carried out by means of dry de-ashing and afterburning.”
Tali aspetti sono ribaditi nel Paragrafo 10.1.6 del BREF LCP, relativo alla Best Available Tecnology (BAT) per la
gestione dei rifiuti:
        BAT 16. In order to reduce the quantity of waste sent for disposal from the combustion and/or
        gasification process and abatement techniques, BAT is to organise operations so as to maximise, in
        order of priority and taking into account life-cycle thinking:
        a. waste prevention, e.g. maximise the proportion of residues which arise as byproducts;
        b. waste preparation for reuse, e.g. according to the specific requested quality criteria;
        c. waste recycling;
        d. other waste recovery (e.g. energy recovery),
        by implementing an appropriate combination of techniques […]”
Si ribadisce, quindi, come la massimizzazione dei residui utilizzati come sotto-prodotto rappresenti la prima opzione
da tenere in conto ai fini della minimizzazione del quantitativo di rifiuti da avviare a smaltimento.
Val la pena, inoltre, ricordare come il BREF LCP riporti al medesimo Paragrafo 10.1.6 un elenco esemplificativo
(pertanto da non ritenersi esaustivo o vincolante) delle possibili tecniche da impiegare ai fini del raggiungimento
delle finalità stabilite dalla BAT 16, tra le quali viene citato il recupero del contenuto residuale di energia della
frazione carboniosa contenuta nelle ceneri originate dalla combustione dei combustibili, da considerarsi quale
tecnica che permette di minimizzare il quantitativo di rifiuti (ceneri pesanti, nel caso della Centrale) che sarebbe
altrimenti necessario avviare a smaltimento in discarica:
        “The residual energy content of carbon-rich ash and sludges generated by the combustion of coal,
        lignite, heavy fuel oil, peat or biomass can be recovered for example by mixing with the fuel”
Si ribadisce che, in ogni caso, che in Centrale non è previsto né effettuato il recupero di energia da rifiuti.

2.3.2      Lettera b)
Per quanto attiene alle ceneri leggere prodotte in Centrale, come evidenziato nel documento “Relazione in Risposta
alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85 del 22 Aprile 2020”:
     le ceneri leggere vengono trascinate con il flusso dei fumi di combustione e captate dal precipitare
      elettrostatico, raccolte in apposite tramogge per poi essere da qui trasportate pneumaticamente verso un
      sistema di stoccaggio costituito da sili da cui, sono caricate su camion tramite proboscidi telescopiche, ed
      inviate a recupero come rifiuto, per essere utilizzate direttamente nella produzione dei calcestruzzi o dei
      cementi;
     le ceneri leggere infatti sono un prodotto di qualità e come tali sono certificate secondo le norme UNI EN 450,
      UNI EN 12620 e UNI EN13043.
Anche in questo caso, si sottolinea come la ricombustione delle ceneri pesanti in caldaia permetta di massimizzare
il quantitativo di ceneri leggere (interamente avviabile a recupero come materiale di qualità), minimizzando le ceneri

                                                           6
Doc. No. P0024128-1-A1
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pesanti da gestire come rifiuto (che dovrebbero essere avviate a smaltimento in discarica in quanto non di interesse
ai fini del recupero/riutilizzo a livello regionale).

2.4        PUNTO 4: BAT 19 - EFFICIENZA ENERGETICA
 La BAT 19 prevede che “Le ceneri pesanti secche sono fatte cadere dal forno su un nastro trasportatore
 meccanico e, dopo essere state riconvogliate nel forno per una nuova combustione, sono raffreddate all'aria
 ambiente. Si recupera energia utile sia dalla ricombustione delle ceneri sia dal loro raffreddamento”. Il Gestore
 non chiarisce in che misura avvenga il recupero di energia limitandosi ad affermare in più parti che vi sia “un
 aumento dell’efficienza energetica”. In più parti si fa riferimento ad un trasporto “tramite un secondo nastro
 metallico di raffreddamento” senza che però il Gestore illustri nel dettaglio le modalità attraverso cui avvenga il
 recupero del calore, come previsto dalla BAT 19.

Nel documento “Relazione in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85 del 22 Aprile
2020” viene descritto il sistema di estrazione, trasporto e riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia.
In particolare, si evidenzia che, in linea con la citata BAT 19:
     le ceneri pesanti, che sono costituite dalla frazione pesante di ceneri con maggiore granulometria rispetto alle
      ceneri leggere, possono contenere ancora una frazione incombusta che può essere quindi utilizzata in
      caldaia;
     le ceneri pesanti, in virtù della loro massa, non vengono trasportate con il flusso dei fumi di combustione e
      pertanto ricadono all’interno della tramoggia di fondo della caldaia e incontrano una serie di serrande a
      comando idraulico, che permettono di interrompere o parzializzare l’apporto di ceneri sul nastro di trasporto
      metallico. Dal nastro di trasporto metallico, le ceneri pesanti sono convogliate ad un frantumatore primario;
      dal quale sono scaricate su un secondo nastro metallico di raffreddamento;
     il nastro di raffreddamento è dotato di una linea di venting attraverso cui l’aria (calda) viene immessa in caldaia
      (si veda la seguente immagine). Il nastro alimenta un mulino a martelli polverizzatore con sistema di rilancio
      pneumatico in sovrapressione. Anche il venting delle linee di trasporto della cenere polverizzata ai serbatoi
      di accumulo è immesso in caldaia attraverso un unico ingresso a quota 35 metri sul fronte caldaia”.

                                                           7
Doc. No. P0024128-1-A1
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2.5        PUNTO 5: BAT 12
 Si ritiene utile verificare se le quantità di CP generate rispetto ai combustibili utilizzati sia in linea con le quantità
 di CP prodotte in altre CTE. Il tutto al fine di verificare se le quantità di CP prodotte non siano un’inefficienza
 rispetto alla BAT 12 che recita come segue: “L'ottimizzazione della combustione riduce al minimo il contenuto di
 sostanze incombuste negli effluenti gassosi e nei residui solidi della combustione”.
 A tal riguardo il Gestore afferma a pag. 12 che “Una piccola parte delle ceneri pesanti è inoltre costituita di una
 frazione di combustibile (carbone) non interamente bruciato nel corso del processo di combustione" senza fornire
 ulteriori dettagli circa i motivi per l’insorgere degli “incombusti”. In riunione a febbraio il Gestore sembrava
 sostenere che fosse in un certo senso connaturato al carbone.

Per quanto riguarda il quantitativo di ceneri pesanti prodotte dalla combustione di carbone, può farsi riferimento a
quanto illustrato nel BREF LCP (Paragrafo 5.1.2.4), relativamente ai residui da combustione, come illustrato nella
seguente figura.

Dal confronto con i quantitativi di ceneri prodotte nella Centrale (si veda al riguardo la tabella riportata relativamente
al Punto 1) si evince quanto segue:
     il quantitativo stimato di ceneri pesanti per anno, rapportato a 1 milione di tonnellate di carbone, risulta in
      generale significativamente inferiore rispetto a quello indicato nel BREF LCP;
     il quantitativo (da registrazioni MUD) di ceneri leggere per anno, rapportato anch’esso a 1 Mton carbone,
      risulta anche esso inferiore, ma in misura minore.
Tale differenza può correlarsi alle caratteristiche del carbone impiegato, in termini di tenore in ceneri, che nella
medesima sezione del BREF LCP viene assunto pari al 13%, mentre per i carboni impiegato in Centrale nel periodo
2015-2020 si possono considerare tenori mediamente nell’ordine del 8.3% (riferiti al combustibile in condizioni “air
dried”).
Si evidenzia, in ogni caso, che la percentuale di sostanza carboniosa incombusta presente nelle ceneri è
compatibile con la certificazione delle ceneri stesse; il processo di combustione può pertanto ritenersi ottimale e la
ricombustione delle ceneri pesanti in caldaia permette di ridurre la frazione incombusta in esse presenti.
Si conferma, quindi, che il processo di combustione del carbone viene condotto in Centrale in maniera da
ottimizzarne l’efficienza e che la presenza di una frazione ancora combustibile (peraltro molto contenuta ovvero
minima, si veda anche quanto riportato relativamente al successivo Punto 7) è tecnicamente connaturata al
processo di combustione del carbone.

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Doc. No. P0024128-1-A1
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2.6        PUNTO 6: CP: CONGRUITÀ DELLA QUANTITÀ E QUALITÀ DELLE CP DA
           UTILIZZARE E L’UTILIZZO PREVISTO
 a) Atteso che la CTE viene alimentata, quantomeno in fase di accensione, anche con altri combustibili, le CP
 possono anche derivare dall’utilizzo del gasolio e olio combustibile denso (OCD). Non appare che il Gestore,
 quanto alla gestione delle CP, faccia alcun distinguo tra CP prodotte a regime e CP derivanti dalla fase di
 accensione.
 b) Sarebbe inoltre bene comprendere se esista un limite merceologico che il Gestore si autoimpone per il
 reimpiego in virtù delle caratteristiche delle CP e se ci sono parametri per decidere di non reinserirli più /
 caratteristiche chimico-fisiche-quantitative “limite”.
 c) Inoltre, non è dato comprendere il motivo per cui, solo lentamente e progressivamente, ci sia stato un aumento
 dell’utilizzo delle CP, come riportato dal Gestore quando afferma (pag. 9) “Come si evince dalla precedente
 Tabella la quota parte di ceneri pesanti ricircolate in caldaia è risultata crescente negli anni, con valori variabili
 dal 61% nel 2015 fino a 92% nel periodo 2018-2019 e 86% nel 2020 e di conseguenza la percentuale di ceneri
 pesanti inviate a discarica è decresciuta (dal 39% nel 2015 fino a 8% nel periodo 2018-2019 e 14% nel 2020.”
 d) Il Gestore riporta un “potere calorifico delle ceneri pesanti compreso tra 100 e 200 kcal/kg (dry)” ossia “valori
 sono stimati ipotizzando un valore del potere calorifico inferiore (PCI) per le ceneri pesanti pari a 150 kcal/kg.” –
 cfr. pag. 10. Tale dato è tecnicamente rilevante? Può avere un senso determinare il contenuto della frazione
 combustibile residua nelle CP, per esempio in termini di peso (% rispetto alla parte non combustibile)?

2.6.1      Lettera a)
La combustione di gasolio e la combustione di OCD non generano CP. Le CP derivano esclusivamente dalla
combustione del carbone
La frazione di ceneri prodotte dalla combustione di gasolio e olio combustibile denso, che ha luogo esclusivamente
durante gli avviamenti, risulta infatti assolutamente trascurabile, con valori medi stimabili in base al contenuto in
cenere dei carboni e dell’olio combustibile denso e gasolio impiegati nel periodo 2015-2020, pari al 0.05-0.1% delle
ceneri totali prodotte durante l’avviamento.
A conferma del fatto che utilizzando OCD non si formano ceneri pesanti, si può fare il confronto tra una caldaia
tradizionale che utilizza carbone e una caldaia tradizionale che utilizza OCD; in quest'ultima le tramogge di fondo
caldaia sono pulite o ogni 12/18 mesi o in occasione di una grande fermata di manutenzione, mentre nella caldaia
alimentata a carbone se le ceneri pesanti non vengono estratte in continuo, la caldaia va in blocco con la
conseguente fermata del gruppo.
Si può pertanto assumere che le ceneri pesanti prodotte in Centrale derivino esclusivamente dalla combustione del
carbone.
Occorre al riguardo sottolineare come lo stesso BREF LCP, nel Capitolo 6 relativo alla combustione dei combustibili
liquidi non faccia mai riferimento al termine “bottom ashes” (ampiamente utilizzato nei riferimenti ai combustibili
solidi), limitandosi a riportare considerazioni sulle polveri (“dust”) e, in termini generali, sulle ceneri (“ashes”), cui si
ritiene possano essere riferiti possibili residui da sporcamento in caldaia e le frazioni di maggiore granulometria
presenti delle poveri (es cenosfere).

2.6.2      Lettera b)
Nell’ambito della procedura di gestione delle ceneri pesanti in qualità di sottoprodotto, di cui la Centrale intende
dotarsi (si veda quanto riportato relativamente al successivo Punto 8) saranno riportati i limiti merceologici per il
riutilizzo delle ceneri come riportato nei relativi rapporti DOP(“Declaration of Performance”, vedi es: N_1, N_2 e
N_3 allegati) che comprendono requisiti geometrici, requisiti fisici, composizione/contenuto e rilascio di sostanze
pericolose, cui rispetto è confermato tramite le determinazioni analitiche svolte annualmente ai fini della
certificazione di qualità..
Si ribadisce comunque che la Centrale è dotata di un sistema di trattamento dei fumi (costituito da impianti per
l’abbattimento degli ossidi di zolfo e degli ossidi di azoto, e di sistemi di abbattimento delle polveri) e che le emissioni
in atmosfera sono oggetto di un sistema di monitoraggio sia in continuo al camino che tramite campionamento ed
analisi di microinquinanti.

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2.6.3      Lettera c)
La riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia, che viene effettuata in Centrale in linea con quanto indicato nel
BREF LCP (si veda al riguardo quanto riportato relativamente ai Punti precedenti), ha comportato percentuali delle
ceneri pesanti riimmesse in caldaia rispetto a quelle totali prodotte, progressivamente crescenti lungo il periodo
2015-2020, portandosi da valori nell’ordine del 65% (2015) a valori mediamente nell’ordine del 90% (triennio 2018-
2020).
Questo è dovuto al fatto che, a seguito della messa in esercizio dell'impianto, si sono avute, negli anni, alcune
tipologie di anomalie che con l'esperienza sono state risolte e prevenute.
Occorre evidenziare che il valore percentuale relativo all’anno 2020, pari al 86%, è da riferirsi esclusivamente a
motivazioni tecniche dovute a maggiori manutenzioni occorse nell’anno.

2.6.4      Lettera d)
La frazione ancora combustibile presente in forma residuale nelle ceneri pesanti originate dalla combustione del
carbone, pur essendo estremamente contenuta (con PCI nell’ordine di 100-200 kcal/kg, come riportato nel
documento “Relazione in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85 del 22 Aprile 2020”)
può essere sfruttata tramite ricombustione in caldaia, in linea con quanto indicato nel BREF LCP (si veda quanto
riportato relativamente ai Punti precedenti), consentendo proprio di minimizzarne il contenuto combustibile finale
nelle ceneri (come desumibile dalle risultanze analitiche sui campioni di ceneri pesanti riportate nella medesima
Relazione).
Tale frazione risulta, tuttavia, finemente dispersa all’interno della matrice delle ceneri pesanti e, pertanto, di difficile
quantificazione se non in termini di valore del potere calorifico inferiore.
Si sottolinea, in ogni caso, come tale valore determinato sui campioni di cenere pesante prelevati in Centrale risulta
esclusivamente rappresentativo del contenuto finale nelle ceneri pesanti che sono oggetto di ricombustione in
caldaia, procedura che permette proprio di minimizzare tale frazione.

2.7        PUNTO 7: BENEFICI AMBIENTALI
 L’utilizzo delle CP in combustione comporta quali benefici ambientali? Le affermazioni sono di carattere piuttosto
 generale senza indicazioni quantitative.
 - Stima della quantità di combustibili (i.e. carbone) sostituiti all’anno attraverso l’utilizzo delle CP.
 - Stima delle quantità di acque non consumate.
 - Stima dei benefici energetici (quanto affermato a pag. 13 si può ritenere tecnicamente sufficiente ed esaustivo?
 “l’incremento complessivo nell’efficienza alla caldaia per un sistema di estrazione a secco e ricombustione delle
 ceneri pesanti rispetto ad un sistema con estrazione ad umido, è quantificabile nello 0.1-0.5% a seconda della
 tipologia di carbone impiegato come combustibile”).

Come anticipato relativamente ai precedenti Punti, i principali benefici ambientali connessi alla riimmissione in
caldaia delle ceneri pesanti in qualità di sottoprodotto sono costituiti dalla minimizzazione del quantitativo d ceneri
pesanti da gestire come rifiuto (che devono essere avviate a smaltimento in discarica in quanto non di interesse ai
fini del recupero/riutilizzo a livello regionale), nonché dalla minimizzazione dei reflui altrimenti prodotti in caso di
estrazione delle ceneri pesanti ad umido.
Tali aspetti sono ben evidenziati nel BREF LCP (Paragrafi 3.5.2, 3.2.5.2 e 10.1.6, si rimanda allo stralcio riportato
relativamente ai precedenti Punti 1, 2 e 3), unitamente alle considerazioni sull’incremento di efficienza energetica
richiamati nel documento “Relazione in Risposta alla Prescrizione No.56 del Decreto di Riesame AIA No. 85 del 22
Aprile 2020”, che sono desunti dal medesimo BREF LCP (Paragrafo 3.2.5.2).
Sulla base dei valori stimati di energia termica prodotta dalla ricombustione delle ceneri pesanti, riportati nella citata
Relazione, si può stimare un quantitativo di carbone sostituito per anno, pari a circa il 0,01-0.02%.
Tali valori non appaiono, ovviamente, significativi ma occorre, a tal riguardo, ribadire che il beneficio ambientale
principale connesso con la riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia, come indicato sopra, non è quello del
miglioramento dell’efficienza energetica della caldaia.

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Doc. No. P0024128-1-A1
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Per quanto riguarda il risparmio di risorsa idrica, il consumo che sarebbe necessario in caso di estrazione ad umido
delle ceneri pesanti riimmesse in caldaia può essere stimato sulla base del quantitativo di ceneri. Allo stato attuale
non si è in grado di fornire una indicazione delle portate utilizzate per l’estrazione dei quantitativi di ceneri pesanti
gestiti come rifiuto in caso di problemi impiantistici, tuttavia si può ritenere tale valore almeno due volte superiore
al contenuto in acqua determinato sulle ceneri estratte (nell’ordine di circa il 20%, come indicato nella Relazione,
ovvero pari a oltre 1,600 m3/anno considerando il quantitativo di ceneri pesanti reimmesse in caldaia nell’anno
2020), dovendosi ad esso sommare la parte persa per evaporazione ed il quantitativo in eccesso, raccolto ed inviato
all’impianto di trattamento.

2.8        PUNTO 8: PROCEDURA OPERATIVA AZIENDALE
 Esiste una procedura operativa aziendale / sistema di gestione per la gestione delle CP?

Il Gestore intende integrare il Sistema di Gestione Qualità in essere presso la Centrale, predisponendo una specifica
procedura inerente i diversi aspetti relativi alla gestione delle ceneri pesanti riutilizzate in Centrale in qualità di
sottoprodotto, incluse la movimentazione e riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia e la gestione delle ceneri
pesanti come rifiuti nel caso non possano essere riimmesse in caldaia, come ad esempio nel caso eccezionale di
problemi impiantistici ai sistemi di riimmissione.

2.9        PUNTO 9: ALTRI ASPETTI
 Applicabilità del requisito di una Scheda di sicurezza? La “scheda tecnica” fornita dal Gestore all’Appendice D –
 oltre ad essere non richiesta dalla normativa quando è lo stesso produttore del sottoprodotto a utilizzare il SP
 (art. 5 c. 5 DM 264/2016) – non assolve a tale funzione.
 Iscrizione del Gestore ai sensi e per gli effetti dell’art. 4 c. 3 del DM 264/2016?

L’Allegato V al regolamento REACH esenta dall’obbligo di registrazione a norma dell’Art. 2 Paragrafo 7 lettera b i
sottoprodotti qualora non vengano immessi sul mercato.
Le ceneri pesanti sono destinate ad essere utilizzate in qualità di sottoprodotto esclusivamente all’interno della
Centrale e non vengono immesse sul mercato.
L’Art. 2 comma 7 esenta i sottoprodotti non immessi sul mercato dall’applicazione dei Titoli II, V e VI del
Regolamento REACH.
La scheda di dati di sicurezza è legata alla immissione sul mercato di una sostanza, come si rinviene da molteplici
indici contenuti nel Regolamento. Ad esempio, l’Art. 8 comma 2 del Regolamento chiarisce che il Rappresentante
deve avere esperienza sufficiente, tra le altre cose, a tenere informati i Clienti e circa la comunicazione dell’ultimo
aggiornamento della scheda dati di sicurezza. L’Art. 31 stesso prevede l’obbligo di inviare la scheda al Destinatario
della sostanza (ossia l’Utilizzatore a valle o un Distributore a cui viene fornita una sostanza o una miscela),
presupponendo quindi una sua circolazione nel mercato. Circostanza che non si rinviene nel caso di specie.
Conseguentemente, non vi è l’obbligo di compilare una scheda dati di sicurezza per le ceneri pesanti.
La Camera di Commercio di Sassari ha istituito l’elenco di cui al DM 264/2016. Tuttavia, occorre chiarire che, come
precisato dal Ministero con circolare 7619 del 2017, non vi è alcun obbligo di iscrizione in tale elenco. Secondo la
circolare: “La qualifica di un materiale come sottoprodotto, dunque non quale rifiuto, prescinde dalla iscrizione del
produttore o dell’utilizzatore nel suddetto elenco, essendo di carattere oggettivo e legata alla dimostrazione della
sussistenza dei requisiti richiesti dall’articolo 184-bis del d.lgs. n. 152 del 2006. Pertanto, l’iscrizione nell’elenco del
produttore o dell’utilizzatore, di per sé, non è sufficiente a qualificare un residuo come sottoprodotto e, d’altra parte,
la mancata iscrizione non comporta l’immediata inclusione del residuo nel novero dei rifiuti”.
L’elenco ha “finalità conoscitiva e di mera facilitazione degli scambi”.
Ribadito, peraltro, che anche la Scheda tecnica non è obbligatoria, l’unico adempimento da porre in essere presso
la Camera di Commercio è la vidimazione della scheda, aspetto già ottemperato dal Gestore (vedi allegato)
successivamente alla presentazione della citata Relazione, cui è stata allegata una versione della Scheda non
ancora vidimata.

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Doc. No. P0024128-1-A1
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3          CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
I principali benefici ambientali connessi con la riimmissione in caldaia delle ceneri pesanti in qualità di sottoprodotto
all’interno della Centrale, sono connessi con la minimizzazione dei quantitativi di rifiuti che è necessario avviare a
smaltimento in discarica.
Le indagini conoscitive, condotte dal Gestore sul territorio regionale, hanno permesso di appurare che le ceneri
pesanti prodotte in Centrale, qualora gestite come rifiuto, per quantitativo limitato e tipologia non risulterebbero di
interesse di soggetti terzi ai fini del recupero e successivo riutilizzo, per cui dovrebbero necessariamente essere
avviate allo smaltimento in discarica.
Occorre evidenziare che le ceneri pesanti originate dalla combustione del carbone non costituiscono un
combustibile, né un rifiuto, ma un sottoprodotto, il cui riutilizzo all’interno della Centrale, nell’ambito del medesimo
processo di produzione, permette di ottenere tali benefici ambientali, in linea con quanto stabilito nel “Best Available
Techniques (BAT) Reference Document for Large Combustion Plants” (BREF LCP, 2017) al Paragrafo 3.2.5
relativo alle tecniche per la gestione dei residui:
       “To reduce the quantity of waste sent for disposal from combustion and/or abatement techniques, it
       is important to organise operations in the following order of priority and take into account life-cycle
       thinking:
           a waste prevention, e.g. maximise the proportion of residues which arise as by-products;
           b waste preparation for reuse, e.g. according to the specific requested quality criteria;
           c waste recycling;
           d other waste recovery (e.g. energy recovery).”
Tali aspetti sono quidi ribaditi nel Paragrafo 10.1.6 del BREF LCP, relativo alla descrizione delle “Best Available
Techniques” (BAT) per la gestione dei rifiuti:
       BAT 16. In order to reduce the quantity of waste sent for disposal from the combustion and/or
       gasification process and abatement techniques, BAT is to organise operations so as to maximise, in
       order of priority and taking into account life-cycle thinking:
       a. waste prevention, e.g. maximise the proportion of residues which arise as byproducts;
       b. waste preparation for reuse, e.g. according to the specific requested quality criteria;
       c. waste recycling;
       d. other waste recovery (e.g. energy recovery),
       by implementing an appropriate combination of techniques […]”
Si sottolinea, quindi, come la massimizzazione dei residui utilizzati come sotto-prodotto rappresenti la prima opzione
da tenere in conto ai fini della minimizzazione del quantitativo di rifiuti da avviare a smaltimento.
Occorre poi considerare che l’estrazione a secco delle ceneri pesanti e la ricombustione in caldaia permettano un
risparmio di risorsa idrica, che sarebbe altrimenti necessaria per l’estrazione ad umido dalla caldaia, ma soprattutto
la minimizzazione dei reflui residui da tale operazione che sarebbe necessario raccogliere ed inviare a trattamento
(peraltro con aumento del quantitativo di fanghi di trattamento da smaltire), come evidenziato nel BREF LCP, al
Paragrafo 3.2.5.2 relativo all’ottimizzazione delle caratteristiche delle ceneri pesanti.
La ricombustione in caldaia delle ceneri pesanti, che sono originate esclusivamente dal carbone ed in cui è presente
una minima frazione residuale connaturata con la tipologia di tale combustibile, e l’immissione in caldaia dell’aria di
raffreddamento, presentano inoltre un limitato ma positivo aspetto in termini di efficienza energetica, come indicato
nel BREF LCP (Paragrafo 3.2.5.2 e BAT19).
Le ceneri pesanti non si configurano come combustibile ai sensi del TUA e in Centrale non è previsto né effettuato,
in ogni caso, il recupero di energia da rifiuti.
Presso la Centrale è in esercizio un sistema di trattamento fumi. Le emissioni in atmosfera della Centrale sono
oggetto di monitoraggio in continuo al camino e analisi periodica dei microinquinanti. Il confronto tra i dati relativi
alle emissioni in condizioni di esercizio/non esercizio del sistema di riimmissione delle ceneri pesanti in caldaia
mostra valori del tutto analoghe ed inferiori ai limiti.

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Doc. No. P0024128-1-A1
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Le ceneri pesanti non costituiscono, pertanto, un combustibile, né un rifiuto, ma un sottoprodotto, il cui riutilizzo nel
ciclo di produzione di energia genera un preciso beneficio ambientale, ovvero la riduzione dei rifiuti da avviare a
smaltimento in discarica, senza generare impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.
Il Gestore intende integrare il Sistema di Gestione Qualità in essere presso la Centrale predisponendo una specifica
procedura inerente i diversi aspetti relativi alla gestione delle ceneri pesanti.
Si evidenzia che per le ceneri pesanti utilizzate in qualità di sottoprodotto esclusivamente all’interno della Centrale,
non risulta applicabile il requisito delle schede di sicurezza ai sensi del regolamento REACH e non è richiesta
l’iscrizione nel registro della camera di commercio ai sensi del Dm 264/2016, che ha finalità conoscitiva per facilitare
gli scambi.

Andrea Giovanetti
Environmental Engineering
Senior Project Manager

ANGIO/LINVO:cattr

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