Lo sviluppo sostenibile in breve 2015 - 17 indicatori chiave per misurare il progresso
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21 Sviluppo sostenibile e disparità regionali e internazionali 736-1500 Lo sviluppo sostenibile in breve 2015 17 indicatori chiave per misurare il progresso Ufficio federale di statistica UST Ufficio federale dello sviluppo territoriale ARE Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC Ufficio federale dell‘ambiente UFAM Neuchâtel, 2015
Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Far fronte ai bisogni del presente significa garantire la qualità di vita delle generazioni attuali nei numerosi ambiti che questa nozione comprende (con- dizioni di vita materiale, salute, qualità dell’ambiente ecc.). Per soddisfare i nostri bisogni attuali non si deve però mettere in pericolo la qualità di vita delle generazioni future né nuocere alle persone che vivono al giorno d’oggi, in Svizzera o altrove. Proprio per questo lo sviluppo sosteni- bile tenta di favorire una suddivisione equa delle risorse su scala regionale e globale. Il presente opuscolo mostra a che punto si trova la Svizzera sulla via dello svi- luppo sostenibile. Si articola attorno a quattro domande fondamentali riguar- danti lo sviluppo sostenibile e fornisce elementi di risposta concisi e facilmente comprensibili. Queste informazioni sono fornite da 17 indicatori chiave tratti dal sistema di indicatori MONET. Per maggiori dettagli sulla definizione di sviluppo sostenibile e sul contesto in cui questo concetto è nato, si veda a pagina 22. Un indicatore chiave può rappresentare un gruppo di indicatori e con- sente di mettere in risalto in modo semplificato le grandi tendenze e gli aspetti salienti di un fenomeno. MONET è un sistema di indicatori per il monitoraggio dello sviluppo sostenibile. Pensato per informare la popolazione e gli attori politici, offre circa 75 indicatori regolarmente aggiornati. Il sistema si basa su una serie di principi che traducono gli obiettivi dello sviluppo sosteni- bile in richieste concrete. Ulteriori informazioni su MONET: www.monet.admin.ch 2
Sulla strada dello sviluppo sostenibile ? La società svizzera sta procedendo in direzione di uno sviluppo sostenibile ? A questo proposito le quattro domande seguenti risultano fondamentali: Soddisfacimento dei bisogni – qual è la nostra qualità di vita al giorno d’oggi ? Un reddito sufficiente, la salute, il sentimento di sicurezza: sono tutti biso- gni che, quando soddisfatti, contribuiscono al benessere della popolazione. Uno degli obiettivi centrali dello sviluppo sostenibile è quello di permettere a tutti di vivere degnamente e di godere di una buona qualità di vita. Equità – come sono distribuite le risorse ? La nozione di sviluppo sostenibile si basa sull’esigenza di equità. Ciò signi- fica garantire a tutte le persone l’accesso equo a importanti risorse quali, per esempio, la formazione, il reddito, la salute e l’aria pulita. La lotta con- tro diseguaglianze e povertà dev’essere condotta su scala nazionale e inter- nazionale. Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Sviluppo sostenibile vuol dire anche consumare in misura tale da non pre- giudicare le risorse necessarie ai nostri figli e ai nostri nipoti. La qualità di vita delle generazioni future dipende in gran parte dallo stato delle risorse ambientali, economiche e sociali che consegneremo loro, in Svizzera e nel mondo. Sganciamento delle risorse – quanto siamo efficienti nel loro sfruttamento ? Nell’ottica dello sviluppo sostenibile, è necessario soddisfare i nostri bisogni nei limiti tollerati dall’ambiente. Favorire uno sviluppo economico e sociale senza portare detrimento all’ambiente implica l’adozione di modalità di pro- duzione e di consumo più razionali ed efficienti. 3
Siamo sulla buona strada ? L’andamento di ogni indicatore è rappresentato dai simboli sotto riportati, che derivano dal confronto tra l’evoluzione auspicata (freccia bianca su fondo blu) e quella osservata (frec- cia nera su fondo bianco). positivo (verso lo sviluppo sostenibile negativo (contrario allo sviluppo sostenibile) nessun cambiamento sostanziale L’andamento degli indicatori è analizzato a partire dal 1992 (anno in cui si è tenuto il Ver- tice della Terra organizzato dalle Nazioni Unite) fino all’ultimo valore disponibile. Per le serie più recenti, l’analisi risale all’anno del primo dato disponibile. L’inizio del periodo conside- rato è contrassegnato nei grafici dal simbolo , qualora non coincidesse con l’inizio del periodo indicato. Soddisfacimento dei bisogni – qual è Evoluzione Valuta- Pag. la nostra qualità di vita al giorno d’oggi ? auspicata/osservata zione La salute della popolazione migliora 5 Il redditi aumentano 6 Aumentano le condanne per reati violenti gravi 7 Cresce il tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO 8 Equità – come sono distribuite Evoluzione Valuta- Pag. le risorse ? auspicata/osservata zione Il tasso di povertà diminuisce 9 L’aiuto pubblico allo sviluppo aumenta 10 Il divario salariale tra donne e uomini tende 11 lentamente a ridursi Preservazione del capitale – Evoluzione Valuta- Pag. cosa consegniamo ai nostri figli ? auspicata/osservata zione Migliorano le capacità di lettura dei giovani 12 Dopo una fase di aumento, il debito pubblico ritorna 13 al di sotto dei livelli del 1992 La quota degli investimenti sul prodotto interno lordo 14 ristagna Il numero di persone impiegate nella scienza e nella 15 tecnologia aumenta Aumentano le popolazioni di uccelli nidificanti 16 Le superfici d’insediamento occupate pro capite 17 aumentano Sganciamento delle risorse – quanto siamo Evoluzione Valuta- Pag. efficienti nel loro sfruttamento ? auspicata/osservata zione Nessun cambiamento significativo dell’intensità 18 del trasporto merci La quota dei trasporti pubblici aumenta 19 Cala il consumo di energia pro capite 20 Diminuisce l’intensità materiale 21 4
Satisfaction des besoins Soddisfacimento dei bisogni – quelle – qualestè notre la nostra qualité qualità de vie di vita aujourd’hui al giorno ? d’oggi ? Salute La salute della popolazione migliora La salute va protetta e promossa Chi si sente sano è spesso più contento di chi è malato o disabile. Al con- tempo è anche più produttivo. A trarre profitto di una lunga vita in buona salute non sono soltanto le persone direttamente interessate, ma anche l’e- conomia e la società. Speranza di vita in buona salute Speranza di vita alla nascita, in anni 80 70 67,5 68,7 69,4 70,3 67,7 67,9 60 63,9 65,3 65,2 64,7 50 40 30 20 10 0 1992 1997 2002 2007 2012 Uomini Donne 2012: interruzione della serie temporale dovuta a una revisione del questionario Fonte: UST – Indagine sulla salute in Svizzera (ISS) © UST, Neuchâtel 2015 • Tra 1992 e 2007, la speranza di vita in buona salute è aumentata di 5 anni per le donne e di 5,5 anni per gli uomini. • Nel 2012, corrispondeva a 67,9 anni per le donne e a 67,7 anni per gli uomini. I dati non possono essere confrontati con quelli degli anni pre- cedenti. • Nel 2012, la speranza di vita in generale era di 84,7 anni per le donne e di 80,5 anni per gli uomini. 5
Soddisfacimento dei bisogni – qual è la nostra qualità di vita al giorno d’oggi ? Reddito I redditi aumentano A ogni persona va garantita innanzitutto la possibilità di soddisfare i propri bisogni primari. Un certo spazio di realizzazione dev’essere dato però anche ai bisogni secondari Bisogni primari materiali, quali il cibo, il vestiario o l’alloggio possono essere soddisfatti soltanto se si dispone di mezzi finanziari sufficienti, nella mag- gior parte dei casi provenienti dal reddito. Anche alcuni bisogni non mate- riali, quali la formazione o la salute, sono difficili da coprire se non si pos- siede il denaro necessario. Reddito disponibile equivalente Reddito mensile disponibile equivalente medio a prezzi del 2012, in franchi 5000 4000 3000 2000 1000 0 1998 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: UST – Indagine sul budget delle economie domestiche (IBED) © UST, Neuchâtel 2015 • Tra il 1998 e il 2006 non è stato registrato alcun incremento sensibile del reddito mensile disponibile equivalente medio. A partire dal 2006 si osserva una tendenza al rialzo. • Nel 2012, il 20% della popolazione più benestante disponeva di un red- dito 4,5 volte superiore rispetto a quello del 20% della popolazione meno abbiente. 6
Soddisfacimento dei bisogni – qual è la nostra qualità di vita al giorno d’oggi ? Sicurezza Aumentano le condanne per reati violenti gravi La sicurezza fisica fa parte dei bisogni primari Il numero di condanne per reati commessi con violenza grave (reati che col- piscono la vita o l’integrità corporale) illustra il grado di soddisfacimento di questo bisogno. Reati violenti Condanne per reati consumati gravi (omicidio, lesioni personali gravi, violenze carnali, rapine con violenza, presa di ostaggi) 300 250 200 150 100 50 0 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2013 Fonte: UST -– Statistica delle condanne penali (SCP) © UST, Neuchâtel 2015 • Il numero di condanne per reati commessi con violenza grave è aumen- tato dai 115 casi registrati nel 1990 ai 142 casi nel 2013. • Nel 2013, il 43,7% delle 142 condanne per reati con violenza grave erano condanne per violenza carnale, il 35,9% per lesioni personali gravi, il 16,9% per omicidio, il 2,8% per rapine con violenza e il 0,7% per presa di ostaggi. • L’andamento è legato ai cambiamenti che avvengono nel contesto penale (per esempio, la violenza domestica è perseguita d’ufficio a partire dal 2004) e anche a una maggiore consapevolezza del problema della violenza, che incoraggia le vittime a denunciare i reati e a fare perseguire penalmente gli autori. • Tuttavia è probabile che gli atti di violenza domestica come pure la vio- lenza carnale non sempre vengano denunciati. 7
Soddisfacimento dei bisogni – qual è la nostra qualità di vita al giorno d’oggi ? Disoccupazione Cresce il tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO1 Le persone che lo desiderano dovrebbero poter soddisfare i propri bisogni grazie a un impiego valorizzante Nei Paesi sviluppati la disoccupazione è una delle principali cause di povertà e di esclusione sociale. La statistica dei disoccupati ai sensi dell’ILO com- prende tutte le persone disoccupate e in cerca di lavoro ed è pertanto più ampia della spesso citata statistica dei disoccupati iscritti, che considera soltanto le persone in cerca di lavoro registrate presso gli Uffici regionali di collocamento (URC). Tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO Quota di disoccupati ai sensi dell’ILO rispetto alla popolazione attiva 5% 4% 3% 2% 1% 0% 1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2014 Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) © UST, Neuchâtel 2015 • Dal 1991 al 2014, il tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO è globalmente aumentato e ha visto importanti fluttuazioni; nel 2014 ha raggiunto il 4,4%. • Il tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO dipende in buona parte dalla congiuntura. • Nel 2014, più di 208’000 persone erano disoccupate. • Tra i giovani attivi (15–24 anni), il tasso di disoccupati ai sensi dell’ILO è mediamente quasi il doppio (7,7% nel 2014) di quello della popolazione attiva in età lavorativa (15–64 anni). 1 1 ILO: International Labour Office (Ufficio internazionale del lavoro) 8
Equità – come sono distribuite le risorse ? Povertà Il tasso di povertà diminuisce Una vita dignitosa deve essere libera dalla povertà Una vita libera dalla povertà richiede innanzitutto i mezzi necessari per sod- disfare i bisogni primari (cibo, vestiario, alloggio e cure mediche primarie). Oltre a questi vanno considerati anche altri bisogni – come i contatti inter- personali e la partecipazione alla vita attiva. Tasso di povertà Parte della popolazione residente permanente che vive al di sotto della soglia di povertà 20% 15% 10% 5% 0% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Senza considerare l’affitto fittizio Fonte: UST – Redditi e condizioni di vita in Svizzera (SILC) © UST, Neuchâtel 2015 • Dal 2007 al 2012 la percentuale di persone colpite dalla povertà è pas- sata dal 9,3 al 7,7%. • Nel 2012 in Svizzera più di 590’000 persone vivevano al di sotto della soglia di povertà. In quell’anno la soglia di povertà ammontava in media a 2200 franchi al mese per un’economia domestica composta da una sola persona e a 4050 franchi al mese per un’economia domestica composta da due adulti e due bambini di meno di 14 anni. • I gruppi di popolazione maggiormente colpiti dalla povertà sono le fami- glie composte da un solo genitore (nel 2012 il 16,5% viveva al di sotto della soglia di povertà), le persone senza attività professionale (15,7%) e le persone senza formazione postobbligatoria (13,9%). 9
Equità – come sono distribuite le risorse ? Aiuto allo sviluppo L’aiuto pubblico allo sviluppo aumenta La povertà nei Paesi in via di sviluppo va combattuta Il diritto a una vita dignitosa, libera dalla povertà non è un concetto valido unicamente per la Svizzera. Ai sensi dello sviluppo sostenibile, le risorse dovrebbero essere rese adeguatamente accessibili anche alle persone dei Paesi più poveri. Aiuto pubblico allo sviluppo Rispetto al reddito nazionale lordo* (in precedenza prodotto nazionale lordo) 1,0% 0,8% 0,6% 0,4% 0,2% 0,0% 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2013 * Reddito nazionale lordo calcolato secondo il Sistema europeo dei conti nazionali e regionali 1995 (SEC95) 2011, 2012, 2013: provvisorio Fonti: Direzione dello sviluppo e della cooperazione © UST, Neuchâtel 2015 • La quota dell’aiuto allo sviluppo sul reddito nazionale lordo (RNL) svizzero è rimasta pressoché invariata nel corso degli anni 1990 ed è leggermente cresciuta all’inizio del nuovo millennio. Nell’ultimo decennio, all’aiuto allo sviluppo è stato destinato in media lo 0,41% del RNL. • Nel 2013 il potere pubblico svizzero ha devoluto più di 2,9 miliardi di fran- chi all’aiuto allo sviluppo. • Il contributo della Svizzera è inferiore allo 0,7% del RNL richiesto dall’ONU. 10
Equità – come sono distribuite le risorse ? Uguaglianza Il divario salariale tra donne e uomini tende lentamente a ridursi Ogni essere umano dovrebbe poter beneficiare degli stessi diritti e delle stesse opportunità. Le risorse devono essere ripartite equamente Se per lo stesso lavoro due persone ricevono un salario differente, significa che vengono lesi i loro diritti e opportunità. Una discriminazione delle donne a livello salariale è spesso indice anche di altre disparità, come un accesso a posizioni influenti reso maggiormente difficoltoso. Differenze salariali secondo il sesso Differenza salariale* tra uomini e donne rispetto al salario mensile lordo degli uomini, settore privato 25% 23,8 22,9 20% 21,5 21,5 20,9 19,9 19,4 19,1 18,9 18,4 15% 10% 5% 0% 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 * Valori in base al salario mediano Fonte: UST – Rilevazione della struttura dei salari (RSS) © UST, Neuchâtel 2015 • Complessivamente, tra il 1994 e il 2012 le disparità salariali tra donne e uomini nel settore privato si sono lievemente ridotte. • Nel 2012, nel settore privato le donne guadagnavano mensilmente in media 1236 franchi meno degli uomini, vale a dire circa il 19% in meno. • Tale differenza può essere ricondotta in parte al fatto che le donne eserci- tano più spesso professioni a basso reddito, hanno una formazione meno elevata e dispongono di minore esperienza professionale. • Ma il salario degli uomini rimane mediamente superiore a quello delle donne anche a parità di formazione e di posizione professionale. Secondo le ana- lisi, il 40% della differenza salariale può essere considerata ascrivibile a una discriminazione legata al sesso. 11
Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Capacità di lettura dei giovani Migliorano le capacità di lettura dei giovani Le capacità di assimilare ed elaborare informazioni vanno coltivate, la competitività della Svizzera va preservata e potenziata I giovani che non comprendono affatto testi scritti, o la cui capacità di assi- milarli è insufficiente, spesso mostrano maggiori difficoltà nel gestire cam- biamenti sociali in maniera costruttiva. Ma anche la forza innovativa e la com- petitività dell’economia dipendono dal livello di formazione della popolazione. Competenza in lettura dei quindicenni Quota dei quindicenni che raggiungono almeno il livello di competenza 2 in lettura (su una scala da
Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Indebitamento pubblico Dopo una fase di aumento, il debito pubblico ritorna al di sotto dei livelli del 1992 Il margine di manovra delle future generazioni non va ristretto Si parla di «indebitamento elevato» quando, a causa dei debiti accumulati, uno Stato non riesce più ad ottemperare ai propri compiti centrali o vi rie- sce soltanto limitatamente. Un elevato livello d’indebitamento se da un lato pesa sulla società odierna dall’altro grava anche sulle generazioni future poi- ché il pagamento degli interessi impegna risorse finanziarie non trascurabili. Tasso d’indebitamento delle amministrazioni pubbliche Debito lordo cumulato della Confederazione, dei Cantoni e dei Comuni (senza le assicurazioni sociali) rispetto al prodotto interno lordo 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2013 2013: valore stimato Fonte: AFF – Statistica finanziaria © UST, Neuchâtel 2015 • Negli anni 1990, la quota d’indebitamento pubblico è aumentata consi- derevolmente. Tuttavia, negli ultimi anni è stato possibile ridurre l’indebi- tamento. • Nel 2013, l’indebitamento complessivo di Confederazione, Cantoni e Comuni ammontava a oltre 219 miliardi di franchi. • Più della metà dei debiti sono della Confederazione, quasi un quarto dei Cantoni e circa un quinto dei Comuni. 13
Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Investimenti La quota degli investimenti sul prodotto interno lordo ristagna L’efficienza economica della società va preservata e migliorata Produrre beni e servizi a sufficienza è una premessa indispensabile per un’economia che voglia dirsi competitiva. Indispensabili per tale produzione sono gli investimenti, per esempio in edifici, impianti e mezzi di trasporto. Quota del prodotto interno lordo per gli investimenti Formazione lorda di capitale fisso rispetto al prodotto interno lordo 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 2012 e 2013: provvisorio Fonte: UST – Contabilità nazionale © UST, Neuchâtel 2015 • Dal 1995, la quota degli investimenti sul prodotto interno lordo è rimasta pressoché invariata. • Nel 2013, gli investimenti ammontavano a quasi 144 miliardi di franchi. 14
Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Innovazione e tecnologia Il numero di persone impiegate nella scienza e nella tecnologia aumenta L’efficienza economica della società va preservata e migliorata La ricerca e la tecnologia sono i principali motori dell’innovazione, la quale, a sua volta, costituisce una premessa importante per garantire l’efficienza economica di un Paese sul lungo termine. Disporre di personale specializzato in tale ambito significa anche promuovere la competitività della Svizzera. Risorse umane in scienza e tecnologia (S-T) Quota di persone formate e attive in S-T rispetto alla popolazione attiva occupata 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 Fonte: UST – Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) © UST, Neuchâtel 2015 • Dagli inizi degli anni 1990, la quota di personale formato e attivo nel campo della scienza e della tecnologia sull’insieme degli occupati è cre- sciuta notevolmente. • Nel 2013 erano 1’098’000 le persone formate e attive nel campo della scienza o della tecnologia, vale a dire circa un quarto del totale degli occupati. • Quest’evoluzione mostra la volontà di adattamento della Svizzera alla sem- pre più dinamica competitività internazionale. 15
Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Biodiversità Aumentano le popolazioni di uccelli nidificanti La varietà della natura va preservata La diversità biologica è importante sotto vari aspetti: garantisce per esem- pio non solo l’equilibrio tra ecosistemi ma anche un potenziale di risorse nel campo dei medicamenti. La varietà della flora e della fauna può essere sal- vaguardata soltanto preservando la diversità degli spazi vitali come boschi, prati, superfici coltive. Popolazioni di uccelli nidificanti Evoluzione delle popolazioni di uccelli nidificanti in Svizzera Indice 1990=100 140 120 100 80 60 40 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2013 Uccelli nidificanti regolari (173 specie) di cui su Lista Rossa (41 specie) Fonte: Stazione ornitologica svizzera di Sempach © UST, Neuchâtel 2015 • Se si considerano le 173 specie valutabili sul totale delle 176 specie di uccelli nidificanti regolarmente in Svizzera, negli ultimi 20 anni si nota una tendenza positiva. Il basso valore del 2009 è riconducibile all’inverno 2008–2009 particolarmente rigido. Malgrado l’inverno 2009–2010 nuo- vamente freddo e nevoso, molte specie hanno parzialmente compensato le perdite di effettivi del 2010. • L’andamento delle 41 specie minacciate riportate nella Lista Rossa è segnato da fluttuazioni significative e, nel periodo complessivo, tende al calo. A lungo termine l’andamento degli effettivi delle specie riportate nella Lista Rossa indica il grado di efficacia delle misure intraprese per la protezione delle specie minacciate. • La Lista Rossa contiene le specie in pericolo e le specie rare. Un criterio importante per l’inserimento di una specie nella Lista Rossa è la diminu- zione della sua popolazione. 16
Preservazione del capitale – cosa consegniamo ai nostri figli ? Superfici edificate Le superfici d’insediamento occupate pro capite aumentano Le risorse vitali naturali vanno conservate a lungo termine Il suolo costituisce una delle principali risorse vitali sia per l’uomo che per animali e piante. La costruzione d’insediamenti, di strade e di impianti indu- striali comporta inevitabilmente una perdita di importanti biotopi e di super- fici agricole – processo difficilmente reversibile e pertanto con conseguenze sulle generazioni future. Superfici d’insediamento pro capite Aree edificate, aree industriali, superfici d’insediamento speciali, zone verdi e di riposo nonché superfici del traffico, in m2/abitante 500 400 401 407 387 300 200 100 0 1979/85 1992/97 2004/09 Fonte: UST – Statistica della superificie, STATPOP © UST, Neuchâtel 2015 • Tra gli anni 1980 e la seconda metà degli anni 2000, la superficie edifi- cata pro capite è aumentata di più del 5%. L’espansione complessiva è del 23,4%, il che corrisponde a 584 km2, ovvero un’area equivalente alla superficie del lago Lemano. • Verso la fine degli anni 2000, circa 407 m2 di suolo erano utilizzati come superficie d’insediamento pro capite (dimensione corrispondente alla superficie di circa due campi da tennis). • L’aumento della superficie edificata pro capite è dovuto soprattutto all’uti- lizzo di superfici dedicate all’alloggio sempre più grandi. La superficie abi- tativa è infatti cresciuta del 44% durante il periodo considerato. • Circa la metà delle superfici d’insediamento è coperta da edifici, il 30% è occupato da superfici di trasporto e poco più del 6% è adibito a zone verdi e di riposo. • I risultati per il periodo 2004–2009 mostrano che la crescita delle super- fici d’insediamento è stata meno marcata che in passato. 17
Sganciamento delle risorse – quanto siamo efficienti nel loro sfruttamento ? Trasporto merci Nessun cambiamento significativo dell’intensità del trasporto merci Il carico ambientale dovuto alle sostanze inquinanti va ridotto Un’economia che vuol essere funzionale è legata ineluttabilmente al tra- sporto merci. Tuttavia, il trasporto merci, in particolare quello motorizzato, comporta problemi come rumore, inquinamento e dispendio di risorse. L’obiettivo consiste quindi nel contenere il più possibile il peso del trasporto merci rispetto all’intera produttività economica. Intensità del trasporto merci Prestazioni di trasporto nel traffico merci (strada e ferrovia) in rapporto al PIL ai prezzi dell’anno precedente, anno di riferimento 2005, in tonnellate-chilometro/franchi 0,08 0,07 0,06 0,05 0,04 0,03 0,02 0,01 0,00 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2013 2013: provvisorio Fonti: UST – Statistica dei trasporti; UST, SECO – Contabilità nazionale © UST, Neuchâtel 2015 • Tra la metà degli anni 1990 e la metà degli anni 2000, le prestazioni del trasporto merci sono cresciute maggiormente rispetto all’economia nazio- nale. In altre parole, per ogni franco guadagnato dovevano essere traspor- tati sempre più beni su distanze crescenti. • Dal 2006 l’intensità del trasporto merci tende a diminuire. • Nel 2013, le prestazioni di trasporto merci sulle strade e sulle ferrovie hanno superato i 29 miliardi di tonnellate-chilometro. • Mentre agli inizi degli anni 1970 ancora circa tre quinti del trasporto merci veniva effettuato su rotaia, nel 2013 tale proporzione si era ridotta a due quinti. 18
Sganciamento delle risorse – quanto siamo efficienti nel loro sfruttamento ? Transporto persone La quota dei trasporti pubblici aumenta Il carico ambientale dovuto all’inquinamento deve essere ridotto quanto più possibile La mobilità costituisce un bisogno basilare dell’uomo e al tempo stesso una premessa necessaria per un’economia efficiente. In tale contesto diventa decisiva la scelta dei mezzi di trasporto: spostarsi con i mezzi pubblici, in bicicletta o a piedi non solo è più ecologico, ma è anche salutare. Ripartizione modale del trasporto persone Quota dei trasporti pubblici sul totale del trasporto persone su strada e ferrovia, in % di persone-chilometri 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: UST – Statistica dei trasporti © UST, Neuchâtel 2015 • La quota dei trasporti pubblici sul trasporto totale continua a crescere dal 1998 e nel 2012 ammontava al 20,6%. • Tra il 1998 e il 2012, il numero totale di chilometri percorsi pro capite è aumentato di più del 25%. • La quota delle persone-chilometro del traffico lento (spostamenti in bici- cletta o a piedi) sul traffico totale è del 6,7%. Il mezzo di locomozione di gran lunga più utilizzato per il trasporto persone è quindi l’automobile. 19
Sganciamento delle risorse – quanto siamo efficienti nel loro sfruttamento ? Consumo di energia Cala il consumo di energia pro capite Le risorse rinnovabili e non rinnovabili vanno impiegate con par- simonia L’energia è una risorsa indispensabile al funzionamento della nostra società. La disponibilità di energia e la perennità dell’approvvigionamento vanno per- tanto garantite. Al contempo, la produzione e il consumo di energia, rinno- vabile o non rinnovabile, hanno effetti negativi quali l’emissione di gas serra o di inquinanti atmosferici, la produzione di rifiuti non degradabili o l’impatto esercitato sui corsi d’acqua o sul paesaggio. Consumo di energia Consumo finale di energia pro capite, in chilowattore 40 000 35 000 30 000 25 000 20 000 15 000 10 000 5 000 0 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2013 Fonti: UST – STATPOP; UFE – Statistica globale dell’energia © UST, Neuchâtel 2015 • Il consumo finale di energia pro capite è diminuito dal 1990, ma rimane a un livello molto elevato. • Il consumo annuo raggiunge più di 30’000 chilowattora pro capite, ossia l’equivalente di circa 3600 litri di benzina. • In seguito all’aumento della popolazione, il consumo finale assoluto di energia è aumentato del 12,8% dal 1990. Nel 2013, il consumo totale ammontava a 895’990 terajoule, ossia quasi 29 milioni di m3 di benzina o a quanto possono contenere più di 366’000 vagoni cisterna. 20
Sganciamento delle risorse – quanto siamo efficienti nel loro sfruttamento ? Consumo di materiali Diminuisce l’intensità materiale I flussi di materiali e di energia vanno ottimizzati, le risorse naturali salvaguardate in modo durevole Una dematerializzazione della nostra società e, di conseguenza, una dimi- nuzione delle pressioni ambientali esercitate dalle attività economiche e umane, costituiscono un traguardo importante sulla via dello sviluppo soste- nibile. Il fabbisogno totale di materiale (TMR) di un Paese comprende tutti i flussi diretti in entrata (estrazioni indigene di biomassa e di minerali più le importazioni) e i flussi indiretti (estrazioni indigene non utilizzate e flussi nascosti legati alle importazioni). L’intensità materiale è calcolata dividendo il TMR per il prodotto interno lordo. Intensità materiale Volume totale di materiale che entra nel ciclo economico (TMR) in rapporto al prodotto interno lordo reale (PIL) Indice 1990 = 100 105 100 95 90 85 80 75 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2011 e 2012: provvisorio Fonti: UST – Contabilità ambientale; UST, SECO – Contabilità nazionale © UST, Neuchâtel 2015 • L’intensità materiale della Svizzera ha oscillato tra il 1992 e il 2012 e segue in generale una tendenza al ribasso. • Nel 2012, il fabbisogno totale di materiale era di 331 milioni di tonnellate, ovvero 41 tonnellate pro capite. 21
Che cosa significa «sviluppo sostenibile» ? Il concetto di sviluppo sostenibile nell’accezione impiegata al giorno d’oggi è stato descritto per la prima volta nel 1987 nel Rapporto Brundtland della Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo ed è definito nel modo seguente: «lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni». A questa definizione il Rapporto Brundtland ha aggiunto due elementi fonda- mentali: dare la precedenza ai bisogni essenziali delle persone (in particolare quelle più povere) e tener conto dei limiti di capacità del nostro ambiente. Nel 1992, il Vertice della Terra di Rio ha stabilito le basi per la realizza- zione politica dello sviluppo sostenibile, proponendo l’Agenda 21 (pianifi- cazione delle azioni da intraprendere nel XXI secolo). Nel 2012, alla Con- ferenza Rio+20, si sono rinnovati gli impegni presi vent’anni prima e sono state definite le fasi successive per uno sviluppo sostenibile nel rapporto «The Future We Want». A livello nazionale, nel 1992 la Svizzera si è impegnata a definire e portare avanti una politica di sviluppo sostenibile che, dal 1997, si è concretizzata nella «Strategia per uno sviluppo sostenibile» del Consiglio federale, perio- dicamente aggiornata. L’ultima versione contiene un piano d’azione per la legislatura 2011–2015. Lo sviluppo sostenibile è stato inoltre inserito nella revisione della Costituzione federale del 1999 (art. 2 e 73). Nella politica federale, i tre «pilastri» tradizionali dello sviluppo sostenibile (società, ambiente ed economia), ampiamente utilizzati a partire dal Ver- tice della Terra del 1992, sono stati riformulati in tre obiettivi qualitativi: • la solidarietà sociale; • la responsabilità ecologica; • l’efficienza economica. Questi obiettivi sono interconnessi e possono essere rappresentati mediante tre cerchi che s’intersecano. Le intersezioni tra i cerchi simbolizzano la necessità, per lo sviluppo sostenibile, di conciliare questi tre obiettivi a volte contraddittori. In maniera più ampia, lo schema tridimensionale esprime la sfida che lo sviluppo sostenibile deve affrontare: tenere in considerazione la qualità di vita delle generazioni attuali, la preservazione delle risorse per le generazioni future, i bisogni di equità (intersezioni tra l’obiettivo di soli- darietà sociale e gli altri due obiettivi) e la necessità di impiegare le risorse in modo razionale (intersezione tra l’obiettivo di responsabilità ecologica e quello dell’efficienza economica). Lo schema alla pagina seguente mostra il posizionamento dei 17 indicatori chiave in relazione ai tre obiettivi qualitativi e alle loro intersezioni. 22
Panoramica degli indicatori chiave secondo i tre obiettivi qualitativi Povertà Capacità di lettura dei giovani Sicurezza Salute Solidarietà sociale Disoccupazione Reddito Uguaglianza Aiuto allo sviluppo Trasporto persone Investimenti Superfici edificate Innovazione e tecnologia Biodiversità Indebitamento pubblico Trasporto merci Consumo di materiali Responsabilità Consumo di energia ecologica Efficienza economica 23
Ulteriori informazioni: Per maggiori informazioni su MONET: www.monet.admin.ch • Tutti gli indicatori online. • I 45 principi che indicano la strada da seguire per andare verso uno svi- luppo sostenibile. • Il cruscotto che permette di visualizzare in un batter d’occhio i progressi effettuati nelle dieci sfide chiave della Strategia per uno sviluppo sosteni- bile 2012–2015 del Consiglio federale. Informazioni complete sulla politica in materia di sviluppo sostenibile in Svizzera: www.are.admin.ch/svilupposostenibile Pubblicazioni: UST, ARE, UFAM, DSC: Rapporto sullo sviluppo sostenibile 2012, Neuchâtel 2012 Consiglio federale svizzero: Strategia per uno sviluppo sostenibile 2012–2015, Berna 2012 UST, ARE, UFAM, DSC: Sviluppo sostenibile – Statistica tascabile 2014, Neuchâtel 2014 UST, ARE, UFAM, DSC: Monitoraggio dello sviluppo sostenibile – La Svizzera in un mondo globalizzato, Neuchâtel 2008 Editore: Ufficio federale di statistica (UST) Redazione: 5. edizione; Davide Molinari, Laure Alizée Tallent, UST Grafica/layout: Sezione DIAM, Prepress / Print, UST Illustrazione UST; concezione: Netthoevel & Gaberthüel, Bienne; di copertina: foto: © Anetta – Fotolia.com Traduzioni: Servizi linguistici dell’UST; disponibile in versione PDF o cartacea in tedesco, francese, italiano e inglese Informazioni: Ufficio federale di statistica, Sezione Ambiente, sviluppo sostenibile, territorio, Vincent Willi, tel. 058 467 24 44, monet@bfs.admin.ch Ordinazioni: Numero di ordinazione: 736-1500, gratuito, tel. 058 463 60 60, fax: 058 463 60 61, order@bfs.admin.ch 24
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