LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DI RETI URBANE DI FOGNATURA NERA

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Direzione Ingegneria
              Area Tecnologia dei Materiali - Area Standard Infrastrutture

                 LINEE GUIDA
           PER LA PROGETTAZIONE DI
        RETI URBANE DI FOGNATURA NERA

                                                       Redazione a cura di:
                                                       Ing. Giuseppe De Stefano
                                                       (Responsabile Area Tecnologia Materiali)

VISTO:
Il Responsabile Area Standard Infrastrutture
Ing. Antonio Carbonara

Il Direttore Ingegneria
Ing. Andrea Volpe

                                    Edizione febbraio 2021
Acquedotto Pugliese S.p.A.
 LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE DI RETI URBANE DI FOGNATURA NERA

                                                                             INDICE

1. GENERALITA’ ............................................................................................................................................... 3
2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................................................... 3
3. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO E COSTRUTTIVI ........................................................................... 4
3.1. PORTATE DI PROGETTO ......................................................................................................................... 4
3.2. RUGOSITÀ IDRAULICA ............................................................................................................................ 4
3.3. DIAMETRI E PENDENZE .......................................................................................................................... 4
3.4. POZZETTI PER ISPEZIONE, CONFLUENZA, SALTO, LAVAGGIO ................................................ 5
3.5. TUBAZIONI E RACCORDI ......................................................................................................................... 6
3.6. VERIFICA STATICA E A GALLEGGIAMENTO DELLE CONDOTTE .............................................. 7
3.7. INTERFERENZE CON CONDOTTE IDRICHE ED ALTRI SOTTO-SERVIZI................................... 7
3.8. ATTRAVERSAMENTI FERROVIARI E STRADALI .............................................................................. 8
4. IMPIANTI DI RILANCIO .............................................................................................................................. 8
5. CRITERI DI POSA IN OPERA ...................................................................................................................... 9

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1. GENERALITA’

Nel presente documento vengono indicate le principali linee guida per la progettazione delle reti
urbane di fognatura nera.
Tutti i progettisti devono uniformarsi alle prescrizioni tecniche indicate nel presente documento.
Soluzioni tecniche differenti rispetto allo standard potranno essere prese in considerazione, previa
valutazione e validazione da parte delle Aree tecniche AQP competenti.
Con riferimento alle caratteristiche tecniche dei materiali ed alle specifiche di fornitura e posa in
opera di tubi, raccordi e pozzetti, per quanto non illustrato nella presente linea guida, bisogna far
riferimento ai disciplinari tecnici aziendali ed alle Tabelle del Manuale Tecnico sui Materiali per
Acquedotto e Fognatura in Acquedotto Pugliese.

2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO

Circolare Ministero LL.PP. n.11633 del 07.01.1974: Istruzioni per la progettazione delle fognature
e degli impianti di trattamento delle acque di rifiuto.
Delibera Ministero LL.PP. del 04.02.1977: Norme tecniche generali per la regolamentazione
dell’installazione e dell’esercizio degli impianti di fognatura e depurazione.
Decreto Legislativo 03.04.2006 n.152: Norme in materia di difesa ambientale
Decreto Ministero LL.PP. del 12.12.1985: Norme tecniche relative alle tubazioni
Circolare Ministero LL.PP. n.27291 del 20.02.1986: Istruzioni relative alla normativa per le
tubazioni.
Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia.
Regolamento Regionale del 22.05.2017 n. 13: Disposizioni in materia di reti di fognatura, di
impianti di depurazione delle acque reflue urbane e dei loro scarichi a servizio degli agglomerati
urbani.
UNI EN 295-1: Sistemi di tubazioni di gres per impianti di raccolta e smaltimento di acque reflue -
Parte 1: Requisiti per tubi, elementi complementari e sistemi di giunzione.
UNI EN 10221-1: Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell'acqua, e per
scarico e fognature in pressione - Polietilene (PE) - Parte 1: Generalità.
UNI EN 10221-2: Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell'acqua, e per
scarico e fognature in pressione - Polietilene (PE) - Parte 2: Tubi.
UNI EN 10221-3: Sistemi di tubazioni di materia plastica per la distribuzione dell'acqua, e per
scarico e fognature in pressione - Polietilene (PE) - Parte 3: Raccordi.
UNI EN 13476-2: Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi interrati non in
pressione - Sistemi di tubazioni a parete strutturata di polipropilene (PP).
UNI EN 681-1: Elementi di tenuta in elastomero - Requisiti dei materiali per giunti di tenuta nelle
tubazioni utilizzate per adduzione e scarico dell'acqua - Parte 1: Gomma vulcanizzata.
UNI EN 1610: Costruzione e collaudo di connessioni di scarico e collettori di fognatura
Carta del Servizio Idrico Integrato AQP.

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3. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO E COSTRUTTIVI

3.1. Portate di progetto

Le fognature devono essere dimensionate con adeguato franco di sicurezza, per una portata di punta
che deve tener conto sia dalla portata del corrispondente acquedotto, sia delle eventuali portate
parassite che possono determinarsi a seconda della morfologia del territorio delle condizioni locali
rivenienti dalle modalità costruttive della rete di scolo preesistente. Esclusivamente su impulso del
del gestore del SII potranno essere ricomprese le portate rivenienti da vasche di trattamento di
“acque di prima pioggia” a servizio di reti di fognatura bianca, pubbliche o private. L’eventuale
afflusso in rete nera di acque di prima pioggia deve essere autorizzato dal Gestore (AQP), previa
valutazione di compatibilità, eseguita da Uffici preposti AQP, con il sistema di depurazione (R.R.
26 del 9.12.2013)[LL1][CA2].
La “portata di punta” da utilizzare per il dimensionamento della fognatura nera deve essere
calcolata a partire dalle portate medie. Esse devono essere calcolate tenendo conto delle dotazioni
idriche, rinvenienti dal bilancio idrico [LL3][CA4]indicato nel Piano d’Ambito e dal PTA (la
dotazione da assumere è quella del giorno di massimo consumo). Stabilite le portate medie devono
essere valutati i valori di portata massima e minima. A tale fine, il progettista, previa adeguata
motivazione ovvero eseguendo opportune misure, può considerare coefficienti di punta e di minimo
che tengano conto delle eventuali presenze turistiche stagionali fluttuanti, oltre alla portata
necessaria per lo smaltimento delle portate parassite o acque di prima pioggia se previste.
L’esperienza fa ritenere il coefficiente di punta orario pari a 1,5 e che questo coefficiente vada
moltiplicato per un ulteriore coefficiente pari a 1,5 al fine di considerare che i volumi in fogna
vengono scaricati in un periodo di tempo più piccolo rispetto a quello nel quale gli stessi volumi
vengono distribuiti. Si consiglia pertanto di non assumere valori del coefficiente di punta non
inferiori a 2,25.
Infine, va applicato il “coefficiente di restituzione in fognatura”, che deve essere pari a 0,8.

3.2. Rugosità idraulica

La “rugosità idraulica” o “scabrezza” da porre a base di calcolo deve essere valutata in base ai
seguenti parametri:
• tipologia di materiale interno alla condotta, posto a diretto contatto con il refluo;
• presenza di perdite di carico localizzate (es. gradino presente in prossimità delle giunzioni,
   curve, ecc.);
• accumulo di depositi organici e inorganici, durante il ciclo di vita della condotta;
• invecchiamento della parete interna della condotta, posta a diretto contatto con il refluo.

3.3. Diametri e pendenze

Il diametro nominale da adottare non deve, in nessun caso, essere inferiore a 200 mm, per i tronchi,
e 150 mm per gli allacciamenti di utenza
In ogni caso, la dimensione interna della tubazione deve essere tale da garantire sempre un franco
pari a 0,2 volte il diametro interno.
Le pendenze dei tronchi non devono essere inferiori allo 0,5 %.

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Il regime delle velocità delle acque nelle canalizzazioni deve essere tale da evitare sia la formazione
dei depositi di materiali, che l’abrasione delle superfici interne.
I tempi di permanenza delle acque nelle canalizzazioni, inoltre, non devono dar luogo a fenomeni di
setticizzazione.
Il valore di 0,5 m/s di velocità minima è da non superarsi nel caso di collettori ed emissari. Negli
stessi, inoltre, l’autopulibilità deve essere garantita almeno una volta al giorno, con una velocità
minima di 0,7 m/s, o con una pendenza minima di 1/DN, mai minore dello 0,3 %.
Nel caso non fosse tecnicamente possibile mantenere la predetta velocità o le predette condizioni, in
sede di ‘gestione’ dell’opera, dovranno essere previsti idonei cicli di lavaggio, da eseguirsi (come si
ribadirà al successivo paragrafo 3.4) senza utilizzo di ‘manufatti di lavaggio’ o altri sistemi che
possano mettere in contatto rete idrica e rete fognaria, bensì attraverso i normali pozzetti di
ispezione.
Le pendenze massime ammissibili devono essere individuate in base al valore limite superiore di 4
m/s per la velocità dei reflui, al fine di contenere i fenomeni di abrasione delle tubazioni.

3.4. Pozzetti per ispezione, confluenza, salto, lavaggio

In via generale, nelle reti di fognatura urbana ogni 25 [LL5][CA6]m di condotta saranno
opportunamente previsti pozzetti in calcestruzzo armato, prefabbricati o gettati in opera, quadrati o
circolari (se del caso, anche rettangolari).
Per i collettori possono essere previste, in funzione dei DN, distanza maggiori tra pozzetto e
pozzetto, comunque non superiori a 50 m.
I pozzetti, nella rete fognaria, hanno, principalmente, il compito di consentire il controllo
ravvicinato del piano di scorrimento dei reflui e delle parti di condotta in entrata e in uscita; per
questa funzione peculiare sono definiti, in generale, ‘pozzetti d’ispezione’. I pozzetti di ispezione, a
seconda del numero di tronchi confluenti o delle quote di scorrimento dei tronchi in entrata e in
uscita possono anche avere la funzione di ‘confluenza’ o di ‘salto’; pertanto, possono anche essere
definiti ‘pozzetti di confluenza’ o ‘pozzetti di salto’.
In generale, ai fini della progettazione di una rete funzionale ed efficiente, i pozzetti di ispezione
devono essere previsti:
•   all’inizio di ogni tronco;
•   ad ogni confluenza di una canalizzazione in un’altra;
•   ad ogni variazione planimetrica tra due tronchi rettilinei;
•   ad ogni variazione di livelletta;
•   a monte e a valle di attraversamenti;
•   in ogni caso: ogni 25 [LL7][CA8]m per DN fino a 300 mm; almeno ogni 50 m per DN > 300 mm.
I pozzetti di ispezione devono consentire anche l’importantissima attività di lavaggio interno delle
condotte (soprattutto in caso di ostruzione e, comunque, con cadenza prestabilita, in caso di
condotte con pendenze e velocità di scorrimento esigue, al fine di evitare accumulo di solidi ed
impatti odorigeni eccessivi): a tale scopo, essi devono avere dimensioni tali da consentire il
passaggio di un operatore dotato, ad esempio, di erogatore di acqua ad alta pressione (tipo idro-jet),
preferibilmente alimentato mediante idro-botti, ed anche l’eventuale passaggio di robot per video-
ispezione, nel caso sia necessario indagare e manutenere una tratta di condotta.
Non sono ammessi, nella rete fognaria, “pozzetti di lavaggio” o “pozzetti di cacciata” o
“pozzetti tipo Contarino” o simili.

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Per quanto detto, tutti i pozzetti di ispezione devono avere dimensioni interne minime pari a 1,2 x
1,2 m (se quadrati) o ø 1200 mm (se circolari).
I pozzetti prefabbricati devono essere costituiti da un elemento di fondo (o elemento di base), un
elemento intermedio (o anello di prolunga) e un elemento di copertura (o elemento di chiusura).
Tutti gli elementi dei pozzetti prefabbricati devono essere dotati di marcatura CE.
Il piano di scorrimento dei manufatti deve rispettare la linearità della livelletta della canalizzazione
in uscita dai manufatti stessi. Le platee dei pozzetti di ispezione devono essere sagomate in maniera
tale da avere adeguata pendenza verso il ‘cunicolo’ (zona sagomata per lo scorrimento dei reflui).
Il cunicolo dei pozzetti di ispezione, in caso di manufatto gettato in opera, deve essere realizzato col
sistema del tubo passante lungo la platea, con getto di cls eseguito successivamente per conferire
adeguata pendenza alla stessa platea e sfinestramento finale del tubo. In caso di utilizzo di pozzetto
prefabbricato, il cunicolo è realizzato in fabbrica insieme alla platea, all’interno dell’elemento di
fondo; in tal caso, non va posato un tubo passante, bensì devono essere collegati i tubi - in entrata e
in uscita - con il pozzetto, mediante idonee guarnizioni poste in sedi ricavate nelle pareti
dell’elemento di fondo del manufatto.
I cunicoli dei pozzetti di ispezione di confluenza, di angolo o di incrocio devono essere sagomati in
maniera tale da creare un invito, nel senso dello scorrimento del refluo, ed evitare che il refluo si
spanda sulla platea.
Il fondo dei pozzetti (platea e cunicolo) deve essere rivestito con materiale resistente, soprattutto,
alle aggressioni chimiche e all’abrasione, da arte dei reflui (ad esempio: resina epossidica,
polipropilene, polycrete, vetroresina).
I tronchi in arrivo nei pozzetti di salto devono essere muniti di idoneo pezzo speciale (pezzo a T)
con derivazione verticale in direzione della platea, al fine di favorire il convogliamento dei reflui
sulla platea stessa, evitando così pericolose interferenze con il personale addetto alla manutenzione.
I pozzetti di ispezione devono essere adeguatamente intonacati e sigillati, a garanzia di perfetta
tenuta, con particolare riferimento ai pozzetti ad elementi prefabbricati.
I pozzetti di ispezione devono essere muniti di appositi scalini, conformi alle norme UNI EN 14396
e UNI EN 13598-2, in acciaio con rivestimento in polipropilene con superficie ‘antiscivolo’, e
dotati di gabbia di protezione e barra centrale per attacco di cinghia di sicurezza, qualora ne
ricorrano gli estremi di Legge (profondità dei pozzetti superiori ai 5 m), al fine di rendere possibile
la discesa e la risalita degli operatori in massima sicurezza.
I chiusini di copertura dei pozzetti devono essere in ghisa sferoidale, classe D400 (classe minima
per i chiusini carrabili, secondo UNI EN 124), ed i “passi d’uomo” devono avere una luce netta
minima pari a 600 mm.
Per quanto non riportato nella presente Linea Guida, relativamente ai pozzetti di ispezione, si deve
far riferimento al “Disciplinare di fornitura e posa in opera di pozzetti prefabbricati circolari
monolitici” e al “Disciplinare di fornitura e posa in opera di pozzetti di ispezione in c.a.
prefabbricati a sezione quadrata o rettangolare”.

3.5. Tubazioni e raccordi

Il criterio di scelta dei materiali per tubi e raccordi da adottare per i tronchi della rete urbana, per gli
allacciamenti di utenza e per i collettori esterni, deve tenere nella dovuta considerazione la vita utile
prevedibile per i materiali, la facilità e sicurezza delle successive attività di esercizio e

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manutenzione dell’opera, l’omogeneità ai fini gestionali della parte di rete da ricostruire con la
restante rete fognaria, i costi complessivi dei materiali comprensivi dei costi della posa in opera a
regola d’arte e dei costi delle giunzioni e dei materiali dei giunti.
Le canalizzazioni e le opere d’arte connesse devono resistere alle azioni di tipo fisico, chimico,
biologico, eventualmente provocate dalle acque correnti in esse. Tale resistenza potrà essere
assicurata sia dal materiale costituente le canalizzazioni, che da idonei rivestimenti.
La scelta del tipo di materiale delle canalizzazioni deve essere effettuata sulla base delle
caratteristiche idrauliche, della resistenza statica delle sezioni, nonché in relazione alla tipologia e
alla qualità dei liquami da convogliare.
Acquedotto Pugliese, per la realizzazione di reti fognarie a gravità, predilige l’utilizzo di tubi e
raccordi di Gres Ceramico, conformi alle norme UNI EN 295 e ai disciplinari tecnici AQP.
In casi specifici, quali pose in spazi esigui o in strade non interessate da traffico veicolare è
ammesso l’utilizzo di tubi e raccordi in materiali plastici, ossia PE100-Rc e PPHM, conformi
rispettivamente a UNI EN 12201 (PN6) e UNI EN 13476-2 ed aventi caratteristiche tecniche
secondo i disciplinari tecnici AQP.
Nel caso sia richiesta elevatissima resistenza meccanica (es.: posa in strade con traffico intenso e
pesante, soprattutto ove sia previsto l’utilizzo di grandi diametri; posa con ricoprimenti inferiori a
1,20 m, ove non sia sufficiente posare una soletta in c.a.; posa con ricoprimenti superiori a 6 m, in
alternativa al gres ceramico) è consigliato l’uso di tubi/raccordi di ghisa sferoidale per fognatura,
conformi alla norma UNI EN 598 ed aventi caratteristiche secondo i disciplinari tecnici AQP.
Nel caso di realizzazione di collettori di grande diametro, posti in sede propria e dunque non
interessati da carichi veicolari, è ammesso l’utilizzo di tubi e raccordi in PRFV, conformi alla
norma UNI 9032 ed aventi caratteristiche tecniche secondo i disciplinari tecnici AQP.
Tutte le tubazioni per fognatura devono essere dotate di marcatura CE.

3.6. Verifica statica e a galleggiamento delle condotte

Le canalizzazioni vanno verificate dal punto di vista statico, considerando i carichi esterni
permanenti e accidentali, determinati in base alla profondità di posa, alle principali caratteristiche
geotecniche dei terreni di posa e di ricoprimento, nonché alla tipologia di traffico veicolare
eventualmente presente. Nel caso in cui, a causa dell’esigua profondità di posa (non modificabile
per vincoli esistenti) e/o della presenza di traffico “pesante”, la condotta risulti “non-verificata”, il
progettista deve prevedere idonea soletta in c.a., da posizionare nel pacchetto stradale, al di sotto
degli strati bituminosi.
In presenza di falda, previo idoneo studio delle dinamiche della falda stessa, deve essere eseguita la
verifica a galleggiamento della condotta fognaria. In caso di condotta “non-verificata”, al fine di
garantire il mantenimento della pendenza di progetto per tutto il ciclo di vita dell’opera, devono
essere attuati appositi interventi atti alla stabilizzazione della condotta all’interno della trincea (es.
rivestimento della trincea con “geo-tessuto”, “cavallottamento” della condotta).

3.7. Interferenze con condotte idriche ed altri sotto-servizi

La condotta fognaria deve essere sempre posata ad una profondità superiore rispetto a quella delle
condotte idriche. Deve essere garantita una distanza minima tra generatrice superiore della condotta

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fognaria e generatrice inferiore del tronco idrico pari a 0,4 [LL9][CA10]m ed una distanza orizzontale,
planimetrica, non inferiore a 1 m.
Nei casi in cui non sia possibile garantire quanto sopra prescritto e, comunque, nei casi in cui si
ritenga possano esserci rischi di inquinamento, il progettista deve prevedere idonee opere per la
protezione delle condotte idriche (es. contro-tubo, setti di separazione, impermeabilizzazione delle
trincee).
In caso di interferenza con altri sotto-servizi (condotte per il trasporto del gas, elettrodotti, ecc.),
oltre ad eventuali opere di protezione prescritte nei disciplinari di Acquedotto Pugliese (es.
rivestimenti ‘speciali’ in caso di interferenza tra condotta fognaria metallica ed elettrodotti) devono
essere previsti anche tutti gli accorgimenti tecnici indicati dai Gestori dei suddetti sotto-
servizi[LL11]. In caso di interferenza con altri sotto-servizi, ove possibile, dovrà prevedersi una
distanza della rete dagli stessi di almeno 20 cm, salvo maggiore distanza prevista da norme o
regolamenti.

3.8. Attraversamenti ferroviari e stradali

In caso di attraversamento ferroviario o stradale, devono essere rispettate le norme contenute nel
DM 4 aprile 2014 nonchè tutte le prescrizioni imposte dagli Enti interessati[LL12][CA13], i quali
rilasceranno il nulla-osta all’esecuzione delle opere ed eventualmente, ad esecuzione avvenuta,
apposito certificato di collaudo.
Ad ogni modo, è buona norma, al fine di scongiurare eventuali problematiche di instabilità dei
terrapieni per erosione o imbibizione dei terreni, causate da perdite per rottura della condotta
fognaria, adottare lo schema progettuale tipico degli attraversamenti, che preveda:
• posa di idoneo contro-tubo (o tubo-camicia) in acciaio a protezione della condotta fognaria, per
  tutta la tratta in attraversamento. Il contro-tubo deve essere dimensionato in modo tale da poter
  contenere e far defluire l’intera portata eventualmente dispersa a causa di rottura della condotta
  fognaria. Tra contro-tubo e condotta fognaria devono essere posati idonei distanziatori in
  materiale plastico;
• realizzazione di un pozzetto di ispezione a “monte” dell’attraversamento;
• realizzazione di due pozzetti a “valle” dell’attraversamento, uno di ispezione ed uno “spia” (per
  la verifica visiva di eventuale afflusso d’acqua tra contro-tubo e condotta fognaria, dovuto a
  perdita).
In caso di attraversamento ferroviario, la distanza dei pozzetti, a monte e a valle, dal piano del
“ferro” deve essere pari a circa 10 m; il “tubo camicia” deve essere posato ad una profondità
minima rispetto al piano del “ferro” pari a 2 m.

4. IMPIANTI DI RILANCIO

Nell’ambito delle reti fognarie urbane, nei casi in cui le caratteristiche altimetriche dell’abitato non
consentano, in qualche punto, un idoneo deflusso ‘a gravità’ del refluo, è ammesso l’utilizzo di
piccole stazioni di sollevamento, denominate “impianti di rilancio”, caratterizzate da condotte
prementi di esigua lunghezza e assenza di dispositivi di grigliatura.
Per il ‘rilancio’ in rete fognaria, può essere prevista una di queste due tipologie di impianto:
    impianto di sollevamento fognario ‘tradizionale’, interrato, con portate sino a 20 l/s;

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    impianto di sollevamento fognario di tipo “compatto con dispositivo di separazione e rilancio
    dei solidi”, con portate sino a 15 l/s.
Le caratteristiche tecniche dei suddetti impianti di sollevamento fognario sono dettagliatamente
definite nei documenti aziendali denominati “Disciplina tecnica per la progettazione di ISF
tradizionali interrati” e “Disciplina tecnica per la progettazione di ISF compatti con dispositivo di
separazione e rilancio dei solidi”, ai quali si rimanda per opportuni approfondimenti.

5. CRITERI DI POSA IN OPERA

Per le pose in trincea, le dimensioni della stessa devono coerenti con quanto prescritto nei
disciplinari AQP relativi allo specifico materiale previsto in progetto.
In caso di supposta instabilità delle pareti, vanno previste idonee protezioni degli scavi, secondo
normativa tecnica vigente e secondo normativa vigente in materia di sicurezza in cantiere e sui
luoghi di lavoro.
In caso di presenza di acque di falda, va previsto lo svuotamento dello scavo (soprattutto al fine di
poter effettuare correttamente eventuali saldature all’interno del cavo) attraverso pompe di
aggottamento o tecniche del tipo well-point o altre tecniche idonee allo scopo, secondo le linee di
indirizzo previste dal documento aziendale “Scavi in falda - Cenni di teoria e linee guida
progettuali”.
La posa delle condotte va effettuata su letto di posa, realizzato a regola d’arte e con materiale
idoneo (sabbia o arido di cava), secondo disciplinari tecnici AQP.
Il rinterro in trincea va effettuato a regola d’arte e secondo disciplinari AQP, utilizzando materiale
idoneo ed accuratamente costipato (soprattutto con riferimento al rinfianco in sabbia o materiale
arido di cava), al fine di impedire cedimenti o spostamenti laterali. Per i tubi in materiale plastico
(PE100 oppure PPHM) va previsto, nella fase esecutiva, il controllo sistematico del raggiungimento
del grado di compattazione stabilito in progetto per la collaborazione tra tubazione e terreno di posa
(90% indice Proctor).
Qualora le condizioni del sito di intervento inducano a ritenere che, nel tempo, possa venir meno la
stabilità della trincea, a causa di interferenze con altri sotto-servizi in adiacenza o a causa di
presenza di falda, vanno previste idonee soluzioni per la salvaguardia della trincea medesima (posa
di idoneo geo-tessuto) od il ricorso a tubazioni non flessibili.
Il ricoprimento minimo sulla generatrice superiore delle tubazioni deve essere pari a 1,20 m.
Nel caso non sia possibile garantire ciò, si deve posare in opera idonea soletta in c.a. di protezione o
altro dispositivo di protezione meccanica.
Il ricoprimento massimo da prevedersi al di sopra della generatrice superiore di una tubazione in
materiale plastico non deve superare i 6 m.
Le condotte fognarie ed i pozzetti, se posati a regola d’arte, devono garantire impermeabilità alla
penetrazione di acque dall’esterno ed alla fuoriuscita di liquami dal loro interno, durante le previste
condizioni di esercizio.
L’impermeabilità del sistema fognario (condotte-pozzetti) deve essere attestata, prima del
riempimento definitivo degli scavi, mediante prova idraulica in opera, eseguita mediante prova
idraulica eseguita ad una pressione minima pari a 0,5 bar, secondo le modalità definite dalla norma
UNI EN 1610 e dai disciplinari tecnici AQP di fornitura e posa in opera di tubi e raccordi per
condotte fognarie.

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 Edizione febbraio 2021                                                                Pagina 9 di 9
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