LILIANA SEGRE - a cura della classe 5a B, Liceo scientifico E. Vittorini, Milano a. s. 2019-2020 - Liceo Scientifico Elio Vittorini
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
• L’infanzia interrotta di Liliana… prima della deportazione (A. Aleksov e C. Gallizia) • I rapporti con la madre e il padre (A. Abbate e T. Cislaghi) • La permanenza a San Vittore e la partenza dalla Stazione centrale di Milano (S. Caponpon, N. Pastore e L. Gallizia) • La vita nel lager (L. De Gregorio, S. Guananga, C. Noronha, R. Mignemi, A. Malliani) • La marcia della morte (A. Ravera, F. Bramati) • Il ritorno e la testimonianza (E. Martelli, C. Nonis, L. Bonizzoni) • Liliana oggi: il suo impegno come senatrice e il Memoriale della Shoah (M. Colombo, M. Ferrara, N. Lucchelli)
L’ULTIMA ESTATE FELICE Nell’estate del 1938, a Premeno, la famiglia Segre venne a conoscenza delle leggi razziali.
L’ESPULSIONE DALLA SCUOLA «Quella parola – «espulsa» – pronunciata da mio padre fu per me uno shock. Quando a un bambino si dice «Sei stato espulso da scuola», lui si convince di aver fatto qualcosa di sbagliato: è stato espulso perché ha una colpa».
LE MARCELLINE Venivano organizzate scuole dalle comunità ebraiche «ma mio papà non ne voleva sapere», così «prevalse la proposta di zia Enrica: dovevo essere battezzata, e consigliò a mio padre di iscrivermi all’istituto delle Marcelline». «Era un ambiente affettuoso, nel quale non percepivo un clima di esclusione, un ambiente sereno che contrastava con il mondo fatto di problemi che sentivo o intuivo dentro casa mia».
L’INDIFFERENZA «Era indifferente che trasportassero i deportati che andavano a morire o i vitelli che andavano al macello”.
L’INDIFFERENZA «Da dove sono passati tutti quei convogli?». «Nessuno sapeva?». « Le ferrovie sono state una pedina importantissima dello sterminio».
SFOLLAMENTO A INVERIGO «A Inverigo cominciò la mia nuova vita, una vita da tempo di guerra. Solo allora mi resi conto delle restrizioni che dovevamo affrontare».
IL SIGNOR POZZI Dopo aver fatto i documenti falsi, arrivò il signor Pozzi: «Sono qui per portare via la bambina» - annunciò. A quelle parole mi rivoltai violentemente e cominciai a piangere disperata.
IL SIG. PAOLO CIVELLI Da Ballabio, si trasferì a Castellanza, dall’amico fraterno del padre, Paolo Civelli. «Ogni volta che papà veniva a trovarmi lo tormentavo con la solita richiesta: Papà, andiamo in Svizzera».
«LA SVIZZERA, TERRA DELLA LIBERTÀ» Si unirono due anziani cugini, i Ravenna. Una volta pronti, ci mettemmo nelle mani di persone senza scrupoli, non troppo diverse dagli scafisti di oggi, squallidi figuri che traghettano a mo’ di Caronte gente costretta a fuggire e che lucrano sulla disperazione.
L’ILLUSIONE DELLA SALVEZZA Dopo aver raggiunto il confine, abbandonati dai contrabbandieri in una cava di sassi, arrivarono al paesino di Arzo, nel Canton Ticino. Se penso agli sguardi umani e gentili delle tante persone che oggi accolgono lungo le nostre coste i profughi che attraversano il mare a rischio della vita, mi è ancora più difficile accettare la brutale freddezza che quella coppia di guardie ci riservò. Gelidamente, ci obbligarono a seguirli.
LA CONDANNA DELL’UFFICIALE L’ufficiale del comando di Arzo «in tono carico di disprezzo cominciò a gridare che eravamo degli impostori, che non era vero che in Italia gli ebrei fossero perseguitati». «In realtà, fu lui a condannare a morte tre di noi, sentenza poi eseguita dai nazisti».
LILIANA SEGRE E I RAPPORTI CON I SUOI GENITORI
IL PADRE Liliana vive solo con il padre fin dall’età di un anno, quando perse la madre. «Lui era il centro del mio mondo»
IL PADRE Era molto gelosa di suo padre. Egli, dopo la morte della moglie, dedicava le serate e il tempo libero alla figlia, trascurando completamente quella che era la sua vita. Per il ricordo della moglie ma soprattutto per non arrecare ulteriore dolore alla figlia non «Era mio, doveva essere mio» aveva più cercato una figura femminile.
IL PADRE Vedeva il padre soffrire e questo la sconvolgeva molto. Mentre erano sfollati batteva la testa al muro, dava dei colpi terribili, non sapeva cosa fare. Lilliana provava invano di distrarlo abbracciandolo, «Avrei potuto dir questo, avrei stringendolo e dicendo cose potuto spingere per partir prima» carine.
LA MADRE Era morta a causa di un tumore all’intestino. Liliana provava molta rabbia e rancore nei suoi confronti perché la vedeva come la causa delle sofferenze del padre. «In famiglia mancava una figura femminile giovane che prendesse delle decisioni».
SAN VITTORE «Di quella mattina ricordo l’incolonnamento, i saluti. Fu terribile: uno dei momenti più brutti della mia vita quell’uscita da San Vittore, perché dentro al carcere per lo meno si sapeva che fuori c’era la vita, una vita che si conosceva.» «Per uscire passammo attraverso un altro raggio, i detenuti erano affacciati ai ballatoi e ci gridavano frasi meravigliose: «forza», «coraggio», «non avete fatto niente. […] Saranno stati anche degli assassini, ma erano molto migliori degli assassini in divisa».
STAZIONE CENTRALE «Tutto si era svolto nel buio del sotterraneo della stazione, illuminato da fari potenti nei punti strategici; fra grida, latrati, fischi e violenze terrorizzanti». «Dai vagoni piombati saliva un coro di urla, di richiami, di implorazioni: nessuno ascoltava. Il treno ripartì. Il vagone era fetido e freddo, odore di urina, visi grigi, gambe anchilosate; non avevamo spazio per muoverci».
SILENZIO E RUMORE «Era il silenzio essenziale dei momenti decisivi della vita di ognuno. Poi, poi all’arrivo fu Auschwitz e il rumore assordante e osceno degli assassini intorno a noi.»
LA VITA NEL LAGER
Il «capriccio» dell’Aufseherin «Tutte rasate, e io con i miei capelli. Così, per capriccio, per arbitrio… …tutte mi guardavano» «Tocco, prendo in mano, è un pidocchio, quell’immondo insetto che è il pidocchio e che io non avevo mai visto nella mia vita».
Latino, la lingua che unisce «Vederla entrare è stato come un raggio di sole». «Mea familia pulchra est. Mea patria pulchra est». «Abbiamo continuato a ripetere pochissime frasi, sicuramente sgrammaticate, infinite volte».
Spoliazione della femminilità «Come faremmo quando arriveranno le mestruazioni?... ...ma il problema non si è presentato… …man mano che il corpo perdeva le sue forme originali e si trasformava in uno scheletro di vecchia»
La mancanza di logica «Nel giaciglio in cui dormivamo in cinque o sei, si agitavano gli insetti più schifosi…» «eravamo costrette a ricoprire alla perfezione i nostri giacigli con una coperta che doveva avere la piega…perfettamente geometrica» «Dovevamo marciare cantando. Dovevamo passare Davanti all’orchestrina delle donne violiniste…» «…a quella lì sono piaciuti i miei capelli, poi non mi ha nemmeno più guardata.»
Sognando il cibo «Credono che tra noi prigioniere facessimo discorsi elevati, che analizzassimo la nostra situazione, che cercassimo di capire i meccanismi dell’odio contro gli ebrei, e io mi sono sempre resa conto di deluderli… …nella nostra fantasia creavamo torte ricchissime, piramidi di bignè con la crema, la panna, il cioccolato».
Vita nella fabbrica «Sapevo che andava al gas, e non mi sono neanche voltata a dirle una parola qualsiasi, a salutarla. Sono stata vigliacca…». «Appese alle forche c’erano due ragazze che venivano impiccate da ore, lentissimamente, in modo che i corpi continuassero a fremere, per farle vedere a tutte noi della fabbrica Union».
“LA MARCIA DELLA MORTE”
“MIGLIAIA E MIGLIAIA DI ESSERI STREMATI CHE SI TRASCINAVANO NELLA NEVE COME AUTOMI. LA STRADA DISSEMINATA DI CADAVERI, DONNE, UOMINI MORTI PER LO SFINIMENTO, PER IL FREDDO, O FINITI DAI SOLDATI DELLA SCORTA CON UNA FUCILATA ALLA TESTA. IO NON LI GUARDAVO, ANDAVO AVANTI, UN PASSO DOPO L’ALTRO, COME UBRIACA, PERCHÉ VOLEVO VIVERE, NON VOLEVO MORIRE”. “UNA FOLLIA. ANCHE VOLER VIVERE ERA UNA FOLLIA. AVEVAMO GIÀ PERSO DA MESI I FRENI INIBITORI”.
“HO FATTO LA MARCIA DELLA MORTE SENZA SAPERE DOVE FOSSI. DOPO L’HO VISTA SULLA CARTA GEOGRAFICA, MA ALLORA NON SAPEVO. CAMMINAVO, VEDEVO NOMI CHE NON MI DICEVANO NIENTE, CHE DIMENTICAVO SUBITO DOPO AVER LETTO”. “I MIEI RICORDI SONO VAGHISSIMI … ; ERO CONSCIA SOLO DELLA FATICA TREMENDA, DEI MORTI, DEI COLORI DELLA MARCIA, QUELLO SÌ, MA NON DI DOVE FOSSI, NÉ DI CHI FOSSE CON ME”.
«Il 27 gennaio avevo 13 anni ed ero operaia schiava nella fabbrica di munizioni Union. Di colpo arrivò il comando immediato di cominciare quella che venne chiamata "Marcia della morte". Io non fui liberata il 27 gennaio dall'Armata Rossa, facevo parte di quel gruppo di più di 50 mila prigionieri ancora in vita obbligati a una marcia che durò mesi. Quando parlo nelle scuole dico che ognuno nella vita deve mettere una gamba davanti all'altra, che non si deve mai appoggiare a nessuno perché nella "Marcia della morte" non potevamo appoggiarci al compagno vicino che si trascinava nella neve con i piedi piagati e che veniva finito dalla scorta se fosse caduto. Ucciso. La forza della vita è straordinaria, è questo che dobbiamo trasmettere ai giovani di oggi. Noi non volevamo morire, eravamo pazzamente attaccati alla vita qualunque essa fosse per cui proseguivamo una gamba davanti l'altra, buttandoci nei letamai, mangiando anche la neve che non era sporca di sangue». Dalle parole di Liliana Segre....La forza della vita!
Il ritorno... “I vantaggi erano tantissimi ma la solitudine era maggiore, perché non c’era la condivisione con le altre prigioniere.” “Non avevo nessuno che mi amasse così tanto da dire non ti capisco ma ti accetto come sei, ti amo come sei, sono comunque felice che tu sia qui.” “Tutto un mondo che faceva fatica ad accettarmi. Ero un essere disgraziato che voleva morire, che riteneva una gran disgrazia non essere morta là.”
“Poi invece, piano piano, prima di tutto lo studio, e poi la fortuna immensa di incontrare mio marito...” “Ho avuto la fortuna di diventare mamma, non una ma tre volte. Sono diventata all’apparenza una donna normale, e in fondo anche nella sostanza, perché io mi sento normale.” ...e oggi
Dal bisogno di parlare, al silenzio, alla testimonianza «I primissimi tempi avrei tanto voluto parlarne, ma non trovavo orecchie che mi ascoltassero. Avrei voluto parlare a lungo, per dare sfogo a tutte quelle cose che mi dovevano uscire e che poi non mi sono mai più uscite. Ma ho immediatamente capito che non c’era alternativa al silenzio». « Mi sono preparata, anno dopo anno, elaborando i ricordi, convincendomi che era necessario che diventassi testimone, che compissi il mio dovere nei confronti di quelli che non sono mai potuti tornare a raccontare, prima di diventare troppo vecchia». « È stata Goti a insistere perchè provassi, lei mi ha spinto tantissimo, e infatti dico sempre che lei è stata il mio Virgilio».
La testimonianza nel corso degli anni «All’inizio per me era faticosissimo tirar fuori le parole ed ero piuttosto scoordinata nell’esposizione mi dilungavo molto su dettagli che poi ho smesso di raccontare. Ho un po’ scelto le cose da dire, ho cercato di concentrarmi sulle cose più importanti, su quelle che i ragazzi devono sapere». «Da alcuni anni, quando comincio a parlare sono irrefrenabile, bisogna che a un certo punto mi dica basta, che mi dica adesso sto finendo, adesso ho finito, perchè mi esce come un vomito. Devo però superare l’inizio. Prima di cominciare mi chiedo sempre, ce la farò senza gridare?».
La cristallizzazione della memoria «Sono un po’ ripetitiva, anche se di cose da raccontare ne avrei tantissime, ma non c’è il tempo, perchè già dopo un’ora che parlo i professori si stupiscono che i ragazzi riescano a mantenere l’attenzione così a lungo. Non posso stare lì cinque ore. dovrei saper scrivere ma non ne sono capace». «Il testimone, secondo me, deve essere molto, molto attento a quello che dice, perchè esiste il pericolo, a distanza di tanti anni, di equivocare uno stato d’animo, un frammento di ricordo». «Non lo so, ci sono voluti anni, c’è voluto mio marito, ci sono voluti i miei nipoti, ci sono volute le case intorno a me che mi riscaldano, gli amici, sono dovuta diventare un’altra persona per poter parlare»
Donne e uomini: difficoltà e testimonianze «Una mi raccontava che, tornata a casa, i genitori l’avevano apostrofata: cosa hai fatto, te? Cosa hai fatto per cavartela? Si dava per scontato che la donna fosse andata a letto con tutti, per cavarsela, mentre a nessuno veniva a mente di chiedere ad un uomo se si fosse prostituito, per cavarsela. L’altro sospetto era: sei diventata una Kapo?». «Una grande differenza, probabilmente legata al diverso modo di affrontare l’esperienza della deportazione. Le testimonianze sono diverse perché spesso gli uomini avevano delle chance in più delle donne».
«Monumento alla vergogna» «È un’accusa che parla da sola, perchè di certo io non ho colpa se altri uomini hanno pensato di marchiarci come si fa con le greggi». «Il numero sul braccio è molto pesante da sopportare, però fa talmente parte della mia storia che non potrei rinunciarci».
SENATRICE A VITA Il 19 gennaio 2018, in occasione dell’80° anniversario delle leggi razziali, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nominato Liliana Segre senatrice a vita per "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale". È la quarta donna ad assumere tale incarico.
Il Discorso di Liliana Segre al Senato, 5 giugno 2018 «Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghi senatori, prendendo la parola per la prima volta in quest’aula non possa fare a meno di rivolgere innanzitutto un ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha deciso di ricordare l’ottantesimo anniversario dell’emanazione delle leggi razziali, razziste, del 1938 facendo una scelta sorprendente: nominando quale senatrice a vita una vecchia signora, una persona tra le pochissime ancora viventi in Italia che porta sul braccio il numero di Auschwitz. Porta sul braccio il numero di Auschwitz e ha il compito non solo di ricordare, ma anche di dare, in qualche modo, la parola a coloro che ottant’anni orsono non la ebbero; a quelle migliaia di italiani, 40.000 circa, appartenenti alla piccola minoranza ebraica, che subirono l’umiliazione di essere espulsi dalle scuole, dalle professioni, dalla società, quella persecuzione che preparò la shoah italiana del 1943-1945, che purtroppo fu un crimine anche italiano, del fascismo italiano. Soprattutto, si dovrebbe dare idealmente la parola a quei tanti che, a differenza di me, non sono tornati dai campi di sterminio, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati, che non hanno tomba, che sono cenere nel vento. Salvarli dall’oblio non significa soltanto onorare un debito storico verso quei nostri concittadini di allora, ma anche aiutare gli italiani di oggi a respingere la tentazione dell’indifferenza verso le ingiustizie e le sofferenze che ci circondano. A non anestetizzare le coscienze, a essere più vigili, più avvertiti della responsabilità che ciascuno ha verso gli altri…
Il Discorso di Liliana Segre al Senato, 5 giugno 2018 …In quei campi di sterminio altre minoranze, oltre agli ebrei, vennero annientate. Tra queste voglio ricordare oggi gli appartenenti alle popolazioni rom e sinti, che inizialmente suscitarono la nostra invidia di prigioniere perché nelle loro baracche le famiglie erano lasciate unite; ma presto all’invidia seguì l’orrore, perché una notte furono portati tutti al gas e il giorno dopo in quelle baracche vuote regnava un silenzio spettrale. Per questo accolgo con grande convinzione l’appello che mi ha rivolto oggi su «La Repubblica» il professor Melloni. Mi rifiuto di pensare che oggi la nostra civiltà democratica possa essere sporcata da progetti di leggi speciali contro i popoli nomadi. Se dovesse accadere, mi opporrò con tutte le energie che mi restano. Mi accingo a svolgere il mandato di senatrice ben conscia della mia totale inesperienza politica e confidando molto nella pazienza che tutti loro vorranno usare nei confronti di un’anziana nonna, come sono io. Tenterò di dare un modesto contributo all’attività parlamentare traendo ispirazione da ciò che ho imparato. Ho conosciuto la condizione di clandestina e di richiedente asilo; ho conosciuto il carcere; ho conosciuto il lavoro operaio, essendo stata manodopera schiava minorile in una fabbrica satellite del campo di sterminio. Non avendo mai avuto appartenenze di partito, svolgerò la mia attività di senatrice senza legami di schieramento politico e rispondendo solo alla mia coscienza. Una sola obbedienza mi guiderà: la fedeltà ai vitali principi ed ai programmi avanzatissimi – ancora in larga parte inattuati – dettati dalla Costituzione repubblicana. Con questo spirito, ritengo che la scelta più coerente con le motivazioni della mia nomina a senatrice a vita sia quella di optare oggi per un voto di astensione sulla fiducia al Governo. Valuterò volta per volta le proposte e le scelte del Governo, senza alcun pregiudizio, e mi schiererò pensando all’interesse del popolo italiano e tenendo fede ai valori che mi hanno guidata in tutta la vita».
SENATRICE A VITA Come primo atto legislativo ha proposto l'istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza, approvata con 151 voti e 98 astenuti. «L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza».
IL MEMORIALE DELLA SHOAH
IL MEMORIALE DELLA SHOAH La Fondazione Memoriale della Shoah di Milano è nata con lo scopo di realizzare un luogo di memoria e incontro negli spazi sottostanti alla Stazione Centrale di Milano. L’area dove oggi sorge il Memoriale della Shoah di Milano originariamente era adibita alla movimentazione dei vagoni postali e, tra il 1943 e il 1945, fu il luogo in cui migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci e trasportati ai campi di sterminio e di concentramento o ai campi italiani di raccolta.
Dal discorso di Liliana Segre al Parlamento europeo «Anche oggi fatico a ricordare, ma mi è sembrato un grande dovere accettare questo invito per ricordare il male altrui. Ma anche per ricordare che si può, una gamba davanti all'altra, essere come quella bambina di Terezin che ha disegnato una farfalla gialla che vola sopra i fili spinati. Io non avevo le matite colorate e forse non avevo la fantasia meravigliosa della bambina di Terezin. Che la farfalla gialla voli sempre sopra i fili spinati. Questo è un semplicissimo messaggio da nonna che vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali. Che siano in grado di fare la scelta. E con la loro responsabilità e la loro coscienza, essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati».
E. Mentana – L. Segre, La memoria rende liberi, Rizzoli, Milano 2019 D. Padoan, Come una rana d’inverno, Bompiani, Milano 2004 F. Costantini, I luoghi della memoria ebraica di Milano, Mimesis, Milano 2016 Per la parte relativa a L’infanzia interrotta di Liliana… prima della deportazione Immagine Ballabio: https://www.google.com/url?sa=i&source=images&cd=&ved=2ahUKEwir2u6X35DnAhWFKFAKHUE6DhMQjRx6BAgBEAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.ballabioweb.org%2Fdb _notizie%2Farchivio_news.asp%3Fpage%3D11%26order%3Ddata%255Fnotizia&psig=AOvVaw2O_uU9pLCCYUKu51qHchPs&ust=1579560382778023 immagine Segre e filo spinato: http://www.italiaisraeletoday.it/la-colpa-di-essere-nata/ immagine guardie svizzere: https://www.varesenews.it/2019/10/the-day-we-risked-an-invasion-of-switzerland-from-italy/867499/ immagine pietra d’inciampo: https://www.huffingtonpost.it/entry/ricordare-e-dovere-la-memoria-va-difesa-e-diffusa-la-senatrice-a-vita-liliana-segre-ricorda-il-padre- deportato-ad-auschwitz_it_5cc2cedde4b052ce0b8da186 Immagine La Stampa: http://anpi-lissone.over-blog.com/2018/09/le-leggi-razziali-del-fascismo-e-la-scuola.html Immagine Marcelline: https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_dell%27Istituto_Marcelline_Tommaseo Immagine ferrovia nella nebbia: https://wallhere.com/it/wallpaper/651532 Immagine a Inverigo: https://it.wikipedia.org/wiki/Liliana_Segre#/media/File:Liliana_Segre_1943.jpg
Immagine Ballabio: https://www.google.com/url?sa=i&source=images&cd=&ved=2ahUKEwir2u6X35DnAhWFKFAKHUE6DhMQjRx6BAgBEAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.ballabioweb.org%2Fdb _notizie%2Farchivio_news.asp%3Fpage%3D11%26order%3Ddata%255Fnotizia&psig=AOvVaw2O_uU9pLCCYUKu51qHchPs&ust=1579560382778023 immagine Segre e filo spinato: http://www.italiaisraeletoday.it/la-colpa-di-essere-nata/ immagine guardie svizzere: https://www.varesenews.it/2019/10/the-day-we-risked-an-invasion-of-switzerland-from-italy/867499/ immagine pietra d’inciampo: https://www.huffingtonpost.it/entry/ricordare-e-dovere-la-memoria-va-difesa-e-diffusa-la-senatrice-a-vita-liliana-segre-ricorda-il-padre- deportato-ad-auschwitz_it_5cc2cedde4b052ce0b8da186 Per i rapporti con la madre e il padre http://www.memorialeshoah.it/liliana-segre/ Per la parte relativa alla vita nel lager https://www.ilpost.it/2015/01/27/liberazione-auschwitz/auschwitz-8/ http://asac.labiennale.org/it/documenti/fototeca/sem-ricerca.php?p=1&scheda=39504 https://www.historytoday.com/sites/default/files/period_main.jpg, Auschwitz, Poland, c.1940. US Holocaust Memorial Museum https://collections.ushmm.org/search/catalog/pa14269 PHOTOGRAPH FROM THE SOVIET FILM of the liberation of Auschwitz, taken by the film unit of the First Ukrainian Front https://catalog.archives.gov/id/531271 Starved prisoners, nearly dead from hunger, pose in concentration camp in Ebensee, Austria. (Autore: Arnold E. Samuelson) https://collections.ushmm.org/search/catalog/pa8615 Jewish women from Subcarpathian Rus who have been selected for forced labor at Auschwitz-Birkenau, stand at a roll call in front of the kitchen.
Per la parte relativa a San Vittore e alla partenza dalla stazione centrale https://ildubbio.news/ildubbio/wp-content/uploads/sites/4/2019/11/1683cef5b51515e9ec46aa874507ab5cRaw_0_0-500x273.jpg https://www.dirittiglobali.it/wp-content/uploads/2016/05/carcere-704x400.jpg?x40542 https://www.ilmilaneseimbruttito.com/wp-content/uploads/2017/09/Milano-stazione-centrale.jpg https://www.milanoevents.it/wp-content/uploads/2019/08/stazione-centrale-milano-antique. https://www-tastingtheworld-it.cdn.ampproject.org/i/s/www.tastingtheworld.it/wp-content/uploads/2018/01/museo-shoah-milano-binario-21_.jpg https://cdn-static.dagospia.com/img/patch/04-2014/auschwitz-dbdbdsnf-320166.jpg https://www-ilpost-it.cdn.ampproject.org/i/s/www.ilpost.it/wp-content/uploads/2018/10/binario-21.jpg http://www.viaggio-in-germania.de/auschwitz.jpg Per la parte relativa alla marcia della morte https://wellentheorie.wordpress.com/2014/04/27/56-marce-della-morte-e-massacro-di-palmnicken/amp/ http://www.lanzone.it/Shoah/Schede/march.htm Per la parte relativa al ritorno e alla testimonianza https://www.manifestosardo.org/wp-content/uploads/2018/01/450x338xLiliana-Segre.jpg.pagespeed.ic.pJh3drY5Z-.jpg http://digital-library.cdec.it/cdec-web/fotografico/detail/IT-CDEC-FT0001-0000053631/s-caterina-valfurva-famiglia-segre.html http://digital-library.cdec.it/cdec-web/fotografico/detail/IT-CDEC-FT0001-0000054617/milano-fiera-liliana-segre-e-alfredo-foligno.html http://digital-library.cdec.it/cdec-web/imageViewPort/fotografico/1024?nomeImg=/IT/CDEC/FT0001/0000054601/IT.CDEC.FT0001.0000054601.0038.jpg http://liberastampa.net/wp-content/uploads/2018/01/Liliana-Segre-1068x713.jpg http://images.corriereobjects.it/Media/Foto/2012/08/13/liliana-segre_interna--180x140.jpg https://michelbotman.files.wordpress.com/2013/02/2013_02_10_kleinberg-holocaust-survivors_img_9613.jpg
Per la parte su: Liliana oggi: il suo impegno come senatrice e il Memoriale della Shoah https://www.tastingtheworld.it/wp-content/uploads/2018/01/museo-shoah-milano-binario-21_.jpg https://www.lorenzotaccioli.it/wp-content/uploads/2018/05/Fine-del-Binario-21-Area-di-Sollevamento-dei-Vagoni-pieni-di-Persone.jpg http://www.cittadellaspezia.com/foto/2018/01/26/m0c5f2o1.jpg https://www.tastingtheworld.it/wp-content/uploads/2018/01/memoriale-shoah-milano-esterno-stazione-centrale.jpg http://www.progettomemoria.info/il-discorso-della-sen-liliana-segre-al-senato-5-giugno-2018/ https://pbs.twimg.com/media/EPem7NrX0AILyEh.png:large Per approfondire https://www.youtube.com/watch?v=21JIIm5bcE0&feature=youtu.be Per il disegno di legge n. 362, Istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/338344.pdf https://www.repubblica.it/politica/2020/01/29/news/siate_farfalle_che_volano_sopra_i_fili_spinati-247109535/?refresh_ce
Puoi anche leggere