Lezione 3 : l'osservazione moderna del cosmo - Docente: Luigi Borghi 10/04/2018 - Il COSMo.
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Intanto nel continente americano, precisamente nel centro America, fiorivano le culture dei Maya che si distinsero anch'essi nello studio dell'astronomia, prova ne sono gli enormi monumenti ed edifici adibiti all'osservazione, che gli studiosi hanno scoperto avere allineamenti astronomici. Elaborarono inoltre un calendario basato sul Sole e sul pianeta Venere, ed eccelsero nelle predizioni dei fenomeni celesti.
Ciò che vediamo noi ora, guardando in cielo in una notte serena, è del tutto simile (ma non uguale) a ciò che vedeva Platone, Aristotele, Aristarco, Eratostene, Tolomeo, fino a Copernico, Keplero e Galileo. Un cielo pieno di stelle che rappresentavano una volta semisferica fatta apposta per noi umani. C’erano però dei grattacapi che hanno richiesto delle menti eccelse per essere risolti: quelli che oggi noi chiamiamo pianeti. Vedi retrogradazione animazione.
Per orientarsi ci si avvale innanzitutto dei 4 punti cardinali (Nord, Sud, Est ed Ovest) che è possibile individuare partendo dalla stella polare per poi tracciare la verticale sull'orizzonte sino ad intersecarlo in un punto che indicherà il polo Nord, alla cui destra a 90° troveremo l'Est ed alla sinistra, sempre a 90°, l'Ovest. Dalla parte opposta invece a 180° il Sud.
In alternativa è possibile osservare anche il tragitto apparente del Sole che passando al meridiano, approssimativamente a mezzogiorno del tempo civile, raggiunge la sua massima altezza sull'orizzonte proiettando quindi le ombre in direzione del Nord. Esso inoltre sorge e tramonta in due punti opposti i quali coincideranno rispettivamente con l'Est e l'Ovest all'epoca degli equinozi, all'incirca il 21 Marzo ed il 23 Settembre.
La sfera celeste è però osservabile da un qualsiasi punto della superficie terrestre solo per metà essendo l'altra occultatata dal piano tangente al luogo d'osservazione l'orizzonte. Le traiettorie stellari appaiono infatti come due semicerchi situati uno sopra e l'altro sotto l'orizzonte per cui i punti di massima e minima altezza del percorso giornaliero di ogni stella vengono rispettivamente chiamati culminazione superiore e culminazione inferiore. Fanno eccezione le cosiddette stelle circumpolari che descrivendo dei cerchi completi attorno ai poli celesti non sorgono e non tramontano mai rimanendo sempre al di sopra dell'orizzonte fra il polo celeste visibile ed il cerchio di perpetua apparizione il quale dista dallo stesso polo di un angolo pari alla latitudine geografica del posto d'osservazione. Viceversa, le stelle distanti di un angolo di pari entità dall'altro polo celeste, quello invisibile, perchè sotto l'orizzonte, saranno occultate da quest'ultimo e delimitate quindi dal cerchio di perpetua occultazione. Vedi filmato: volta celeste
Filmato: precessione Lo zodiaco rappresentato in un mosaico del VI secolo nella sinagoga di Beit Alfa, oggi in Israele
Cambiamento del polo nord celeste che si verifica nel corso di un anno platonico (25.800 anni) in seguito a un ciclo completo della precessione degli equinozi. i momenti degli Equinozi si spostano ogni anno di 50 secondi d'arco verso Ovest, ossia verso la costellazione precedente dello Zodiaco. Lo spostamento delle costellazioni fu documentato per la prima volta da Ipparco nel 120 a.C. circa e solo nel 1687 si trovò la Vega spiegazione grazie a Isaac Newton.
Il Sole I pianeti I nani Il nostro sistema è singolare o è comune nella nostra galassia? 10/04/2018 13
Con i primi anni del Novecento arrivarono altre grandi scoperte. La prima di esse fu la teoria della relatività speciale di A. Einstein del 1905, seguita poi da quella generale del 1916, che ribaltava, dopo appena tre secoli, tutte le teorie galileiane e newtoniane sullo spazio ed il tempo assoluto. Nel 1908 Mis Henrietta Leavitt scopriva le Cefeidi, mentre nel 1910 due astronomi elaborarono indipendentemente il diagramma sull'evoluzione stellare che porta il loro nome: Hertzsprung-Russel. (HR) Il terzo decennio del XX° secolo è segnato invece dalla nascita della cosmologia alla quale contribuì E. Hubble che dimostrò l'esistenza delle galassie (1923) elaborando la legge sul loro allontanamento e quindi sull'espansione dell'universo (1929).
Le stelle sono talmente lontane che, a differenza dei pianeti, sembrano non muoversi. Tuttavia, facendo misure molto precise nel corso degli anni, si è trovato che tutte si muovono lentamente attraverso il cielo. Questo movimento è chiamato "moto proprio" e si misura in secondi d'arco all'anno. Il moto proprio delle stelle
Il moto proprio delle stelle Barnard's Star, showing position every 5 years 1985–2005. Proper motion of 61 Cygni in one year intervals. 17 10/04/2018
Nel sistema equatoriale una stella è caratterizzata da ascensione retta e declinazione. L’ascensione retta è la distanza angolare della stella da un punto particolare della sfera celeste, chiamato “punto gamma” (equinozio di primavera). Il punto gamma è l’intersezione dell’equatore celeste con l’eclittica (il percorso del Sole e dei pianeti in cielo, ovvero la proiezione del piano del Sistema Solare). La declinazione è misurata dall’equatore celeste.
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Hipparcos, acronimo di High Precision Parallax Collecting Satellite. la prima missione spaziale dedicata all'astrometria, accettata nel programma scientifico dell'Agenzia Spaziale Europea ESA nel 1980. Il satellite è stato utilizzato per misurare la distanza ed il moto proprio di 2 milioni e mezzo di stelle, situate fino a 150 parsec (circa 400 anni luce) di distanza, raccolte nel Catalogo Tycho. Il programma di lavoro di Hipparcos, era di misurare i parametri astrometrici con una precisione da 2 a 4 milli- arcosecondi- I dati rilevati sono nel Millennium Star Atlas. 20
GAIA è stata lanciata lo scorso 19 dicembre 2013 e sta orbitando attorno al punto lagrangiano L2, a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Ha il compito di misurare distanza, moto proprio, posizione e composizione di un miliardo di stelle della via Lattea (poco meno del 1% del totale).
Ha diversi strumenti per consentirgli di raggiungere l’obiettivo, tra cui due telescopi a 90° i cui risultati verranno comparati ed un CCD da 1 gigapixel per la memorizzazione dell’immagine. I dati andrannoad arriccire ed aggiornare i mappali già iniziati da Hipparcos e cosituiranno la base per una mappa 3D della nostra galassia.
Velocità della luce nel vuoto 299.792 km/sec Pari a: 1.079.252.849 Km/h ANNO/LUCE (L/Y) 9.454 MLD di km Unità di misura usata dagli Anni/luce astronomi: Parsec (pc) 3,26 (L/Y) Parsec (Arco di cerchio di 1 sec per 1 AU) 30.820 MLD di km Distanza Terra - Sole 8 Minuti/luce Distanza Terra – Sole; detta Astro Unit (AU) 149 MIL di km Distanza Terra - Luna 380.000 km Diametro Via Lattea 25 Kpc Diametro del BULGE della Via Lattea 1 Kpc 23 10/04/2018 Distanza di - M31 (Andromeda) 2,11 MIL L/Y
Nell.agosto del 1595 un pastore luterano di nome D. Fabricius osservava la stella Ceti. Notò che questa stella nel corso dei mesi perdeva sempre più luminosità, fintanto che non la vide più risplendere in cielo. Passarono diversi mesi e piano piano la stella tornò a brillare nel cielo. Questo evento allora reputato miracoloso valse alla stella l’appellativo di ”Meravigliosa”, o Mira, in latino. Mira Ceti continuava nel suo ritmico affievolirsi e ri-illuminarsi, e nel 1660 si fu in grado di stabilire che questo ciclo poteva essere stimato di 11 mesi. Ai giorni nostri conosciamo circa 20.000 stelle pulsanti, con periodi che vanno da 1 a 50 giorni, e di queste più del 10% furono scoperte nella grande nube di Magellano da una donna, H. Leavitt, che lavorava per C. Pickering. dimostrò che le Cefeidi classiche hanno una La Leavitt correlazione tra la magnitudine assoluta e il periodo di pulsazione. Poiché tutte le stelle della Grande Nube di Magellano si trovano approssimativamente alla stessa distanza da noi (circa 60 kpc ), le differenze nelle loro magnitudini apparenti devono essere uguali alle differenze delle loro magnitudini assolute. 24
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Harvard College Observatory, guidato da Edward Charles Pickering.
I due grafici che esprimono la legge empirica scoperta da Henrietta Swan Leavitt, tratti dalla circolare dell'Osservatorio di Harvard del 1912. Il grafico a sinistra mette in relazione la magnitudine delle variabili osservate nella Piccola Nube di Magellano con il periodo in giorni del loro ciclo di variazione. Il grafico a destra mostra la medesima relazione tra luminosità e periodo, ma rapporta le magnitudini ai logaritmi dei periodi. Cortesia: Harvard College Observatory Circular, vol. 173, pp.1-3, 1912.
L'esplosione è stata scoperta il 21 gennaio 2014, designata SN2014J, è avvenuta nella galassia M82 che si trova a circa 12 milioni di anni luce lontano.
Lo spettro visibile dall’occhio: Da 400 e 700 nanometri (nm). Da 790 e i 400 terahertz (THz). 29
Stella con temperatura superficiale pari a 6000 K: il grafico a destra rappresenta lo spettro dello stella, cioè la distribuzione di energia alle varie lunghezze d’onda. La linea continua rossa è la funziona di Planck per un corpo nero di temperatura analoga. Il massimo di emissione di energia si ha a 4800 Å. La stella in questo esempio è molto simile al Sole.
Nel metodo spettroscopico (introdotto da G. R. Kirchhoff) la luce dell'oggetto celeste viene analizzata con uno spettroscopio. Si ottengono così informazioni circa la presenza di determinati elementi atomici o molecolari, le abbondanze e lo stato degli stessi elementi, lo stato di moto (in senso radiale rispetto alla Terra) dell'oggetto celeste, il suo stato fisico, nonché, con semplice derivazione, la massa, la luminosità e le dimensioni, quindi la magnitudine assoluta. Confrontandola con quella apparente si ottiene la distanza. Da uno studio comparato di più oggetti (stelle in particolare) si può dedurre infine una legge evolutiva. 31
Azoto (Nitrogen) Ferro 32
Il fisico e matematico austriaco C. J. Doppler (1842), mentre si stava interessando ai movimenti delle stelle e di altri corpi celesti analizzando i colori a la luce da loro emessa, fece un'osservazione a dir poco sconcertante: scoprì che quando una stella si allontana dalla Terra, la lunghezza d'onda della sua luce aumenta, mentre la frequenza diminuisce e la luce sui sposta verso il rosso(“redshift”), mentre l'inverso si verifica quando la stella si avvicina alla Terra e il colore si sposta verso il blu (“blueshift”). Questo effetto ha molta importanza in astronomia perchè permette di misurare la velocità con cui una stella o una galassia avvicinano o si allontanano da noi 33
Una candela standard è un oggetto astronomico che ha una luminosità conosciuta. Conoscere la luminosità di un oggetto è fondamentale per poter trovare le distanze degli oggetti nell'astronomia extragalattica. Confrontando questa luminosità conosciuta con la luminosità osservata, la distanza dell'oggetto può essere facilmente calcolata. Al momento, gli oggetti migliori per le distanze più grandi sono le supernovae di tipo Ia, che hanno una luminosità massima ben determinata, e sono visibili a miliardi di anni luce di distanza, ma sono purtroppo relativamente rare. Sono anche usate come candele standard i Gamma Ray Burst (esplosioni termonucleari sulla superficie di una stella di neutroni) La luminosità di picco in raggi X dovrebbe corrispondere al limite di Eddington, che può essere calcolato se la massa della stella di neutroni è conosciuta (si usa in genere un valore di 1,5 masse solari). Questo metodo permette di misurare (con qualche incertezza) le distanze di alcune binarie a raggi X di piccola massa, che sono estremamente deboli in ottico e di difficile misurazione.
Sintesi dei metodi di misura della distanza delle stelle e delle galassie-
La radioastronomia è lo studio dei fenomeni celesti attraverso la misura delle caratteristiche onde radio emesse da processi fisici che avvengono nello spazio. Le onde radio sono molto più lunghe della luce e, data la debolezza dei segnali astronomici, occorrono grosse antenne, dette radiotelescopi. La radioastronomia è un campo relativamente nuovo della ricerca astronomica 36
Fig. 1: La radiazione elettromagnetica proveniente da un oggetto celeste viene riflessa nel fuoco primario (a sinistra); se in questo fuoco viene posto un secondo "specchio" la radiazione giunge nel fuoco secondario (a destra), dove è più semplice collocare gli strumenti per rivelarla. Mappa dell'idrogeno neutro presente della nostra galassia, la Via Lattea, ricostruita con osservazioni radio sintonizzate sulla frequenza di 1.4 GHz 37
L’interferometria 38
L'Interferome tro USA è formato da 27 antenne poste su 3 bracci a forma di Y, la cui massima estensione è 35 km. La Risoluzione Angolare è 1“ (Credits: NRAO) 39
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http://video.repubblica.it/tecno-e-scienze/cina--si-accende--il- radiotelescopio-piu-grande-del-mondo/252786/252981
l'antenna orbitante del diametro di 10m denominata Spektr-R che fa parte del progetto russo RadioAstron. (Baykonur, 18 July 2011) Perigeo 10.000 km Apogeo 330.000 km Inizio osservazione: metà 2013 42
Intervallo
Monte Palomar.
https://youtu.be/ Località: 9PS4BQdvY6I Cerro Armazones, una montagna del Cile Questo schema mostra il nuovo sistema ottico da cinque specchi dell’ELT . La luce viene riflessa innanzitutto dal gigantesco specchio primario, concavo e segmentato, da 39 metri di diametro (M1), poi rimbalza su due altri specchi di 4 metri, uno convesso (M2) e uno concavo (M3). I due specchi finali (M4 e M5) formano un sistema adattivo autonomo che permette di produrre immagini sorprendentemente nitide sul piano focale. Crediti: ESO.
Filmato Hubble Ente NASA ed ESA Lancio 24 aprile 1990 Durata~24 anni Orbita circolare Periodo orbitale 96 m Altezza orbita 560 km Massa 11 t Riflettore ⌀ 2,4 m
Il telescopio spaziale Hubble fu progettato per liberare gli astronomi da quel limite che li ha afflitti fin dai tempi di Galileo: l'atmosfera terrestre. Sacche d'aria instabili nell'atmosfera bloccano e distorcono la luce, limitando anche il campo visivo dello strumento di osservazione più potente sul suolo terrestre. I telescopi orbitanti sono come degli occhi nel cielo che permettono agli astronomi di sbirciare più lontano nell'universo e vedere il cosmo con più nitidezza. Gli scienziati cominciarono a sognare un telescopio del genere già negli anni '40, ma ci vollero più di quattro decenni per realizzare quel sogno grazie al telescopio spaziale Hubble. Quando il telescopio divenne finalmente operativo nel 1990, cominciò a trasmettere immagini senza precedenti anche se difettose. Nel dicembre del 1993, gli astronauti dello Space Shuttle Endeavour eseguirono ben 5 passeggiate nello spazio per riparare il telescopio in orbita a circa 569 chilometri dalla Terra. Le riparazioni andarono a buon fine e Hubble cominciò a trasmetterci immagini cristalline.
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Solar Probe Plus Avvicinarsi al Sole fin quasi a (Parker Solar Probe) sfiorarlo: ecco la nuova sfida della NASA, che con la sua missione Solar Probe Plus tenterà un’impresa immaginata circa tre millenni fa già dalla mitologia greca. La NASA ha iniziato una serie di test del Solar Probe Plus in parallelo alla costruzione della sonda, il cui lancio è previsto per l’estate del 2018. La sua resistenza è garantita da uno scudo in carbonio spesso 114 centimetri che la proteggerà dai quasi 1.400 gradi centigradi emanati dalla superficie del Sole. 10/04/2018 53
Ben 24 orbite sono previste dal lancio della navicella fino al raggiungimento della sua posizione finale. Utilizzerà 7 flyby su Venere, fino a raggiungere le ultime tre orbite che porteranno la sonda a circa 6 milioni di chilometri dalla superficie del Sole. 7 volte più vicino qualunque navicella prima d’ora Il calore verrà percepito oltre 500 volte in più rispetto alla Terra. La missione contribuirà alla nostra capacità di prevedere grandi eventi atmosferici sulla Terra. Traccerà il flusso di energia prodotto dalla corona. Questa missione è un traguardo a cui gli astronomi puntano da circa 60 anni, e che presto aprirà una nuova finestra sulla comprensione dei bollenti flussi solari.
Onde radio: RadioAstron 2010 Microonde: WMAP 2001 Infrarossi: Herschel Space Observatory 2009 Visibile: Hubble: Kepler, Ipparcos, ecc. Ultravioletto: Cosmic Hot Interstellar Spectrometer (CHIPS) 2003 Raggi X: Chandra Xray Observatory 1999; Astrosat 2009; Nuclear Spectroscopic Telescope Array (NuSTAR) 2011 Raggi Gamma: Swift Gamma Ray Burst Explorer 2004 Rivelatori di particelle: Pamela 2006 Onde gravitazionali : Laser Interferometer Space Antenna (2018)
Adalberto Giazotto, detto “Otto” della università di Pisa, negli anni 80, inventò il sensore che lo scorso anno per la prima volta catturò le onde gravitazionali. Passo anni a studiare i pendoli multipli. L’obiettivo era quello di realizzare un sensore di spazio che avesso una buona sensibilità almeno fino a pochi Herz. La sua idena inizialmente ritenuta “fuori di testa” venne poi applicata sial al Virgo di Cascina di pisa che ai due negli USA di Linvingston e Hanford, gestiti da Rainer Weiss e Kip Thorne, che poi ebbero la fortuna di essere accesi, dopo il potenziamento, giusto un giorno prima della GW150914. In realtà l’impulso decisivo alla sensibilità dello strumento fu dato da Ron Drever che si inventò il riciclaggio (100 volte) del laser per aumentare il cammino ottico della luce. (da 8 a 800 km).
(in inglese): https://youtu.be/n5Ycv2yYN G8 commento di un ricercatore italiano. https://youtu.be/_UAL5bTq7f 0 Le onde gravitazionali sono state captate dai sensori di entrambe le antenne LIGO, localizzate a Livingston, in Louisiana, e Hanford, Washington. LIGO è finanziato dalla National Science Foundation (NSF) e sono stati concepiti, dal California Institute of Technology (Caltech) e dal Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Nella foto a fianco (Credit: LIGO), le due ronde rilevate a Livingtston ed a Hanford, poi sovrapposte senza il ritardo di 7 ms. tra la prima e la seconda. https://youtu.be/9IdVyA rDlZ4 Mentre LIGO ha “ascoltato” la collisione, Fermi – sempre che i suoi dati non mentano – ne ha osservato il bagliore a raggi gamma e raggi X.
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Il 16 Febbraio 2016 la missione americana LISA Pathfinder ha rilasciato i suoi due cubetti di oro e platino nel vuoto. L'accuratezza richiesta e' dell'ordine del millionesimo di micron (10-12m). http://www.esa.int/spaceinvideos/Videos/2015/07/Inside_LISA_Pathfinder 62
LISA (acronimo per Laser Interferometer Space Antenna) è una missione spaziale attualmente in fase di progetto presso l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), come parte del suo progetto ESA Horizon 2000. La data di lancio è prevista per il 2034[1] con una vita operativa di cinque anni. ESA progetterà le sonde mentre NASA fornirà il lanciatore per metterle in orbita. Il 3 dicembre 2015 è stato lanciato (grazie anche al contributo dell'Agenzia Spaziale Italiana ASI) il satellite dell'ESA LISA Pathfinder che contribuirà a testare le tecnologie che verranno poi utilizzate nei 3 satelliti LISA. Video: https://youtu.be/gxkBICoc5dc
La New Horizons è una sonda spaziale sviluppata dalla NASA per l'esplorazione del pianeta nano Plutone e del suo satellite Caronte. Successivamente la missione prevede che la sonda continui lungo la fascia di Kuiper per inviare dati alla Terra sulla fascia. La sonda è stata lanciata il 19 10/04/2018 65 gennaio 2006
Voyager 1 della NASA, ha incontrato una regione di spazio dove l'intensità delle particelle cariche provenienti dall'esterno del Sistema Solare stanno aumentando in modo marcato. I dati, che impiegano ora 16 ore e 38 minuti per percorrere i 17,8 miliardi di km che separano il Voygaer dalle antenne del Deep Space Network della NASA sulla Terra, segnalano il numero di particelle cariche misurate dai due telescopi per le alte energie che si trovano a bordo della sonda lanciata 34 anni fa. Queste particelle energetiche sono generate quando le stelle nelle nostre vicinanze diventano supernove. "Da gennaio 2009 a gennaio 2012, abbiamo riscontrato un graduale aumento di circa il 25% nel numero dei raggi cosmici galattici che il Voyager sta incontrando," dice Stone. "Più recentemente abbiamo visto una rapida escalation in quella parte dello spettro energetico. Ad iniziare dal 7 maggio il raggi cosmici che colpiscono la sonda sono aumentati del 5% in una settimana e del 9% in un mese."
Deep Impact è una sonda spaziale della NASA progettata per studiare la composizione dell'interno di una cometa, lanciata il 12 gennaio 2005. Il 4 luglio 2005 una parte della sonda ha impattato con successo il nucleo della cometa Tempel 1, con una velocità relativa di 37.000 km/h. Il proiettile aveva una massa di 370 chilogrammi. Portò alla luce i detriti provenienti dall'interno del nucleo. Qualche minuto dopo l'impatto, la sonda flyby ha oltrepassato il nucleo a una distanza di 500 km, scattando immagini del cratere, della materia fuoriuscita e dell'intero nucleo della cometa. L'intero evento è stato anche fotografato dai telescopi a terra e dagli osservatori spaziali, come il telescopio spaziale Hubble, il Chandra, lo Spitzer e l'XMM-Newton. Inoltre, l'impatto è stato osservato dalle fotocamere e dagli spettroscopi della sonda europea Rosetta, che si trovava a circa 80 milioni di km dalla cometa al momento dell'impatto. Filmato deep impact
lanciata dalla NASA il 7 febbraio 1999; durante la missione la sonda ha raccolto dallo spazio alcune molecole e frammenti provenienti dalla cometa Wild 2, grazie ad uno speciale materiale a bassissima densità chiamato aerogel, e ha anche incontrato la Cometa Tempel 1 il 14 febbraio 2011. La missione è terminata il 24 marzo 2011, quando la sonda ha esaurito tutto il combustibile. Questi campioni sono stati quindi inviati a terra per mezzo di una speciale capsula, atterrata il 15 gennaio 2006 e portata nel Johnson Space Center.
Primo sorvolo della Terra (marzo 2005) Sorvolo di Marte (febbraio 2007) Secondo sorvolo della Terra (novembre 2007) Sorvolo dell'asteroide 2867 Šteins (5 settembre 2008) Terzo sorvolo della Terra (novembre 2009) Sorvolo dell'asteroide 21 Lutetia (10 luglio 2010) Ibernazione nello spazio profondo (luglio 2011 - gennaio 2014) Avvicinamento alla cometa 67P/Churyumov- Gerasimenko (gennaio-maggio 2014) Mappatura della cometa / caratterizzazione (agosto 2014) Atterraggio sulla cometa (novembre 2014) Inseguimento della cometa intorno al Sole (novembre 2014 - dicembre 2015).
Filmato Rosetta Rosetta è una missione sviluppata dall'Agenzia Spaziale Europea e lanciata nel 2004. L'obiettivo della missione è lo studio della cometa 67P/Churyumov- Gerasimenko. La missione è formata di due elementi: la sonda vera e propria e il lander Philae. 10/04/2018 73
la roccia sotto la quale si è fermato Philae – Photo: ESA/Rosetta/CIVA
15 gennaio 2015: Si sta avvicinando sempre più al Sole.
La Missione Dawn è una sonda senza equipaggio sviluppata dalla NASA per raggiungere ed esaminare il pianeta nano Cerere e l'asteroideVesta. Dawn è stata lanciata il 27 settembre 2007. Dawn è la prima sonda che ha orbitato intorno a due diversi corpi celesti. Molte altre sonde hanno effettuato flyby di più di un pianeta, come ad esempio la sonda Galileo, (Venere/Luna/Giove) e la missione spaziale Cassini-Huygens (Saturno e Titano). Dawn, invece, per la prima volta nella storia dell'astronautica, è entrata in orbita intorno ad entrambi gli asteroidi che ha come target, prima Vesta e poi Cerere.
Vesta è un grande asteroide della Fascia principale, il secondo pianetino più massivo della fascia di asteroidi, con un diametro medio pari a circa 530 Km e una massa stimata pari al 12% di quella dell'intera fascia. Le sue dimensioni e la sua superficie insolitamente brillante fanno di Vesta l'asteroide in assoluto più luminoso e talvolta l'unico visibile a occhio nudo dalla Terra (oltre a Ceres, in circostanze visive eccezionali). la NASA ha lanciato la missione Dawn il 27 settembre 2007, che ha raggiunto Vesta nel luglio del 2011 e vi è rimasta attorno in orbita fino a luglio 2012. Dall'agosto 2012 si è posizionata in un'orbita eliocentrica per raggiungere Cerere dove è arrivata nell'agosto 2015, facendo uso della propulsione elettrica. Immagine di 4 Vesta ripresa nel luglio 2011
Dall'agosto 2015 Dawn è posizionata in un'orbita su Cerere.
Fimato: Over Cerere
Presto la sonda Down abbasserà drasticamente la sua orbita, Una porzione del cratere Juling fotografato dall'orbita LAMO nel 2016 - Image credit: NASA/JPL- giungendo a sfiorare la superficie di Cerere come mai aveva fatto prima; questo permetterà di studiarne in dettaglio la composizione con lo strumento GRaND Arriverà ad una decina di km dalla superficie
I contenuti del messaggio sono passati dal bip di Marconi ai filmati a colori ad alta definizione. Il volume di informazioni è passato dai due o tre caratteri al secondo dell’alfabeto morse alle oltre 500.000 pagine al secondo (100 Gb/s). La potenza richiesta per la comunicazione si è ridotta di almeno 1.000.000 volte a parità di distanza coperta. Ma alcuni determinanti limiti fisici restano, e sono: Velocità massima della portante del messaggio inferiore o uguale a quella della luce (300.000 km/s). Impossibilità di superare schermi massicci quali pianeti o satelliti, senza l’ausilio di ponti radio o relays. 10/04/2018 83
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Il Deep Space Network, o Rete dello spazio profondo, è una rete internazionale di radiotelescopi, che svolge attività di supporto alle missioni interplanetarie e di esplorazione del sistema solare e dell'universo nei campi dell'astronomia radio e radar. I DSN risolve i problemi dei segnali da e per lo spazio che si trovano eventualmente solo la Terra o la rotazione della Terra come ostacolo, ma non risolve il problema di un eventuale altro pianeta o satellite che si interponga tra la sorgente del segnale e la Terra stessa. Infatti anche nelle missioni Apollo, quando la navicella orbitante si trovava nella parte nascosta della Luna non c’era nessun modo per poter comunicare. Per risolvere questo problema occorre utilizzare satelliti opportunamente piazzati attorno al pianeta o satellite ospite che faccia da ponte radio (Relay) tra il partner nascosto e la Terra. 10/04/2018 85
Il DSN è costituito da tre complessi per le comunicazioni da e verso lo spazio profondo, distanziati approssimativamente 120° l'uno dagli altri: •il Goldstone Deep Space Communications Complex, nel deserto del Mojave, in California; •il Madrid Deep Space Communication Complex, 60 km ad ovest di Madrid, Spagna; e •il Canberra Deep Space Communications Complex, 40 km a sud-ovest di Canberra, Australia. 10/04/2018 86
L'antenna di 70 m di diametro a Madrid, Spagna 10/04/2018 87
La ISS ha ora un nuovo servizio Internet, chiamato Delay/Disruption Tolerant Networking (DTN). Servirà per automatizzare e migliorare lo scambio dati tra le stazioni a Terra e gli esperimenti svolti sulla ISS. Il DTN permetterà di avere una maggiore efficienza dell’utilizzo di banda e un maggiore ritorno di dati. In questo modo la ISS è diventato un nodo dell’infrastruttura internet che la NASA vuole estendere a tutto il Sistema Solare. 10/04/2018 88
Se la sonda spaziale non è in grado di trasmettere e si trova a distanze di parecchi minuti luce, non c’è nessun modo di capire dove si trova, a meno che non sia sufficientemente grande da essere avvistabile con sistemi ottici. Le sonde “vive” cioè funzionanti effettuano in continuazione comunicazioni con la Terra in modo bidirezionale, quindi sapendo la posizione di quando trasmette si è di conseguenza in grado di dirigere le antenne per trasmettergli da Terra un segnale. La parabola che riceve il segnale ha un orientamento ottimale, dove il segnale è massimo. La posizione angolare dell’antenna in termini di declinazione ed ascensione retta, identificano la direzione di arrivo dallo spazio (ma non la distanza). Nelle moderne sonde, il messaggio inviato a Terra include anche l’istante esatto di inizio trasmissione. Questo istante, definito da un orologio atomico molto preciso è comparato con l’istante di arrivo del segnale, determinando così il ritardo di comunicazione. Il ritardo rilevato in secondi moltiplicato per 300.000 km identifica esattamente quanto distante si trovava la sonda nella direzione stabilita dall’orientamento dell’antenna. 89
Stando ai calcoli, potenzialmente il sistema di navigazione a pulsar permette di determinare la posizione di una sonda a 30 unità astronomiche dalla Terra (cioè ai confini del Sistema planetario, dove orbita Nettuno) con l’incertezza di 2-5 chilometri a seconda che si punti la pulsar per 10 ore o per un’ora sola. C’è un problema: il telescopio deve essere per raggi X per poter captare l’emissione delle pulsar, e lo specchio deve avere una superficie minima di 50 centimetri quadrati: uno strumento piuttosto ingombrante. In compenso ci sarebbero grandi economie perché la navigazione delle sonde potrebbe diventare per lunghi periodi indipendente da collegamenti radio con le parabole del Deep Space Network americano e dell’European Space Tracking, servizi che sono costosissimi. Anche le correzioni di rotta automatizzate dal “GPS a pulsar” diventerebbero immediate, mentre dalla Terra ai confini del sistema planetario i tempi-luce superano le sei ore. http://link.springer.com/article/10.1007/s10686-016-9496-z
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