LE REGIONI ITALIANE E LO SVILUPPO DELL'EOLICO - ABSTRACT
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LE REGIONI ITALIANE E LO SVILUPPO DELL’EOLICO – ABSTRACT R.E.GIONS2030, IL PROGETTO Il progetto R.E.gions2030, a cura di elemens e Public Affairs Advisors, nasce per monitorare in continuo lo sviluppo delle Fonti Rinnovabili nelle varie regioni italiane, approfondendo e comparando le normative e i contesti territoriali, la fluidità e l’efficacia dei processi autorizzativi, nonché l’imprescindibile contributo che le regioni stesse devono offrire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030. 1 R.E.gions2030 vuole rendere intellegibile a istituzioni, media e pubblico il quadro effettivo della diffusione della fonte eolica e di quella fotovoltaica da nord a sud del Paese, accendendo un faro sul ruolo che dovrebbero svolgere per raggiungere gli obiettivi fissati a livello internazionale e nazionale. R.E.gions2030 è sostenuto da molti operatori del comparto delle rinnovabili e vede la media partnership di Quotidiano Energia. A questo link https://regions2030.it/chi-siamo/ il panel completo. R.E.GIONS2030 RENEWABLES GOALS INDEX R.E.gions2030 ha creato il Renewables Goals Index, l’indice che misura il contributo di ciascuna Regione allo sviluppo delle Rinnovabili in Italia: l’Index valuta i rilasci di autorizzazioni, la velocità degli iter, il livello di “intasamento progettuale”, la qualità delle leggi regionali, l’attrattività e il “business environment” territoriale, tenendo conto delle potenzialità di ciascuna regione e dei Piani regionali. Le valutazioni sono effettuate sulla base di dati pubblici raccolti nei database proprietari di elemens, cui si aggiungono le valutazioni dei partner sul business environment di ciascuna regione. IL RAPPORTO SULL’EOLICO R.E.gions2030 cura la realizzazione di due rapporti, uno sulla fonte solare e uno sulla fonte eolica. In questo documento vengono illustrati alcuni elementi emersi dal Rapporto sull’eolico. Nel Rapporto sono state valutate 11 regioni, quelle che presentano il maggior appeal per lo sviluppo eolico: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana. Le altre regioni non rappresentano un campione sufficiente per supportare l’analisi, sostanzialmente per mancanza di impianti e progetti (sono regioni poco ventose). Per quanto riguarda l’energia eolica, i nuovi target nazionali prevedono, dal 2021 al 2030, la necessità di installare complessivi 12,3 GW tra impianti on-shore (9,1 GW) e off-shore (3,2 GW). A fine 2020, in Italia risultava installata una capacità eolica totale di 10,4 GW, con ulteriori 1,5 GW on-shore prossimi all’entrata in esercizio. A partire da questi dati, occorre domandarsi quale scenario si aprirà da qui al 2030 per i restanti 7,6 GW on-shore da realizzare secondo i piani e che consentirebbero all’Italia di raggiungere gli obiettivi europei. In media, sarà necessario autorizzare 950 MW di nuovi progetti eolici on-shore l’anno (Figura 1), oltre che 3,2 GW totali di eolico off-shore.
Gli obiet t ivi al 2030: un cambio di passo è necessario La crescita dell’eolico dal 2021 al 2030 secondo il MiTE* La situazione attuale L’installato Wind in Progetti on-shore Progetti off-shore On-shore Off-shore Totale Italia a fine 2020 prossimi al COD prossimi al COD Vincitori delle aste GSE La traiettoria dell’autorizzato al 2030 (MW) AU da rilasciare 1.700 1.600 nei prossimi 8 anni Per realizzare 12,3 GW AU che dovranno essere rilasciate ogni 1.500 in 9 anni sarà necessario anno per raggiungere l’obiettivo 1.200 1.300 1.400 On-shore autorizzare almeno 10,8 GW nei prossimi 8 anni, 2 1.100 ipotizzando 1.000 ottimisticamente che tra (0,95 GW/ anno) il momento di rilascio dell’autorizzazione e le 714 realizzazione trascorrano 12 mesi. Autorizzato 461 Off-shore 1,5 GW sono già stati annuo autorizzati e verranno 242 costruiti entro i prossimi 188 184 143 121 12 mesi 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 2028 2029 *Presentazione Cingolani al Parlamento, 13 luglio 2021 Novembre 2021 Figura 1 R.E.gions2030 - Report Wind - versione beta 3 L’EOLICO TRA PROCEDURE CENTRALI E REGIONALI Il Rapporto rappresenta l’evoluzione del settore in Italia, considerando da una parte il significativo aumento delle istanze presentate dagli operatori a partire dal 2019, e dall’altra il ruolo delle Regioni in procedure autorizzative che spesso sono, per quanto riguarda la parte di valutazione ambientale, di competenza statale. Infatti tutto l’off-shore eolico e gran parte dell’on-shore sono affidati alla valutazione della Commissione Tecnica VIA (o, con il DL Semplificazioni, della Commissione Tecnica PNRR-Pniec) del Ministero della Transizione Ecologica. Ma questo non significa necessariamente che il ruolo delle istituzioni regionali sia meno centrale. Al contrario, leggendo i dati, colpisce la resistenza opposta dalle Regioni (e dal Ministero della Cultura) nell’ambito dei procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale nazionale: la quasi totalità dei pareri espressi è infatti negativa (per le Regioni 41 pareri negativi su 42 pareri forniti, per il Ministero della Cultura 35 pareri negativi su 45). A partire dal 2017 – quando è stata introdotta la competenza statale per la VIA relativa a progetti eolici di capacità superiore a 30 MW – le aziende hanno presentato istanze per complessivi 20 GW. Il 91% di tali procedure si trova ancora alle fasi iniziali (stato di verifica di assoggettabilità a VIA oppure VIA in corso). Solo 639 MW sono stati autorizzati (molti di essi erano stati presentati in realtà anche prima del 2017), mentre 212 MW hanno ottenuto VIA positiva e si trovano, probabilmente, vicini al momento autorizzativo finale. Nel 2019 e nel 2020, infine, sono stati espressi dinieghi per progetti che cubano complessivamente per 1030 MW. La lentezza delle procedure nazionali e regionali comporta anche un altro effetto: le tecnologie dei progetti, trascorsi gli anni dedicati alle procedure autorizzative, possono diventare superate e rendere necessaria l’autorizzazione di una variante progettuale,
procrastinando ulteriormente l’entrata in esercizio dell’impianto e aprendo un circolo vizioso di iter burocratici che in numerosi casi si conclude con lo stallo di un progetto che di fatto era già autorizzato. La bassissima partecipazione alle aste del GSE (che permettono ai progetti di accedere all’incentivazione) dipende, oltre che dal basso numero di nuove autorizzazioni rilasciate, dall’altissimo numero di progetti che, ancorché autorizzati, registra problematiche post- permitting (per quasi 1 GW, di cui 750 MW circa in attesa di varianti o proroghe). COME SI COMPORTANO LE REGIONI? 3 Focalizzandosi sull’attività delle Regioni, il rapporto contiene 11 schede di valutazione (una per ciascuna regione in cui sia sviluppato eolico in modo apprezzabile). Cinque gli indicatori su cui è effettuata una valutazione complessiva, regione per regione: 1. la performance sui target al 2020 (quindi efficienza sul passato) 2. l’esistenza o meno di una pianificazione regionale sull’energia (PEAR) al 2030 3. l’attrattività del territorio, anche in termini di istanze di autorizzazione presentate 4. la permitting performance regionale nel periodo 2017-2021: la fluidità amministrativa e il contesto normativo regionale 5. il business environment (che sarà valutato anche di concerto con le aziende partner di R.E.gions2030 e con un panel più ampio di operatori a cavallo tra 2021 e 2022). Quello che viene restituito dall’analisi è un quadro abbastanza variegato, con anche forti differenze tra regione e regione. Per l’indicatore numero 1 (figura 2 a pagina 4), la performance sui target 2020, ovvero come si sono comportate le diverse regioni sulla precedente pianificazione e sulla conseguente esecuzione dei piani, si può notare che alcune regioni sono virtuose (Sicilia, Campania, Basilicata, Sardegna), altre non hanno raggiunto i propri target pur avendo sviluppato eolico in modo apprezzabile (Calabria, Puglia), altre hanno raggiunto e superato i propri target che però erano fissati a un livello decisamente basso (Lazio e soprattutto Molise), altre ancora non hanno fissato target o non hanno raggiunto nemmeno la capacità minima che si erano poste per il 2020 (Abruzzo, Liguria, Toscana).
Una sint esi: le valut azioni sul passat o e sulla programmazion Percent uale di raggiungimento dei t arget regionali 2020 Abruzzo No target Quante sono Basilicata 110% regioni che ha già approvat Calabria 81% piano energe Campania No target orientato al 2 Lazio 129% Liguria 26% Legenda Molise 783% 4Piano approv Puglia 66% Piano approv (senza target Sardegna 100% Piano in Sicilia 101% consultazione Assenza di un Toscana 79% energetico 2 Figura 2 Se consideriamo l’indicatore numero 2 (figura 3 a pagina 4), PEAR Novembre 2021 e target 2030, e ci R.E.gions2030 - Report Wind - versione beta chiediamo quante regioni abbiano approvato un piano energetico orientato al 2030, emerge che la maggior parte di esse non si è ancora dotata di un Piano Energetico Ambientale Regionale. Risulta in consultazione quello di Sardegna, Sicilia, Lazio, Puglia e Calabria), mentre quelle che lo hanno già approvato (Campania e Molise) non hanno ut azioni sulindicato passat oobiettivi e sullaquantitativi da raggiungere. programmazione ungimento dei target regionali 2020 Mappa illustrativa PEAR 2030 Quante sono le regioni che hanno già approvato un piano energetico orientato al 2030? Legenda 783% Piano approvato Piano approvato (senza target 2030) Piano in consultazione Assenza di un piano energetico 2030 Figura 3 R.E.gions2030 - Report Wind - versione beta 21
Se osserviamo l’indicatore 3 (figura 4 a pagina 5) - Attrattività del territorio - che valuta quanto ciascuna regione sia stata in grado di attrarre sviluppo nella second wave di investimenti eolici (dal 2017 in avanti, considerando come parametro di riferimento il livello di istanze), spicca il ruolo di alcune regioni del sud e delle isole: Puglia, Basilicata e a pari merito Sardegna e Sicilia. In alcune di queste regioni, tuttavia, si riscontra una resistenza da parte di territori e istituzioni nell’autorizzare nuova capacità. Altre regioni del sud appaiono un po’ meno attrattive (Calabria, Campania e Molise), mentre Lazio, Abruzzo, Toscana e Liguria si collocano sul fondo della classifica di appeal. Una sint esi: la valut azione sull’at t rat t ivit à di ciascuna Regione Media mensile istanze di autorizzazione nel periodo 2017-2021 (MW) 5 3 9 4 5 Abruzzo Basilicata Calabria Campania Valutazione attrattività 59 56 65 17 46 6 2 15 4 16 21 17 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 3 3 6 10 Lazio Liguria Molise Puglia 254 207 197 58 8 2 2 1 6 8 8 20 9 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 8 8 3 Sardegna Sicilia Toscana 82 44 55 39 52 10 2 21 2 2 Dati 2021 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 2017 2018 2019 2020 2021 parziali Novembre 2021 Figura 4 R.E.gions2030 - Report Wind - versione beta 22 L’indicatore 4 (figura 5 a pagina 5) dello studio è relativo alla performance amministrativa. In maggior dettaglio contribuiscono alla definizione della valutazione: a) il numero di AU (autorizzazioni uniche) rilasciate dal 2017 all’ottobre 2021; b) le tempistiche medie di ottenimento dei titoli autorizzativi; c) il numero di progetti con problemi di permitting o «bloccati» da varianti e proroghe non concesse. Le migliori performance sono mostrate da Sicilia e, sia pure con numeri assoluti molto minori, Liguria. La Sicilia è la Regione che ha autorizzato la maggior quantità di eolico (442 MW installati) nel periodo considerato, con una durata media dei procedimenti pari a 2 anni e 7 mesi, cui si devono aggiungere 24 MW di progetti autorizzati ma bloccati da varianti o proroghe non concesse. La Liguria, dal canto suo, ha approvato 61 MW con procedimenti dalla durata media di 3 anni e 4 mesi. La Puglia, regione al top per Attrattività, si colloca decisamente più in basso per la Performance: dal 2017 sono stati autorizzati 365 MW, ma le procedure presentano una durata media molto elevata, 5 anni e 11 mesi. Inoltre 69 MW eolici risultano bloccati per problemi post-permitting. Ancora più lunga la durata media delle procedure in Sardegna (9 anni e 2 mesi), sia pure con una discreta performance autorizzativa complessiva.
Una sint esi: la valut azione sulla performance Abruzzo Basilicata Calabria Campania 1,2 5,8 441 7,6 357 nd MW anni MW MW anni MW MW anni MW MW MW Progetti Progetti Progetti Progetti AU dal Tempistiche AU dal Tempistiche AU dal Tempistiche AU dal Tempistiche autorizzati autorizzati autorizzati autorizzati 2017 AU 2017 AU 2017 AU 2017 AU bloccati bloccati bloccati bloccati Lazio Liguria Molise Puglia 3,3 3,6 365 5,9 nd MW MW MW anni MW MW anni MW MW anni MW AU dal 2017 Tempistiche Progetti autorizzati AU dal 2017 Tempistiche Progetti autorizzati AU dal 2017 Tempistiche Progetti autorizzati AU dal 2017 Tempistiche Progetti autorizzati 6 AU AU AU AU bloccati bloccati bloccati bloccati Sardegna Sicilia Toscana 4 9,2 442 2,6 nd MW anni MW MW anni MW MW MW Progetti Progetti Progetti AU dal Tempistiche AU dal Tempistiche AU dal Tempistiche autorizzati autorizzati autorizzati 2017 AU 2017 AU 2017 AU bloccati bloccati bloccati Novembre 2021 Figura 5 R.E.gions2030 - Report Wind - versione beta 23 UNA VISIONE Una visione DI INSIEME di insieme Il passat o Il programma L’at t rat t ivit à La performance Una prima valut azione globale* Sicilia Puglia Sardegna Basilicata Calabria Liguria Molise Abruzzo Campania Lazio Toscana * Non tiene conto degli elementi di business environment Novembre 2021 Figura 6 R.E.gions2030 - Report Wind - versione beta 24
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