La traduzione, per quanto attività linguistica, riguarda più propriamente la semiotica.

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La traduzione, per quanto attività
      linguistica, riguarda più
    propriamente la semiotica.
     La semiotica è quella scienza che studia il
   sistema di segni o strutture e le sue funzioni.
         Il processo traduttivo non riguarda
        semplicemente il “trasferimento” del
   significato contenuto in una serie di segni in
    un’altra serie di segni in un’altra lingua, ma
     riguarda anche un certo numero di criteri
                   extralinguistici.
• Edward Sapir afferma che l’essere umano è in balia
  della lingua, diventata mezzo d’espressione all’interno
  della comunità cui si appartiene.
• L’esperienza è fortemente determinata dagli usi
  linguistici di una comunità. Ogni comunità ed ogni
  lingua rappresentano una realtà separata.
• Non esistono due lingue sufficientemente simili che
  possano essere considerate come in grado di
  rappresentare la medesima realtà. Il mondo è dato da
  più comunità e più lingue. Tali lingue costituiscono
  realtà distinte, non un’unica realtà a cui si attribuiscono
  diversi nomi.
• La tesi di Edward Sapir è strettamente collegata a
  quanto teorizzato dal semiotico Jurì Lotman, il quale ha
  definito il linguaggio come un sistema modellante.
• La letteratura e l’arte in genere costituirebbero il
  secondo sistema modellante, derivato dal primo che è
  dato appunto dal linguaggio.
• Non esiste una lingua che non sia immersa nel proprio
  contesto culturale e non esiste una cultura che non
  abbia al suo centro la lingua.
• Da qui la necessità per il traduttore di considerare il
  testo non solo dal punto di vista linguistico, ma anche
  da quello culturale.
Roman Jakobson nel suo “Linguistic
 Aspects on Translation” distingue
       tre tipi di traduzione
• Traduzione intralinguistica
• Traduzione interlinguistica
• Traduzione intersemiotica
Traduzione intralinguistica
• La traduzione intralinguistica o rewording è
  data dall’interpretazione di segni verbali
  attraverso l’utilizzazione di altri segni verbali
  nella stessa lingua.
Traduzione interlinguistica
• La traduzione interlinguistica o traduzione
  propriamente detta è data dall’interpretazione
  di segni verbali attraverso l’utilizzazione di
  segni verbali di un’altra lingua
Traduzione intersemiotica
• La traduzione intersemiotica o transmutazione
  è data dall’interpretazione di segni verbali
  attraverso l’utilizzazione di segni di sistemi
  non verbali
Secondo Jakobson, al di là delle differenze
  proprie di ciascun tipo di traduzione, esiste un
  problema comune a tutti e tre i tipi descritti e
  cioè:
Mentre i messaggi possono servire come
  interpretazioni adeguate di unità di codice o
  messaggi, non esiste una totale equivalenza in
  traduzione
Anche l’apparente sinonimia non è equivalenza.
In una traduzione intralinguistica accade spesso
  che sia necessario ricorrere alla combinazione
  di più unità di codice per interpretare il
  significato di una singola unità.
Ogni singola unità di codice contiene al suo
  interno una serie di associazioni e
  connotazioni che non sono traducibili.
Poiché la completa equivalenza
  non può avere luogo in nessuna
  delle sue tre categorie, Jakobson
   ha dichiarato che tutto ciò che
       riguarda l’arte poetica è
   tecnicamente intraducibile. In
  questo caso è possibile solo una
      trasposizione creativa, sia
intralinguistica, che interlinguistica,
          che intersemiotica.
George Mounin riprende Jakobson
In particolare Mounin concepisce la traduzione
  come una serie di operazioni che hanno inizio
  con un significato e si concludono con un
  significato e funziona all’interno di una cultura
  data.
Es.: pastry (inglese) , pasta (italiano)
Il dizionario li presenta come termini
   equivalenti, in realtà hanno aree associative
   completamente differenti.

In questo caso, Jakobson afferma la traduzione
  essere solo un’interpretazione adeguata di un
  codice estraneo e l’equivalenza è impossibile.
Decodificazione e Ricodificazione
Il traduttore utilizza criteri che trascendono
   quelli puramente linguistici, dando luogo ad
   un processo di decodificazione e
   ricodificazione.
Il processo traduttivo secondo il
       modello di Eugene Nida

Testo Originale                    Traduzione

  Analisi                         Ristrutturazione

                  Trasferimento
Quella che sembra un’operazione
    semplice nasconde in realtà
    complessità di vario genere
• Esempio
Hello (inglese) (usato sia per salutare che
  rispondere al telefono)
Traduzioni fornite dal dizionario:
Ça va? Hallo (francese) (per salutare viene usata
  una domanda retorica, che in inglese
  appartiene ad un ambito formale)
Pronto; ciao (italiano)
• Nell’esempio descritto, per Jakobson abbiamo
  una trasposizione interlinguistica, per
  Ludskanov una trasformazione semiotica
• La trasformazione semiotica è la sostituzione
  di segni che codificano un messaggio con
  segni di un altro codice, lasciando invariata
  l’informazione in riferimento ad un dato
  sistema di riferimenti. (in hello l’informazione
  invariata era la nozione di saluto)
La nozione di trasformazione semiotica viene
  ulteriormente estesa se consideriamo la
  traduzione di un nome.
Es. butter
Saussure: il segno linguistico butter è dato dalla
  relazione strutturale tra il significato, il
  concetto di butter ed il significante ossia il
  suono e la struttura stessa della parola.
Non solo, Saussure distingue anche tra
• Relazioni sintagmatiche
• Relazioni associative
Le relazioni sintagmatiche sono quelle che la
  parola ha con le altre parole della frase.
Le relazioni associative sono quelle che la parola
  ha con l’intera struttura linguistica.
Butter: in inglese viene associato con l’idea di
  purezza e di high status. Salato ed usato per il
  pane
Burro: non salato, usato per cucinare, no high
  status
Quindi abbiamo una differenza non solo di
 significato tra le due parole, ma anche di
 funzione e valore della stessa parola inserita
 però nel proprio contesto culturale. (Sapir)
La questione dell’interpretazione
• Es.: traduzione di Bon appetit
(contesto: una famiglia si siede a tavola per
  festeggiare un compleanno. Scoppia una lite
  furibonda)
In questo caso il traduttore oltre ad avere il
  problema di trovare una frase che possa avere
  una qualche somiglianza in inglese, deve
  considerare la questione dell’interpretazione
  della frase.
In questo caso il traduttore:
• Deve accettare l’intraducibilità della frase del
  SL in quella del TL dal punto di vista linguistico
• Accettare la mancanza di convenzioni culturali
  simili nel TL
• Considerare le possibilità offerte dal TL, quindi
  frasi formali, informali ecc.
• Considerare il significato della frase nello
  specifico contesto
• Ricostruire nel TL l’informazione del SL
Levy
Ogni omissione di espressioni difficili da tradurre
   è immorale.
Il traduttore deve comunque trovare una
   soluzione, osservando la questione da un
   punto di vista funzionale.
In traduzione si tiene in considerazione
  soprattutto il lettore.

Il traduttore non è l’autore del testo originale,
   ma in quanto autore del testo tradotto ha
   delle responsabilità nei confronti del proprio
   lettore.
Problemi di equivalenza
La traduzione dei modi di dire, chiaramente
  legati alla cultura di appartenza, è un passo
  ulteriore nell’approfondire il problema
  dell’equivalenza.
Es.: Giovanni sta menando il can per l’aia
     John is leading his dog around the threshing
  floor (letterale)
     John is beating about the bush
La sostituzione dell’espressione idiomatica non
  avviene sulla base degli elementi linguistici
  della frase e nemmeno sulla base di immagini
  simili nella frase, avviene piuttosto in base alla
  funzione dell’espressione.
La frase del SL viene sostituita con una del TL
  che abbia la stessa funzione.
Popovic distingue 4 tipi di
            equivalenza:
• Equivalenza linguistica (esiste omogeneità sul
  piano linguistico del testo SL e TL)
• Equivalenza paradigmatica (equivalenza degli
  elementi dell’asse espressivo paradigmatico –
  elementi grammaticali)
• Equivalenza stilistica (equivalenza funzionale
  degli elementi che punta ad un’identità
  espressiva)
• Equivalenza testuale (equivalenza della
  struttura sintagmatica del testo)
Come si vede nella traduzione di espressioni
  idiomatiche o metafore, la traduzione non
  comporta solo la sostituzione di termini a
  livello lessicale o grammaticale.
Quando il traduttore si allontana
  dall’equivalenza puramente linguistica, nasce il
  problema di come determinare esattamente il
  grado di equivalenza.
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