La sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro Metodologie e procedure: caso studio in ambito industriale
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
La sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro Metodologie e procedure: caso studio in ambito industriale Giuseppe G. Amaro, Cristina Targhetta, Elena Mensi
La sicurezza antincendio L’abstract Il focus dell’articolo è quello di analizzare come si possa affrontare il complesso tema relativo alla sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro con caratteristiche complesse quali l’ambito industriale. Dopo una breve introduzione sulla normativa applicabile e una nota tecnica sulle metodologie, si riporta il caso studio riferito alle analisi effettuate per la definizione delle procedure di sicurezza nel caso di nuova costruzione di celle prova per motori endotermici. La normativa agosto 2011, n. 151, individuate con i numeri: 9; 14; L a normativa attualmente in vigore che stabili- da 19 a 40; da 42 a 47; da 50 a 54; 56; 57; 63; 64; 66, sce i criteri generali per la sicurezza antincendio ad esclusione delle strutture turistico-ricettive all’a- e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di ria aperta e dei rifugi alpini; 67, ad esclusione degli lavoro risale, com’è noto, al 1998. Infatti con l’ema- asili nido; da 69 a 71; 73; 75; 76 del D.M. 151/2011, nazione del correlato D.M. 10 marzo 1998 “Criteri ossia quasi tutte le attività di produzione industriale. generali di sicurezza antincendio e per la gestione Anche il Testo Unico per la Sicurezza disciplina la dell’emergenza nei luoghi di lavoro” si stabiliscono, prevenzione incendi sui luoghi di lavoro. Infatti già in attuazione al disposto dell’articolo 13, comma 1, nella prima edizione del Testo Unico, risalente al del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 [Cfr. maggio 2008, erano presenti riferimenti di caratte- oggi D.Lgs. 81/08], i criteri per la valutazione dei ri- re generale in materia di prevenzione incendi, rin- schi di incendio nei luoghi di lavoro e si indicano le tracciabili per esempio nell’art 15 comma u) in cui misure di prevenzione e di protezione antincendio da vengono ricordati gli obblighi del Datore di Lavoro adottare, al fine di ridurre l’insorgenza di un incendio in materia di predisposizione delle misure gene- e di limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi. rali di tutela nella lotta antincendio, e nell’art Al riguardo è da precisare che fatti salvi alcuni arti- 17 b in merito alla nomina obbligatoria degli ad- coli il citato D.M. non trova applicazione nell’ambi- detti alle squadre di emergenza, ivi compresa to delle attività soggette ai controlli di prevenzione quella preposta alla lotta antincendio. incendi [Cfr D.M. 151/2011] anche se poi è stato A questo proposito un successivo interpello del utilizzato come linea guida di sviluppo dell’analisi 15/11/2012, anch’esso inserito all’interno del D. del rischio incendio in tutte quelle circostanze in cui Lgs 81/08; chiarisce che questo obbligo vige anche non esisteva una specifica regola per le aziende con meno di cinque tecnica o circolare cui attenersi. Dal Fatti salvi alcuni articoli, lavoratori, ove tuttavia questo ruolo 20/10/2019 con l’entrata in vigore il D.M. 10/3/98 non può essere ricoperto anche dal da- del D.M. 18/10/2019 la valenza del trova applicazione nelle tore di lavoro. In forma generale, D.M. 10 marzo 1998 ha cominciato attività soggette inoltre, l’articolo 37 definisce gli ai controlli, anche se poi a perdere la sua efficacia e il relativo obblighi in materia di forma- è stato utilizzato come utilizzo, dovendosi ora ricorrere alle linea guida dell’analisi zione ed addestramento, ricon- indicazioni contenute nel nuovo del rischio incendio, ducibili al datore di lavoro, per gli Codice di Prevenzione Incendi per laddove non esisteva addetti alla gestione di questo tipo le attività indicate all’art 2 del D.M. una specifica regola di emergenza. Il Testo Unico entra 12/04/2019 quelle Repubblica 1° tecnica o circolare nel vivo degli aspetti riguardanti la www.insic.it 47
La sicurezza antincendio Ing. Giuseppe G. Amaro, libero professionista Ing. Cristina Targhetta Si laurea in Ingegneria Civile Sezione Idraulica presso l’Università Si occupa di gestione progetti e cantieri dal 1999. Dopo aver degli Studi di Palermo nel 1982. Dal 1984 al 1995 ha svolto l’attività lavorato per un periodo all’estero è stata responsabile della di funzionario tecnico della carriera direttiva del C.N.VV.F. presso il gestione e coordinamento di commesse nell’ambito di interventi Comando dei VV.F. di Torino. Dal 1996 ad oggi svolge attività libero di riqualificazione di edifici civili e industriali per le nuove sedi professionale nel settore specifico della sicurezza antincendio, nei di aziende multinazionali a Milano e Roma. Dal 2012 collabora cantieri temporanei e mobili, della sicurezza sul luogo di lavoro con GAE engineering e l’ing. Amaro occupandosi di Project (D. Lgs 81/08 e s.m.i.), nel settore della manutenzione e della Management, di Coordinamento Sicurezza o di Direzione lavori di valutazione di impatto ambientale, della direzione lavori. Nel 2009 diverse realizzazioni quali la riqualificazione energetica di Palazzo ha fondato GAE engineering srl società che sviluppa, sotto la sua Nuovo a Torino, la realizzazione del nuovo centro ricerche Petronas, direzione tecnica, progetti ed applicazioni innovative nel settore gli interventi di riqualificazione degli immobili di Reale Mutua, della sicurezza in caso d’incendio. Nell’ambito della progettazione l’hotel Torino Centro di NH. Partecipa inoltre per la GAE ad attività BIM, si aggiudica per due anni consecutivi il premio conferito in di consulenza sulla sicurezza delle attività di manutenzione e occasione del Digital&BIM Award. Nel 2017, con la collaborazione sull’antincendio in edifici terziari e industriali. di CANTENE e di Bforms srl, riceve il premio con due progetti nelle categorie Edifici Pubblici ed Edilizia di grande dimensione, in cui promuove modelli avanzati di gestione supportati dalla metodologia Emergenze”. Nell’art 46 in particolare al comma 3 del Building Information Modeling finalizzati alla promozione di servizi intelligenti che sfruttano le potenzialità offerte dalla si prevede che “i Ministri dell’interno, del lavoro e tecnologia e dall’innovazione a supporto della reingegnerizzazione della previdenza sociale, in relazione ai fattori di dei servizi di Facility Management e dell’integrazione delle discipline del Fire Engineering e Safety Management. Nell’Ottobre 2018 rischio, adottino uno o più decreti nei quali sono invece, per il modello Bsafe, con la menzione speciale per il “BIM e Site Management per la valorizzazione urbana”. definiti i criteri diretti atti ad individuare: 1) misure intese ad evitare l’insorgere di un incen- Prevenzione Incendi con gli articoli 43 e 46 relativi dio ed a limitarne le conseguenze qualora esso rispettivamente alle disposizioni generali ed alla si verifichi; prevenzione incendi in materia di “Gestione delle 2) misure precauzionali di esercizio; Figura 1 | Esempio piano di emergenza 48 Dicembre 2019
Ing. Elena Mensi Al comma 4 viene definito che, in attesa degli op- La sicurezza antincendio Si Laurea in Ingegneria per l’Ambiente ed il Territorio nel 2003 portuni decreti che regolamentino le disposizioni in presso il Politecnico di Torino e nel 2007 acquisisce titolo di PhD con il Dottorato di Ricerca in Ingegneria Geotecnica. Da agosto 2003 a materia di misure preventive, misure precauziona- maggio 2011 si occupa di ricerca nel Dipartimento di Ingegneria Geotecnica e Strutturale del Politecnico di Torino, Da gennaio 2008 li, metodi di controllo e criteri per la gestione delle inizia a svolgere diverse attività di supporto tecnico di consulenza emergenze; continueranno ad applicarsi i criteri ge- attinenti i sistemi antincendio, sicurezza ed igiene sul lavoro. Dal settembre 2017, inizia la collaborazione con Gae Engineering srl, nerali di cui al D.M. del 10 Marzo 1998. occupandosi del settore antincendio a vari livelli. Ricopre la carica di Segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Asti dell’attuale Consiglio Anche l’allegato IV “requisiti dei luoghi di lavoro” al ed è all’interno dello stesso Responsabile della Commissione citato D.Lgs. 81/08, tratta il tema specifico al punto Formazione Professionale. 4. misure contro l’incendio e l’esplosione, riportan- do una serie di indicazioni specifiche anche di na- 3) metodi di controllo e manutenzione degli im- tura gestionale. pianti e delle attrezzature antincendio; Nonostante sia stato già approvato nella seduta 4) criteri per la gestione delle emergenze. del novembre 2018 una nuova e più aggiorna- RIF REQUISITO VERIFICA E COMMENTO C U R P Azioni I recipienti di cui al punto 3.11., compresi quelli vuoti già usati, devono essere conservati in posti 3.11.1 Non pertinente - - - - appositi e separati, con l’indicazione di pieno o vuoto se queste condizioni non sono evidenti. Quelli vuoti, non destinati ad essere reimpiegati per le stesse materie già contenute, devono, subito 3.11.2 dopo l’uso, essere resi innocui mediante appropriati Non pertinente - - - - lavaggi a fondo, oppure distrutti adottando le necessarie cautele. In ogni caso è vietato usare recipienti che abbiano già contenuto liquidi infiammabili o suscettibili di produrre gas o vapori infiammabili, o materie corrosive o tossiche, per usi diversi da quelli originari, Non pertinente 3.11.3 senza che si sia provveduto ad una preventiva - - - - completa bonifica del loro interno, con la eliminazione di ogni traccia del primitivo contenuto o dei suoi residui o prodotti secondari di trasformazione. 4 MISURE CONTRO L’INCENDIO E L’ESPLOSIONE Nelle aziende o lavorazioni in cui esistono pericoli 4.1 specifici di incendio: Attiene alla gestione del personale- devono essere 4.1.1 è vietato fumare; x x x x predisposti adeguati divieti. Di competenza dei datori Occorre di lavoro per interventi di verificare è vietato usare apparecchi a fiamma libera e manutenzione Gli aspetti completezza 4.1.2 manipolare materiali incandescenti, a meno che non relativi alla sicurezza delle - - - x del Fascicolo siano adottate idonee misure di sicurezza; attività di manutenzione e curarne gli sono valutati nel Fascicolo aggiornamenti dell’Opera. devono essere predisposti mezzi ed impianti di estinzione idonei in rapporto alle particolari condizioni Si vedano in cui possono essere usati, in essi compresi gli Previsto dal progetto 4.1.3 s s s s elaborati apparecchi estintori portatili o carrellati di primo di prevenzione incendi di progetto intervento. Detti mezzi ed impianti devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno una volta Figura 2 | Esempio valutazione requisiti allegato IV www.insic.it 49
La sicurezza antincendio ta versione del richiamato D.M. mate da specifiche regole tecniche). 10/03/1998 gli indirizzi della Di- In alcuni casi L’applicazione del SGSA rappresen- la normativa italiana rezione centrale della prevenzione ta la misura organizzativa e gestio- vigente rende e della sicurezza tecnica e quindi obbligatoria l’attuazione nale atta a garantire, nel tempo, un del Capo del Corpo Nazionale dei di un Sistema adeguato livello di sicurezza dell’at- VV.F., esposti in due recenti con- di Gestione Antincendio tività in caso di incendio. vegni, si concretizzeranno con l’e- manazione di due decreti uno relativo alla gestione Metodologie dell’emergenza nei luoghi di lavoro e l’atro, in ana- Nell’ambito della progettazione dei luoghi di la- logia e con la struttura del nuovo codice di preven- voro, il progetto della sicurezza antincendio, oltre zione incendi riferito alle misure di sicurezza antin- a garantire tutte le misure di prevenzione e prote- cendio per le attività non soggette. Si concluderà zione “ordinarie” prevedibili per la particolare ti- così la seconda fase del processo di miglioramento pologia di immobile e di attività svolta [Ci si vuole continuo della sicurezza, richiesto e cardine del D.L- riferire al contenitore ed ai sistemi impiantistici che gs. 81/08 partendo dall’approccio innovativo della garantiscono i livelli di prevenzione e protezione valutazione del rischio con applicazione graduale attesi correlati alla salvaguardia della vita], deve delle misure in relazione al rischio valutato. implementare sistemi di prevenzione e protezione Infine occorre ricordare che in alcuni casi la norma- finalizzati a: tiva italiana vigente rende obbligatoria l’attuazio- ◗ limitare la probabilità di accadimento degli eventi ne di un Sistema di Gestione Antincendio la cui che possono dare origine a eventuali criticità. applicazione rappresenta la misura organizzativa ◗ Consentire, ove l’evento si verifichi nonostante e gestionale atta a garantire, il mantenimento nel l’intervento dei livelli di sicurezza in opera: tempo di un adeguato livello di sicurezza dell’attivi- la rivelazione precoce dell’evento; tà in caso di incendio quando si tratta di: il contenimento degli effetti/conseguenze; ◗ strutture sanitarie, per queste attività vige la re- la riduzione del numero di persone coinvolte gola tecnica antincendio contenuta nel D.M. 18 dall’evento; settembre 2002 e aggiornata dal Decreto 19 Mar- la riduzione del numero di persone coinvolte zo 2015. nelle misure di contrasto alle criticità riscontrate. ◗ a ttività il cui progetto antincendio è stato svilup- In particolare questa attenzione deve essere posta pato con l’approccio dell’ingegneria della sicurez- con riferimento al contenuto e ai pericoli propri del za antincendio, secondo le indicazioni del D.M. 09 ciclo produttivo e quindi alle cause ed alle conse- Maggio 2007. guenze che una deviazione anche involontaria del ◗ a ttività soggette a particolari disposizioni legi- sistema produttivo può indurre. slative (D.Lgs. 105/2015 – Seveso III). La norma In ambito industriale il progetto della sicurezza richiede ai gestori degli impianti a rischio di in- deve essere sviluppato seguendo gli indirizzi dettati cidente rilevante l’obbligo di implementare un delle norme specifiche di prevenzione incendi, ove sistema di gestione per la sicurezza. applicabili, correlandole con quelle che sono le di- ◗ a ttività soggette a controlli di prevenzione incendi, sposizioni o le regole tecniche equivalenti e vigenti ai sensi del D.P.R. 151/2011, che ricadono nel cam- sul territorio nazionale integrate ove necessario da po di applicazione del D.M. 3 Agosto 2015 “Codice analisi del rischio di dettaglio sia di tipo qualitativo di prevenzione incendi” (attività soggette non nor- che quantitativo; ove necessario integrandolo con 50 Dicembre 2019
analisi affidabilistiche. Tale approccio discende oggi più che mai devono essere attualizzate. In tale La sicurezza antincendio dalla carenza normativa specifica riferita a questa ottica si inserisce quanto indicato nel nuovo Codice di particolare e complessa tipologia di attività; ed in prevenzione incendi lasciando alle norme volontarie tali casi lo sviluppo del progetto, ai fini della valu- la natura propria di una norma volontaria. tazione e analisi sulla strategia antincendio deve Tale complessità, in particolare nella fase di proget- necessariamente discendere dalle conoscenze dei tazione antincendio dell’opera, può essere gestita processi industriali analoghi rispetto ai quali il ciclo anche mediante ricorso agli strumenti della meto- produttivo del caso in può essere assimilato. dologia di progettazione dell’ingegneria della si- In sintesi abbiamo regole per il contenitore ma non curezza antincendio (o progettazione antincendio per il contenuto e per tipologia di processo indu- prestazionale). striale anche se un riferimento può ritrovarsi, ai fini Con l’applicazione della metodologia prestaziona- di alcune analisi, nella direttiva ATEX. Tale carenza le il professionista antincendio basa l’individuazio- è chiaramente sostituita dalle conoscenze dell’inge- ne delle misure antincendio di prevenzione e prote- gneria della fisica e della chimica. Conoscenze che zione di progetto su specifiche ipotesi e limitazioni Piano orizzontale a 2m dal piano calpestio t1: 410 s t2:780 s m VISIBILITÀ °C TEMPERATURA ppm CO IRRAGGIAMENTO kW/m2 6000 HRRMAX 5 MW 5000 ARRIVO VVF ASET >780 s 4000 RSET HRR [kw] RSET 410 s 3000 ASET>RSET 2000 1000 INIZIO ESODO 0 200 400 600 800 1000 Tempo [s] Figura 3 | Esempio approccio prestazionale www.insic.it 51
La sicurezza antincendio d’esercizio: devono pertanto essere previste speci- teggiare le eventuali criticità sia in esercizio, sia in fiche misure di gestione della sicurezza antincendio emergenza, e l’adeguata formazione degli addetti (GSA) affinché non possa verificarsi la riduzione del e la corretta e tempestiva operatività del Centro Ge- livello di sicurezza assicurato inizialmente. Infat- stione Emergenze. ti in tali casi la chiave di lettura del progetto della sicurezza messo a punto per consentire al bene e Obiettivo primario del SGSA è quello di tenere sotto all’organizzazione che lo utilizza di far fronte nel controllo tutti i parametri che hanno determinato la migliore dei modi al complesso degli eventi critici scelta degli scenari di incendio in base ai quali sono che possono interessare il bene stesso è costituita state individuate le specifiche misure di protezione dal complesso delle misure di prevenzione e prote- ed in particolare: zione tecnico/organizzative realizzate. ◗ vincoli progettuali derivanti da esigenze peculiari Per garantire l’efficacia nel tempo di tali misure e, dell’attività; quindi, del sistema di sicurezza, è necessario met- ◗ individuazione dei pericoli di incendio connessi tere in atto un efficace sistema di gestione che, (ad con la destinazione d’uso prevista; esempio manutenzione ordinaria delle misure di ◗ descrizione delle condizioni ambientali per l’indi- sicurezza, compilazione del registro dei controlli, viduazione dei dati necessari per la valutazione formazione ordinaria delle squadre di emergenza, degli effetti che si potrebbero produrre; ecc.), preveda specifiche competenze ed azioni fi- ◗ caratteristiche degli occupanti nalizzate a realizzare l’approccio strategico alla si- ◗ sicurezza dei soccorritori, curezza definito in fase di progettazione. Tali azioni, ◗ condizioni di incendio limite ammissibile. che in taluni casi possono risultare eccedenti le mi- sure definite dalle leggi e norme applicabili, sono Il Sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio riconducibili al concetto di “safety actions”. si compone, quindi, di misure tecnico/organizzati- In quest’ottica l’introduzione del sistema di gestio- ve che consentono, nella maggior parte dei casi, di ne ha lo scopo di assicurare il raggiungimento degli evitare il verificarsi di eventi critici e di garantire il obiettivi attraverso corretti strumenti di pianifica- funzionamento dei sistemi di sicurezza e, ove questi zione ed eventuali interventi di miglioramento nel si verifichino comunque, di superarli minimizzando campo della sicurezza, ed anche attraverso l’ado- gli effetti e le conseguenze degli stessi. zione anche di indicatori prestazionali nelle attività Tali considerazioni fanno ritenere che al verificarsi di verifica (affidabilità degli impianti, efficacia delle di uno stato di emergenza, anche se coinvolgente comunicazioni, etc..) in modo da agevolare l’ado- esclusivamente un singolo elemento del sistema zione di misure compensative adeguate nel fron- complesso, debbano essere adottate oltre alle ov- vie misure di contrasto interne all’elemento colpito, contestuali misure di contrasto esterne finalizzate a Evoluzione/aggiornamento Procedure Organizzazione Strategie Modi d’uso contenere il rischio di generare eventi correlati ca- Modalità generali Configurazione paci di interferire sulla fruibilità di porzioni di per- operative SGSA strutturale/ Modello impiantistica corsi spazi e/o impianti comuni, adiacenti o vicini. Nell’approccio percorso, dati i rischi e/o le criticità Processi che potenzialmente possono interessare l’edificio, di feedback si definiscono le misure tecnico-organizzative ordi- Figura 4 | Strategia SGSA narie atte a prevenire o proteggere dai rischi che si 52 Dicembre 2019
ORDINARIETÀ EVENTO CRITICO La sicurezza antincendio SEGNALAZIONE RIVELAZONE RECEPTION RESPONSABILE AES EMERGENZA ALLARME LIV. 1 APPREZZAMENTO ALLARME PRECOCE EVENTO MEZZANINI – KIVA ATTIVAZIONE ALLONTANAMTO AC – BMS SEA MEZZANINI – KIVA CONTROL Falso Allarme Confermato ROOM ESITO EMERGENCY AC – BMS UCE WAREHOUSE ALLARME ALLARME LIV. 2 FABBRICATO GENERALE SECONDARIO Ancillary ESODO PUNTI DI RACCOLTA Figura 5 | Esempio gestione allarme possono verificare. Se le misure preventive defini- origine a una situazione di criticità o di emergenza te sono efficaci ad eliminare il rischio, la struttura che può comportare conseguenze in termini di: funziona in modo ordinario; ove invece le misure ◗ interruzione di funzionalità dell’attività (Business preventive non eliminano il rischio, si genera un interruption); evento che deve essere contrastato mediante le mi- ◗ danni a persone e/o cose. sure protettive predisposte. L’azione di contrasto dà Il processo è esemplificabile nello schema a seguire. Vengono previste misure tecnico/organizzative or- dinarie, ovvero le misure dettate dalle norme e dalle Misure RISCHI CRITICITÀ best-practices di settore, che sono mantenute in effi- preventive: cienza mediante un approccio gestionale/manuten- riduzione di probabilità tivo ordinario. Il processo gestionale ordinario viene di accadimento FUNZIONAMENTO ORIDINARIO affiancato dal processo integrato. In tale processo, Efficacia MISURE misure dati i rischi e/o le criticità che potenzialmente interes- ORDINARIE preventive SI sano il sito (valutati nella loro accezione più ampia), a fianco delle misure tecnico-organizzative ordinarie Misure protettive: NO vengono messe in atto misure integrative/compen- riduzione delle sative ed azioni strategiche (safety actions) in capo al conseguenze EVENTO EMERGENZA CGSA di concerto con il Responsabile Emergenza (RE), Figura 6 | Flusso gestione della sicurezza finalizzate a garantire: www.insic.it 53
La sicurezza antincendio ◗ il mantenimento dei livelli di sicurezza; nibili presso la rete dei distributori su strada). Le ◗ la compensazione delle criticità; celle prova di motori endotermici (di varia tipologia ◗ la riduzione di rischi e criticità; e dimensione) impiegano varie tipologie di lubrifi- ◗ il processo di miglioramento. canti, carburanti e combustibili gassosi, a carattere sperimentale e non con l’obiettivo di poter determi- Tale approccio consente alla struttura di continuare nare le caratteristiche qualitative dei fluidi impie- a funzionare, in tutto o in parte, contribuendo a ri- gati. I test vengono realizzati rispettando protocolli durre i casi in cui è necessario gestire un’emergenza precisi definiti dalle aziende stesse che richiedono i e, ove questa si verifichi comunque, a contenerne test che variano a seconda della tipologia di moto- l’estensione e la magnitudo. I processi reiterativi re, dal risultato atteso in funzione dalla variabile da avviati a seguito del verificarsi di uno stato critico, testare. Tutte le celle sono costituite da una piatta- consentono di attivare procedure d’intervento ad forma sospesa tra pilastri (banco) dotata di suppor- hoc ed azioni strategiche mirate a garantire il pos- ti antivibrazioni, su cui viene montato il motore og- sibile funzionamento in continuità del bene. getto di test accoppiato con un freno che costituisce L’esempio che si pone all’attenzione è riferito alla il carico del motore. Il banco è dotato di un impianto progettazione e realizzazione di uno stabilimento di ventilazione e di un impianto di alimentazione industriale la cui peculiarità è quella legata alla del carburante controllati da un PLC (controllore a ricerca circa l’efficienza ed efficacia degli oli lubri- logica programmabile) e di un sistema composto ficanti a servizio dei motori e per ogni tipologia di da sensori che comunicano le grandezze misurate mezzo e tipo di alimentazione. ad un pc. Le celle si sviluppano su tre livelli: Le celle prova sono essenzialmente macchine mo- ◗ livello di lavoro dove si trova banco e sistema di trici termiche in cui l’energia termica (calore) viene controllo quindi la cella vera e propria. prodotta all’interno della stessa macchina brucian- ◗ Livello sopraelevato (sopracella) che costituisce area do un combustibile gassoso o liquido facilmente di posizionamento per gli impianti tecnologici. nebulizzabile. Il lavoro meccanico svolto dalla mac- ◗ Livello interrato (sottocella) che ospita gli impian- china è direttamente trasformato in lavoro elettri- ti di asservimento alle celle test. co. La cella di prova e dunque anche il motore si dif- Il motore ed il freno sono raffreddati ad acqua a cir- ferenzia in base al tipo di meccanismo che utilizza cuito chiuso e l’ambiente è climatizzato per mante- la macchina per raccogliere il lavoro compiuto dal nere la temperatura costante. Le fasi di lavoro sono fluido motore distinguendo i motori in alternativi in generale: (motori a scoppio o diesel) rotativi (turbina a gas, ◗ Trasporto attrezzature nella cella. turboelica o turboreattori) e statici (motori a razzo). ◗ Preparazione attrezzature (allacciamenti, ecc.). Le celle prova si utilizzano per: ◗ Collegamento sistemi di monitoraggio. ◗ test su motori ◗ Prova a vuoto. ◗ test su elementi di trasmissione ◗ Messa a regime. ◗ test su veicoli. ◗ Controllo del test dal PC supervisore. Le celle di prova costituiscono il cuore di un centro ◗ Prelievo campioni di lubrificante. di ricerca in cui si eseguono prove su motori e vei- ◗ Analisi dei dati. coli di serie (si considerano motori e veicoli ordinari, ◗ Fine del test. prodotti di serie, alimentati con carburanti ordinari ◗ Smontaggio attrezzature ed accessori. quali benzine, gasoli, GPL e Metano tal quali dispo- ◗ Trasporto all’esterno della cella. 54 Dicembre 2019
per capire se sono buoni vanno provati Vanity Fire Liquidi Schiumogeni Antincendio Vanity Fire di Lamperti Elena - Via Parini 2 – 20836 Briosco (MB) – Italy ph. +39-392-3874171 - www.vanity-fire.com – elena.lamperti@vanity-fire.com agente esclusivo Auxquimia per l'Italia
La sicurezza antincendio Figura 7 | Pianta stabilimento Nello schema seguente è riportata una tipologia di zione di aria ambiente e ventilconvettore interno cella test con l’individuazione delle caratteristiche del- per il mantenimento della temperatura richiesta la stessa così come il suo sviluppo piano altimetrico. dai protocolli di test; Le celle di test sono dotate al loro interno ◗ immissione di aria comburente ed estrazione dei ◗ di ventilazione propria con immissione ed estra- fumi di scarico, mediante diluizione con aria pre- levata dalla cella stessa, con funzione ulteriore di estrazione dei fumi in caso di incendi. A servizio delle celle vi può essere una riserva di bombole di gas tecnici speciali per la strumentazio- ne di analisi dei gas di scarico e di apparecchiature del laboratorio; i pacchi di bombole vengono col- locate all’esterno in prossimità dell’utilizzo in zone dedicate, e distribuite alle utenze mediante linee dedicate. Inoltre presso le celle banchi a rulli e car- Figura 8 | Postazione controllo cella buranti sono presenti dei locali “gas analyzer” in 56 Dicembre 2019
La sicurezza antincendio Piano zero RDT 19-1 Piano sottopavimento RDT 19-1 Figura 9 | Esempi pianta e sezioni cella tipo www.insic.it 57
La sicurezza antincendio cui sono collocate le bombole dei gas necessari per ◗ la presenza di vibrazioni. la calibrazione della sofisticata strumentazione di Da qui i rischi che ne derivano, ossia: analisi dei gas di scarico dei motori e dei veicoli. ◗ rischio di possibili perdite o sversamenti durante l’utilizzo dei carburanti; I test sulle celle prova vengono realizzati sia per ◗ rischio di formazione di atmosfera potenzialmen- soddisfare esigenze industriali che sperimentali. te esplosiva dato l’utilizzo di carburanti aventi Nel primo caso essi rispettano i protocolli definiti caratteristiche tale da creare vapori infiammabili dall’azienda, variando in baso all’elemento da te- alle temperature di esercizio; stare avendo tuttavia idea dei risultati attesi. Nel ◗ creazioni di sovrapressioni: durante l’esecuzione caso delle applicazioni sperimentali invece il risul- delle prove si creano sovrapressioni quale conse- tato atteso non è predeterminabile come pure non guenza di un’eventuale esplosione da liquidi o gas sono determinabili i limiti cui si spingerà la prova. infiammabili. Tra le condizioni particolari cui sono sottoposte i Per questi motivi la strategia di sicurezza proposta motori nei laboratori sperimentali rientrano: per le celle in cui si eseguono i test più gravosi di- ◗ i regimi di funzionamento per lunghi periodi; venta parte integrante della strategia globale dei ◗ il fatto che per ogni test sia previsto l’allestimen- centri di ricerca in cui si lavora con le celle prova mo- to completo della cella (montaggio/smontaggio tori. Si devono considerare a rischio di formazione particolari ed attrezzature); di atmosfera esplosiva le celle di test lubrificanti e FOROMETRIE PASSAGGIO FLUIDI SU PAVIMENTO RDT 7 Cella Trasmissioni FOROMETRIA 71,02 mq, PASSAGGIO CANALINA h 398 cm ELETTRICA SU SOFFITTO RDT 6.2 Cella Trasmissioni 40,78 mq, h 398 cm TRASMISSION TEST BENCH FWDRWD DRIVELINE FOR HEAVY DUTY FOROMETRIA FOROMETRIE PASSAGGIO CANALINE PASSAGGIO FLUIDI FOROMETRIA SU SOFFITTO SU PAVIMENTO PASSAGGIO CANALINE FOROMETRIA PASSAGGIO SU SOFFITTO CANALINE ELETTRICHE SU PAVIMENTO Dim 500X200 mm Figura 10 | Esempio Layout cella prova trasmissione 58 Dicembre 2019
La sicurezza antincendio Sezione tipologica– cella di esempio utilizzata: RDT 1-450 Sezione B-B – Scala 1:50 Sezione C-C – Scala 1:50 PLT Plant Mezanine COMPUTER ZONE CELLA VEICOLI PESANTI Impianti PLT Sottocella S.P.P. Cell Basement Figura 11 | Esempio individuazione zone atex carburanti, i banchi a rulli, in cui sono presenti le ti- pressione interna trasformandosi in onda d’urto, pologie di carburanti infiammabili: Benzine, Gasoli, con ricadute sulla struttura della cella stessa, sulle GPL e Metano; la strategia di Sicurezza delle tali attrezzature presenti nella cella, nel sotto-cella e le celle, che è parte della strategia globale per l’intero apparecchiature di ventilazione, oltre a scaricarsi centro, prevede un intervento a maggior protezio- sui punti deboli con probabile sfondamento delle ne, laddove sono presenti i maggiori rischi. parti vetrate e delle porte di chiusura della cella e i tipici effetti di un’esplosione di vapore in ambiente La singola cella di test motore endotermico è infatti confinato. Inoltre, questo evento potrebbe propa- costituita da un ambiente confinato: nel caso di for- garsi alle celle confinanti scatenando una reazione mazione di atmosfera esplosiva (dovuta principal- a catena. Fermo restando la necessità di valutare mente ad una fuoriuscita di carburante in formato le sorgenti d’innesco presenti e la loro efficacia, ed gassoso o aerosol) in presenza di sorgente di inne- adottando diverse misura per evitare la fuoriusci- sco efficace o nel caso di rilascio violento di energia ta dei carburanti nella realizzazione delle linee di (ad esempio Esplosione meccanica del motore) si distribuzione ed accessori, e nel controllo dell’at- può generare un’esplosione a carattere di defla- mosfera interna, si considera che, pur essendo la grazione con il raggiungimento di una pressione tipologia di attività di un centro ricerche mirato a massima, all’interno della cella, di circa 8 bar. Que- prove di tipo ordinario su motori endotermici, vei- sto evento avrebbe delle conseguenze sulla cella coli, ecc., tuttavia non si può escludere la possibilità in questione provocate dalla combustione della del verificarsi di un’esplosione, sia per le ragioni ar- nube di carburante e conseguente aumento della gomentate in precedenza sia considerando il fatto www.insic.it 59
La sicurezza antincendio CAMINO FINO AL TETTO che comunque si raggiungono condizioni particola- ri a cui normalmente un motore/veicolo non risulta sottoposto così come indicato nel precedente pa- ragrafo. La bibliografia relativa al rischio da esplo- sione di Gas e aerosol è molto ricca e consente una valutazione di massima indicando quale soluzione di protezione dalle esplosioni la creazione di una parte debole all’interno dell’ambiente confinato in modo che l’onda d’urto si scarichi su di essa lascian- do indenne la parte restante della struttura. Ancora meglio sarebbe provvedere alla a predispo- SOLETTA TIPO 350 sizione di un’apertura diretta verso l’esterno (cami- Figura 12 | Sezione camino sfogo sovrapressioni no) che possa sfogare la sovrapressione generata all’interno della cella e permetta la fuoriuscita del velli di protezione ed azioni diversi. L’insieme di tali calore e dei gas incombusti, terminante al colmo in azioni è schematizzato in una Safety Matrix. copertura con un evacuatore FC che opponga una Le satety matrix nel caso studio in esame prevedono resistenza praticamente nulla; il condotto di scarico una serie di azioni messe in atto in occasione del ve- dovrà avere un profilo interno a 45° con funzione di rificarsi del probabile evento incendio prediligendo protezione dall’eventuale proiezione di schegge e la primaria azione dell’impianto di spegnimento a parti delle attrezzature; nel seguito si riporta il det- quella, eventuale e successiva, del sistema di eva- taglio di tale camino. cuazione fumi e calore che può comunque essere Le problematiche elencate precedentemente sono gestita anche attraverso l’azione manuale attuata alla base della strategia proposta riguardante le mi- dalla squadra di primo intervento. Esse focalizzano sure di prevenzione e protezione dai rischi da mette- la protezione su alcuni aspetti in particolare: re in atto già in fase progettuale a maggior tutela dei lavoratori, dell’Azienda e della Direzione aziendale. a) la protezione attiva La strategia di sicurezza antincendio nei confron- ◗ impianto di spegnimento automatico del tipo sprin- ti degli addetti alle celle prova motori è il risultato kler esteso alle aree a servizio delle celle (escluse dell’applicazione di procedure: riuscendo a definire celle stesse); tali procedure si giunge al risultato in modo sempli- ◗ impianto di spegnimento ad acqua nebulizzata ce. I lavoratori dovranno essere addestrati alle con- water mist a protezione delle celle di prova e dei dizioni normali e di emergenza e dovranno essere banchi a rulli e nelle zone a rischio specifico; stabilite delle procedure per la gestione delle attività ◗ rete idranti per garantire la protezione antincen- produttive, la manutenzione, le verifiche periodiche. dio sia essa interna che esterna; La strategia è principalmente conservativa a favo- ◗ sistema di evacuazione fumi e calore con estrazio- re della sicurezza, basata soprattutto su sistemi di ne forzata per le zone a rischio specifico. tipo passivo (resistenza strutturale, evacuazione naturale, ecc.) che fornisce un livello di affidabilità b) la protezione passiva dal rischio elevatissimo: dovendo considerare celle e prove di- di esplosione verse (prove sperimentali di carburanti, lubrificanti ◗ strutture a protezione aumentata laddove insista- e motorizzazioni diverse) ne conseguono diversi li- no i rischi prevalenti; 60 Dicembre 2019
◗ strutture in cemento armato a doppia armatura e presidiato), mentre la riattivazione per la rimessa La sicurezza antincendio ferri legati (resistenza minima esplosione pari a in marcia dei ventilatori, avviene esclusivamente 100mbar) in aree dove si effettuano prove e dove attraverso l’intervento manuale dell’operatore; è presente personale; ◗ l’arresto dell’impianto di ventilazione per garan- ◗ barriere paraschegge in area operative sopra e tire la funzionalità dell’impianto di spegnimento sotto alle celle per proteggere vie di esodo da water-mist; lo stesso potrà essere utilizzato al ter- eventuali proiezioni di parti meccaniche proietta- mine dell’azione di spegnimento per la bonifica te da onda urto dell’esplosione. In base infatti alla del locale dai prodotti della combustione (impian- tipologia delle macchine di ventilazione previste to che dovrà poter essere riazionato, previa verifica ed alla configurazione di installazione delle stes- dell’evento incidentale, per consentire l’evacuazio- se, si devono installare protezioni dall’eventuale ne dei fumi e calore dall’interno della cella); proiezione di schegge e parti delle attrezzature. ◗ l’attivazione dei Pannelli Ottici Acustici nelle par- L’eventuale insorgere di un’esplosione si sfogherà ti comuni afferenti alla cella facendo chiudere le quindi prevalentemente verso l’alto attraverso compartimentazioni; le parti deboli costituite dalle macchine di ven- ◗ la fermata della cella; tilazione (UTA) collegate direttamente alle celle ◗ l’allarme nelle zone di controllo delle prove; tramite i fori dei canali di ventilazione. In questi ◗ l’allarme in zone comuni con altre celle (corridoio casi la strategia generale prevede la protezione fronte e retro celle); del personale eventualmente presente nei locali ◗ l’interruzione dell’erogazione dell’energia elettri- tecnici mediante predisposizione di barriere atte ca del ventilatore e dei test. a contenere l’eventuale proiezione di schegge Ulteriori misure per la gestione in sicurezza delle cel- o parti delle attrezzature, e consentire lo sfogo le sono: verso l’esterno attraverso superfici deboli (ser- ◗ attuare procedure gestionali, tali da garantire al- ramenti) tali da convogliare l’eventuale onda di meno la ventilazione minima dei locali pari 20ri- pressione verso l’esterno, riducendo la possibilità c/h in caso di emergenza; di danno alla struttura interna; ◗ installare di vasche di raccolta e di box di protezio- ◗ p rotezione perimetrale degli apparati tecnici me- ne degli schizzi di liquidi infiammabili; diante apposite griglie a maglia fine (circa 25 - 50 ◗ impedire la possibile formazione e presenza di sac- mm) di altezza minima 2,5 m; che di gas in nicchie del pavimento (per gas GPL) e ◗ p rotezione inferiore delle tubazioni e canali che sotto il soffitto (per gas metano); attraversano i corridoi, in particolare che si trova- ◗ impedire la fuoriuscita accidentale dalle linee non no in corrispondenza delle vie di esodo, mediante collegate per le celle in sola predisposizione con griglie a maglia fine (circa 25-50 mm) installazione di un doppio manicotto; ◗ redigere un programma di manutenzione periodica; c) la gestione della ventilazione ◗ verificare periodicamente l’equipotenzialità e la In caso di evento incidentale l’attivazione di un sen- messa a terra delle apparecchiature utilizzate; sore di rilevazione (fumo, calore, vapori infiamma- ◗ verificare serraggio bulloni e flange delle giunzio- bili, gas, ecc.) prevede: ni tubazioni e valvole; ◗ la chiusura delle serrande tagliafuoco a servizio ◗ verificare il funzionamento delle valvole di massi- del singolo impianto (asservita all’impianto di ri- ma pressione (verifica periodica taratura valvole levazione fumi, il cui segnale sarà riportato a posto di sicurezza); www.insic.it 61
La sicurezza antincendio Corridoi Centrale e parti comuni Termica DISPOSiTIVI SAFETY MATRIX IN RISPOSTA n°1 Targa Tutte le tatghe delle parti Antincendio Cumuni del Comparto Allarme Ottico/ [A.I.] Allarme Ottico/ AcusticoCentrale Acustico Antincendio Termica Owner Piano DISPOSITIVO ATTIVATO DELAY t=0’’ t=0’’ GM01/ Piano 10 [F] Fumo da canale Aria di Ripresa 2 1 Gae Terra [F] Fumo da Controsoffitto (forse presenti 2 1 nei servizi igenici) GM01/ Piano 12 [F] Fumo Singolo 2 1 Gae Terra GM01/ Piano 13 [F] Fumo almeno 2 Attivi 2 1 Gae Terra GM01/ Piano [RI] Centrale di spegnimento parti 18 1 1 Gae Terra comuni GM01/ Piano 24 Sensore Antiallagamento 1 1 Gae Interrato n°1 [F] Fumo Centrale Termica 2 2 GM01/ Piano n°3 [GAS] Rilevatori Metano) 15% LEL 25 1 1 Gae Primo (Centrale Termica) GM01/ Piano n° 3 [GAS] Rilevatori Metano) 30% LEL 26 1 1 Gae Primo (Centrale Termica) GM01/ Piano Guasto anomalia centrale antincendio 29 1 1 Gae Terra (con perdita di reazioni) Antincendio GM01/ Piano Guasto anomalia Specifico di Settore 30 1 1 Gae Terra ANTINCENDIO Antincendio GM01/ Piano Guasto anomalia centrale GAS Centrale 31 1 1 Gae Terra Termica(con perdita di reazioni) GAS GM01/ Piano Guasto anomalia Specifico di Centrale 32 1 1 Gae Terra Termica GAS (Concentratore ecc) GAS GM01/ Piano 33 Evacuatore di fumo e Temperatura EFC 1 1 Gae Primo GM01/ Piano 34 Impianto Sprinkler 68°C 2 1 Gae Primo Relè di minima tensione (Forse è meglio GM01/ Piano 35 rimuoverlo in quanto è un dispositivo 2 1 Gae Primo secondario attivato da impianto) GM01/ Piano 36 [0] Pulsanti allarme antincendio 2 2 Gae Primo = feed from Puma or BMS 1 normal operation legende actions = feed from general electrical distribution 2 ON = feed feed from BMS 3 OFF = feed from Puma 4 Aperta = feed fire system 5 Chiusa = feed gas detection 6 Low Level Forzatura al minimo Figura 13 | Esempio safety matrix 62 Dicembre 2019
Segnalatori Segnalazione Relè di Minima Centrale PLC Building Ventilazione Locali acustici Vie di Esodo Tensione Termica Scada Security Office La sicurezza antincendio Sempre n°? serrande Accese ed Tagliafuoco di tutto alimentate il comparto STF Da Centrali Antincendio verso PLC Impianti verso Sistemi Automazione Warnig da SERRANDE Allarme da Quardo Antincendio n°1 Tagliafuoco condotti SEGNALI Segnalazione Antincendio Remotazione Tromba elettrico (Non grave Elettrovalvola aria normalmente Uscite di (Spegnimento PLC / Segnali a parete Ventilazione Rampa di CH4 Centrale aperte in condizione Emergenza immediato HMI Reception Comparto RD1 spegnimento Termica dilavoro (Failed Celle B.R) Celle B.R) Open) t=0’’ t=0’’ t =50’’ t=30’’ t=30’’ t=30’’ t=30’’ t=30’’ t=0’’ 2 2 ? 1 2 1 5 2 2 2 2 ? 1 2 1 5 2 2 1 2 ? 1 2 1 5 2 2 2 2 1 1 2 5 5 2 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 1 1 1 1 2 2 1 2 1 1 1 5 1 2 2 1 2 1 1 1 5 1 2 2 1 2 1 1 1 5 1 2 2 1 2 ? 1 1 1 1 2 2 1 2 ? 1 1 1 1 2 2 1 2 ? 1 1 1 1 2 2 1 2 ? 1 1 1 1 2 2 1 2 ? 1 1 1 1 1 1 1 2 1 2 1 5 5 2 2 1 2 ? 1 1 1 1 1 1 2 2 1 1 2 5 5 2 2 7 High Level Forzatura al Massimo 13 locked open High Level Forzatura al Massimo 100% 14 Sistema di Rivelazione OK 8 (con alimentazione Sicurezza) 15 Sistema di Rivelazione Warning 9 normal operation (estrattore almeno al 30%) 16 Sistema di Rivelazione Alarm 10 dis-powered 11 delayed dis-powered 12 STO www.insic.it 63
La sicurezza antincendio ◗ verificare il buono stato delle guarnizioni delle ◗ installazione di serrande tagliafuoco motorizzate apparecchiature antideflagranti; asservite all’impianto di rilevazione fumi; ◗ realizzare una procedura operativa in caso di per- ◗ installazione di rilevatori di fumo canale, posti dita e rendere disponibile il necessario materiale all’interno delle condotte dell’impianto stesso, per la pronta pulizia in caso di versamento di so- atte a comandare l’arresto automatico dei venti- stanza pericolosa (benzina); latori e la chiusura delle serrande; ◗ installare un sistema di controllo strumentale ◗ installazione di rilevatore di fumo sul canale di dell’atmosfera e protocollo di manutenzione e ripresa dell’aria esterna collegato alle macchine taratura del sistema stesso. di ventilazione con arresto della stessa in caso di incendio esterno; Le celle alimentate a gas metano e GPL, consideran- ◗ tubazione di estrazione dalla cella al ventilatore do maggior rischio di esplosione, sono in alcuni pro- mediante struttura rinforzata, con caratteristiche getti collocate sul lato del fabbricato e sono dotate di di resistenza al fuoco REI 120, con protezione ver- una paratia debole per lo sfogo diretto in ambiente, so l’esterno per evitare alte temperature super- realizzata mediante apertura sul lato esterno sotto ficiali (
ventilazione che viene realizzato per garantire de- cambio e che tutte le serrande tagliafuoco siano del La sicurezza antincendio terminati obiettivi: tipo motorizzato con asservimento all’impianto di ◗ mantenere l’efficienza delle compartimentazioni; rilevazione e segnalazione incendio. ◗ evitare il ricircolo dei prodotti della combustione o di altri gas ritenuti pericolosi; Le conclusioni ◗ non produrre, a causa di guasti e/o avarie proprie La chiave di lettura del progetto della sicurezza mes- delle macchine di ventilazione, di fumi che si dif- so a punto per la costruzione delle celle prova come fondano nei locali serviti; sopra descritto, è consentire al bene e all’organizza- ◗ n on costituire elemento di propagazione di fumi zione che lo utilizza di far fronte nel migliore dei modi e/o fiamme anche nella fase iniziale degli incendi. al complesso degli eventi critici che possono interes- Esso è dotato di un dispositivo di arresto automatico sare il bene stesso. L’insieme di tali fattori costituisce dei ventilatori posto in area accessibile. L’atmosfera una “sfida” anche nell’ambito della progettazione interna viene controllata mediante sensori di miscela della sicurezza e delle relative modalità di gestione infiammabile, temperatura e gas con controllo mini- ed organizzazione. Sfida che ha richiesto l’adozione mo di due soglie (LIE e LSE) il cui raggiungimento con- di un approccio alla progettazione della sicurezza in- trolla l’intercettazione dei combustibili e dell’energia novativo che, integrando le prescrizioni delle norme elettrica. Vengono inoltre rilevata la temperatura dei tecniche di settore ed introducendo concetti avanzati punti caldi. In particolare, l’impianto di rilevazione e specificamente permeati dalla realtà impiantistica, prevede l’istallazione di rilevatori di fumo canale in- attraverso concetto di “sicurezza antincendio” conso- dipendentemente dalle tipologie e dai volumi di ri- lida il concetto di “evento critico”. Con le PITTURE INTUMESCENTI si amplia ulteriormente il ventaglio delle nostre proposte www.kmimpianti.it
Puoi anche leggere