Rassegna Stampa del 17 dicembre 2021 Testata

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Vaccini: medici Assimefac, contro varianti dosi a Paesi poveri Milano, 15 dic. (LaPresse) - "Abbiamo
scritto alla Commissione Europea per sollecitare ulteriori azioni di controllo della pandemia da Sars-cov-
2, tenuto conto del manifestarsi, dopo la variante delta ed altre varianti minori e dell’attualmente
variante omicron. Deve essere considerato che tali varianti si presentano, come primo riscontro infettivo,
in paesi ove, per motivi economici e/o culturali, è bassa la copertura vaccinale e che il manifestarsi di
nuove varianti potrebbe determinare un aggravamento delle situazioni epidemiologiche regionali e/o
internazionali". Così in una nota Nunzia Pia Placentino, presidente dell'Associazione Società Scientifica
Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e di Comunità (Assimefac) e Leonida Iannantuoni, presidente
Cts Assimefac.
"Bisogna evitare di aumentare ulteriormente le criticità sanitarie nelle popolazioni a basso tasso di
vaccinazione, tenuto conto della globalizzazione delle società e della impossibilità di arginare la
diffusione della pandemia semplicemente con la chiusura delle frontiere", continuano Placentino e
Iannantuoni.
"Riteniamo che l’unico argine alla pandemia da Sars-cov-2 sia l’instaurarsi di una immunità di gregge a
livello planetario. Per queste ragioni auspichiamo l’impegno dell’Unione Europea a promuovere lo
stanziamento di fondi destinati all’acquisto e di dosi vaccinali per i cittadini di paesi economicamente
svantaggiati, proteggendo, dal punto di vista sanitario, quelle popolazioni; in questo modo, si
tuteleranno anche quelle europee" concludono Placentino e Iannantuoni.
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COVID-19, GESTIONE PANDEMIA E VIOLAZIONI NELLE PRESCRIZIONI. MEDICI DI FAMIGLIA SEMPRE NEL
MIRINO MA SONO IL BERSAGLIO SBAGLIATO. ECCO PERCHÉ.

«In Italia abbiamo avuto oltre 5 milioni di contagiati da Covid. Circa 200 mila hanno avuto bisogno di
andare in ospedale, ma 4,8 milioni sono rimasti a casa e assistiti dai medici di famiglia». Da una parte le
parole del vicepresidente Snami Domenico Salvago, dall'altra servizi mediatici che il suo sindacato
definisce "denigratori" verso la categoria. Servizi che ormai si susseguono. Un esempio: dall'inchiesta
delle Iene "Medici di base in Italia un sistema da riformare?" emerge un medico di famiglia in estinzione,
vincolato ad un contratto peculiare e conveniente, a un orario minimo benché sia di fatto dipendente
pubblico, "efficientabile" solo se impiegato fino a 14 ore al giorno in una casa di comunità come in
Portogallo.

Snami sottolinea come i gravi attacchi alla professione ben si colleghino al "retropensiero" di azzerare la
medicina generale e consegnarla a "privato, assicurazioni, grossi gruppi finanziari e le mutue integrative".
«Chi ci mette nel mirino per la spesa farmaceutica convenzionata dimentica che la sola spesa a crescere
nel 2020 è stata quella per acquisti diretti del Ssn, quindi, sbaglia o vuole sbagliare bersaglio.
Nell'emergenza Covid abbiamo gestito 24 contagiati su 25, ma sui media si tende ad ignorare sia il lavoro
che abbiamo svolto sui pazienti contagiati, registrando il più alto numero di vittime nella professione (e
una media di 25 telefonate l'ora durante gli orari di studio), sia quanto abbiamo fatto per i pazienti
dimenticati dagli ospedali riconvertiti per fronteggiare la pandemia, sia il lavoro svolto ora che le
strutture ospedaliere non riescono a recuperare le liste d'attesa», dice il segretario Snami Gianfranco
Breccia. E aggiunge: «Il clima velenoso intorno a noi sta portando all'abbandono della professione e al
pensionamento anticipato; in Piemonte nell'ambito dove lavoro abbiamo 6 carenze coperte su 18 con
colleghi che chiedono la pensione anticipata. Abbiamo fatto fare una ricognizione dei pensionandi
nell'arco di 10 anni, si ipotizzava l'addio a 70 anni ma erano previsioni ottimistiche: molti colleghi
chiedono di andare via prima, a 62-64 anni, ci sono persino richieste per l'inabilità lavorativa, colleghi le
cui condizioni psicologiche si sono compromesse durante l'emergenza pandemica».
A mettere il carico da novanta, in giro per l'Italia, sono situazioni in cui quando i medici fanno il loro
lavoro per evitare ricoveri impropri di pazienti, ad esempio proprio per il Covid-19, la Regione chiede il
conto. Ai Mmg delle Asl Napoli 2 e Caserta sono giunte contestazioni per presunte violazioni tra gennaio
e giugno '21 sulle prescrizioni di alcuni farmaci e presidi terapeutici: tra essi, ossigeno, eparine a basso
peso molecolare, cortisonici utilizzati per salvare pazienti con Covid 19 o almeno tenerli lontani
dall'ospedale. «I colleghi hanno prescritto medicinali menzionati dal protocollo terapeutico anti Covid
quando la pandemia procurava più morti», dice Luigi De Lucia segretario Smi Campania. «Si deve a
queste ricette se si è alleggerita la pressione sugli ospedali messi sotto stress dalle tantissime richieste di
soccorso e di assistenza». Certo, tra le prescrizioni contestate alcune poco hanno a che vedere con il
Covid-19: PPI (fino al 40% in più), antibiotici, vitamina D (30% in più). «Ma invece di distinguere le
situazioni Regione ed Asl fanno di tutta l'erba un fascio, mettono insieme comportamenti viziosi e
virtuosi», dice De Lucia. «L'ossigeno terapeutico può mai essere prescritto ad un paziente che sta bene? I
medici sono chiamati a discolparsi, in un periodo di superlavoro, per comportamenti tenuti in un
contesto di emergenza in cui pure è stata rispettata, tutto sommato, la richiesta di abbassare il tetto
complessivo di spesa farmaceutica convenzionata del 2019. Chiediamo alla Regione l'immediato ritiro di
questa delibera intempestiva».

«Se ho un valore sotto soglia della vitamina D e ritengo in scienza e coscienza di prescriverla, di che cosa
devo rispondere?» si chiede Salvatore Caiazza portavoce del movimento "Medici senza carriere". «L'idea
di controllo che emerge da queste delibere è l'antitesi della deontologia: quando raggiungo il tetto
prescrittivo perché ho troppi malati bene sarebbe che chiudessi. Tuttavia, non è l'Asl a dirmi di chiudere,
sarebbe politicamente un autogol. Dovrei farlo io con relative responsabilità disciplinari e deontologiche
a mio carico». Per Caiazza la Regione dovrebbe evitare di affidare ai mmg l'onere di trascrivere le ricette
degli specialisti ospedalieri ed Asl. «Sarebbe opportuno che ad emettere una diagnosi e prescrivere
indagini e cure fosse chi visita il paziente utilizzando il ricettario del Servizio Sanitario Regionale. Ciò
avviene in Lombardia o in Lazio, ma per legge dovrebbe avvenire ovunque in Italia. Gli specialisti
ambulatoriali, ad esempio, sono obbligati a prescrivere su ricettario Ssn dalla convenzione, ma in regioni
come la Campania è invalsa la consuetudine di farci fare i "segretari" di altri colleghi, e poi magari si
imputano a noi eventuali sforamenti senza mai citare quelli di altri settori come il privato convenzionato.
Ma perché io, in nome di un budget, dovrei negare al paziente qualcosa che in scienza e coscienza il
collega specialista ritiene utile?»
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Roma, 15 dicembre 2021 – “Abbiamo scritto alla Commissione Europea per sollecitare ulteriori azioni di
controllo della pandemia da SARS-CoV-2, tenuto conto del manifestarsi, dopo la variante Delta e altre
varianti minori e dell’attualmente variante Omicron”, così Nunzia Pia Placentino, Presidente ASSIMEFAC
e Leonida Iannantuoni, Presidente CTS ASSIMEFAC (società inscritta nell’elenco delle società scientifiche
accreditate c/o il Ministero della Salute) hanno reso pubblica una lettera dell’Associazione Società
Scientifica Interdisciplinare e di Medicina di Famiglia e Comunità, inviata alla Commissione Europea.
“Deve essere considerato che tali varianti si presentano, come primo riscontro infettivo, in paesi ove, per
motivi economici e/o culturali, è bassa la copertura vaccinale e che il manifestarsi di nuove varianti
potrebbe determinare un aggravamento delle situazioni epidemiologiche regionali e/o internazionali –
continuano Placentino e Iannantuoni – Bisogna evitare di aumentare ulteriormente le criticità sanitarie
nelle popolazioni a basso tasso di vaccinazione, tenuto conto della globalizzazione delle società e della
impossibilità di arginare la diffusione della pandemia semplicemente con la chiusura delle frontiere”.
“Riteniamo che l’unico argine alla pandemia da SARS-CoV-2 sia l’instaurarsi di una immunità di gregge a
livello planetario. Per queste ragioni auspichiamo l’impegno dell’Unione Europea a promuovere lo
stanziamento di fondi destinati all’acquisto e di dosi vaccinali per i cittadini di paesi economicamente
svantaggiati, proteggendo, dal punto di vista sanitario, quelle popolazioni; in questo modo, si
tuteleranno anche quelle europee” concludono Placentino e Iannantuoni..
Testata             Data
Corriere Adriatico
                     15 dicembre 2021
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