La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
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Come Sindaco e è nella sensibilità dell’Amministrazione Responsabile del Sistema di Comunale già a partire dal 2009 quando Protezione Civile sul nostro venne istituito per la prima volta l’Assessorato territorio il mio primo alla Protezione Civile che consentì la nascita pensiero e ringraziamento del primo gruppo di volontari nell’anno 2012. va a tutti coloro che Il nostro Comune si è dotato quindi amo chiamare “i miei angeli custodi”. di uno specifico Piano d’Emergenza Un grazie speciale e sentito va a tutti i volontari Comunale aggiornato e di una struttura di della Protezione Civile di Scanzorosciate Protezione Civile locale di ottima qualità. che con passione, sacrificio, costante In questi 6 anni di attività sono stati svolti impegno, senso di appartenenza alla nostra numerosi interventi con risultati molto comunità, dedicano gran parte del loro positivi in termini sia di prevenzione tempo libero per il bene del nostro paese. sia di gestione dell’emergenza. Sempre pronti, sempre a disposizione, Ho avuto modo di apprezzare direttamente in ogni giorno dell’anno, ad ogni ora. la professionalità e l’organizzazione di ogni Grazie davvero di cuore perché con componente del sistema di Protezione Civile. il vostro impegno dimostrate il vostro Questo ci deve rassicurare pur nella amore per la nostra Scanzorosciate. consapevolezza delle difficoltà di Un ulteriore servizio volontario reso e che si gestione degli interventi di natura aggiunge agli altri servizi che quotidianamente complessa che rendono ogni volta altre associazioni svolgono sul nostro diversa ed imprevedibile la loro attività. territorio e che arricchiscono il tessuto sociale W Scanzorosciate e W la Protezione Civile! di Scanzorosciate, rendendoci orgogliosi. La protezione dei cittadini e del territorio Il Sindaco - Davide Dott. Casati
Da Vicesindaco e tempi dove sempre più frequentemente, Capogruppo di Protezione anche per il poco amore per il nostro pianeta, Civile con queste righe mutamenti climatici con conseguenze mi voglio rivolgere ai terribili colpiscono i territori e quindi anche cittadini di Scanzorosciate potenzialmente la nostra Scanzorosciate. per parlare di Rischi che aumentano come purtroppo Protezione Civile nel nostro comune. tutti noi registriamo quotidianamente. Dovete sapere che anche il territorio di Ecco perché è indispensabile il contributo Scanzorosciate ha i suoi rischi specifici che di ognuno di noi. Contributo che parte da sono: rischio idraulico, rischio idrogeologico, piccole segnalazioni che possono risultare rischio incendi boschivi, rischio industriale, fondamentali per affrontare meglio i rischio sismico, rischio neve-viabilità- disagi. Nel sistema di Protezione Civile il ambientale e rischio affollamento, pertanto volontariato è l’espressione più alta perché deve avere un Piano d’Emergenza esprime solidarietà, altruismo e generosità. Comunale che analizza questi rischi e Sentimenti che gli italiani hanno sempre prevede delle procedure operative atte a manifestato. La Protezione Civile è presente garantire la protezione della popolazione. in tutto il territorio nazionale con oltre 3.200 Il Piano di Protezione Civile è l’insieme organizzazioni e circa 1’500’000 volontari. delle procedure operative di intervento “Protezione” e “Civile” sono precise per fronteggiare una qualsiasi calamità coordinate che il volontario della Protezione attesa in un determinato territorio. Civile ha sempre presente. Il volontario ha Il Piano è lo strumento che consente per missione/vocazione la protezione, in ogni alle autorità di predisporre e coordinare momento di calamità ed emergenza, delle gli interventi di soccorso a tutela della persone e i beni comuni a tutta la società. popolazione e dei beni in un’area a rischio. Questo opuscolo, vuole essere una guida Ha l’obiettivo di garantire con ogni mezzo il semplice ed intuitiva a disposizione delle mantenimento del livello di vita”civile” messo famiglie di Scanzorosciate, è uno strumento in crisi da una situazione che comporta di conoscenza per i comportamenti da gravi disagi fisici, ambientali e psicologici. tenere nelle situazioni di emergenza La comunità ha un gruppo di Protezione quindi buona lettura!!! Non dimenticare Civile attivo sul territorio che è nato che la Protezione Civile sei anche TU! nell’aprile del 2012 ed è composto da 36 volontari. Non per questo nessun cittadino può ritenersi estraneo al Sistema Il Vicesindaco con delega alla Protezione Civile di Protezione Civile, specialmente in questi Paolo Arch. Colonna
Scanzorosciate - CAMPO BASE - Esercitazione Interregionale “Operazione Fiumi Sicuri 2017” 29-30 settembre 1 ottobre 2017
INDICE Introduzione 6 Che cos’è la Protezione Civile 7 Che cos’è il rischio 8 Come funziona l’allertamento della Protezione Civile in Lombardia I Principali Rischi nel comune di Scanzorosciate 9 Rischio meteo-idrogeologico Procedure di comportamento 19 Rischio incendi boschivi Procedure di comportamento 24 Rischio industriale Procedure di comportamento 33 Rischio sismico Procedure di comportamento 41 Numero D’ Emergenza
CHE COS’È LA PROTEZIONE CIVILE Col termine Protezione Civile si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. La protezione civile non è un compito assegnato a una singola amministrazione, ma è una funzione attribuita a un sistema complesso: il Servizio Nazionale della Protezione Civile. Istituito con la legge n. 225 del 1992 il Servizio Nazionale ha come sue componenti le am- ministrazioni centrali dello Stato, le Regioni e le Province Autonome, le Province, i Comuni, le Città metropolitane e le Comunità montane. Dal 2 gennaio 2018, Il Servizio Nazionale è disciplinato dal Codice della Protezione civile (Decreto legislativo. n.1 del 2 gennaio 2018) con il quale è stata riformata tutta la normativa in materia. 8
CHE COS’È IL RISCHIO Il rischio è definibile come un pericolo che minaccia qualcuno o qualcosa (individuo, fami- glia, casa, territorio). La sua importanza è valutata sulla base dei danni che può provocare e sulla base di quanto sia esposto. Una eruzione vulcanica, ad esempio, è sempre un pericolo, ma diventa un rischio solo se il territorio esposto è abitato o ha qualche interesse strategico; in caso contrario il rischio non viene valutato. Possiamo individuare due tipologie di rischio: RISCHIO NATURALE RISCHIO ANTROPICO Fenomeni Naturali Attività Dell’Uomo terremoti, maremoti, eruzioni fughe di sostanze tossiche, vulcaniche, frane, esondazioni, esplosioni di gas, incendi colposi inondazioni, alluvioni, incendi o dolosi, etc. provocati da autocombustio- ne o fulmini, etc. Quindi è necessario conoscere i rischi naturali insiti in un certo ambiente e conoscere i rischi antropici derivanti dall’ attività dell’uomo in un certo territorio. 9
COME FUNZIONA L’ALLERTAMENTO DI PROTEZIONE CIVILE IN LOMBARDIA Regione Lombardia, attraverso il Centro Funzionale di Monitoraggio Rischi Natura- li (CFMR) attivo presso la Sala Operativa Regionale di Protezione civile, fornisce un servizio di previsione, monitoraggio, analisi e sorveglianza in tempo reale di fenomeni na- turali prevedibili, supportando i Sindaci nello svolgimento delle proprie attività istituzionali di Protezione civile. Il CFMR è in grado di individuare in anticipo l’arrivo di eventi critici e stimarne l’impatto sul territorio. In presenza di determinate condizioni, emette due tipi di allerte (Comunica- zioni o Avvisi di Criticità) legati ai diversi rischi naturali (idrogeologico; idraulico; temporali forti; vento forte; neve; valanghe; incendi boschivi), con livelli crescenti, indicati da codici colore, a seconda della gravità dei fenomeni previsti. Le allerte, pubblicate on line sui siti istituzionali, diffuse via sms ed e-mail a tutte le compo- nenti del sistema Protezione civile, in particolare ai Sindaci dei comuni nelle zone omoge- nee potenzialmente coinvolte, rappresentano il primo passo per adottare in anticipo le fasi operative e gli opportuni provvedimenti previsti nel Piano di Emergenza Comunale (PEC) per garantire la sicurezza dei propri cittadini e salvaguardare le infrastrutture e i centri abitati. Il Piano di Emergenza Comunale è l’insieme delle procedure operative di intervento ne- cessarie per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa sul territorio. Il Piano è fondamentale per supportare il Sindaco, quale Autorità competente in materia di protezione civile, nella risposta all’emergenza. ALLERTAMENTO DI PROTEZIONE CIVILE I LIVELLI DI CRITICITÀ, I CODICI COLORE DELLE ALLERTE I LIVELLI DI CRITICITÀ: I CODICI COLORE L’allertamento regionale, in linea con quanto previsto a livello nazionale, si basa sui codici colore, con quattroIl sistema diversi livelli di allertamento di criticità regionale, crescente in linea con quanto previsto a a seconda livello nazionale, sidella previsione basa su codici colore, dell’esten- sione del fenomeno con quattroediversidellivelli suodi criticità impatto crescentesull’ambiente, sulledell’estensione a seconda della previsione attività antropiche, del fenomeno e del sui centri abitati e sulla salvaguardia dellasulle suo impatto sull’ambiente, popolazione. attività antropiche, sui centri abitati e sulla salvaguardia della popolazione. • Il livello iniziale Il livello codice è iliniziale verde, è il verde, assenza diassenza di criticità. criticità, il seguente è il codice giallo, che riguarda criticità ordinarie • Il codice giallo riguarda criticità ordinarie facilmente affrontabili a livello locale. facilmente affrontabili a livello locale. Il codice arancio è emesso in previsioni di fenomeni moderati, ma con una portata ampia e probabili impatti rilevanti su persone e cose. Il codice rosso infine indica una situazione • Il codice arancione è emesso in previsioni di fenomeni moderati, ma con una portata estrema, sia per gravità che per estensione. ampia e probabili impatti rilevanti su persone e cose. • Il codice rosso infine indica una situazione I codici colori estrema, delle allertesia per gravità che per estensione. 10 Regione Lombardia Direzione Generale Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Sei preparato? PRIMA • Limita l’uso del cellulare • Tieniti informato • Allontanati dalla zona interessata • Non dormire nei seminterrati • Raggiungi il punto più elevata o sali • Chiudi le porte di cantine, seminter- ai piani superiori rati o garage • Fai attenzione a dove cammini • Valuta il percorso • Evita di utilizzare l’automobile • Valuta se mettere al sicuro l’automo- • Evita sottopassi, argini, ponti bile o altri beni • Tieniti informato sulla situazione • Condividi le tue conoscenze riguar- • Segui le indicazioni dalle autorità do al pericolo DOPO DURANTE • Segui le indicazioni delle autorità • Non scendere in cantine, seminterra- • Non transitare lungo strade allagate ti o garage • Fai attenzione alle zone dove l’acqua • Non uscire per mettere al sicuro si è ritirata l’automobile • Verifica se puoi riattivare il gas e l’im- • Evita l’ascensore pianto elettrico • Aiuta anziani e persone con disabilità • Informati che le reti fognarie, le fosse • Chiudi il gas e disattiva l’impianto biologiche e i pozzi non siano dan- elettrico neggiati. • Non toccare apparecchi elettrici con • Tieniti informato mani o piedi bagnati • Assicurati che ordinanze non vietino • Non bere acqua dal rubinetto di bere l’acqua dal rubinetto 11
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Che Cos’è Il rischio idrogeologico rappresenta per il territorio italiano un problema di notevole rilevanza, visti gli ingenti danni arrecati ai beni e, soprattutto, la perdita di moltissime vite umane. Nel Comune di Scanzorosciate questo rischio si può presentare in modo differente a seconda dell’assetto geomorfologico del territorio in cui ci si trova. Possiamo avere delle frane, delle esondazioni lungo il corso del fiume Serio e vicino ai reticoli idrici minori, disse- sti morfologici e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura. Il rischio idrogeologico e idraulico L’idrogeologia è la disciplina delle scienze geologiche che studia le acque sotterranee, anche in rapporto alle acque superficiali. Nell’accezione comune, il termine dissesto idrogeologico viene invece usato per definire i fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee. Le manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici sono frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe. Nel sistema di allertamento il rischio è differenziato e definito come: Il rischio idrogeologico, che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della la rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane. Il rischio idraulico, che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi d’acqua principali. In Italia il dissesto idrogeologico è diffuso in modo capillare e rappresenta un problema di notevole importanza. Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio ai dissesti idrogeologici, rientra la sua conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia (distri- buzione dei rilievi) complessa e bacini idrografici generalmente di piccole dimensioni, che sono quindi caratterizzati da tempi di risposta alle precipitazioni estremamente rapidi. Il tempo che intercorre tra l’inizio della pioggia e il manifestarsi della piena nel corso d’acqua può essere dunque molto breve. Eventi meteorologici localizzati e intensi combinati con queste caratteristiche del territorio possono dare luogo dunque a fenomeni violenti carat- terizzati da cinematiche anche molto rapide (colate di fango e flash floods). Il rischio idrogeologico è inoltre fortemente condizionato anche dall’azione dell’uomo. La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione, l’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo 12
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano e aumentato l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio stesso. La frequenza di episodi di dissesto idrogeologico, che hanno spesso causato la perdita di vite umane e ingenti danni ai beni, impongono una politica di previsione e prevenzione non più incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ma sull’individua- zione delle condizioni di rischio e sull’adozione di interventi per la sua riduzione. Il rischio meteorologico Le condizioni atmosferiche, in tutti i loro aspetti, influenzano profondamente le attività umane; in alcuni casi i fenomeni atmosferici assumono carattere di particolare intensità e sono in grado di costituire un pericolo, cui si associa il rischio di danni anche gravi a cose o persone. Si parla allora, genericamente, di “condizioni meteorologiche avverse”. È impor- tante distinguere i rischi dovuti direttamente ai fenomeni meteorologici da quelli derivanti, invece, dall’interazione degli eventi atmosferici con altri aspetti che caratterizzano il territo- rio o le attività umane. Questi rischi vengono quindi trattati dalle specifiche discipline scientifiche che studiano quei particolari aspetti soggetti all’impatto delle condizioni meteorologiche. Condizioni di elevate temperature, bassa umidità dell’aria e forti venti, combinate con le caratteristiche della vegetazione e del suolo, possono favorire il propagarsi degli incendi nelle aree forestali o rurali determinando il rischio incendi. Al contempo condizioni di temperature molto alte (in estate) o molto basse (in inverno), combinate con particolari valori dell’umidità dell’aria e dell’intensità dei venti, possono costituire un pericolo per la salute delle persone, specie per le categorie che soffrono di particolari patologie. In questo caso si tratta di rischio sanitario, rispettivamente per ondate di calore o per freddo intenso. Infine nevicate abbondanti in montagna, seguite da particolari condizioni di temperatura e/o venti a quote elevate, in determinate situazioni di morfologia del terreno e di espo- sizione dei pendii possono dar luogo al movimento di grandi masse di neve - valanghe - che scendono più o meno rapidamente verso valle, col rischio di travolgere persone o interessare strade ed abitazioni. Altri rischi connessi agli eventi atmosferici, invece, derivano dal verificarsi di fenomeni me- teorologici in grado di provocare direttamente un danno a cose o persone. In particolare, i fenomeni a cui prestare maggiore attenzione sono: temporali, venti e mareggiate, nebbia e neve/gelate. 13
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Cosa Fare Nel Caso Si Verifichi Temporali E Fulmini Quando si parla di temporali ci si riferisce a un insieme di fenomeni che si sviluppano, tipicamente in maniera concomitante, in imponenti nubi temporalesche, dall’aspetto rigon- fio e dallo sviluppo verticale, detti cumulonembi. Questi fenomeni si manifestano su aree relativamente ristrette, con evoluzione generalmente rapida e improvvisa, e con intensità quasi sempre considerevoli, spesso anche con violenza. Queste caratteristiche, unitamente all’elevato grado di imprevedibilità di questo tipo di fenomeni e all’impossibilità di deter- minarne in anticipo la localizzazione e la tempistica di evoluzione, rendono i temporali un pericolo che può comportare molteplici rischi, anche di estremo rilievo. Pericoli connessi ai temporali Questi si possono ricondurre ai tre tipi di fenomeni meteorologici connessi alle nubi tem- poralesche: • i fulmini, ovvero improvvise scariche elettriche che dalla nube raggiungono il suolo, ac- compagnate dalla manifestazione luminosa del lampo e seguite nella nostra percezione dal rombo del tuono; • le raffiche, ovvero brevi intensificazioni della velocità del vento al suolo che si manife- stano in maniera impulsiva e improvvisa; • i rovesci, ovvero precipitazioni intense generalmente di breve durata, caratterizzate da un inizio e un termine spesso improvvisi, e da variazioni di intensità rapide e notevoli. I rovesci possono essere di pioggia, grandine o neve, a seconda delle condizioni termo- dinamiche. In particolari situazioni meteorologiche e ambientali, il temporale è sede di formazione di una tromba d’aria, fenomeno tanto breve e localizzato quanto intenso e distruttivo, ben ri- conoscibile dalla nube a imbuto che discende dal cumulonembo verso il suolo e capace di attivare intensità di vento istantanee molto elevate. Quando un vortice analogo si innesca sulla superficie del mare, si parla di tromba marina, fenomeno di durata ancora più breve che può però giungere a interessare il litorale, con effetti altrettanto pericolosi. I fulmini rappresentano il più temibile pericolo associato ai temporali. La maggior parte de- gli incidenti causati dai fulmini si verifica all’aperto: la montagna è il luogo più a rischio, ma lo sono anche tutti i luoghi esposti, specie in presenza dell’acqua, come le spiagge, i moli, i pontili, le piscine situate all’esterno. In realtà esiste un certo rischio connesso ai fulmini an- che al chiuso. Una nube temporalesca può dar luogo a fulminazioni anche senza apportare necessariamente precipitazioni 14
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Rovesci di Pioggia e Grandine Le precipitazioni associate a un temporale sono caratterizzate da variazioni di intensità rapide e notevoli, sia nello spazio sia nel tempo. Concentrando considerevoli quantità di acqua in breve tempo su aree relativamente ristrette, possono quindi dare luogo a scrosci di forte intensità che si verificano a carattere estremamente irregolare e discontinuo sul territorio. Pericoli connessi ai rovesci di pioggia Il carattere tipicamente impulsivo rende i rovesci di pioggia un pericolo innanzitutto per quanto riguarda le ripercussioni immediate e repentine che possono avere sul territorio, pregiudicando la stabilità dei versanti, innescando frane superficiali, colate di fango e smot- tamenti che possono arrivare a coinvolgere la sede stradale, ed ingrossando rapidamente torrenti e corsi d’acqua minori, che – specie nella stagione estiva - possono passare in bre- vissimo tempo da uno stato di secca ad uno stato di piena, senza alcun preavviso. Il letto di un torrente in stato di magra (o addirittura in secca, dall’aspetto di un’arida distesa di sassi) può improvvisamente tramutarsi in un corso impetuoso di acqua, capace di trascinare con sé cose e persone, in conseguenza di un temporale che magari si è sviluppato nell’area a monte, senza necessariamente coinvolgere la zona in cui ci troviamo e quindi rendendo ancor più imprevisto l’evento. In particolari condizioni, quando la differenza di temperatura fra il suolo e gli strati superio- ri dell’atmosfera è molto elevata, le nubi temporalesche danno luogo a rovesci di grandine, cioè alla caduta a scrosci di chicchi di ghiaccio, che in alcuni casi possono assumere anche dimensioni ragguardevoli, capaci di danneggiare le lamiere di un’automobile e di mettere a rischio l’incolumità delle persone. Neve e Gelo Quando le temperature, nei bassi strati dell’atmosfera, si avvicinano allo zero, le precipita- zioni assumono carattere di neve e a seconda dell’intensità e della persistenza del feno- meno possono accumularsi in maniera consistente al suolo, creando quindi problemi alla circolazione. Il fenomeno può interessare anche aree molto estese, coinvolgendo la totalità delle persone e delle attività del territorio. Inoltre, successivamente alle nevicata, in alcune situazioni le temperature scendono netta- mente al di sotto dello zero, dando quindi luogo alla pericolosa formazione di lastroni di ghiaccio su strade e marciapiedi, costituendo un rischio ancora maggiore del manto nevoso sia per la stabilità e l’aderenza dei veicoli sia per l’equilibrio delle persone La Nebbia La nebbia, in banchi più o meno estesi e più o meno compatti, si forma quando l’aria nei bassi strati dell’atmosfera risulta partico- larmente stagnante e l’umidità si condensa in piccolissime gocce d’acqua. 15
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Queste particolari situazioni meteorologiche si manifestano soprattutto in autunno e in inverno nelle zone basse o depresse (pianure, valli, conche), ed è naturalmente favorito in prossimità di zone ricche di umidità, come quelle nelle vicinanze di corsi d’acqua o aree dense di vegetazione. Le ore più a rischio per la formazione della nebbia sono tipicamente le più fredde, cioè quelle notturne e del primo mattino; durante il giorno, il sole riesce nella maggior parte delle situazioni a garantire il progressivo sollevamento o almeno il parziale diradamento della nebbia, ma in alcune condizioni meteorologiche, il fenomeno persiste anche per gran parte della giornata. La nebbia ha la caratteristica di assorbire e disperdere la luce, di diminuire il contrasto e la differenza dei colori e quindi la visibilità degli oggetti: in definitiva, riduce fortemente la visibilità orizzontale, e costituisce quindi un pericolo di eccezionale gravità per la viabilità. Ogni anno, infatti, sono centinaia le vittime di imprudenze durante la guida con nebbia, spesso in tamponamenti a catena ma anche in uscite di strada, impatti con alberi, pali, spallette di ponti o in scontri frontali, dovuti alla mancata o ritardata percezione di curve, ostacoli fissi o altri veicoli. Le Ondate di Calore Sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione estiva, carat- terizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, che possono durare giorni o settimane. L’Organizzazione Mondiale della Meteorologia - WMO, World Meteorological Organiza- tion, non ha formulato una definizione standard di ondata di calore e, in diversi paesi, la de- finizione si basa sul superamento di valori soglia di temperatura definiti attraverso l’identifi- cazione dei valori più alti osservati nella serie storica dei dati registrati in una specifica area. Un’ondata di calore è definita in relazione alle condizioni climatiche di una specifica area e non è quindi possibile definire una temperatura-soglia di rischio valida a tutte le latitudini. Le Crisi Idriche Negli ultimi decenni, si è venuta a delineare in Italia una situazione meteo-climatica carat- terizzata da una generalizzata diminuzione delle precipitazioni. In particolare, negli ultimi anni sono stati registrati prolungati periodi di scarse precipitazioni che hanno determinato situazioni di emergenza idrica in gran parte del territorio nazionale aggravando situazioni già precedentemente in stato di crisi. Tra i fattori che contribuiscono al determinarsi delle crisi idriche va ricordata l’inadeguatezza della rete acquedottistica che in Italia presenta una perdita dell’acqua addotta pari al 27%, con punte anche del 40%. 16
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Prevenzione Per evitare l’acuirsi di crisi idriche è opportuno mettere in atto una serie di provvedimenti, anche individuali, per poter preservare e gestire nel modo più opportuno il patrimonio idrico nazionale: gestire in maniera oculata e razionale le falde acquifere, ridurre i consumi, realizzare interventi di riparazione o di rifacimento delle condotte, impiegare reti di addu- zione e distribuzione “duali” che consentono l’utilizzo di acqua pregiata per fini potabili e di acqua depurata per alcuni usi compatibili. 17
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Rischio idraulico e idrogeologico a Scanzorosciate Rischio idrogeologico alluvionale – F. Serio Buona parte dell’urbanizzato al confine occidentale del Comune risulta soggetto a questo rischio, in particolare se si considerano possibili ostruzioni del “Ponte di Gorle”. Acquisen- do le delimitazioni PAI, i vari studi a disposizione, integrati con un’ulteriore indagine storica locale, si è potuta individuare una pericolosità non trascurabile limitata a poche abitazioni a ridosso del confine di demarcazione della fascia PAI A, che potrebbero, secondo un cri- terio geomorfologico, esservi comprese. Per quanto riguarda le indagini storiche/geomor- fologiche compiute con i primi due studi, mai, per nessuno degli eventi di piena registrati dal 1800 ad oggi, vengono evidenziati particolari danni ad opera di esondazioni del F. Serio in territorio di Scanzorosciate. L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella sezione Protezione Civile. Rischio idrogeologico alluvionale per corsi d’acqua minori In territorio di Scanzorosciate alcuni corsi d’acqua possono dar luogo a limitate esonda- zioni. Le situazioni critiche sono tuttavia ben conosciute e documentate in quanto già più volte in passato si sono rivelate in grado di produrre danni e disagi, Meritano attenzione, in particolare: quella del Torrente Gavarnia già esondato in via Monte Presolana, e quello di un affluente del Torrente Zerra che interseca la strada provinciale n.68 alla base della salita che porta alla fraz. Tribulina (via Monte Negrone, angolo via Serradesca). L’analisi di detta- glio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella sezione Protezione Civile. Rischio idrogeologico da frana Per frane, colate di detrito, erosione di versante, erosioni torrentizie ed eventi simili, il rife- rimento principale è il censimento dei dissesti realizzato dalla Regione Lombardia nell’am- bito del Progetto IFFI, disponibile sul SIT regionale nella sezione dedicata alla cartografia on-line. Per dissesti specifici sono disponibili gli studi compiuti dalla Regione Lombardia in collaborazione con gli Istituti del CNR\GNDCI e pubblicati nell’ambito del Progetto SCAI - “Studio Centri Abitati Instabili” delle province di Sondrio, Pavia, Lecco e Bergamo. Entrambi gli studi non segnalano tuttavia fenomeni franosi in territorio di Scanzorosciate. Il documento fondamentale a livello locale rimane quindi lo studio geologico a supporto del Piano di Governo del Territorio (L.R. 41/97, L.R. 12/2005 - D.G.R. VIII/1566 del 22.12.2005 – realizzato nel 2008) che include le perimetrazioni PAI: in questo caso sono segnalate un’ “Area di conoide attiva non protetta” lungo il corso del T.Gavarnia al confine con il Comune di Nembro, e una integrazione per “Area di frana attiva non perimetrata (Fa)” a Gavarno, lungo via M.Bianco, entrambe attivatesi in passato. E’ questo un rischio degno di attenzione per il territorio di Scanzorosciate, esteso in gran parte in ambito collinare. L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella sezione Protezione Civile. 18
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO Procedura di comportamento (comportamenti in emergenza) rischio frana Se sei all’interno di un edificio.. NON PRECIPITARTI FUORI, RIMANI DOVE SEI Rimanendo all’interno dell’edificio sei più protetto che non all’aperto RIPARATI SOTTO UN TAVOLO, SOTTO L’ARCHITRAVE O VICINO AI MURI PORTANTI Possono proteggerti da eventuali crolli ALLONTANATI DA FINESTRE, PORTE CON VETRI E ARMADI Cadendo potrebbero ferirti NON UTILIZZARE GLI ASCENSORI Potrebbero rimanere bloccati ed impedirti di uscire Se ti trovi in un luogo aperto.. ALLONTANATI DAGLI EDIFICI, DAGLI ALBERI, DAI LAMPIONI E DALLE LINEE ELET- TRICHE O TELEFONICHE Cadendo potrebbero ferirti NON PERCORRERE UNA STRADA DOVE È APPENA CADUTA UNA FRANA Si tratta di materiale instabile che potrebbe rimettersi in movimento NON AVVENTURARTI SUL CORPO DELLA FRANA I materiali franati, anche se appaiono stabili, possono nascondere pericolose cavità sotto- stanti NON ENTRARE NELLE ABITAZIONI COINVOLTE PRIMA DI UN’ACCURATA VALU- TAZIONE DA PARTE DEGLI ESPERTI Potrebbero aver subito lesioni strutturali e risultare pericolanti rischio alluvione (idrauluco, idrogeologico) Se sei in casa.. SE DEVI ABBANDONARE LA CASA, CHIUDI IL RUBINETTO DEL GAS E STACCA IL CONTATORE DELLA CORRENTE ELETTRICA Tali impianti potrebbero danneggiarsi durante l’evento calamitoso RICORDATI DI TENERE CON TE I DOCUMENTI PERSONALI ED I MEDICINALI ABITUALI Ti possono essere indispensabili se casa tua risultasse irraggiungibi- le per parecchio tempo 19
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO INDOSSA ABITI E CALZATURE CHE TI PROTEGGANO DALL’ACQUA È importante mantenere il corpo caldo e asciutto SE NON PUOI ABBANDONARE LA CASA SALI AI PIANI SUPERIORI E ATTENDI L’ARRIVO DEI SOCCORSI Eviterai di essere travolto dalle acque NON USARE IL TELEFONO SE NON PER CASI DI EFFETTIVA NECESSITÀ In questo modo eviti sovraccarichi delle linee telefoniche, necessarie per l’organizzazione dei soccorsi Se sei per strada.. NON AVVENTURARTI MAI, PER NESSUN MOTIVO, SU PONTI O IN PROSSIMITÀ DI FIUMI, TORRENTI, PENDII, ECC. L’onda di piena potrebbe investirti SEGUI CON ATTENZIONE LA SEGNALETICA STRADALE ED OGNI ALTRA INFOR- MAZIONE CHE LE AUTORITÀ HANNO PREDISPOSTO In questo modo eviti di recarti in luoghi pericolosi SE SEI IN MACCHINA EVITA DI INTASARE LE STRADE Sono necessarie per la viabilità dei mezzi di soccorso NON PERCORRERE STRADE INONDATE E SOTTOPASSAGGI La profondità e la velocità dell’acqua potrebbero essere maggiori di quanto non sembra e il livello dell’acqua potrebbe bloccare il tuo automezzo PRESTA ATTENZIONE ALLE INDICAZIONI FORNITE DALLE AUTORITÀ Esse gestiscono l’emergenza e coordinano i soccorsi Dopo l’alluvione.. NON UTILIZZARE L’ACQUA FINCHÉ NON VIENE DICHIARATA NUOVAMENTE POTABILE E NON CONSUMARE ALIMENTI ESPOSTI ALL’INONDAZIONE Potrebbero contenere agenti patogeni o essere contaminati NON UTILIZZARE APPARECCHIATURE ELETTRICHE PRIMA DI UNA VERIFICA DA PARTE DI UN TECNICO Gli eventuali danni subiti potrebbero provocare un cortocircuito PULISCI E DISINFETTA LE SUPERFICI ESPOSTE ALL’ACQUA D’INONDAZIONE Potrebbero presentare sostanze nocive o agenti patogeni 20
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Sei preparato? PRIMA DURANTE • Non gettare mozziconi di sigaretta o • Telefona al numero d’emergenza fiammiferi ancora accesi • Fornisci le indicazioni necessarie per • Non accendere fuochi nel bosco localizzare l’incendio • Non abbandonare mai il fuoco • Cerca una via di fuga sicura • Accertati che il fuoco sia completa- • Non fermarti in luoghi verso i quali mente spento soffia il vento • Accertati che la marmitta calda non • Stenditi in un luogo dove non c’è sia a contatto con l’erba secca vegetazione incendiabile • Non abbandonare i rifiuti nei boschi • Cerca di attraversare il fuoco dove è • Non bruciare le stoppie, la paglia o meno intenso altri residui agricoli • Non sostare lungo le strade 21
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Che Cos’è Un incendio boschivo è un fuoco che tende ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate che si trovano all’inter- no delle stesse aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi alle aree (art. 2 della Legge n. 353 del 2000). Un incendio boschivo è un fuoco che si propaga provocando danni alla vegetazione e agli insediamenti umani. In quest’ultimo caso, quando il fuoco si trova vicino a case, edifici o luoghi frequentati da persone, si parla di incendi di interfaccia. Più propriamente, per inter- faccia urbano-rurale si definiscono quelle zone, aree o fasce, nelle quali l’interconnessione tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta: sono quei luoghi geografici dove il sistema urbano e naturale si incontrano e interagiscono. Tutte le regioni italiane sono interessate dagli incendi, anche se con gravità differente e in periodi diversi dell’anno. Le condizioni ambientali e climatiche della penisola italiana favoriscono lo sviluppo di focolai principalmente in due stagioni dell’anno. Nelle regioni settentrionali dell’arco alpino - ma anche nelle zone appenniniche in alta quota - gli incendi boschivi si sviluppano prevalentemente nella stagione invernale – primaverile, la più sicci- tosa, quando la vegetazione è stata seccata dal gelo. Mentre in estate i frequenti temporali riducono il rischio di incendio. Cosa Fare Nel Caso Si Verifichi Un Incendio Boschivo • cerca una via di fuga sicura, attraverso una strada o un corso d’acqua; • attraversa il fronte del fuoco dove è meno intenso per passare sul terreno già bruciato; • se sei in casa sigilla porte e finestre con carta adesiva e panni bagnati, segnala la tua presenza e non uscire se non sei certo che la via di fuga sia aperta; • se sei in automobile non abbandonarla, ma chiudi i finestrini e il sistema di ventilazione, segnalando la tua presenza con il clacson e i fari; • non tentare di spegnere il fuoco da solo; • non parcheggiare lungo le strade di accesso al luogo dell’incendio per non ostacolare il passaggio dei mezzi di soccorso; • metti a disposizione riserve d’acqua ed eventuali attrezzature; • avvisa, all’arrivo delle squadre, se sai se ci sono persone nel bosco o dove è in atto l’incendio; 22
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Cause Le cause degli incendi possono essere naturali o umane. Gli incendi naturali si verificano molto raramente e sono causati da eventi naturali e quindi inevitabili: • Fulmini. Possono provocare incendi quando si verificano temporali senza che contem- poraneamente si abbiamo precipitazioni. Gli incendi causati da fulmini si verificano pre- valentemente nelle zone montane, dove gli alberi conducono con facilità le scariche elettriche. Si tratta di fenomeni molto rari in un tipo di clima mediterraneo come il nostro. • Eruzioni vulcaniche. La lava incandescente entra in contatto con la vegetazione infiam- mabile. • Autocombustione. Non si verifica mai in un clima mediterraneo. Gli incendi di origine umana possono essere: • Colposi (o involontari). Sono causati da comportamenti dell’uomo, irresponsabili e im- prudenti, spesso in violazione di norme e comportamenti. Non finalizzati ad arrecare volontariamente danno. Le cause possono essere: • Attività agricole e forestali. Il fuoco viene impiegato per bruciare le stoppie, distruggere i residui vegetali provenienti da lavorazioni agricole e forestali, e per rinnovare i pascoli e gli incolti. Spesso queste operazioni vengono effettuate in aree contigue a boschi ed incolti, facile preda del fuoco, soprattutto nei periodi a maggior rischio. • Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi. Cerini e mozziconi di sigarette abbandonati o lanciati lungo i sentieri, le piste forestali, e le linee ferroviarie possono cadere sull’erba secca o altri residui vegetali e innescare un incendio, anche per effetto degli spostamenti d’aria provocati dai veicoli o dal vento. • Attività ricreative e turistiche (barbecue non spenti bene), lanci di petardi, rifiuti bru- ciati in discariche abusive, cattiva manutenzione di elettrodotti. • Dolosi (volontari). Gli incendi vengono appiccati volontariamente, con la volontà di arrecare danno al bosco e all’ambiente. Le cause: • Ricerca di profitto. L’obiettivo è quello di utilizzare l’area distrutta dal fuoco per sod- disfare interessi legati alle speculazione edilizia, al bracconaggio, o per ampliare le superfici coltivabili. • Proteste e vendette. L’azione nasce dal risentimento nei confronti dei privati, della Pubblica Amministrazione o dei provvedimenti adottati, come l’istituzione di aree protette. In molti casi si vuole danneggiare un’area turistica. In altri casi i comportamenti dolosi sono da ricondurre a problemi comportamentali come la piromania e la mitomania. Nella classificazione degli incendi ci sono anche di incendi di origine igno- ta, per i quali non è possibile individuare una causa precisa. 23
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Fattori Predisponenti I fattori predisponenti degli incendi sono l’insieme degli aspetti che favoriscono l’innesco di un incendio e la propagazione del fuoco. Sono gli elementi di riferimento per elaborare gli indici di previsione del rischio: • Caratteristiche della vegetazione: presenza di specie più o meno infiammabili e com- bustibili, contenuto d’acqua, stato di manutenzione del bosco. • Condizioni climatiche: i fattori che hanno maggiore influenza sugli incendi sono il vento, l’umidità e la temperatura: • l’umidità, sotto forma di vapore acqueo, influisce sulla quantità di acqua presente nel combustibile vegetale: quanto minore è il contenuto di acqua nei combustibili tanto più facilmente essi bruciano; • il vento rimuove l’umidità dell’aria e porta ad un aumento di ossigeno, dirige il calore verso nuovo combustibile e può trasportare tizzoni accesi, e creare nuovi focolai di incendio. Le caratteristiche del vento più significative sono la direzione e la velocità. La direzione determina la forma che l’incendio assume nel suo evolver- si; la velocità del vento ne condiziona invece la rapidità di propagazione; • la temperatura del combustibile e quella dell’aria che lo circonda sono fattori chiave, che determinano il modo in cui il fuoco si accende e si propaga, influendo direttamente sul tempo di infiammabilità dei materiali vegetali. • Morfologia del terreno: la morfologia del terreno influisce sugli incendi soprattutto con la pendenza (nei terreni in pendenza aumenta la velocità di propagazione) e l’esposi- zione (i versanti a sud ovest sono più esposti all’azione del sole e quindi meno umidi). Tipi Di Incendio In base a come si origina, un incendio può essere: • sotterraneo: brucia lentamente le sostanze vegetali sotto il livello del suolo (il muschio, la torba, l’humus indecomposto). La combustion è lenta, ma si spegne con difficoltà; • di superficie: brucia lo strato superficiale della vegetazione a livello del suolo (erba, foglie e rami morti). E’ il tipo di incendio più frequente nei nostri boschi e anche quello più facilmente controllabile. Il fuoco è rapido ma non intenso; • di chioma: si propaga da una chioma all’altra degli alberi ed è quello più difficile da controllare; • di barriera: l’incendio di chioma si unisce ad un incendio di superficie. E’ estremamente intenso e distruttivo. 24
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Danni I danni provocati dagli incendi vanno ad incidere sulla vegetazione, sulla fauna, sul suolo, sull’atmosfera e sul paesaggio. L’entità del danno dipende sia dal comportamento e dalla caratteristiche del fronte di fiamma (velocità, avanzamento, altezza e lunghezza di fiamma, profondità del fronte), sia dalle caratteristiche dell’ambiente interessato dall’incendio. I danni generati dal passaggio del fuoco possono essere misurati in termini temporali e spaziali: i primi possono manifestarsi immediatamente o a più lungo termine, i secondi possono avere ripercussioni all’interno dell’area percorsa o nelle zone limitrofe. Da un punto di vista temporale, i danni possono essere classificati in: • danni di primo ordine: si verificano al momento dell’evento o immediatamente dopo l’evento. Sono il diretto risultato del processo di combustione (il danneggiamento e la morte delle piante, il consumo di combustibile, la produzione di fumo e il riscaldamen- to del suolo). • danni di secondo ordine: si verificano in un periodo di tempo molto più lungo, da gior- ni, a mesi e anche decenni dopo l’evento (i fenomeni erosivi, la dispersione del fumo e la successione vegetazionale). Rischio incendio boschivo a Scanzorosciate La categoria d’uso del suolo prevalente nel territorio di Scanzorosciate ( dei 1.068,51 ha ) risulta essere il bosco che copre con i suoi 340 ha circa il 31,85% dell’intero territorio. Si tratta di bosco di discreto e buon valore forestale, costituito prevalentemente da rovere, roverella, robinia e, per alcune aree, castagneto. I boschi provinciali, fatta eccezione di quelli in Comune di Chiuduno. non sono particolarmente soggetti a rischio incendio boschivo. Tuttavia l’arricchimento progressivo dei boschi in materiale vegetale secco, anche a causa dell’abbandono del territorio, e l’alternanza sempre più marcata di periodi siccitosi a periodi di forte piovosità, suggeriscono cautela nel giudicare basso il pericolo d’incendio utilizzando semplicemente i dati storici e di predisposizione dei soprassuoli. Riguardo all’al- lertamento, alla prevenzione e alla gestione degli spegnimenti, il Comune svolge un ruolo complementare di supporto a: •Province, Comunità Montane e Parchi che organizzano e gestiscono le squadre di volontariato antincendio boschivo (AIB) con le modalità ritenute più opportune e funzionali in funzione delle necessità e dispo- nibilità locali; •La Regione, attraverso il Centro Funzionale Regionale e l’Unità Ope- rativa di Protezione Civile, provvede all’emanazione delle allerte e degli Avvisi di Criticità; •Il Corpo dei Carabinieri Forestali (ex Corpo Forestale dello Stato) e i Vigili del Fuoco dirigono le attività di spegnimento rispettivamente in ambito strettamente boschivo e in ambito urbanizzato. L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella sezione Protezione Civile.la vegetazione è stata seccata dal gelo. Men- tre in estate i frequenti temporali riducono il rischio di incendio. 25
IL RISCHIO INDUSTRIALE Sei preparato? DURANTE DOPO • Rifugiati in un luogo chiuso • Aera gli ambienti • Chiudi porte e finestre • Tieniti informato con la radio e la tv • Spegni condizionatori • Presta attenzione alle informazioni dalle autorità • Tieniti informato con la radio e la tv 26
IL RISCHIO INDUSTRIALE Che Cos’è Il rischio industriale si presenta sui territori ove è presente uno o più stabilimenti industriali, che utilizzano o detengono particolari sostanze per la realizzazione di determinate attività produttive. Queste sostanze in caso di incidente possono contribuire a provocare incendi, esplosioni, emissioni di nube tossiche o sversamenti pericolosi per l’ambiente. I processi industriali che richiedono l’uso di sostanze pericolose, in condizioni anomale dell’impianto o del funzionamento, possono dare origine a eventi incidentali - emissione di sostanze tossiche o rilascio di energia - di entità tale da provocare danni immediati o differiti per la salute umana e per l’ambiente, all’interno e all’esterno dello stabilimen- to industriale. Per rischio industriale si intende la possibilità che in seguito ad un incidente in un insediamento industriale si possa sviluppare un incendio, un’esplosione o il rilascio di sostanze allo stato gassoso (nube tossica), i cui effetti possono causare danni alle persone o all’ambiente. Gli effetti di un incidente industriale possono essere mitigati dall’attuazione di piani di emergenza adeguati, sia interni sia esterni. Questi ultimi preve- dono misure di autoprotezione e comportamenti da fare adottare alla popolazione. La Normativa Il Decreto Legislativo n. 105/2015 e s.m.i. relativo al “controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose” conferma l’attribuzione dei compiti ai Sindaci dei comuni ove sono localizzati gli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, in materia di informazione alla popolazione. Tale norma prevede che il Comune individui i contenuti della campagna informativa da realizzare, predisponendo adeguati sistemi di diffusione idonei a raggiungere la popolazione presente nelle zone a rischio. Le informazioni da divulgare riguardano la pericolosità delle sostanze presenti negli stabilimen- ti, gli effetti di queste sull’uomo e sull’ambiente in caso di incidente rilevante, l’indicazione delle zone a rischio nonché i sistemi di autoprotezione da far adottare alla popolazione in caso di allarme. Si informa che, in caso di incidente, viene attivato da parte del Comune un piano di emergenza esterno allo stabilimento, predisposto preventivamente per organizza- re la risposta di protezione civile allo scopo di salvaguardare la salute pubblica e l’ambiente. La normativa è finalizzata a prevenire gli incidenti e, nel caso di accadimento, a limitarne le conseguenze dannose attraverso adeguate pianificazioni d’emergenza interna ed esterna allo stabilimento. Rischio industriale Tale rischio è riferibile in particolare alle aziende classificate come, “a rischio di incidente rilevante”. La sola azienda classificata “RIR” con sede in territorio di Scanzorosciate è Polynt S.p.a., produttrice di intermedi chimici. Nessuna azienda “RIR” con sede nei comuni vicini individua incidenti possibili le cui aree di danno o attenzione possano estendersi al territo- rio di Scanzorosciate. L’art. 20 del decreto “Seveso II” prevede che, per gli insedia- menti industriali ove sono trattate, prodotte o anche solo stoccate rilevanti quantità di sostanze pericolose (infiammabili, tossiche, nocive, ecc.) ed in particolare, per gli impianti soggetti 27
IL RISCHIO INDUSTRIALE all’obbligo di “notifica” ed all’invio del Rapporto di Sicurezza ex art. 8, il Prefetto predispon- ga un documento di pianificazione che fornisca le indicazioni necessarie alla tempestiva effettuazione degli interventi operativi di protezione civile in caso di incidenti che possono interessare la popolazione residente e l’ambiente all’esterno dell’impianto. In Provincia di Bergamo questo documento di pianificazione è stato prodotto dalla Prefettura in sinergia con la Provincia, in modo da uniformare pianificazione, metodi, conoscenze, linguaggi, ed è parte integrante del Piano Stralcio Provinciale per il Rischio Industriale. A questo il Piano d’Emergenza Comunale (PEC) ha fatto riferimento per un’analisi e trattamento del rischio esaustiva. L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella sezione Protezione Civile. I Sistemi Di Allarme “Lo stabilimento Polynt Spa è dotato di un sistema di allarme che prevede anche l’impiego di sirene al fine di indicare i comportamenti che tutto il personale interno allo stabilimento deve seguire in accordo al Manuale di gestione dell’ Emergenza. • 1 suono continuo di 15 secondi: Emergenza in atto, si attiva la squadra di emergen- za interna e con essa tutta l’organizzazione dello stabilimento. • 2 suoni continui prolungati di 1 minuto ciascuno : Evacuazione dello stabilimento. • 3 squilli di 5 secondi ciascuno Fine Emergenza. La situazione torna alla normalità. In accordo al Manuale di gestione dell’emergenza, ogni anno vengono effettuate delle eser- citazioni interne per verificare i comportamenti del personale preposto. Di tali esercitazioni viene preventivamente informata l’amministrazione comunale. Inoltre vengono eseguiti mensilmente dei test di funzionalità dell’impianto di allarme , facendo emettere alle sirene un suono continuo per circa 7 secondi. Di tali test viene preventivamen- te informata l’amministrazione comunale. Il Piano Di Emergenza Comunale Notifica ai sensi del D.Lgs. 105/2015 - Comunicazione Variazione Gestore (link http://www.comune.scanzorosciate.bg.it/protezione-civile/) Il Piano di Emergenza Comunale, è uno strumento che consente al Sindaco, affian- cato dalla struttura comunale, di gestire le emergenze derivanti da calamità che possono verificarsi nel territorio. Nel Piano di Emergenza Comunale vengono delimitate le zone che potrebbero essere interessate dall’evento incidentale verificatosi in uno stabilimento a rischio di incidente rilevante. La differenziazione di tali zone è riconducibile all’intensità del danno che la popolazione potrebbe subire. Nella Tavola 2 presente al link sottostante, e visibile a pagina 28, è riportata la mappa del sito industriale con l’indicazione delle zone: Prima Zona “di sicuro impatto”: (soglia elevata letalità) immediatamente adiacente in cui si è verificato l’incidente. Caratterizzata da effetti comportanti una elevata letalità per le persone. Seconda zona “di danno”: (soglia lesioni irreversibili) esterna alla prima, caratterizzata da possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per le persone che non assumono le corrette misure di autoprotezione e da possibili danni anche letali per persone più vulnerabili come i minori e gli anziani. 28
IL RISCHIO INDUSTRIALE Terza zona “di attenzione”: caratterizzata dal possibile verificarsi di danni, generalmente non gravi anche per i soggetti particolarmente vulnerabili oppure da reazioni fisiologiche che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine pubblico. La sua estensione dev’essere individuata sulla base delle valutazioni delle autorità locali. www.comune.scanzorosciate.bg.it/gli-uffici/edilizia-privata-e-urbanistica-1/ strumenti-urbanistici/erir-adottato-elaborato-rischi-incidenti-rilevanti/ L’Informazione Durante l’Emergenza Il Comune di Scanzorosciate ha effettuato una convenzione con una emittente radiofo- nica che in caso di emergenza, ferma i programmi in onda e trasmette solo informazioni sull’evento calamitoso in atto. Quindi in caso di emergenza sintonizzarsi su: RADIO ALTA Frequenza 101.7 Attività rischio industriale Le attività di previsione e prevenzione si basano su un collegamento sempre più stretto tra protezione civile ed il mondo della ricerca scientifica, con nuovi sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione delle informazioni, con centri di elaborazione dei dati in grado di segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si verifichino eventi catastro- fici, con l’elaborazione di cartografie di rischio, con la promozione di strumenti normativi e tecnici finalizzati alla prevenzione ed mitigazione dei danni. La normativa di riferimento prevede attività di previsione e prevenzione mirate alla riduzione del rischio industriale: sia quello relativo alla probabilità che accada un incidente industriale, sia quello relativo alle sue conseguenze. Linee Guida Per I Piani Come previsto dal D.Lsg 105/2015, l’obbligo di redigere il Piano di Emergenza interno è del Gestore dell’impianto, quelle esterno è dell’autorità pubblica. Il piano di emergenza interno Il piano di emergenza interno – PEI è redatto dal gestore dello stabilimento industriale e organizza gli interventi necessari per reprimere l’incidente con l’aiuto delle proprie squadre e dei Vigili del fuoco. Il piano di emergenza esterno Il piano di emergenza esterno – PEE è redatto dall’autorità pubblica competente e organizza la risposta di protezione civile per ridurre gli effetti dell’incidente sulla salute pubblica e sull’ambiente. Nel PEE sono indicate le zone a rischio, gli allarmi, e i comportamenti da adottare da parte della popolazione in caso di incidente. Il Piano può prevedere il rifugio al chiuso o l’evacuazione. Il Dipartimento della protezione civile, d’intesa con la Con- ferenza unificata, ha il compito di redigere le Linee guida per 29
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