La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate

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La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
la protezione civile
        sei tu!
       Seconda Edizione – Dicembre 2018
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
la protezione civile
       sei tu!
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
Come         Sindaco         e    è nella sensibilità dell’Amministrazione
                    Responsabile del Sistema di       Comunale già a partire dal 2009 quando
                    Protezione Civile sul nostro      venne istituito per la prima volta l’Assessorato
                    territorio il mio primo           alla Protezione Civile che consentì la nascita
                    pensiero e ringraziamento         del primo gruppo di volontari nell’anno 2012.
                    va a tutti coloro che             Il nostro Comune si è dotato quindi
amo chiamare “i miei angeli custodi”.                 di uno specifico Piano d’Emergenza
Un grazie speciale e sentito va a tutti i volontari   Comunale aggiornato e di una struttura di
della Protezione Civile di Scanzorosciate             Protezione Civile locale di ottima qualità.
che con passione, sacrificio, costante                In questi 6 anni di attività sono stati svolti
impegno, senso di appartenenza alla nostra            numerosi interventi con risultati molto
comunità, dedicano gran parte del loro                positivi in termini sia di prevenzione
tempo libero per il bene del nostro paese.            sia      di      gestione       dell’emergenza.
Sempre pronti, sempre a disposizione,                 Ho avuto modo di apprezzare direttamente
in ogni giorno dell’anno, ad ogni ora.                la professionalità e l’organizzazione di ogni
Grazie davvero di cuore perché con                    componente del sistema di Protezione Civile.
il vostro impegno dimostrate il vostro                Questo ci deve rassicurare pur nella
amore per la nostra Scanzorosciate.                   consapevolezza         delle     difficoltà   di
Un ulteriore servizio volontario reso e che si        gestione degli interventi di natura
aggiunge agli altri servizi che quotidianamente       complessa che rendono ogni volta
altre associazioni svolgono sul nostro                diversa ed imprevedibile la loro attività.
territorio e che arricchiscono il tessuto sociale     W Scanzorosciate e W la Protezione Civile!
di Scanzorosciate, rendendoci orgogliosi.
La protezione dei cittadini e del territorio                         Il Sindaco - Davide Dott. Casati
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
Da         Vicesindaco     e    tempi dove sempre più frequentemente,
                  Capogruppo di Protezione        anche per il poco amore per il nostro pianeta,
                  Civile con queste righe         mutamenti climatici con conseguenze
                  mi voglio rivolgere ai          terribili colpiscono i territori e quindi anche
                  cittadini di Scanzorosciate     potenzialmente la nostra Scanzorosciate.
                  per          parlare       di   Rischi che aumentano come purtroppo
Protezione Civile nel nostro comune.              tutti noi registriamo quotidianamente.
Dovete sapere che anche il territorio di          Ecco perché è indispensabile il contributo
Scanzorosciate ha i suoi rischi specifici che     di ognuno di noi. Contributo che parte da
sono: rischio idraulico, rischio idrogeologico,   piccole segnalazioni che possono risultare
rischio incendi boschivi, rischio industriale,    fondamentali per affrontare meglio i
rischio sismico, rischio neve-viabilità-          disagi. Nel sistema di Protezione Civile il
ambientale e rischio affollamento, pertanto       volontariato è l’espressione più alta perché
deve avere un Piano d’Emergenza                   esprime solidarietà, altruismo e generosità.
Comunale che analizza questi rischi e             Sentimenti che gli italiani hanno sempre
prevede delle procedure operative atte a          manifestato. La Protezione Civile è presente
garantire la protezione della popolazione.        in tutto il territorio nazionale con oltre 3.200
Il Piano di Protezione Civile è l’insieme         organizzazioni e circa 1’500’000 volontari.
delle procedure operative di intervento           “Protezione” e “Civile” sono precise
per fronteggiare una qualsiasi calamità           coordinate che il volontario della Protezione
attesa in un determinato territorio.              Civile ha sempre presente. Il volontario ha
Il Piano è lo strumento che consente              per missione/vocazione la protezione, in ogni
alle autorità di predisporre e coordinare         momento di calamità ed emergenza, delle
gli interventi di soccorso a tutela della         persone e i beni comuni a tutta la società.
popolazione e dei beni in un’area a rischio.      Questo opuscolo, vuole essere una guida
Ha l’obiettivo di garantire con ogni mezzo il     semplice ed intuitiva a disposizione delle
mantenimento del livello di vita”civile” messo    famiglie di Scanzorosciate, è uno strumento
in crisi da una situazione che comporta           di conoscenza per i comportamenti da
gravi disagi fisici, ambientali e psicologici.    tenere nelle situazioni di emergenza
La comunità ha un gruppo di Protezione            quindi buona lettura!!! Non dimenticare
Civile attivo sul territorio che è nato           che la Protezione Civile sei anche TU!
nell’aprile del 2012 ed è composto da
36 volontari. Non per questo nessun
cittadino può ritenersi estraneo al Sistema       Il Vicesindaco con delega alla Protezione Civile
di Protezione Civile, specialmente in questi                                 Paolo Arch. Colonna
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
Scanzorosciate - CAMPO BASE -
Esercitazione Interregionale “Operazione Fiumi Sicuri 2017”
              29-30 settembre 1 ottobre 2017
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
INDICE
   Introduzione
 6 Che cos’è la Protezione Civile
 7 Che cos’è il rischio
 8 Come funziona l’allertamento della Protezione Civile in Lombardia

   I Principali Rischi nel comune di Scanzorosciate
 9 Rischio meteo-idrogeologico
   Procedure di comportamento

19 Rischio incendi boschivi
   Procedure di comportamento

24 Rischio industriale
   Procedure di comportamento

33 Rischio sismico
   Procedure di comportamento

41 Numero D’ Emergenza
La protezione civile sei tu! - Comune di Scanzorosciate
CHE COS’È LA PROTEZIONE CIVILE
Col termine Protezione Civile si intendono tutte le strutture e le attività messe in campo
dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni o
dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
La protezione civile non è un compito assegnato a una singola amministrazione, ma è una
funzione attribuita a un sistema complesso: il Servizio Nazionale della Protezione Civile.
Istituito con la legge n. 225 del 1992 il Servizio Nazionale ha come sue componenti le am-
ministrazioni centrali dello Stato, le Regioni e le Province Autonome, le Province, i Comuni,
le Città metropolitane e le Comunità montane. Dal 2 gennaio 2018, Il Servizio Nazionale è
disciplinato dal Codice della Protezione civile (Decreto legislativo. n.1 del 2 gennaio 2018)
con il quale è stata riformata tutta la normativa in materia.

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CHE COS’È IL RISCHIO
Il rischio è definibile come un pericolo che minaccia qualcuno o qualcosa (individuo, fami-
glia, casa, territorio). La sua importanza è valutata sulla base dei danni che può provocare e
sulla base di quanto sia esposto.
Una eruzione vulcanica, ad esempio, è sempre un pericolo, ma diventa un rischio solo se
il territorio esposto è abitato o ha qualche interesse strategico; in caso contrario il rischio
non viene valutato.
Possiamo individuare due tipologie di rischio:

     RISCHIO NATURALE                                           RISCHIO ANTROPICO
        Fenomeni Naturali                                          Attività Dell’Uomo
     terremoti, maremoti, eruzioni                                fughe di sostanze tossiche,
     vulcaniche, frane, esondazioni,                            esplosioni di gas, incendi colposi
      inondazioni, alluvioni, incendi                                     o dolosi, etc.
      provocati da autocombustio-
            ne o fulmini, etc.

   Quindi è necessario conoscere i rischi naturali insiti in un
  certo ambiente e conoscere i rischi antropici derivanti dall’
           attività dell’uomo in un certo territorio.

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COME FUNZIONA L’ALLERTAMENTO DI
                   PROTEZIONE CIVILE IN LOMBARDIA
Regione Lombardia, attraverso il Centro Funzionale di Monitoraggio Rischi Natura-
li (CFMR) attivo presso la Sala Operativa Regionale di Protezione civile, fornisce un
servizio di previsione, monitoraggio, analisi e sorveglianza in tempo reale di fenomeni na-
turali prevedibili, supportando i Sindaci nello svolgimento delle proprie attività istituzionali
di Protezione civile.
Il CFMR è in grado di individuare in anticipo l’arrivo di eventi critici e stimarne l’impatto
sul territorio. In presenza di determinate condizioni, emette due tipi di allerte (Comunica-
zioni o Avvisi di Criticità) legati ai diversi rischi naturali (idrogeologico; idraulico; temporali
forti; vento forte; neve; valanghe; incendi boschivi), con livelli crescenti, indicati da codici
colore, a seconda della gravità dei fenomeni previsti.
Le allerte, pubblicate on line sui siti istituzionali, diffuse via sms ed e-mail a tutte le compo-
nenti del sistema Protezione civile, in particolare ai Sindaci dei comuni nelle zone omoge-
nee potenzialmente coinvolte, rappresentano il primo passo per adottare in anticipo le fasi
operative e gli opportuni provvedimenti previsti nel Piano di Emergenza Comunale (PEC)
per garantire la sicurezza dei propri cittadini e salvaguardare le infrastrutture e i centri
abitati.
Il Piano di Emergenza Comunale è l’insieme delle procedure operative di intervento ne-
cessarie per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa sul territorio. Il Piano è fondamentale
per supportare il Sindaco, quale Autorità competente in materia di protezione civile, nella
risposta all’emergenza.
                                                 ALLERTAMENTO DI PROTEZIONE CIVILE
I LIVELLI DI CRITICITÀ, I CODICI COLORE DELLE ALLERTE
                                                 I LIVELLI DI CRITICITÀ: I CODICI COLORE
L’allertamento regionale, in linea con quanto previsto a livello nazionale, si basa sui codici
colore, con quattroIl sistema diversi         livelli
                                di allertamento         di criticità
                                                  regionale,                  crescente
                                                              in linea con quanto    previsto a a   seconda
                                                                                                livello nazionale, sidella    previsione
                                                                                                                     basa su codici colore,  dell’esten-
sione del fenomeno con quattroediversidellivelli
                                             suodi criticità
                                                    impatto  crescentesull’ambiente,            sulledell’estensione
                                                                         a seconda della previsione       attività antropiche,
                                                                                                                       del fenomeno e del sui centri

abitati e sulla salvaguardia                dellasulle
                   suo impatto sull’ambiente,        popolazione.
                                                          attività antropiche, sui centri abitati e sulla salvaguardia della popolazione.

• Il livello iniziale
                   Il livello    codice
                          è iliniziale          verde,
                                       è il verde, assenza diassenza           di criticità.
                                                                criticità, il seguente è il codice giallo, che riguarda criticità ordinarie

• Il codice giallo riguarda criticità ordinarie facilmente affrontabili a livello locale.
                   facilmente affrontabili a livello locale. Il codice arancio è emesso in previsioni di fenomeni moderati, ma con
                   una portata ampia e probabili impatti rilevanti su persone e cose. Il codice rosso infine indica una situazione
• Il codice arancione               è emesso in previsioni di fenomeni moderati, ma con una portata
                   estrema, sia per gravità che per estensione.
ampia e probabili impatti rilevanti su persone e cose.
• Il codice rosso infine indica una situazione                   I codici colori  estrema,
                                                                                    delle allertesia per gravità che per estensione.

                                                                             10

                       Regione Lombardia
                       Direzione Generale Sicurezza, Protezione Civile e Immigrazione
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO
                      Sei preparato?
PRIMA                                           •   Limita l’uso del cellulare
• Tieniti informato                             •   Allontanati dalla zona interessata
• Non dormire nei seminterrati                  •   Raggiungi il punto più elevata o sali
• Chiudi le porte di cantine, seminter-             ai piani superiori
   rati o garage                                •   Fai attenzione a dove cammini
• Valuta il percorso                            •   Evita di utilizzare l’automobile
• Valuta se mettere al sicuro l’automo-         •   Evita sottopassi, argini, ponti
   bile o altri beni                            •   Tieniti informato sulla situazione
• Condividi le tue conoscenze riguar-           •   Segui le indicazioni dalle autorità
   do al pericolo
                                                DOPO
DURANTE                                         • Segui le indicazioni delle autorità
• Non scendere in cantine, seminterra-          • Non transitare lungo strade allagate
  ti o garage                                   • Fai attenzione alle zone dove l’acqua
• Non uscire per mettere al sicuro                si è ritirata
  l’automobile                                  • Verifica se puoi riattivare il gas e l’im-
• Evita l’ascensore                               pianto elettrico
• Aiuta anziani e persone con disabilità        • Informati che le reti fognarie, le fosse
• Chiudi il gas e disattiva l’impianto            biologiche e i pozzi non siano dan-
  elettrico                                       neggiati.
• Non toccare apparecchi elettrici con          • Tieniti informato
  mani o piedi bagnati                          • Assicurati che ordinanze non vietino
• Non bere acqua dal rubinetto                    di bere l’acqua dal rubinetto

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IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO
Che Cos’è
Il rischio idrogeologico rappresenta per il territorio italiano un problema di notevole
rilevanza, visti gli ingenti danni arrecati ai beni e, soprattutto, la perdita di moltissime vite
umane.
Nel Comune di Scanzorosciate questo rischio si può presentare in modo differente a
seconda dell’assetto geomorfologico del territorio in cui ci si trova. Possiamo avere delle
frane, delle esondazioni lungo il corso del fiume Serio e vicino ai reticoli idrici minori, disse-
sti morfologici e sprofondamenti nelle zone collinari e di pianura.

Il rischio idrogeologico e idraulico
L’idrogeologia è la disciplina delle scienze geologiche che studia le acque sotterranee, anche
in rapporto alle acque superficiali. Nell’accezione comune, il termine dissesto idrogeologico
viene invece usato per definire i fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in
generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee. Le manifestazioni
più tipiche di fenomeni idrogeologici sono frane, alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e
valanghe.

Nel sistema di allertamento il rischio è differenziato e definito come:

Il rischio idrogeologico, che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento
dei livelli pluviometrici critici lungo i versanti, dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua della la
rete idrografica minore e di smaltimento delle acque piovane.
Il rischio idraulico, che corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei
livelli idrometrici critici (possibili eventi alluvionali) lungo i corsi d’acqua principali.

In Italia il dissesto idrogeologico è diffuso in modo capillare e rappresenta un problema di
notevole importanza.

Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio ai dissesti idrogeologici, rientra
la sua conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un’orografia (distri-
buzione dei rilievi) complessa e bacini idrografici generalmente di piccole dimensioni, che
sono quindi caratterizzati da tempi di risposta alle precipitazioni estremamente rapidi. Il
tempo che intercorre tra l’inizio della pioggia e il manifestarsi della piena nel corso d’acqua
può essere dunque molto breve. Eventi meteorologici localizzati e intensi combinati con
queste caratteristiche del territorio possono dare luogo dunque a fenomeni violenti carat-
terizzati da cinematiche anche molto rapide (colate di fango e flash floods).

                            Il rischio idrogeologico è inoltre fortemente condizionato anche
                            dall’azione dell’uomo. La densità della popolazione, la progressiva
                            urbanizzazione, l’abbandono dei terreni montani, l’abusivismo
                            edilizio, il continuo disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco
                            rispettose dell’ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e
                            dei corsi d’acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo
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IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano e aumentato l’esposizione ai
fenomeni e quindi il rischio stesso.

La frequenza di episodi di dissesto idrogeologico, che hanno spesso causato la perdita di
vite umane e ingenti danni ai beni, impongono una politica di previsione e prevenzione non
più incentrata sulla riparazione dei danni e sull’erogazione di provvidenze, ma sull’individua-
zione delle condizioni di rischio e sull’adozione di interventi per la sua riduzione.

Il rischio meteorologico
Le condizioni atmosferiche, in tutti i loro aspetti, influenzano profondamente le attività
umane; in alcuni casi i fenomeni atmosferici assumono carattere di particolare intensità e
sono in grado di costituire un pericolo, cui si associa il rischio di danni anche gravi a cose o
persone. Si parla allora, genericamente, di “condizioni meteorologiche avverse”. È impor-
tante distinguere i rischi dovuti direttamente ai fenomeni meteorologici da quelli derivanti,
invece, dall’interazione degli eventi atmosferici con altri aspetti che caratterizzano il territo-
rio o le attività umane.

Questi rischi vengono quindi trattati dalle specifiche discipline scientifiche che studiano
quei particolari aspetti soggetti all’impatto delle condizioni meteorologiche.

Condizioni di elevate temperature, bassa umidità dell’aria e forti venti, combinate con le
caratteristiche della vegetazione e del suolo, possono favorire il propagarsi degli incendi
nelle aree forestali o rurali determinando il rischio incendi.

Al contempo condizioni di temperature molto alte (in estate) o molto basse (in inverno),
combinate con particolari valori dell’umidità dell’aria e dell’intensità dei venti, possono
costituire un pericolo per la salute delle persone, specie per le categorie che soffrono di
particolari patologie. In questo caso si tratta di rischio sanitario, rispettivamente per ondate
di calore o per freddo intenso.

Infine nevicate abbondanti in montagna, seguite da particolari condizioni di temperatura
e/o venti a quote elevate, in determinate situazioni di morfologia del terreno e di espo-
sizione dei pendii possono dar luogo al movimento di grandi masse di neve - valanghe
- che scendono più o meno rapidamente verso valle, col rischio di travolgere persone o
interessare strade ed abitazioni.

Altri rischi connessi agli eventi atmosferici, invece, derivano dal verificarsi di fenomeni me-
teorologici in grado di provocare direttamente un danno a cose o persone. In particolare,
i fenomeni a cui prestare maggiore attenzione sono: temporali,
venti e mareggiate, nebbia e neve/gelate.

                                                13
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

Cosa Fare Nel Caso Si Verifichi
Temporali E Fulmini
Quando si parla di temporali ci si riferisce a un insieme di fenomeni che si sviluppano,
tipicamente in maniera concomitante, in imponenti nubi temporalesche, dall’aspetto rigon-
fio e dallo sviluppo verticale, detti cumulonembi. Questi fenomeni si manifestano su aree
relativamente ristrette, con evoluzione generalmente rapida e improvvisa, e con intensità
quasi sempre considerevoli, spesso anche con violenza. Queste caratteristiche, unitamente
all’elevato grado di imprevedibilità di questo tipo di fenomeni e all’impossibilità di deter-
minarne in anticipo la localizzazione e la tempistica di evoluzione, rendono i temporali un
pericolo che può comportare molteplici rischi, anche di estremo rilievo.

Pericoli connessi ai temporali
Questi si possono ricondurre ai tre tipi di fenomeni meteorologici connessi alle nubi tem-
poralesche:
• i fulmini, ovvero improvvise scariche elettriche che dalla nube raggiungono il suolo, ac-
    compagnate dalla manifestazione luminosa del lampo e seguite nella nostra percezione
    dal rombo del tuono;
• le raffiche, ovvero brevi intensificazioni della velocità del vento al suolo che si manife-
    stano in maniera impulsiva e improvvisa;
• i rovesci, ovvero precipitazioni intense generalmente di breve durata, caratterizzate da
    un inizio e un termine spesso improvvisi, e da variazioni di intensità rapide e notevoli. I
    rovesci possono essere di pioggia, grandine o neve, a seconda delle condizioni termo-
    dinamiche.

In particolari situazioni meteorologiche e ambientali, il temporale è sede di formazione di
una tromba d’aria, fenomeno tanto breve e localizzato quanto intenso e distruttivo, ben ri-
conoscibile dalla nube a imbuto che discende dal cumulonembo verso il suolo e capace di
attivare intensità di vento istantanee molto elevate. Quando un vortice analogo si innesca
sulla superficie del mare, si parla di tromba marina, fenomeno di durata ancora più breve
che può però giungere a interessare il litorale, con effetti altrettanto pericolosi.
I fulmini rappresentano il più temibile pericolo associato ai temporali. La maggior parte de-
gli incidenti causati dai fulmini si verifica all’aperto: la montagna è il luogo più a rischio, ma
lo sono anche tutti i luoghi esposti, specie in presenza dell’acqua, come le spiagge, i moli, i
pontili, le piscine situate all’esterno. In realtà esiste un certo rischio connesso ai fulmini an-
che al chiuso. Una nube temporalesca può dar luogo a fulminazioni anche senza apportare
necessariamente precipitazioni

                                               14
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

Rovesci di Pioggia e Grandine
Le precipitazioni associate a un temporale sono caratterizzate da variazioni di intensità
rapide e notevoli, sia nello spazio sia nel tempo. Concentrando considerevoli quantità di
acqua in breve tempo su aree relativamente ristrette, possono quindi dare luogo a scrosci
di forte intensità che si verificano a carattere estremamente irregolare e discontinuo sul
territorio.

Pericoli connessi ai rovesci di pioggia
Il carattere tipicamente impulsivo rende i rovesci di pioggia un pericolo innanzitutto per
quanto riguarda le ripercussioni immediate e repentine che possono avere sul territorio,
pregiudicando la stabilità dei versanti, innescando frane superficiali, colate di fango e smot-
tamenti che possono arrivare a coinvolgere la sede stradale, ed ingrossando rapidamente
torrenti e corsi d’acqua minori, che – specie nella stagione estiva - possono passare in bre-
vissimo tempo da uno stato di secca ad uno stato di piena, senza alcun preavviso. Il letto di
un torrente in stato di magra (o addirittura in secca, dall’aspetto di un’arida distesa di sassi)
può improvvisamente tramutarsi in un corso impetuoso di acqua, capace di trascinare con
sé cose e persone, in conseguenza di un temporale che magari si è sviluppato nell’area a
monte, senza necessariamente coinvolgere la zona in cui ci troviamo e quindi rendendo
ancor più imprevisto l’evento.

In particolari condizioni, quando la differenza di temperatura fra il suolo e gli strati superio-
ri dell’atmosfera è molto elevata, le nubi temporalesche danno luogo a rovesci di grandine,
cioè alla caduta a scrosci di chicchi di ghiaccio, che in alcuni casi possono assumere anche
dimensioni ragguardevoli, capaci di danneggiare le lamiere di un’automobile e di mettere a
rischio l’incolumità delle persone.

Neve e Gelo
Quando le temperature, nei bassi strati dell’atmosfera, si avvicinano allo zero, le precipita-
zioni assumono carattere di neve e a seconda dell’intensità e della persistenza del feno-
meno possono accumularsi in maniera consistente al suolo, creando quindi problemi alla
circolazione. Il fenomeno può interessare anche aree molto estese, coinvolgendo la totalità
delle persone e delle attività del territorio.

Inoltre, successivamente alle nevicata, in alcune situazioni le temperature scendono netta-
mente al di sotto dello zero, dando quindi luogo alla pericolosa formazione di lastroni di
ghiaccio su strade e marciapiedi, costituendo un rischio ancora maggiore del manto nevoso
sia per la stabilità e l’aderenza dei veicoli sia per l’equilibrio delle persone

La Nebbia
La nebbia, in banchi più o meno estesi e più o meno compatti, si
forma quando l’aria nei bassi strati dell’atmosfera risulta partico-
larmente stagnante e l’umidità si condensa in piccolissime gocce
d’acqua.

                                               15
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

Queste particolari situazioni meteorologiche si manifestano soprattutto in autunno e in
inverno nelle zone basse o depresse (pianure, valli, conche), ed è naturalmente favorito in
prossimità di zone ricche di umidità, come quelle nelle vicinanze di corsi d’acqua o aree
dense di vegetazione.

Le ore più a rischio per la formazione della nebbia sono tipicamente le più fredde, cioè
quelle notturne e del primo mattino; durante il giorno, il sole riesce nella maggior parte
delle situazioni a garantire il progressivo sollevamento o almeno il parziale diradamento
della nebbia, ma in alcune condizioni meteorologiche, il fenomeno persiste anche per gran
parte della giornata.

La nebbia ha la caratteristica di assorbire e disperdere la luce, di diminuire il contrasto e
la differenza dei colori e quindi la visibilità degli oggetti: in definitiva, riduce fortemente la
visibilità orizzontale, e costituisce quindi un pericolo di eccezionale gravità per la viabilità.

Ogni anno, infatti, sono centinaia le vittime di imprudenze durante la guida con nebbia,
spesso in tamponamenti a catena ma anche in uscite di strada, impatti con alberi, pali,
spallette di ponti o in scontri frontali, dovuti alla mancata o ritardata percezione di curve,
ostacoli fissi o altri veicoli.

Le Ondate di Calore
Sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione estiva, carat-
terizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, che possono durare giorni o
settimane.

L’Organizzazione Mondiale della Meteorologia - WMO, World Meteorological Organiza-
tion, non ha formulato una definizione standard di ondata di calore e, in diversi paesi, la de-
finizione si basa sul superamento di valori soglia di temperatura definiti attraverso l’identifi-
cazione dei valori più alti osservati nella serie storica dei dati registrati in una specifica area.

Un’ondata di calore è definita in relazione alle condizioni climatiche di una specifica area e
non è quindi possibile definire una temperatura-soglia di rischio valida a tutte le latitudini.

Le Crisi Idriche
Negli ultimi decenni, si è venuta a delineare in Italia una situazione meteo-climatica carat-
terizzata da una generalizzata diminuzione delle precipitazioni. In particolare, negli ultimi
anni sono stati registrati prolungati periodi di scarse precipitazioni che hanno determinato
situazioni di emergenza idrica in gran parte del territorio nazionale aggravando situazioni
                           già precedentemente in stato di crisi.

                           Tra i fattori che contribuiscono al determinarsi delle crisi idriche
                           va ricordata l’inadeguatezza della rete acquedottistica che in Italia
                           presenta una perdita dell’acqua addotta pari al 27%, con punte
                           anche del 40%.

                                                 16
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

Prevenzione
Per evitare l’acuirsi di crisi idriche è opportuno mettere in atto una serie di provvedimenti,
anche individuali, per poter preservare e gestire nel modo più opportuno il patrimonio
idrico nazionale: gestire in maniera oculata e razionale le falde acquifere, ridurre i consumi,
realizzare interventi di riparazione o di rifacimento delle condotte, impiegare reti di addu-
zione e distribuzione “duali” che consentono l’utilizzo di acqua pregiata per fini potabili e di
acqua depurata per alcuni usi compatibili.

                                              17
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

Rischio idraulico e idrogeologico a Scanzorosciate
Rischio idrogeologico alluvionale – F. Serio

Buona parte dell’urbanizzato al confine occidentale del Comune risulta soggetto a questo
rischio, in particolare se si considerano possibili ostruzioni del “Ponte di Gorle”. Acquisen-
do le delimitazioni PAI, i vari studi a disposizione, integrati con un’ulteriore indagine storica
locale, si è potuta individuare una pericolosità non trascurabile limitata a poche abitazioni
a ridosso del confine di demarcazione della fascia PAI A, che potrebbero, secondo un cri-
terio geomorfologico, esservi comprese. Per quanto riguarda le indagini storiche/geomor-
fologiche compiute con i primi due studi, mai, per nessuno degli eventi di piena registrati
dal 1800 ad oggi, vengono evidenziati particolari danni ad opera di esondazioni del F. Serio
in territorio di Scanzorosciate. L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito
web comunale nella sezione Protezione Civile.

Rischio idrogeologico alluvionale per corsi d’acqua minori
In territorio di Scanzorosciate alcuni corsi d’acqua possono dar luogo a limitate esonda-
zioni. Le situazioni critiche sono tuttavia ben conosciute e documentate in quanto già più
volte in passato si sono rivelate in grado di produrre danni e disagi, Meritano attenzione, in
particolare: quella del Torrente Gavarnia già esondato in via Monte Presolana, e quello di
un affluente del Torrente Zerra che interseca la strada provinciale n.68 alla base della salita
che porta alla fraz. Tribulina (via Monte Negrone, angolo via Serradesca). L’analisi di detta-
glio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella sezione Protezione Civile.

Rischio idrogeologico da frana
Per frane, colate di detrito, erosione di versante, erosioni torrentizie ed eventi simili, il rife-
rimento principale è il censimento dei dissesti realizzato dalla Regione Lombardia nell’am-
bito del Progetto IFFI, disponibile sul SIT regionale nella sezione dedicata alla cartografia
on-line. Per dissesti specifici sono disponibili gli studi compiuti dalla Regione Lombardia
in collaborazione con gli Istituti del CNR\GNDCI e pubblicati nell’ambito del Progetto
SCAI - “Studio Centri Abitati Instabili” delle province di Sondrio, Pavia, Lecco e Bergamo.
Entrambi gli studi non segnalano tuttavia fenomeni franosi in territorio di Scanzorosciate. Il
documento fondamentale a livello locale rimane quindi lo studio geologico a supporto del
Piano di Governo del Territorio (L.R. 41/97, L.R. 12/2005 - D.G.R. VIII/1566 del 22.12.2005
– realizzato nel 2008) che include le perimetrazioni PAI: in questo caso sono segnalate
un’ “Area di conoide attiva non protetta” lungo il corso del T.Gavarnia al confine con il
Comune di Nembro, e una integrazione per “Area di frana attiva non perimetrata (Fa)”
a Gavarno, lungo via M.Bianco, entrambe attivatesi in passato. E’ questo un rischio degno
di attenzione per il territorio di Scanzorosciate, esteso in gran parte in ambito collinare.
                           L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web
                           comunale nella sezione Protezione Civile.

                                                18
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

Procedura di comportamento (comportamenti in emergenza)
rischio frana

Se sei all’interno di un edificio..
NON PRECIPITARTI FUORI, RIMANI DOVE SEI
Rimanendo all’interno dell’edificio sei più protetto che non all’aperto

RIPARATI SOTTO UN TAVOLO, SOTTO L’ARCHITRAVE O VICINO AI MURI
PORTANTI
Possono proteggerti da eventuali crolli

ALLONTANATI DA FINESTRE, PORTE CON VETRI E ARMADI
Cadendo potrebbero ferirti

NON UTILIZZARE GLI ASCENSORI
Potrebbero rimanere bloccati ed impedirti di uscire

Se ti trovi in un luogo aperto..
ALLONTANATI DAGLI EDIFICI, DAGLI ALBERI, DAI LAMPIONI E DALLE LINEE ELET-
TRICHE O TELEFONICHE
Cadendo potrebbero ferirti

NON PERCORRERE UNA STRADA DOVE È APPENA CADUTA UNA FRANA
Si tratta di materiale instabile che potrebbe rimettersi in movimento

NON AVVENTURARTI SUL CORPO DELLA FRANA
I materiali franati, anche se appaiono stabili, possono nascondere pericolose cavità sotto-
stanti

NON ENTRARE NELLE ABITAZIONI COINVOLTE PRIMA DI UN’ACCURATA VALU-
TAZIONE DA PARTE DEGLI ESPERTI
Potrebbero aver subito lesioni strutturali e risultare pericolanti

rischio alluvione (idrauluco, idrogeologico)

Se sei in casa..
SE DEVI ABBANDONARE LA CASA, CHIUDI IL RUBINETTO DEL GAS E STACCA IL
CONTATORE DELLA CORRENTE ELETTRICA
Tali impianti potrebbero danneggiarsi durante l’evento calamitoso

RICORDATI DI TENERE CON TE I DOCUMENTI PERSONALI
ED I MEDICINALI ABITUALI
Ti possono essere indispensabili se casa tua risultasse irraggiungibi-
le per parecchio tempo
                                             19
IL RISCHIO METEO-IDROGEOLOGICO

INDOSSA ABITI E CALZATURE CHE TI PROTEGGANO DALL’ACQUA
È importante mantenere il corpo caldo e asciutto

SE NON PUOI ABBANDONARE LA CASA SALI AI PIANI SUPERIORI E ATTENDI
L’ARRIVO DEI SOCCORSI
Eviterai di essere travolto dalle acque

NON USARE IL TELEFONO SE NON PER CASI DI EFFETTIVA NECESSITÀ
In questo modo eviti sovraccarichi delle linee telefoniche, necessarie per l’organizzazione
dei soccorsi

Se sei per strada..
NON AVVENTURARTI MAI, PER NESSUN MOTIVO, SU PONTI O IN PROSSIMITÀ DI
FIUMI, TORRENTI, PENDII, ECC.
L’onda di piena potrebbe investirti

SEGUI CON ATTENZIONE LA SEGNALETICA STRADALE ED OGNI ALTRA INFOR-
MAZIONE CHE LE AUTORITÀ HANNO PREDISPOSTO
In questo modo eviti di recarti in luoghi pericolosi

SE SEI IN MACCHINA EVITA DI INTASARE LE STRADE
Sono necessarie per la viabilità dei mezzi di soccorso

NON PERCORRERE STRADE INONDATE E SOTTOPASSAGGI
La profondità e la velocità dell’acqua potrebbero essere maggiori di quanto non sembra e
il livello dell’acqua potrebbe bloccare il tuo automezzo

PRESTA ATTENZIONE ALLE INDICAZIONI FORNITE DALLE AUTORITÀ
Esse gestiscono l’emergenza e coordinano i soccorsi

Dopo l’alluvione..
NON UTILIZZARE L’ACQUA FINCHÉ NON VIENE DICHIARATA NUOVAMENTE
POTABILE E NON CONSUMARE ALIMENTI ESPOSTI ALL’INONDAZIONE
Potrebbero contenere agenti patogeni o essere contaminati

NON UTILIZZARE APPARECCHIATURE ELETTRICHE PRIMA DI UNA VERIFICA DA
PARTE DI UN TECNICO Gli eventuali danni subiti potrebbero provocare un cortocircuito

                         PULISCI E DISINFETTA LE SUPERFICI ESPOSTE ALL’ACQUA
                         D’INONDAZIONE
                         Potrebbero presentare sostanze nocive o agenti patogeni

                                             20
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI
                        Sei preparato?
PRIMA                                         DURANTE
• Non gettare mozziconi di sigaretta o        • Telefona al numero d’emergenza
   fiammiferi ancora accesi                   • Fornisci le indicazioni necessarie per
• Non accendere fuochi nel bosco                localizzare l’incendio
• Non abbandonare mai il fuoco                • Cerca una via di fuga sicura
• Accertati che il fuoco sia completa-        • Non fermarti in luoghi verso i quali
   mente spento                                 soffia il vento
• Accertati che la marmitta calda non         • Stenditi in un luogo dove non c’è
   sia a contatto con l’erba secca              vegetazione incendiabile
• Non abbandonare i rifiuti nei boschi        • Cerca di attraversare il fuoco dove è
• Non bruciare le stoppie, la paglia o          meno intenso
   altri residui agricoli                     • Non sostare lungo le strade

                                         21
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI
Che Cos’è
Un incendio boschivo è un fuoco che tende ad espandersi su aree boscate, cespugliate o
arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture antropizzate che si trovano all’inter-
no delle stesse aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi alle aree (art. 2
della Legge n. 353 del 2000).

Un incendio boschivo è un fuoco che si propaga provocando danni alla vegetazione e agli
insediamenti umani. In quest’ultimo caso, quando il fuoco si trova vicino a case, edifici o
luoghi frequentati da persone, si parla di incendi di interfaccia. Più propriamente, per inter-
faccia urbano-rurale si definiscono quelle zone, aree o fasce, nelle quali l’interconnessione
tra strutture antropiche e aree naturali è molto stretta: sono quei luoghi geografici dove il
sistema urbano e naturale si incontrano e interagiscono.

Tutte le regioni italiane sono interessate dagli incendi, anche se con gravità differente e
in periodi diversi dell’anno. Le condizioni ambientali e climatiche della penisola italiana
favoriscono lo sviluppo di focolai principalmente in due stagioni dell’anno. Nelle regioni
settentrionali dell’arco alpino - ma anche nelle zone appenniniche in alta quota - gli incendi
boschivi si sviluppano prevalentemente nella stagione invernale – primaverile, la più sicci-
tosa, quando la vegetazione è stata seccata dal gelo. Mentre in estate i frequenti temporali
riducono il rischio di incendio.
Cosa Fare Nel Caso Si Verifichi
Un Incendio Boschivo
• cerca una via di fuga sicura, attraverso una strada o un corso d’acqua;
• attraversa il fronte del fuoco dove è meno intenso per passare sul terreno già bruciato;
• se sei in casa sigilla porte e finestre con carta adesiva e panni bagnati, segnala la tua
    presenza e non uscire se non sei certo che la via di fuga sia aperta;
• se sei in automobile non abbandonarla, ma chiudi i finestrini e il sistema di ventilazione,
    segnalando la tua presenza con il clacson e i fari;
           •        non tentare di spegnere il fuoco da solo;
            •       non parcheggiare lungo le strade di accesso al luogo dell’incendio per
             non ostacolare il passaggio dei mezzi di soccorso;
             •      metti a disposizione riserve d’acqua ed eventuali attrezzature;
             •      avvisa, all’arrivo delle squadre, se sai se ci sono persone nel bosco o
              dove è in atto l’incendio;

                                               22
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

Cause
Le cause degli incendi possono essere naturali o umane.

Gli incendi naturali si verificano molto raramente e sono causati da eventi naturali e quindi
inevitabili:
• Fulmini. Possono provocare incendi quando si verificano temporali senza che contem-
     poraneamente si abbiamo precipitazioni. Gli incendi causati da fulmini si verificano pre-
     valentemente nelle zone montane, dove gli alberi conducono con facilità le scariche
     elettriche. Si tratta di fenomeni molto rari in un tipo di clima mediterraneo come il
     nostro.
• Eruzioni vulcaniche. La lava incandescente entra in contatto con la vegetazione infiam-
     mabile.
• Autocombustione. Non si verifica mai in un clima mediterraneo.

Gli incendi di origine umana possono essere:
• Colposi (o involontari). Sono causati da comportamenti dell’uomo, irresponsabili e im-
     prudenti, spesso in violazione di norme e comportamenti. Non finalizzati ad arrecare
     volontariamente danno. Le cause possono essere:
• Attività agricole e forestali. Il fuoco viene impiegato per bruciare le stoppie, distruggere
     i residui vegetali provenienti da lavorazioni agricole e forestali, e per rinnovare i pascoli
     e gli incolti. Spesso queste operazioni vengono effettuate in aree contigue a boschi ed
     incolti, facile preda del fuoco, soprattutto nei periodi a maggior rischio.
• Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi. Cerini e mozziconi di sigarette
     abbandonati o lanciati lungo i sentieri, le piste forestali, e le linee ferroviarie possono
     cadere sull’erba secca o altri residui vegetali e innescare un incendio, anche per effetto
     degli spostamenti d’aria provocati dai veicoli o dal vento.
• Attività ricreative e turistiche (barbecue non spenti bene), lanci di petardi, rifiuti bru-
     ciati in discariche abusive, cattiva manutenzione di elettrodotti.

•   Dolosi (volontari). Gli incendi vengono appiccati volontariamente, con la volontà di
    arrecare danno al bosco e all’ambiente. Le cause:
•   Ricerca di profitto. L’obiettivo è quello di utilizzare l’area distrutta dal fuoco per sod-
    disfare interessi legati alle speculazione edilizia, al bracconaggio, o per
    ampliare le superfici coltivabili.
•   Proteste e vendette. L’azione nasce dal risentimento nei confronti
    dei privati, della Pubblica Amministrazione o dei provvedimenti
    adottati, come l’istituzione di aree protette. In molti casi si vuole
    danneggiare un’area turistica. In altri casi i comportamenti dolosi
    sono da ricondurre a problemi comportamentali come la piromania
    e la mitomania.

Nella classificazione degli incendi ci sono anche di incendi di origine igno-
ta, per i quali non è possibile individuare una causa precisa.

                                               23
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

Fattori Predisponenti
I fattori predisponenti degli incendi sono l’insieme degli aspetti che favoriscono l’innesco di
un incendio e la propagazione del fuoco. Sono gli elementi di riferimento per elaborare gli
indici di previsione del rischio:
• Caratteristiche della vegetazione: presenza di specie più o meno infiammabili e com-
      bustibili, contenuto d’acqua, stato di manutenzione del bosco.
• Condizioni climatiche: i fattori che hanno maggiore influenza sugli incendi sono il vento,
      l’umidità e la temperatura:
        • l’umidità, sotto forma di vapore acqueo, influisce sulla quantità di acqua presente
           nel combustibile vegetale: quanto minore è il contenuto di acqua nei combustibili
           tanto più facilmente essi bruciano;
        • il vento rimuove l’umidità dell’aria e porta ad un aumento di ossigeno, dirige il
           calore verso nuovo combustibile e può trasportare tizzoni accesi, e creare nuovi
           focolai di incendio. Le caratteristiche del vento più significative sono la direzione e
           la velocità. La direzione determina la forma che l’incendio assume nel suo evolver-
           si; la velocità del vento ne condiziona invece la rapidità di propagazione;
        • la temperatura del combustibile e quella dell’aria che lo circonda sono fattori
           chiave, che determinano il modo in cui il fuoco si accende e si propaga, influendo
           direttamente sul tempo di infiammabilità dei materiali vegetali.
• Morfologia del terreno: la morfologia del terreno influisce sugli incendi soprattutto con
      la pendenza (nei terreni in pendenza aumenta la velocità di propagazione) e l’esposi-
      zione (i versanti a sud ovest sono più esposti all’azione del sole e quindi meno umidi).

Tipi Di Incendio
In base a come si origina, un incendio può essere:
• sotterraneo: brucia lentamente le sostanze vegetali sotto il livello del suolo (il muschio,
     la torba, l’humus indecomposto). La combustion è lenta, ma si spegne con difficoltà;
• di superficie: brucia lo strato superficiale della vegetazione a livello del suolo (erba,
     foglie e rami morti).
      E’ il tipo di incendio più frequente nei nostri boschi e anche quello più facilmente
                controllabile. Il fuoco è rapido ma non intenso;
                •        di chioma: si propaga da una chioma all’altra degli alberi ed è quello più
                 difficile da controllare;
                 •       di barriera: l’incendio di chioma si unisce ad un incendio di superficie. E’
                  estremamente intenso e distruttivo.

                                                 24
IL RISCHIO INCENDI BOSCHIVI

Danni
I danni provocati dagli incendi vanno ad incidere sulla vegetazione, sulla fauna, sul suolo,
sull’atmosfera e sul paesaggio. L’entità del danno dipende sia dal comportamento e dalla
caratteristiche del fronte di fiamma (velocità, avanzamento, altezza e lunghezza di fiamma,
profondità del fronte), sia dalle caratteristiche dell’ambiente interessato dall’incendio.

I danni generati dal passaggio del fuoco possono essere misurati in termini temporali e
spaziali: i primi possono manifestarsi immediatamente o a più lungo termine, i secondi
possono avere ripercussioni all’interno dell’area percorsa o nelle zone limitrofe.

Da un punto di vista temporale, i danni possono essere classificati in:
• danni di primo ordine: si verificano al momento dell’evento o immediatamente dopo
    l’evento. Sono il diretto risultato del processo di combustione (il danneggiamento e la
    morte delle piante, il consumo di combustibile, la produzione di fumo e il riscaldamen-
    to del suolo).
• danni di secondo ordine: si verificano in un periodo di tempo molto più lungo, da gior-
    ni, a mesi e anche decenni dopo l’evento (i fenomeni erosivi, la dispersione del fumo e
    la successione vegetazionale).
Rischio incendio boschivo a Scanzorosciate
La categoria d’uso del suolo prevalente nel territorio di Scanzorosciate ( dei 1.068,51 ha
) risulta essere il bosco che copre con i suoi 340 ha circa il 31,85% dell’intero territorio. Si
tratta di bosco di discreto e buon valore forestale, costituito prevalentemente da rovere,
roverella, robinia e, per alcune aree, castagneto. I boschi provinciali, fatta eccezione di quelli
in Comune di Chiuduno. non sono particolarmente soggetti a rischio incendio boschivo.
Tuttavia l’arricchimento progressivo dei boschi in materiale vegetale secco, anche a causa
dell’abbandono del territorio, e l’alternanza sempre più marcata di periodi siccitosi a
periodi di forte piovosità, suggeriscono cautela nel giudicare basso il pericolo d’incendio
utilizzando semplicemente i dati storici e di predisposizione dei soprassuoli. Riguardo all’al-
lertamento, alla prevenzione e alla gestione degli spegnimenti, il Comune svolge un ruolo
complementare di supporto a:

•Province, Comunità Montane e Parchi che organizzano e gestiscono
le squadre di volontariato antincendio boschivo (AIB) con le modalità
ritenute più opportune e funzionali in funzione delle necessità e dispo-
nibilità locali;
•La Regione, attraverso il Centro Funzionale Regionale e l’Unità Ope-
rativa di Protezione Civile, provvede all’emanazione delle allerte e degli
Avvisi di Criticità;
•Il Corpo dei Carabinieri Forestali (ex Corpo Forestale dello Stato) e i
Vigili del Fuoco dirigono le attività di spegnimento rispettivamente in
ambito strettamente boschivo e in ambito urbanizzato.
L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale
nella sezione Protezione Civile.la vegetazione è stata seccata dal gelo. Men-
tre in estate i frequenti temporali riducono il rischio di incendio.

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IL RISCHIO INDUSTRIALE
                            Sei preparato?
DURANTE                                         DOPO
• Rifugiati in un luogo chiuso                  • Aera gli ambienti
• Chiudi porte e finestre                       • Tieniti informato con la radio e la tv
• Spegni condizionatori
• Presta attenzione alle informazioni
  dalle autorità
• Tieniti informato con la radio e la tv

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IL RISCHIO INDUSTRIALE
Che Cos’è
Il rischio industriale si presenta sui territori ove è presente uno o più stabilimenti industriali,
che utilizzano o detengono particolari sostanze per la realizzazione di determinate attività
produttive. Queste sostanze in caso di incidente possono contribuire a provocare incendi,
esplosioni, emissioni di nube tossiche o sversamenti pericolosi per l’ambiente.
I processi industriali che richiedono l’uso di sostanze pericolose, in condizioni anomale
dell’impianto o del funzionamento, possono dare origine a eventi incidentali - emissione
di sostanze tossiche o rilascio di energia - di entità tale da provocare danni immediati
o differiti per la salute umana e per l’ambiente, all’interno e all’esterno dello stabilimen-
to industriale. Per rischio industriale si intende la possibilità che in seguito ad un
incidente in un insediamento industriale si possa sviluppare un incendio, un’esplosione o
il rilascio di sostanze allo stato gassoso (nube tossica), i cui effetti possono causare danni
alle persone o all’ambiente. Gli effetti di un incidente industriale possono essere mitigati
dall’attuazione di piani di emergenza adeguati, sia interni sia esterni. Questi ultimi preve-
dono misure di autoprotezione e comportamenti da fare adottare alla popolazione.
La Normativa
Il Decreto Legislativo n. 105/2015 e s.m.i. relativo al “controllo dei pericoli di incidenti
rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose” conferma l’attribuzione dei compiti
ai Sindaci dei comuni ove sono localizzati gli stabilimenti industriali a rischio di incidente
rilevante, in materia di informazione alla popolazione. Tale norma prevede che il Comune
individui i contenuti della campagna informativa da realizzare, predisponendo adeguati
sistemi di diffusione idonei a raggiungere la popolazione presente nelle zone a rischio. Le
informazioni da divulgare riguardano la pericolosità delle sostanze presenti negli stabilimen-
ti, gli effetti di queste sull’uomo e sull’ambiente in caso di incidente rilevante, l’indicazione
delle zone a rischio nonché i sistemi di autoprotezione da far adottare alla popolazione in
caso di allarme. Si informa che, in caso di incidente, viene attivato da parte del Comune un
piano di emergenza esterno allo stabilimento, predisposto preventivamente per organizza-
re la risposta di protezione civile allo scopo di salvaguardare la salute pubblica e l’ambiente.
La normativa è finalizzata a prevenire gli incidenti e, nel caso di accadimento, a limitarne le
conseguenze dannose attraverso adeguate pianificazioni d’emergenza interna ed esterna
allo stabilimento.
Rischio industriale
Tale rischio è riferibile in particolare alle aziende classificate come, “a rischio di incidente
rilevante”. La sola azienda classificata “RIR” con sede in territorio di Scanzorosciate è Polynt
S.p.a., produttrice di intermedi chimici. Nessuna azienda “RIR” con sede nei comuni vicini
individua incidenti possibili le cui aree di danno o attenzione possano estendersi al territo-
rio di Scanzorosciate.
L’art. 20 del decreto “Seveso II” prevede che, per gli insedia-
menti industriali ove sono trattate, prodotte o anche solo
stoccate rilevanti quantità di sostanze pericolose (infiammabili,
tossiche, nocive, ecc.) ed in particolare, per gli impianti soggetti
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IL RISCHIO INDUSTRIALE

all’obbligo di “notifica” ed all’invio del Rapporto di Sicurezza ex art. 8, il Prefetto predispon-
ga un documento di pianificazione che fornisca le indicazioni necessarie alla tempestiva
effettuazione degli interventi operativi di protezione civile in caso di incidenti che possono
interessare la popolazione residente e l’ambiente all’esterno dell’impianto. In Provincia di
Bergamo questo documento di pianificazione è stato prodotto dalla Prefettura in sinergia
con la Provincia, in modo da uniformare pianificazione, metodi, conoscenze, linguaggi, ed è
parte integrante del Piano Stralcio Provinciale per il Rischio Industriale. A questo il Piano
d’Emergenza Comunale (PEC) ha fatto riferimento per un’analisi e trattamento del rischio
esaustiva. L’analisi di dettaglio per il rischio specifico la trovate sul sito web comunale nella
sezione Protezione Civile.

   I Sistemi Di Allarme
“Lo stabilimento Polynt Spa è dotato di un sistema di allarme che prevede anche l’impiego di
sirene al fine di indicare i comportamenti che tutto il personale interno allo stabilimento
deve seguire in accordo al Manuale di gestione dell’ Emergenza.
• 1 suono continuo di 15 secondi: Emergenza in atto, si attiva la squadra di emergen-
      za interna e con essa tutta l’organizzazione dello stabilimento.
• 2 suoni continui prolungati di 1 minuto ciascuno : Evacuazione dello stabilimento.
• 3 squilli di 5 secondi ciascuno Fine Emergenza. La situazione torna alla normalità.
In accordo al Manuale di gestione dell’emergenza, ogni anno vengono effettuate delle eser-
citazioni interne per verificare i comportamenti del personale preposto. Di tali esercitazioni
viene preventivamente informata l’amministrazione comunale.
Inoltre vengono eseguiti mensilmente dei test di funzionalità dell’impianto di allarme , facendo
emettere alle sirene un suono continuo per circa 7 secondi. Di tali test viene preventivamen-
te informata l’amministrazione comunale.
Il Piano Di Emergenza Comunale
Notifica ai sensi del D.Lgs. 105/2015 - Comunicazione Variazione Gestore
(link http://www.comune.scanzorosciate.bg.it/protezione-civile/)
Il Piano di Emergenza Comunale, è uno strumento che consente al Sindaco, affian-
cato dalla struttura comunale, di gestire le emergenze derivanti da calamità che possono
verificarsi nel territorio. Nel Piano di Emergenza Comunale vengono delimitate le zone
che potrebbero essere interessate dall’evento incidentale verificatosi in uno stabilimento a
rischio di incidente rilevante. La differenziazione di tali zone è riconducibile all’intensità del
danno che la popolazione potrebbe subire. Nella Tavola 2 presente al link sottostante, e
visibile a pagina 28, è riportata la mappa del sito industriale con l’indicazione delle zone:
Prima Zona “di sicuro impatto”: (soglia elevata letalità) immediatamente adiacente in cui
si è verificato l’incidente. Caratterizzata da effetti comportanti una elevata letalità per le
persone.
Seconda zona “di danno”: (soglia lesioni irreversibili) esterna alla prima, caratterizzata da
possibili danni, anche gravi ed irreversibili, per le persone che non assumono le corrette
misure di autoprotezione e da possibili danni anche letali per persone più vulnerabili come
i minori e gli anziani.
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IL RISCHIO INDUSTRIALE

Terza zona “di attenzione”: caratterizzata dal possibile verificarsi di danni, generalmente
non gravi anche per i soggetti particolarmente vulnerabili oppure da reazioni fisiologiche
che possono determinare situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche
di ordine pubblico. La sua estensione dev’essere individuata sulla base delle valutazioni delle
autorità locali.

         www.comune.scanzorosciate.bg.it/gli-uffici/edilizia-privata-e-urbanistica-1/
          strumenti-urbanistici/erir-adottato-elaborato-rischi-incidenti-rilevanti/

L’Informazione Durante l’Emergenza
Il Comune di Scanzorosciate ha effettuato una convenzione con una emittente radiofo-
nica che in caso di emergenza, ferma i programmi in onda e trasmette solo informazioni
sull’evento calamitoso in atto.
Quindi in caso di emergenza sintonizzarsi su: RADIO ALTA Frequenza 101.7
Attività rischio industriale
Le attività di previsione e prevenzione si basano su un collegamento sempre più stretto
tra protezione civile ed il mondo della ricerca scientifica, con nuovi sistemi tecnologici di
raccolta ed elaborazione delle informazioni, con centri di elaborazione dei dati in grado di
segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si verifichino eventi catastro-
fici, con l’elaborazione di cartografie di rischio, con la promozione di strumenti normativi e
tecnici finalizzati alla prevenzione ed mitigazione dei danni.

La normativa di riferimento prevede attività di previsione e prevenzione mirate alla
riduzione del rischio industriale: sia quello relativo alla probabilità che accada un incidente
industriale, sia quello relativo alle sue conseguenze.
Linee Guida Per I Piani
Come previsto dal D.Lsg 105/2015, l’obbligo di redigere il Piano di Emergenza interno è
del Gestore dell’impianto, quelle esterno è dell’autorità pubblica.

Il piano di emergenza interno
Il piano di emergenza interno – PEI è redatto dal gestore dello stabilimento industriale e
organizza gli interventi necessari per reprimere l’incidente con l’aiuto delle proprie squadre
e dei Vigili del fuoco.

Il piano di emergenza esterno
Il piano di emergenza esterno – PEE è redatto dall’autorità pubblica competente e
organizza la risposta di protezione civile per ridurre gli effetti
dell’incidente sulla salute pubblica e sull’ambiente. Nel PEE
sono indicate le zone a rischio, gli allarmi, e i comportamenti
da adottare da parte della popolazione in caso di incidente. Il
Piano può prevedere il rifugio al chiuso o l’evacuazione.
Il Dipartimento della protezione civile, d’intesa con la Con-
ferenza unificata, ha il compito di redigere le Linee guida per
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