LA LEADERSHIP La leadership è azione, non posizione - Barbara Nazzecone Martina Beccerica Silvia Pieroni Valentina D'Agostino
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LA LEADERSHIP La leadership è azione, non posizione Barbara Nazzecone Prof.ssa Maria Zifaro Martina Beccerica Silvia Pieroni Valentina D’Agostino Comportamento manageriale Anno accademico 2017/2018
L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI LEADERSHIP Esistono diversi studiosi che si sono concentrati sul concetto di leadership: MAX WEBER PLATONE MACHIAVELLI Si appassionò dell’aspetto carismatico Affermò il principio della leadership, Considerava il leader come colui che di alcuni leader definendo il concetto sostenendo che vi è chi, essendo nato deve raggiungere un obiettivo di carisma come “l’attribuzione a una e formato per ciò, deve comandare, esercitando potere ed autorità, e nel persona, da parte di una collettività governare, e guidare gli altri con un caso in cui non venga raggiunto si di qualità ritenute eccezionali per criterio comunitario, collettivo, verso il mostrerebbe debole e non all’altezza realizzare una missione collettiva di quale è responsabile direttamente. del compito. grande importanza”
In letteratura si sono sviluppate diverse teorie sulla leadership: TEORIE INNATISTE : i leader possiedono determinati tratti personali che li rendono capaci di suscitare la fedeltà dei followers e grazie ai quali vi si distinguono. TEORIE COMPORTAMENTISTE: lo stile di leadership è influenzato dal comportamento del gruppo che il capo è chiamato a dirigere; queste teorie osservano il leader sia in relazione ai suoi comportamenti, sia agli effetti che questi producono sul gruppo in termini di soddisfazione e di risultati conseguiti. TEORIE RELATIVISTE: si fondano sull’idea che non esiste uno stile di leadership unico e migliore degli altri sempre ed in ogni situazione
DEFINIZIONE DI LEADERSHIP In linea generale Rappresenta la capacità di motivare le persone a realizzare un obbiettivo comune, da non confondere con il management che invece consiste nell’organizzazione appropriata del tempo e delle risorse utili a raggiungere questo obbiettivo.
Questa definizione però, non è sufficiente per poter spiegare in modo preciso gli aspetti e le variabili per la creazione e il mantenimento della leadership. Quindi esistono delle teorie che cercano di analizzare questo concetto in modo dettagliato. Queste teorie possono essere raggruppate in 4 categorie:
Le teorie dei tratti gli studiosi ipotizzano che la leadership si basa su caratteristiche personali di singoli individui inseriti in un gruppo (carisma, responsabilità, capacità di comunicare e relazionarsi con gli altri); Le teorie degli stili non esiste un solo tipo di leadership, ma diversi stili con i quali si può condurre un gruppo; non si tratta di caratteristiche o tratti di personalità, ma di comportamenti tipici che concorrono nel creare uno stile codificato con cui guidare i propri seguaci;
chi sostiene queste teorie trova il motore della leadership nel contesto in cui il Le teorie situazionali gruppo – e il leader – si muove e opera; non esiste quindi un unico profilo psicologico, ma diversi tipi che cambiano a seconda del contesto in cui agiscono; questo contesto può riguardare sia le caratteristiche del gruppo, sia di (tipo di azienda, luogo, epoca, aspetti culturali); questo tipo di approccio si basa su un Le teorie della contingenza amalgama dei tre gruppi di teorie precedenti; i leader efficaci dovrebbero possedere caratteristiche innate ed essere flessibili, in modo da poter scegliere uno diverso a seconda del contesto;
Più specificamente la parola leadership deriva dal verbo inglese « to lead » che significa dirigere; perciò questo termine fa riferimento alla capacità di un individuo di saper guidare un gruppo di persone; Ed inoltre in ambito lavorativo è colui che conduce una squadra al raggiungimento di determinati obiettivi: combina l’abilità a comprendere quali siano gli obiettivi raggiungibili con la capacità di motivare gli altri.
Esistono altri inquadramenti definitori di leadership: la leadership è l’attività volta ad influenzare le persone che si impegnano volontariamente su obbiettivi di gruppo; l’influenza interpersonale esercitata da un principe in una determinata situazione e rivolta in direzione del perseguimento di uno o più obbiettivi specifici; il processo volto ad influenzare le attività di un individuo o di un gruppo che si impegna per il conseguimento di obbiettivi in una determinata situazione; la complessità dei processi psicologici che caratterizzano l’esercizio delle funzioni di potere e di influenzamento dei gruppi;
il termine leader si riferisce alla persona che è stata eletta o incaricata o che è emersa dal gruppo per dirigere e coordinare gli sforzi dei membri del gruppo stesso in direzione di un dato scopo una forma particolare di influenza: una persona (il leader), influenza un altro o tante altre persone (i seguaci) disposti ad accettarne gli scopi; la leadership può riferirsi alla relazione che intercorre tra un individuo e un gruppo costituito intorno ad un interesse comune, e che induce a comportarsi secondo modalità dirette o determinate dall’individuo medesimo;
Inoltre, negli anni 60, Likert, ha individuato 4 stili di leadership: l’autoritario minaccioso che prende tutte le decisioni autonomamente per quanto riguarda gli scopi, modalità di attuazione e tempi, per poi comunicarle al gruppo; il consultativo che aumenta la partecipazione del gruppo grazie ad una comunicazione bidirezionale; l’autoritario benevolente che incoraggia il gruppo attraverso ricompense e lo coinvolge nel processo decisionale, anche se spetta a lui l’ultima parola; il partecipativo che si avvale di una rete di comunicazione efficace che si basa sulla collaborazione e sul prendere le decisioni in maniera democratica;
Da un punto di vista imprenditoriale, l’impresa è costretta, costantemente, a cambiare ed ad adattarsi alle trasformazioni del mercato, anche se ad oggi sono poche le persone che sono in grado di modificare in modo rilevante l’impresa; queste persone possono essere definite utilizzando l’espressione di leadership aziendale Infatti ogni nuova idea, nasce dal pensiero di un uomo, ed è per questo che la leadership assume un ruolo ancora più importante che nel passato; perciò il leader, deve avere una visione del mondo, tale, che gli consenta di vedere più avanti degli altri e di conseguenza di agire in anticipo sui tempi.
Ogni impresa mira al raggiungimento di un ruolo di preminenza nei rami di attività in cui opera; pertanto alla leadership spetta il compito di stimolare, sostenere, conquistare questo obbiettivo. Perciò, per il conseguimento di questo target, la leadership deve mantenere una serie di «valori»: possedere la vision che mira al successo dell’azienda; essere d’esempio per i collaboratori; essere creativa; essere in gradi di determinare processi di cambiamento nell’impresa finalizzati al coinvolgimento degli stakeholders; riuscire a creare valore per l’impresa; essere in grado di valutare lo stato di salute dell’impresa, non tanto con gli indicatori economici-finanziari, ma da indicatori (intangibili) che provengono dal mercato e dall’impresa;
Infine possiamo avere alcuni consigli al fine di ottenere una leadership ideale, in quanto non esiste una figura di leader ideale che si adatta alla realtà nella quale si trova: fissare una direzione strategica, chiara a tutti i membri del gruppo; incoraggiare le idee innovative e concordare tempi e modalità di lavoro con i dipendenti; sostenere e sviluppare le capacità dei dipendenti; costruire un team coeso che sia in grado di affrontare conflitti; delegare quanto possibile per creare un clima di fiducia e per responsabilizzare; elogiare i dipendenti per la qualità del loro operato; fornire reali opportunità di carriera;
LEADERSHIP CARISMATICA Max Weber Anni ’20 “Una certa qualità della personalità di un individuo, in virtù della quale egli si eleva dagli uomini comuni ed è trattato come uno dotato di poteri o qualità soprannaturali, sovrumane, o quanto meno specificamente eccezionali. Questi requisiti sono tali in quanto non sono accessibili alle persone normali, ma sono considerati di origine divina o esemplari, e sulla loro base l’individuo in questione è trattato come un leader.”
Il leader carismatico è in grado di convincere e influenzare una persona o un gruppo di persone, persuadendo chiunque che la sua parola è quella giusta da seguire. La caratteristica fondamentale di un leader carismatico è la capacità di sviluppare un interesse per i membri del proprio team. Un buon leader carismatico deve essere sempre attento ai cambiamenti del proprio contesto, conoscere il proprio ambiente nei minimi dettagli, imparare ad interpretare i segnali di avvertimento che il contesto emana e permette di individuare le aree su cui vale la pena concentrarsi per raggiungere l’obiettivo.
Un’altra qualità che non può mancare ad un leader carismatico è la CURIOSITA’, porta ad essere un passo avanti rispetto ai membri del proprio team. I leader deve prendersi le responsabilità delle proprie azioni anche quando non sono positive e deve riuscire a porre rimedio agli sbagli dell’intero gruppo, senza colpevolizzare il singolo.
Un leader carismatico deve : Credere nella meta che Capire cosa vuole la propone e non dubitarne mai gente Avere la capacità di stabilire un Avere un intuito strategico, che rapporto affettivo con i componenti permette di vincere situazioni che del gruppo possono portare a commettere errori Essere abile a comunicare attraverso parole, inventando simboli istruzioni e altro…
Per diventare un leader carismatico si deve cercare di : Gestire i nervi Ascoltare con attenzione Parlare delle sue passioni Usare un linguaggio chiaro, che tutti comprendono Avere un senso dell’umorismo Essere curioso Mostrare un reale interesse
Punti di forza: Punti di debolezza: Comporta livelli forti e Basso livello di incontestati di obbedienza delegazione Utile in circostanze Gente che possiede questi difficoltose requisiti è molto rara Può risultare molto efficace Tendenza al narcisismo, se la vision è giusta perdita della realtà Energetica, visionaria.
Esempi di persone carismatiche Celebrità: Coco Chanel, Julia Roberts, Bill Gates, Steve Jobs Personaggi dalla storia: Napoleone, Lenin, Stalin Politici: George Washington, Donald Trump, Vladimir Putin Dirigenti religiosi: Buddha, Cristo, Mohammed
LEADERSHIP TRASFORMAZIONALE Downton Anni ’80 “nuova leadership” Processo che cambia e trasforma gli individui Concentrata sull’impegno e le capacità dei componenti dell’organizzazione
Distinzione: Leadership Leadership trasformazionale transazionale Cambia il contesto Interesse dei followers concentrato sull’interesse dei followers
Leadership transazionale Ogni individuo si pone degli obiettivi e per fare in modo che vengono raggiunti metterà in atto dei comportamenti I collaboratori cercano di ripetere tutte quelle azioni che hanno portato a dei benefici e delle ricompense, sia personali sia di gruppo
Il leader transazionale deve possedere dei requisiti: - deve essere in grado di valutare le buone performance ed il raggiungimento di un obiettivo in modo da distribuire delle ricompense - deve essere in grado di capire i segnali di una performance negativa in modo da anticiparla, e in caso possibile intervenire. - deve assumere un comportamento permissivo nei confronti dei collaboratori. Quindi il leader deve concedere molta autonomia e non opprimere i suoi collaboratori dando degli ordini, ma deve lasciarli liberi di esprimere le loro potenzialità.
Il leader trasformazionale basa i propri poteri sui principi dell’autostima, della fiducia e sull’impatto motivazionale ad avere una performance sopra la media. il gruppo ha come obiettivo primario obbedire alle istruzioni ed ai comandi del leader
I collaboratori non sono incoraggiati ad essere creativi, ma tendono a svolgere al meglio la loro mansione che gli è stata affidata, seguendo le istruzioni del leader Per questo motivo, questo tipo di leadership non è adatta a situazioni di imprevisti o di cambi di programma, ma si può attuare solo situazioni in cui i problemi sono semplici, prevedibili e ben definiti
LEADERSHIP TRASFORMAZIONALE Evolve gli interessi e le motivazioni degli individui, li coinvolge portandoli a raggiungere degli obiettivi che vanno oltre ciò che ci si aspetta da loro Leader coinvolto
I leader spingono i collaboratori ad andare oltre gli interessi personali per il bene dell’organizzazione Le imprese con leader trasformazionali mostrano maggiore accordo tra i top manager sugli obiettivi dell’organizzazione e questo comporta una prestazione organizzativa di livello superiore
I leader hanno la capacità di responsabilizzare i collaboratori, aumentando la loro autoefficacia e facendo nascere nel gruppo uno spirito risoluto. Così facendo i collaboratori hanno maggior probabilità di raggiungere obiettivi ambiziosi, di essere d’accordo su obiettivi strategici dell’organizzazione e di credere che gli obiettivi che stanno cercando di raggiungere sono importanti dal punto di vista personale.
La leadership trasformazionale non ha la stessa efficacia in tutte le situazioni: Ha un maggiore impatto sui risultati di gestione ed economici in un’azienda di piccole dimensioni, a conduzione familiare rispetto ad un’azienda con un’ organizzazione più grande e più complessa È più efficace quando il leader interagisce direttamente con la forza lavoro per prendere decisioni e meno quando le decisioni vengono prese da un consiglio d’amministrazione, quindi in una struttura complessa
LAISSEZ-FAIRE: abdica alle responsabilità ed evita di prendere le decisioni, comportamento inefficace; MANAGER PER ECCEZIONI: passivo, quando l’intervento non è immediato ma solo di fronte a dei problemi, attivo, se i seguaci vengono osservati e corretti direttamente. Comportamento inefficace; RICOMPENSA CONTINGENTE: vengono stretti degli accordi con i collaboratori, in cambio di una ricompensa. Comportamento efficace ma i dipendenti non vanno oltre i propri doveri. CONSIDERAZIONE INDIVIDUALIZZATA: si riferisce alla comunicazione Sono definite le personalizzata e si indirizza verso l’obiettivo di crescita; “Quattro I”, che STIMOLAZIONE INTELLETTUALE: è la capacità di sollecitare l’innovazione e la generano maggiore creatività, mettendo in discussione le credenze e le abitudini; produttività, morale e MOTIVAZIONE ISPIRAZIONALE: si riferisce ad un comportamento di definizione soddisfazione più delle sfide per il futuro e obiettivi da raggiungere. Vengono coinvolti i elevata, minore collaboratori per immaginare sfidanti ed attraenti futuri; tuornover ed efficacia INFLUENZA IDEALIZZATA: il comportamento del leader è coerente e dimostra che organizzativa più non viene usato il potere per interessi personali elevata
LEADERSHIP AUTENTICA Il leader è in grado di non separare la propria identità professionale con quella personale L’autenticità si deve riflettere sia in ambito professionale sia nella vita privata del leader, quindi, la sua condotta deve essere caratterizzata da trasparenza, correttezza, autostima e consapevolezza di sé in tutti gli ambiti
I leader autentici condividono le informazioni, incoraggiano la comunicazione e non tradiscono i propri ideali. Quindi cosi facendo le persone si fidano di loro, infatti, la fiducia risulta essere la qualità principale che viene prodotta all’interno di questa leadership.
Relazione tra etica e leadership 1. La prima potrebbe essere rappresentata dalla crescita di interesse dell’etica nel campo del management 2. La seconda, potrebbe essere dovuta al fatto che molti leader del passato, ad esempio Martin Luther King o John Fitzgerald Kennedy, avevano dei punti deboli sotto il punto di vista etico 3. La terza, invece, risale alla sequenza di crisi di istituzioni finanziarie occidentali (2007) 4. la quarta ragione, potrebbe risultare nella crescente consapevolezza che, molte iniziative finalizzate ad incrementare il comportamento etico organizzativo si concentrano sui leader
Una caratteristica che i leader autentici mostrano è l’umiltà I leader che sono considerati altamente etici, tendono ad avere i collaboratori che si impegnano maggiormente, e hanno l’interesse di riferire eventuali problemi al leader Uno studio fatto, è emerso che la leadership etica riduce i conflitti interpersonali
LEADERSHIP HEADSHIP Leader guida i seguaci in nome Il capo guida i subordinati in virtù dell’autorità che gli stessi gli dell’autorità che ha ricevuto ad hanno conferito. un’autorità superiore.
• LA LEADERSHIP È, QUINDI, LA CAPACITÀ DI INFLUENZARE UN GRUPPO AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DI UN’IDEA, DI UNA VISIONE O DI UN INSIEME DI OBIETTIVI. • LA FONTE DI QUESTA INFLUENZA PUÒ ESSERE: FORMALE (NEL CASO IN CUI IL LEADER È AL VERTICE DI UNA STRUTTURA GERARCHICA) O INFORMALE (NEL CASO IN CUI IL LEADER È ALL’INTERNO DEL GRUPPO, ANZICHÉ AL VERTICE). • SCOPO DEL LEADER: RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI CHE LA SUA ORGANIZZAZIONE SI È PREFISSATA ATTRAVERSO L’USO DELLE SUE ELEVATE CAPACITÀ IN GESTIONE DELLE RISORSE UMANE TALI DA APPORTARE UN CONTINUO MIGLIORAMENTO ALLE PERFORMANCES DEI SUOI FOLLOWERS (COLLABORATORI). • QUINDI IL LEADER È COLUI CHE ISPIRA GLI ALTRI ALL’AZIONE DANDO LORO UNO SCOPO ED UN SENSO DI APPARTENENZA.
LEADER deve: Diffondere una Fungere da Aumentare il valore visione esempio dell’impresa
Qualità e competenze del leader: Ispirazione Leader inspira gli altri stimolandoli al cambiamento ed al miglioramento Autorevolezza Leader deve essere autorevole, cioè credibile agli occhi degli altri e capace di creare fiducia nei followers Apprendimento Leader deve avere una capacità superiore di apprendimento e deve anche stimolare gli altri a farlo in quanto l’apprendimento stesso è la chiave per il cambiamento e lo sviluppo Coinvolgimento Leader coinvolge i suoi followers comunicando loro la vision, i valori , gli obiettivi e le strategie aziendali Delega Leader deve sapere delegare tanto le mansioni da svolgere quanto la libertà di prendere decisioni in relazione alle attività che gli stessi collaboratori sono chiamati ad effettuare Equilibrio Leader deve mantenere un atteggiamento equilibrato e pacato anche nelle avversità Supporto Leader deve supportare la valorizzazione e la visibilità del suo team
QUESTE COMPETENZE SONO TALI DA POTER ESSERE APPRESE SOLO UNA VOLTA CHE SI CAPISCE IL REALE SUCCESSO DI UN’AZIENDA, OVVERO QUANDO SI CAPISCE L’ENORME IMPORTANZA DELLA CONOSCENZA E DELLA MOTIVAZIONE DELLE RISORSE UMANE PRESENTI NELLA PROPRIA ORGANIZZAZIONE. > (HENRY MINTZBERG)
DANIEL GOLEMAN INDIVIDUA 6 TIPI DI LEADER: 1. LEADER VISIONARIO CONDIVIDE CON I FOLLOWERS LA MISSION E LA VISION AZIENDALE IN UN CLIMA PARTICOLARMENTE POSITIVO. QUESTO STILE È ADATTO AI MOMENTI DI CAMBIAMENTO; 2. LEADER COACH CREA UNA CONNESSIONE TRA LA MISSION AZIENDALE E I BISOGNI E VALORI DEL SINGOLO LAVORATORE. QUESTO STILE RAFFORZA LA QUALITÀ E L’EFFICIENZA DEL LAVORO DEI FOLLOWERS NELL’IMPRESA; 3. LEADER DEMOCRATICO VALORIZZA OGNI DIPENDENTE, NE CERCA L’APPOGGIO O IL CONSIGLIO PRIMA DI PRENDERE DECISIONI. QUESTO STILE AUMENTA LA PRODUTTIVITÀ E PERMETTE AL LEADER DI OTTENERE DEI FEEDBACK; 4. LEADER SOCIALE CREA ARMONIA NEI RAPPORTI ALL’INTERNO DEL TEAM. QUESTO STILE APPORTA COESIONE E COMPATTEZZA IN AZIENDA; 5. LEADER BATTISTRADA TRASCINA IL GRUPPO ED È FOCALIZZATO ALL’OBIETTIVO. IL LEADER PUÒ ESSERE VISTO COME DETERMINATO E POCO EMPATICO: SE QUESTO STILE È ECCESSIVO, EGLI INCUTERÀ ANSIA NEI DIPENDENTI. QUESTO STILE È OTTIMO PER AFFACCIARSI IN NUOVI MERCATI, MA SE VIENE USATO COSTANTEMENTE MINA A MINACCIARE L’ESSENZA DEL TEAM WORKING; 6. LEADER AUTORITARIO ESSO IMPONE LA VISION E CREA DELLE RELAZIONI ASIMMETRICHE NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE. MOTIVA IL PERSONALE IN MODO COERCITIVO CREANDO UN CLIMA AZIENDALE TESO E DI PAURA. QUESTO STILE È CONSIGLIATO SOLO IN CASI DI EMERGENZA E DI CRISI FINANZIARIA.
Leadership Leader migliora le efficace prestazioni di un’organizzazione - Formare e sviluppare la leadership; - Selezionare personale qualificato attraverso test
WWW.UMANIVERSITAS.IT TEST DI LEADERSHIP TALE TEST È COMPOSTO DA 50 QUESITI VOLTI A VALUTARE QUESTI 5 ASPETTI DELLA PERSONALITÀ: ORGANIZZAZIONE RESPONSABILITA’ VISIONE E ASSERTIVITA’ INTRAPRENDENZA E TRASFORMAZIONE RESILIENZA Implica chiarezza di Implica importanza Implica il saper ispirare Implica l’avere Implica l’affrontare con idee e pianificazione delle cose e delle e motivare dipendenti e fermezza nelle proprie coraggio e delle operazioni. persone, collaboratori. convinzioni ed il far determinazione le Valutata da quesiti determinazione e Valutata da quesiti valere le proprie svolte cruciali. come: costanza nel perseguire come: posizioni senza Valutata da quesiti • Aspetto che siano un progetto. • Aspetto che siano gli arroganza. come: gli altri a tracciare Valutata da quesiti altri a tracciare la Valutata da quesiti • Posso rompere le la direzione da come: direzione da come: regole; seguire; • So riconoscere i miei seguire; • Mi piace schiacciare • Trovo naturale • Mi serve molto errori; • So come coinvolgere l’interlocutore; spingermi oltre tempo per fare le • Prendo di petto i le persone. • Sfido il punto di cose. problemi . vista comune. La risposta ad ogni quesito andava scelta tra le alternative: COMPLETAMENTE FALSO, FALSO, NE’ VERO NE’ FALSO, VERO, COMPLETAMENTE VERO
Test Leadership 120% 100% 80% 60% 40% 20% 0% Assertività Intrapendenza e resilienza Organizzazione Responsabilità Visione e trasformazione Barbara Martina Silvia Valentina
LEADER VS IMPRENDITORE • IMPRENDITORE È COLUI CHE COMANDA DATO CHE HA MESSO INSIEME I FATTORI PRODUTTIVI E LI COORDINA PER ARRIVARE ALLA VISION DA LUI STESSO DECISA. L’IMPRENDITORE PUÒ ESSERE O NON ESSERE LEADER; • IMPRENDITORIALITÀ E LEADERSHIP HANNO IN COMUNE LO SPIRITO AL CAMBIAMENTO. MA NELL’IMPRENDITORIALITÀ IL CAMBIAMENTO È TIPICAMENTE GESTITO CON PROCEDIMENTI DI PIANIFICAZIONE E BUDGETING; NELLA LEADERSHIP ATTRAVERSO LA PRESA DI COSCIENZA DELL’IMPORTANZA DELLE RISORSE UMANE, INFLUENZANDO E MOTIVANDO I FOLLOWERS AL PERSEGUIMENTO DELLO SCOPO DELL’AZIENDA. • IMPRENDITORIALITÀ COMPORTAMENTO STATICO MIRANTE ALLA CREAZIONE DI UNA STRUTTURA ORGANIZZATIVA ED ALLA DIVISIONE DELLA MANSIONI TALI DA ATTUARE LA VISION AZIENDALE. LEADERSHIP COMPORTAMENTO DINAMICO MIRANTE ALLA CONTINUA INTERAZIONE CON GLI ALTRI
Un imprenditore diventa leader quando egli stesso passerà dalla visione della sua azienda come un organismo che lavora per appagare il suo personale desiderio alla presa di coscienza di vedere la sua azienda come un gruppo di collaboratori e colleghi che lavorano insieme per un obiettivo comune.
LEADER VS MANAGER • MANAGER È COLUI CHE PIANIFICA E FORMA I BUDGET, ALLOCA LE RISORSE UMANE AI VARI INCARICHI, MONITORI I RISULTATI E RISOLVE I PROBLEMI EMERSI DAL DISTACCO TRA GLI OBIETTIVI ED I RISULTATI. E’ UN DIPENDENTE STESSO DELL’AZIENDA E HA LA RESPONSABILITÀ DI CONTROLLARE E GESTIRE L’ORGANIZZAZIONE. IL MANAGER PUÒ ESSERE O NON ESSERE LEADER; • > (JOHN KOTTER); • MANAGEMENT PROCESSO RAZIONALE FATTO DI ATTIVITÀ CONCRETE VOLTE AD OTTENERE RISULTATI IL MANAGER È UN RESPONSABILE MULTITASKING CHE VUOLE MANTENERE EFFICIENZA AZIENDALE. LEADERSHIP CAPACITÀ NATURALE E SPONTANEA DI STIMOLARE I FOLLOWERS VERSO NUOVE OPPORTUNITÀ. IL LEADER È UN SOGNATORE CHE VUOLE APPORTARE SUCCESSO AZIENDALE.
Il manager-leader deve generare sinergie positive di modo da far raggiungere massima efficacia ed efficienza all’azienda. Bisogna trovare un giusto equilibrio tra questi due ruoli e saper mixare i loro aspetti distintivi.
> CREDIBILITÀ DEL LEADER SI COSTRUISCE IN 3 FASI: 1. CHIAREZZA IN CIÒ CHE FA; 2. UNITÀ DELLO SCOPO CHE INTENDE RAGGIUNGERE; 3. INTENSITÀ DELLE AZIONI CHE SI METTONO IN ATTO. LA CREDIBILITÀ DEL LEADER È INSITA NEL RAPPORTO TRA LA STESSA LEADERSHIP ED IL POTERE. IL RAPPORTO TRA QUESTE DUE NOZIONI RISULTA IN PRIMIS INVERSO
LEADERSHIP POTERE COMPATIBILITA’ tra scopo di chi guida e di chi è guidato. NON COMPATIBILITA’ degli scopi di chi guida e di chi è guidato Solo gerarchia. E’ un processo DISCENDENTE (cioè diretto all’influenza dei E’ un processo ASCENDENTE (cioè mirato alla sola followers). ubbidienza dei subordinati). MA… Esso può essere anche correlato dato che un buon leader può usare il potere come mezzo per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Solo che questo potere è: • Un potere di posizione derivante cioè dalla posizione ricoperta all’interno della struttura organizzativa; • Un potere personale derivante cioè dalle qualità personali del leader stesso. L’autorità del leader deve essere sempre e solo usata per influenzare altre persone: è soprattutto il potere personale a decretare la fiducia dei followers.
LA FIDUCIA DEI FOLLOWERS È UNO DEI FOCUS PRINCIPALI DELLA LEADERSHIP. E’ FONDAMENTALE LA COMUNICAZIONE. IL LEADER DOVRÀ: • INSTAURARE UN RAPPORTO DI FIDUCIA CON I SUOI FOLLOWERS (CAPIRE E AFFRONTARE I LORO SENTIMENTI E DESIDERI; INFORMARSI SULLA LORO PERSONALITÀ, SUL LORO CARATTERE E SULLA LORO STORIA PERSONALE); • MANTENERE TALE RAPPORTO DI FIDUCIA CON I SUOI FOLLOWERS (ATTRAVERSO LA MOTIVAZIONE SPINTA CAPACE DI INFLUENZA IL COMPORTAMENTO DEI FOLLOWERS E SPINGERLI VERSO IL RAGGIUNGIMENTO DELL’OBIETTIVO PREFISSATO).
LA LEADERSHIP, QUINDI, DEVE ESSERE EMPOWERING (EMPOWERMENT = SERIE DI COMPORTAMENTI TESI A CONSENTIR AGLI ALTRI DI AVERE UN CERTO POTERE NECESSARIO PER CONSEGUIRE I RISULTATI PERSONALI E COLLETTIVI), OVVERO DEVE: • FARE IN MODO CHE I FOLLOWERS RICEVANO SEMPRE INFORMAZIONI PUNTUALI E CONTINUE; • FARE IN MODO CHE I FOLLOWERS POSSANO APPRENDERE TUTTE LE CONOSCENZE E COMPETENZE NECESSARIE NEL CAMPO DI LAVORO; • DARE AI FOLLOWERS LA LIBERTÀ DI DECIDERE; • SOTTOLINEARE AI FOLLOWERS L’IMPORTANZA DEL LAVORO CHE ESSI STESSI SVOLGONO PER L’INTERA ORGANIZZAZIONE.
Empowerment Motivazione della e fiducia dei leadership followers Creazione valore aggiunto
MENTRE UN TEMPO ERANO LE MACCHINE ED IL CAPITALE A CREARE RICCHEZZA IN AZIENDA, ORA SONO: LE RISORSE UMANE SE L’AZIENDA SCORAGGIA GLI INDIVIDUI CHE CI LAVORANO, ESSA NON FA ALTRO CHE CREARE UN DANNO A SÉ STESSA. LO SVILUPPO E L’INVESTIMENTO NELLE RISORSE UMANE RAPPRESENTA OGGI UN FATTORE DI SUCCESSO: LE HUMAN RESOURCES (HR) SONO LA CHIAVE PER DIVERSIFICARE UN’AZIENDA DALL’ALTRA. Valorizzazione Motivazione di di HR HR Creazione Aumento valore performances di aggiunto HR Aumento fatturato
Leadership femminile Nel mondo, in Europa e anche in Italia, esiste ancora una grave disparità di genere nel lavoro e il gap aumenta se si pensano alle posizioni manageriali La leadership femminile è ostacolata da un'immagine stereotipata della donna che dequalifica le sue specificità, inoltre, le caratteristiche che vengono associate a una posizione di comando sono quelle considerate maschili
Quali sono le differenze fra leadership maschile e femminile? DONNE UOMINI - sono maggiormente orientate alle relazioni e - sono molto più orientati al risultato e hanno all’aiuto sviluppato la capacità ad avere approcci più - Sono più persuasive e maggiormente strategici pragmatiche - Sono maggiormente aperti alle nuove idee e si - sono maggiormente portate ad organizzare il assumono più facilmente dei rischi lavoro in modo strutturato, ad assicurarsi che il - Sono più inclini ad imparare le lezioni dal compito venga eseguito e a motivare per la sua passato e a trovare nuove vie per cambiare il corretta esecuzione futuro - Hanno maggior capacità di trasmettere - Non sono molto portati al multitasking entusiasmo, di coinvolgere gli altri e dimostrano di essere maggiormente preoccupate degli altri e della loro crescita - sono più portate per sviluppare strette relazioni lavorative, sono più flessibili e sociali
Paradossalmente alcuni dei più importanti leader mondiali (uomini) hanno unito a questi skills più maschili, l’empatia, l’ascolto, la sensibilità e talvolta la vulnerabilità tipica dell’atteggiamento femminile.
Come aiutare le donne a raggiungere la parità di genere nei ruoli di leadership? La gestione del potere rappresenta per le donne una sfida difficile: in Italia il 47,3% della forza lavoro è composto da donne, che però occupano solo il 15% delle posizioni manageriali Le donne devono essere spronate a cambiare le “regole del gioco”, a non aver paura del potere e della sua gestione, a vincere la tendenza ad autoescludersi. Le donne devono sviluppare il loro desiderio e la loro abilità nell’imparare nuove skill per restare al vertice e quindi trarre vantaggio dal loro ruolo
Le donne, anche perché in forte minoranza e di conseguenza sotto osservazione speciale, finiscono a volte per assorbire i difetti dei vertici tradizionali: vengono cooptate nei nuovi ruoli e si uniformano alla classe dirigente preesistente Non rompono gli schemi organizzativi, non cambiano il linguaggio, non innestano un’identità e un’energia proprie Per essere leader al femminile è necessario valorizzare le competenze delle donne per arrivare a scegliere e poi comunicare uno stile di leadership autentico, a partire dal coraggio di poter essere sé stesse anche in un contesto che spinge ad adottare gabbie di comportamento stereotipate
Perché una leadership al femminile potrebbe essere più efficace di quella maschile? non esiste una sola ricetta buona per costruire leader forti, ma in generale è sicuro che nelle organizzazioni moderne uno stile di leadership non coercitivo, basato sul lavoro di team e sulla costruzione di relazioni di solito funziona meglio, occorre quindi, lasciare spazio alla passione e alla creatività, anche e soprattutto al femminile
Questo stile, detto anche trasformazionale, richiama alcune caratteristiche considerate femminili e si dice che le donne lo adottino più spesso degli uomini La leadership trasformazionale, attenta al benessere e alla crescita dei collaboratori, più vicina alle caratteristiche comunali femminili, può rappresentare il modo per risolvere l’incongruenza di ruolo tra l’essere leader e l’essere donna
Se da un lato quindi dovremmo essere più capaci di promuovere noi stesse (inteso come noi donne) e acquistare maggiore sicurezza, dall'altro la capacità che abbiamo nel reagire agli imprevisti e nel risolvere i problemi, nel saper "influenzare" gli altri in maniera positiva, possono risultare caratteristiche intrinseche utili nel creare la leadership che faccia crescere un team di successo Gli esempi di leadership al femminile all’interno delle aziende stanno lentamente aumentando in tutto il mondo
Le caratteristiche della leadership al femminile - non si fa ingabbiare nello stereotipo maschile, ha il coraggio di essere se stessa - valorizza le differenze (non solo di genere) anziché tentare di appianarle o nasconderle - empatia: le donne riescono con più facilità ad immedesimarsi negli altri, a saper comprendere e accettare diversi punti di vista e ad avere cura delle opinioni altrui. Queste caratteristiche vengono di solito apprezzate molto dal gruppo, in quanto incentivano ogni membro a comunicare idee e suggerimenti senza il timore di non venire compreso. - saper costruire delle buone relazioni interpersonali : saper interagire con le persone è una componente importantissima per ogni stile di leadership. Inoltre, saper gestire i rapporti all’interno di un gruppo porta ad una maggiore coesione e cooperazione degli elementi. - apertura: essere aperti significa riuscire ad incoraggiare un dialogo onesto e rispettoso, che comprenda anche il lato emotivo di un individuo. Un leader aperto aiuta la propria squadra a condividere paure, dubbi, incertezze, così da risolvere i problemi prima ancora che si presentino. Questo approccio inoltre aiuta a far sì che ogni membro si senta libero di dare il proprio contributo, favorendo così il fervore creativo e la ricerca di soluzioni innovative
queste caratteristiche portano alla creazione di un gruppo di lavoro unito, sereno e capace di sviluppare progetti sia in collaborazione, sia autonomamente le dimensioni in cui prevalgono le donne sono quelle a più alto impatto positivo sul lavoro, mentre quelle "maschili" non hanno forti relazioni con la buona leadership
STRETTA DI MANO SGUARDO SORRISO TESTA VOCE CORPO MANI
Le donne leader Margaret Hilda Thatcher Angela Merkel deceduta nel 2013, la Lady di ferro fu La leader tedesca, culturalmente la prima donna ad aver ricoperto la favorevole alle quote riservate alle carica di primo ministro nel Regno Unito donne nel business e nella politica Nilde Iotti Laura Boldrini la prima donna nella storia d’Italia nata a Macerata, presidente della a ricoprire una delle cinque più alte Camera dei Deputati cariche dello Stato Miuccia Prada Marina Berlusconi ha guidato e trasformato Prada in una presidente di Finivest e del gruppo delle case di moda più blasonate del Arnoldo Mondadori Editore mercato internazionale
Caso studio: Steve Jobs VS Bill Gates Steve Jobs Il 5 ottobre 2011, all’età di soli 56 anni, Steve Jobs (1955-2011) muore dopo una lunga lotta contro il cancro Aveva spirito di cambiamento, ha rivoluzionato i settori dell’informatica e della telefonia mobile si è mostrato tanto leader non è stato il primo a creare PC, nell’innovazione tecnologica smartphone, lettori mp3 e tablet ma è stato in grado di imporre con successo quanto nella comunicazione e nuovi trend. nelle vendite Ha creato gli Apple store, luoghi di distribuzione e vendita dei soli prodotti Apple
lo scrittore Walter Isaacson testo biografico autorizzato la leadership vincente di Steve Jobs si fonda su alcuni pilastri quali: semplicità innovazione focus eleganza vision certezza autenticità Tenacia selettività giudizio collaborazione dettagli immaginazione Non conformità
Bill Gates Bill Gates (1955- ), magnate della Microsoft, si presenta anche lui, come il suo coetaneo, un vero e proprio leader Fin da piccolo era affascinato dai computer anche se non è stato un ottimo studente
La sua leadership vincente si fonda sui seguenti pilastri: Perseguire ciò che si ama tenacia Guardare avanti Cambiamento Comportamento Guida i followers nella dinamico giusta direzione
Punti in comune tra le due leadership: looking forward la tenacia per raggiungere i propri obiettivi una vision Propensione al cambiamento ed all’innovazione Motivazione dei followers
Differenze tra le due leadership: × la leadership di Microsoft è sempre stata fondata sul fornire compatibilità del prodotto e sulla sincronizzazione universale, mentre la leadership di Apple è sempre stata finalizzata a fornire un prodotto “non compatibile” e d’élite. × Microsoft punta al continuo miglioramento del software, mentre Apple si focalizza sull’ hardware
Grazie per l’attenzione
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