La Coppia dell'Innamoramento, la Coppia dell'Amore
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La Coppia dell’Innamoramento, la Coppia dell’Amore di Roberta Tonin Laureata in Pedagogia Counselor Filosofico e Relazionale praticante e di Carla Daldin Insegnante Counselor Filosofico e Relazionale praticante Premessa Parlare di amore non è facile: è un tema ampio, sfumato, enigmatico e tuttavia essenziale per le persone. Tutti parlano di amore: gli psicologi, i filosofi, i teologi, i sociologi, i poeti, ma anche i mass media, i politici, l’ “uomo della strada”…… Ma perché è così forte la necessità di dibattere su questo tema così complesso? Già nel V° sec. a.C. Platone, nel Simposio, si pone più o meno la stessa domanda e scrive: “Gli amanti che passano la vita insieme non sanno dire che cosa vogliono l’ uno dall’altro. Non si può certo credere che solo per il commercio dei pia- ceri carnali essi provano una passione così ardente a essere insieme. E’ allora evidente che l’anima di ciascuno vuole altra cosa che non è capace di dire, e perciò la esprime con vaghi presagi, come divinando da un fondo enigmatico e buio”. Nel 1956 lo psicoanalista Eric Fromm scrive “L’arte di amare”. Questo testo, insieme a qualche altra lettura, ci ha consentito di addentrarci piano, piano nell’argomento, senza comunque la pretesa di esaurirlo, vista la molteplicità di approcci possibili. E’ indubbio, non solo per Eric Fromm, che l’amore rappresenta un bisogno essenziale per l’uomo e per la donna di tutti i tempi. E’ una necessità tanto quanto mangiare, bere, dormire….la cosa più importante, senza la quale non possiamo vivere. Ma cos’è l’amore? E’ questione di fortuna, di magia o è un’arte che “richiede sforzo e saggezza” per essere appresa? E amore significa “sentirsi amati” o “amare”? Amore è solo ciò che si prova per una persona o è una FACOLTA’, una FORZA squisitamente umana che ci permette di vivere con equilibrio e serenità nel mondo e con gli altri? Abbiamo organizzato le nostre riflessioni principalmente su tre aspetti: - L’INNAMORAMENTO: cos’è e quali sono le sue caratteristiche
- L’AMORE: cos’è e quali sono le sue caratteristiche - Perché l’amore va in crisi La cotta La cotta precede l'innamoramento e si basa esclusivamente sulla fantasia, sulla immaginazione e sulle emozioni, provocando, in chi se ne trovi coinvolto, una sorta di perturbazione psicofisica. L’innamoramento Spesso c’è il rischio di confondere l’esperienza iniziale dell’innamoramento con l’amore, pensando così che amarsi sia facile, naturale, immediato. Gli psicoterapeuti ci dicono il contrario: capita sovente che rapporti di coppia apparentemente collaudati entrino in crisi proprio per questa confusione tra l’infatuazione folle dell’inizio e l’amore maturo. Gli studiosi della mente, della psiche, descrivono la fase dell’innamoramento come una psicopatologia, una malattia, anche se esso ha una sua funzione soprattutto durante l’adolescenza e nel momento in cui la coppia si struttura. Cerchiamo allora di definire meglio cosa sia INNAMORAMENTO. Da un lato l’innamoramento ACCADE, è sostanzialmente impulso, abbandono, perdita di sé; dall’altro l’amore è INTENZIONE, scelta consapevole, decisione di vita, progetto, responsabilità. L’innamoramento è più sollecitazione, pulsione, spinta, attrazione che SCELTA di amare una persona. Qualcuno afferma che si inizia ad amare quando si smette di essere innamorati. Inoltre l’innamoramento è un’esperienza INEVITABILMENTE TEMPORANEA. Questo non significa che cessiamo di amare una persona della quale eravamo innamorati, ma che L’ESTASI FINISCE. Anzi, DEVE finire perché l’innamoramento provoca il crollo IMPROVVISO di una parte dei confini individuali dell’Io e ci spinge a fondere la nostra identità con quella di un altro essere. E’ il meccanismo psicologico della FUSIONE, tipico dell’attaccamento madre-figlio della primissima infanzia. Questo porta anche a comportamenti di tipo REGRESSIVO. Pensiamo agli appellativi che si danno gli innamorati ( cucciolo, scricciolo,….) o ai regali tipici del periodo ( dolci, cioccolatini, peluches,…). Riassaporiamo inoltre quel senso di ONNIPOTENZA cui avevamo dovuto rinunciare uscendo dall’infanzia. Tutto ci sembra possibile! Il futuro ci appare entusiasmante e privo di ostacoli. L’innamoramento è anche SOGNO, IDEALIZZAZIONE: l’altro è per me l’incarnarsi degli ideali, la massima realizzazione del mio Io.
Tutto ciò che di positivo ho dentro di me, lo PROIETTO INCONSCIAMENTE sull’altro, che diventa così la mia massima aspirazione. Ma in questa proiezione sull’altro si tende ad amare NARCISISTICAMENTE sempre e solo se stessi. Questo meccanismo non mi permette di cogliere l’altro in modo realistico e contemporaneamente mi porta ad annullarmi come persona. Per fissare allora qualche idea, possiamo dire che gli innamorati vivono una dimensione mitizzata dell’amore che possiamo sintetizzare così: Mito della fusione: Si pensa di amare una persona solo se si assumono totalmente e incondizionatamente i suoi gusti, interessi, impegni, preferenze…..a scapito però della propria individualità. Mito dell’immutabilità: E’ l’illusione che l’altro mantenga sempre le caratteristiche fisiche, intellettuali, spirituali con cui l’abbiamo conosciuto. Ma visto che le persone sono in continuo divenire, ciò è impossibile, irrealizzabile. Mito del completamento: Affido all’altro il compito, il dovere di salvarmi, rendermi felice, colmare i miei vuoti, senza però mettere in gioco RECIPROCAMENTE anche il mio impegno. Mito dell’esclusività: E’ la pretesa di sapere sempre ciò che l’altro pensa, dice, fa, per poter controllarlo meglio. Non si tratta di voler conoscere l’altro, ma di esercitare su di lui una qualche forma di potere. Mito di Narciso: L’altro soddisfa il mio bisogno di gratificazione perché approva incondizionatamente e in modo a-critico ogni mio atteggiamento, comportamento, scelta. Ad un certo punto ci troviamo di fronte ad una coppia che , ricca delle risorse di un giovane amore, deve affrontare il difficile ed inevitabile passaggio dall’innamoramento all’amore. Un po’ alla volta o all’improvviso, i confini dell’io riprendono il proprio posto e i due cessano di essere innamorati l’ uno dell’altra, ritornando ad essere due individui ben distinti. A questo punto o i due si separano o cominciano REALMENTE ad amarsi. Tale passaggio ha frequentemente inizio da alcune inaspettate scoperte: l’amato comincia ad apparire diverso da come lo si era inteso;lo si comincia a sentire come un limite all’affermazione del proprio sé, delle proprie esigenze; si comincia anche a sentire il bisogno di spazio per muoversi
meglio, per vedere meglio, per riflettere. Il primo sentimento che scaturisce è generalmente la delusione: l’altro non è più perfetto come l’avevamo visto fin’ora. Se però non si nega la necessità del passaggio verso una relazione di tipo nuovo, che prevede anche inevitabili conflitti e tensioni, potranno cominciare gli adattamenti reciproci, le prime negoziazioni, le prime ristrutturazioni della coppia. In questo processo ciascuno avrà l’occasione di fare un passo avanti verso la maturazione della propria identità personale e contemporaneamente scoprirà un altro “diverso”, conoscerà il VERO ALTRO, apprezzerà la sua identità, i suoi bisogni più profondi. Una comunione più profonda potrà iniziare fra due persone originali ed uniche. E finalmente potremo parlare di AMORE. Eric Fromm individua quelle che ci piace definire LE PAROLE DELL’AMORE: premura, responsabilità, rispetto, conoscenza. Esse sono comuni a tutte le forme di amore: filiale, genitoriale, fraterno, erotico. PREMURA è l’interesse “attivo per la vita e la crescita di ciò che amiamo”. Pensiamo come esempio all’amore della madre per il bambino; la madre che “lavora”, si impegna per la sua crescita. E’ un “lavoro”fatto di TENEREZZA, CURA, PROTEZIONE. In questo senso l’amore si fa ascolto per cogliere le prospettive, gli stimoli, le attese dell’altro e rispondervi. RESPONSABILITA’. Fromm scrive: “ Oggi, per responsabilità spesso si intende il dovere, qualche cosa che ci è imposta dal di fuori. Ma responsabilità….è un atto strettamente VOLONTARIO; è la mia risposta al bisogno, espresso o inespresso di un altro essere umano. Essere significa essere pronti e capaci di ”. RISPETTO: ancora le illuminanti parole di Fromm: “ Rispetto non è timore né terrore; esso denota, nel vero senso della parola ( respicere= guardare), la capacità di vedere una persona com’è, di conoscerne la vera individualità. Rispetto significa desiderare che l’altra persona cresca e si sviluppi per quello che è. Il rispetto perciò esclude lo sfruttamento…. Il rispetto esiste solo sulle basi della libertà.” CONOSCENZA: Pur sapendo che l’uomo è un “ abisso insondabile” e quindi la conoscenza su di lui sarà sempre parziale, tuttavia è forte il desiderio di penetrarne il segreto. C’è chi pensa di poter conoscere una persona esercitando su di lei una qualche forma di potere e così controllarla e soggiogarla. Ma la via autenticamente umana di avvicinarci all’Altro per conoscerlo è quella dell’amore. Si tratta di una realtà che supera il pensiero, supera le parole, visto che l’uomo è un enigma mai risolto. Essa tuttavia richiede anche notevole sensibilità psicologica per ascoltare veramente la persona che ci sta di fronte, abbandonando così le illusioni che si hanno su di lei. Se queste sono le parole che accomunano le diverse forme di amore, allora quali sono gli elementi che contraddistinguono l’amore di coppia?
L’amore di coppia è basato sulla DIVERSITA’ FISICA e PSICOLOGICA fra maschile e femminile. Il mito molto antico dell'Androgino, ripreso da Platone nel Convito, racconta che nella notte dei tempi l’uomo e la donna erano uniti in un unico essere, che fu tagliato a metà da Zeus. Da allora la parte maschile continua a cercare di ricongiungersi a quella femminile e viceversa. L’attrazione sessuale rappresenta dunque il bisogno volto a ritrovare l’unità originaria fra polo maschile e polo femminile. Quello che ci affascina particolarmente è il fatto che questo incontro è un momento di FECONDITA’, sia fisica ( pensiamo alla nascita di un nuovo essere umano), sia psicologica, in quanto i due nell’incontrarsi si scoprono diversi da prima, RINASCONO come persone nuove e come nuova realtà di coppia. Un dialogo così profondo, pur nella diversità, è possibile in quanto ognuno di noi porta dentro di sé le componenti dell’altro sesso, anche se le nostre sono prevalenti. Come sostiene Fornari, il codice materno e il codice paterno coesistono dentro ciascuno di noi, ma essi vengono espressi in modo diverso, nel femminile e nel maschile. Il maschile ha come caratteristiche l’iniziativa, l’attività, la disciplina,e lo spirito d’avventura; quello femminile, la recettività, il contenimento, la tenerezza. Ciò non significa però che la donna non possa avere iniziativa e l’uomo non possa essere tenero. Il desiderio sessuale rappresenta dunque un ingrediente essenziale nel rapporto d’amore fra uomo e donna. Esso tuttavia non è un istinto, ma è associato al bisogno di amore, che nei bambini si esprime come pulsione, brama di appropriazione, di possesso; mentre negli adulti dovrebbe diventare pulsione di scambio, basata sulla RECIPROCITA’. Questa è la modalità matura di relazionarsi all’altro/a costruendo un’intimità fatta di dare e di ricevere, di intesa e di tenerezza. Il linguaggio stesso del rapporto sessuale d'amore esprime uno scambio vicendevole di gioia e di piacere che rimanda ad una realtà più profonda, difficile da dire se non con l'esperienza. A differenza dell’amore materno e di quello fraterno, l’amore di coppia è ESCLUSIVO, non perché non si ami nessun altro oltre al partner ( sarebbe un egoismo a due), ma nel senso dell’intimità stabilita con l’incontro sessuale. “ L’ amore erotico esclude l’amore per gli altri solo nel senso di fusione erotica, ma non nel senso di profondo amore fraterno”. Questa indagine sull’amore ha rinnovato in noi la convinzione della centralità del rapporto di coppia come luogo importante di realizzazione personale, che si concretizza poi nella famiglia. Certo è che oggi la famiglia non sembra navigare in buone acque….Essa infatti riflette tutte le tensioni, le difficoltà e tutti i fermenti che stanno trasformando la nostra società.
Ma allora, perchè l’amore va in crisi? ? Abbiamo cercato di individuare alcuni trabocchetti sui quali la coppia può inciampare, consapevoli comunque di non poter esaurire questo complesso problema. La famiglia nucleare è più libera, ma è sola, priva della sicurezza garantita dal contesto più vasto del modello di un tempo. Tutto è concentrato sulla coppia: aspettative, speranze, ma anche grandi responsabilità ( educazione dei figli, ruolo nella società, nel lavoro, etc.) Ci sono poi difficoltà di tipo squisitamente psicologico, spesso riconducibili alla storia personale di ciascuno di noi. Secondo Fromm la causa principale di amore nevrotico è l’ancorarsi all’immagine di uno dei genitori. Troppo spesso la necessità del distacco psicologico è sottovalutata. Il modello delle figure genitoriali a volte è talmente presente da riproporsi nella nuova realtà familiare con le stesse modalità di comportamento. Ancora di più esse emergono nel momento dell’educazione dei figli con la ripresentazione degli schemi culturali e delle stesse norme pedagogiche. Ma, solo chi ha avuto il coraggio e la forza di separarsi progressivamente dagli altri, compresi i propri genitori, per realizzare in pieno se stesso, potrà ritrovare gli altri e se stesso nella cornice di un amore che si fa dono e non di un egocentrismo più o meno mascherato. Una forma di pseudo-amore è quello SENTIMENTALE: esso è vissuto solo con la fantasia, è sganciato, scollegato dalla realtà concreta. Pensiamo a quelle persone, soprattutto donne, che soddisfano il loro desiderio amoroso attraverso soap-opera, films, canzoni d’amore. Anche il meccanismo della PROIEZIONE può rappresentare un ostacolo per l’amore maturo: esso permette di spostare i propri problemi, difetti e debolezze sull’altro, per non riconoscerli come propri. La SESSUALITA’, espressione del codice della corporeità erotica, è un altro aspetto fondamentale da considerare, in quanto può essere fonte di malintesi e difficoltà. Ogni individuo infatti ha origine da una coppia e non da un singolo. Per questo ognuno di noi introietta non solo il modello del padre e della madre, ma anche quello della loro relazione amorosa. Naturalmente aver avuto alle spalle una coppia di genitori felici e quindi un’armoniosa educazione affettivo-sessuale, facilita l’accettazione della propria identità di genere e l’incontro con l’altro sesso. Sarebbe tuttavia già tanto avere a cuore l’intesa sessuale per curarne una positiva evoluzione. Può succedere invece che la sessualità sia esercitata come forma di potere sull’altro (pensiamo agli aspetti sadici e masochistici). In altri casi essa viene accantonata e magari SUBLIMATA in altri modi ( per esempio il concentrarsi esclusivamente sui figli, sul lavoro, sul sociale…). Causa molto frequente di sofferenza è l’INFEDELTA’, non solo in senso fisico. E’ infedeltà per la mancanza di fede, di fiducia e quindi si rischia di essere soffocati dall’assenza della speranza, che toglie aria al futuro. Può esserci infedeltà quando non ci si impegna nella comunicazione e il
silenzio si carica di rancori, insoddisfazioni, sentimenti non espressi. Anche la routine può diventare un rifugio, dove il torpore, la stanchezza prendono il sopravvento e ci impediscono di guardare l’altro con occhi nuovi. Le parole d’amore non più ripetute diventano pian piano incapacità a parlarsi d’amore. C’è poi un’ulteriore infedeltà: quella del vivere rincorrendo un ideale di coppia talmente immaginario da essere inesistente. E’ l’innamorarsi dell’amore, senza cercare di intravederlo nella concretezza dell’altro. La fedeltà, al contrario, ha in sé il dinamismo della progettualità che non si accontenta, guarda avanti, pur con realismo. Anche riconoscendo le difficoltà, i condizionamenti, i rischi, la nostra libertà e quella dell’altro possono muoversi insieme nello spazio dei desideri e dei progetti condivisi. L’amore di coppia dunque non soffoca la libertà dei due, ma la pone a garanzia proprio della solidità del rapporto, che non può essere un legame che costringe, ma un’unione voluta liberamente e liberamente scelta, giorno per giorno. Avviandoci al termine del nostro intervento, non vi lasceremo con delle considerazioni conclusive: argomenti come questo mal sopportano la parola “FINE”, legati come sono al mistero profondo della vita. Del resto, ci sembra che l’amore vada raccontato più che spiegato… e la letteratura di tutti i tempi ci conferma in questa convinzione. Per questo vale la pena di leggere insieme una piccola storia dello scrittore indiano Tagore. LA PIPA E IL PETTINE Era un matrimonio povero. Lei filava alla porta della sua baracca, pensando a suo marito. Tutti quelli che passavano rimanevano attratti dalla bellezza dei suoi capelli, neri, lunghi, luccicanti. Lui andava ogni giorno al mercato a vendere un po' di frutta e si sedeva sotto l'ombra di un albero per aspettare i clienti. Stringeva tra i denti una pipa vuota, non aveva soldi per comperare un pizzico di tabacco. Si avvicinava il giorno del loro anniversario di matrimonio e lei non smetteva di chiedersi che cosa avrebbe potuto regalare al marito. E con quali soldi? Le venne un'idea. Mentre la pensava, ebbe un brivido, però dopo aver deciso, si riempì di gioia: avrebbe venduto i suoi capelli per comperare il tabacco a suo marito. Già immaginava il suo uomo nella piazza, seduto davanti alla frutta, dando lunghe boccate alla sua pipa: aromi di incenso avrebbero dato, al padrone della piccola bancarella, la solennità e il prestigio di un vero commerciante. Vendendo i suoi capelli ottenne solo alcune monete, però scelse con attenzione il tabacco più pregiato. Alla sera ritornò il marito, arrivò cantando. Portava nelle sue mani un piccolo pacchetto, c'erano alcuni pettini per la sposa, li aveva acquistati dopo aver venduto la sua pipa.
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