LA CHIESA DELLA MADONNA DEL TRUGLIO

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LA CHIESA DELLA MADONNA DEL TRUGLIO
ASSOCIAZIONE CULTURALE LE NOVE MUSE ONLUS via della Molella, 123 - 00036 Palestrina, Roma
                      AC/CF/ONLUS N. 63431 – C. F. 93013810580

                                                                                                         .

                     LA PICCOLA CAPPELLA INDICATA CON LA LETTERA C SULLA RAPPRESENTAZIONE DI PALESTRINA
                                 DI AGAPITO BERNARDINI DEL 1688, SUL RETRO DI PALAZZO COLONNA BARBERINI
                                                                    (BERNARDINI A., PRAENESTE URBII LATII)

                                            LA CHIESA DELLA
                                       MADONNA DEL TRUGLIO
                                                        Il recupero dell’edificio
                  e del suo ciclo di pitture ad affresco di età tardo medievale

                                                                                     PALESTRINA
                                                                         RIONE DEGLI SCACCIATI
LA CHIESA DELLA MADONNA DEL TRUGLIO
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LA STORIA

     La chiesa, grande e solenne, unita al Palazzo, suntuosa e
     nobilissima è edificata alla maniera di Santa Maria della
     Rotonda di Roma.

Questa è la descrizione che, nel 1304, il Principe Stefano Colonna fece della chiesa della
Madonna del Truglio.
La famiglia Colonna prese possesso del feudo di Palestrina alla fine dell’XI secolo ed iniziò ad
edificare il palazzo baronale all’interno delle architetture del Tempio della Fortuna Primigenia,
sfruttandone le preesistenze ed inglobando gran parte della struttura antica.
La chiesa, cappella privata del palazzo, venne edificata sfruttando la tholos del tempio, posta
nell’area sommitale della struttura antica, quasi a chiusura della quinta scenografica del grande
prospetto architettonico antico. Con una prassi consolidata, la zona più sacra del tempio
pagano venne riconvertita in chiesa cristiana e dedicata alla Beata Vergine Maria.
Interessante notare come, nella descrizione della chiesa, il parallelismo con Roma sia forte e
stringente. Gli stessi principi assimilano la chiesa prenestina alla grande fabbrica di Santa
Maria della Rotonda, consacrata alla fine del VII secolo all’interno del Pantheon, che per
questo conserva, con pochissimi rimaneggiamenti, la struttura architettonica antica.
Anche il toponimo che la chiesa prenestina ha conservato intatto fino ad oggi, evoca la sua
originaria forma circolare, Madonna del Truglio, o del Trullo.
Le sorti della famiglia Colonna incisero pesantemente anche la storia della città di Palestrina,
che spesso dovette subire attacchi e veri e propri assedi. Il 1298 segnò, presumibilmente, anche
un primo e sostanziale danno alla chiesa della Madonna del Truglio, che venne
profondamente danneggiata, con tutto il palazzo baronale, dalle truppe papaline di Bonifacio
VIII Caetani in guerra contro i Colonna.
Quando nel 1306 papa Clemente V reintegrò i Colonna di tutti i possedimenti e permise loro di
ricostruire la città di Palestrina e il Monte, l’attuale Castel San Pietro, Stefano Colonna iniziò
immediatamente i lavori di ricostruzione risollevando così le sorti dell’intera famiglia, che
tornò a dominare la scena politica romana.
Passarono poco più di 100 anni e la città venne nuovamente distrutta dalle truppe papaline di
Eugenio IV, capitanate da Giovanni Vitelleschi, che per quanto si distinse in battaglia gli fu
riconosciuto il titolo di cardinale.
Era il 18 agosto del 1436 quando Palestrina venne attaccata e distrutta per la seconda volta.
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In questo caso però non conosciamo la reale entità dei danni che toccarono la chiesa del
Truglio e il Palazzo Baronale. Sappiamo che Stefano Colonna nel 1446 iniziò un lento
processo di ricostruzione della città, portato a compimento dal figlio Francesco alla fine del
1400.
La chiesa della Madonna del Truglio venne affiancata da una porta difensiva della città, a
guardia del nascente quartiere degli Scacciati, immediatamente prospiciente il palazzo. Il
principe infatti dotò il quartiere di una cinta difensiva e di tre porte, una appunto in prossimità
della chiesa della Madonna del Truglio. Ancora fin tutto il Settecento gli storiografi riportano
l’esistenza di una porta di accesso alla città nei pressi della chiesa della Madonna del Truglio,
anche se questo accesso venne sostanzialmente utilizzato per pochissimi anni, visto il costante
aumento demografico e la necessità di spazi maggiori. Il limiti del quartiere infatti, già sul
finire del 1400, si erano dilatati fin verso la chiesa di San Cesareo, posta sul tratto orientale
della cinta di fortificazioni antica in opera poligonale, un centinaio di metri più ad est rispetto
alla Madonna del Truglio.
La chiesa quindi perse quasi subito la sua funzione di baluardo difensivo, mantenendo pur
sempre la sua funzione di cappella palatina della famiglia Colonna. Ma con lo sviluppo
demografico che Palestrina ebbe nel 1500, la zona alta della città perse il suo carattere
centralistico, in favore della zona della Cattedrale e del quartiere del Borgo.
Per questo i Colonna iniziarono l’edificazione, all’interno della Cattedrale di Sant’Agapito
Martire, della Cappella di San Lorenzo, cappella gentilizia della famiglia. Ciò andò a discapito
della chiesa della Madonna del Truglio, che iniziò così a perdere il suo ruolo primario,
avviandosi verso un lento declino.
Anche la sua forma venne notevolmente ridotta, forse proprio con la trasformazione di una
parte dell’edificio in porta urbica, fino a diventare una piccola edicola, pur sempre mantenuta
dai Colonna, che la dotarono di numerosi benefici.
La vendita del feudo ai Principi Barberini, la costruzione della chiesa di Santa Rosalia che
divenne cappella palatina del palazzo, risultarono per la chiesa della Madonna del Truglio
l’inizio definitivo di un inesorabile abbandono.
Nonostante ciò essa conservò, fin a tutta la prima metà del 1900, il suo valore di chiesa,
mantenuta sempre dalla famiglia Barberini, legata oramai però alla chiesa di Santa Rosalia per
quanto concerneva l’assolvimento dei legati di messa e dei benefici. Alla metà del 1800 era già
passata sotto il controllo territoriale della chiesa della Santissima Annunziata.
Fino a prima del secondo conflitto mondiale, si continuò a svolgere, durante il mese di
maggio, una processione per le vie del quartiere degli Scacciati con la statua della Beata
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Vergine Maria, che veniva fatta inchinare di fronte all’affresco della Vergine presente
all’interno della chiesa, così come, durante la processione che si svolgeva per la festa di Santa
Rosalia, una tappa del percorso era proprio l’adorazione della Vergine all’interno della chiesa
della Madonna del Truglio.

LO STATO ATTUALE

                              Ad oggi ciò che resta della chiesa della Madonna del Truglio si
                              trova in via dei Merli, alle spalle di Palazzo Colonna Barberini
                              (sulla mappa catastale, f.17, la particella n. 1074, proprio dietro il
                              palazzo).
                              Esternamente l’edificio non è immediatamente riconoscibile: dal
                              dopoguerra ha infatti subito una trasformazione in cantina
                              privata.
                              Internamente però, sul fondo dell’ambiente, sotto un leggero
                              strato di calce, si celano almeno due dipinti ad affresco.
                              Al centro di una grande nicchia sembra apparire il corpo formoso
di una figura femminile, che rappresenta probabilmente la Vergine in trono, da identificare
come l’icona della cappella, come ricordato anche in alcuni documenti seicenteschi.
Altre figure si rintracciano sempre sotto lo strato di calce ai lati della figura ed in una seconda
piccola nicchia posta lì a fianco, le quali sembrano ricondurre alla decorazione pittorica dello
spazio sacro.
Allo stato attuale delle ricerche non è ancora possibile determinare con esattezza orientamento
e sviluppo della chiesa medievale, né della sua ricostruzione avvenuta alla metà del XV secolo.
È possibile però identificare, inglobato nelle abitazioni limitrofe, immediatamente prospicienti
la cantina che custodisce le pitture, forse ciò che resta dell’originaria aula di culto, proprio nei
pressi delle strutture della vecchia porta urbica, appartenenti al circuito difensivo di XIV-XV
secolo.
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IL PROGETTO DI RECUPERO
                                                                       Il piccolo edificio con le
                                                                       sue pitture databili almeno
                                                                       approssimativamente e in
                                                                       via del tutto preliminare al
                                                                       tardo medioevo è già da
                                                                       mesi in vendita con la
                                                                       destinazione     d’uso    di
                                                                       cantina, come risulta anche
                                                                       dall’accatastamento.      La
                                                                       sua alienazione potrebbe
                                                                       causare un ulteriore se non
                                                                       definitiva perdita delle sue
preziosissime decorazioni.
Ciò che faticosamente ha resistito per quasi mille anni, senza un intervento che ne abbia
modificato radicalmente la destinazione d’uso, è chiaramente a rischio.
La chiesa, che di per sé può suscitare poca ammirazione, va assolutamente tutelata per il suo
alto valore storico e artistico.
Nel territorio prenestino infatti e nel centro urbano cittadino sono rarissime le testimonianze
artistiche del glorioso passato medievale della città, purtroppo rimaste spesso offuscate dalle
ingenti trasformazioni occorse sul finire del XIX secolo e a causa delle gravi distruzioni che
sono cadute sulla città proprio nei secoli XIII-XV fino ai danneggiamenti della seconda guerra
mondiale.

Il progetto prevede dei passaggi obbligati e delle tappe al fine di fissare il più possibile a lungo
nel tempo questo intervento.

1. Acquisto dell’immobile in vendita.
   Ad oggi la cantina contenente ciò che resta del ciclo pittorico medievale del’antica chiesa
   della Madonna del Truglio è in vendita.
2. Richiesta di apposizione di una tutela (vincolo) diretta del bene da parte della
   Soprintendenza ai Beni Architettonici e della Soprintendenza ai Beni Storico Artistici del
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   Lazio, al fine di dichiarare l’interesse storico artistico dell’edificio e per tutelare questa nel
   futuro da ulteriori cambi d’uso.
3. Pronto intervento di somma urgenza per la definizione dello stato dei dipinti murali.
4. Analisi diagnostiche al fine di individuare, o escludere, la presenza di ulteriori dipinti al di
   sotto del resto della superficie.
5. Indagini conoscitive sull’edificio e sulle emergenze architettoniche prospicienti, al fine di
   ridisegnare, quanto più possibile, la storia architettonica dell’edificio nel tempo e la sua
   evoluzione nel tempo.
6. Stipula di accordi con le università e gli istituti di ricerca per accrescere il valore
   dell’esperienza attraverso delle collaborazioni didattiche per la ricerca ed il restauro.
7. Restauro delle superfici interne ed esterne.
8. Musealizzazione dell’edificio e dell’area circostante.
9. Realizzazione di tour virtuale 3D che racconti le trasformazioni occorse all’edificio nei
   secoli.
10.Apertura al pubblico e inserimento del sito nel percorso di visita alla cappella di Santa
   Rosalia, per proporre così una visita integrata e più ampia della storia della città durante i
   principati Colonna e Barberini in rapporto e attraverso le loro cappelle palatine.

LA RICERCA DEI FONDI

La programmazione di un intervento di
recupero dell’edificio e del ciclo di pitture passa
attraverso i passaggi appena enumerati e si
rende necessario per evitare la distruzione di
questo monumento, che sembra destinato a
subire questa sorte.
La situazione quindi richiede un pronto
intervento iniziale.
Per dare avvio al progetto è necessario
l’acquisto dell’immobile. Attualmente è in
vendita alla cifra di € 7.000,00, l’atto notarile
ammonta a € 1.500,00. È in corso una trattativa
con il proprietario dell’immobile per far
scendere il prezzo di acquisto intorno ai €
7

5.000,00. Per una partenza del progetto quindi occorre in questa fase raccogliere contributi pari
ad € 8.000,00. L’acquisto è condizione indispensabile per poi avere la possibilità di accedere ad
altre forme di finanziamento.
L’Associazione culturale onlus Le Nove Muse è pronta ad affrontare questa emergenza. Il
piano di salvataggio prevede quindi l’acquisto dell’immobile da parte dell’Associazione, il
seguente recupero e restauro, la sua definitiva apertura al pubblico. L’Associazione Le Nove
Muse onlus è alla ricerca di un contributo da parte di tutti coloro che vorranno aiutarla a
raggiungere questo traguardo, per la tutela del patrimonio monumentale e artistico della città
di Palestrina, per il recupero di un altro tassello della nostra città medievale.
Il contributo può essere erogato a favore dell’Associazione sia da persone fisiche che
giuridiche, da enti, imprese, istituzioni locali e nazionali.
Il contributo costituisce a tutti gli effetti di legge erogazione liberale in favore della tutela e
della conservazione del patrimonio culturale italiano e pertanto è completamente per l’intero
importo erogato detraibile dalla dichiarazione dei redditi.

Dott.ssa Roberta Iacono
Presidente Associazione culturale onlus Le Nove Muse
Tel. 3804951914/0631054212 – progettomadonnadeltruglio@gmail.com
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L’erogazione favore dell’Associazione per sostenere il progetto di recupero della chiesa
della Madonna del Truglio può essere effettuata attraverso il conto corrente bancario
intestato a:

Associazione culturale onlus Le Nove Muse
Coordinate bancarie:
Banca di Credito Cooperativo di Palestrina
IBAN: IT64W0871639320000001080027
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L’ASSOCIAZIONE CULTURALE ONLUS LE NOVE MUSE
Chi siamo
L’Associazione è stata fondata il 3 luglio del 2006. A partire dal 2007 ha avviato la sua attività
volta principalmente alla promozione del patrimonio culturale del territorio prenestino, sia
archeologico che storico-monumentale, attraverso visite guidate, approfondimenti tematici,
convegni e conferenze, rivolte soprattutto al mondo della scuola.
A partire dal 2009 è stato intrapreso un laboratorio didattico di scavo archeologico simulato
che ha riscosso grande successo e che si è svolto durante tutto l’arco del 2010. Nel Febbraio del
2010 ha partecipato all’organizzazione, presso il Complesso Monumentale Villa Imperiale di
Palestrina, dell’esposizione dal titolo La trasformazione del territorio: da residenza imperiale a luogo
di culto cristiano. Dalla villa di Adriano alla chiesa di Santa Maria in villa, tenutasi in occasione della
manifestazione indetta dal Comitato Scientifico del Sistema Museale MuseumGrandTour
dell’XI Comunità Montana dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini.
Nell’Agosto 2010 ha intrapreso il recupero dell’area archeologica della Basilica di
Sant’Agapito Martire in località Quadrelle, in collaborazione con il Comitato Pro
Sant’Agapito, curando il nuovo allestimento e la nuova fruizione del sito attraverso una serie
di installazioni permanenti di approfondimento.
Nel Settembre del 2010 ha curato, sempre nell’ambito delle iniziative congiunte con il
Comitato Pro Sant’Agapito, la Diocesi di Palestrina e la Cattedrale di Sant’Agapito, la mostra
Agapito di Praeneste. La storia del Santo raccontata attraverso le testimonianze archeologiche, letterarie,
artistiche e architettoniche, svoltasi dal 23 Settembre al 23 Ottobre nella Cappella del Santissimo
Sacramento della Basilica Cattedrale di Sant’Agapito Martire di Palestrina.
Nell’aprile del 2013 ha organizzato, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma
Tor Vergata e la Diocesi Suburbicaria Prenestina, la mostra dal titolo Imago Ecclesiae.
Conoscenza e recupero dei luoghi di culto prenestini.
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