La Cattedrale nel deserto - È stata la generosa donazio
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26_ Rivista di Lugano 20_ 21 maggio 2021 #SAN CARLO A BARBENGO | di Luca Brunoni, presidente del Consiglio parrocchiale | La Cattedrale nel deserto e di emigrazione Storie di fede Percorrendo la via Cantonale da e verso Figino, l’attenzione è richiamata dalle impalcature che ricoprono la facciata di un monu- mento singolare che vale la pena È stata la generosa donazio- ne di un fedele in memoria della cara moglie ad aver permesso di dare avvio, nel 2018, alla prima tappa di restauro sotto la direzione dell’Ufficio dei beni culturali e con il sostegno del Un evento significativo che, con la be- nedizione del parroco don Gerald Ani, ha rinnovato lo slancio in questo per- corso di recupero di un bene unico nel suo genere in Ticino. La costruzione della cuspide, di cui è in corso la posa manuale della copertura in piombo, Comune di Lugano e della Confedera- ha però fatto lievitare i costi di 81mila conoscere e apprezzare: la chiesa zione. Obiettivo è la rivalorizzazione franchi, per i quali la Parrocchia di di San Carlo a Cernesio. Costruita della facciata con le sue particolari Barbengo fa ancora appello all’aiuto nel 1895, nell’espressione popola- edicole e la realizzazione di un drenag- dei fedeli. gio attorno al perimetro della chiesa. Nel contempo è iniziato il restauro del- re è denominata «Cattedrale nel Anche la sistemazione del campanile la facciata. Le parti cementizie che non deserto» per la sua isolata mae- era inserita in questo primo interven- possono essere recuperate sono state to, ma nel corso dell’estate scorsa ci si rimosse e sgomberate. In seguito si è stosità e la storia dell’uomo che è resi conto che le infiltrazioni ne ren- proceduto con il lavaggio, eliminando l’ha voluta, Carlo Martinetti. Ori- devano impossibile qualsiasi recupero. muffe e depositi di polveri. Sono poi Ci si è quindi trovati di fronte all’emo- iniziati dalla cima del campanile lavori ginario di Barbengo ed emigrato zionante percorso di ricostruzione di pulizia più accurata di elementi de- in Algeria, si impegnò a erigere fedele dell’intera carpenteria, che corativi come le tavelle di cotto nel sot- sotto la guida dell’architetto Armando togronda. Parti mancanti delle tavelle un tempio in onore di San Carlo Dorici ha portato in febbraio alla posa saranno ricostruite con apposite malte qualora avesse fatto fortuna. della nuova cuspide. e tinteggiate con il colore originale.
|#SAN CARLO A BARBENGO | Rivista di Lugano 20_ 21 maggio 2021 _27 Stile e origini africane Oltre alla sua sproporzione originaria nel contesto periferico in cui sorge, la chiesa richiama un legame profondo con la dinamica di colo- nizzazione e di rievangelizzazione dell’Algeria. Passate sotto la dominazione araba Tra San nel corso della prima espansione Carlo a islamica del VII secolo, queste terre Cernesio divennero colonie francesi tra il (nella foto 1830 e il 1848. Da subito il governo a lato) francese favorì anche l’immigrazio- e Santa ne svizzera, di cui ci lascia traccia Maria una cronaca cittadina (il documen- Maddalena to è custodito presso l’archivio della a Zeralda parrocchia di Barbengo) che parla in Algeria di un giovane Carlo Martinetti (fu (sotto) le Giuseppe) di Cernesio che vive la affinità sua decisione di partire nell’affi- sono damento di sé stesso a San Carlo evidenti. Borromeo. «L’annata [1830] era stata assai triste: la terra, come spesso, si era fatta avara di beni; l’emigrazione Mausoleo artistica in uso da tempi immemora- prossima tappa? bili nella ragione, era ormai bloccata dai tempi calamitosi e dalle barriere Durante i lavori sulle otto doganali che sempre più si eleva- edicole esistenti si è notata vano tra gli stati d’Europa. Ormai una difficoltà nell’asciuga- non c’era altro modo per vivere tura delle superfici. Questo alla maniera operosa degli avi che difetto è particolarmente tentare l’emigrazione oltremare. diffuso in quanto parti delle Giungevano fino a noi, in quell’epo- murature sono eseguite in ca, allettanti richiami dall’Africa mi- tufo. Presumibilmente il steriosa e lontana. La Francia aveva difetto è da ricondurre alla da poco conquistato l’Algeria e nuovi presenza di uno spezzone di orizzonti di geniale operosità si apri- ferro sulla punta delle edi- vano a questi nostri figli di costrutto- cole, che dilatandosi ha cre- ri. Tra il folto gruppo degli emigranti ato le prime rotture. Sono in si notava un giovanetto sedicenne, corso i lavori di fissaggio e Carlo Martinetti fu Giuseppe dell’an- chiusura eseguiti con inie- tico casato di Barbengo; costui se zioni e malte apposite. ne stava immerso nella preghiera Artigiani e restauratori e, in un impeto di fede, fece voto a proseguiranno per giunge- San Carlo suo patrono di elevare un re in autunno alla sperata tempio in di Lui onore, proprio nella I busti inaugurazione di questa terra di Cernesio, qualora in Africa di Carlo prima tappa. Esiste tuttavia avesse conseguita quella fortuna che Martinetti un progetto globale di andava sognando». e della restauro che, come seconda Nel frattempo, in effetti, riesce con moglie tappa, prevede il recupero successo nell’ambito della costru- Francesca del mausoleo della fami- zione civile, tanto che nel 1842 spo- Maselli. glia Martinetti (-Maselli sa Francesca Maselli di Casoro e con -Casella). lei si stabilisce in Algeria per altri Questo solenne e decorato quarant’anni di attività oltremare. edificio in porfido e granito Nello stesso periodo opera nel Paese situato sul retro della africano anche il fratello della mo- chiesa rappresenta una glie, l’architetto Costantino Maselli. singolarità nel nostro ter- Sarà nell’interazione tra queste due ritorio che ora si trova in personalità che il progetto di San condizioni d’intervento più Carlo prenderà corpo. che necessarie. Su questo «Passarono gli anni: alcuni fecero l’interesse di ogni intendi- ritorno stanchi e delusi dall’Africa; tore non dovrebbe mancare, altri soccombero laggiù divorati anche nella campagna di dalle febbri e dalla nostalgia, altri sostegno alla Parrocchia, ancora più temprati vi fecero fortu- proprietaria dello stesso, na. Tra essi il nostro Martinetti. Fu che con le proprie forze non così che, rimpatriato definitivamen- sarebbe in grado di finan- te, decise nel 1891 di concretizzare il ziare. suo ex voto».
| #SAN CARLO A BARBENGO | Rivista di Lugano 20_ 21 maggio 2021 _29 Sorprendente affinità Due dipinti L’aspetto realizzativo è quindi di scuola Ciseri affidato a Costantino Maselli il quale, dopo una formazione tecnica Un’ulteriore preziosità caratterizza la piemontese, sviluppa la sua po- visita e lo slancio spirituale con il quale tenzialità artistica proprio nello ci si trova confrontati al suo interno: due slancio evangelizzatore nei nuovi grandi tele del pittore Giacomo Martinetti insediamenti algerini. Traccia certa (Firenze 1842-1910) dedicate a San Carlo di un suo suggestivo intervento in e a Santa Francesca Romana. I Santi pa- Algeria – all’interno della vasta di- troni rispettivamente di Carlo Martinetti namica guidata da mons. Lavigerie, e della moglie Francesca Maselli, della arcivescovo d’Algeri – è la chiesa di quale il pittore era nipote (figlio della Santa Maria Maddalena a Zeralda, sorella Maddalena, sposata anch’essa con consacrata il 6 aprile del 1874. La sua un altro Carlo Martinetti ed emigrati a affinità con la chiesa di Barbengo è Firenze). sorprendente. La facciata sormonta- È in effetti in Toscana che la famiglia del ta dal campanile centrale è riferita pittore si installa e si radica, permettendo a un modello francese più volte ai figli di studiare. Giacomo Martinetti si applicato in Algeria e altrove. forma alla prestigiosa scuola di Antonio Rientrati entrambi agli inizi degli Ciseri, del quale diventa allievo predilet- anni ottanta, ecco che nel 1891, to. In questo contesto nel 1871 nasce il dopo un’esitazione iniziale da parte dipinto di San Carlo Borromeo che risulta dell’architetto per la presenza di essere presente all’Esposizione universa- una chiesa parrocchiale a Barbengo le di Vienna del 1873, sempre grazie alla e altri oratori, la volontà di realiz- sollecitudine del Ciseri. Questo dipinto zazione del voto espresso da Carlo precede quindi la costruzione della chiesa Martinetti prevale e viene quindi e Carlo Martinetti lo acquisterà dal nipote progettata la costruzione di una per l’erigendo edificio a Barbengo. nuova chiesa in cui regolarità, lumi- Il dipinto di Santa Francesca Romana del nosità e stabilità raggiungono livelli 1896, di cui Martinetti già aveva realizzato davvero notevoli (1). una versione precedente a Civezza, mette La pianta si sviluppa su croce latina in campo l’aspetto caritatevole della e misura 39 metri per 24 di lar- Santa romana, atteggiamento con cui ghezza, divisa in tre navate a loro anche Francesca Maselli viene descritta volta composte da quattro grandi fin nell’epitaffio. quadrati centrali e sedici laterali. Canonizzati a pochi anni di distanza (1608 La facciata è la parte dove mag- Santa Francesca e 1610 San Carlo), essi giormente si concretizza lo stile di risultano in più di un’occasione insieme, Maselli, in questo slancio verso l’alto come protettori dalle epidemie (2). che trascina lo sguardo e l’animo. Si Ci azzardiamo a dire che i rischi di ma- tratta in effetti di far parlare anche lattia sicuramente vissuti in Algeria e la le pietre delle realtà di fede che si corrispondenza dei nomi di battesimo vuol trasmettere. degli sposi Martinetti, abbiano contribui- La chiesa, terminata nel 1895, risul- to a rinsaldare il legame tra i committenti terà arricchita dall’altare principale e questi Santi, per i cui dipinti si è persino in marmo di Carrara e dal pulpito costruita una… cattedrale! ligneo di particolare rifinitura, così Entrambe le opere saranno esposte in come dal prezioso organo Mascioni, autunno alla Pinacoteca Züst di Rancate che fino alla prima metà del secolo Le due tele raffiguranti San Carlo e San- nell’ambito del bicentenario della nascita scorso suonava ancora solennemen- ta Francesca invocano la loro protezio- di Antonio Ciseri. Su Giacomo Martinetti te e ora necessiterebbe un ripristino. ne dalle epidemie. sarà pubblicato uno studio specifico. NOTE 1) La testimonianza diretta dell’architetto Costan- tino Maselli contestualizza bene la volontà dei due coniugi in questa operazione: «Insistendo affinché desistesse dal suo progetto, egli re- plicava che fin da quando, nell’età giovanile, si vide obbligato a emigrare in Algeria per cercarvi lavori ed imprese, che gli avessero procurato uno stato finanziario buono, s’aveva prefisso nel cuore e nella mente di edificare un tempio in onore di S. Carlo, ed ora in riconoscenza dei beni ricevuti, era giunto il momento di mettere in attuazione il suo proponimento – Proponi- mento che gelosamente tenne nascosto, e solo aveva palesato a sua moglie Francesca Maselli, che pienamente lo condivideva e ne desiderava l’adempimento al più presto». (Costantino Maselli, «Chiesa di S. Carlo», in Società degli ingegneri e architetti nel Cantone Ticino, 2° Annuario 1897-98, Locarno, Tip. Arti- stica di V. Danzi e C., pp. 20-24). 2) Per esempio a Roma. Sant’Andrea delle Fratte: Francesco Cozza - San Carlo Borromeo e Santa Francesca Romana intercedono per la cessazio- Registro dei matrimoni con l’unione nel 1842 di Carlo Martinetti e Francesca Maselli. ne della peste - dipinto (1656)
CONSIGLIO PARROCCHIALE BARBENGO Casa Foglia - Via Cadepiano 28a – 6926 Montagnola www.parrocchiagranciabarbengo.ch – CCP 69-6110-1 parrocchiabarbengo@bluewin.ch – 091 995 10 08 Sant’Ambrogio San Carlo San Francesco Sant’Antonio Per seguire gli aggiornamenti dei lavori consigliamo di iscriversi alla Newsletter sul sito: www.parrocchiagranciabarbengo.ch San Carlo… Un progetto che continua nel tempo! 1895 ®®®®®®®®®®®®® 2021 Bollettino da utilizzare per versamenti on-line: )/) ) ) )/) )/) ) 4 CCB C A B 4 CCB C A B C A B C A B ) ) )/) ) 90 4 67 0 0 6 06 1 )/) ) () ) () ) ) )
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