L'UMBRIA IN CENNI Territorio

Pagina creata da Valeria Marchi
 
CONTINUA A LEGGERE
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
L’UMBRIA IN… CENNI
      Territorio

                  29.3

     70.7

Montagna    Collina      Pianura
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
Incastonata nel centro della nostra penisola, l’Umbria è chiamata la
“regione verde” d’Italia perché, tale colore, è quello prevalente del
  suo paesaggio caratterizzato da tondeggianti colline ricoperte da
                      boschi o campi coltivati.
 L’Umbria confina a nord/nord-ovest con la Toscana, a nord/nord-
              est con le Marche e a sud con il Lazio.

                 Caratteristiche fisiche
 Situato al centro d’Italia senza sbocchi sul mare, il territorio della
    regione si presenta prevalentemente montuoso e collinare.
Ad est si innalzano i rilievi dell’Appennino Umbro-Marchigiano che,
                  verso ovest, digradano in colline.
  I monti più importanti della zona sono il Pennino e il Subasio
mentre, a sud-est, si ergono i Monti Sibillini anch’essi condivisi con
                            le Marche.
Il territorio umbro è ricco di aree boschive intervallate da valli che
                                        ospitano numerosi fiumi; tra
                                              questi è necessario
                                          annoverare il Tevere, che
                                        l’attraversa da nord a sud, il
                                               Nera e il Velino:
                                          quest’ultimo, gettandosi
                                        nelle acque del Nera, forma
                                           la celebre Cascata delle
                                        Marmore che, con i suoi 165
                                          metri, è tra le cascate più
                                                alte in Europa.
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
In Umbria, infine, si
 trova anche il lago
      più esteso
  dell’Italia centro-
   meridionale: il
     Trasimeno.
  Il clima è di tipo
 continentale, con
   inverni rigidi e
  piovosi ed estati
  piuttosto calde.

                            Risorse
Pur trattandosi di una piccola regione, l’economia dell’Umbria può
essere suddivisa abbastanza equamente nei tre settori economici
benché l’agricoltura sia un’attività che porta numerosi introiti alla
                              regione.
    Essa è legata soprattutto al mercato interno: gran parte dei
    residenti sono impiegati in aziende locali di piccole e medie
                            dimensioni.

                        Settore Primario
 L’agricoltura, ampiamente sviluppata, è praticata principalmente
                                   nelle conche e sulle colline.
                                 Si coltivano principalmente la vite,
                                 l’ulivo, il grano e molte tipologie di
                                 cereali benché siano diffuse anche
                                  le coltivazioni di girasoli e tabacco
                                    destinato, quest’ultimo, all’uso
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
industriale. Tipiche, infine, sono anche le produzioni di zafferano e
  tartufo sebbene questo fungo non sia una pianta propriamente
                               coltivabile.
   Importante è anche l’allevamento suino, da cui si ricavano gli
     insaccati, alla base della tradizionale gastronomia locale.

                      Settore Secondario
    L’industria gode di un discreto sviluppo: oltre agli impianti
   siderurgici e ad alcune centrali idroelettriche, il settore più
avanzato è quello alimentare, soprattutto per la produzione di olio
                        d’oliva e cioccolato.
    A trainare
 questo settore,
  però, sono le
piccole e medie
     imprese
specializzate nel
settore tessile e
nella produzione
artigianale che si
    declina in
numerosi laboratori specializzati dove si lavorano principalmente la
                    ceramica e il ferro battuto.

                       Il settore terziario
       A causa dell’assenza di località marittime il turismo,
particolarmente fiorente, si caratterizza per la valorizzazione delle
         bellezze paesaggistiche e artistiche della regione.
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
A questo si affianca, inoltre, il turismo religioso che trova pieno
                                                          compimento
                                                          nella città di
                                                          Assisi, luogo
                                                          natale di San
                                                           Francesco,
                                                          meta ambita
                                                          dai pellegrini
                                                             cattolici
                                                           provenienti
                                                            da tutto il
                                                             mondo.
 In questa regione, infine, si svolgono numerose manifestazioni di
fama internazionale, tra cui la celebre rassegna musicale “Umbria
                                 Jazz”.
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
MAPPA DEI LUOGHI MISTERIOSI
         DELL’… UMBRIA!
      Località che custodiscono storie segrete, antiche leggende e misteri.

                           Il sottosuolo di Orvieto
Incaricato nel IV secolo da Papa Celestino I di evangelizzare la pagana
Irlanda, il vescovo Patrizio meditava a lungo sul suo arduo compito.
Secondo la leggenda egli spesso si raccoglieva in preghiera nei pressi di un
grande lago e forse una notte Cristo gli venne in sogno per suggerirgli un
modo con cui convincere i dubbiosi. Al centro del lago c'era, infatti, un
isolotto dove sorgeva un'enorme caverna: conducendo gli scettici al suo
interno, Patrizio avrebbe potuto mostrare loro le autentiche porte del
Purgatorio, promettendo che chi avesse avuto il coraggio di raggiungere il
fondo avrebbe ottenuto, in cambio, la remissione dei peccati e alla fine dei
suoi giorni sarebbe stato accolto in Paradiso.
L'idea funzionò e per i successivi mille anni la caverna, nota come Pozzo di
San Patrizio, divenne meta di pellegrinaggi.
Papa Alessandro VI Borgia, però, ordinò con una bolla che l'antro venisse
                                                        chiuso nel 1497.
                                                             Trent’anni dopo,
                                                             nel 1527, un suo
                                                             successore,
                                                             Clemente VII, si
                                                             ritirò con la sua
                                                             corte a Orvieto in
                                                             cerca di rifugio. È
                                                             probabile allora
                                                             che ripensò al
Pozzo di San Patrizio.
Orvieto sorge infatti su una rupe di tufo, una fortezza naturale
inespugnabile. Ha solo un problema: là in cima l'acqua è pressoché assente
e, in caso di assedio, non si può scendere a valle per riempire gli otri con
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
l'acqua necessaria al sostentamento della popolazione. Occorreva dunque
trovare il modo per rendersi indipendenti.
Clemente chiamò Antonio da Sangallo, un giovane architetto incaricato
della costruzione della nuova Basilica di San Pietro, e a lui affidò il compito
di creare un pozzo che giungesse nelle viscere della rocca raggiungendo la
falda acquifera senza mai scendere a valle.
Il risultato fu una straordinaria opera di ingegneria. In origine il pozzo si
chiamava Pozzo della Rocca ma prenderà il nome di Pozzo di San Patrizio
forse nel XVIII secolo quando sembra che, a imitazione di quello irlandese,
anche questo pozzo diventerà luogo di espiazione dei peccati.
Lo scavo del pozzo si rivelò un'impresa meno ardua del previsto perché,
grazie alla natura del materiale di cui è costituita la rocca (tufo e pozzolana),
fu possibile beneficiare della friabilità del materiale.
Un’antica
leggenda
narra che
Orvieto,
infatti, sia
tutta vuota
nel
sottosuolo.
A sorpresa
questi
racconti si
dimostrano
veri quando,
alla fine degli anni settanta del secolo scorso, una frana rivelò misteriose
aperture. Gli speleologi iniziarono così a perlustrare questi spazi aperti e
fecero una scoperta emozionante: la rupe orvietana è in effetti attraversata
da cunicoli, gallerie, pozzi e cavità di ogni tipo. Alla fine si conteranno oltre
1200 grotte!
I più antichi ipogei scavati dall'uomo risalgono al IX secolo a.C. e, anche
allora, la motivazione era sempre la stessa: la ricerca dell'acqua.
Gli Etruschi vi realizzarono poi grandi cisterne, come il Pozzo della Cava oggi
visitabile, per conservare l'acqua piovana, oltre a un'intricata rete di cunicoli
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
per convogliarla dove necessario. Fu grazie a queste risorse che, quando
Roma mandò le sue truppe per conquistarla, nel 262 a.C., gli abitanti
riuscirono a resistere per più di due anni all'assedio.
Oggi, oltre ai pozzi, è possibile esplorare una parte di questa affascinante
misteriosa Orvieto sotterranea, scoprendo i resti etruschi, medievali e
rinascimentali che la roccia ha conservato nei secoli.

                         La leggenda del Lago d'Aiso
Secondo una leggenda, nota fin dal ‘600, nel punto dove adesso c’è il lago,
 un tempo viveva un ricco contadino di nome Chiarò, poco propenso alla
                                                        carità cristiana.
                                               Chiarò pensava solamente al
                                                 lavoro e a guadagnare più
                                                soldi possibile e non teneva
                                                 conto delle feste religiose
                                                   benché, al contrario, la
                                               moglie fosse una donna pia e
                                                         caritatevole.
                                              Il giorno della festa di S. Anna,
                                               che per tradizione contadina
                                                        veniva dedicato
                                                 esclusivamente al riposo e
                                                 alla festa della madre della
                                                    Madonna, Chiarò volle
                                                  trebbiare il grano nell’aia
                                                obbligando al lavoro anche i
                                                        suoi braccianti.
                                                Ad un tratto una voce di un
                                                 angelo avvertì la moglie di
    scappare con tutte le sue cose perché di lì a poco la casa sarebbe
                               sprofondata.
Spaventatissima la donna prese con sé i due figli piccoli e si diede alla fuga
mentre la casa s’inabissò nel sottosuolo con il marito e tutto il resto al suo
                                  interno.
 Quando si voltò vide però che era inseguita dal corso d’acqua che aveva
                causato lo sprofondamento della cascina.
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
In quel momento l’angelo le parlò di nuovo invitandola ad abbandonare il
    bimbo più piccolo perché questi, crescendo, sarebbe diventato malvagio
                                   come il padre.
Fu così che
   la donna
     riuscì a
    mettersi
 finalmente
    in salvo.
Proprio nel
luogo in cui
 fu lasciato
 il bambino
       si è
  formato il
    lago più
     piccolo
                                  chiamato Aisillo.
   Secondo la narrazione popolare ogni anno, il giorno di S. Anna, chi si reca
      sulle rive del laghetto può vedere attraverso l’acqua le travi della casa
    sommersa con gli arredi della cucina e può anche udire la voce di Chiarò
                                 che guida i cavalli.
L'UMBRIA IN CENNI Territorio
Puoi anche leggere