L'EUCARESTIA NEL CARISMA DI SAN VINCENZO PALLOTTI1 - Apostolato Universale

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CONVEGNO: L’APOSTOLATO EUCARISTICO IN MADRE ANNA SARDIELLO

                  L’EUCARESTIA NEL CARISMA DI
                     SAN VINCENZO PALLOTTI1

                   THE EUCHARIST IN THE CHARISMA
                     OF SAN VINCENZO PALLOTTI

                                                                Denilson Geraldo2

1. La devozione all’Eucarestia nella famiglia Pallotti

       San Vincenzo Pallotti riferì diverse volte che specialmente suo
padre “ascoltava almeno una Messa ogni mattina”. Pietro Paolo Pallotti
fu un uomo giusto nei suoi affari come commerciante e profondamente
religioso. Di solito si alzava la mattina prima del sorgere del sole per
partecipare all’Eucarestia in varie chiese dell’attuale centro di Roma (S.
Lorenzo, Santa Maria di Monserrato, S. Lucia, etc.). Il padre di Vin-
cenzo ogni sera partecipava alla recita del Rosario in famiglia oltre
all’Adorazione del SS. Sacramento nelle chiese in cui c’era l’esposi-
zione della cosiddetta “Quarantore”3.
       Maria Maddalena, sempre debole di salute, prima di morire il 19
luglio 1827 fu tormentata per tre anni da un tremendo cancro all’inte-
stino che, alla fine, si estese a tutto il corpo. Anche di fronte a tante
sofferenze, Pallotti osserva che, in sua madre, invece di diminuire la
fede si accresceva e crebbe in lei l’amore di Dio, l’affetto per le cose

1
    Conferenza pronunciata in occasione della giornata di studio “L’apostolato
    eucaristico in Madre Anna Sardiello” che si è svolta a S. Prisco (Caserta) il 14
    gennaio 2020.
2
    Dottore in Diritto Canonico per la Pontificia Università Lateranense, è attualmente
    membro del Consiglio Generale della SAC e Direttore dell’Istituto San Vincenzo
    Pallotti di Roma. È professore all’Istituto di Diritto Canonico di Santa Catarina e
    dell’Istituto di Diritto Canonico di Londrina (Brasile). È editore della Rivista
    Apostolato Universale e della Rivista di Diritto Canonico Scientia Canonica.
3
    TODISCO, FRANCESCO, San Vincenzo Pallotti: profeta della spiritualità di
    comunione, Roma, 2004,p. 34-35.

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sante, l’impegno per la frequenza dei Santi Sacramenti4. San Vincenzo
la chiamava di “Sposa del Santissimo Sacramento”5, poiché visitava il
Ssmo. Sacramento una o più volte al giorno e lo riceveva almeno una o
più volte alla settimana, considerando che in quel tempo non era per-
messo accostarsi alla comunione più di una volta la settimana, senza
particolari ragioni6.
       Infatti “il Signore mi ha dato genitori santi” – diceva san Vin-
cenzo. Vincenzo Pallotti ha fatto la Prima Comunione nel 1805 a dieci
anni7 ed è motivo di gioia per tutta la Famiglia Pallottina che la famiglia
di Pallotti fosse profondamente legata alla celebrazione quotidiana della
Santa Messa così come lo era lui.
       Il giovane Pallotti – ancora non sacerdote – utilizza alcune espres-
sioni da sottolineare in riferimento all’Eucarestia come “più che dilet-
tissimo sposo dell’anima mia”8 ed è già innamorato del Sangue di Cri-
sto per adorare la Divina Maestà9. Da giovane Pallotti è innamorato,
non è una persona chiusa, sterile, senza rapporti, ma ha un cuore in-
fiammato di amore per l’Eucarestia, Dio in corpo, anima e divinità che
lo fa gioire di amore. L’adorazione eucaristica ha trasformato il giovane
Pallotti in una persona feconda, con un cuore pieno di amore, poiché la
devozione all’Eucarestia e specialmente l’adorazione eucaristica è una
medicina contro la malattia dell’egoismo che colpisce la nostra attuale
cultura che cerca soltanto il benessere economico.
       La recente Esortazione Apostolica post-sinodale Christus Vivit
chiede una pastorale giovanile che includa momenti che aiutino a rin-
novare e ad approfondire l’esperienza personale dell’amore di Dio e di
Gesù Cristo vivo, in modo speciale con l’adorazione eucaristica10. In-
fatti Gesù “è giovane tra i giovani per essere l’esempio dei giovani e
consacrarli al Signore”11.

4
     OOCC XIII, 923.
5
     OOCC XIII, 925.
6
     ALMEIDA, VALDECI ANTONIO DE. La famiglia di San Vincenzo Pallotti, in
     Rivista ApostolatoUniversale (2019), n. 48, p. 131.
7
     SAC, Cronologia di San Vincenzo Pallotti, Roma, 2018, p. 13.
8
     OOCC X, pp. 27-28.
9
     OOCC X, pp. 29-30.
10
     FRANCESCO, Esortazione Apostolica Post- Sinodale Christus vivit, n. 214.
11
     FRANCESCO, Esortazione Apostolica Post- Sinodale Christus vivit, n. 22.

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2. L’adorazione eucaristica in san Vincenzo Pallotti

        A Pallotti, afferma Fabian Silveira, piace chiamare l’Eucarestia
come “Santissimo e divinissimo Sagramento dell’Altare”, “vivo Pane
del Cielo”, “gran Sagramento”, “Preziosissimo Sangue di N. S. G. C”,
“il divin Sagrifizio incruento”, “de inneffabili SS. Eucharistiae”, “De
augustissimo Missae Sacrificio”. Alcuni termini ci aiutano ad appro-
fondire il Mistero della nostra fede: “santa Messa”, “ascoltare messa”,
“mensa eucaristica”, “adorazione”, adorazione notturna, adorazione
perpetua, quaranta Ore, funzione eucaristica, il SS. Viatico, comunione,
benedizione eucaristica, visita quotidiana al Santissimo Sacramento,
precetto Pasquale, funzioni liturgiche, ecc. E puntiamo anche la nostra
attenzione su tutto il necessario per la celebrazione della santa Messa
(calice, messale, altare, canto, ecc.) e la cura del decoro del culto euca-
ristico chiamati “oggetti di Religione, Altari, Vasi sagri, sagre Suppel-
lettili, e Arredi”. L’ampia varietà di termini associati all’Eucarestia ci
fanno capire quanto importante è stata per San Vincenzo Pallotti12.
        Troviamo negli scritti del Pallotti un elenco di buone opere da
propagare come ad esempio, la devozione al Preziosissimo Sangue di
Gesù e l’adorazione perpetua al Santissimo Sacramento13.
        L’esposizione del SS. Sacramento era un momento molto atteso
per i partecipanti agli incontri festivi, ossia, non sarebbe stato possibile
preparare una festa per la comunità senza l’Adorazione al SS. Sacra-
mento. Questa pratica, ad esempio, c’è oggi nella Casa generalizia della
SAC. Ogni giorno, prima dei Vespri, c’è l’Adorazione del SS. Sacra-
mento per un’ora e nei momenti più importanti per la comunità l’Ado-
razione si prolunga.
        S. Vincenzo Pallotti raccomandava di iscriversi alla Confraternita
dell’Adorazione Perpetua del SS. Sacramento eretta nella venerabile
chiesa di S. Maria ad Martyres a Roma14. Egli parla anche di “preghiera
permanente e perenne dinnanzi al SS. Sacramento”15. Il Pallotti stesso

12
     SILVEIRA, FABIAN, Esperienza dell’Eucaristia nella vita di San Vincenzo
     Pallotti, in Revista Apsotolato Universale (2019), n. 48, p. 58-59.
13
     OOCC V, pp. 422-423.
14
     OOCC I, 145, 342, 357.
15
     OOCC IV, pp. 153, 274, 360, 402, 440.

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invitava i cardinali a celebrare o a dare la benedizione con il SS. Sacra-
mento16.
       La seconda sezione dei Cooperatori spirituali dell’Unione era for-
mata da coloro che contribuivano con le preghiere. Dovevano pregare
quotidianamente per le intenzioni apostoliche dell’Unione e ricevere i
sacramenti ogni giorno festivo. Tra loro don Vincenzo creò una specie
di preghiera perenne, una pratica che esisteva già prima ma che si svi-
luppò moltissimo dalla metà dell’Ottocento con le varie adorazioni per-
petue del SS. Sacramento, del Preziosissimo Sangue, eccetera. Ad ogni
Cooperatore spirituale sarebbe stata assegnata, con data fissa mensile,
un’ora intera di preghiera per l’intercessione apostolica, se possibile,
davanti al Sacramento17. Si vede che la pratica dell’Adorazione Eucari-
stica era per tutto il Popolo di Dio e non soltanto per i consacrati o pre-
sbiteri.
       Vincenzo aveva un’anima universale e voleva di essere sempre in
profondissima adorazione di Gesù Sacramentato adorandolo in tutti i
luoghi ove si ritrova, in altissima venerazione18. Egli presenta i mezzi
per ottenere la facilitazione di tutte le Opere apostoliche della pia
Unione attraverso l’adorazione notturna del SS. Sacramento ove è
esposto alla pubblica Venerazione19.
       Nel 1835 don Vincenzo fu nominato rettore della Chiesa dello
Spirito Santo dei Napoletani a Roma ed acquistò nuovi paramenti e to-
vaglie, fece ripulire il tempio, spolverare gli altari elucidare i candelieri
di metallo, celebrò con il decoro e il fervore che lo caratterizzavano,
prese posto ad uno dei confessionali e la chiesa si riempì di fedeli. Don
Vincenzo non occupò la stanza che gli spettava quale rettore. Ne scelse
una contigua alla chiesa, in cui fece aprire una finestra. Davanti a questa
mise il suo inginocchiatoio perchè voleva godere della possibilità di
guardare il tabernacolo. La presenza di Cristo nel sacramento lo infer-
vorava20.

16
     OCL IV, 943, 200.
17
     TODISCO, FRANCESCO, San Vincenzo Pallotti: profeta della spiritualità di
     comunione, Roma, 2004,p. 331.
18
     OOCC X, 526.
19
     OOCC III, 374.
20
     TODISCO, FRANCESCO, San Vincenzo Pallotti: profeta della spiritualità di
     comunione, Roma, 2004,p. 274-275.

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       È da notare che la dimensione Trinitaria del sacerdozio e presen-
tata in modo visibile nel grande dipinto collocato nella cappella, nella
quale Vincenzo Pallotti ha celebrato la S. Messa. Il dipinto, afferma
Jacob Nampudakam, “rappresenta Dio Padre immerso nell’universo
con le braccia aperte e la colomba al suo petto per simboleggiare lo
Spirito Santo. I raggi della luce dello Spirito Santo illuminano lo spazio
intorno. Al di sotto si trova poggiato sopra l’emisfero terrestre il calice
con l’ostia per simboleggiare Gesù Cristo nell’Eucaristia”21.

3. L’adorazione eucaristica come necessità umana e apostolica

        L’Adorazione Eucaristica ha un influsso diretto sul processo d’in-
tegrazione umana, che non è mai concluso, e dura per sempre. La cele-
brazione dell’Eucaristia e l’adorazione quotidiana è una esperienza
d’ascolto della volontà del Signore. Infatti, nel limite del possibile, so-
prattutto nei centri più popolosi, ci ha affermato l’ultima Assemblea
Generale della SAC, converrà individuare nelle nostre chiese o oratori
tempi e spazi da riservare all'adorazione quotidiana. Sarebbe utile anche
che nella formazione si introducessero i formandi al senso e alla bel-
lezza di stare in compagnia di Gesù, coltivando lo stupore per la sua
presenza nell’Eucaristia. In tal modo sarà possibile offrire a tutti l'esem-
pio di persone che si lasciano plasmare dalla presenza reale del Signore.
In questo senso l’adorazione eucaristica è parte integrante della forma-
zione umana e teologica e anche, nelle nostre Chiese, una parte essen-
ziale dell’apostolato pallottino22.
        Per questo motivo, l’adorazione eucaristica è strettamente colle-
gata all’apostolato ed a un rinnovato impulso missionario. Papa Fran-
cesco afferma che per “l’evangelizzazione, non servono né le proposte
mistiche senza un forte impegno sociale e missionario, né i discorsi e le
prassi sociali e pastorali senza una spiritualità che trasformi il cuore.
Tali proposte parziali e disgreganti raggiungono solo piccoli gruppi e
non hanno una forza di ampia penetrazione, perché mutilano il Vangelo
(...). Senza momenti prolungati di adorazione facilmente i compiti si

21
     JACOB NAMPUDAKAM, Lo spirito del sacerdozio secondo San Vincenzo
     Pallotti, Roma, 2018, p. 42.
22
     SAC, XXI Assembela Generale della SAC, Roma, 2017, p. 14, 17.

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svuotano di significato, ci indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà,
e il fervore si spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della
preghiera, e mi rallegra immensamente che si moltiplichino in tutte le
istituzioni ecclesiali i gruppi di adorazioni perpetue dell’Eucaristia” 23.
       Giovanni Paolo II, nell’omelia pronunciata nella chiesa del SS.
Salvatore in Onda (1986), in cui si conserva il corpo incorrotto di san
Vincenzo Pallotti, disse: “nel suo diuturno contatto con il Signore me-
diante (...) la celebrazione edificante dell’Eucaristia e del sacramento
della Riconciliazione, egli fece propri i sentimenti di Cristo, il quale
bramava di salvare tutti gli uomini e ricondurli al Padre. Nel cuore sa-
cerdotale di Vincenzo Pallotti risonavano i palpiti del cuore di Gesù,
buon pastore, che cerca la pecorella smarrita”24.

Conclusione

      Possiamo trovare l’adorazione eucaristica nella pratica quotidiana
di san Vincenzo Pallotti. Speriamo che la comunità delle Suore Eucari-
stiche di san Vincenzo Pallotti portino vanti il loro carisma, sul modello
della vita di san Vincenzo Pallotti, aiutando le chiese locali e le parroc-
chie ad avere un volto eucaristico. È una grande sfida per un mondo
immerso nell’egoismo e nella chiusura a Dio ed ai fratelli. Senza dubbio
la promozione vocazionale per i nuovi membri della vita consacrata e
sacerdotale passa necessariamente per l’adorazione eucaristica. Imma-
giniamo se in ogni parrocchia ci fosse l’adorazione perpetua a Cristo
vivo nel tabernacolo. Non mi sembra un sogno, una realtà ecclesiale di
questo tipo, ma un’urgenza pastorale e missionaria. Come abbiamo vi-
sto san Vincenzo organizzava i laici per un momento di adorazione e
faceva in modo che in determinate chiese ci fosse l’adorazione perma-
nente, anche notturna.
      A volte – mi sembra – che non prendiamo sul serio il desiderio di
Dio che un padre o una madre di famiglia, così come un giovane e i
bambini dimostrano. Il desiderio umano, se non trova in Dio la sua

23
     FRANCESCO, Evangelii Gaudium, n. 262.
24
     GIOVANNI PAOLO II, Vincenzo Pallotti: un prete che si è aperto all’amore,
     l’omelia nella chiesa di San Salvatore in Onda, 22 giugno 1986, in Insegnamenti
     di Giovanni Paolo II, IX, 1 (1986), p. 1895.

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radice, sarà sempre insaziabile. Pensiamo che forse la mancanza voca-
zionale, in alcuni ambiti della Chiesa, avviene perché il centro della co-
munità non è l’Eucaristia. Le Suore Eucaristiche di S. Vincenzo Pallotti,
secondo il vostro carisma, possono organizzare , insieme alla parrocchie
diocesane e pallottine, un apostolato dell’adorazione eucaristica che sia
per la pace nel mondo, per la formazione di nuove famiglie ed anche
per il necessario perdono all’interno delle famiglie già esistenti.
       Non possiamo pensare l’adorazione eucaristica solo per un’oretta
alla settimana per noi consacrati e sacerdoti, ma è la conditio sine qua
non per un effettivo apostolato nel mondo, senza il quale non riusciremo
mai a vivere una Chiesa in uscita, apostolica e missionaria. Il Pallotti
sapeva che l’Eucaristia fa la Chiesa e anche la Chiesa fa l’Eucaristia.
L’Eucaristia è dono della Trinità alla Chiesa e mandato alla Chiesa di
celebrarla come lo ha chiesto il Signore: “fate questo in memoria di
me”25.

25
     SILVEIRA, FABIAN, Esperienza dell’Eucaristia nella vita di San Vincenzo
     Pallotti, in Revista Apsotolato Universale (2019), n. 48, p. 59.

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