Interventi di Caritas Italiana in risposta alla crisi in Siria
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Caritas Italiana Crisi in Siria Interventi di Caritas Italiana in risposta alla crisi in Siria Dicembre 2019 1. Contesto sociale e politico: tra zone pacificate e nuovi fronti di guerra La situazione politica e militare è purtroppo ancora molto instabile, con il conflitto tuttora in corso in alcune aree del paese, in cui le condizioni di sicurezza rendono difficile l’accesso agli operatori umanitari. Il paese si trova ora diviso in tre blocchi principali: quasi due terzi della Siria, la porzione centro occidentale, sono sotto il controllo governativo, circa un terzo, la zone ad est al confine con l’Iraq, sotto il controllo delle autorità Curde, il nord ovest, in una situazione estremamente complessa, con alcune zone occupate dalle forze armate Turche ed altre, in particolare la zona di Idlib dove da aprile 2019 è in corso un aspro conflitto tra queste forze e il governo siriano (appoggiato dalla Russia) che intende riappropriarsi del controllo di queste aree. Da ottobre 2019, nell’area curda del nord‐est del paese si è aperto un nuovo fronte di guerra con l’invasione da parte della Turchia. La battaglia contro gli ultimi bastioni dell’Isis, in particolare nella cittadina di Baghuz, è stata dichiarata ufficialmente conclusa con la conquista a fine marzo 2019 dell’ultima enclave di ciò che restava del Califfato islamico. Dal punto di vista umanitario e politico la disfatta dell’Isis ha aperto scenari molto complessi. I bisogni per la popolazione civile sono enormi, a causa delle atrocità commesse in 5 anni di califfato e della distruzione provocata dalle battaglie per la riconquista di quei territori. Le vittime sono innumerevoli tra i civili, utilizzati invano come scudo umano, ma anche tra i sopravvissuti moltissimi saranno i traumi sia fisici sia psicologici con cui si dovrà fare i conti. Molti tra i sopravvissuti erano ostaggi dell’Isis, persone rapite nel corso degli ultimi 5 anni, donne e uomini, di cui si era persa ogni traccia da anni. Altro tema molto complesso riguarda le famiglie dei miliziani dell’Isis morti in battaglia o fuggiti: migliaia di donne e bambini rimasti senza alcun sostentamento e senza alcun documento di identità. “Difficile però non vedere che il mondo si è fatto trovare impreparato dall’eruzione umana che ha invaso il deserto quando si sono cominciate ad aprire le viscere di Baghouz.” Così il giornalista Riccardo Cristiano descrive cosa stia accadendo in quella parte di Siria dopo la caduta dell’Isis1. Sul fronte opposto, a nord est del Paese, nella regione di Idlib, l’attacco decisivo per riconquistare questa parte di territorio, ultimo bastione in mano ai ribelli (composti da diverse formazioni, tra cui anche fazioni terroristiche legate ad Al Qeida), è iniziato ad aprile 2019 ed ha provocato un’ulteriore catastrofe umanitaria con più di 400.000 nuovi sfollati. Il cessate il fuoco di fine agosto 2019, non ha sopito del tutto gli scontri con una situazione che permane ad alta tensione e instabilità. A nord est, l’offensiva turca iniziata ad ottobre 2019 con il bene placito degli USA, contro le forze curde che controllano questa porzione di territorio, rischia un ulteriore esodo di massa della popolazione. L’obiettivo della Turchia è di creare una fascia cuscinetto di 500 km di lunghezza e 32 km di profondità lungo il confine turco‐siriano dall’Eufrate sino al confine iracheno. Bisogni umanitari La portata e la complessità dei bisogni umanitari delle persone in Siria rimangono sconcertanti in termini di quantità e gravità. L’economia siriana è allo stremo: dopo anni di guerra e di embargo e la Lira svalutata enormemente, oltre l’83% della popolazione è in povertà. Sono circa 11,7 milioni le persone bisognose di assistenza in tutto il paese, di cui 5 milioni in condizioni di estrema necessità. Ad oggi circa 5.9 milioni di persone sono sfollate di lungo termine in tutta la Siria. Da gennaio a dicembre 2018, secondo le stime dell’UNHCR, 1,4 milioni di persone sono tornate nelle loro comunità. La maggior parte è costituita da sfollati interni e si tratta di ritorni auto‐organizzati. Questi ritorni hanno avuto luogo in tutta la Siria, in particolare nei governatorati di Aleppo, Raqqa e Deir‐ez‐Zor. 1 https://www.tpi.it/2019/03/27/siria‐isis‐baghouz‐massacro‐domande/ 1
Caritas Italiana Crisi in Siria 2. Contesto ecclesiale: 6 riti cattolici, uniti per la pace Prima della guerra la Chiesa cattolica in Siria contava circa 360.000 fedeli, corrispondenti al 2% della popolazione. Conteggiando tutti i cristiani del Paese, si arriva alla più ragguardevole cifra di 2 milioni, più del 10% della popolazione siriana. I cattolici siriani appartengono a diversi riti con differenti tradizioni culturali e liturgiche, ciascuno con giurisdizione ecclesiastica propria. Simbolo per eccellenza dell'intera religione cristiana in Siria è il villaggio di Ma'lula (a 45 km a nord di Damasco) dove ancora oggi si parla l'aramaico, la lingua madre di Gesù,idioma usato duemila anni fa in tutta l'area siro‐palestinese. Organizzazione della Chiesa Cattolica in Siria. La Chiesa cattolica in Siria è organizzata in 18 circoscrizioni ecclesiastiche, suddivise in base ai 6 diversi riti. Chiesa latina Chiesa Chiesa Chiesa Chiesa cattolica greco Chiesa Siro‐Cattolica armeno maronita cattolica melchita cattolica caldea Vicariato Arcieparchia Arcieparchia Eparchia Patriarcato di Antiochia Arcieparchia di apostolico di di Aleppo di Damasco di Aleppo Damasco Aleppo Eparchia di Arcieparchia Arcieparchia di Aleppo Arcieparchia di Aleppo Qamichlié di Aleppo Esarcato Eparchia di Arcieparchia di Bosra e Arcieparchia di patriarcale di Laodicea Hauran Hassaké‐Nisibi Damasco Arcieparchia di Arcieparchia di Homs Damasco (sede propria del patriarcato) Arcieparchia di Homs Arcieparchia di Laodicea Il Nunzio Apostolico è Sua Em.za Mario Zenari, nunzio in Siria dal 30 dicembre 2008, cardinale dal 2016. 3. Caritas Siria e il network Caritas Caritas Siria (CS) dal 2011 ha iniziato un processo di riorganizzazione e rafforzamento interno, per essere in grado di rispondere ai bisogni sempre più gravi della popolazione. Per questo si è avviato un percorso di accompagnamento, che a partire dal 2014 ha dato vita ad un gruppo di lavoro permanente, composto da alcune Caritas nazionali estere, Caritas Internationalis e la Confederazione delle Caritas del Medio Oriente e Nord Africa (Caritas Mona). Anche Caritas Italiana è parte attiva di questo working group, che si riunisce almeno 3 volte l’anno in Libano e in Siria. Nel complesso, in otto anni di guerra siriana, la rete Caritas ha realizzato progetti per oltre 167 milioni di dollari, in Siria e nei paesi limitrofi. Caritas Siria opera in tutto il territorio nazionale, organizzata in sei diversi uffici regionali: Damasco, Aleppo, Hassakeh, Homs, Latakia, Littoral‐Tartus. Nel corso 2018 Caritas Siria ha realizzato 18 progetti, di cui 15 tuttora in corso, per un ammontare totale di circa 6,3 milioni di euro, portando aiuto a più di 100.000 persone, attraverso la distribuzione di aiuti alimentari e beni di prima necessità, sussidi economici, assistenza medica e psicologica, sostegno all’educazione scolastica e all’alloggio, protezione per i più vulnerabili (bambini, anziani e donne). 2
Caritas Italiana Crisi in Siria Figura 1: posizionamento degli uffici regionali di Caritas Siria In particolare nel corso del 2018 sono stati raggiunti i seguenti risultati: Damasco: 2.690 pazienti hanno avuto accesso a cure ospedaliere e 14.793 sono stati assistiti con cure ambulatoriali; 1.571 persone hanno ricevuto attrezzature mediche; 3.729 famiglie sono state assistite per coprire i bisogni essenziali attraverso la distribuzione di cibo, articoli per neonati, detersivi e vestiti; 300 bambini di famiglie sfollate e delle comunità locali hanno ricevuto un'assistenza psicosociale; attraverso lo staff dell’ufficio di Damasco, Caritas Syria è stata inoltre in grado di distribuire aiuti di emergenza in molti villaggi della regione di Al‐Ghouta, distribuendo in particolare articoli per superare l’inverno (abbigliamento e coperte). Aleppo: grazie ad un complesso programma di aiuti di urgenza, lo staff di Caritas Siria ad Aleppo è riuscito a distribuire cibo e altri generi non alimentari, ha garantito un alloggio sicuro agli sfollati le cure mediche e l’educazione di base. Un’attenzione particolare è stata rivolta anche ai tanti anziani soli, per cui è stato creato un apposito centro diurno. Ad oggi 28.474 persone sono state assistite con il cibo; 2.420 con l’alloggio, 973 anziani hanno ricevuto cure specialistiche; 5.956 bambini hanno avuto accesso all’istruzione e 715 hanno ricevuto supporto psicosociale in appositi centri. Homs: 26.535 persone sono state assistite con la distribuzione di prodotti alimentari, 4.986 hanno ricevuto prodotti non alimentari, sostegno economico per il pagamento dell’ affitto, assistenza medica e contributi per il pagamento delle tasse universitarie. Littoral‐Tartous: 3.815 persone sono state assistite attraverso contributi economici per il pagamento dell’affitto, attività educative per i più giovani, assistenza medica, distribuzione di generi alimentari e non. Lattakie: 4.476 persone hanno ricevuto contributi per l'affitto, attività educative e ricreative per disabili, buoni acquisto per generi di prima necessità, supporto medico e attività educative. 3
Caritas Italiana Crisi in Siria 4. La rete Caritas per i profughi siriani all’estero La gravità della situazione in Siria ha generato 5,6 milioni di profughi all’estero. Tutta la rete Caritas si è attivata sin dai primi momenti, offrendo in Medio Oriente e in Europa aiuti di urgenza (generi di prima necessità e alloggio), formazione, orientamento sociale e protezione per i più vulnerabili. In Libano e Giordania le Caritas locali hanno una lunga esperienza, in particolare nell’assistenza ai profughi, grazie alla quale sono riuscite a mettere in atto programmi importanti ed efficienti. Caritas Turchia, più limitata nella sua operatività, ha offerto assistenza e orientamento sociale sia ad Istanbul sia al confine con la Siria. Nel corso del 2015 la crisi siriana ha raggiunto anche l’Europa attraverso la rotta balcanica, con più di un milione di profughi che dalle isole greche hanno raggiunto tutto il continente. Anche in quel caso la rete Caritas è stata presente lungo tutta la rotta, realizzando progetti di assistenza e accoglienza in Grecia e Serbia, tuttora in corso, e in Macedonia, Austria, Bulgaria. Dal 2018 anche l’Albania e la Bosnia Erzegovina sono state interessate dall’arrivo di profughi, che a causa della chiusura delle frontiere tentano una nuova rotta per raggiungere l’Europa occidentale. 5. L’impegno di Caritas Italiana per fronteggiare la crisi Siriana Dall’inizio della crisi siriana Caritas Italiana è attiva a sostegno della popolazione locale, in collaborazione con Caritas Siria, alcune congregazioni religiose e altri partner dei paesi coinvolti dal flusso di profughi siriani. Un impegno complessivo in circa 68 progetti in 9 paesi (Siria, Libano, Giordania, Turchia, Grecia, Cipro, Macedonia, Serbia, Bosnia Erzegovina) per un totale di oltre 7 milioni di euro stanziati, di cui 4.390.000 derivanti da fondi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica. I progetti riguardano i seguenti ambiti: Emergenza, Sociale‐educazione, Pace‐riconciliazione, Accompagnamento‐formazione delle organizzazioni locali. Rotta balcanica; PROGETTI FINANZIATI PER PAESE Cipro; 0,2% 22,6% (dallo scoppio della crisi a ottobre 2019) € 42,7% Siria Libano Giordania Turchia Rotta balcanica Turchia; 6,9% Cipro Giordania; 12,1% Libano; 15,6% 4
Caritas Italiana Crisi in Siria PROGETTI FINANZIATI PER AMBITO (dallo scoppio della crisi 4,9% 3,2% a ottobre 2019) 9,5% Emergenza Sociale/Istruzione Pace/Riconciliazione 82,5% Accompagnamento/ Formazione Infine, grazie ad un ulteriore contributo della Conferenza Episcopale, Caritas Italiana ha gestito in collaborazione con l’UNHCR un programma di resettlement sanitario in Italia di profughi siriani dalla Giordania, bisognosi di urgenti cure mediche che non era possibile affrontare in loco. 6. Programmi in corso e prospettive future TIPOLOGIA PROGRAMMA BREVE DESCRIZIONE EMERGENZA 1. Aiuti di urgenza in 1. Aiuti d’urgenza: Caritas Italiana sostiene la realizzazione di piani nazionali di Siria, Libano e emergenza, per rispondere ad una vasta gamma di bisogni in Siria, Libano e Giordania; Giordania. In Siria in particolare sono in atto interventi nelle città di Homs, Damasco‐Ghouta, Lattakia‐Tartus, Hassake. I programmi hanno un approccio olistico, cercando di portare soccorso su più fronti: distribuzione di beni primari, alloggio, assistenza medica e sostegno all’educazione di base. RIABILITAZIONE 1. Microprogetti di 1. È in programma lo sviluppo di piccoli progetti di riabilitazione socio riabilitazione economica, secondo la modalità dei microprogetti. Interventi con un costo socio economica. massimo di 5.000€, sostenibili, che generino risorse economiche nel lungo periodo. In particolare per favorire il rientro di sfollati e profughi. SVILUPPO, 1. Siria: Come fiori 1. Siria: Come fiori tra le macerie: programma nazionale giovani, che unisce PACE, tra le macerie; percorsi di riconciliazione e nonviolenza alla formazione artistica, in grado di RICONCILIAZIO 2. Libano: Giovani offrire anche sbocchi occupazionali. Nel 2018 è stata sostenuta una scuola di impegnati per la musica realizzata dai monaci del Monastero di Mar Musa e nel marzo 2019 è NE pace; stato aperto il primo centro giovanile a Damasco, che offrirà corsi di 3. Gemellaggi con formazione nell’ambito dell’artigianato tradizionale damasceno (Ajib) e Caritas Giordania; momenti di formazione sul tema della riconciliazione. 2. Libano: YEP, youth engaged in peacebuilding. Percorsi di costruzione della pace attraverso la formazione al volontariato e all’impegno civico per giovani libanesi e siriani, con campi di volontariato a cui hanno partecipato anche giovani Italiani. 3. Gemellaggi, tra Caritas diocesane italiane e Caritas Giordania, con particolare attenzione a specifiche realtà parrocchiali giordane che vivono la fatica dell’assistenza ai profughi, con possibilità di realizzare pellegrinaggi solidali e campi di volontariato. La logica sottostante a questo complesso piano di interventi è la conciliazione della risposta a bisogni immediati con progetti di riabilitazione e sviluppo, senza dimenticare il sostegno ai processi di pace e riconciliazione, fondamentali per il futuro del Paese. 5
Caritas Italiana Crisi in Siria Figura 2: Operatori di Caritas Aleppo durante le visite porta a porta Quelle che seguono sono le schede relative ai progetti Caritas in Siria divise in Progetti di aiuti umanitari (ad Hassake, Aleppo, Homs, Ghouta e Lattakia) e in Progetti di riabilitazione e riconciliazione (Damasco). Approfondimenti sugli interventi negli altri Paesi sono disponibili nelle pagine specifiche di www.caritas.it Figura 3: Hanna, 10, Ibrahim, 9, Doha, 6. Orfani di mamma, il padre si era arruolato nel Free Syrian Army. Sono stati soccorsi dagli operatori di Caritas Siria. 6
Caritas Italiana Crisi in Siria 1. PROGETTI AIUTI UMANITARI 1.1 Scheda Progetto aiuti umanitari: Hassakeh Partner locale: CARITAS SIRIA‐ ufficio regionale di Hassakeh Contesto nella regione di Hassakeh La regione di cui Hassakeh è il capoluogo, è conosciuta in Siria come Al‐Jazeera, l’isola, poiché si trova tra i due fiumi Eufrate e Tigri, l’antica Mesopotamia. È una regione attualmente controllata da autorità curde, indipendenti dal governo centrale di Damasco. Si tratta di una delle regioni che più hanno subito la tragedia della guerra siriana, nelle sue varie fasi, con una presenza pervasiva di gruppi terroristici, in particolare dello Stato Islamico. Proprio contro i terroristi jihadisti islamici la popolazione locale si è organizzata in armi, e con il supporto in particolare degli Stati Uniti è riuscita poco a poco a riconquistare il territorio occupato dall’Isis e gestirlo in autonomia. Nella stessa regione si è concentrata anche l’offensiva turca, che nel mese di ottobre 2019 ha visto un’escalation importante che ha causato ulteriori sfollati e morti. Descrizione del progetto Il progetto risponde ai bisogni primari (cibo, igiene, sanità, istruzione) della popolazione più vulnerabile, sfollati interni, famiglie locali e rifugiati dal vicino Iraq, nella regione di Hassakeh, in particolare nelle località di Hassake City, Qamishli, Malkia City. Gli interventi previsti, nell’arco dei 12 mesi, sono: distribuzione di articoli igienici e cibo altamente proteico; assistenza sanitaria per pazienti che necessitano di terapie o interventi chirurgici; sostegno scolastico e universitario per permettere alle famiglie più bisognose di coprire le spese per l’educazione; Il progetto, in corso dal 2015, vede un numero di beneficiari sempre maggiore, in proporzione all’aumento delle capacità operative e finanziarie di Caritas Siria. Per l’annualità 2020 l’obiettivo è quello di raggiungere più di 10.200 famiglie beneficiarie dirette, incluse le vittime dell’ultima emergenza causata dall’invasione della Turchia. Caritas Italiana sostiene il progetto di Hassakeh con un contributo finanziario di 100.000 €. Figura 4: una devastazione che sembra non avere fine. 7
Caritas Italiana Crisi in Siria 1.2 Scheda progetto aiuti umanitari: Aleppo Partner locale: CARITAS SIRIA‐ ufficio regionale di Aleppo Contesto ad Aleppo Il conflitto che è iniziato nel 2011 in Siria ha avuto conseguenze devastanti per Aleppo, seconda città della Siria con una importanza economica e sociale strategica per tutto il paese. La battaglia di Aleppo ha avuto inizio nel luglio 2012, tra gruppi di opposizione armati (MPC) e il governo della Siria (GoS). Questo ha portato alla divisione della città in due: Aleppo occidentale, sotto il controllo del regime siriano di Assad e Aleppo Orientale, controllata dalle forze di opposizione. Nel dicembre 2016 il governo siriano ha riconquistato la parte orientale della città, dopo un lungo assedio, sostenuto dai devastanti bombardamenti russi, che hanno ridotto in macerie tutta la parte est della città. Il numero stimato di persone bisognose (2,25 milioni di individui) rimane ancora estremamente elevato, nonostante la situazione in città stia lentamente migliorando giorno dopo giorno. Le richieste per i servizi essenziali sono sempre relative al cibo (2,14 milioni di persone) e alla salute (1,8 milioni di persone), oltre a generi di prima necessità non alimentari, servizi di istruzione e alloggi. Nonostante i notevoli miglioramenti, le richieste rimangono quindi ancora estremamente elevate, e richiedono dunque la presenza di Caritas Siria per sostenere e aiutare il più possibile a mitigare il dolore e le sofferenze causate da una crisi di così lunga durata. Per questo Caritas Siria ha sviluppato e realizzato un importante progetto triennale di emergenza che ha visto per il primo anno un budget totale di Euro 2.057.540. Il primo anno si è concluso il 31 luglio scorso, e dal primo agosto è iniziato il secondo anno di questo complesso progetto di interventi. Nella zona di Jabal Badro/Ardel Hamra è stato aperto il principale centro operativo di CS, per assistere le famiglie più vulnerabili. La maggior parte di queste sono guidate da sole donne, con uno o più anziani e molti bambini. Gli uomini di età compresa tra i 18 ei 50 sono assenti (perché uccisi, imprigionati o ancora in battaglia tra le fila di uno dei gruppi di opposizione o con il governo siriano). Più del 60% di queste famiglie non ha alcuna fonte di reddito. In questo particolare quartiere, circa la metà degli edifici sono inagibili. L’infrastruttura di base è drammaticamente carente, ancora manca l’acqua corrente, non c'è elettricità e quindi manca il riscaldamento e non c’è possibilità di cucinare. Molti individui hanno seri problemi di salute, ma mancano medicinali e le strutture mediche sono state completamente distrutte. Circa il 70% dei bambini ha abbandonato le scuole o non le ha mai frequentate; molti sembrano essere affetti da malnutrizione, altri hanno handicap fisici o mentali. Nonostante le condizioni relativamente migliori, nella parte occidentale di Aleppo molte famiglie estremamente vulnerabili stanno vivendo in una situazione difficile, senza acqua, elettricità, farmaci, l'aumento dei prezzi per le materie prime di base come cibo e abitazione. Descrizione del progetto: L'obiettivo generale del programma triennale è quello di offrire un’assistenza completa per circa 18.000 persone ogni anno tra le più vulnerabili, per ricostruire le loro vite e le loro comunità. In particolare il progetto ha i seguenti obiettivi: Rispondere alle esigenze più urgenti delle famiglie attraverso una distribuzione di generi alimentari e non, acqua potabile, e la copertura delle cure mediche; 8
Caritas Italiana Crisi in Siria Contribuire all’educazione e alla salute psicologica dei bambini, attraverso l’allestimento di programmi educativi specifici, la distribuzione di kit scolastici e l’allestimento di “children friendly spaces”, spazi diurni ludico ricreativi per bambini e mamme; Rispondere ai bisogni alloggiativi delle famiglie sfollate, attraverso contributi per coprire le spese di affitto o per piccole ristrutturazioni; I destinatari dell’intervento sono le famiglie vulnerabili di Aleppo Est nella zona di Jabal Badro/ArdelHamra ed altre nella parte occidentale della città, già in precedenza assistite da CS ed ulteriori identificate con questo progetto. RISULTATI PREVISTI NEL CORSO DEL 2020 Il secondo anno del progetto triennale promosso da Caritas Siria ad Aleppo, della durata di 12 mesi, ha l’obiettivo di aiutare 3.940 persone estremamente vulnerabili colpite dal conflitto a ricostruire le loro vite con dignità, sostenendo un loro percorso di autonomia: un percorso che verrà realizzato grazie a un’assistenza medica mirata, a un programma di protezione specifico rivolto ai bambini e al sostegno mirato di attività generatrici di reddito volto a favorire la ripresa economica di persone e famiglie. Nello specifico il programma prevede che: 1.800 persone rese vulnerabili dal conflitto riceveranno da subito assistenza medica di base; 2.140 persone avranno la possibilità di costruire le proprie strategie di resilienza alle violenze della guerra (gruppi di auto‐mutuo aiuto, attività di sensibilizzazione e coesione sociale, sviluppo di copingstrategies positive in bambini colpiti dal conflitto, coinvolgimento nel tessuto sociale di anziani rimasti soli, corsi di alfabetizzazione per donne) Inoltre 50 famiglie di Aleppo che prima della guerra si sostenevano economicamente grazie alla loro attività commerciale, saranno aiutate a “riaprire i battenti”, rilanciando le attività lavorative che permetteranno loro di inserirsi nuovamente nel circuito del mercato locale. Figura 5: un'operatrice di Caritas Aleppo. 9
Caritas Italiana Crisi in Siria 1.3 Scheda Progetto aiuti umanitari: Homs Partner locale: CARITAS SIRIA‐ ufficio regionale di Homs Contesto a Homs Homs, la terza città della Siria, è una delle regioni più devastate dalla guerra. Il conflitto tra i diversi gruppi armati e le forze governative ha causato (e continua tutt’oggi) lo spostamento di centinaia di migliaia di famiglie dalle aree “più calde” del conflitto, dove vivevano, verso la città di Homs. Ma anche la stessa città di Homs è stata enormemente distrutta e, in alcune zone, Caritas Siria e le altre organizzazioni umanitarie incontrano serie difficoltà a portare gli aiuti. I continui attacchi terroristici, oltre al conflitto palese, hanno ucciso centinaia di persone e gettato nel panico la popolazione, tra cui anche la comunità cristiana. La situazione economica a Homs, come del resto in tutto il Paese, è disastrosa: aumento dei prezzi, bisogno urgente di cibo, carenza di alloggi, necessità di aiuti sanitari e sostegno alle famiglie per permettere l’istruzione scolastica ai propri figli. Descrizione del progetto Il progetto risponde ai bisogni primari (cibo, igiene, sanità, alloggio, istruzione) della popolazione più vulnerabile, sfollati interni e famiglie locali, nella regione di Homs. Gli interventi previsti, nell’arco dei 12 mesi, sono: distribuzione di pacchi alimentari e articoli igienici; aiuto finanziario alle famiglie estremamente vulnerabili per pagare l’affitto; assistenza sanitariaper pazienti che soffrono di malattie croniche. Sostegno scolastico per le famiglie più bisognose, per permettere ai loro figli di frequentare la scuola; Distribuzione di kit per l’infanzia, composti da pannolini e latte per neonati. Il progetto, in corso dal 2015, vede un numero di beneficiari sempre maggiore, in proporzione all’aumento delle capacità operative e finanziarie di Caritas Siria. Per l’annualità 2018‐2019 l’obiettivo è quello di raggiungere più di 3.300 beneficiari diretti e 4.420 indiretti.Caritas Italiana sostiene il progetto di Homs sin dal primo anno, con un contributo finanziario variabile in base alle possibilità. Per il 2019 il contributo stanziato ammonta a 100.000 €. 10
Caritas Italiana Crisi in Siria Breve rendiconto dell’annualità 2017/2018 Nel corso dell’annualità 2017/2018 Caritas Italiana, grazie a donazioni private e a contributi della Conferenza Episcopale Italiana, ha partecipato al programma con una somma di 200.000 €, su un budget totale di 800.548€. Grazie al sostegno di altre Caritas europee è stato possibile per Caritas Siria raggiungere i seguenti risultati: DISTRIBUZIONE DI GENERI DI PRIMA NECESSITA’: 800 famiglie vulnerabili nella regione di Homs hanno migliorato la sicurezza alimentare e le condizioni igieniche, grazie ai generi di prima necessità che hanno ricevuto durante tutto l’anno; ASSISTENZA ABITATIVA: 254 famiglie sfollate altamente vulnerabili, residenti nella regione di Homs, hanno potuto vivere in una casa dignitosa grazie al contributo finanziario che gli è stato concesso per pagare il canone annuale di affitto; ASSISTENZA SANITARIA: 346 pazienti hanno avuto accesso a cure mediche ospedaliere, 116 persone hanno ricevuto medicine e materiale sanitario, 25 hanno ricevuto terapie di lungo periodo, 246 persone hanno potuto ricevere interventi chirurgici leggeri mentre 30 pazienti hanno subito interventi chirurgici importanti; ASSISTENZA SCOLASTICA: 750 studenti hanno ricevuto materiale educativo e sostegno finanziario per poter frequentare la scuola; DISTRIBUZIONE DI KIT PER BAMBINI E ANZIANI: 270 famiglie con bambini e anziani hanno ricevuto kit per l’igiene personale e alimenti ipernutrienti. In tutto più di 6mila persone hanno beneficiato degli aiuti di Caritas Siria ad Homs. Figura 6: Edital e Emad sono moglie e marito. Si sono sposati quando la guerra era ancora agli inizi. La situazione per loro, come per tante famiglie è peggiorata e hanno vissuto diversi mesi in una stanza ricavata nel cimitero di Homs. Ora grazie a Caritas Siria, hanno affittato un appartamento in Al‐Sabil, vivendo una vita molto più dignitosa. 11
Caritas Italiana Crisi in Siria 1.4 Scheda progetto aiuti umanitari: Assistenza alle famiglie di Ghouta Partner locale: CARITAS SIRIA ‐ ufficio regionale di Damasco Contesto a Ghouta Dall'inizio della guerra in Siria, l'area della Ghouta orientale, situata appena ad est della capitale Damasco, ha assistito a violenti scontri tra il governo siriano e i gruppi armati con conseguenti restrizioni di accesso. Nel febbraio 2018, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione 2401 e ha chiesto un cessate il fuoco immediato di 30 giorni in tutta la Siria per consentire l'accesso e la consegna di assistenza e aiuti umanitari e per evacuare la popolazione dalle aree assediate. Tuttavia, le numerose vittime civili e la distruzione delle infrastrutture sono continuate nella Ghouta orientale lasciando civili intrappolatinell’area e in grave necessità di protezione, salute, cibo, rifugio. A seguito delle intense ostilità e dei bombardamenti via terra verificatisi tra febbraio e aprile 2018 che hanno provocato oltre 1.000 civili, migliaia di feriti e 158.000 sfollati, l'assedio di cinque anni (2013‐2018) si è concluso con la distruzione di numerose case, scuole, ospedali e mercati. A metà maggio 2018, il governo ha annunciato che gli sfollati erano autorizzati a tornare nelle loro case a Ghouta, tuttavia, i ritorni per categorie specifiche come uomini e adolescenti maschi, sono stati ostacolati per motivi di sicurezza. Da metà maggio alla fine di luglio 2018, quasi 32.000 IDP sono tornati nelle loro aree di origine nellaGhouta orientale e circa 7000 sfollati interni sono rimasti nei campi per sfollati interni. La situazione della sicurezza nella Ghouta orientale risulta relativamente stabile da quando il governo siriano ha ripreso il controllo dell'area. Tuttavia, il livello significativo di distruzione sta influenzando il ritorno degli sfollati interni e il reinserimento nella Ghouta orientale; secondo il Ministero degli Affari Sociali in Siria, gli sfollati interni e i rimpatriati risiedono principalmente in tre grandi siti di sfollati interni (complesso elettrico di Adraa, Hrjaleh e Dweir) che mancano ancora di servizi di base. Inoltre, vi è una diffusa devastazione delle infrastrutture, case e terreni agricoli. L'accesso all'istruzione rimane difficile poiché la maggior parte delle scuole necessita di riabilitazione e mancano le cure mediche e le strutture sanitarie per i bambini, principali vittime del conflitto. Descrizione del progetto: Caritas Siria ha lanciato nel febbraio 2019 un piano d’intervento d’emergenza per supportare le famiglie colpite dal conflitto nella Ghouta orientale, volto a ricostruire le loro vite e comunità. Le attività attuate, in particolare concernenti l’ambito sanitario e degli shelter, aiuteranno le comunità a rispondere ai loro bisogni fondamentali e,al tempo stesso, a ricominciare a vivere dignitosamente, nonostante la guerra. L’obiettivo del progetto è di assistere circa 6.570 persone nella Ghouta orientale, in particolare nelle aree più colpite di diJarba e Abbada, e nella città di Damasco. Gli ambiti di intervento riguardano la riparazione di case e la riabilitazione di scuole, la risposta all’emergenza freddo con il sopraggiungere dell’inverno e attività in ambito sanitario. I principali obiettivi da raggiungere nei 12 mesi: garantire abitazioni dignitose a 200 famiglie fortemente vulnerabili; aumentare il numero di bambini che hanno accesso a un’istruzione sicura (grazie alla riabilitazione di 10 aule scolastiche); permettere l’accesso ai servizi sanitari a circa 1.430 persone, distribuire kit per l’inverno a oltre 1.200 persone. Caritas Italiana sostiene il progetto in favore della popolazione di Ghouta con un contributo finanziario di 300.000 €. 12
Caritas Italiana Crisi in Siria 1.5 Scheda progetto aiuti umanitari: Lattakia Partner locale: CARITAS SIRIA ‐ ufficio regionale di Lattakia Contesto a Lattakia Dall'inizio della crisi, l’area di Lattakia non è stata colpita direttamente dal conflitto, a eccezione di alcune zone nella campagna settentrionale al confine con l’area di Idlib. Tuttavia Lattakiaè interessata da un importante afflusso di sfollati interni, provenienti da diversi governatorati in Siria in cerca di rifugi più stabili e relativamente sicuri. Nel marzo 2019, il numero di sfollati interni ha raggiunto 451.822 costituendo circa il 40% della sua popolazione totale. La maggior parte degli sfollati risiede nei sobborghi poveri della città: Al Daatour, Al Raml, Al Janoubi, Ali Jammal e Qunainas già privi di servizi e risorse anche prima della guerra. La maggior parte delle persone in cerca di assistenza sono originarie di Aleppo, Hama o provengonodalle campagne di Idlib. Nello specifico, si prevede che l’area rurale di Lattakia riceverà le famiglie di sfollati provenienti da Idlib, che risiederanno negli insediamenti organizzati dalle Nazioni Unite e dal governo. L'afflusso di sfollati interni ha causato una crescente pressione su risorse, infrastrutture, servizi (soprattutto scuole e ospedali) e opportunità lavorative che hanno determinato un aumento dei prezzi delle materie prime oltre che degli affitti delle abitazioni. Anche se la situazione della sicurezza sta diventando relativamente più stabile anche negli altri governatorati, il numero di rimpatriati dalla regione del litorale ai luoghi di origine rimane limitato, poiché le famiglie hanno perso il lavoro, le loro case, le infrastrutture e i servizi pubblici non sono ancora completamente funzionali. Descrizione del progetto Caritas siriana nella regione di Lattakia ha deciso di condurre una valutazione approfondita dei bisogni per essere in grado di comprendere meglio il contesto in evoluzione e i suoi effetti sulla regione del litorale. L'obiettivo generale del progetto, della durata prevista di 12 mesi, iniziato ad agosto 2019 è di assistere300famiglie di sfollati interni e 525 persone singole fortemente vulnerabili, supportandoli in un processo di ricostruzione delle loro vite, piagate dal conflitto. In particolare, i risultati attesi prevedono: 300 famiglie colpite dal conflitto verranno aiutate da Caritas Siria in un percorso di guarigione e di ripresa grazie a contributi in denaro per rispondere ai bisogni di base, assistenza medica sanitaria, e corsi di sensibilizzazione sulla gestione di entrate e guadagni; 20 piccoli imprenditori,riceveranno un microcredito per riavviare le loro attività lavorative. È inoltre previsto un accompagnamento da parte di Caritas Siria sullo sviluppo dei business plan delle singole attività finanziate; 525 persone vulnerabili (in particolare donne, bambini, anziani e disabili) parteciperanno ad attività sociali funzionali alla promozione di strategie di resilienza alle violenze subite in guerra, strategie basate sul fattore sociale‐emozionale. Caritas Italiana sostiene il progetto in favore della popolazione sfollata di Lattakia con un contributo finanziario di 100.000 €. 13
Caritas Italiana Crisi in Siria 2. PROGETTI RIABILITAZIONE‐RICONCILIAZIONE 2.1 Scheda Progetto riabilitazione‐riconciliazione: Giovani, come fiori tra le macerie Partners locali: CARITAS SIRIA MONASTERO DI MAR MUSA Contesto I giovani e gli adolescenti costituiscono il 56% della popolazione siriana, e come più volte sottolineato sono stati drammaticamente colpiti dalla guerra. Il tasso di disoccupazione tra i giovani è stimato intorno al 78%, e molto più alto tra le donne. Molti di loro vivono nella paura, nell’isolamento, nella totale incertezza del futuro, dato che 2,6 milioni di giovani sono sfollati interni e 2,7 bisognosi di assistenza. I giovani e gli adolescenti in Siria stanno crescendo sempre più frustrati e senza mezzi per costruirsi un futuro, a causa del limitato accesso all’educazione, ai servizi di base, senza protezione alcuna dagli abusi di ogni genere, senza mezzi di sostentamento e senza poter essere partecipi del futuro della propria comunità, a meno che non decidano di combattere. Oltretutto, in uno studio recente condotto dalle Nazioni Unite (UNICEF e OCHA) si evidenzia come in media solo il 24% degli adolescenti e dei giovani siano raggiunti dagli aiuti umanitari, solo il 40% dei programmi prevede interventi specifici per loro e solo il 28% degli attori umanitari prevede il coinvolgimento di giovani e adolescenti nei loro interventi. Descrizione del programma Il progetto si compone di 3 fasi consecutive. La prima e la seconda, che si sono compiute, hanno visto lo sviluppo e la realizzazione di una ricerca sui giovani, tesa a mappare i loro bisogni ma anche le aspirazioni e i desideri. I risultati della ricerca sono contenuti nel dossier “Come fiori tra le macerie”, pubblicato il 14 marzo 2017, ed hanno costituito la base per l’elaborazione di un programma operativo, volto a fornire ai giovani delle possibilità formative e aggregative attraverso l’arte e l’artigianato artistico. Attraverso questi percorsi formativi i giovani saranno favoriti nella ricerca di opportunità di lavoro, ma potranno soprattutto, attraverso l’arte e la bellezza, recuperare il piacere dello stare insieme, della condivisione, uniti dalle radici culturali e storiche del proprio paese, superando così le divisioni politiche che hanno portato alla guerra e facilitando un percorso di riconciliazione e convivenza pacifica. Nella sua terza fase dunque il programma prevede la realizzazione di una serie di attività in tutto il paese, in cui l’arte e l’artigianato artistico siano l’elemento aggregante attorno cui radunare i giovani. Ad oggi sono stati sviluppati due distinti progetti 1. Damasco youth centre: Dal primo marzo 2019 è stato aperto a Damasco il primo centro giovanile di Caritas Siria, dove dal mese di maggio sono offerti corsidi formazione a giovani siriani, di provenienze diverse (cristiani e mussulmani, locali o sfollati…) e spazi per attività sociali e ricreative. Il primo anno sarà sviluppato un corso di formazione per la realizzazione di una forma di artigianato tipico damasceno: l’Ajami. Questa antica tecnica di decorazione su legno, è una delle forme artistiche tradizionali ed identitarie della Siria, che rappresenterà 14
Caritas Italiana Crisi in Siria per i giovani un fattore di coesione e di recupero di un senso di appartenenza al proprio paese, come cittadini, al di là delle differenze etniche, religiose o politiche che hanno lacerato le loro vite nel corso di più di 8 anni di guerra. La formazione sarà volta dunque non solo ad insegnare una tecnica utile per possibili attività lavorative, ma anche a favorire percorsi di riconciliazione e la convivenza pacifica. Il centro offrirà inoltre una serie di incontri di informazione e sensibilizzazione sulla pace e riconciliazione, attraverso due sessioni al mese tenute da esperti. Grazie alla favorevole posizione del centro giovanile e alla ottima disposizione degli spazi, il centro è a disposizione dei giovani non solo durante gli orari di realizzazione dei corsi ma 5 giorni a settimana, per 12 ore al giorno. All’interno del centro giovanile, oltre al laboratorio di Ajami sarà realizzata una piccola biblioteca specializzata su l’arte e la cultura siriana, una sala studio e una piccola caffetteria. Il cortile interno e la terrazza panoramica contribuiranno a favorire la socializzazione informale e spontanea. Figura 7: il centro giovanile di Damasco 2. Scuola di musica nella parrocchia di Nebek Caritas Italiana sostiene da tempo i progetti sociale dei monaci del monastero di Deir Mar Musa, fondato dal gesuita padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria nel 2013 e purtroppo ancora disperso. Da tre anni i monaci hanno realizzato nella parrocchia di Nebek una scuola di musica per giovani e bambini, che offre corsi di formazione per vari strumenti, dai tradizionali siriani ai più moderni. Anche questo progetto vede l’arte e la tradizione siriana come veicolo principale per aiutare i giovani a recuperare una quotidianità di pace e una speranza per il futuro. La scuola di musica, che riunisce studenti sia mussulmani sia cristiani, sta riscuotendo sempre più successo, come dimostrano i numerosi ed apprezzati concerti realizzati dagli studenti. L’intento comune di questi progetti è quello di offrire un aiuto concreto per la creazione di una nuova generazione di siriani, i “figli della guerra”, che non siano una “generazione persa” ma una nuova speranza per il futuro del loro paese, a partire dalle proprie tradizioni artistiche e culturali. Budget Damasco Youth Center: Circa 100.000€ per 3 anni. Il progetto prevede la copertura dei costi relativi all’organizzazione dei corsi (locali, insegnanti, materiale formativo, staff di coordinamento), dei costi di trasporto per permettere ai partecipanti di raggiungere la sede della formazione, il kit di attrezzatura tecnica per ciascun partecipante e il costo per la realizzazione di un’esposizione finale di quanto prodotto. Nel corso del progetto i giovani saranno accompagnati a valorizzare le competenze acquisite per tradurle in una professione. Beneficiari diretti 15
Caritas Italiana Crisi in Siria 40 giovani ogni anno e le loro famiglie che frequenteranno i corsi a Damasco, più circa 50 giovani l’anno che parteciperanno alle diverse attività del centro. Scuola di Musica di Nebek: 5.000 € per il 2019. Il contributo contribuirà alla copertura dei costi annuali di gestione della scuola di musica. Beneficiari diretti Circa 30 bambini e giovani ogni anno e le loro famiglie. Figura 8: il maestro di Ajami, mentre realizza un lavoro Figura 9: lo staff del centro che espone un'opera dedicata a Caritas Italiana 16
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