INCIDENTI E DISUGUAGLIANZE - GUIDA PER AFFRONTARE LE DISUGUAGLIANZE NEL CASO DI INCIDENTI NON INTENZIONALI - SOS SANITÀ HOME
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Incidenti e disuguaglianze Guida per affrontare le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali
Pubblicato in inglese dal WHO Regional Office for Europe con il titolo Injuries and inequities: Guidance for addressing inequities in unintentional injuries ©World Health Organization 2014 A cura di: Francesco Zambon e Belinda Loring Il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute DoRS è l’unico responsabile della traduzione italiana, autorizzata dal WHO Regional Office for Europe. Incidenti e disuguaglianze: Guida per affrontare le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali ©Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DoRs) 2015 Traduzione a cura di Elena Barbera, Paola Capra, Mariella Di Pilato DoRS Regione Piemonte – ASL TO3 Il testo originale, in lingua inglese, è reperibile all’indirizzo: http://www.euro.who.int/en/data-and-evidence/equity-in-health-project/policy-briefs Per ulteriori informazioni: DoRS Regione Piemonte (Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute) ASL TO3 - Via Sabaudia 164 10095 GRUGLIASCO (TO) Info@dors.it - 011/40188506 2
Abstract Questo documento di indirizzo politico intende supportare i decisori politici di livello nazionale, regionale e locale in Europa, nel predisporre, implementare e sviluppare politiche ed interventi per ridurre le disuguaglianze nei casi di incidenti non intenzionali. Gli incidenti non intenzionali che comprendono gli incidenti stradali, le cadute, le ustioni, gli annegamenti e gli avvelenamenti, continuano a rappresentare uno dei principali problemi di salute pubblica, causando la morte di circa mezzo milione di persone ogni anno nella Regione Europea dell’OMS e molti più casi di disabilità. Il carico complessivo1 (global burden) di incidenti non intenzionali è distribuito in modo non uniforme nella Regione Europea dell’OMS. Tra i diversi paesi, e all’interno di ciascun paese, esiste un marcato gradiente sociale2 di mortalità e morbilità. Ridurre le disuguaglianze di salute è un obiettivo strategico fondamentale di Salute 20203 - un modello di politica per la salute e il benessere, approvato nel 2012 dai 53 Stati Membri della Regione Europea dell’OMS. Questa guida – che si basa su solide prove di efficacia4 - si propone di aiutare concretamente i decisori politici europei a raggiungere gli obiettivi di Salute 2020. Dispone opzioni e concreti modus operandi per ridurre in Europa, il livello e la distribuzione non equa degli incidenti non intenzionali, attraverso approcci che affrontano i determinanti sociali degli incidenti non intenzionali e le conseguenze di salute, sociali ed economiche ad essi correlati. 1 Nota a cura del traduttore: Il Global Burden of Disease si propone come “il sistema di misurazione della salute che consente di generare stime sul peso di singoli fattori (ad esempio, il consumo di tabacco) o gruppi di fattori (l’ambiente fisico, gli incidenti), che sono in grado di orientare politiche e programmi”. In Tamburlini G e Monasta L. Il nuovo Global burden of disease study: cosa c’è di nuovo? http://www.saluteinternazionale.info/2012/12/il-nuovo-global-burden-of-disease-study-cosa-ce-di-nuovo/ 2 Nota a cura del traduttore: In termini di salute, il gradiente sociale ci dice che “quanto più bassa è la posizione sociale di una persona, tanto peggiore è la sua salute. Le azioni di contrasto devono concentrarsi sulla riduzione della pendenza di tale gradiente”. In Costa G, Bassi M, Gensini GF, Marra M, Nicelli AL, Zengarini N, L’equità nella salute in Italia. Secondo rapporto sulle disuguaglianze sociali in sanità, Franco Angeli, Fondazione Smith Kline, p. 230 3 Nota a cura del traduttore - Health 2020 in lingua italiana in: http://www.dors.it/alleg/newcms/201409/Health%202020_ita_DEF_SET2014.pdf Nota a cura del traduttore - Si fa riferimento alle evidenze scientifiche contenute nella Review of social 4 determinants and the health divide in the WHO European Region, cfr. riferimento bibliografico n.55 3
Indice Ringraziamenti e contributi 5 Premessa 6 Introduzione 7 01. Obiettivo della guida 02. Come utilizzare la guida 03. Rilevanza rispetto agli obiettivi strategici di altre politiche europee Europa: le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali 9 Che cosa si può fare? 14 01. Un approccio progressivo 15 02. “Primum, non nocere” 15 03. Interventi sulle politiche a diversi livelli 17 03a. Contesto e posizione socio-economica 22 03b. Esposizioni differenti 26 03c. Vulnerabilità differenti 26 03d. Risultati di salute differenti 31 03e. Conseguenze differenti 33 Ulteriori approfondimenti 38 Gli incidenti non intenzionali in Europa Politiche per contrastare gli incidenti non intenzionali Azioni per ridurre le disuguaglianze di salute intervenendo sui DSS Strumenti di valutazione delle politiche per l’equità Disaggregazione dei dati e strumenti Bibliografia 39 4
Ringraziamenti e contributi Questo documento è stato scritto da Francesco Zambon e Belinda Loring (WHO European Office for Investment for Health and Development, Venezia, Italia). Revisione esperta a cura di: • Francesco Mitis, Dinesh Sethi, Erio Ziglio, Åsa Nihlén e Sara Barragán Montes, WHO Regional Office for Europe • Margaret Whitehead, WHO Collaborating Centre for Policy Research on Social Determinants of Health, University of Liverpool, Liverpool, United Kingdom • Sue Povall, WHO Collaborating Centre for Policy Research on Social Determinants of Health, University of Liverpool, Liverpool, United Kingdom • Neil Riley, Public Health Wales, Cardiff, United Kingdom • Chris Brookes, UK Health Forum, London, United Kingdom • Charles Price, European Commission Directorate-General for Health & Consumers, Brussels, Belgium • Nabil Safrany, European Commission Executive Agency for Health and Consumers, Luxembourg. Ulteriori osservazioni sono pervenute anche dal European Commition Directorate General for Health & Consumers, dall’ Executive Agency for Health and Consumers e dall’European Union Expert Group on Health Inequalities. Questo documento è stato prodotto grazie al supporto economico dell’Unione Europea. I punti di vista ivi espressi possono non rappresentare in alcun modo l’opinione ufficiale dell’Unione Europea. Il WHO European Office for Investment for Health and Development del WHO Regional Office for Europe desidera infine ringraziare il Ministero della Salute italiano, la Regione Veneto e la Regione Toscana per il loro costante supporto al lavoro dell’ufficio e per il sostegno economico per questa pubblicazione. 5
Premessa Negli ultimi decenni, gli indicatori dello stato di salute della popolazione generale sono migliorati in tutta Europa, tuttavia, tale miglioramento non è stato raggiunto ovunque o da tutti allo stesso modo. Tra le società, e all’interno di ognuna, ci sono diffuse disuguaglianze di salute che riflettono le differenti condizioni di vita delle persone. Queste disuguaglianze di salute vìolano il diritto dell’uomo alla salute e sono ingiuste. Salute 2020 è un nuovo modello di politica per la salute in Europa basato su evidenze scientifiche e principi, che, nel governo e nella società, supporta azioni per promuovere salute e benessere, riduzione delle disuguaglianze di salute e ricerca di sistemi sanitari centrati sul paziente. Salute 2020 è stato adottato in occasione della 62a sessione del Comitato Regionale Europeo tenutasi a Malta nel settembre 2012. Il modello parte dal principio che salute e benessere sono diritti fondamentali, essenziali per lo sviluppo degli individui, per quello sociale ed economico e per un’Europa sostenibile ed equa. La salute è una risorsa fondamentale per la vita delle persone, delle famiglie e delle comunità. Per trasformare questo principio in realtà dobbiamo affrontare le cause profonde delle disuguaglianze di salute all’interno di ogni paese e tra i diversi paesi. Oggi conosciamo di più sul tema delle disugua- glianze, grazie al rapporto pubblicato nel 2013 Review of social determinants and the health divide in the WHO European Region, redatto dal professor Sir Michael Marmot e dal suo team presso l’Institute of Health Equity dell’University College di Londra. Tuttavia, nei nostri paesi, le opportunità di godere di buona salute non sono affatto distribuite in modo equo e sono strettamente correlate a una buona educazione e istruzione, a un lavoro dignitoso, alla possibilità di avere un’abitazione e un sostegno al reddito nel corso della vita. L’attuale carico di malattia è radicato nel modo con cui affrontiamo questi fattori sociali, che influenzano gli attuali modelli di salute e gli stili di vita negativi e nel modo con cui sono distribuite e utilizzate le nostre risorse. Per queste ragioni, accolgo con favore la pubblicazione di questa serie di policy brief che descrivono le azioni concrete per contrastare le disuguaglianze di salute, soprattutto rispetto alle sfide prioritarie che l’Europa deve affrontare per la salute pubblica: tabacco, alcol, obesità e incidenti. Spero che questa serie di pubblicazioni offra ai decisori politici e ai professionisti che si occupano di salute pubblica gli strumenti e le linee guida necessari per implementare la vision di Salute 2020 e le raccomandazioni incluse nella Marmot Review 2013. I policy brief sono stati realizzati in collaborazione con l’Unione Europea e vorrei esprimere la mia gratitudine per questo sostegno e per l’attenzione con cui l’Unione Europea e l’OMS condividono questo impegno comune nell’affrontare il tema dell’equità. Raggiungere l’obiettivo di Salute 2020 nei diversi paesi dipenderà dalla corretta attuazione delle politiche più rilevanti. Possiamo e dobbiamo cogliere nuove opportunità per migliorare la salute e il benessere di tutti. Abbiamo la possibilità di promuovere pratiche efficaci e politiche innovative tra chi è impegnato a migliorare i risultati di salute. Occorre contrastare le attuali (spesso inaccettabili) disuguaglianze di salute presenti in tutta la nostra Regione e ridurre il divario di salute tra gli Stati Membri europei e al loro interno. Zsuzsanna Jakab WHO Regional Director for Europe. 6
Introduzione 01. Obiettivo della guida Questo documento di indirizzo politico intende supportare i decisori politici di livello nazionale, regionale e locale in Europa, nel predisporre, implementare e sviluppare politiche ed interventi per ridurre le disuguaglianze nei casi di incidenti non intenzionali. Il termine incidente si riferisce al danno fisico che si verifica quando un corpo umano è improvvisamente sottoposto ad una quantità di energia che supera la soglia di tolleranza fisiologica, o al danno derivante dalla mancanza di uno o più elementi vitali, come l’ossigeno (1). Questo documento di indirizzo politico si riferisce ad un ampio gruppo di incidenti non intenzionali, che vengono classificati in base alla loro causa principale: gli incidenti stradali, le cadute, le ustioni, gli annegamenti e gli avvelenamenti. In passato gli incidenti erano considerati accidentali e inevitabili, mentre negli ultimi decenni, grazie ad una migliore comprensione dei meccanismi che vi sottostanno, sono considerati ampiamente prevedibili e prevenibili (2, 3). Gli incidenti non intenzionali continuano ancora ad essere un importante problema di salute pubblica, causando ogni anno la morte di quasi mezzo milione di persone nella Regione Europea dell’OMS e moltissimi casi di disabilità. Il carico di incidenti non intenzionali è distribuito in modo non uniforme nella Regione Europea dell’OMS. Se i tassi di mortalità per incidenti non intenzionali sono diminuiti in media in tutta la Regione Europea dell’OMS, nel Commonwealth degli Stati Indipendenti i tassi di mortalità hanno subito notevoli fluttuazioni a partire dalla metà degli anni ‘90 e continuano ad essere i più alti della Regione. Nei diversi paesi e tra un paese e l’altro esiste un marcato gradiente sociale di mortalità e morbosità. Le persone con più basso livello di istruzione, tassi inferiori di occupazione e/o reddito inferiore, non solo corrono un rischio più elevato di avere un incidente, ma, in caso di incidente, rischiano anche di subire le conseguenze più gravi (3). In generale, molti interventi hanno dimostrato di essere efficaci nel prevenire, ridurre o attenuare la gravità degli incidenti. Le misure comprendono l’utilizzo di dispositivi di sicurezza specifici (cinture di sicurezza o rilevatori di fumo e abbigliamento ignifugo), cambiamenti ambientali (dossi per la velocità, recinzioni per le piscine), interventi educativi (campagne di marketing sociale, formazione dei genitori) e linee-guida politiche o normative (legislazione sulla guida in stato di ebbrezza). Molte di queste misure hanno anche dimostrato di essere efficienti nel rapporto costo-benefici. Sebbene esistano pochissime evidenze sul diverso impatto che gli interventi per la sicurezza hanno sui vari gruppi socio-economici, la presenza di estese disuguaglianze (socio-economiche) nel caso di incidenti richiede ai politici di includere la dimensione dell’equità negli approcci utilizzati per contrastarli (3). Gli interventi di prevenzione devono essere progettati in modo da controbilanciare efficacemente i meccanismi che stanno alla base dell’incidente, meccanismi che possono essere diversi in ogni gruppo sociale. Questo documento di indirizzo politico fornisce indicazioni tecniche su come preparare, attuare e sviluppare nella pratica tali interventi. 7
Introduzione Messaggi chiave • le politiche e gli interventi di contrasto agli incidenti non intenzionali devono essere implementati con l’obiettivo chiaro di avere lo stesso impatto (se non addirittura un impatto maggiore) sui gruppi vulnerabili e sul resto della popolazione, per colmare il divario esistente • gli incidenti non intenzionali (che comprendono incidenti stradali, cadute, ustioni, annegamenti e avvelenamenti) sono la causa di morte per circa mezzo milione di persone ogni anno, nella Regione Europea dell’OMS. I decessi sono solo la punta dell’iceberg: per ogni decesso ci sono molti incidenti dall’esito non mortale, che spesso comportano importanti conseguenze per la salute e ripercussioni sociali • il carico di incidenti è distribuito in modo disomogeneo. Oltre alle differenze tra i diversi paesi, vi è un marcato gradiente sociale all’interno dei singoli paesi • gli incidenti non intenzionali sono prevedibili e prevenibili: efficaci interventi sulla sicurezza possono prevenire, ridurre o attenuarne la gravità • esistono pochissime evidenze che dimostrano come gli interventi per la sicurezza potrebbero influire differentemente sui vari gruppi socio-economici: è necessario valutare, per qualsiasi politica e/o intervento, il possibile diverso impatto • politiche e interventi devono essere progettati conoscendo i meccanismi che stanno alla base degli incidenti, al fine di contrastare efficacemente le disuguaglianze di salute 8
02. Come utilizzare la guida Il modello delle disuguaglianze nel caso di incidenti varia notevolmente tra i diversi paesi europei e al loro interno. Non è quindi possibile formulare, a livello di politiche, delle specifiche raccomandazioni che funzionino in tutti i paesi. Questa guida offre un modello che i decisori politici di livello nazionale, regionale e locale possono applicare al loro contesto specifico, sia per esaminare attentamente i processi e i fattori da cui le disuguaglianze potrebbero derivare, sia per raccomandare interventi politici che possano essere utili per contrastare ognuno di questi fattori. Alla fine della guida vengono indicate ulteriori risorse per orientare i decisori politici ad approfondire la loro conoscenza su evidenze scientifiche, pratiche promettenti e strumenti a supporto dell’elaborazione e della valutazione di politiche. Non tutti i paesi europei possiedono dati sugli incidenti non intenzionali che possano essere disaggregati per fattori socio-economici, oltre che per fascia di età e per sesso. Sono stati pubblicati pochissimi studi sugli interventi di contrasto agli incidenti, il cui focus sia l’equità o la distribuzione degli effetti degli interventi stessi nella popolazione. Inoltre, dal momento che i paesi della Regione Europea dell’OMS hanno modelli diversi di stratificazione sociale, l’evidenza disponibile – che proviene dai paesi ad alto reddito – non si può applicare in modo diretto in tutti i casi (3). Gli sforzi per migliorare la disaggregazione dei dati geografici e sociali, comprese le variabili individuali e di contesto, aumenterebbero la capacità di monitorare i diversi impatti delle politiche e degli interventi sui gruppi sociali. 03. Rilevanza rispetto agli obiettivi strategici di altre politiche europee Ridurre le disuguaglianze di salute e migliorare la governance e l’equità rispetto alla salute sono i principali obiettivi strategici di Salute 2020 - un modello di politica per la salute e il benessere, approvato nel 2012 dai 53 Stati Membri della Regione Europea dell’OMS. Affrontare le principali sfide poste dalle malattie non trasmissibili e dagli incidenti è una delle politiche prioritarie di Salute 2020. Per raggiungere questi obiettivi, Salute 2020 sottolinea fortemente la necessità di rafforzare la prevenzione nella popolazione e intensificare gli interventi sui determinanti sociali di salute (SDH – Social Determinants of Health), a tutti i livelli di governo. In modo analogo, nel 2009, la Commissione Europea ha adottato un documento dal titolo “La solidarietà nella salute: ridurre le disuguaglianze di salute nell’Unione Europea” (4), mentre l’importanza di affrontare le disuguaglianze di salute è affermata chiaramente nella strategia dell’Unione Europea (UE) Insieme per la Salute (5). Tra le iniziative che promuovono espressamente misure orientate alla sicurezza, il Decennio d’Azione per la Sicurezza Stradale 2011-2020 delle Nazioni Unite è un’occasione unica per indirizzare l’agenda politica verso società più sicure. Il relativo Piano Globale (6) richiede un approccio sistematico e un’azione multi-settoriale che coinvolge i governi, il mondo accademico, il settore privato, la società civile, i media, le vittime e le loro famiglie. Le linee di azione sono raggruppate in cinque categorie o pilastri: (1) gestione della sicurezza stradale, (2) strade più sicure e mobilità, (3) veicoli più sicuri, (4) utenti della strada più sicuri e (5) procedure di intervento post collisioni (6). 9
Europa: le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali Le disuguaglianze di salute sono definite come differenze sistematiche riguardo alla salute, che possono essere evitate con un’adeguata azione politica e che pertanto sono da considerarsi ingiuste e ingiustificate. Per poterle contrastare con un’azione efficace è necessario capire, prima di tutto, le cause di queste disuguaglianze di salute. Le disuguaglianze non sono solo in relazione all’accesso ai servizi di assistenza sanitaria; incidono anche molti altri determinanti collegati alle condizioni di vita e di lavoro e alle macro-politiche generali che governano un paese o una regione (Figura 1). Le disuguaglianze di salute sono causate dall’iniqua distribuzione dei determinanti di salute, come potere, reddito, beni e servizi, condizioni di vita povere e non eque e dalle differenze nell’adozione di comportamenti non salutari, che questi determinanti producono. Figura 2. I principali determinanti di salute Fonte. Dahlgren & Whitehead (7) Gli incidenti non intenzionali rappresentano uno dei principali problemi di salute pubblica, totalizzando circa mezzo milione di morti ogni anno nella Regione Europea dell’OMS, ossia il 7% di tutti i decessi (8). Sono classificati in base alla loro principale causa: incidenti stradali, cadute, ustioni, annegamenti e avvelenamenti. Numerosi incidenti sono però provocati anche da altre cause, come la corrente elettrica o l’esposizione a forze meccaniche. Tuttavia, gli approcci generali per la prevenzione sono gli stessi per tutti. 10
Europa: le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali La più vasta quota di incidenti non intenzionali è attribuibile agli incidenti stradali, seguiti dagli avvelenamenti e dalle cadute. Da sole queste tipologie di incidenti sono da annoverarsi tra le 10 principali cause di morte nella popolazione tra 0 e 59 anni; mentre nella fascia di età compresa tra 5 e 29 anni sono gli incidenti stradali la principale causa di morte, provocando circa 35.000 decessi ogni anno. Tuttavia, lo schema in base a cui si distribuiscono gli incidenti mortali varia notevolmente secondo la fascia di età (Figura 2) (8-12). Figura 2. Decessi per incidenti non intenzionali espressi in percentuale sul totale di decessi nella Regione Europea dell’OMS, classificati per tipologia di incidente, riferiti ad entrambe i sessi, anno 2011 Fonte. WHO Regional Office for Europe (8). 11
Europa: le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali Clinicamente parlando, i decessi sono solo la punta dell’iceberg; per ogni decesso si verificano molti incidenti non mortali, che però, a livello sociale, comportano conseguenze di vasta portata per la salute. Ad esempio, uno studio effettuato nei Paesi Bassi ha mostrato che per ogni morte causata da incidenti avvenuti in casa o durante il tempo libero, ci sono stati 160 ricoveri ospedalieri e 200 accessi al pronto soccorso (10, 13). In Europa i tassi di mortalità per incidenti non intenzionali sono più elevati nei maschi che nelle femmine e i decessi maschili per annegamento sono 4,6 volte più frequenti di quelli femminili. Tuttavia, il rapporto maschio-femmina varia in base al tipo di incidente (Figura 3) (8). Le evidenze scientifiche sulle differenze socio-economiche in relazione al genere sono contradditorie e discordati (3). Uno studio condotto in otto paesi ha dimostrato che gli uomini con livelli d’istruzione più bassi, in genere hanno un maggiore tasso di mortalità per incidenti causati da mezzi di trasporto, indipendentemente dal paese in cui è stato condotto lo studio (non sono state rilevate differenze tra i paesi partecipanti). Tuttavia, estendendo l’analisi alle donne, in particolare alla loro appartenenza sociale, e considerando la relazione con il rischio di lesioni, si è giunti a risultati contrastanti (14). Figura 3. Rapporto tra decessi maschili e decessi femminili per incidente, nella Regione Europea dell’OMS, anno 2008 Fonte. WHO Regional Office for Europe (8). 12
Europa: le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali Il carico di incidenti non intenzionali non è distribuito in modo equo nella Regione Europea dell’OMS. Sebbene i paesi dell’Europa occidentale abbiano raggiunto buoni livelli di sicurezza, i decessi e le disabilità per incidenti continuano a rimanere elevati nei paesi dell’Europa dell’Est. Per quanto riguarda la mortalità per incidenti, la Regione Europea dell’OMS mostra la massima differenza tra i paesi poveri e quelli ricchi del mondo. Complessivamente, nei paesi a basso e medio reddito, il rischio di morire per incidenti non intenzionali è tre volte superiore che nei paesi con un reddito elevato. Tuttavia, quando si considerano le cause specifiche degli incidenti, emergono disuguaglianze molto più grandi. Per esempio, il tasso di mortalità per incidenti stradali è di 3 su 100.000 in Svezia, mentre in Kazakistan è sette volte tanto (9). Oltre a queste differenze nella Regione, esistono disparità anche all’interno dei singoli paesi, senza eccezioni. In generale, in tutti i paesi, le persone più svantaggiate hanno un rischio di incidenti non intenzionali mortali e non mortali più alto rispetto ai membri più abbienti della società. La vulnerabilità, l’esposizio- ne e le conseguenze degli incidenti gravano in modo differente, in base allo status socio-economico (15–17). I bambini e le persone dei gruppi svantaggiati possono soffrire di malnutrizione e presentare contemporaneamente più patologie: pertanto, a seguito di un incidente sono più soggetti a subire conseguenze peggiori. Inoltre, le lesioni accentuano il ciclo della povertà, poiché i gruppi più vulnerabili rispetto alle persone agiate, hanno meno probabilità di poter sostenere le spese mediche, di potersi assentare dal lavoro o di avere un’assicurazione. Per esempio, in Inghilterra e nel Galles, i bambini delle famiglie meno abbienti hanno una probabilità 37.7 volte superiore di morire per esposizione al fumo o al fuoco, rispetto alle famiglie più abbienti (18). Le cause che portano all’incidente variano nei differenti gruppi sociali. Migliorare la sicurezza richiede interventi flessibili e multidisciplinari, basati su una conoscenza approfondita delle comunità (3). La ricerca ha dimostrato che più una malattia è prevenibile più forte è la relazione tra risultato di salute e livello socio-economico. Gli individui più svantaggiati hanno minore possibilità di accesso ai dispositivi di sicurezza, agli interventi educativi e ai programmi per modificare comportamenti non sicuri – per citare solo alcuni degli strumenti di prevenzione. Le persone benestanti hanno una serie di risorse che rendono la prevenzione più accessibile. Inoltre, in caso di incidente, potersi permettere un’assistenza medica di elevata qualità può creare disuguaglianze e rendere più pesante, nei ceti più poveri, il carico degli incidenti (19). Pochissime politiche ed interventi tengono conto della dimensione dell’equità nella fase di progettazione. Sarebbe opportuna e utile un’ulteriore valutazione del differente impatto tra i diversi gruppi socio-economici. 13
Europa: le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali Messaggi chiave • gli incidenti non intenzionali sono una delle principali cause di morte • il carico degli incidenti non è distribuito in modo equo tra i diversi gruppi socio-economici. Le persone con livelli bassi di istruzione, di occupazione e di reddito, sono più a rischio di incidenti non intenzionali, rispetto a coloro che godono di migliori condizioni • i maschi sono più colpiti da decessi e disabilità rispetto alle femmine, per quanto riguarda tutti i tipi di incidenti non intenzionali • gli interventi di prevenzione possono aumentare efficacemente il livello complessivo di sicurezza in una popolazione, ma non possono diminuire le disuguaglianze rispetto agli incidenti non intenzionali tra i diversi gruppi socio-economici • sebbene solide evidenze documentino le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali, sono molto poche le politiche e gli interventi che nella fase di progettazione includono la dimensione dell’equità • la complessa interazione tra variabili individuali, di comunità e strutturali, porta, nei vari gruppi socio-economici, a differenti cause sottostanti in caso di incidente. Le misure di sicurezza devono partire da questa consapevolezza 14
Che cosa si può fare? Gli incidenti non intenzionali impongono alle società costi ingenti, che potrebbero essere drasticamente abbattuti. Si stima che gli incidenti stradali da soli riducano il prodotto interno lordo di un paese fino al 3,9 % (8). Inoltre, i costi associati alle cure mediche e la perdita di reddito derivante dalle lesioni subite, possono impoverire ulteriormente le persone che già vivono in condizioni svantaggiate e spingerle al di sotto della soglia di povertà (“medical poverty trap”). Esistono interventi costo-efficaci che possono ridurre il carico complessivo degli incidenti non intenzionali. Essi hanno un elevato ritorno sugli investimenti, poiché portano ad un risparmio di vite umane economicamente produttive. Uno studio condotto in Inghilterra dimostra che, implementare azioni di prevenzione, nei bambini e nei giovani, con lo scopo di evitare gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri ospedalieri per incidenti non intenzionali, consente risparmi di rilievo. Se, a livello nazionale, gli incidenti non intenzionali nei bambini venissero ridotti dell’11%, sarebbe possibile disporre di fondi sufficienti a compensare il costo per realizzare interventi di prevenzione (20). Nonostante l’impressionante evidenza sull’esistenza di un forte gradiente sociale per tutti i tipi di incidenti, è raro trovare politiche e interventi che affrontino chiaramente la dimensione dell’equità in modo tale da prevedere l’impatto sui diversi gruppi sociali (3). Questo si traduce in una mancanza di conoscenza per comprendere se gli interventi sono ugualmente efficaci in tutti i gruppi socio-economici e se riducono progressivamente il rischio di incidenti negli individui più vulnerabili. Gli interventi rivolti ai gruppi svantaggiati di solito implicano misure come l’adozione di pratiche sicure e l’uso di dispositivi di sicurezza, che tuttavia potrebbero non essere sufficienti a diminuire il livello di rischio di incidenti (21). Gli interventi orientati all’equità dovrebbero essere progettati in modo da contrastare efficacemente i meccanismi che sottostanno agli incidenti, meccanismi che possono essere diversi in ogni gruppo so- ciale. Questi interventi sono necessari per aumentare progressivamente il livello di sicurezza dei gruppi che più ne hanno bisogno, attraverso concertate azioni multi-settoriali. Strategie di “sicurezza per tutti”, come interventi legislativi, di regolamentazione e di enforcement5 sono efficaci nel ridurre gli incidenti in tutti i gruppi sociali. Standard minimi relativi a dispositivi / attrezzature e adozione di comportamenti e pratiche sicure, come per esempio indossare le cinture di sicurezza in auto, sono alcune delle strategie contemplate. Sebbene sia universalmente riconosciuto che gli interventi passivi, rivolti a tutti, come la gestione della sicurezza del traffico stradale, sono più efficaci nel ridurre il carico di incidenti, non è noto se essi favoriscano in modo diverso i gruppi svantaggiati, riducendo così le disuguaglianze tra i gruppi socio-economici (3). Gli approcci efficaci tendono a focalizzarsi sui processi e sulle cause da cui traggono origine le differenze riguardo alla sicurezza. Le politiche e gli interventi orientati all’equità hanno l’obiettivo di limitare le disuguaglianze nella popolazione e nei quartieri meno abbienti, attraverso azioni mirate a ridurre l’esposizione al rischio e alle conseguenze degli incidenti (22). 5 Nota a cura del traduttore - Enforcement: interventi finalizzati all’attuazione, applicazione, controllo, rispetto e rafforzamento di una legge, norma o regola. 15
Che cosa si può fare? Esistono diversi approcci per la prevenzione delle disuguaglianze socio-economiche negli incidenti non intenzionali, approcci incentrati sui vari aspetti della prevenzione (7, 23): Prevenzione primaria Possibilità di trovarsi in situazioni di sicurezza: alcune persone sono esposte a rischi strutturali più elevati, come i bambini che vivono in zone molto trafficate. Prevenzione secondaria Possibilità di evitare i rischi: alcune persone sono meno in grado di evitare gli incidenti. Per esempio non tutti si possono permettere i sistemi di protezione per consentire ai bambini di viaggiare in auto in condizioni di sicurezza. Prevenzione terziaria Accesso o utilizzo dei servizi sanitari: alcune persone vivono in zone prive di servizi che, in caso di trauma, possano prestare interventi di primo soccorso e cure di riabilitazione. Tali interventi dovrebbero essere parte integrante di più ampie politiche indirizzate al benessere sociale e di politiche che promuovono la mobilità sociale. 01. Un approccio progressivo I Paesi europei hanno esperienze e competenze molto diverse nell’affrontare le disuguaglianze di salute. Tuttavia indipendentemente dalla condizione di partenza, qualcosa può essere fatto. Può essere adottato un approccio progressivo per ridurre le disuguaglianze (Figura 4). Figura 4. Approccio progressivo per ridurre le disuguaglianze Non sono solo i più emarginati a subire un carico sproporzionato di incidenti non intenzionali. Esiste un gradiente sociale, per cui ogni gruppo socio-economico ha un rischio relativamente più alto di incorrere in un incidente non intenzionale rispetto al gruppo che occupa il livello superiore della scala sociale. Colmare le distanze tra i diversi gruppi e ridurre il gradiente sociale richiede una strategia che associ a politiche universali misure supplementari, in base ai diversi livelli di necessità. 16
Che cosa si può fare? 02. “Primum, non nocere” Alcuni interventi di salute pubblica aggravano, pur senza volerlo, le disuguaglianze. Fino a quando l’equità non sarà presa esplicitamente in considerazione, l’approccio attualmente in uso porterà a creare politiche, programmi e servizi che incrementano il gradiente sociale di salute. Sfortunatamente, sebbene questo non sia l’intento dei decisori politici, i gruppi più svantaggiati trarranno il minimo beneficio dalla politica (anche se dovrebbero essere i primi ad averne un vantaggio) e le disuguaglianze aumenteranno invece di ridursi. Per esempio, uno studio del Regno Unito ha valutato l’efficacia di interventi di sicurezza domestica, che comprendevano una consulenza sulla sicurezza e la fornitura gratuita di dispositivi di sicurezza ad un campione molto ampio di famiglie. Lo studio ha riscontrato che le famiglie appartenenti a minoranze etniche erano meno propense delle altre famiglie a seguire alcune procedure di sicurezza domestica (come la conservazione sicura di medicinali e di prodotti per la pulizia), aumentando le disuguaglianze, invece di ridurle (24). Questo sembra essere vero soprattutto per le vaste campagne di educazione pubblica e per gli interventi individuali di promozione della salute, che spesso hanno maggiore impatto sui più abbienti. Ma ciò non dovrebbe accadere (25, 26). Alcune misure, come quelle per la moderazione del traffico (i “traffic calming”), sono efficaci nel ridurre gli incidenti che coinvolgono i pedoni, in tutti i gruppi socio-economici. Le misure per la moderazione del traffico possono anche ridurre le disuguaglianze nel caso di incidenti che coinvolgono i pedoni bambini (27). Esistono altre buone strategie per prevenire gli incidenti non intenzionali che non sono state oggetto di valutazione di efficacia pratica nei differenti gruppi socio-economici e perciò non si può presupporre che queste misure avranno gli stessi effetti in tutta la società. Numerosi sono gli strumenti a disposizione per valutare l’impatto, in termini di equità, di politiche e interventi (consulta la sezione “Ulteriori approfondimenti”, alla fine di questo policy brief). Lo sviluppo di politiche e interventi può trarre beneficio da una serie di 10 ben note strategie per la prevenzione degli incidenti (28), indirizzate sia alle fasi che costituiscono il processo di un incidente, sia alle aree suscettibili di cambiamento. Tuttavia non è stata effettuata nessuna valutazione approfondi- ta di queste strategie con la lente dell’equità, seppure sia possibile presumere che più un intervento è vicino ad individuare la fonte del pericolo e a mettere in atto misure per modificarla, elimininarla, sepa- rarla o isolarla (sicurezza passiva), maggiore è il suo potenziale di riduzione delle disuguaglianze in caso di rischio di incidente. Al contrario, più un intervento dipende dall’adozione di un comportamento sicuro (sicurezza attiva) in condizioni di vita, di lavoro o di ambiente stradale difficili, minore sarà la probabilità che risulti efficace per gli individui e le comunità meno abbienti, a meno che gli interventi di cambiamento di comportamento non siano accompagnati da interventi di enforcement (3). Nel qual caso è probabile che non riescano a ridurre il divario in tema di sicurezza. La Tabella 1 mostra le 10 strategie sviluppate da Haddon e il loro impatto sulle disuguaglianze (28). Il decisore politico dispone di tre approcci per implementare tali strategie: 17
Che cosa si può fare? • programmi rivolti alla popolazione, che prevedono il medesimo intervento per tutti i gruppi • programmi rivolti ai gruppi più a rischio • programmi rivolti alla popolazione che prevedono interventi personalizzati per differenti gruppi Interventi legislativi, di regolamentazione e di enforcement sono strategie orientate alla “sicurezza per tutti” e hanno dimostrato di essere efficaci nel ridurre il carico globale di incidenti. I programmi personalizzati hanno l’obiettivo di individuare le persone a rischio, di diminuire la loro esposizione e la loro vulnerabilità al rischio, di prevenire, in caso di incidenti, le conseguenze dettate dalla non equità. Questo, per esempio, si può ottenere con un programma educativo e con la distribuzione gratuita di dispositivi di sicurezza, ai gruppi più a rischio (29). 18
Che cosa si può fare? Tabella 1. 10 strategie per la prevenzione degli incidenti e il loro potenziale impatto sulle disuguaglianze Le 10 strategie Tipo di Finalità Esempi Impatto sulle di Haddon per intervento della disuguaglianze la prevenzione politica/ e il controllo dell’intervento degli incidenti Eliminare Leggi, Limitare Probabilità di aumentare - il rischio regolamenti, l’esposizione la sicurezza per tutti 1 interventi infrastrutturali Separare Leggi, Limitare Cadute: Programmi educativi il rischio regolamenti, l’esposizione cancelletti di relativi all’uso /al possesso 2 interventi sicurezza per di cancelletti di sicurezza infrastrutturali, le scale per le scale sono risultati fornitura di più efficaci tra le famiglie dispositivi di svantaggiate (in confronto sicurezza ai loro gruppi di controllo) (30) Cadute: fermi Programmi educativi di sicurezza relativi all’uso /possesso di per le finestre fermi di sicurezza per le fi- nestre sono risultati meno efficaci tra le famiglie svantaggiate (in confronto ai loro gruppi di controllo) (21)6 Isolare il Leggi, Limitare Recinzioni per Probabilità di aumentare rischio regolamenti, l’esposizione piscine, acqua la sicurezza per tutti 3 interventi park e luoghi di infrastrutturali ricreazione aquatici; barriere di protezione poste al bordo di scogliere o burroni 6 Nota a cura del traduttore. La revisione sistematica Cochrane a cui si fa riferimento in bibliografia è stata aggiornata nel 2012. Il nuovo riferimento è: Kendrick D, Young B,Mason-Jones AJ, Ilyas N, Achana FA, Cooper NJ, Hubbard SJ, Sutton AJ, Smith S, Wynn P, Mulvaney CA, Watson MC, Coupland C. Home safety education and provision of safety equipment for injury prevention. Cochrane Database of Systematic Reviews 2012, Issue 9. Art. No.: CD005014. DOI: 10.1002/14651858.CD005014.pub3. http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD005014.pub3/pdf 19
Che cosa si può fare? Le 10 strategie Tipo di Finalità Esempi Impatto sulle di Haddon per intervento della disuguaglianze la prevenzione politica/ e il controllo dell’intervento degli incidenti Modificare Leggi, Limitare Scottature: Programmi educativi il rischio regolamenti, l’esposizione valvola di relativi alla prevenzione 4 interventi sicurezza per delle ustioni sono infrastrutturali regolare la risultati più efficaci tra le temperatura famiglie svantaggiate bollente (in confronto ai loro dell’acqua del gruppi di controllo). rubinetto (21) Incidenti Le misure per stradali: la moderazione del misure di traffico sono associate ad moderazione una riduzione in valore del traffico assoluto degli incidenti (“traffic che coinvolgono i pedoni e calming”) ad una riduzione in valore relativo delle disuguaglianze nel tasso di incidenti che coinvolgono i pedoni bambini (27) Bruciature: Non previene gli incidenti camicie da ma contribuisce in modo notte in significativo alla riduzione tessuto degli incidenti mortali negli ignifugo, individui appartenenti a resistente alle tutti i gruppi sociali (3) fiamme Equipaggiare Standard di Limitare Incidenti La normativa sull’uso dei le persone sicurezza, la vulnerabilità stradali: caschi per ciclisti è efficace 5 politiche sul normative nell’aumentare l’utilizzo prezzo dei sui caschi per del casco nei bambini e dispositivi di ciclisti in particolare nei bambini sicurezza, che vivono nelle aree più distribuzione svantaggiate (31) gratuita di dispositivi di sicurezza Incendi: Stesso impatto su tutti i rilevatori di gruppi socio-economici fumo (32, 33) 20
Che cosa si può fare? Le 10 strategie Tipo di Finalità Esempi Impatto sulle di Haddon per intervento della disuguaglianze la prevenzione politica/ e il controllo dell’intervento degli incidenti Formare e istruire Programmi Limitare Incidenti stra- I programmi hanno avuto le persone di visite domici- la vulnerabilità dali: programmi un impatto positivo sui 6 liari, campagne educativi rivolti traumi cranici nei comuni di marketing alla popolazione ricchi e nei comuni sociale, corsi di uniti alla eco- poveri (34) formazione, nomicità e alla azioni di disponibilità enforcement di caschi per sulla legge ciclisti Avvisare e Programmi di Limitare Incidenti I programmi hanno avuto mettere in guardia visite domici- la vulnerabilità stradali: un impatto positivo sui le persone liari, campagne programmi traumi cranici nei comuni 7 di marketing educativi ricchi e nei comuni poveri sociale, rivolti alla (34) corsi di forma- popolazione zione, azioni di uniti alla eco- enforcement nomicità e alla sulla legge disponibilità di caschi per ciclisti Supervisione Programmi Limitare Interventi per Impatto maggiore sui sulle persone genitoriali, la vulnerabilità prevenire gli gruppi svantaggiati (21) 8 azioni di annegamenti enforcement sulla legge Probabilità di aumentare - la sicurezza nei gruppi svantaggiati Prestare soccorso Migliorare i Migliorare i Probabilità di limitare, alle persone centri di risultati di salute in caso di incidenti, le 9 traumatologia - conseguenze a lungo nelle aree più termine, nei gruppi svantaggiate, svantaggiati aumentando l’accessibilità e l’economicità delle cure Curare e riabilitare Migliorare Limitare le le persone l’accessibilità e conseguenze 10 economicità sulla salute - - delle cure, miglio- rare il sistema di previdenza e di protezione sociale 21
Che cosa si può fare? Messaggi chiave • gli interventi di sanità pubblica nati con le migliori intenzioni spesso aumentano le disuguaglianze. Il tema dell’equità deve essere inserito in modo esplicito nella fase di progettazione di tutti i programmi e di tutte le politiche indirizzate agli incidenti non intenzionali • non dare per scontato che ciò che in media funziona, funzioni per tutti – è fondamentale analizzare l’effetto degli interventi sui diversi gruppi sociali • è necessario monitorare tutte le politiche per verificarne l’efficacia nel raggiungere i previsti risultati di equità • modificare, isolare e/o eliminare la fonte di pericolo potrebbe avere un enorme potenziale nel ridurre le disuguaglianze in tutti i gruppi socio-economici, laddove esiste un rischio di incidente (sicurezza passiva) • gli interventi che si basano sull’adozione di un comportamento sano (sicurezza attiva) hanno minore probabilità di essere efficaci tra i gruppi più svantaggiati 03. Interventi sulle politiche a differenti livelli Le disuguaglianze negli incidenti non intenzionali possono emergere da fattori presenti a molti livelli (Figura 5), quali: • il contesto socio-economico generale • le esposizioni differenti a fattori di rischio • la diversa vulnerabilità dei gruppi di popolazione • i vari tipi di esperienza all’interno del sistema sanitario • le molteplici conseguenze causate dagli incidenti Per i più svantaggiati nella società, le disuguaglianze esistono a tutti questi livelli e portano a un insieme di condizioni sfavorevoli. 22
Che cosa si può fare? Per esempio, i gruppi di popolazione più poveri, emarginati dalla società, hanno una maggiore probabili- tà di essere esposti a condizioni abitative non sicure e ad ambienti pericolosi a causa del traffico, hanno un accesso limitato alle informazioni e alle istruzioni riguardanti la sicurezza, hanno minori possibilità di pagare un’assicurazione sulla casa e sull’automobile e hanno meno opportunità di ricevere cure mediche e servizi riabilitativi di qualità elevata (3). Pensare al modo in cui possono insorgere le disuguaglianze nel caso di incidenti non intenzionali, può aiutare ad individuare i momenti nei quali intervenire (Figura 5). Un approccio globale per ridurre le disuguaglianze negli incidenti non intenzionali prevede una combinazione di politiche indirizzate alle disuguaglianze radicate nei determinanti sociali e di politiche che affrontano i “sintomi” delle disuguaglianze nei determinanti sociali di salute o che cercano di compensarne gli effetti. Questo approccio richiede un insieme di interventi - sia semplici che complessi - articolati in azioni da attuare nel breve periodo, ma focalizzate sul lungo periodo (Figura 6). 03a. Contesto e posizione socio-economica Figura 5. I livelli in cui possono svilupparsi, ed essere affrontate, le disuguaglianze di salute Fonte. Blas & Kurup (35) 23
Che cosa si può fare? Figura 6. Affrontare le disuguaglianze richiede una combinazione di politiche Molti sono i fattori che nei contesti socio-economici di livello internazionale, europeo o nazionale possono influenzare il modo in cui sono distribuiti i determinanti sociali di salute (SDH). Sono inclusi quei fattori del contesto socio-economico che nelle società europee • influenzano il modo in cui il rischio si produce, si distribuisce e il ruolo che gioca • condizionano i gruppi più a rischio di subire lesioni correlate all’incidente Questi fattori possono essere modificati o se ne possono compensare gli effetti (Tabella 2). Misure come gli interventi legislativi, i regolamenti e le azioni di enforcement – rivolti ai principali fattori di rischio nel caso di incidenti non intenzionali – riducono il carico globale di incidenti e possono anche ridurre le disuguaglianze, definendo condizioni e standard minimi per garantire la sicurezza e impo- nendo comportamenti e pratiche sicure. Tuttavia, un’indagine recente sul tema della sicurezza stradale ha constatato che solo il 49% dei paesi della Regione Europea OMS dispone di una legislazione che si estende ai cinque principali fattori di rischio degli incidenti stradali: velocità eccessiva, guida in stato di ebbrezza, uso del casco, uso delle cinture di sicurezza e uso di dispositivi di protezione per trasportare i bambini in auto. Dall’indagine, inoltre, risulta che la maggior parte dei paesi riferisce la necessità di controllare che la legislazione venga applicata, per essere davvero efficace (11). Le strategie orientate alla “sicurezza per tutti”, come la normativa che limita l’accesso a prodotti o sostanze pericolose, hanno un impatto protettivo rispetto agli incidenti non intenzionali e a quelli intenzionali. Un esempio è rappresentato dalla legislazione inglese che limita il quantitativo massimo di paracetamolo e di aspirina che può essere acquistato in una sola volta in un negozio, con avvertimenti esposti in modo chiaro sulla confezione, riguardo al pericolo in caso di eccessiva assunzione (Box 1). Questa normativa, e la sua azione di enforcement, sono state efficaci nel prevenire non solo i casi di avvelenamento accidentale, ma anche quelli di suicidio (36). 24
Che cosa si può fare? box 1 Regno Unito: normativa efficace nel ridurre i casi di avvelenamento accidentale L’avvelenamento causato dal paracetamolo (un medicinale che viene solitamente venduto senza prescrizione medica) è la causa di numerose morti accidentali ed è una causa frequente di epatotossicità e di accesso all’unità di epatologia. Nel Regno Unito è stata introdotta una normativa per ridurre le dimensioni delle confezioni di paracetamolo vendibili senza ricetta medica. Nelle farmacie è possibile acquistare le confezioni da 32 pillole , mentre nelle parafarmacie solo quelle da 16. Uno studio condotto in Inghilterra e nel Galles ha dimostrato come in un arco temporale di 11 anni tale normativa era associata ad una riduzione significativa dei decessi per avvelenamento da paracetamolo. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per analizzare se la riduzione dei decessi è distribuita in modo equo in tutte le classi sociali (36). 03b. Esposizioni differenti Alcuni gruppi possono essere esposti a fattori che aumentano il rischio di incidenti non intenzionali. Esistono situazioni di differente esposizione ai pericoli, come per esempio ambienti non sicuri o condizioni del traffico. Nel Regno Unito, i bambini che vivono nelle zone più svantaggiate hanno più probabilità dei loro pari, che vivono in zone più ricche, di andare a scuola a piedi o da soli, senza essere accompagnati da un adulto (38). Le strategie efficaci nel ridurre l’esposizione al rischio dovranno indirizzarsi ai comportamenti come alle infrastrutture (Box 2 e Tabella 3). Ad esempio, i percorsi casa-scuola dei bambini richiedono azioni di supervisione (si indirizzano perciò ad un comportamento) e richiedono lo sviluppo di aree sicure dove giocare (si indirizzano ad un cambiamento ambientale). Inoltre, l’uso del territorio e le politiche dei trasporti, così come le normative per la progettazione delle abitazioni, possono avere un effetto, nella misura in cui modificano l’esposizione ai pericoli (39). 25
Che cosa si può fare? Tabella 2. I fattori del contesto socio-economico che determinano le disuguaglianze e gli interventi da attuare Determinanti delle disuguaglianze Interventi da attuare 1 I livelli di povertà e la • semplificare i requisiti per avere l’idoneità e per avere diritto loro distribuzione ad un supporto a chi è privo di documenti d’identità • migliorare l’accessibilità dei servizi destinati ai gruppi ad alto rischio (formazione del personale, politiche di assunzione, sensibilità culturale e di genere, orari di apertura, ubicazione dei servizi) • rivedere la continuità del percorso di cura, per garantire migliori collegamenti tra servizi sanitari e servizi sociali ai pazienti che, dopo la dimissione dalle strutture sanitarie, sono più a rischio di subire conseguenze negative per la propria salute (ad esempio i senza fissa dimora) • fornire un supporto abitativo a chi viene dimesso dopo un ricovero per cure 2 Le norme culturali sulla • mettere in atto delle campagne per promuovere una cultura della sicurezza e le norme sicurezza, che siano progettate secondo studi qualitativi e quantitativi di genere che ragionano sui comportamenti non sicuri tra i gruppi vulnerabili, e che siano progettate specificamente per raggiungere gli individui più svantaggiati Per esempio: i giovani maschi hanno stili di vita e comportamenti a rischio, • rafforzare le azioni di enforcement sulla legge e introdurre dei rego- incoraggiati da norme, aspettative e lamenti che definiscano gli standard di sicurezza identità fortemente condizionate da • attuare delle misure che si indirizzino alle norme e ai valori di una cultura maschile genere, per contrastare i comportamenti a rischio • mettere in atto delle misure per modificare culture nocive legate al consumo di alcolici, diffuse tra alcuni gruppi di popolazione (come gli uomini e i giovani), al fine di prevenire la guida in stato di ebbrezza 3 Le condizioni dell’ambiente • migliorare gli standard di sicurezza di ambienti domestici e lavorativi domestico e dell’ambiente di • effettuare azioni di audit sulle condizioni di sicurezza della rete lavoro e delle aree adibite stradale esistente e inserire l’argomento sicurezza nella progettazione alla ricreazione; l’ambiente di nuove strade stradale; la manutenzione • produrre dispositivi di sicurezza (caschi, cinture, di sicurezza, sistemi delle infrastrutture stradali di protezione per bambini) che siano conformi alle normative di sicurezza internazionali • elaborare una legge sulla sicurezza che definisca gli standard e le condizioni minime da rispettare sui luoghi di lavoro, negli edifici pubblici e privati, nelle aree adibite alla ricreazione sulle strade 4 Disuguali opportunità • garantire la convenienza economica dei dispositivi di sicurezza riguardo alla sicurezza: (cancelletti di sicurezza per le scale, rilevatori di fumo, caschi) con disponibilità ed una regolamentazione / controllo del prezzo economicità dei • co-finanziare l’acquisto di dispositivi di sicurezza da parte dei dispositivi di sicurezza gruppi meno abbienti • fornire incentivi economici, distribuzione gratuita e prestiti per l’acquisto di dispositivi di protezione per bambini che viaggiano in autoveicoli (37) 26
Che cosa si può fare? Determinanti delle disuguaglianze Interventi da attuare 5 Esclusione • coinvolgere gli individui che appartengono ai gruppi più emarginati sociale/emarginazione nello sviluppo e nell’implementazione di politiche che consentano loro di soddisfare i propri diritti (istruzione, sanità, abitazione) É importante comprendere il meccanismo che, nei diversi gruppi sociali, accresce l’esposizione al rischio di incidenti. Per esempio, se genitori appartenenti a gruppi socialmente svantaggiati presentano solo un deficit a livello di informazioni, questo potenzialmente può venire affrontato con un approccio educati- vo. Se invece i bambini affrontano un rischio maggiore, perché vivono in zone esposte ad alta densità di traffico, allora potrebbero essere necessarie delle misure politiche e ambientali a più ampio spettro (39). L’abuso di alcol è un fattore di rischio per gli incidenti non intenzionali, in tutti i gruppi socio-economici, con un’associazione abuso – rischio maggiore per quei gruppi che si trovano sul gradino più basso della scala sociale. Inoltre, l’abuso di alcol è uno dei più forti fattori predittivi di casi di violenza interpersonale e di lesioni autoinflitte. Considerando che, in rapporto alle conseguenze di un incidente, l’alcol gioca un ruolo di primo piano, gli interventi indirizzati a diminuire l’abuso di alcol o a ridurne la possibilità di accesso, limitando gli orari di apertura dei bar e dei punti di vendita delle bevande alcoliche, aumenteranno i benefici per tutta la società (3). box 2 Lipetskaja oblast nella Federazione Russa: comportamenti più sicuri attraverso strategie che potenziano l’enforcement in vigore e con campagne di marketing sociale Nel 2010 la regione russa di Lipetskaja oblast ha attuato un progetto multisettoriale di sicurezza stradale (Sicurezza Stradale in 10 Paesi) che, tra le proprie iniziative, prevedeva una nuova campagna di marketing sociale e iniziative di sviluppo di comunità7, per incrementare l’uso delle cinture di sicurezza. Per raggiungere i gruppi ad alto rischio, spot televisivi efficaci e incisivi sono stati accompagnati da cartellonistica e altri mezzi di comunicazione. Durante la campagna, i controlli da parte della polizia sono aumentati di 10 volte rispetto alle misure di controllo adottate prima della campagna. L’iniziativa ha portato, nella regione, ad un aumento significativo dell’uso delle cinture di sicurezza e del numero di vite salvate. Tuttavia, non è stata effettuata una valutazione per verificare se i miglioramenti in merito alla sicurezza si siano distribuiti equamente tra i diversi gruppi socio-economici (40, 41). Nota a cura del traduttore. “Sviluppo di comunità: processo di collaborazione o di auto-mutuo aiuto che 7 coinvolge i residenti di una comunità locale, con lo scopo di migliorarne le cindizioni sociali, economiche e fisiche”. In Albanesi C. Ricerca intervento e sviluppo di comunità, in Colucci F.P., Colombo M., Montali L. (a cura di) La ricerca-intervento: prospettive e ambiti, Bologna, Il Mulino, 2008, p. 197. 27
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