IN VIAGGIO VERSO L'INTERNO CON JUNG - A cura di Guglielmo Andrea Costa - psicologia analitica - Modelli di ...

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IN VIAGGIO
…VERSO L’INTERNO…
    CON JUNG
A cura di Guglielmo Andrea Costa – psicologia analitica
IN VIAGGIO VERSO L'INTERNO CON JUNG - A cura di Guglielmo Andrea Costa - psicologia analitica - Modelli di ...
Il processo di individuazione è faticoso e doloroso, una discesa all’inferno necessaria
per poter risorgre.
Jung identifica Cristo come archetipo del sé, Cristo, infatti, come ogni uomo, è dovuto
passare per il sentiero dell’individuazione, che lo ha messo di fronte alla necessità di
integrare i contenuti dell’inconscio collettivo. Tale integrazione sarebbe rappresentata
dalla discesa di Cristo nell’inferno, un tema che compare in molti vangeli apocrifi e nei
testi alchemici, e che Jung riprende nel capitolo intitolato “Il concepimento di Dio”.
Cristo è dunque, per Jung, una figura profondamente umana, soggetta alle stesse
contraddizioni e agli stessi patimenti che affliggono l’uomo contemporaneo.
Cristo apre l’era dei Pesci. Nel punto a ovest della costellazione che segna il collegamento tra
umano e divino c’è una stella detta Al Rischa = Il Nodo; Cristo nasce quando il punto dell’equinozio
di primavera è allineato con questo Nodo. Ed è allora che appare nel cielo una gran luce, che non
è propriamente la cometa, ma l’apparente avvicinamento di Giove con Saturno che produce una
forte luce. (Il termine greco per indicare il Cristo è un acronimo, ICTHYS=Iesus Christos Theu Hyios
Soter=Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore).
La profezia dice che la stella indica l’avvento di un grande re. E Cristo simboleggia il Pesce Primo
(o Pesce dello Spirito), il MESSIA che annunzia la Nuova Era.
Il punto dell’equinozio di primavera si sposta lungo l’eclittica del Pesce Primo e in questo arco di
tempo la Chiesa cresce e si rafforza, ma quando passa lungo il cordone del Pesce Secondo
ecco i movimenti antitetici, le eresie, a metà dell’eone dei Pesci (anno mille) catari, bogomili,
albigesi, valdesi, spirituali…, poi vengono la riforma protestante, la rivoluzione francese e
l’illuminismo, il marxismo, lo scientismo, il positivismo, la mancanza di spiritualità dei tempi
moderni…
A guardar bene, il glifo dei Pesci non riproduce la costellazione per come appare, perché essa è
in realtà una mezza croce, con una linea orizzontale e una linea verticale perpendicolare al suo
centro. La verticalità indica l’ascesa dello Spirito o Cristo, l’orizzontalità la piattezza della
materia o Anticristo, la conquista materiale della terra e il dominio della natura.
ANABASI E CATABASI
• CATABASI= andare nell’interno, penetrare, scendere. Spedizione
  effettuata a partire dalla costa verso l’interno di un territorio,
  facendo riferimento all’opera ANABASI DI CIRO di Senofonte,
  risalente al IV secolo a. C.
• ANABASI= letteralmente contrario a catabasi: risalire-ritornare.
  Spedizione dall’interno verso la costa.
SI INTENDE LA DISCESA DI UNA PERSONA VIVA NELL’ADE, MOTIVO
TOPICO NELLA LETTERATURA CON DIVERSI ESEMPI:
- La discesa agli inferi di Eracle, di Orfeo
- All’interno dell’Odissea, anche se Ulisse rimane sulla soglia
- Nella Divina Commedia di Dante
• Per lo stesso motivo in letteratura ritorna IL
  VIAGGIO DELL’EROE, già incontrato in questo
  nostro «in viaggio con Jung»:
• è un tema letterario che, per la sua centralità e la
  sua frequente ricorrenza, è stato oggetto di una
  mole pressoché sterminata di studi ed è stato
  riconosciuto come un vero proprio topos della
  letteratura, ovvero come tema che ricorre
  prepotentemente nella letteratura dall’antichità
  fino al contemporaneo, oltrepassando anche i
  confini geografici della tradizione europea.
IL VIAGGIO (catabasi-anabasi) PER JUNG
• Significato archetipico: il viaggio dell’eroe può essere
  considerato come una metafora della vita stessa in cui
  ogni essere umano (e gran parte degli eroi e dei
  personaggi letterari) attraversa fasi e vive momenti ben
  definiti.
• Nel percorso catabasi-anabasi si attraversa un
  «inferno»,     sia    esso      un’esperienza dolorosa,
  angosciante e drammatica (oggettiva), sia esso un
  viaggio interiore (soggettivo).
.
• Per Jung la catabasi (discesa nel mondo inferiore) è
  sovrapponibile alla NEKYA= una discesa nei caldi, oscuri orizzonti
  dell’inconscio, un viaggio verso l’inferno e la morte simile al
  viaggio notturno sul mare dell’eroe ( Nekya)
• NEKYA= rito greco attraverso il quale spettri o anime di defunti
  vengono richiamati sulla terra e interrogati sul futuro: E’ la
  necromanzia che permette di parlare con chi è nell’ade senza la
  discesa agli inferi.
• C. G. Jung utilizzò il termine greco NEKYA come parte integrante
  della sua psicologia analitica: «…non è una caduta
 distruttiva nell’abisso, priva di scopo, ma una
 significativa CATABASI, il cui obiettivo è il
 ripristino dell’Intero Uomo».
ARISTOFANE O JUNG?
• Mettiamo a confronto il mito di Aristofane, o mito dell’Androgino e il mito
  junghiano dell’ INTERO UOMO (meta del viaggio all’inferno)
• Tempo addietro – espone Aristofane - non esistevano, come adesso,
  soltanto due sessi (il maschile e il femminile), bensì tre, tra cui, oltre a
  quelli già citati, il sesso androgino, proprio di esseri che avevano in
  comune caratteristiche maschili e femminili. In quel tempo, tutti gli
  esseri umani avevano due facce orientate in direzione opposta e una
  sola testa, quattro braccia, quattro mani, quattro gambe e due organi
  sessuali ed erano tondi . Per via della loro potenza, gli esseri umani
  erano superbi e tentarono la scalata all'Olimpo per spodestare gli dei.
  Ma Zeus, che non poteva accettare un simile oltraggio, decise di
  intervenire "Credo di aver trovato il modo perché gli uomini possano
  continuare ad esistere rinunciando però, una volta diventati più deboli,
  alle loro insolenze. Adesso li taglierò in due uno per uno, e così si
  indeboliranno e nel contempo, raddoppiando il loro numero,
  diventeranno più utili a noi.» e divise, a colpi di saetta, gli androgini
  aggressori.
In questo modo gli esseri umani furono divisi e
s'indebolirono. Ed è da quel momento - spiega Aristofane
- che essi sono alla ricerca della loro antica unità e della
perduta forza che possono ritrovare soltanto unendosi
sessualmente. Da questa divisione in parti, infatti, nasce
negli umani il desiderio di ricreare la primitiva unità, tanto
che le “parti” non fanno altro che stringersi l'una all'altra,
e così muoiono di fame e di torpore per non volersi più
separare. Zeus allora, per evitare che gli uomini si
estinguano, manda nel mondo Eros affinché, attraverso il
ricongiungimento fisico, essi possano ricostruire
“fittiziamente” l'unità perduta, così da provare piacere (e
riprodursi) e potersi poi dedicare alle altre incombenze cui
devono attendere. «Dunque al desiderio e alla
ricerca dell'intero si dà nome amore»
• Siccome i sessi erano tre, due sono oggi le tipologie
  d'amore: il rapporto omosessuale (se i due partner
  facevano parte in principio di un essere umano
  completamente maschile o completamente femminile) e
  il rapporto eterosessuale (se i due facevano parte di un
  essere androgino).

• La caratteristica interessante del discorso di Aristofane
  risiede nel fatto che la relazione erotica fra due esseri
  umani non è messa in atto per giungere a un fine quale
  potrebbe essere la procreazione, ma ha valore per se
  stessa, prescindendo così dalle conseguenze
ANDROGINIA E TENDENZA ALLA COMPLETEZZA
Jung: Processo di Individuazione
La nostra evoluzione psichica è rappresentata dalla
realizzazione dell’androginia psicologica. Qualsiasi
scissione nell’ambito della personalità è una
catastrofe psichica anche se la persona è ben
adattata alla realtà: maggiore adattamento non
significa necessariamente maggiore sviluppo.
Uno dei compiti fondamentali dell’evoluzione psichica
è    l’integrazione     della    propria     dimensione
controsessuale e la progressiva acquisizione delle
caratteristiche psicologiche dell’altro sesso.
Per contro l’uomo occidentale presenta
una struttura di coscienza unilaterale per
cui si hanno delle identificazioni totali o
con il maschile o col femminile con
conseguenti massicce rimozioni delle parti
controsessuali e proiezioni distorcenti delle
stesse su l’altro, qualora fornisca il giusto
aggancio. Tale dicotomia psicologica è
sostenuta anche dai modelli sociali che
ne derivano e che prevedono ruoli
sessuali rigidamente stabiliti.
Una massiccia rimozione del femminile e del
maschile interiore, dà origine anche ad una più
massiccia proiezione sull’altro di tali aspetti interiori;
la mancata elaborazione/integrazione della parte
controsessuale renderà impossibile la soluzione di
tutti quei conflitti della vita sentimentale.
Essi allora si ripresenteranno sistematicamente
(coazione a ripetere) in ogni successivo rapporto,
senza alcun controllo e deprivando l’individuo
della possibilità di instaurare relazioni oggettuali
soddisfacenti. Quanto maggiore sarà la proiezione
tanto più si sarà dominati dalla coazione a
ripetere.
• Dunque le scelte oggettuali si ripetono spesso in modo
  sorprendentemente identico, in quanto sono sorrette da una
  motivazione inconscia. I partner che si susseguono nel tempo sono
  diversi solo apparentemente
Al contrario, la coscentizzazione della parte
controsessuale, la sua integrazione nel
proprio Io, la sua elaborazione consapevole,
l’acquisizione delle caratteristiche dell’altro
sesso, diminuisce la proiezione di tali aspetti
sull’altro permettendo di stabilire un rapporto
non distruttivo con l’altro sesso. Non a caso
le persone che hanno maggiore successo
nella vita affettiva sono quelle che hanno
sviluppato la dimensione controsessuale e
che quindi vivono in maniera più empatica la
relazione con l’altro sesso.
LA STRUTTURA DELLA PSICHE
La personalità consta di un certo numero di
istanze e sistemi separati ma interagenti, e
principali sono:
• l' Io,
• l'Inconscio Personale e i suoi Complessi,
• l'Inconscio Collettivo e i suoi Archetipi,
• la Persona,
• l'Animus e l'Anima, l'Ombra.
• io è la mente cosciente
• Inconscio personale è formato dalle pulsioni, dalle immagini, dalle
  esperienze rimosse, represse, dimenticate o ignorate (e da quelle
  troppo deboli per lasciare una traccia cosciente), dai complessi: il
  complesso indica un contesto psichico attivo i cui elementi
  molteplici (sentimenti, pensieri, percezioni, ricordi) sono unificati
  dalla comune tonalità affettiva. Un esempio è il complesso
  materno.
• Inconscio collettivo e i suoi contenuti (archetipi). Esso appare come
  il deposito di tracce latenti provenienti dal passato ancestrale
  dell'uomo. E’ il residuo psichico dello sviluppo evolutivo dell'uomo,
  accumulatosi in seguito alle ripetute esperienze di innumerevoli
  generazioni. Così, dal momento che gli esseri umani hanno sempre
  avuto una madre, ogni bambino nasce con la predisposizione a
  percepirla e a reagire ad essa. Tutto ciò che si impara
  dall'esperienza     personale,    è    sostanzialmente      influenzato
  dall'inconscio collettivo che esercita un'azione diretta sul
  comportamento dell'individuo sin dall'inizio della vita.
• Persona la persona è una maschera che l'individuo
  porta per rispondere alle esigenze delle convenzioni
  sociali. E' la funzione assegnatagli dalla società, cioè il
  compito che essa attende da lui. Questa maschera
  spesso nasconde la vera natura dell'individuo. La
  persona è la personalità pubblica, quegli aspetti che si
  palesano al mondo o che l'opinione pubblica attribuisce
  all'individuo, in opposizione alla personalità privata che
  esiste dietro alla facciata sociale.
• Anima e animus l'archetipo femminile nell'uomo è detto
  anima, quello maschile nella donna animus.
• Ombra è costituito dagli istinti animali ereditati
  dall'uomo nella sua evoluzione. Di conseguenza l'ombra
  simboleggia il lato animale della natura umana.
TIPI PSICOLOGICI
• Nella teoria della personalità di Jung occupa un posto centrale il Sé che
  è il punto centrale della personalità, intorno a cui si raggruppano tutti
  gli altri sistemi, esso li mantiene uniti e dà alla personalità l'equilibrio, la
  stabilità e l'unità. Il Sé è lo scopo della vita, un fine per cui l'uomo lotta
  costantemente ma che di rado riesce a raggiungere.
• Il raggiungimento della totalità psichica (immagine archetipica,
  espressione dell’archetipo Sé) è perseguito attraverso il processo di
  individuazione che porta allo sviluppo della personalità individuale.
• L’attivazione dell’archetipo Sé è quindi alla base del processo di
  individuazione e cioè di quel difficile, lungo e doloroso processo che
  porta alla realizzazione della personalità individuale: l’individuazione.

• Il sé è quindi un’entità sopraordinata all’io e abbraccia non solo la
  psiche cosciente ma anche la psiche inconscia.
QUATTRO FUNZIONI – DUE ATTEGGIAMENTI
Vi sono quattro funzioni psicologicamente fondamentali: il
pensiero, il sentimento, la sensazione e l'intuizione. Ciascuna di
queste funzioni ci consente di adattarci al mondo e alla vita. Il
pensiero utilizza dei processi logici, il sentimento utilizza dei giudizi
di valore, la sensazione percepisce i fatti e l’intuizione percepisce le
possibilità presenti dietro i fatti.
In ogni individuo una o varie funzioni hanno un’enfasi particolare.
Ad esempio, se una persona è impulsiva, secondo Jung, questo
dipende dal fatto che le funzioni dell’intuire e del percepire sono
predominanti su quelle del sentire e del pensare.
A partire dalle quattro funzioni di base, Jung ritiene che si formino
due grandi tipologie di carattere: l’introverso e l’estroverso.
Ciascuno ha caratteristiche specifiche che lo distinguono dall’altro.
• Il pensiero è intellettivo, con esso l'uomo cerca di comprendere la
  natura del mondo e sé stesso.
• Il sentimento è il valore delle cose in rapporto al soggetto.
• La sensazione ha la funzione              percettiva,   apporta    fatti   o
  rappresentazioni concrete del mondo.
• L'intuizione è la percezione attraverso processi dell'inconscio, l'uomo
  intuitivo va al di là dei fatti e costruisce elaborati modelli della realtà.
• Il pensiero e il sentimento sono denominati funzioni razionali, poiché
  fanno uso del ragionamento. La sensazione e l'intuizione sono funzioni
  irrazionali, perché basate sulla percezione del concreto e del
  particolare.
• Nell’individuo sono presenti tutti e quattro le funzioni ma di regola una
  delle quattro è altamente differenziata e svolge un compito preminente
  nella coscienza, viene detta funzione superiore. La meno differenziata
  delle quattro è detta funzione inferiore ed è rimossa e inconscia, si
  esprime          nei       sogni          e         nelle        fantasie.
L’atteggiamento introverso tende ad orientare la sua energia
psichica verso il mondo interiore (pensieri ed emozioni)
Il suo interesse si concentra prima sulla realtà esterna che sul
   mondo interiore.
Le decisioni vengono prese tenendo in considerazione l’effetto
   che hanno sulla realtà esterna e poi sull’esistenza.
Le azioni dipendono da ciò che gli altri possono pensare.
L’etica e la morale si costruiscono sulla base di ciò che
   predomina nel mondo.
I tipi estroversi sono persone a cui va bene qualsiasi ambiente,
   ma faticano ad adattarsi davvero.
Sono suggestionabili, influenzabili e tendono ad imitare.
Hanno bisogno di farsi vedere e di sentirsi riconosciuti dagli altri.
L'atteggiamento estroverso orienta la sua energia verso il
mondo esteriore (fatti e persone).
Prova interesse verso se stesso, verso i suoi sentimenti e
 pensieri.
Orienta il suo comportamento in base a ciò che prova o sente,
 anche se va in direzione opposta a quella della realtà
 esterna.
Non si preoccupa troppo dell’effetto che le sue azioni possono
 causare sull’ambiente circostante. Si preoccupa soprattutto
 che le sue azioni lo soddisfino interiormente.
Ha difficoltà ad accettare e ad adattarsi all’ambiente. Tuttavia,
 se riesce ad adattarsi, lo fa davvero e in modo creativo.
4 x 2 = 8 TIPI PSICOLOGICI
• Pensare, sentire, intuire, percepire.
  Nella persona prevale una o due
  funzioni
• Introverso – estroverso. Ambedue
  questi atteggiamenti sono presenti nella
  personalità, ma di regola uno di essi è
  dominante e cosciente, l'altro è
  subordinato         e        inconscio.
Riflessivo estroverso
La personalità riflessiva estroversa corrisponde a individui
 razionali e obiettivi che agiscono quasi esclusivamente
 in base alla ragione. Considerano certo e sicuro solo ciò
 che è supportato da sufficienti prove evidenti. Sono
 poco sensibili e possono arrivare ad essere tiranni e
 manipoòatori degli altri.
Riflessivo introverso
Il riflessivo introverso è una persona dalla grande attività
  intellettuale che, però, ha difficoltà a relazionarsi con gli
  altri. Solitamente è un tipo ostinato e tenace quando si
  tratta di raggiungere i propri obiettivi. A volte è
  considerato un disadattato, inoffensivo e allo stesso
  tempo interessante.
Sentimentale estroverso
Le persone con grande capacità di comprensione e di
 stabilire relazioni sociali sono i sentimentali estroversi.
 Tuttavia, faticano ad adattarsi e soffrono quando
 vengono ignorati da chi fa parte del loro ambiente. Sono
 molto abili nella comunicazione.
Sentimentale introverso
La personalità sentimentale introversa corrisponde a
 quella delle persone solitarie e con grande difficoltà ad
 instaurare relazioni con gli altri. Possono essere lunatici
 e malinconici. Fanno tutto il possibile per passare
 inosservati e amano restare in silenzio, ma sono
 comunque molto sensibili alle necessità altrui.
Percettivo estroverso
Gli individui percettivi estroversi hanno una debolezza
 particolare per gli oggetti a cui attribuiscono addirittura
 qualità magiche, anche se in modo inconsapevole. Non
 si appassionano alle idee, ma al modo in cui corpi
 concreti prendono forma. Ricercano il piacere al di
 sopra di ogni cosa.
Percettivo introverso
È un tipo di personalità proprio dei musicisti e degli
 artisti.   Le persone percettive introverse fanno
 particolare attenzione alle esperienze sensoriali:
 attribuiscono grande valore alla forma, al colore, alla
 consistenza… Il loro è il mondo della forma come fonte
 delle esperienze interiori.
Intuitivo estroverso
Corrisponde al tipico avventuriero. Le persone intuitive
 estroverse sono molto attive ed inquiete. Hanno bisogno di
 molti stimoli di qualsiasi tipo. Sono tenaci quando vogliono
 raggiungere i loro obiettivi e, una volta ottenuti quelli
 prefissati, passano a quello successivo dimenticandosi del
 precedente. Non hanno molto a cuore il benessere di chi li
 circonda
Intuitivo introverso
Sono estremamente sensibili agli stimoli più sottili. La
 personalità intuitiva introversa corrisponde al tipo di persone
 che quasi “indovinano” ciò che gli altri pensano, sentono o
 sono disposti a fare. Amano fantasticare, sono sognatori e
 idealisti. È difficile per loro “stare con i piedi per terra”.
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