Il terremoto di 40 anni fa: i vostri ricordi

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Il terremoto di 40 anni fa: i
vostri ricordi
Il 23 novembre 1980, giusto 40 anni fa, il sisma che colpì la
Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale, con
epicentro tra i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza e Conza
della Campania, causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e,
secondo le stime più attendibili, 2.914 morti. molte lesioni e
crolli avvennero anche a Napoli interessando molti edifici
fatiscenti o lesionati da tempo e vecchie abitazioni in tufo;
a Poggioreale crollò un palazzo in via Stadera, probabilmente
a causa di difetti di costruzione, causando 52 morti.

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“Noi aperti da Decreto, ma
mancano i clienti”
La FedercomTur e gli Agenti Immobiliari Associati hanno
inviato una nota al presidente del consiglio Conte e al
Ministro Patuanelli in merito al “paradosso dell’agente
immobiliare” Nella nota si legge che l’articolo 2 del DPCM del
3 novembre 2020, com’è noto, detta per la zona rossa e/o
arancione, regole per la mobilità più rigorose per il
contenimento del contagio. In particolare l’articolo 2, in
base alla lett. a) del comma 4 dell’articolo 2, prevede che “è
vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori
di cui al comma 1, salvo che per gli spostamenti motivati da
comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità
ovvero per motivi di salute”.
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Salernitana, Castori lancia
Dziczek titolare
Marco De Martino

Potrebbe essere Patryck Dziczek la novità presentata da
Fabrizio Castori lunedì sera all’Arechi, quando la Salernitana
affronterà la Cremonese di Bisoli nel posticipo dell’ottava
giornata della serie B. Il centrocampista polacco, infatti,
potrebbe essere preferito a Schiavone e Capezzi per affiancare
capitan Di Tacchio nella zona nevralgica granata. Se così
fosse per Dziczek sarebbe la prima presenza da titolare in
questa stagione in campionato. Infatti finora è stato
schierato dal 1′ solo in Coppa Italia nel match giocato a
Marassi contro la Sampdoria, mentre in B ha finora racimolato
soltanto 51′.

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Via   Sibilia   dalla                                Lega
Nazionale dilettanti
Si profila un terremoto nella Lega Nazionale Dilettanti. Dopo
la sfiducia di Sibilia, chiesta da numerose società di serie
D, nella giornata di ieri Il Codacons ha scritto all’ANAC per
chiedere le dimissioni di Cosimo Sibilia a causa
dell’incompatibilità in essere, visto il quadruplo incarico di
Presidente della LND, Parlamentare della Repubblica, prima
Senatore e poi Deputato, Amministratore della Federcalcio srl,
componente della Giunta del Coni della Campania.

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De Luca: “Sulla scuola nulla
è stato deciso”
di Monica De Santis

La scuola continua a rimanere uno degli argomenti principali
di queste settimane. Anche ieri nel corso della diretta
Facebook il Governatore De Luca ha parlato della possibilità
di riapertura o meno delle scuole in Campania. “Abbiamo
approvato un’ordinanza che prevede la possibilità di
riapertura degli asili e delle prime elementari il 24
novembre, ma abbiamo subordinato questa eventuale apertura a
un accertamento epidemiologico. In questo momento abbiamo
un’ondata di richieste per non aprire, i genitori sono
sinceramente preoccupati. La riapertura per il 24 era una
previsione ma non apriremo nulla se non avremo sicurezza dal
punto di vista epidemiologico.

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“I fatti non stanno come li
ha raccontati il Prefetto
Russo”
di Pina Ferro

“Quanto riportato su caso Battipaglia dal prefetto Russo nel
corso dell’audizione presso la “Commissione Parlamentare di
inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni
criminali, anche straniere”, non risponde fedelmente a quando
accaduto”. Ad affermarlo è stato l’ex sindaco di Battipaglia,
Giovanni Santomauro in una nota inviata al Prefetto di
Salerno,m al presidente della commissione Parlamentare, al
presidente del Consiglio dei Minitri, al ministro degli
Interni, al sindaco ed al presidente del consiglio comunale di
Battipaglia. I fatti contestati sono quelli inerenti lo
scioglimento, nel 2014, del consiglio comunale per
infiltrazioni mafiose.

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Terremoto    politico:    si
dimette l’assessore Vecchio
di Erika Noschese

Non c’è pace per l’amministrazione comunale di Eboli che si
appresta ad accogliere il nuovo commissario che sarà nominato,
entro qualche giorno, dal prefetto di Salerno Francesco Russo.
Nella mattinata di ieri, l’assessore alla Manutenzione
Pubblica del Comune di Eboli Fausto Vecchio ha rassegnato le
dimissioni dal suo incarico pubblico. Una decisione legata al
terremoto giudiziario che si è abbattuto sul Comune di Eboli
dopo l’arresto del sindaco Massimo Cariello, attualmente ai
domiciliari, indagato per presunti concorsi truccati al comune
di Eboli, dove aveva stravinto le ultime elezioni comunali
ottenendo la rielezione con oltre l’80% dei voti.

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Identità voce da cercare
nella forza del dissenso
L’arte e l’espressione nascono non dalla fissità del giudizio,
ma dalla comprensione profonda di come l’interazione tra i
soggetti possa portarci ad una nuova visione e ad una nuova
umanità

Cara Identità,

singolare ed oltraggiosa, quasi anacronistica di questi tempi!
Questa tua idea di indipendenza, di unicità lussureggiante
come il verde smeraldo più prezioso! Questo governo di te ha
paura, ti vuole smarrita nell’epoca di oscurantismo, così la
parola si fa obsoleta e la voce diventa una sola…Attività non
essenziali sono i colori che un governo malato non riconosce,
come la gamma di espressioni come stelle di cui è composto il
firmamento! L’identità oggi è un artista dimenticato, un poeta
che abita le sue parole, lo spazzacamino dei temporali come
Govoni diceva, un esule in una terra straniera. Ma l’identità
resta scritta tra le pagine profetiche di Pasolini, la cultura
può esistere sempre e solo al plurale, come dialogo tra
culture differenti, che si rapportano secondo la loro comune
appartenenza all’universale umano. Solo chi dispone di
un’identità culturale può rispettare quelle altrui e misurarsi
dialogicamente con esse. Forse, la tua voce è da cercare
ancora nella forza di un dissenso, nel coraggio di un pensiero
libero, e nell’arte che è sempre l’ espressione di una
anarchia.

Marco Vecchio

I musicisti fanno parte del
mondo dello spettacolo?
Riflessioni a bocce ferme circa la manifestazione    che ha
visto il mondo dello spettacolo presidiare teatri, piazze e
sale da concerto

Penso che il mondo della musica e che dello spettacolo debba
partire da questa domanda “I musicisti fanno parte del mondo
dello spettacolo sì o no?”, per cercare di capire perché alla
manifestazione del 30 ottobre a Napoli, in Piazza del Gesù,
sì quella che doveva mostrare il nerbo del mondo dello
spettacolo, la sua volontà di resistere al virus e alla
chiusura delle sale, ho contato solo quattro o cinque
musicisti, tra un totale di due-trecento persone. La prima
osservazione da fare è: di quali musicisti parliamo? Esistono
categorie di musicisti? Certamente, come è giusto che sia. La
musica è un mondo che, a sua volta, racchiude mondi spesso
diametralmente opposti. Io mi riferisco al mondo della musica
colta, definizione autoreferenziale, lo so, forse perché chi
studia anni e anni poi ci tiene a farlo sapere in giro, come
rivalsa e compiacimento. E’ colta, però, anche perché si
occupa del repertorio storico e non di quello attuale, ma di
questo parleremo dopo. Eppure, si suppone che tra i vari mondi
della musica debbano esserci denominatori comuni e varianti.
Vediamoli. Il primo è suonare. Il secondo è suonare in
pubblico o a casa propria. Il terzo è suonare per piacere o
per lavoro, da questo ne deriva il quarto:        cioè essere
pagati o farlo gratis. Nel mondo di cui faccio parte esistono
musicisti che non suonano. Potrebbe risultare un controsenso e
invece è così. In taluni casi succede che non abbiano mai
suonato, tranne che durante il loro iter di studi. Poi, si
sono dati all’insegnamento. Scelta plausibile. Non tutti se la
sentono di calcare un palco. Costoro non fanno parte del mondo
dello spettacolo. Nel mondo di cui faccio parte suonare in
pubblico, in concerti organizzati non da te stesso, è
difficilissimo e, col passare del tempo, lo è sempre più.
Questo è uno dei motivi per cui molti scelgono di smettere di
suonare o, semplicemente, di farlo a casa propria, per
piacere, trovandosi ovviamente un altro lavoro per sostenersi.
Anche costoro, dunque, non fanno parte del mondo dello
spettacolo. Tra i pochissimi che riescono a entrare in
stagioni organizzate c’è una grande fetta (suppongo sia la
stragrande maggioranza) che si esibisce per cachet non elevati
che, per giunta, scendono sempre di più, e dunque sono
costretti a guadagnarsi da vivere accostando agli spettacoli,
altre attività, vedi l’insegnamento (io faccio parte di questo
gruppo). Costoro sono lavoratori ibridi e fanno parte del
mondo dello spettacolo a metà avendo un posto fisso di altra
sorta. Infine, ci sono i lavoratori a tempo indeterminato e le
star pagate con cachet alti, molto alti e altissimi. Sono
pochi e non hanno bisogno di manifestare. Se lo fanno, ora, è
per essere carini verso quelli più sfortunati, qualche volta
perché hanno ideali forti e rari. Penso che abbiamo la
risposta al mio primo quesito. Cosa avrei dovuto aspettarmi
alla manifestazione di sabato? Quali folle di quali individui
che difendono la propria esistenza in quanto donne / uomini di
spettacolo? Per giunta in una realtà, come quella del Sud, che
sconta come sempre la subalternità rispetto a una direzione
nordcentrica che lascia le briciole ai nostri territori? Ecco
perché eravamo in 4/5. Perché c’era da difendere ben poco. Non
sono pessimista di natura ma credo che la mia categoria debba
porsi quesiti che vanno molto oltre l’emergenza contingente,
il primo è: siamo musicisti o rischiamo di diventare manichini
da museo?

Dario Candela pianista e docente

La   Salernitana                          vola             al
secondo posto
Marco De Martino

Tanto tuonò che piovve. Il Giudice Sportivo avvocato Emilio
Battaglia, assistito da Stefania Ginesio e dal rappresentante
dell’A.I.A. Carlo Moretti, ha reso finalmente ufficiale un
provvedimento che era nell’aria ormai da diverse settimane,
assegnando la vittoria a tavolino per 3-0, e dunque i tre
punti in classifica, alla Salernitana a causa della mancata
presenza della Reggiana sul terreno di gioco dell’Arechi lo
scorso 31 ottobre. Allo stesso tempo però, a differenza di
quanto avvenuto con il Napoli, alla squadra emiliana non è
stato assegnato il punto di penalizzazione in classifica.
Dunque il Giudice Sportivo ha rotto gli indugi ed ha applicato
in pieno il protocollo per l’emergenza sanitaria.

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