IL SETTORE DELL'EDUCAZIONE NON FORMALE DEGLI ADULTI NELLA PROVINCIA DI PISTOIA - ANALISI DEI FABBISOGNI E INDAGINE DI MERCATO
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FABIO CIONI ANALISI DEI FABBISOGNI E INDAGINE DI MERCATO IL SETTORE DELL’EDUCAZIONE NON FORMALE DEGLI ADULTI NELLA PROVINCIA DI PISTOIA
La presente indagine di mercato e analisi dei fabbisogni è stata realizzata per Saperi Aperti Società Cooperativa da Fabio Cioni nel periodo Luglio 2008-Settembre 2008. Stampato in proprio il 23 Settembre 2008 in Pistoia.
Indice INDICE 1. INTRODUZIONE ...............................................................................................................6 1.1. Presentazione................................................................................................................. 7 1.2. Il contesto e le metodologie ............................................................................................ 8 1.2.1. I bisogni del territorio ............................................................................................................... 9 1.2.2. I bisogni del singolo............................................................................................................... 10 1.2.3. Il mercato educativo ed il contesto EDA provinciale ............................................................. 11 1.2.4. Strumenti e metodologie ....................................................................................................... 11 2. I FABBISOGNI INDIVIDUALI .............................................................................................13 2.1. Le indagini sulla domanda individuale a livello Nazionale ............................................. 14 2.2. Le indagini sulla domanda individuale a livello Locale................................................... 19 2.3. I fabbisogni espressi nel sistema dei circoli di Studio .................................................... 22 2.4. Approfondimento: l'area Montana ................................................................................. 26 2.5. Approfondimento: I giovani ........................................................................................... 28 2.5.1. Le caratteristiche del fenomeno ............................................................................................ 29 2.5.2. Tempo libero, cultura, valori.................................................................................................. 34 3. IL MERCATO DELL’EDUCAZIONE NON FORMALE DEGLI ADULTI .........................................37 3.1. L'offerta di attività di educazione non formale: le indagini nazionali............................... 38 3.2. I dati del Catalogo EDA della Provincia di Pistoia.......................................................... 46 4. IL CONTESTO LOCALE PER L’EDA NON FORMALE ..........................................................53 4.1. Il Sistema EDA non Formale della Provincia di Pistoia.................................................. 54 4.1.1. Cosa è un sistema? .............................................................................................................. 54 4.1.2. Le funzioni del sistema educativo non formale ..................................................................... 55 4.1.3. La funzione di goverance ...................................................................................................... 59 4.1.4. La funzione di gestione ......................................................................................................... 63 4.1.5. La funzione di erogazione ..................................................................................................... 67 4.1.6. La funzione di informazione .................................................................................................. 69 4.1.7. La funzione di animazione e sollecitazione........................................................................... 71 4.2. La Rete Territoriale dei Circoli di Studio ........................................................................ 74 4.2.1. Cosa sono i Circoli di Studio ................................................................................................. 74 4.2.2. Le fasi realizzative del Circolo di Studio ............................................................................... 75 4.2.3. Gli operatori del sistema dei Circoli di Studio ....................................................................... 76 4.3. Il Sistema Territoriale Decentrato dei Circoli di Studio................................................... 77 4.3.1. Articolazione del sistema ...................................................................................................... 77 4.3.2. 2.2 – Gestione del sistema.................................................................................................... 78 4.3.3. I referenti comunali e i Gruppi di Coordinamento Tecnico per i Circoli di Studio ................. 78 4.3.4. I nodi zonali e gli sportelli comunali....................................................................................... 79 -4-
Indice 4.3.5. Altri sportelli........................................................................................................................... 81 4.3.6. Il sistema informatico ............................................................................................................ 81 4.3.7. Il piano di comunicazione...................................................................................................... 82 5. CONCLUSIONI ..............................................................................................................83 5.1. Fabbisogni dei Singoli e Mercato EDA: sintesi e riflessioni ........................................... 84 5.2. Criticità, Politiche Educative e Sviluppo del Territorio.................................................... 86 -5-
1 - Introduzione 1. INTRODUZIONE -6-
1 - Introduzione 1.1. PRESENTAZIONE Questa analisi dei fabbisogni e indagine di marcato costituisce il primo studio realizzato da Saperi Aperti Società Cooperativa, ed è con particolare piacere che lo presento ai soci, dipendenti e collaboratori, nonché a tutti i soggetti interessati. La scelta dell’educazione degli adulti quale primo settore di indagine non è casuale: come l’Unione Europea ha più volte sottolineato a partire dal Vertice di Lisbona del Marzo 2000, l’educazione degli adulti costituisce un elemento indispensabile per lo sviluppo economico e per la coesione sociale. I diversi ambiti in cui l’EDA si articola (istruzione, formazione professionale e continua, educazione informale e non formale) costituiscono infatti altrettanti tasselli di un percorso che ogni individuo può costruire autonomamente per sviluppare appieno le proprie potenzialità, sia in ambito lavorativo che sociale, culturale, relazionale. Il motto che come cooperativa abbiamo scelto, “sviluppare le potenzialità di ogni persona”, riflette proprio questa visione e caratterizza Saperi Aperti con organismo formativo che intende erogare servizi di qualità per favorire lo sviluppo e l’integrazione dei cittadini. Studi e analisi nel settore dell’istruzione e della formazione professionale, relativi al territorio provinciale e a vari settori economici, sono già stati realizzati, sia da Enti Pubblici che da soggetti privati. Abbiamo pertanto deciso di concentrare la nostra attenzione sul settore dell’educazione non formale degli adulti, dove mancano indagini locali sistematiche. Spero che questo lavoro riesca a colmare –almeno in parte- tale lacuna e mi auguro che esso possa essere arricchito dalle Vostre osservazioni e suggerimenti. Il presidente Massimo Civlini -7-
1 - Introduzione 1.2. IL CONTESTO E LE METODOLOGIE Scopo della presente analisi dei fabbisogni e indagine di mercato è fornire elementi conoscitivi e metodologici a supporto della definizione di efficaci strategie educative rispondenti ai bisogni del cittadino e del territorio. Tutte le più recenti riflessioni e analisi a livello comunitario, nazionale e regionale sottolineano infatti l'importanza delle attività di educazione non formale degli adulti (comprese quelle di educazione degli adulti) per lo sviluppo del territorio e per la soddisfazione dei bisogni dei singoli. L’orizzonte in cui questa ricerca si situa, dunque, è quello tracciato dalla Comunità Europea fin dal Marzo 2000 con la Conferenza di Lisbona (e poi successivamente aggiornato1), le cui conclusioni recitano testualmente: L'Unione europea si trova dinanzi a una svolta epocale risultante dalla globalizzazione e dalle sfide presentate da una nuova economia basata sulla conoscenza. Questi cambiamenti interessano ogni aspetto della vita delle persone e richiedono una trasformazione radicale dell'economia europea. (omissis..) L'Unione si è ora prefissata un nuovo obiettivo strategico per il nuovo decennio: diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale La strategia europea sottolinea dunque lo stretto nesso tra coesione sociale, sviluppo economico e conoscenza, in particolare sottolineando come il life long learning costituisca un elemento imprescindibile sia per il benessere individuale che per la crescita economia e sociale delle nostre società. 1 Tra i vari documenti della Comunità Europea citiamo qui i più importanti ai nostri fini: Conclusioni della Presidenza del Consiglio Europeo di Lisbona (23 e 24 Marzo 2000) - Rapporto KOK: "The Lisbon strategy for growth and employment" - Novembre 2004 - Comunicazione della Commissione "Realizzare uno spazio europeo dell’apprendimento permanente" COM(2001)678 - Modernizzare l'istruzione e la formazione: un contributo fondamentale alla prosperità e alla coesione sociale in Europa - Comunicazione del Consiglio Europeo (2006/C 79/01) - Comunicazione della Commissione "Educazione degli adulti: non è mai troppo tardi per imparare" COM(2006)214 del 23.11.2006 - Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a Competenze chiave per l'apprendimento permanente (2006/962/CE) - Comunicazione della Commissione: "Piano di azione in materia di educazione degli adulti: E' sempre il momento di imparare" COM(2007)558 del 27.09.2007 -8-
1 - Introduzione Questa duplice valenza (individuale e collettiva) dell’apprendimento permanente, e in particolare dell’educazione non formale degli adulti, costituisce il substrato su cui il presente lavoro si articola. L’analisi dei fabbisogni si coniuga infatti ad un’analisi del mercato dell’educazione non formale degli adulti, all’esame attento del contesto di riferimento (ad in particolare al Sistema di Educazione non formale degli Adulti della Provincia di Pistoia), avendo sempre presente –in particolar modo nelle conclusioni del presente lavoro- i bisogni del territorio sinteticamente illustrati nel paragrafo seguente. 1.2.1. I BISOGNI DEL TERRITORIO Negli ultimi decenni si è ormai affermata l'idea di "sviluppo integrato" del territorio, in coerenza con analisi sempre più approfondite che evidenziano come la molteplicità di problemi che esso si trova ad affrontare possano trovare una risposta solo in un progetto integrato e intersettoriale di sviluppo. In altri termini, è ormai diffusa la consapevolezza che analisi (e piani) settoriali, per quanto utili e approfonditi, rischiano sia di dare risposte solo parziali ai problemi, sia di attuare strategie e azioni che non trovano seguito negli altri aspetti della vita del territorio, sia – infine- di non sfruttare tutte le potenzialità e risorse disponibili sul territorio stesso. Solo per citare qualche esempio, fin troppo banale: le politiche di sviluppo abitativo non possono prescindere da una lettura del territorio che ne evidenzi i problemi sociali e culturali, i fabbisogni in termini di strutture quali cinema, luoghi di aggregazione, teatri, ecc.; né, del resto, sono pensabili serie politiche di emersione del lavoro nero che non agiscano anche sui temi dell'inclusione sociale degli immigrati e sulla loro capacità di comprendere la lingua, gli usi, le leggi della nostra società. Per i motivi anzidetti, sebbene la presente ricerca intenda concentrarsi sui fabbisogni educativi della nostra provincia, essa non può prescindere da una lettura globale del territorio e delle sue problematicità e ipotesi di sviluppo. Le diverse analisi settoriali (schematicamente illustrate in figura) concorreranno quindi a delineare un’ipotesi di lettura globale del territorio evidenziandone gli stretti nessi con i fabbisogni e le politiche educative. -9-
1 - Introduzione Figura 1-1 Sviluppo Locale Integrato Componente Componente ideale materiale culturale urbanistica educativa industriale sociale economica ricreativa ambientale sportiva sanitaria ecc. Il territorio si presenta scolastica amministrativo sempre come un ecc. INSIEME criticità opportunità di sviluppo 1.2.2. I BISOGNI DEL SINGOLO Un approccio integrato è inevitabilmente necessario anche nell’analisi dei fabbisogni del singolo: all’individuo portatore di un bisogno poco importa –tutto sommato- se esso viene soddisfatto tramite una politica formativa, sociale, educativa, lavorativa o un insieme di queste: l’importante è la soluzione del problema. Si consideri inoltre che l’assenza, fino ad oggi, di un sistema di educazione degli adulti diffuso, capillare, efficace, e capace di raccogliere la domanda educativa del cittadino, ha due conseguenze particolarmente rilevanti ai nostri fini: da un lato la mancanza di analisi strutturate e esaustive dei fabbisogni educativi obbliga inevitabilmente a inferire queste informazioni tramite altre tipologie di analisi (sociali, formative, lavorative, culturali, ecc.); dall’altro, il cittadino portatore - 10 -
1 - Introduzione di un bisogno educativo, non potendolo esprimere all’interno del sistema specifico, lo esprime in altri sistemi (associativo, culturale, ricreativo, ecc.). Ne consegue dunque, nuovamente, la necessità di un approccio integrato ai fabbisogni del singolo, pur con l’obiettivo di sottolinearne gli aspetti più prettamente educativi. 1.2.3. IL MERCATO EDUCATIVO ED IL CONTESTO EDA PROVINCIALE La Provincia di Pistoia, prima in Italia, ha realizzato un organico Sistema di Educazione non Formale degli Adulti il cui obiettivo principale e favorire la partecipazione dei cittadini adulti ad attività educative non formali, al contempo garantendo la qualità di queste ultime e l’affidabilità degli organismi che le realizzano. Si tratta di un servizio in grado di incidere significativamente sul mercato dell’educazione non formale degli adulti, in particolare favorendo l’incontro domanda-offerta e l’espressione dei fabbisogni individuali da parte dei singoli. Al Sistema EDA non formale si aggiunge inoltre (sebbene ne sia più propriamente un sotto- elemento) la Rete territoriale dei Circoli di studio della provincia di Pistoia, che delinea un complesso organico di attività, funzioni e responsabilità per la promozione, gestione e monitoraggio dei circoli di studio. Si tratta di due sistemi / servizi da cui non è possibile prescindere nell’analizzare i bisogni del singolo e le caratteristiche dell’offerta educativa del territorio, poiché ne influenzano significativamente le peculiarità. 1.2.4. STRUMENTI E METODOLOGIE La presente indagine ricerca è stata realizzata prevalentemente con modalità comparative attraverso il raffronto e l’analisi delle fonti disponibili, integrate laddove necessario con approfondimenti realizzati attraverso colloqui con testimoni privilegiati (in particolare per quanto riguarda la struttura del Sistema Educativo Pistoiese e la Rete Territoriale dei Circoli di Studio) Le principali fonti consultate sono le seguenti a) relativamente ai fabbisogni dell’individuo: - L’indagine telefonica del precedente progetto SEI; - Le segnalazioni effettuate per la segnalazione dei circoli di studio; - Indagini statistiche e ricerche a livello nazionale e regionale b) relativamente al mercato educativo ed all’offerta di EDA non formale - Indagini statistiche e ricerche a livello nazionale e regionale - L’offerta educativa presente nel catalogo EDA non formale 2007/2008 e 2008/2009 - 11 -
1 - Introduzione c) relativamente al Sistema EDA e dei circoli di Studio - Gli atti e le deliberazioni dell’Amministrazione Provinciale e delle Amministrazioni locali in merito - Le pubblicazioni dei progetti “Seta” e “Intrecci” - Colloqui con testimoni privilegiati. Alcune considerazioni si rendono a questo proposito necessarie: a) mancano, a livello provinciale e non solo, analisi di alcuni fenomeni (ad esempio fabbisogno e consumo culturale) che sono strettamente connessi con l’ambito educativo; b) mancano quasi totalmente indagini volte a indagare direttamente i bisogni del singolo e quelle presenti (ad esempio l’indagine telefonica sui fabbisogni educativi del progetto SEI) presentano notevoli limiti che ne riducono la rilevanza. Ne segue, da un lato, che i bisogni del singolo devono essere letti e indagati anche tramite documenti e informazioni di carattere territoriale, in particolare laddove questi intercettano problematicità e bisogni espressi da particolari categorie; dall’altro, che la mancanza di informazioni su specifici settori richiede una attenta analisi del contesto e il ricorso a documenti capaci di far luce su specifici settori. Dal punto di vista più strettamente metodologico, le informazioni che i documenti citati forniscono possono essere classificate in: - informazioni sul contesto, che contribuiscono a delineare una lettura globale delle caratteristiche (demografiche, socio-economiche, ecc.) del territorio; - informazioni sulle necessità di sviluppo del territorio, che evidenziano gli obiettivi che il territorio si pone; - informazioni sui fabbisogni di singoli o gruppi; - informazioni sulle problematicità principali, che evidenziano i problemi di maggior rilevanza per le comunità locali; - informazioni dirette sulle necessità educative del territorio; - informazioni indirette sulle necessità educative. E’ inoltre da considerare il fatto che il territorio pistoiese è sostanzialmente (per caratteristiche geografiche, socio-economiche, culturali, ecc.) diviso in tre aree: Pistoia e la sua piana, la Montagna P.se e la Valdinievole. La peculiarità delle tre zone fa sì, ovviamente, che le richieste dei soggetti istituzionali, sociali ed economici siano diverse, così come, in via generale, quelle del singolo individuo. Di questa complessità strutturale si è tenuto conto nella redazione delle conclusioni del presente lavoro. - 12 -
2 - I fabbisogni individuali 2. I FABBISOGNI INDIVIDUALI - 13 -
2 - I fabbisogni individuali Come anticipato nelle premesse, non esiste un'indagine esaustiva ed attendibile sulla domanda individuale di attività educative, né a livello nazionale, né a livello regionale o provinciale. I dati e le fonti disponibili possono essere sinteticamente riassunti come segue: - indagini e dati parziali, che cioè esaminano solo una parte del fenomeno o della popolazione; - indagini e dati di contesto, che descrivono la cornice in cui si colloca la domanda educativa e permettono di ottenere alcune informazioni sulla stessa; - indagini e dati correlati, che descrivono fenomeni strettamente legati alla domanda educativa e permettono di inferire indicazioni su questa (ad es. indagini sull'offerta educativa). Ciascuna di queste fonti ha, se presa singolarmente, evidenti limiti; tuttavia esse concorrono nel complesso a delineare un quadro della domanda educativa che, con le dovute cautele necessarie quando si raffrontano dati di origine diversa, può ritenersi sostanzialmente attendibile. I prossimi paragrafi illustreranno le varie fonti disponibili, focalizzando l'attenzione sugli aspetti più strettamente legati alla tematiche di nostro interesse, per tentare infine una lettura della domanda individuale di educazione non formale sul territorio provinciale. 2.1. LE INDAGINI SULLA DOMANDA INDIVIDUALE A LIVELLO NAZIONALE A livello nazionale esiste una sola indagine sulla domanda individuale di attività educative, realizzata dell'ISFOL in collaborazione con la DOXA nell'anno 202. Tale indagine2, dal titolo "La domanda di formazione permanente in Italia" , è stata realizzata tramite interviste telefoniche ad un campione di 4.000 adulti tra i 25 ed i 70 anni rappresentativo per sesso, età e distribuzione geografica della popolazione italiana. Pur con gli evidenti limiti3 di una indagine telefonica, essa fornisce una serie di informazioni interessanti, anche perché approfondisce alcuni aspetti legati all'atteggiamento verso le attività di educazione degli adulti. 2 Pubblicata in ISFOL, Formazione permanente: chi partecipa e chi ne è escluso – Primo Rapporto Nazionale sulla domanda, Roma, 2003 3 Si segnalano qui due problemi principali connessi alle indagini telefoniche: innanzitutto, il campione evidentemente sottostima le opinioni di quelle fasce di popolazione che non hanno un telefono (in particolare gli immigrati ed i giovani single che hanno solo il telefono cellulare); in secondo luogo, l'auto-selezione del campione (si dichiarano disponibili all'intervista prevalentemente i soggetti interessati all'argomento) porta ad una distorsione dei dati (nell'indagine ISFOL-DOXA non vengono riportati i dati relativi al numero di soggetti che non hanno accettato di effettuare l'intervista, per cui l'incidenza del fenomeno non è quantificabile). - 14 -
2 - I fabbisogni individuali Un primo dato di particolare interesse4 è quello relativo all'interesse per le attività educative: sebbene, infatti, solo il 17% del campione abbia frequentato, negli ultimi due anni, un'attività educativa, ben il 43% si dichiara interessato a frequentarla (il 14% si dichiara molto interessato, il 29% abbastanza interessato). Nonostante, quindi, il 57% dei soggetti intervistati si dichiari non interessato, si deve rilevare come i soggetti interessati siano decisamente molti di più dei soggetti che hanno frequentato attività educative. Sempre relativamente all'interesse a frequentare attività educative, si deve notare che esso: - diminuisce con l'età (si dichiarano molto interessati solo il 4% degli over 64); - aumenta con l'aumentare del titolo di studio (sono molto interessati il 22% dei diplomati o laureati); - è maggiore nella popolazione attiva (occupati, in cerca di occupazione, studenti) che in quella inattiva (pensionati, casalinghe); - è maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Le motivazioni principali alla base dell'interesse sono il desiderio di "imparare cose nuove" e il senso di inadeguatezza rispetto ad alcune tematiche (ad es. informatica), ma –sebbene in subordine- sono presenti anche il desiderio di socializzazione ed il bisogno di fare qualcosa. Relativamente agli argomenti di interesse segnalati, questi sono riportati nella tabella e nel grafico seguente5. Tabella 2-1, La domanda individuale di educazione, ISFOL-DOXA,2002 % di soggetti Argomento interessati* Ambiente, Ecologia, Giardinaggio e Agricoltura 11,3 Arte, Beni culturali, Musica e Canto, Restauro 24,0 Attività Manuali e Artigianato 6,9 Attualità e Giornalismo 2,3 Enogastronomia, Ristorazione, Alberghiero 8,3 Grafica, foto/video, moda 4,5 Informatica e Telecomunicazioni 30,1 Lingua Italiana 3,3 4 ISFOL, Formazione permanente: chi partecipa e chi ne è escluso – Primo Rapporto Nazionale sulla domanda, Roma, 2003, Volume I, pagg. 89 e segg. 5 I dati presenti nell'indagine sono stati rielaborati in modo da ricondurli alle categorie utilizzate per la classificazione delle attività nel Catalogo delle Attività di Educazione degli Adulti della Provincia di Pistoia e utilizzate anche per la classificazione dell'offerta EDA. Si deve notare che nell'indagine ISFOL le tematiche artistiche e quelle musicali sono state raggruppate in un'unica voce (la seconda della tabella) e che non viene chiarito se la voce "Lingua Italiana" sia relativa a "Lingua Italiana per stranieri" oppure a approfondimenti di lingua italiana per gli italiani. - 15 -
2 - I fabbisogni individuali Letteratura, Storia, Filosofia 3,3 Lingue straniere 21,1 Medicina e Salute 8,2 Marketing, comunicazione, spettacolo 2,8 Scienza e Tecnologie 1,3 Scienze socio-psico-pedagogiche 4,4 Sport, Danza, Attività Motorie 9,3 Turismo e tradizioni locali 2,2 Altro 8,8 Totale 152,1 * il totale è superiore a 100 poiché era possibile esprimere più di un interesse Grafico 2-1, La domanda individuale di educazione, ISFOL-DOXA, 2002 Altro Sport, Danza, Attività Motorie Ambiente, Ecologia, Giardinaggio e Scienze socio-psico- Agricoltura pedagogiche Arte, Beni culturali, Musica e Canto, Restauro Medicina e Salute Lingue straniere Attività Manuali e Artigianato Enogastronomia, Ristorazione, Alberghiero Grafica, foto/video, Informatica e moda Telecomunicazioni Rispetto ai dati relativi all'offerta (si veda il paragrafo 3.1) emergono alcune differenze significative: - 16 -
2 - I fabbisogni individuali - sebbene l'area dei "nuovi linguaggi" (lingue e informatica) risulti sempre quella di maggiore interesse, il peso percentuale dell'area è maggiore nell'offerta che nella domanda (in altri termini, l'offerta si concentra in questa area più di quanto non faccia la domanda); - la richiesta di "Italiano per stranieri"6 ha un peso percentuale molto minore rispetto all'offerta; su questo può aver influito in modo significativo la metodologia delle indagini telefoniche (molto spesso gli immigrati non hanno un telefono fisso); - è presente una forte domanda di tematiche artistico-musicali, cui corrisponde però un'offerta molto minore; - per alcune tematiche si nota una richiesta maggiore rispetto all'offerta, anche se non così evidente come nei casi precedenti ("Ambiente, Ecologia, Giardinaggio, Agricoltura", "Enogastronomia, Ristorazione", "Medicina, Salute e Benessere", "Sport, Danza e Attività Motorie") L'indagine ISFOL–DOXA ha posto anche una domanda relativa alla disponibilità alla spesa per attività educative; a parte un 22% di soggetti che non sanno rispondere (cioè ipotizzare un costo per loro sostenibile), le risposte sono state le seguenti: - nessuna spesa: 36% - fino a 50€: 19% - tra 51€ e 100€: 11% - tra 101€ e 200€: 7% - più di 200€: 5% Come si vede, la percentuale di chi non è disposto a spendere niente è decisamente significativa; se la sommiamo a quella di chi è disposto a spendere al massimo 50€ ne concludiamo che il 55% della popolazione è disposta a spendere pochissimo o niente per attività educative. La principale causa di non partecipazione ad attività formative è la mancanza di interessi (44%), seguita dalla mancanza di tempo. Relativamente alla mancanza di tempo, si deve tuttavia notare che 40% degli intervistati ha dichiarato che non seguirebbe attività educative nemmeno se potesse ricevere un aiuto per la gestione degli impegni familiari e domestici, riconducendo in ultima analisi la causa alla mancanza di interessi nel 58% dei casi. Ma è vera mancanza di interessi? In realtà, quando gli intervistati sono stati sollecitati a indicare temi (trattati dalla TV, radio, giornali, ecc.) di loro interesse, nella maggior parte dei casi hanno indicato qualche tematica, senza contare che il 60% degli intervistati (in prevalenza uomini) dichiarano di avere almeno un hobby. 6 Si è ipotizzato che la dizione "Lingua italiana" riportata nell'indagine ISFOL-DOXA fosse relativa a "Lingua italiana per stranieri" - 17 -
2 - I fabbisogni individuali Si può pertanto dire che più che di mancanza di interesse o mancanza di tempo, si deve parlare di incapacità di esprimere il bisogno educativo, cui si accompagna una scarsa conoscenza delle attività presenti sul territorio. - 18 -
2 - I fabbisogni individuali 2.2. LE INDAGINI SULLA DOMANDA INDIVIDUALE A LIVELLO LOCALE A livello provinciale, l'unica rilevazione esistente è stata effettuata nel 2005 all'interno del progetto SEI7 tramite una indagine telefonica a 498 soggetti distribuiti geograficamente in modo da rispettare la distribuzione della popolazione per comune nella Provincia di Pistoia I dati dell'indagine sono, purtroppo, da leggere con molte cautele, soprattutto perché l'elevato numero di rifiuti (719 rifiuti contro 498 interviste effettuate) ha portato ad una forte auto-selezione del campione intervistato, che non può essere ritenuto rappresentativo della popolazione provinciale. Infatti nel campione intervistato sono sovrarappresentate alcune categorie: - le donne (65% del campione contro il 52% della popolazione); - i diplomati e laureati (43% del campione, contro il 29% della popolazione provinciale rilevata nel censimento ISTAT 2001); - coloro che hanno frequentato attività formative-educative nell'ultimo anni (15%, contro una media regionale –e ragionevolmente anche provinciale- di circa il 6%) Inoltre, non sono riportate nell'indagine informazioni relative alla distribuzione per età del campione, cosicché non è possibile valutare se questo sia rappresentativo della popolazione provinciale per il parametro età. In conclusione, tenendo conto anche di alcuni altri dati emergenti dall'indagine, si può dire che il campione intervistato è formato prevalentemente da persone di medio-alto livello culturale e di istruzione e particolarmente interessati alle attività educative e formative. Ciò premesso, l'indagine telefonica poneva una domanda sull'argomento delle attività formative- educative che l'intervistato avrebbe voluto frequentare. La domanda, purtroppo, era a risposta chiusa (sebbene con una voce "altro") con le seguenti categorie: - teatro - ceramica - cucina - giardinaggio - corsi scolastici-universitari - corsi di lingue - corsi di computer - corsi sportivi - corsi di approfondimento culturale ma non scolastici 7 Progetto "Sistema Educativo Integrato", finanziato dalla Provincia di Pistoia con risorse del F.S.E. e della Regione Toscana a valere sul POR Ob.3 2000/2006 Mis. C4 e gestito dalla Unione Nazionale per la Lotta all'Analfabetismo, sede di Pescia. I dati dell'indagine, non pubblicati, sono stati cortesemente forniti dal Servizio Cultura, istruzione e Formazione Professionale della Provincia di Pistoia. - 19 -
2 - I fabbisogni individuali - altro I risultati sono riportati nella tabella seguente. Per la lettura dei dati si deve tener conto, oltre che dei problemi relativi al campione già segnalati, anche della particolare articolazione della domanda, che di fatto: - suggeriva8 alcune attività specifiche (cucina, ceramica, giardinaggio, ecc.); - raggruppava in maniera incongrua le varie voci (ad es. a tutto il settore culturale viene dato nella domanda lo stesso peso della sola "ceramica" o "cucina") - non presentava molte categorie possibili (medicina e salute, fotografia musica e spettacolo, ecc.) Tabella 2-2, I risultati dell'indagine telefonica SEI (Pistoia, 2005) Numero di % di risposte risposte Teatro 21 7% Ceramica 7 2% Cucina 42 14% Giardinaggio 22 7% Corsi di lingue 45 15% Corsi di computer 41 13% Corsi sportivi 35 11% Corsi di approfondimento culturale 29 9% Artistici e restauro 13 4% Ballo 4 1% Altro 48 16% Totale 307 100% 8 Questo aspetto è, nel nostro caso, particolarmente significativo poiché, come ha mostrato l'indagine ISFOL-DOXA 2002, si può parlare per la popolazione italiana di una vera e propria "incapacità di esprimete il bisogno educativo": è pertanto evidente che in un simile contesto una domanda che presenta già alcune risposte "preconfezionate" è capace di orientare in maniera determinante le risposte. - 20 -
2 - I fabbisogni individuali L'analisi dei dati, alla luce di quanto sopra, risulta decisamente problematica. Ad esempio, il dato relativo alla richiesta di "cucina" è superiore sia alla richiesta di corsi di informatica che alla richiesta di corsi di tipo culturale: si tratta davvero una esigenza così forte nella popolazione, o il dato è il frutto del particolare campione e delle presenza della voce "cucina" ai primi posti tra le attività suggerite dalla domanda? Allo stesso modo, è plausibile che l'interesse per il giardinaggio sia praticamente uguale a quello per tutto il settore culturale? Di fronte a questi problemi di lettura dei dati, che di fatto rendono assai poco attendibile l'articolazione voce per voce delle risposte, due conclusioni di carattere generale ci sembrano però possibili: - in linea con i dati nazionali e quelli relativi all'offerta, si conferma l'elevata richiesta di corsi di lingue e di informatica; - si registra un forte interesse verso attività manuali o pratiche (ceramica, cucina, giardinaggio) e, in più in generale, verso la sfera del saper fare piuttosto che del solo sapere. - 21 -
2 - I fabbisogni individuali 2.3. I FABBISOGNI ESPRESSI NEL SISTEMA DEI CIRCOLI DI STUDIO I circoli di studio costituiscono una innovativa modalità didattica basata sull’espressione del fabbisogno educativo da parte dei cittadini; in estrema sintesi9, mentre le attività educative con tipologia corsuale vengono proposte ai cittadini da parte dei soggetti erogatori (offerta pre- costituita), i circoli di studio vengono realizzati sulla base delle segnalazioni e richieste dei cittadini stessi (l’espressione di tale domanda EDA da parte dei cittadini è facilitata dalla presenza di una apposita fase di sollecitazione della domanda). Ai fine della nostra analisi quello che preme qui rilevare è che l’offerta di circoli di studio coincide, sostanzialmente ed a meno di alcune precisazioni che faremo in seguito, con la domanda, per cui l’analisi dei circoli di studio realizzati sul territorio pistoiese permette una agevole lettura della richiesta di EDA non formale da parte dei cittadini e, quindi, dei loro fabbisogni. Dicevamo che alcune precisazione si rendono necessarie per una corretta lettura dei dati che presenteremo. In primo luogo, occorre rilevare che il meccanismo di formazione dei circoli di studio ne prevede la realizzazione qualora il numero di domande per una certa tematica sia superiore al numero minimo di circolisti richiesti per l’attivazione di un circolo (sei per il territorio pistoiese); inoltre, la formazione di un circolo richiede anche la vicinanza geografica dei circolisti che hanno espresso la domanda (oppure la loro disponibilità a spostarsi) e, nella fase di incrocio della domanda, anche la convergenza di tematiche affini in un unico circolo. Pertanto, l’analisi dei circoli realizzati realizza una sorta di selezione naturale della domanda, evidenziando solo quelle tematiche che sono state capaci di accentrare e raccogliere un numero sufficiente di adesioni. In secondo luogo, occorre riflettere sull’attività di sensibilizzazione e induzione della domanda realizzata sul territorio provinciale; è infatti evidente che i fabbisogni espressi nel sistema dei circoli di studio rappresentano il fabbisogno reale con tanta migliore approssimazione quanto più ampia e capillare è stata la fase di sollecitazione della domanda. Per questo motivo verranno nel seguito analizzati i dati relativi al solo progetto “Intrecci”10, l’unico realizzato sull’intero territorio provinciale 9 Per una più dettagliata descrizione del modello dei circoli di studio si veda il capitolo 4.2 e in particolare i paragrafi 4.2.1 e 4.2.2 10 Il progetto “Intrecci – INnovazione del Territorio attraverso REti Competenti per i CIrcoli di studio” è stato finanziato dalla Provincia di Pistoia con risorse FSE POR Ob.3 FSE 2000-2006 Mis. C4 e gestito in ATI da Ente Camposampiero, Associazione Altra Formazione, Consorzio Platform, Coop. Pantagruel Onlus, CTP della Valdinievole. - 22 -
2 - I fabbisogni individuali con metodologie uniformi e con una sensibilizzazione e sollecitazione capillare in tutti e ventidue i comuni della provincia. Infine, è importante sottolineare come il coinvolgimento nella fase di sensibilizzazione, sollecitazione e induzione della domanda di realtà locali (associazionismo, centri culturali, ecc.) ha determinato in alcuni casi la convergenza tra le tematiche richieste dai cittadini e gli argomenti di interesse della realtà coinvolta, segno di una sollecitazione che ha, almeno in parte, appiattito la pluralità di richieste dei cittadini a favore dell’interesse culturale del sollecitatore. Pur con le limitazione anzidette, i dati11 relativi ai circoli di studio rappresentano di fatto l’unica reale fonte di informazione sui fabbisogni espressi dai cittadini, e sono pertanto di particolare interesse, vista anche la consistenza numerica dei dati del progetto Intrecci, che ha realizzato 203 circoli sul territorio provinciale per un totale di 1296 frequentanti le attività. La distribuzione geografica dei circoli di studio nelle tre aree (montana, pistoiese e Valdinievole, vedi figura a lato) è stata concordata con le conferenze zonali e rispecchia la distribuzione della popolazione; scendendo a livello dei singoli comuni, si deve però rilevare come in alcuni casi non sia stato possibile realizzare circoli di studio (Chiesina Uzzanese, Abetone, Piteglio). La distribuzione per sesso vede una netta prevalenza delle donne (71% contro il 29% di uomini) mentre la distribuzione per età (vedi grafico) evidenzia una sostanziale adesione alla distribuzione della popolazione provinciale. Il dato più rilevante ai nostri fini è, ovviamente, quello dell’argomento dei circoli di studio, riportato nella 11 I dati qui forniti sono desunti dalla pubblicazione “I circoli di studio nella Provincia di Pistoia” realizzata al termine del progetto “Intrecci” dai soggetti gestori dello stesso. Per alcune delle informazioni riportate nella presente sezione si è anche fatto riferimento ai dati di dettaglio gentilmente forniti da Ente Camposampiero. - 23 -
2 - I fabbisogni individuali tabella seguente. Tabella - L’argomento dei circoli di studio realizzati da Intrecci Argomento N° di circoli % Ambiente, Salute e benessere 26 13% Area scientifica, informatica e scienze socio-psicopedagogiche 45 22% Area umanistica e artistica 47 23% Artigianato, tradizioni e sapori 67 33% Cinema, fotografia, teatro e giochi 18 9% Totale 203 100,0% La suddivisione in macro-aree sopra riportata, nonché una analisi dei dati di dettaglio, ci permette di evidenziare alcuni dati di particolare rilevanza. La sfera legata alla dimensione della manualità, del fare (dalla cucina al bricolage, dalla bigiotteria ai cocktail, ecc) è la categoria maggiormente presente (insieme ai circoli sul recupero delle tradizioni locali, che però non sono stati molti). L’area scientifica appare a prima vista di particolare rilevanza, ma essa contiene tutte le scienze socio-psico-pedagogiche e l’informatica; in realtà i circoli con tematica “scientifica” sono stati pochissimi, segno di una bassa domanda da parte dei cittadini. Un discorso a parte merita invece l’informatica, presente sì tra gli argomenti dei circoli di studio ma in misura minore alle aspettative. Ciò è dovuto in larga misura alle peculiarità del modello didattico dei circoli di studio, che mal si adatta all’apprendimento dell’informatica di base (per maggiori informazioni sul modello dei circoli di studio, si veda il paragrafo 4.2.1). In questo caso si può affermare che il modello didattico ha influenzato in maniera significativa la tematica dei circoli di studio (determinando quindi un numero di circoli sull’argomento informatica di base minore dell’effettivo bisogno espresso dalla popolazione). Le tematiche ambientali (inserite nella più vasta area di “Ambiente, Salute e benessere”) risultano essere poco scelte dai circolisti12, mentre quelle relative a salute e benessere hanno un peso rilevante. 12 Questo dato è confermato anche dal progetto SACS – Sviluppo di Azioni per i Circoli di Studio, finanziato dalla Provincia di Pistoia con risorse del Fondo Sociale Europeo POR Ob.3 FSE 2000-2006 Misura C4 e gestito in ATI da Coop. Pantagruel, Ente Camposampiero e Consorzio Platform. Il progetto –ancora in corso nel momento in cui scriviamo- prevedeva tra l’altro la realizzazione di 20 circoli di studio sulle tematiche ambientali nella piana pistoiese. L’analisi dei dati finora disponibili ha evidenziato notevoli difficoltà nella realizzazione dei circoli su queste - 24 -
2 - I fabbisogni individuali Nel complesso, tutta l’area legata al tempo libero (sport, danza, teatro, cinema, giochi, passeggiate) ed alla cura di se stessi (salute, benessere) assume un peso assolutamente rilevante: si tratta di un bisogno individuale che non viene solitamente soddisfatto nei canali della educazione sia formale che non formale, e che nei circoli di studio riesce finalmente a trovare soddisfazione e dignità. Per quanto riguarda l’area umanistica, si deve tenere presente che essa comprende anche le lingue straniere; sebbene l’insegnamento delle lingue straniere a livello di base non si adatti molto al modello didattico dei circoli di studio, l’elevata richiesta ha fatto sì che numerosi circoli di studio venissero realizzati proprio su queste tematiche (in particolar relativamente alla lingua inglese, francese e spagnola). Sempre nell’area umanistica erano presenti circoli legati alla dimensione del fare (laboratori artistici, circoli di scrittura creativa) nel complesso decisamente superiori ai circoli di natura puramente teorica. tematiche, al punto che probabilmente alcuni dei circoli previsti o non verranno realizzati o verranno realizzati con tematiche non ambientali. - 25 -
2 - I fabbisogni individuali 2.4. APPROFONDIMENTO: L'AREA MONTANA Informazioni sui fabbisogni educativi specifici della popolazione della Montagna P.se possono essere ricavate scorporando dai dati già visti relativi ai circoli di studio le richieste e segnalazioni dell'area montana, in particolare quelle relative al progetto "Ci Siamo!"13 (anno 2004). Si tratta delle segnalazioni spontanee effettuate dai cittadini della Montagna P.se riconsegnando un coupon spedito per posta a tutte le famiglie montane. Anche in questo caso è evidente che le segnalazioni sono relative a quella parte di popolazione maggiormente interessata alle tematiche educative. I dati sono riportati nella tabella e nel grafico seguente. Tabella 2-3, Le segnalazioni della popolazione montana per i Circoli di Studio (Progetto "Ci Siamo", 2004) N° di % di Argomento segnalazioni segnalazioni Ambiente, Ecologia, Giardinaggio e Agricoltura 9 5,6% Arte, Beni culturali, Restauro 6 3,8% Attività Manuali e Artigianato 17 10,6% Commercio, economia, gestione aziendale 1 0,6% Enogastronomia, Ristorazione, Alberghiero 22 13,8% Grafica, foto/video, moda 8 5,0% Informatica e Telecomunicazioni 17 10,6% Letteratura, Storia, Filosofia 2 1,3% Lingue straniere 29 18,1% Medicina e Salute 6 3,8% Musica e canto 2 1,3% Scienze socio-psico-pedagogiche 2 1,3% Sport, Danza, Attività Motorie 19 11,9% Turismo e tradizioni locali 9 5,6% Altro 11 6,9% Totale 160 100,0% 13 Il progetto "Ci Siamo – Circoli di Studio sulla Montagna P.se" è stato finanziato dalla Provincia di Pistoia nell'anno 2004 con risorse FSE e Regione Toscana a valere sulla mis. C4 del POR Ob. 3 FSE 2000-2006 e gestito dall'Agenzia Formativa Ass. Altra Formazione. - 26 -
2 - I fabbisogni individuali Grafico 2-2, Le segnalazioni della popolazione montana per i Circoli di Studio (Progetto "Ci Siamo", 2004) Altro Turismo e tradizioni Sport, Danza, Attività locali Motorie Ambiente, Ecologia, Giardinaggio e Agricoltura Attività Manuali e Artigianato Enogastronomia, Ristorazione, Alberghiero Lingue straniere Informatica e Telecomunicazioni Grafica, foto/video, moda I dati evidenziano alcune caratteristiche significative della domanda educativa in Montagna P.se, in particolare risulta particolarmente forte il legame con il territorio, che viene vissuto come un'opportunità di sviluppo in ottica soprattutto turistica. Sono infatti presenti segnalazioni sia relative alle tematiche ambientali, sia a quelle turistiche (ad es. "rilancio turistico della Montagna P.se", "conduzione di Bed & breakfast"), sia ai prodotti tipici ed alle tradizioni e storia locale (nel complesso le segnalazioni direttamente legate allo sviluppo del territorio sono circa il 12%). - 27 -
2 - I fabbisogni individuali 2.5. APPROFONDIMENTO: I GIOVANI Nel redigere questa analisi dei fabbisogni si è deciso di dedicare un paragrafo all'approfondimento dei fabbisogni educativi dei giovani. Questa scelta nasce dalla constatazione che la maggior parte delle indagini e ricerche (ad esempio le indagini ISFOL e DOXA) prende in esame la popolazione degli over 25, cosicché per la fascia di età precedente mancano informazioni tali da permettere una lettura, anche solo approssimativa, dei fabbisogni educativi. Si è pertanto ritenuto opportuno dedicare una particolare attenzione ai fabbisogni dei giovani, nel tentativo di coprire almeno parzialmente la lacuna esistente nei dati e indagini ad oggi effettuate. Una questione preliminare da affrontare è la scelta della fascia di età cui fare riferimento: la dizione "giovani" viene infatti interpretata in modo assai diverso a seconda dei contesti, senza dimenticare peraltro che l'allungamento della durata media della vita ed il progressivo aumento dell'età media di abbandono del nucleo familiare di origine tendono spesso a spostare il limite di età per i giovani ben oltre i 30 anni. A livello europeo e nazionale si individua solitamente come età massima di riferimento per la fascia giovanile i 24 anni, ma persistono numerose differenze sull'età iniziale: ad esempio, nel considerare la disoccupazione giovanile si prende la fascia di età 15-24; nei censimenti nazionali l'ISTAT fa riferimento a fasce quinquennali (20-24); nel valutare la percentuale di giovani diplomati si considera la fascia 19-24, ecc. La scelta di una particolare fascia di età è, entro certi limiti, dettata dal problema che si intende analizzare, ma contiene inevitabilmente anche un margine di arbitrarietà; nel nostro caso, due considerazioni ci sono sembrate particolarmente rilevanti: - la presente indagine verte sull'educazione degli adulti, e questo sposta automaticamente il limite inferiore della fascia di età almeno ai 18 anni; - essa, inoltre, si focalizza sull'educazione non formale piuttosto che sull'istruzione, e questo porta a fissare il limite inferiore della fascia di età giovanile posteriormente all'età in cui solitamente si acquisisce il diploma di scuola media superiore, ovvero ai 19 anni. Si pertanto deciso di considerare come popolazione di riferimento quella dei giovani adulti in età 19-24. A tale proposito si rendono necessarie due precisazioni: - 28 -
2 - I fabbisogni individuali - seppur con alcune cautele, è evidente che i dati riportati possono essere estesi senza enormi variazioni anche a fasce di età limitrofe (ad es. 18-24, oppure 20-24) - il riferimento a fasce di età diverse delle indagini e ricerche che esaminano le tematiche giovanili porta a dover compiere operazioni di interpolazioni dei dati che ne diminuiscono la precisione statistica (ad es., i dati relativi al censimento 2001 sono relativi alla fascia di età 20-24, e devono essere letti con una certa cautela se si desiderano estendere alla fascia 19-24). 2.5.1. LE CARATTERISTICHE DEL FENOMENO I giovani 19-24 residenti in provincia di Pistoia erano14, al 31/12/2003, ben 15.819 (5,77% della popolazione complessiva), con una suddivisione non omogenea nei vari comuni (si veda la tabella e la figura seguente). Tabella 2-4, Popolazione e giovani 19-24 residenti al 31/12/2003 Popolazione Giovani 19-24 Giovani 19-24 residente ogni mille abitanti Area Pistoiese Agliana 15.152 964 63,6 Montale 10.331 697 67,5 Pistoia 84.526 4.620 54,7 Quarrata 23.439 1.513 64,6 Serravalle 10.640 611 57,4 Totale area pistoiese 144.088 8.405 58,3 Area Montana Abetone 694 39 56,2 Cutigliano 1.664 85 51,1 Marliana 3.087 172 55,7 Piteglio 1.880 64 34,0 Sambuca Pistoiese 1.672 63 37,7 San Marcello P.se 7.024 292 41,6 Totale area montana 16.021 715 44,6 14 Dati delle anagrafi comunali riportati in Provincia di Pistoia, Analisi, studio, ricerca e idee-progetto relative al sistema educativo-formativo della Provincia di Pistoia, a cura di Soluzioni srl, Pisa, 2007 - 29 -
2 - I fabbisogni individuali Valdinievole Buggiano 8.341 473 56,7 Chiesina Uzzanese 4.060 208 51,2 Lamporecchio 7.022 449 63,9 Larciano 5.986 363 60,6 Massa e Cozzile 7.387 403 54,6 Monsummano Terme 20.095 1.395 69,4 Montecatini Terme 20.627 1.067 51,7 Pescia 18.570 1.039 56,0 Pieve a Nievole 9.271 537 57,9 Ponte Buggianese 7.981 490 61,4 Uzzano 4.851 275 56,7 Totale Valdinievole 114.191 6.699 58,7 Totale Provincia 274.300 15.819 57,7 Grafico 2-3, Numero di giovani 19-24 ogni mille abitanti al 31/12/2003 - 30 -
2 - I fabbisogni individuali Come si vede chiaramente dalla tabella e dal grafico, la provincia può essere suddivisa approssimativamente in tre zone: - l'area montana, dove la popolazione giovanile è presente in misura minore (in tutti i comuni la percentuale di giovani è minore della media provinciale) - una fascia centrale ovest-est, che si estende dal Comune di Pescia a quello di Pistoia, dove la presenza di giovani è in linea con la media provinciale; - l'area sud-est (più precisamente, la zona sud della Valdinievole e la zona est dell'area pistoiese) dove la popolazione giovanile è maggiore della media provinciale, con punte nei comuni di Monsummano Terme e di Montale. La percentuale di diplomati tra i giovani pistoiesi è in costante crescita (in linea con le tendenze regionali e nazionali), mantenendosi tuttavia al di sotto della media regionale15; il censimento ISTAT 2001 riporta una percentuale di diplomati nella fascia 20-24 anni pari al 63%; dati più aggiornati16 portano tale percentuale al 67%. La distribuzione dei diplomati17 sul territorio provinciale non è omogenea, in particolare: - si hanno valori superiori alla media nei comuni di Pistoia e Montecatini Terme, Pescia e nella zona Montana (con esclusione dei comuni di Sambuca, Piteglio e Marliana); - si hanno valori inferiori alla media nella fascia sud-est della provincia, la medesima dove abbiamo già visto essere maggiore la popolazione giovanile, probabilmente a causa di una maggiore possibilità di trovare impieghi che richiedono una bassa qualifica. Ai diplomati si devono aggiungere quei giovani che frequentano ancora la scuola media superiore (allievi in ritardo o ripetenti): si tratta18 nel complesso di circa 590 giovani tra i 19 ed i 24 anni (pari al 3,73% della popolazione tra 19-24 anni). La percentuale di giovani pistoiesi iscritti ad un corso universitario è andato crescendo negli anni, pur mantenendosi al di sotto della media regionale. A fine anno 200319 la percentuale di 15 In base ai dati ISTAT del censimento 2001, la Provincia di Pistoia risulta la penultima in Toscana per percentuale di diplomati-laureati. 16 Il dato si riferisce alla percentuale dei 22enni nell'anno 2006 (cioè ai nati nel 1984) ed è una elaborazione sui dati dell'Osservatorio Scolastico Provinciale riportata in Provincia di Pistoia, Analisi, studio, ricerca e idee-progetto relative al sistema educativo-formativo della Provincia di Pistoia, a cura di Soluzioni srl, Pisa, 2007 17 Dati ISTAT, Censimento 2001, relativi alla percentuale di diplomati nella popolazione tra 19 e 34 anni 18 Elaborazione sui dati relativi a ritardo – parità - anticipo nella scuola secondaria di secondo grado riportati in Osservatorio Scolastico della Provincia di Pistoia, Io domani – Rapporto sulla scuola pistoiese – A.S. 2005/06, Pistoia, 2007. 19 I dati di questo paragrafo relativi all'iscrizione all'Università ei giovai pistoiesi sono tratti da Provincia di Pistoia, Analisi, studio, ricerca e idee-progetto relative al sistema educativo-formativo della Provincia di Pistoia, a cura di Soluzioni srl, Pisa, 2007 - 31 -
2 - I fabbisogni individuali giovani 19-24 iscritti all'università era pari al 25,3% (circa 4000 giovani), con un notevole squilibrio tra maschi (21,2%) e femmine (29,6%). La distribuzione degli iscritti sul territorio provinciale segue approssimativamente quella dei diplomati, anche se si deve notare che passando dalla percentuale di immatricolati (sulla fascia 19- 22) a quella degli iscritti (fascia 19-24) e infine a quella di laureati (fascia 24-32) si assiste ad una progressiva diminuzione percentuale dei residenti nella zona montana: infatti, per questa zona, la percentuale di immatricolati è in linea con il dato provinciale, quella di iscritti lievemente inferiore (22% conto 25,3%) e quella di laureati notevolmente più bassa (6,9% contro 17,7%). Tale progressiva diminuzione può, almeno in parte, essere imputata alla maggiore difficoltà per gli studenti montani nel raggiungere il vicino ateneo fiorentino, determinando nel tempo un più alto tasso di interruzione degli studi universitari. Nel complesso, considerando sia gli iscritti all'università che coloro che ancora frequentano la scuola media superiore, il 29% dei giovani pistoiesi frequenta un regolare corso di studi, mentre il restante 71% è inserito nel mondo del lavoro o alla ricerca di un impiego. Analizzare nel dettaglio la composizione di questo 71% di giovani (circa 11.000 individui) è particolarmente difficoltoso, poiché mancano pubblicazioni aggiornate sia sulla disoccupazione giovanile nella Provincia di Pistoia sia sulle tipologie contrattuali dei giovani lavoratori. Al 2003 (dati disponibili sulle pagine del Servizio Statistica della Provincia di Pistoia) il tasso di disoccupazione giovanile20 era pari al 15,3, con un notevole squilibrio tra uomini (9,2) e donne (22,8). Considerando che il tasso di disoccupazione è calcolato in rapporto alla popolazione attiva (da cui si escludono gli studenti), esso indica che circa l'11% dei giovani è disoccupato. Si deve tuttavia notare che: - la disoccupazione giovanile in Toscana è aumentata dal 2003 al 2006 (passando dal 13,4 al 15,4, dati ISTAT), e presumibilmente questo è avvenuto anche nella provincia di Pistoia; - il tasso di disoccupazione giovanile è riferito alla fascia 15-24, e non 19-24. In conclusione, l'indicazione dell'11% di giovani in cerca di lavoro deve essere presa con molta cautela (almeno con un margine di uno-due punti percentuali di variabilità). Tenendo conto dei margini di variabilità sopra evidenziati, possiamo affermare che circa il 60% dei giovani pistoiesi ha un impiego. Il Rapporto Annuale 2005 dell'Osservatorio Provinciale sul mercato del Lavoro ha presentato per la prima volta dati completi relativi all'apprendistato. Dai dati presentati, gli apprendisti nella 20 Il tasso di disoccupazione giovanile è riferito alla fascia di età 15-24: i dati qui presentati devono essere quindi presi con estrema cautela se riferiti alla fascia 19-24. - 32 -
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