Il selfie: pensieri nascosti, fantasie di autocreazione, tratti di personalità

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RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA E PSICOLOGIA                                     ISSN 2039-4667; E-ISSN 2239-2629
DOI: 10.4453/rifp.2016.0038                                                               Vol. 7 (2016), n. 3, pp. 378-389

      TEMI ED EVENTI

Il selfie: pensieri nascosti, fantasie di autocreazione,
tratti di personalità
Gian Luca Barbieri(α)
Ricevuto: 21 luglio 2016; accettato: 18 novembre 2016

█ Riassunto Gli autori di autoritratti fotografici possono esprimere diversi aspetti della loro personalità.
In particolare, i selfie enfatizzano difficoltà nella connessione mente-corpo, una fantasia di auto creazione
e il bisogno di rimuovere qualsiasi mediazione nella creazione di un’immagine personale. Il fine della pub-
blicazione di un selfie non nasce dal bisogno di una relazione reale, ma deriva dalla necessità di un’auto-
conferma narcisistica. Il pensiero che si produce quando una persona scatta e condivide un selfie esclude
la mentalizzazione e non è orientato verso il mondo interno individuale, ma si concentra su un pensiero di
auto-rispecchiamento della persona che lo posta. I selfie non rivelano solo livelli variabili di narcisismo
dell’autore, a seconda delle tipologie di selfie, ma possono essere segni di alcuni tratti di personalità schi-
zoide, dipendente, istrionica, evitante e anche in alcuni casi borderline.
PAROLE CHIAVE: Selfie; Narcisismo; Autorappresentazione; Rapporto corpo/mente; Social network; Co-
municazione

█ Abstract Selfie: Hidden Thoughts, Self-creation Fantasy, Personality Traits – Self-portrait photographs
can express different aspects of the author’s personality. In particular, selfies magnify difficulties with the
mind-body connection, self-creation fantasies and a felt need to remove any mediation involved in the
creation of a personal image. The impulse to publish selfies does not stem from a need for real relation-
ships, but rather serves narcissistic self-confirmation. When a person takes and shares a selfie, she avoids
mentalisation and does not orient towards her internal world, but instead focuses on self-mirroring the
posing person. Selfies not only reveal the variable shades of the author’s narcissism, depending on the ty-
pology of the selfie, but can also reveal signs of certain schizoid, dependent, histrionic, avoidant, and
sometimes even borderline personality traits.
KEYWORDS: Selfies; Narcissism; Self-representation; Mind/Body Relationship; Social Network; Commu-
nication

(α)
  Dipartimento di Neuroscienze, Università degli Studi di Parma, via Volturno, 39 - 43125 Parma (I)
E-mail: gianluca.barbieri@unipr.it ()

             Creative Commons - Attribuzione - 4.0 Internazionale
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              Questo corpo moderno, più lo si esibisce,   nea e indifferenziata, ed evidenzieremo alcuni
                meno esso esiste. Annullato, in misura    parallelismi con la pittura. Ci soffermeremo
                          direttamente proporzionale      poi sulle forme che può assumere la comuni-
                                  alla sua esposizione.   cazione mediata dai selfie e sulle dinamiche
                  (Daniel Pennac, Storia di un corpo)     mentali che vengono attivate. Evidenzieremo
                                                          la logica autarchica che guida l’autore durante
    QUANDO UNA PERSONA SCATTA UN sel-                     la costruzione della propria immagine fotogra-
fie1 si rappresenta, si rispecchia, costruisce            fica e la fantasia di autocreazione, connessa a
un’immagine di sé, può dar vita a un suo                  una possibile difficoltà di elaborazione della
doppio, può mettersi in scena come perso-                 relazione mente-corpo. Infine considereremo
naggio di una storia reale oppure possibile.              il narcisismo generato dalla pratica del selfie,
Quell’autoritratto viene osservato e conside-             evidenziandone alcune particolarità e affian-
rato dall’autore, ma normalmente anche da                 candolo ad altri tratti di personalità che tra-
altre persone; assume così uno statuto com-               spaiono nelle immagini osservate.
plesso che comprende aspetti identitari, rela-
zionali, cognitivi ed emotivi e genera un in-             █ Diverse tipologie di selfie
treccio di pensieri, di ipotesi, di reazioni, di
informazioni dirette e indirette.                             Gli studi sui selfie condividono quasi
    Molte sono le domande che gli studiosi si             sempre l’idea implicita che le singole imma-
pongono sulle dinamiche psichiche che carat-              gini siano riconducibili a un’unica categoria.
terizzano questo fenomeno e sulle sue ricadu-             La realtà, però, articolata e complessa, non
te a livello personale e sociale. Tralasciando            conferma questo presupposto. A seconda del-
le frequenti indagini prettamente divulgative,            le scelte effettuate in modo più o meno con-
si nota che l’autoritratto fotografico è sempre           sapevole dall’autore e centrate ora sul conte-
più spesso studiato in un’ottica scientifica,             nuto, ora sullo stile, ora sulla relazione, si at-
soprattutto, anche se non solo, in ambito psi-            tivano modalità comunicative declinate se-
cologico. La maggior parte delle ricerche in              condo angolazioni specifiche e innestate su
questo settore riguarda le implicazioni e le              processi psichici tutt’altro che uniformi. A
ricadute narcisistiche del selfie (aspetto che            seguito di un’indagine in rete su circa duemi-
riprenderemo in seguito), ma anche molti al-              la autoritratti fotografici reperiti in Fa-
tri approcci sono interessanti. Per esempio ne            cebook, Twitter, SelfieCity, Instagram e in
sono state studiate le componenti artistiche              WhatsApp, abbiamo individuato alcune sot-
intrecciate con quelle psicologiche;2 le regole           toclassi. Presentiamo le più interessanti dal
di costruzione dell’immagine;3 gli aspetti tec-           punto di vista psicologico.
nologici;4 lo si è osservato in relazione ai di-
sturbi dell’alimentazione;5 alla questione raz-           █ Lo sguardo dell’autore
ziale;6 è stato utilizzato in una prospettiva
psicoterapeutica nella cosiddetta “Self-Port-                 La prima sottoclasse, trasversale alle altre,
rait Experience”;7 ne sono state analizzate al-           si riferisce allo sguardo del soggetto ritratto.
cune componenti psicobiologiche;8 si sono                 In alcune immagini egli osserva il destinata-
indagate le disposizioni mentali, le attese e le          rio, in altre invece guarda in una direzione
intenzioni che stanno a monte dell’azione di              diversa. Nel primo caso chi si fotografa si fis-
postare un selfie.9                                       sa negli occhi e in questo modo vede se stesso
    Nel presente studio osserveremo dapprima              nella prospettiva del potenziale destinatario,
le principali tipologie di autoritratti fotografi-        si osserva con gli occhi dell’altro, testa l’im-
ci, con l’obiettivo di abbandonare la prospetti-          pressione che può essere generata da quella
va diffusa che ne assimila tutte le manifesta-            rappresentazione di sé. Il suo sguardo buca lo
zioni all’interno di un’unica categoria omoge-            schermo dello smartphone e si apre a una vi-
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sione ulteriore. L’autoritratto è già lanciato       no sfide di vario genere: sulla sommità di
nella relazione che si attualizzerà in un tempo      pinnacoli o su cornicioni di grattacieli altis-
e in un luogo differenti. Se invece lo sguardo       simi, sospesi a una corda su uno strapiombo,
è decentrato, l’autore rimane al di qua              in caduta libera prima di aprire il paracadute
dell’obiettivo, si situa nell’hic et nunc dello      e così via. Alcune di queste immagini richia-
scatto. La fruizione futura è essenziale anche       mano la celebre fotografia di Charles Ebbets,
in questo caso, ma si pensa che non possa in-        Lunch Atop a Skyscraper, che mostra undici
taccare il messaggio affidato all’immagine. Lo       operai seduti su una trave a ottocento piedi
sguardo indiretto “mostra”; quello diretto           d’altezza sopra New York durante la costru-
“parla”. Il destinatario del primo è considera-      zione dell’RCA Building. Fotografia che in
to un semplice ricettore; il destinatario del        quel caso è stata realizzata da un professioni-
secondo è invece una mente strutturante e            sta e non, come forse accadrebbe oggi, da un
dialogica.10                                         operaio con lo smartphone montato su un
                                                     lunghissimo stick. Il soggetto si rappresenta
█ Il soggetto e lo sfondo                            in questi selfie come un personaggio eccezio-
                                                     nale per forza, coraggio, spregiudicatezza.
    I selfie che ritraggono l’autore su uno
sfondo neutro indirizzano l’attenzione sul           █ Mostrarsi in versione oscurata
soggetto decontestualizzato, che satura il
campo e si impone come unico elemento si-               In qualche caso la persona si ritrae con il
gnificante. Se invece al luogo e agli oggetti        volto oscurato14 da uno studiato effetto di
circostanti viene riservato uno spazio signifi-      controluce. Si rende visibile ma non ricono-
cativo, essi entrano spesso in relazione dialet-     scibile, quasi giocando sull’etimologia della
tica con l’individuo; non sono semplici ele-         parola “ritratto” (re-trahere significa “tirare
menti accessori o decorativi, ma assumono la         fuori” ma anche “tirare indietro”). Oppure si
dignità di “correlativi oggettivi”,11 che con-       fa un selfie volutamente sfocato o mosso (o
tribuiscono a rappresentare, in modo diretto         ancora manipolato a posteriori con Photo-
oppure simbolico, tratti non visibili del sog-       shop) con lo stesso scopo: esporsi nasconden-
getto quali il carattere, i gusti, le passioni, le   dosi. Questa tipologia costituisce per alcuni
ambizioni.                                           aspetti il ribaltamento di quella che abbiamo
                                                     definito “eroica”.
█ Il selfie d’amicizia
                                                     █ Fotografarsi come non si è
    Molti selfie sono il corrispettivo del “ri-
tratto d’amicizia” pittorico.12 L’autore della          Ci si può anche fotografare come non si è,
fotografia si pone come fulcro e ragion              o come si vorrebbe (o si teme di) essere, o an-
d’essere del gruppo di cui fa parte e da cui ri-     cora per stupire introducendo un elemento di
ceve una conferma identitaria e un incremen-         palese falsificazione nella propria immagine.
to di senso. La compartecipazione del sogget-        Tra i più diffusi, i selfie basati su trasforma-
to e degli amici al “noi” gruppale è conferma-       zioni che fanno rassomigliare a persone fa-
ta dal fatto che di solito tutti guardano            mose e quelli transgender, in cui il maschio si
nell’obiettivo e quindi si rivolgono al destina-     traveste da femmina (più raro il contrario).15
tario come insieme coeso.13
                                                     █ Il meta-selfie e la moltiplicazione dell’im-
█ Il selfie erioco                                     magine di sé

   Alcune persone si autoritraggono in situa-           Il soggetto si può duplicare, affiancando
zioni pericolose ed estreme mentre affronta-         due immagini di sé nella stessa fotografia. Al-
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cuni autoritratti fotografici mostrano fron-           quale l’autore è centrato su di sé e sulla pro-
talmente l’autore che regge lo smartphone sul          pria immagine; la funzione “fàtica”, che con-
cui schermo compare il suo stesso volto. Il            siste nel mantenere il contatto con il destina-
gioco si fa più intrigante quando la persona           tario; la funzione “conativa”, focalizzata
appare in primo piano di spalle e il suo viso si       sull’altro e riassumibile nell’invito più o meno
vede in secondo piano sul display del telefo-          esplicito: “guardami!”. Possiamo anche nota-
nino. A volte si realizzano selfie en abîme, in        re come si attivino le restanti funzioni in base
cui l’autore usa uno o più specchi per ritrarsi        alla tipologia di selfie: le strategie colte e raf-
mentre si autoritrae, moltiplicando la propria         finate, basate sulle citazioni e sulla dimensio-
immagine nella stessa inquadratura, a volte            ne “meta”, strizzano l’occhio al codice del sel-
con discreta perizia tecnica.16                        fie e privilegiano quindi la funzione “meta-
                                                       linguistica” e quella “poetica”; gli autoritratti
█ Le citazioni                                         eroici, i selfie d’amicizia e quelli che giocano
                                                       con la presenza o l’assenza dello sfondo pon-
    I selfie possono citare opere d’arte. Alcuni       gono al centro la funzione “referenziale”, in-
sfruttano una superficie riflettente convessa,         fatti il senso dell’immagine è centrato sul
come nell’Autoritratto nello specchio convesso         rapporto tra il soggetto e il contesto.
del Parmigianino17 e nelle litografie Mano con             Non va dimenticato che un ulteriore ele-
sfera riflettente e Natura morta con sfera ri-         mento di complessità consiste nel fatto che
flettente di Escher. Un selfie mostra in primo         queste comunicazioni avvengono in comunità
piano il viso di un uomo identico a quello del         virtuali spesso utilizzate come laboratori in cui
Cristo incorniciato alle sue spalle: come non          sperimentare processi identitari e relazionali
pensare all’Autoritratto con pelliccia di Düh-         sganciati dalla quotidianità.20 La dimensione
rer,18 in cui il pittore si rappresenta somi-          virtuale colloca il soggetto “fuori dal ‘ci’”,21 in
gliante al Redentore? Alcuni selfie rimandano          un luogo deterritorializzato e in un tempo
alla body art: l’autore esibisce il proprio corpo      sganciato da quello dell’orologio e del calenda-
sul quale è intervenuto in modi (crediamo              rio; perciò consente di inventarsi, di fingere
solo in apparenza) cruenti, oppure spesso ca-          ben più di quanto si faccia al di qua dello
povolge il tutto in farsa, riempiendosi di             schermo del computer o dello smartphone.
creme colorate e trasformandosi in un hot              L’importanza di questa componente finziona-
dog o in una torta.                                    le è evidenziata da Vargas Llosa quando af-
    Sempre in un ambito citazionale rientrano          ferma che «le finzioni esistono perché abbia-
i selfie che ricalcano lo stile di generi cinema-      mo una sola vita e i nostri desideri e fantasie
tografici (horror, thriller, pellicole espressio-      esigono di averne mille. Perché l’abisso tra
niste, commedie degli anni Cinquanta) o                quello che siamo e quello che vorremmo esse-
quello delle vecchie fotografie ingiallite o del-      re doveva essere riempito in qualche modo.
le pubblicità del passato o del presente.              Incorporiamo l’impossibile al possibile, affin-
                                                       ché la nostra esistenza sia contemporanea-
█ La complessità dei selfie                            mente realtà e irrealtà, storia e favola, vita
                                                       concreta e avventura meravigliosa».22
    Le diverse tipologie di selfie osservate nel           Come si diceva, oltre la creazione, va con-
paragrafo precedente attivano processi psi-            siderata l’esposizione del proprio selfie e ciò
chici in parte comuni e in parte specifici e           che ne consegue: la reazione emotiva e il giu-
quindi mettono in scena un’interessante va-            dizio dell’altro. A questo proposito è interes-
rietà di modalità comunicative.                        sante osservare le dinamiche mentali che
    Utilizzando le categorie di Jakobson,19 si         stanno alla base di questi processi. Chi posta il
evidenzia che trasversali a tutti i modelli in-        proprio autoritratto fotografico lo fa con una
dicati sono la funzione “emotiva”, in base alla        certa intenzione, sa (o almeno immagina, o
382                                                                                Gian Luca Barbieri

auspica) che quell’immagine potrà produrre            modi: una mancata ricezione; una dimenti-
effetti sull’osservatore, quindi è consapevole        canza; un giudizio positivo talmente scontato
che quest’ultimo attiverà alcune ipotesi relati-      da rendere superflua la risposta; un giudizio
ve alla sua intenzione, potrà fraintenderla e         negativo inespresso, che però non è confer-
comunque proverà delle emozioni. Di conse-            mato dall’evidenza e quindi viene di solito
guenza l’autore sceglierà di postare un’im-           lasciato in ombra e ignorato.
magine e non un’altra, opterà per alcuni desti-           Queste sintetiche osservazioni inducono a
natari e ne escluderà altri, userà cautela o gio-     riflettere sul tipo di pensiero che si genera in
cherà d’azzardo, il tutto in relazione allo spet-     presenza dei selfie. Questi ultimi mettono in
tro dei possibili moti dell’animo e pensieri          campo l’aspetto esteriore della persona,
dell’altro. Lo spazio che separa e connette           esprimono il suo bisogno di mostrarsi. Di ri-
l’emittente e il destinatario viene attraversato      flesso il riscontro dell’osservatore si colloca a
da una rete di pensieri di entrambi, non neces-       sua volta in superficie e si risolve di solito in
sariamente sintonici tra loro. Tutto ciò fa par-      un acting. Il circuito comunicativo che parte
te del gioco, lo rende fragile ma anche accatti-      dall’autore, arriva al destinatario e ritorna
vante. Un selfie pensato come autoironico può         all’autore non coinvolge gli strati profondi
essere ritenuto insopportabilmente narcisisti-        della mente e attiva il pensiero spesso in mo-
co; uno concepito come volutamente disgu-             di intuitivi e in parte automatici articolati su
stoso può affascinare e sedurre; uno puramen-         meccanismi elementari di stimolo-risposta.
te informativo può apparire provocatorio. So-         Facendo riferimento alle categorie kohutia-
prattutto nei selfie basati su citazioni o su gio-    ne,24 gli autoritratti fotografici non consen-
chi con il codice, è importante la condivisione       tono relazioni di “oggetto libidico”, che pre-
o almeno la sintonia tra l’“enciclopedia”23           suppongono un pensiero complesso in un
dell’emittente e quella del destinatario.             contesto condiviso, ma attivano relazioni di
    Il conflitto tra le intenzioni dell’emittente e   “oggetto-Sé”, nelle quali l’altro è uno spec-
le risposte del destinatario è possibile anche        chio che restituisce al soggetto l’immagine di
nelle relazioni in praesentia, ma in quest’ul-        sé che egli stesso ha messo in campo, confer-
timo caso è temperato da una serie di infor-          mandola e rafforzandola. Il selfie, nella mag-
mazioni supplementari, soprattutto analogi-           gior parte dei casi, più che dare vita a una ve-
che, come lo sguardo, l’intonazione, la postura,      ra comunicazione, si limita ad essere una
la distanza reciproca, che nella comunicazione        semplice strategia retorica.
in absentia non sono disponibili.                         È interessante osservare a questo proposi-
                                                      to se e come il “riconoscimento” e la “menta-
█ Modi di attivazione del pensiero                    lizzazione”, riferimenti teorici fondamentali
                                                      dell’approccio psicodinamico al pensiero,
   Chi osserva un selfie può rispondere con           siano coinvolti nei processi mentali generati
un semplice like, con uno o più emoticon, con         dai selfie.
un messaggio verbale oppure può non ri-                   Il riconoscimento25 consiste in una relazione
spondere. Un like e un emoticon sono il corri-        psichica duale in cui ciascuno dei due soggetti si
spettivo di un gesto, di un’espressione del vi-       sente pensato dall’altro, trova una collocazione
so o di una strizzatina d’occhio e solitamente        nella mente dell’altro e simmetricamente acco-
sono privi di ambivalenza (con l’eccezione di         glie quest’ultimo nella propria mente. L’altro
un loro uso antifrastico che ne capovolge iro-        non è semplicemente un riflesso o un alter ego,
nicamente il senso). Un commento scritto,             ma un soggetto distinto e indipendente con il
che di solito è brevissimo, può invece essere         quale ci si può confrontare secondo dinamiche
ambivalente e quindi può richiedere alcune            aperte, insature e costruttive.
ipotesi interpretative. Infine la non-risposta            Nel caso della relazione mediata dal selfie
può venire spiegata dal destinatario in vari          (e in generale nelle relazioni di oggetto-Sé)
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non si può parlare di riconoscimento in senso          foto davanti a un monumento o in una situa-
psicodinamico, infatti io mi percepisco «con-          zione particolare. Potevamo fotografare
fermato autoreferenzialmente a me stesso e             l’altro ma non noi stessi, se non allo specchio.
pieno di me»26 perché introietto l’altro come          Inoltre era necessaria la presenza di un pro-
riflesso di me e così saturo il mio pensiero. Si       fessionista nelle fasi di sviluppo e di stampa.
tratta di una relazione autocentrata, gestita da       Ora invece ciascuno controlla tutta la proce-
un sé vorace di ciò che è simile e refrattario         dura: vede subito l’immagine, la può conser-
verso ciò che presenta margini di differenza;          vare, eliminare, ritoccare, stampare. L’autore
un sé autocompiaciuto che usa l’interlocutore          è l’unico responsabile del proprio autoritratto
semplicemente come specchio.                           che decide di condividere. Tutto il processo è
    La mentalizzazione27 è una relazione in-           basato su presupposti “autarchici”, nel senso
termentale complessa attraverso la quale il            che non richiede l’intervento di nessun altro.
soggetto coglie gli stati mentali altrui, atti-            Questa affermazione può generare alcune
vando flessibilmente le proprie rappresenta-           perplessità. Per esempio, l’importanza fon-
zioni di sé e dell’altro in rapporto al contesto       damentale del destinatario può apparire con-
condiviso da entrambi.                                 flittuale con il concetto di autarchia. Se però
    Nella comunicazione generata dai selfie il         osserviamo il processo, notiamo che il sogget-
pensiero relazionale complesso che si esprime          to sceglie dove postare il proprio selfie, su
nella mentalizzazione viene escluso a causa            quale social network, sito web o instant mes-
degli pseudo-automatismi che abbiamo evi-              saging app. A seconda dello strumento rite-
denziato e che riducono il processo a una di-          nuto più adeguato e delle modalità di sele-
namica speculare e di superficie.                      zione dei destinatari, può restringere o am-
    Se poi facciamo riferimento alla teoria del        pliare il pubblico a cui rivolgersi, può preferi-
pensiero di Bion, centrata sulla “tolleranza del-      re un destinatario conosciuto per un’imma-
la frustrazione”28 nei confronti dell’oggetto as-      gine e riservarne una diversa a persone igno-
sente, sulla possibilità di pensare le proprie         te. L’altro è dunque fondamentale, ma la sua
emozioni e sulla “capacità negativa”,29 intesa         scelta dipende dall’autore della fotografia
come disposizione a non saturare la propria            che, in base alle proprie esigenze, controlla,
mente, lasciandola in uno stato di sospensione         per quanto possibile, il processo di comuni-
e di apertura, notiamo che con gli autoritratti        cazione anche in relazione al destinatario. La
fotografici condivisi non si affronta la frustra-      componente autarchica e quella sociale non
zione ma la si aggira, si rifugge l’incertezza le-     sono opposte e inconciliabili: la seconda è
gata alla capacità negativa, le emozioni non           strettamente connessa alla prima.
vengono pensate. Usando il lessico bioniano,               Un’ulteriore riserva può nascere dalla con-
l’attività psichica generata dai selfie si limita a    statazione che la polisemia di alcune immagi-
produrre “protopensieri”.30                            ni, con le loro componenti aleatorie e impre-
                                                       vedibili, va nella direzione opposta a quella del
█ La costruzione autarchica dell’immagine              controllo autarchico. Altra constatazione indi-
   di sé                                               scutibile: la possibilità di una lettura deviante
                                                       rispetto alle intenzioni dell’autore esiste, ma fa
    Un particolare evidente ma spesso trascu-          comunque parte del gioco, come la stessa poli-
rato relativo ai selfie è l’eliminazione, da par-      semia. L’autore ne è consapevole e quindi sce-
te dell’autore, di ogni intermediazione nella          glie i selfie che rientrano presumibilmente
realizzazione della propria immagine. Si trat-         nell’ambito delle decodificazioni che ritiene
ta di un dettaglio tecnico, dotato però di forti       accettabili e scarta quelli che potrebbero tra-
implicazioni psicologiche. Quando utilizza-            valicare quei parametri.
vamo la macchina fotografica tradizionale,                 Evidentemente non tutto, nel processo di
chiedevamo a un passante di scattarci una              comunicazione, può essere tenuto sotto con-
384                                                                             Gian Luca Barbieri

trollo, ma questo aspetto, nella dimensione             Alessandra Lemma sostiene che il modo
spesso ludica del selfie, è vissuto come uno        in cui noi pensiamo il nostro corpo non può
stimolo, non come un limite né come un              prescindere da due assiomi: «siamo esseri in-
ostacolo. L’autore, in quanto artefice e crea-      corporati e siamo soggetti allo sguardo
tore della propria immagine, è condizionato         dell’altro».34 Le comunità virtuali del Web
solo in parte dall’interlocutore, infatti acco-     basate esclusivamente sulla scrittura, come i
glie i suoi riscontri se questi sono sintonici      forum, consentono di sganciarsi da entrambi
con i propri presupposti, altrimenti li ignora.     questi vincoli: la corporeità è del tutto elimi-
                                                    nata, come avrebbero desiderato i mistici; lo
█ Il corpo e la fantasia di autocreazione           sguardo dell’altro è cancellato, come forse so-
                                                    gnavano i personaggi di Pirandello. Il selfie
    Un altro importante aspetto da evidenzia-       rende possibile una condizione simmetrica: la
re è che il selfie, da un punto di vista psicodi-   corporeità è disincarnata ma viene ostentata
namico, può sottintendere una difficoltà di         e lo sguardo di sé e dell’altro è centrale e ine-
elaborazione psichica della relazione mente-        liminabile. Sono due modi complementari di
corpo ed esprimere una fantasia di autocrea-        mettersi in gioco con libertà, stracciando le
zione. Ci riferiamo ai selfie più creativi, ori-    maschere indossate ogni giorno e scegliendo
ginali e non prettamente informativi.               quali altre indossare per «sentirsi se stessi
    L’importanza del corpo nella costruzione        sentendosi un altro».35 Lemma parlerebbe di
dell’identità individuale è evidenziata da          un «mentire che preserva il Sé».36
moltissimi autori. Ci limitiamo a ricordare             Nella società iper-moderna37 si evidenzia
uno psicologo e un filosofo: Turner afferma         una scissione difensiva tra il corpo e la mente
che “noi siamo il nostro corpo” e la nostra         riconducibile a un «ritiro psichico cartesia-
identità è un “sé incarnato” (embodied self);31     no».38 Le comunità virtuali e la pratica del
Foucault considera il corpo come il nucleo          selfie esprimono e confermano questa scis-
della percezione della propria esistenza, defi-     sione. Quello che compare nell’autoritratto
nita un “être au mond charnel”.32                   fotografico creativo non è il corpo che si è
    Se ci riferiamo al selfie, il corpo del sog-    ereditato alla nascita senza poterlo scegliere,
getto ne costituisce un aspetto fondamentale,       ma una sua reinvenzione. Dato che «non
non nella sua materialità referenziale, ma          possiamo far nascere noi stessi», almeno cer-
come rappresentazione possibile. Spesso             chiamo di sviluppare la fantasia di «essere il
l’autoritratto fotografico rende visibile il lato   nostro creatore».39 C’è in gioco una «fanta-
nascosto dell’individuo, quello sognato, desi-      sia di autocreazione»:40 oscuriamo il corpo
derato, inventato. È una “immagine immagi-          che ci è toccato in sorte e, come direbbe Bau-
nata”, una rappresentazione di sé che l’autore      drillard,41 ci sforziamo di essere una copia
costruisce fuori dalla realtà fenomenica. Va        senza originale.
ricordato che l’espulsione della fisicità del           Alla base delle manipolazioni dell’immagi-
corpo dalla dimensione virtuale dei nuovi           ne corporea dei selfie c’è la stessa esigenza mo-
media non è vissuta come un limite o un di-         strata, in modo ben più radicale, dagli artisti
fetto: chi entra in queste comunità ha spesso       della body art, e confermata a un altro livello
bisogno di non essere reale e quindi vive           dalla pratica dei tatuaggi, dei piercing e della
l’incorporeità e la volatilità della propria im-    chirurgia estetica, attraverso cui il corpo viene
magine come condizioni ideali: al di là dello       personalizzato dal soggetto per riacquistarne
schermo non si muore, non ci si ammala, non         la proprietà.
si soffre, non si hanno responsabilità e con un         Pietropolli Charmet ha osservato che spes-
semplice click si sparisce senza bisogno di         so il corpo viene vissuto, percepito e soprattut-
spiegazioni. È un ambito in cui non si deve,        to mentalizzato dagli adolescenti secondo due
ma si può se si vuole.33                            prospettive opposte: come una «potenza
Il selfie: pensieri nascosti, fantasie di autocreazione, tratti di personalità                        385

straniera» che minaccia i loro valori e la loro             È stato oggetto d’indagine anche il modo in
idea di sé, oppure è «superinvestito narcisisti-        cui si genera il narcisismo nell’autore del selfie
camente fino a diventare il luogo elettivo del          in relazione ai feedback (like o commenti) e ai
sentimento di identità».42 In altre parole il           comportamenti responsivi dell’autore stesso
corpo adolescente è sganciato dalla mente e             nei confronti delle immagini altrui.51 In rife-
viene pensato secondo due concettualizzazio-            rimento al narcisismo collegato all’esposizione
ni opposte: “io sono il mio corpo” vs “io non           dei selfie nei social media, sono emerse inte-
sono per niente il mio corpo”. L’autoritratto           ressanti differenze tra Facebook e Twitter.52
fotografico può avere una funzione importan-                La correlazione tra l’uso del selfie e i tratti
te in relazione a entrambe queste disposizioni          di personalità narcisistica in letteratura è
psichiche, come è stato evidenziato anche dal-          analizzata prevalentemente con l’uso del
le esperienze di Cristina Nunez.43                      Narcissism Personality Inventory,53 in un caso
                                                        con la sua revisione polacca,54 realizzata ap-
█ Il narcisismo e altri tratti di personalità           positamente per esaminare come le diverse
                                                        componenti del narcisismo correlano con il
    Gli studi psicologici sui selfie, come ab-          selfie-posting behavior.
biamo accennato, sono riconducibili in buo-                 I riferimenti teorici più utilizzati per valu-
na parte all’ambito del narcisismo. Riportia-           tare i tratti narcisistici relativi agli autori di
mo alcuni riferimenti a titolo esemplificativo.         autoritratti fotografici sono la teoria dei Big
    Campbell e collaboratori44 così come Brown          Five Personality Traits55 e la Dark Triad of Per-
e i suoi collaboratori45 sostengono che il selfie       sonality,56 quest’ultima soprattutto nella ver-
esprime aspetti del narcisismo individuale, tra i       sione semplificata denominata Dirty Dozen,
quali la ricerca dell’ammirazione, indispensabi-        centrata sul solo narcisismo.57 La maggior par-
le a mantenere e potenziare un’autorappresen-           te delle ricerche valuta il narcisismo in rela-
tazione di sé intrisa di megalomania. Weiser46          zione alla frequenza con cui vengono postati i
pone l’accento sul desiderio di leadership,             selfie sui social media.58
sull’egocentrismo, sull’esibizionismo e sul senso           Il nostro approccio all’autoritratto foto-
di grandiosità. Morf, Rhodewalt47 ritengono             grafico, anche per valutarne le connessioni
che postare i propri selfie sia una manovra psi-        con i tratti di personalità dell’autore, si di-
cologica di autoregolazione del proprio Sé nar-         stacca dai modelli di analisi prevalenti nella
cisistico.                                              letteratura: rientra in un approccio qualitati-
    Sono state effettuate anche ricerche cen-           vo, prescinde da strumenti standardizzati, da
trate sulle specificità di genere: Murray48 nota        interviste e questionari e si basa sull’osser-
come le giovani donne che postano i loro selfie         vazione dei testi, cioè delle immagini postate,
mostrino esigenze narcisistiche abbinate a              utilizzando parametri precisi.
un’urgenza politica di opposizione e di resi-               Abbiamo fatto riferimento anche in que-
stenza estetica nei confronti degli stereotipi          sto caso alla teoria della comunicazione di
femminili diffusi. Sorokowski e i suoi collabo-         Jakobson, che in precedenza abbiamo utiliz-
ratori49 affermano che l’esposizione dei propri         zato per osservare gli aspetti comuni e le spe-
selfie nei social media è correlata a tratti narci-     cificità delle diverse tipologie di selfie e che in
sistici di personalità in misura decisamente            seguito si è rivelata estremamente utile, in
superiore nei maschi che nelle femmine.                 una prospettiva diversa, per l’individuazione
    Da un punto di vista più orientato in dire-         delle categorie in base alle quali condurre
zione sociologica, Giroux50 riferisce gli aspetti       l’analisi delle immagini. In particolare ab-
narcisistici degli autoritratti fotografici ai valori   biamo fatto riferimento a cinque delle sei
del neocapitalismo quali l’egocentri-smo e il           funzioni già elencate: quella “emotiva” (quale
perseguimento del proprio vantaggio personale           immagine l’autore dà di sé attraverso il suo
al di là di qualunque preoccupazione etica.             selfie), la “conativa” (come l’autore coinvolge
386                                                                               Gian Luca Barbieri

il destinatario, quali emozioni e pensieri de-       ben diverso da quello covert60 del selfie con il
sta o presumibilmente vuole destare in lui), la      viso oscurato e di quello in cui il soggetto si
“metalinguistica” (in che modo gioca sul lin-        maschera o comunque si presenta come non
guaggio della fotografia, sulle sue potenziali-      è in realtà. Il selfie denotativo e informativo
tà, sui suoi codici), la “referenziale” (quale       (per esempio, la fotografia scattata in occa-
tipo di esperienza personale o gruppale rap-         sione di un viaggio o di un compleanno) ha
presenta nel suo autoritratto), la “fàtica” (se il   un quoziente di narcisismo più basso e quali-
selfie ha semplicemente la funzione di man-          tativamente diverso dall’autoritratto fotogra-
tenere il contatto con il destinatario o se la       fico che abbiamo definito eroico. Anche
travalica in direzioni più mirate). Abbiamo          all’interno dei selfie d’amicizia vanno fatte le
tralasciato la “funzione poetica” perché in          debite distinzioni (il gruppo di cacciatori
questa prospettiva si sovrappone a quella me-        schierati al fianco di una preda importante e
talinguistica.                                       il gruppo di sciatori di fronte allo skilift met-
    Per cogliere i modi in cui si manifestano        tono in campo forme di narcisismo diverse).
di volta in volta le cinque suddette funzioni e      Il “meta-selfie” e quello basato su citazioni
come viene costruita la rappresentazione di          evidenziano un narcisismo spesso raffinato,
sé, anche in relazione alle emozioni, agli stati     espresso dalle componenti formali dell’imma-
d’animo e alle disposizioni psichiche messe in       gine, dall’abilità e dalle competenze dell’auto-
gioco dall’autore, abbiamo analizzato i selfie       re. Più che di narcisismo è quindi opportuno
su due livelli.                                      parlare di varie sfaccettature narcisistiche che
    A livello tematico-contenutistico abbiamo        si distinguono non solo per l’intensità, ma an-
evidenziato soprattutto: il contesto in cui          che dal punto di vista qualitativo.
l’autore si ritrae; la postura e l’espressione del        Sempre sulla base dei nostri parametri di
soggetto; il grado di eccezionalità dell’espe-       osservazione, emerge anche che il narcisismo
rienza di cui l’autore dà testimonianza; le          non è l’unico tratto di personalità che possa
componenti narrative implicite dell’imma-            spiegare in modo esaustivo le componenti psi-
gine; l’accentuazione della teatralità; la soli-     cologiche dei selfie. Infatti si possono indivi-
tudine del soggetto o la presenza di altre per-      duare, al fianco di quelli narcisisti, anche altri
sone e la loro funzione.                             tratti: schizoidi (comportamenti strani e biz-
    A livello formale-strutturale abbiamo fo-        zarri; rifiuto della compiacenza e del confor-
calizzato l’attenzione sul taglio d’inquadra-        mismo; tendenza a evidenziare la propria di-
tura; sulla posizione del soggetto nel campo         versità attraverso la quale il soggetto si diffe-
visivo in riferimento alla “regola del terzo”,       renzia e paradossalmente si isola, pur espo-
cioè alla suddivisione del campo visivo in no-       nendosi allo sguardo altrui); evitanti (timore
ve sezioni uguali tra loro all’interno delle         delle relazioni mascherato da desiderio; diffi-
quali vengono posizionati i punti di interes-        coltà di mentalizzazione dei propri stati inter-
se dell’immagine inquadrata;59 sul ricorso           ni); dipendenti (bisogno di relazioni rassicu-
allo specchio e sull’eventuale moltiplicazione       ranti e supportive, benché virtuali); istrionici
della propria immagine; sulle scelte tecniche;       (necessità di essere al centro dell’attenzione;
sulla direzione dello sguardo del soggetto;          espressione superficiale delle emozioni; teatra-
sulla citazione di immagini famose, soprat-          lità)61 e anche borderline (ricerca, nelle rispo-
tutto pittoriche e cinematografiche.                 ste degli altri, di riscontri per colmare il pro-
    Rimanendo nell’ambito del narcisismo,            prio vuoto interiore e la solitudine;62 costante
basandoci su ciò che abbiamo colto in riferi-        ricerca di oggetti-Sé esterni63). Si è dunque in
mento ai precedenti parametri di osservazio-         presenza di diversi tratti di personalità che si
ne, abbiamo notato che non tutti i selfie pre-       affiancano a quelli specificamente narcisistici.
sentano lo stesso tipo di narcisismo. Il selfie           Il riferimento alle categorie diagnostiche
eroico mette in campo un narcisismo overt            del DSM non significa che consideriamo i
Il selfie: pensieri nascosti, fantasie di autocreazione, tratti di personalità                               387

tratti evidenziati dei selfie assimilabili a ten-         2
                                                             Cfr. S. FERRARI, C. TARTARINI (a cura di), Auto-
denze psicopatologiche. Piuttosto si tratta di            Focus. L’autoritratto fotografico tra arte e psicologia,
abiti di pensiero socialmente diffusi, che co-            CLUEB, Bologna 2010.
                                                          3
stituiscono la norma, non l’eccezione; sono                 Cfr. N. BRUNO, V. GABRIELE, T. TASSO, M. BER-
legittimati e incoraggiati dal contesto sociale           TAMINI, “Selfies” Reveal Systematic Deviations
e culturale e trovano nell’autoritratto foto-             from Known Principles of Photographic Composi-
                                                          tion, in: «Art and Perception», vol. II, n. 1-2,
grafico uno strumento piacevole e ludico per              2014, pp. 45-58.
manifestarsi.                                             4
                                                            Cfr. G.Y. CHOI, E. BEHM-MORAWITZ, Teach Me
                                                          About Yourself(ie): Exploring Selfie-Takers’ Tech-
█ Note                                                    nology Usage and Digital Literacy Skills, in: «Psy-
                                                          chology of Popular Media Culture», 2016 – doi:
1
  Nel testo usiamo le espressioni “selfie” e “autori-     10.1037/ppm0000130.
                                                          5
tratto fotografico” come sinonimi. Lo Oxford Dic-           Cfr. S.A. MCLEAN, S. J. PAXTON, E.H. WERTHEIM,
tionary nel 2013 definiva così il selfie: «A photo-       J. MASTERS, Dissatisfaction in Adolescent Girls, in:
graph that one has taken of oneself, typically one        «International Journal Of Eating Disorders», vol.
taken with a smartphone or webcam and shared              XLVIII, n. 8, 2015, pp. 1132-1140.
                                                          6
via social media», quindi presupponeva la condivi-           Cfr. T. PHILIPS, Kohut Memorial Lecture: Race,
sione come tratto essenziale che, benché senza spe-       Place, and Selfie, in: «International Journal of
cificarlo, lo differenziava dal semplice photographic     Psychoanalytic Self Psychology», vol. XI, n. 2,
self-portrait. Nella letteratura scientifica più recen-   2016, pp. 97-114.
                                                          7
te, invece, le definizioni del selfie non comprendo-        Cfr. C. NUÑEZ, Autoritratto come autoterapia, in:
no in modo esplicito la condivisione. Per esempio         S. FERRARI, C. TARTARINI (a cura di), AutoFocus.
si precisa che «Selfies refer to self-portraits taken     L’autoritratto fotografico tra arte e psicologia, cit.,
by oneself using a digital camera or a smartphone»        pp. 189-207. Si veda anche www.cristinanunez.it/
(L. QIU, J. LU, S. YANG, W. QU, T. ZHU, What does         art/bodysoul.html
                                                          8
your Selfie say about You?, in: «Computers in Hu-            Cfr. N. BRUNO, M. BERTAMINI, F. PROTTI, Selfie
man Behavior», vol. LII, 2015, pp. 443-449).              and the City: A World-Wide, Large, and Ecologically
Definizioni del tutto simili si trovano, tra gli altri,   Valid Database Reveals a Two-Pronged Side Bias in
in E.B. WEISER, #Me: Narcissism and its Facets as         Naïve Self-Portraits, in: «PLoS One», vol. X, n. 4,
Predictors of Selfie-posting Frequency, in: «Personal-    2015, Art. Nr. e0124999 –
ity and Individual Differences», vol. LXXXVI,             doi: 10.1371/journal.pone.0124999.
                                                          9
2015, pp. 477-481; P. SOROKOWSKI, A. SOROKOW-                Cfr. E. KIM, J.A. LEE, Y. SUNG, S.M. CHOI, Pre-
SKA, A. OLESZKIEWICZ, T. FRACKOWIAK, A. HUK,              dicting Selfie-posting Behavior on Social Network-
K. PISANSKI, Selfie Posting Behaviors are Associated      ing Sites: An Extension of Theory of Planned Be-
with Narcissism among Men, in: «Personality and           havior, in: «Computers in Human Behavior»,
Individual Differences», vol. LXXXV, 2015, pp.            vol. LXII, 2016, pp. 116-123.
                                                          10
123-127; J.H. WILLIAM, N. VENKATESWARAN, S.                   Anche in pittura l’autore, nella maggior parte
NARAYANAN, S. RAMACHANDRAN, An Example-                   dei casi, quando si autoritrae guarda negli occhi
Based Super-Resolution Algorithm for Selfie Images,       l’osservatore. Ciò accade spesso anche quando si
in: «The Scientific World Journal», 2016, Art. Nr.        raffigura con altri personaggi: si pensi per esem-
8306342 – doi: 10.1155/2016/8306342. Anche se             pio all’autoritratto del Sodoma nell’affresco del
in qualche caso ci si riferisce al selfie postato sui     Monastero di Monte Oliveto Maggiore ad Ascia-
social media con l’espressione “posted selfie”, la        no, a quello di Raffaello nella Scuola di Atene dei
condivisione è comunque considerata intrinseca a          Musei Vaticani, a quello di Masaccio nel San Pie-
ogni autoritratto fotografico, e può avvenire via         tro in trono della chiesa del Carmine a Firenze.
                                                          11
social media, via WhatsApp o anche solo mostran-             Usiamo l’espressione nell’accezione di T.S. Eliot
do l’immagine a qualcuno direttamente dallo               e di E. Montale.
                                                          12
schermo del proprio telefonino. L’idea di una frui-           Cfr. P.P. Rubens, Justus Lipsius e i suoi amici
zione esclusivamente personale e privata risulta          (Firenze, Palazzo Pitti); F. Hayez, Autoritratto con
tanto infrequente da far accantonare ogni possibile       un gruppo di amici (Milano, Museo Poldi Pezzoli).
                                                          13
distinzione tra “selfie” e “autoritratto fotografico”.       Aspetto che non si trova nei ritratti d’amicizia
388                                                                                      Gian Luca Barbieri

                                                        30
pittorici.                                                 Cfr. W.R. BION, Experiences in Groups and Oth-
14
   Cfr. l’Autoritratto di profilo di M. Duchamp         er Papers, Basic Books, New York 1961 (trad. it.
(1958, collezione privata), il cui viso si delinea in   Esperienze nei gruppi, traduzione di S. MUSCETTA,
nero su uno sfondo color ocra senza mostrare al-        Armando, Roma 1971).
                                                        31
cun dettaglio, se non, appunto, il profilo.                Cfr. B.S. TURNER, The Body and Society. Explo-
15
   Cfr. le versioni femminili di sé messe in scena      rations in Social Theory, Basil Blackwell, Oxford
da M. Duchamp come Rrose Sélavy.                        1984; B.S. TURNER, Regulating Bodies, Routledge,
16
   Cfr. G. De Chirico, Doppio autoritratto in cornice   London 1992.
                                                        32
(1955, collezione privata); J. Gumpp, Doppio autori-       Cfr. M. FOUCAULT, Histoire de la sexualité. La
tratto allo specchio (1646, Firenze, Corridoio Vasa-    volonté de savoir, Gallimard, Paris 1976 (trad. it.
riano).                                                 La volontà di sapere, traduzione di P. PASQUINO,
17
   Vienna, Kunsthistorisches Museum.                    G. PROCACCI, Feltrinelli, Milano 1978).
18                                                      33
   Monaco, Alte Pinakothek.                                Cfr. G.L. BARBIERI, Il laboratorio delle identità, cit.
19                                                      34
   R. JAKOBSON, Essais de linguistique générale,            A. LEMMA, Under the Skin: A Psychoanalytic
Editions de Minuit, Paris 1963 (trad. it. Saggi di      Study of Body Modifications, Routledge, New
linguistica generale, traduzione di L. HEILMANN,        York 2010 (trad. it. Sotto la pelle. Psicoanalisi delle
L. GRASSI, Feltrinelli, Milano 1966).                   modificazioni corporee, traduzione di M. LUCI,
20
   Cfr. G.L. BARBIERI, Il laboratorio delle identità.   Raffaello Cortina, Milano 2011, p. 5).
                                                        35
Dire io nell’epoca di internet, Mimesis, Milano-           G.L. BARBIERI, Il laboratorio delle identità, cit.,
Udine 2014.                                             p. 181.
21                                                      36
   Cfr. M. SERRES, Atlas, Juillard, Paris 1994.            A. LEMMA, Under the Skin, cit, p. 97.
22                                                      37
    M. VARGAS LLOSA, La finzione vi condurrà               Cfr. G. LIPOVETSKY, Les temps hypermodernes,
all’azione, in: «Domenica/Il Sole 24 ore», n. 18,       Grasset, Paris 2004.
                                                        38
2011, 1 maggio, p. 3.                                      A. LEMMA, Under the Skin, cit., p. 15.
23                                                      39
   Cfr. U. ECO, Lector in fabula. La cooperazione          Ivi, p. 4
                                                        40
interpretativa nei testi narrativi, Bompiani, Mila-        Ivi, p. 135
                                                        41
no 1979.                                                   Cfr. J. BAUDRILLARD, L’extase de la communica-
24
   Cfr. H. KOHUT, The Analysis of the Self, Interna-    tion, in: J. BAUDRILLARD, L'Autre par lui-même,
tional Universities Press, Madison 1971 (trad. it.      habilitation, Galilée, Paris 1987 (trad. it. L’estasi
Narcisismo e analisi del Sé, traduzione di S. ADAMO     della comunicazione, in: H. FOSTER (a cura di),
TATAFIORE, Bollati Boringhieri, Torino 1976).           L’antiestetica. Saggi sulla cultura postmoderna,
25
   Cfr. G. AMADEI, Come si ammala la mente, Il          traduzione di A. SIMONE, M. VERGALITO, Post-
Mulino, Bologna 2005; D. GAROFALO, Riconosci-           media Books, Milano 2011, pp. 146-155).
                                                        42
mento e psicoanalisi, Borla, Roma 2006; G. PER-            G. PIETROPOLLI CHARMET, I nuovi adolescenti.
FETTO, Narcisismo e riconoscimento. Io, identifica-     Padri e madri di fronte a una sfida, Raffaello Cor-
zioni e transfert, in: «Costruzioni Psicoanaliti-       tina, Milano 2000, p. 37.
                                                        43
che», vol. XIII, n. 25, 2013, pp. 49-62.                   Cfr. C. NUÑEZ, Autoritratto come autoterapia, cit.
26                                                      44
   G. AMADEI, Come si ammala la mente, cit., p. 54.        W.K. CAMPBELL, G.D. REEDER, C. SEDIKIDES, A.J.
27
   Cfr. P. FONAGY, G. GERGELY, E.L. JURIST, M.          ELLIOT, Narcissism and Comparative Self-enhan-
TARGET, Affect Regulation, Mentalization, and the       cement Strategies, in: «Journal of Research in Per-
Delopment of the Self, Other Press, London 2002         sonality», vol. XXXIV, n. 3, 2000, pp. 329-347.
                                                        45
(trad. it. Regolazione affettiva, mentalizzazione e        Cfr. R.P. BROWN, K. BUDZEK, M. TAMBORSKI,
sviluppo del Sé, traduzione di R. WILLIAMS, Raf-        On the Meaning and Measure of Narcissism, in:
faello Cortina, Milano 2005).                           «Personality and Social Psychology Bulletin»,
28
   Cfr. W.R. BION, Second Thoughts, Jason Ar-           vol. XXXV, n. 7, 2009, pp. 951-964.
                                                        46
onson, New York 1967 (trad. it. Analisi degli schi-        Cfr. E.B. WEISER, #Me: Narcissism and its Facets
zofrenici e metodo psicoanalitico, traduzione di S.     as Predictors of Selfie-posting Frequency, cit.
                                                        47
BORDI, Armando, Roma 1970).                                Cfr. C.C. MORF, F. RHODEWALT, Unraveling the
29
   Cfr. W.R. BION, Attention and Interpretation,        Paradoxes of Narcissism: A Dynamic Self-regulatory
Karnac Books, London 1970 (trad. it. Attenzione e       Processing Model, in: «Psychological Inquiry», vol.
interpretazione, traduzione di A. ARMANDO, Ar-          XII, n. 4, 2001, pp. 177-196.
                                                        48
mando, Roma 1973).                                          Cfr. D.C. MURRAY, Notes to Self: The Visual
Il selfie: pensieri nascosti, fantasie di autocreazione, tratti di personalità                             389

Culture of Selfies in the Age of Social Media, in:        2016, pp. 98-101; C.J. CARPENTER, Narcissism on
«Consumption Markets & Culture», vol. XVIII,              Facebook: Self-promotional and Anti-social Behavior,
n. 6, 2015, pp. 490-516.                                  in: «Personality and Individual Differences», vol.
49
    Cfr. P. SOROKOWSKI, A. SOROKOWSKA, A.                 LII, n. 4, 2012, pp. 482-486; C.N. DEWALL, L.E.
OLESZKIEWICZ, T. FRACKOWIAK, A. HUK, K. PI-               BUFFARDI, I. BONSER, W.K. CAMPBELL, Narcissism
SANSKI, Selfie Posting Behaviors are Associated with      and Implicit Attention Seeking: Evidence from Lin-
Narcissism among Men, cit.                                guistic Analyses of Social Networking and Online
50
   Cfr. H.A. GIROUX, Selfie Culture at the Intersection   Presentation, in: «Personality and Individual Differ-
of the Corporate and the Surveillance States,             ences», vol. LI, n. 1, 2011, pp. 57-62; T. RYAN, S.
http://www.counterpunch.org/2015/02/06/selfie-            XENOS, Who uses Facebook? An Investigation into the
culture-at-the-intersection-of-the-corporate-and-         Relationship between the Big Five, Shyness, Narcis-
the-surveillance-states/, 2015, February 6.               sism, Loneliness, and Facebook Usage, in: «Comput-
51
   Cfr. L. QIU, J. LU, S. YANG, W. QU, T. ZHU,            ers in Human Behavior», vol. XXVII, n. 5, 2011, pp.
What does your Selfie say about You?, cit.                1658-1664; S. MEHDIZADEH, Self-presentation 2.0:
52
   Cfr. E.T. PANEK, Y. NARDIS, S. KONRATH, Mirror         Narcissism and Self-esteem on Facebook, in: «Cy-
or Megaphone? How Relationships between Narcis-           berpsychology, Behavior and Social Networking»,
sism and Social Networking Site Use Differ on Face-       vol. XIII, n. 4, 2010, pp. 357-364; E.T. PANEK, Y.
book and Twitter, in: «Computers in Human Be-             NARDIS, S. KONRATH, Mirror or Megaphone?, cit.;
havior», vol. XXIX, n. 5, 2013, pp. 2004-2012.            E.B. WEISER, #Me: Narcissism and its Facets as Pre-
53
    Cfr. R. RASKIN, H. TERRY, A Principal-                dictors of Selfie-posting Frequency, cit.
                                                          59
Components Analysis of the Narcissistic Personality          Ricordiamo a tale proposito che buona parte
Inventory and Further Evidence of Its Construct           delle fotocamere e anche alcuni smartphone
Validity, in: «Journal of Personality and Social          hanno lo strumento che imposta questa suddivi-
Psychology», vol. LIV, n. 5, 1988, pp. 890-902.           sione dello spazio visivo.
54                                                        60
    Cfr. P. SOROKOWSKI, A. SOROKOWSKA, A.                    Cfr. S. AKHTAR, Narcissistic Personality Disorder:
OLESZKIEWICZ, T. FRACKOWIAK, A. HUK, K. PI-               Descriptive Features and Differential Diagnosis, in:
SANSKI, Selfie Posting Behaviors are Associated with      «Psychiatric Clinics of North America», vol. XII,
Narcissism among Men, cit.                                n. 3, 1989, pp. 505-529; A.M. COOPER, Narcissism
55
   Cfr. R.R. MCCRAE, P.T. COSTA JR., Validation of        and Masochism: The Narcissistic-masochistic Char-
the Five-factor Model of Personality across Instru-       acter, in: «Psychiatric Clinics of North America»,
ments and Observers, in: «Journal of Personality and      vol. XII, n. 3, 1989, pp. 709-722.
                                                          61
Social Psychology», vol. LII, n. 1, 1987, pp. 81-90.         Abbiamo ripreso alcuni tratti di personalità pre-
56
   Cfr. D.L. PAULUS, K.M. WILLIAMS, The Dark              senti nel DSM-IV TR e accantonati nel DSM-5
Triad of Personality: Narcissism, Machiavellianism,       perché ci stiamo muovendo in un ambito non cli-
and Psychopathy, in: «Journal of Research in Per-         nico e anche perché si tratta di riferimenti consoli-
sonality», vol. XXXVI, n. 6, 2002, pp. 556-563.           dati a livello terminologico e particolarmente adat-
57
   Cfr. P.K. JONASON, G.D. WEBSTER, The Dirty             ti alle dinamiche psichiche sottese ai posted selfies.
                                                          62
Dozen: A concise measure of the Dark Triad, in:              Cfr. J.G. ALLEN, P. FONAGY (eds.), Mentaliza-
«Psychological Assessment», vol. XXII, n. 2,              tion-Based Treatment, John Wiley and Sons,
2010, pp. 420-432.                                        Chichester 2006 (trad. it. La mentalizzazione. Psi-
58
   Cfr. D. HALPERN, S. VALENZUELA, J.E. KATZ,             copatologia e trattamento, traduzione di C. ZAC-
“Selfie-ists” or “Narci-selfiers”? A Cross-lagged Panel   CAGNINI, Il Mulino, Bologna 2008).
                                                          63
Analysis of Selfie Taking and Narcissism, in: «Per-           G. ADLER, Borderline Psychopathology and its
sonality and Individual Differences», vol. XCVII,         Treatment, Jason Aronson, New York 1985.
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