Il Ponte San Giorgio per Genova, l'inaugurazione: la ripartenza della Superba - Amazon S3

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Il Ponte San Giorgio per Genova, l'inaugurazione: la ripartenza della Superba - Amazon S3
Il Ponte San Giorgio per
Genova, l’inaugurazione: la
ripartenza della Superba
Qui Genova e piove, diversamente non poteva essere. A fare
capolino e non invitato, ma ben augurante l’arcobaleno.

“Mi auguro che questo ponte sia amato, la luce gioca con la
forma del ponte e con il vento. Un ponte semplice e forte come
questa città. Sopra a questo ponte tutti scopriranno la luce
del Mediterraneo. Questo ponte è stato costruito in acciaio ed
aria, forgiato dal vento. Lunga vita al ponte di Genova San
Giorgio“, queste alcune delle parole commosse, tratte dal
discorso dell’architetto Renzo Piano, alla cerimonia di
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inaugurazione.

Crêuza de mä, la via che porta al mare. L’inaugurazione
avverrà sulle note della canzone del cantautore genovese, in
versione inedita, Fabrizio De André. La via che porta al mare,
un orizzonte che si ripropone dinnanzi al nuovo viadotto
“Ponte San Giorgio”. Il mare rivisto dall’alto e percorribile
dal 5 agosto 2020.

In questo momento di crisi per le arterie autostradali liguri,
il nuovo ponte per Genova rappresenta una boccata di ossigeno,
due sponde ricollegate che andranno ad alleggerire il traffico
sulle vie urbane, che, volenti e nolenti, sono state le spalle
di supporto alla viabilità autostradale di questi due anni
(quasi) in cui Genova, la Liguria, era tagliata in due.

La ferita e il ricordo delle vittime, una melodia lasciata dal
maestro Ennio Morricone “Tante pietre per ricordare“. La
memoria delle 43 vittime e la speranza che l’attenzione per la
sicurezza degli utenti e la manutenzione siano fari continui e
presenti nella nebbia, non solo un manifesto politico.

La possibilità di tramandare la conoscenza, la coerenza e la
consapevolezza che il nuovo ponte per Genova, sia come un
bambino da accudire per mantenerlo prestante. Ha una struttura
semplice, ma forse è proprio questa sua semplicità disarmante
il punto di forza. Nato dalla matita dell’architetto Renzo
Piano, un’infrastruttura che fino dalle sue fondamenta,
osservato 24 ore su 24, ha subito un confronto pressante con
l’opera avveniristica dell’ingegnere Riccardo Morandi.

Il ponte per Genova, Ponte San Giorgio, discusso, atteso,
amato e odiato rappresenta una svolta, una chiave di lettura
di un potenziale cambiamento all’orizzonte.

Dall’ingegnere Riccardo Morandi
all’architetto Renzo Piano
Il principio di un’opera parte dal progettista che lega il suo
nome all’infrastruttura. La prima scossa è legata a come la
credibilità di un professionista sia intimamente connessa, suo
malgrado, all’evoluzione, alla trasformazione che subisce
l’infrastruttura nei suoi anni di attività, svincolandosi
talvolta dal progetto originario.

Il ponte sul Polcevera fu progettato da Riccardo Morandi nei
primi anni ’60. L’ingegnere Morandi, romano legato al
razionalismo costruttivo di fine ‘800, brevettò un sistema di
precompressione denominato “Morandi M5” che applicò a diverse
sue opere. Ciò che rese famoso Morandi, però, è la struttura
del ponte a cavalletti bilanciati che riassume l’unione tra la
trave precompressa isostatica e le strutture strallate.

Il materiale e la scelta progettuale dal principio sono stati
sotto i riflettori. Quali colpe attribuire all’ingegnere
Morandi? Non si è in grado di dare una risposta veritiera a
questo annoso interrogativo, ma certo è che lo spirito critico
nei progettisti nei decenni è mutato: vita nominale di
un’opera, piano di manutenzione ordinaria e straordinaria,
prestazione, integrità del sistema costruttivo. Molto è
cambiato. E’ cambiata la filosofia di intervento: occorre
conservare l’esistente. Come? A fronte di quali spese?

Dopo 53 anni a Genova è consegnato il nuovo ponte, il ponte
San Giorgio, disegnato dall’architetto genovese Renzo Piano.
Un fermo immagine dell’opera, bella, brutta, semplice,
lineare, qualunque aggettivo è stato usato per definirla, ma
uno tra tutti spicca: funzionale al ripristino celere della
viabilità.

Durerà 50 anni, 100 anni o di più? Dipende da quanto i gestori
saranno in grado di riproporre anno dopo anno il fermo
immagine che noi oggi scalfiamo nella nostra memoria.

Manutenzione delle infrastrutture:
un’eredità dell’opera
Il nuovo ponte per Genova è inaugurato nell’anno di
pubblicazione delle “Linee guida per la classificazione e
gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il
monitoraggio dei ponti esistenti”. Sono attese anche quelle
relative alla gallerie. In questi mesi, la viabilità ligure è
messa in ginocchio dai cantieri, attivati per il controllo
delle infrastrutture. Un controllo e monitoraggio serrato per
garantire la sicurezza viabilistica: stiamo facendo i conti
con il degrado di un materiale, il calcestruzzo armato normale
o precompresso che invecchia. Non è eterno, e ancora una volta
scalfite nella memoria il fermo immagine del vostro ponte per
Genova, fissate un dettaglio e custoditelo. I controlli delle
infrastrutture, recenti e meno recenti, sono talvolta tardivi,
altre volte programmati e altre ancora necessari.

Il ponte per Genova porta con sé questa consapevolezza:
l’osservazione dell’infrastruttura deve esserci a prescindere,
anche quando non è urgente, e urgente non lo deve diventare.
Le schede difettologiche delle linee guida mettono in luce che
il problema strutturale deriva da deficit e/o difetti non
necessariamente legati all’integrità ma banalmente, ad
esempio, alla regimazione delle acque meteoriche.

Passa il messaggio che manutenzione           non   significa
necessariamente problema dell’opera.

Appalti pubblici: il modello Genova
è esempio?
Due anni dalla tragedia del 14 agosto 2018. Un tempo record
per la demolizione e ricostruzione, con relativo ripristino
della viabilità autostradale. Una gestione in somma urgenza
che ha puntato sui seguenti “ingredienti”:

   1. Nomina di un Commissario per la Ricostruzione: il
      sindaco Marco Bucci.
   2. Individuazione del progettista e coinvolgimento da
      principio del gruppo di lavoro.
   3. Disposizione di fondi statali per la ricostruzione ed
      investitura di poteri speciali al Sindaco: può operare
      “in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da
      quella penale”, nel solo rispetto delle disposizioni del
      codice delle leggi antimafia e delle norme tecniche.
   4. Le gare si traducono in manifestazioni di interesse.
   5. Organizzazione serrata e pianificazione dell’attività di
     cantiere.

Questa gestione dettata dalla somma urgenza, può applicarsi ai
casi ordinari? Probabilmente no, ma quello che si auspica è
uno snellimento effettivo delle procedure di appalto pubblico.
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