Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
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sommario il Pianeta azzurro rivista trimestrale n2/2017 (53) - anno XIV Redazione Corso Moncalieri 18, 10131 Torino Tel. e Fax (+39) 0114366522 Internet pianetazzurro@schole.it www.educazionesostenibile.it Questo numero è stato curato da Stefano Moretto Comitato di direzione Mario Salomone, Laura Dominici, Angelo Mojetta, Stefano Moretto (coordinamento redazionale) Consulente scientifico Angelo Mojetta Progetto grafico Laura Dominici Impaginazione Laura Dominici Fotografia copertina Andrea Ferrari Trecate Hanno contribuito a questo Reportage numero: Stefano Moretto, Andrea Ferrari Trecate, Laura Dominici Supplemento al n. 230-231 We Are Alps (2/2) di .eco, l’educazione sostenibile Registrazione Tribunale di Torino n. 4027 del 2.3.1989 Direttore responsabile: Mario Salomone ISSN 1972-9995 Editore Istituto per l’Ambiente e l’Educazione 4 Scholé Futuro Onlus Reportage Merano ed il fiume 9 Serre Consiglio di amministrazione Presidente Mario Salomone Poncon, Vice Presidenti Tomaso Passirio L’argentiere La Bessée Colombo, Stefano Moretto. Andrea Ferrari Trecate (a cura di) Edizione online trimestrale gratuita 10 www.educazionesostenibile.it Monaco ed Il 5 BOX: WHATSALP “Chemins de Fer de Provence” BOX: HYMOCARES 6 La Dora Riparia e le Fasce Fluviali 12 BOX: I CORRIDOI 7 BOX: TORINO E IL PO ECOLOGICI 13 Sintesi tour 8 Annecy omonimo ed il suo lago 14 Autori, autrici e collaboratori
tema Reportage We Are Alps Merano ed il fiume Passirio Forte e bellissimo, questo corso d’acqua è da sempre fonte di ricchezza e di criticità. Sopra ponte romano ANDREA FERRARI TRECCATE che nasconde parte dell’acquedotto antico A di Merano. Nella pagina seguente, in alto a sinistra canali di irrigazione nei meleti, Merano, dopo un viaggio di diverse ore trascorso come sempre su mezzi a fianco cascate del Passirio, pubblici, ci accoglie la pioggia. Inusuale in questo periodo dell’anno, sotto le terme di Merano. soprattutto se accompagnata da un freddo pungente, quasi autunnale, ci Fotografie di Andrea Ferrari Treccate. ha però dato modo di avere un assaggio di quanto possa essere impetuoso il corso del Passirio, il fiume che attraversa la città. Forte e bellissimo, questo corso d’acqua è da sempre fonte di ricchezza e di criticità. È il Passirio ad alimentare uno dei mercati più redditizi di Merano: le terme. Il dottor Lo Cunsolo, specializzato in Idrologia Medica e direttore sanitario delle stesse, ci ha presentato il quadro di una società sempre più esposta agli allergeni ed alle intolleranze: “problematiche multiorgano” che le acque termali, grazie al loro “potere farmacologico”, possono curare senza provocare controindicazioni. Una fonte di ricchezza preziosa ma il Passirio, costretto a seguire l’evoluzione urbana di Merano, non ha mai smesso di esigere il proprio spazio causando eventi alluvionali oggi sempre più improvvisi. “Vogliamo far diventare di nuovo Merano una città adatta per chi ama camminare”, ci dice il sindaco Paul Rüsch mentre passeggiamo lungo le rive del fiume e ne ascoltiamo la storia. I fenomeni alluvionali non hanno impedito ai meranesi di sfruttare i benefici del microclima fluviale in passato e le rapide oggi, per le attività e gli eventi sportivi legati al kayaking. 4 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps Ma è sulle colline circostanti che il rapporto tra la ‘Capitale del Sud Tirolo’ e l’acqua dà -è proprio il caso di dirlo- i suoi frutti migliori. Johannes Ortner, membro del Heimatschutzverein di Merano, ci ha portato attraverso un percorso nascosto, sconosciuto ai turisti ed anche a molti meranesi. Tra filari di mele, splendide ville e cascinali bianchi, abbiamo seguito la serpentina degli antichi canali d’irrigazione Neuwaal e Maiser Waal. Attraverso questi corsi, le poche acque che i venti secchi regalano a queste zone, vengono deviate e razionalizzate tramite un sistema di piccole chiuse che i contadini gestiscono per irrigare i famosi meleti del Sud Tirolo. Rientriamo in paese varcando un cancelletto quasi invisibile, aggrovigliato di rami secchi, e l’acqua continua ad accompagnarci sotto forma di pioggia mentre ci avviamo alla stazione. Ci attendono circa 7 ore di treno per raggiungere la nostra prossima mèta: Torino e la Val di Susa. WHATSALP Agli occhi di un gruppo di escursionisti, cosa diranno i sentieri alpini a 25 anni di distanza dal loro primo incontro? È quanto hanno intenzione di scoprire i membri della spedizione di Whatsalp. Nel 1992, un gruppo di giornalisti e geografi ha percorso a piedi un viaggio di quattro mesi che li ha portati da Vienna fino a Nizza. In queste settimane (arriveranno a Nizza alla fine di settembre) ripercorrono il strumenti viaggio per scoprire come e quanto l’ecosistema alpino è mutato: urbanizzazione, spopolamento delle aree rurali, segni evidenti dei cambiamenti climatici, saranno gli argomenti dei quali anche noi, collegandosi al sito ed alla pagina Facebook dedicati, potremo avere esperienza. https://whatsalp.org/en/home/ https://www.facebook.com/whatsalp/ 5 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps La Dora Riparia e le Fasce Fluviali L’affluente del Po ha una ‘doppia natura’ che lo rende tanto imprevedibile quanto pericoloso. L Ulzio Dora Riparia (foto di e nostre suole crepitano sul letto quasi in secca della Dora Riparia ed è difficile Andrea Ferrari Treccate),. immaginare che i sassi che stiamo calpestando possano tornare ad essere il fondale del fiume repentinamente e quasi senza preavviso. L’affluente del Po, come molti dei corsi d’acqua nei dintorni, ha una ‘doppia natura’ che lo rende tanto imprevedibile quanto pericoloso. Geologicamente caratterizzato da elementi tipici dei corsi di pianura, scorre a circa 1000 metri di altezza ed è quindi soggetto ad eventi alluvionali di tipo alpino. L’unica difesa alle sue piene, è la vegetazione delle sponde ed è qui che si concentrano gli sforzi del “Piano delle Fasce Fluviali della Dora Riparia”. Lucia Caffo, tecnico forestale presso il Consorzio Forestale Alta Valle Susa, ci spiega che, grazie ad una serie di interventi mirati sulla vegetazione, sarà possibile arginare le piene riducendo il rischio di danni. Attraverso tagli selettivi, la reintroduzione di specie vegetali autoctone e la rimozione dei detriti legnosi, verranno create ‘zone cuscinetto’ che terranno al sicuro ecosistema e popolazione circostanti. Il progetto deve ancora essere avviato e gli ostacoli burocratici che si profilano all’orizzonte non sono pochi: in particolare, la necessaria mappatura delle zone di intervento rivela un puzzle di proprietà private, pubbliche e demaniali che renderanno inevitabilmente difficoltosi gli interventi di un progetto che dovrebbe essere rapido e soprattutto sinergico. Lascio le sponde di Ulzio con le solite -troppe- domande senza risposta. Chi lavora a questo progetto sta mettendoci tutto l’impegno possibile ma sembra che siamo di fronte all’ennesimo lavoro di collaborazione quasi impossibile da realizzarsi in Italia e che invece, al di là del confine, è prassi. Nella nostra prossima tappa, ad Annecy, le varie municipalità lacustri sono infatti pronte a fondersi assieme per mettere al servizio dei cittadini, dei turisti e dell’ambiente il meglio delle loro risorse. 6 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps TORINO E IL PO I chilometri da percorrere e i numerosi appuntamenti fissati per offrire il ventaglio di esperienze più ampio possibile, hanno relegato il capoluogo piemontese a tappa di passaggio del We Are Alps tour. Peccato, perché sono molte le storie e la Storia che hanno attraversato Torino viaggiando sul Po. approfondimento A ridosso delle sue rive si sono avvicendati reami, l’Esposizione Universale del 1884, gli stabilimenti riuniti di FIAT e i festeggiamenti per l’unità d’Italia. In perfetta simbiosi con la città, è ancora oggi una via di trasporto, un luogo di svago, una palestra all’aria aperta per chi ama correre lungo le sue sponde e per chi lo attraversa in canoa. Il Po scorre dentro la stessa Torino come un sistema circolatorio, anima le fontane della città, sgorga dai toret (tipica fontanella pubblica) e viene celebrato, assieme alla Dora, con una statua che lo ritrae nelle sembianze del dio greco Eridano. Tuttavia, il suo incedere “vasto, deserto, imponente e silenzioso”, come lo descrisse Guareschi, oggi trasporta con sé anche gravi problematiche: inquinamento, specie aliene, crisi idriche e, ovviamente, i cambiamenti climatici che lo hanno reso imprevedibile fino ad essere causa dell’affondamento di uno dei suoi stessi simboli: il battello “Valentina” che la piena del novembre 2016 ha inghiottito inesorabilmente. Cantato da poeti e storici, chi in passato ne ha descritto la natura incontaminata come Gianni Brera o Riccardo Bacchelli, oggi ne rimpiange le sponde che riflettevano le animate luci dei locali sui Murazzi, in quel tratto di fiume che Max Casacci dei Subsonica ha definito “più bluesy dell’intero Mississipi, più trasgressivo Crociera sul lago ad Annency della Berlino degli album di Bowie, più charmant della Parigi del french touch e più (foto di Andrea Ferrari groovy di tutti i locali londinesi messi insieme”. Treccate). 7 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps Annecy ed il suo lago omonimo A cavallo tra gli anni ’40 e ’50, il lago era gravemente inquinato dagli scarichi urbani ed industriali. U n rapporto quasi simbiotico lega Annecy al lago omonimo: le sue sponde si affinano ed entrano nella cittadina come vene d’acqua trasparente e la sua superficie, sulla quale viaggiamo per una breve crociera in una giornata piovosa, è uno spazio blu reso ancora più intenso dagli improvvisi giochi di luce che il sole disegna affacciandosi dalle nubi pesanti. Le sue acque però non sono sempre state così limpide: a cavallo tra gli anni ’40 e ’50, il lago era gravemente inquinato dagli scarichi urbani ed industriali. Solo grazie agli sforzi congiunti di una municipalità illuminata e degli stessi abitanti, è stato trasformato in uno degli ecosistemi lacustri più puliti d’Europa. Un esempio di connubio tra buone pratiche e severe regolamentazioni ambientali che ne hanno fatto un esempio da studiare ed imitare. Un sistema ecologico ed urbano costantemente proiettato nel futuro: grazie al programma “Water Loop” il lago sarà parte fondamentale di un sistema che fornirà energia a edifici e piscine soprattutto nei distretti di futura costruzione. L’apparato di circolazione, tecnicamente non preleverà acqua dal lago: semplicemente la riscalderà e, dopo averla distribuita al tessuto urbano, la restituirà senza perdite, in un sistema a circuito chiuso di sfruttamento sostenibile. Il basso impatto ambientale caratterizza anche l’attività e la storia della centrale di La Puya che fornisce acqua potabile ad Annecy. Ristrutturata più volte dall’inizio del ‘900 per rispettare e migliorare i parametri ecologici e sanitari, oggi, in ossequio alle misure imposte dalla UE, ha abbandonato la disinfezione attraverso l’ossidazione all’ozono e il cloro per utilizzare un processo di pulizia basato soprattutto su un sistema di membrane-filtro. Una rivoluzione tecnologica ma anche sociale, volta a spingere A sinistra, la sede di cittadini e turisti ad abbandonare le acque minerali imbottigliate. trattamento delle acque pubbliche di La Puya. A destra La pioggia continua ad essere una costante dei nostri risvegli mentre puntiamo verso la città di Annecy. Fotografie un altro lago dalla storia molto diversa rispetto a quello su cui si affaccia la ‘Venezia di Andrea Ferrari Treccate. delle Alpi’: ci aspetta il bacino artificiale di Serre-Ponçon. 8 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps Serre Poncon, L’argentiere La Bessée La storia delle dighe. L a storia dell’evoluzione tecnologica e ambientale partorita dalle dighe che Sopra, Serre Pon¢on, lago hanno imbrigliato le acque della Durance (a valle della sua confluenza con artificiale visto dalla strada per Savine-le-Lac. Sotto, l’Ubaye), è impressionante: oltre ad aver creato il terzo bacino artificiale più vasca per lo studio e la grande d’Europa, lungo il canale industriale del fiume sfilano ben 15 centrali conservazione di specie idroelettriche che riforniscono di energia gran parte della regione della animali e vegetali. Fotografie Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Fin dagli anni ’60 però, fu anche chiaro che la creazione di Andrea Ferrari Treccate. di questo lago artificiale avrebbe dato vita ad un nuovo ecosistema da proteggere. Subito dopo essersi staccato dai pontili di Savines-le-Lac, il motoscafo sul quale viaggiamo non si risparmia in accelerazioni e sembra volare costeggiando spiagge e resort, calette e porticcioli. Come strappata alle coste del Mediterraneo, surreale spicca la chiesa di Saint Michel: una vetta sopravvissuta all’allagamento della vallata, oggi è un’isola che ospita una folta colonia di gabbiani. Sulle sponde opposte, la mole quasi fantascientifica della chiusa della diga affonda i propri meccanismi nella montagna mentre in alcuni specchi d’acqua protetti si alternano vasche per lo studio e la conservazione di specie vegetali e animali. E mentre sulle sponde del lago nato artificiale, una nuova natura ora fiorisce; poco distante, le montagne svuotate dalle cave riaccolgono gli esseri umani che tentano di creare un nuovo rapporto che sia tanto redditizio quanto sostenibile. Nelle gole che ospitano il paesino di l’Argentière-la-Bessée, l’esaurimento delle miniere ha portato ad una fortissima crisi economica e demografica. Oggi, grazie agli sport acquatici ed alla consacrazione olimpica di discipline come il kayaking, questi borghi spopolati provano a rialzarsi attirando turisti amanti dell’outdoor e campioni in cerca di un campo d’allenamento all’altezza. Proviamo anche noi l’esperienza del rafting: il mio dna marino mi protegge nelle rapide ma mi punisce a terra dove riesco a farmi più male che in acqua. Ma questa è un’altra storia.
tema Reportage We Are Alps Monaco ed Il “Chemins de Fer de Provence” Il treno panoramico che si insinua nelle gole scavate dal fiume Roia. L Serre Pon¢on, crociera sul ’Argetiere-la-Bessée, avvolta in un’alba azzurrina, dorme ancora mentre lago (foto di Andrea Ferrari lasciamo il nostro albergo e ci avviamo verso la stazione, pronti all’ultimo dei Treccate). nostri spostamenti. Serviranno circa 9 ore per raggiungere il Principato di Monaco, nostra meta finale. Un traguardo inusuale, che sembra avere poco a che fare con l’ecologia alpina, ma che ci porterà alla naturale conclusione del viaggio dell’acqua: il mare. Il “Chemins de Fer de Provence”, il treno panoramico sul quale viaggiamo, si insinua nelle gole scavate dal fiume Roia attraverso un territorio dal clima spezzato: le estati sono marcatamente mediterranee e, negli ultimi anni, sempre più secche; gli inverni sono invece alpini, via via più brevi e rigidi. Questo è il teatro del progetto transfrontaliero chiamato “Concert’Eaux”. Julien Andrieu, biogeografo e assistente presso l’Università di Nizza, ci racconta di una realtà geologica testimone della Storia della Terra: qui si possono osservare ad occhio nudo HYMOCARES Esiste la possibilità di stimare tutte le variabili di un ecosistema fluviale per farle coesistere con gli interessi pubblici e privati? Secondo Andrea Goltara (membro del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale) che incontriamo sul treno per Merano, la risposta può fornirla HyMoCARES. Le analisi fornite da questo strumento di valutazione partono da una raccolta dati estremamente ampia: con un occhio di riguardo particolare ai sedimenti, HyMoCARES terrà conto di tutti gli elementi strumenti idromorfologici caratteristici di un dato corso d’acqua, dalla sorgente alle anse; dalla vegetazione ai flussi, al fine di trovare le soluzioni tecnico-scientifiche più adatte a soddisfare le esigenze politiche, amministrative ed economiche senza danneggiare l’ecosistema. 10 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps la deriva dei continenti e la vicinanza geografica tra Europa e Africa. Un ecosistema Sopra, benne e idrovore al che è diventato una cartina tornasole del climate change: in uno dei corsi della Roia, lavoro per l’allargamento del waterfront a Montecarlo, più precisamente nel bacino della Bendola, sono state installate diverse stazioni di sotto, stazione sotterranea monitoraggio climatico nel tentativo di studiare, attraverso minuziosi rilevamenti, Grimaldi Forum. Fotografie di l’evoluzione del clima dei prossimi 100 anni in un vasto programma di preparazione a Andrea Ferrari Treccate. lungo termine. Un progetto che rende più dettagliati i modelli IPCC, tenendo in considerazione le attività idroelettriche, i mutamenti della flora e della fauna locali, le rivoluzioni fenologiche. Il futuro della Roia dirà molto sul futuro di tutti noi. Il paesaggio cambia velocemente tanto quanto la ferrovia degrada e, prima ancora di rendercene conto, ci ritroviamo a Monaco, tra il mare disegnato sul grande pannello divisorio di una spiaggia in costruzione, le fuoriserie e i turisti che sembrano usciti dagli scatti di Marti Parr. Qui l’ambiente è uno strumento, materia piegata alla potenza economica di uno staterello di 200 ettari capace di produrre un fatturato di 6 miliardi di euro annui. Nelle viscere del Grimaldi Forum, il colossale centro congressi che ospita sale per conferenze, spazi espositivi e i sorteggi della Champions League, si nascondono sette piani sotterranei dedicati al pompaggio ed al filtraggio dell’acqua. Le stazioni immettono acqua dal sottosuolo e dal mare e la redistribuiscono dopo averla scaldata o raffreddata a seconda degli impieghi di climatizzazione. Un moderno moloch che continua a strappare confini al mare (negli ultimi 150 anni, il Principato ha sottratto 40 ettari di fondale e, entro il 2020, ne divorerà altri 6 per realizzare i nuovi progetti di estensione) e che, grazie alle sue tecnologie all’avanguardia, si muove sul filo che divide l’innovazione dal rispetto ambientale. È quindi questa la fine dell’acqua? Terminare la propria corsa in un mare che viene svuotato, mero serbatoio per le nostre esigenze? Oppure possiamo ripensarla, usarla senza impoverirci e scoprirci prima stupidi per la nostra ingordigia e 11 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps poi inermi di fronte alle conseguenze? Mentre scrivo, l’Italia affronta la più grave siccità degli ultimi 200 anni e la colpa non è solo dei cambiamenti climatici ma anche degli sprechi, della mancanza di programmi lungimiranti, dell’idea che l’acqua sia inesauribile. Passano gli anni e si fanno sempre più insistenti le voci di chi vede l’acqua come il contendere delle prossime guerre, il nuovo petrolio: i migranti climatici aumentano e i bombardamenti occidentali -dal Pakistan allo Yemen del nord, dalla Somalia al Mali, dall’Iraq, a Gaza e alla Libia- ricalcano in maniera inquietante la linea dell’aridità dei 200 millimetri (considerati il minimo per coltivare cereali su larga scala senza irrigazione). Difficile, anzi impossibile fare previsioni: immaginare il futuro dell’acqua sarebbe come prevedere il futuro dell’Umanità stessa. Sarebbe bellissimo se tutti potessero Cascate presso il Parco degli percorrere il tour di We Are Alps, vivendo l’acqua e pensandola migliore, provando Alti Tauri (foto di Andrea quella che per me fu prima un’intuizione e poi una certezza maturata durante il viaggio: Ferrari Treccate). ricordarci d’essere acqua noi stessi. I CORRIDOI ECOLOGICI Yann Kohler, coordinatore di Alparc (Alpine Network of Protected Areas), ci ha illustrato i progetti legati alla realizzazione dei cosiddetti corridoi biologici. Nelle aree prealpine sottoposte ad una forte urbanizzazione, la coesistenza con la fauna selvatica è diventata sempre più problematica ed anche nella zona che attraversiamo in treno, dopo avere lasciato Savines-le-Lac, gli animali che si spostano per cibarsi, per accoppiarsi o per cercare rifugio, sono costretti a fare i conti con le opere dell’Uomo. I strumenti progetti sviluppati da Alparc sono stati pensati per favorire il transito della fauna con varchi sotterranei, passaggi pensati appositamente per gli anfibi e perfino corridoi per i pesci che, in alcune zone, possono sfruttare canali che li conducono verso i siti di riproduzione senza finire intrappolati dentro a chiuse o piccole dighe. Tutto questo, incrementando anche le iniziative di informazione per i residenti e realizzando percorsi di educazione ambientale per i più piccoli. 12 il Pianeta azzurro
tema Reportage We Are Alps Sintesi Tour WATER IN THE ALPS 25 th June - 2 nd July from Vienna to Monaco Schladming-Pragraten Torino-Valle Susa-Annecy Monaco 1 2 3 4 5 6 7 8 Vienna Pragraten-Merano Annecy-Savines LeLac- Vienna-Schladming Merano-Torino l’Argenterie La Besse 13 il Pianeta azzurro
Autori, autrici e collaboratori in questo numero sugli autori di questo numero Stefano Moretto Andrea Ferrari Trecate Laura Dominici Diver and skipper, lavora e vive in Francia, Nato a La Spezia, laureato in diritto Dottoranda presso il Politecnico di Torino dove si occupa di sviluppo ed innovazione ambientale, si è presto convinto che e laureata in Design Sistemico, collabora di prodotti in campo subacqueo. le sfide ecologiche non si vincono nei con il DIATI e con il DAD. Si occupa Coordinatore redazionale di “il Pianeta tribunali. Crede nell’intelligenza delle di gestione delle risorse territoriali, Azzurro” e “La Collana del Faro”. Esperto persone e che la buona comunicazione di ecologia applicata al progetto e di in Biologia marina e giornalista, coordina serva a risvegliarne la consapeolezza per pensiero sistemico nell’educazione al progetti di educazione ambientale cambiare il mondo. design. Dal 2017 collabora con l’Istituto idrobiologica e progetti sportivi, che per l’Ambiente e l’Educazione Scholé prevedono l’integrazione sociale di Futuro Onlus-WEEC Italia. diversamente abili. E’ stato coordinatore territoriale del Piemonte dell’associazione Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore di associazioni sportivo-culturali quali Associazione Bioma, Marine-life, Mondomarino, AquaX, Tritone and Agusta (www.agustaresort.com). Fotografia di Andrea Ferrari Treccate
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