Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro

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Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
il Pianeta azzurro

             settembre - n°2/2017 (53)

             Reportage
         We Are Alps (2/2)

         1           il Pianeta azzurro
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2   il Pianeta azzurro
Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
sommario
il Pianeta azzurro
rivista trimestrale
n2/2017 (53) - anno XIV
Redazione
Corso Moncalieri 18,
10131 Torino
Tel. e Fax
(+39) 0114366522
Internet
pianetazzurro@schole.it
www.educazionesostenibile.it

Questo numero è stato curato
da Stefano Moretto
Comitato di direzione
Mario Salomone, Laura Dominici,
Angelo Mojetta, Stefano Moretto
(coordinamento redazionale)

Consulente scientifico
Angelo Mojetta

Progetto grafico
Laura Dominici
Impaginazione
Laura Dominici
Fotografia copertina
Andrea Ferrari Trecate
Hanno contribuito a questo

                                                                                        Reportage
numero: Stefano Moretto, Andrea
Ferrari Trecate, Laura Dominici
Supplemento al n. 230-231

                                                                                  We Are Alps (2/2)
di .eco, l’educazione sostenibile
Registrazione
Tribunale di Torino n. 4027
del 2.3.1989

Direttore responsabile:
Mario Salomone
ISSN 1972-9995
Editore
Istituto per l’Ambiente e
l’Educazione

                                       4
Scholé Futuro Onlus
                                             Reportage
                                             Merano ed il fiume
                                                                                  9		 Serre
Consiglio di amministrazione
Presidente Mario Salomone                                                                   Poncon,
Vice Presidenti Tomaso                       Passirio                                 L’argentiere La Bessée
Colombo, Stefano Moretto.
                                             Andrea Ferrari Trecate (a cura di)
Edizione online trimestrale gratuita

                                                                                   10
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                                                                                        Monaco ed Il
                                       5     BOX: WHATSALP                              “Chemins de Fer de
                                                                                        Provence”
                                                                                        BOX: HYMOCARES
                                       6     La Dora Riparia e le
                                             Fasce Fluviali

                                                                                  12    BOX: I CORRIDOI
                                       7     BOX: TORINO E IL PO                        ECOLOGICI

                                                                                  13    Sintesi tour
                                       8		 Annecy
                                           omonimo
                                                  ed il suo lago
                                                                                  14    Autori, autrici e
                                                                                        collaboratori
Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
tema           Reportage We Are Alps

Merano ed il fiume Passirio
Forte e bellissimo, questo corso d’acqua è da sempre fonte di ricchezza e di criticità.

 Sopra ponte romano                  ANDREA FERRARI TRECCATE
 che nasconde parte
 dell’acquedotto antico

                                     A
 di Merano. Nella pagina
 seguente, in alto a sinistra
 canali di irrigazione nei meleti,                  Merano, dopo un viaggio di diverse ore trascorso come sempre su mezzi
 a fianco cascate del Passirio,                     pubblici, ci accoglie la pioggia. Inusuale in questo periodo dell’anno,
 sotto le terme di Merano.                          soprattutto se accompagnata da un freddo pungente, quasi autunnale, ci
 Fotografie di Andrea Ferrari
 Treccate.
                                                    ha però dato modo di avere un assaggio di quanto possa essere impetuoso
                                                    il corso del Passirio, il fiume che attraversa la città.
                                     Forte e bellissimo, questo corso d’acqua è da sempre fonte di ricchezza e di criticità.
                                     È il Passirio ad alimentare uno dei mercati più redditizi di Merano: le terme. Il dottor
                                     Lo Cunsolo, specializzato in Idrologia Medica e direttore sanitario delle stesse, ci ha
                                     presentato il quadro di una società sempre più esposta agli allergeni ed alle intolleranze:
                                     “problematiche multiorgano” che le acque termali, grazie al loro “potere farmacologico”,
                                     possono curare senza provocare controindicazioni.
                                     Una fonte di ricchezza preziosa ma il Passirio, costretto a seguire l’evoluzione urbana
                                     di Merano, non ha mai smesso di esigere il proprio spazio causando eventi alluvionali
                                     oggi sempre più improvvisi.
                                     “Vogliamo far diventare di nuovo Merano una città adatta per chi ama camminare”, ci
                                     dice il sindaco Paul Rüsch mentre passeggiamo lungo le rive del fiume e ne ascoltiamo
                                     la storia. I fenomeni alluvionali non hanno impedito ai meranesi di sfruttare i benefici
                                     del microclima fluviale in passato e le rapide oggi, per le attività e gli eventi sportivi
                                     legati al kayaking.

                                                                   4                               il Pianeta azzurro
Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
tema           Reportage We Are Alps

Ma è sulle colline circostanti che il rapporto tra la ‘Capitale del
Sud Tirolo’ e l’acqua dà -è proprio il caso di dirlo- i suoi frutti
migliori. Johannes Ortner, membro del Heimatschutzverein
di Merano, ci ha portato attraverso un percorso nascosto,
sconosciuto ai turisti ed anche a molti meranesi.
Tra filari di mele, splendide ville e cascinali bianchi, abbiamo
seguito la serpentina degli antichi canali d’irrigazione
Neuwaal e Maiser Waal. Attraverso questi corsi, le poche
acque che i venti secchi regalano a queste zone, vengono
deviate e razionalizzate tramite un sistema di piccole chiuse
che i contadini gestiscono per irrigare i famosi meleti del
Sud Tirolo.
Rientriamo in paese varcando un cancelletto quasi
invisibile, aggrovigliato di rami secchi, e l’acqua continua
ad accompagnarci sotto forma di pioggia mentre ci
avviamo alla stazione. Ci attendono circa 7 ore di treno
per raggiungere la nostra prossima mèta: Torino e la Val
di Susa.

                                        WHATSALP
                                        Agli occhi di un gruppo di escursionisti, cosa diranno i sentieri alpini a 25 anni di
                                        distanza dal loro primo incontro? È quanto hanno intenzione di scoprire i membri
                                        della spedizione di Whatsalp. Nel 1992, un gruppo di giornalisti e geografi ha
                                        percorso a piedi un viaggio di quattro mesi che li ha portati da Vienna fino a Nizza.
                                        In queste settimane (arriveranno a Nizza alla fine di settembre) ripercorrono il
strumenti                               viaggio per scoprire come e quanto l’ecosistema alpino è mutato: urbanizzazione,
                                        spopolamento delle aree rurali, segni evidenti dei cambiamenti climatici, saranno
                                        gli argomenti dei quali anche noi, collegandosi al sito ed alla pagina Facebook
                                        dedicati, potremo avere esperienza.
                                                                                          https://whatsalp.org/en/home/
                                                                                  https://www.facebook.com/whatsalp/

                                                                      5                          il Pianeta azzurro
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tema          Reportage We Are Alps

La Dora Riparia e le Fasce Fluviali
L’affluente del Po ha una ‘doppia natura’ che lo rende tanto imprevedibile
quanto pericoloso.

                               L
 Ulzio Dora Riparia (foto di             e nostre suole crepitano sul letto quasi in secca della Dora Riparia ed è difficile
 Andrea Ferrari Treccate),.              immaginare che i sassi che stiamo calpestando possano tornare ad essere
                                         il fondale del fiume repentinamente e quasi senza preavviso. L’affluente del
                                         Po, come molti dei corsi d’acqua nei dintorni, ha una ‘doppia natura’ che lo
                                         rende tanto imprevedibile quanto pericoloso. Geologicamente caratterizzato
                               da elementi tipici dei corsi di pianura, scorre a circa 1000 metri di altezza ed è quindi
                               soggetto ad eventi alluvionali di tipo alpino.
                               L’unica difesa alle sue piene, è la vegetazione delle sponde ed è qui che si concentrano
                               gli sforzi del “Piano delle Fasce Fluviali della Dora Riparia”.
                               Lucia Caffo, tecnico forestale presso il Consorzio Forestale Alta Valle Susa, ci spiega
                               che, grazie ad una serie di interventi mirati sulla vegetazione, sarà possibile arginare le
                               piene riducendo il rischio di danni. Attraverso tagli selettivi, la reintroduzione di specie
                               vegetali autoctone e la rimozione dei detriti legnosi, verranno create ‘zone cuscinetto’
                               che terranno al sicuro ecosistema e popolazione circostanti.
                               Il progetto deve ancora essere avviato e gli ostacoli burocratici che si profilano
                               all’orizzonte non sono pochi: in particolare, la necessaria mappatura delle zone di
                               intervento rivela un puzzle di proprietà private, pubbliche e demaniali che renderanno
                               inevitabilmente difficoltosi gli interventi di un progetto che dovrebbe essere rapido e
                               soprattutto sinergico.
                               Lascio le sponde di Ulzio con le solite -troppe- domande senza risposta. Chi lavora
                               a questo progetto sta mettendoci tutto l’impegno possibile ma sembra che siamo di
                               fronte all’ennesimo lavoro di collaborazione quasi impossibile da realizzarsi in Italia e
                               che invece, al di là del confine, è prassi. Nella nostra prossima tappa, ad Annecy, le varie
                               municipalità lacustri sono infatti pronte a fondersi assieme per mettere al servizio dei
                               cittadini, dei turisti e dell’ambiente il meglio delle loro risorse.

                                                              6                               il Pianeta azzurro
Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
tema          Reportage We Are Alps

TORINO E IL PO
I chilometri da percorrere e i numerosi appuntamenti fissati per offrire il ventaglio
di esperienze più ampio possibile, hanno relegato il capoluogo piemontese a tappa
di passaggio del We Are Alps tour. Peccato, perché sono molte le storie e la Storia
che hanno attraversato Torino viaggiando sul Po.                                           approfondimento
A ridosso delle sue rive si sono avvicendati reami, l’Esposizione Universale
del 1884, gli stabilimenti riuniti di FIAT e i festeggiamenti per l’unità d’Italia. In
perfetta simbiosi con la città, è ancora oggi una via di trasporto, un luogo di svago,
una palestra all’aria aperta per chi ama correre lungo le sue sponde e per chi lo
attraversa in canoa. Il Po scorre dentro la stessa Torino come un sistema circolatorio,
anima le fontane della città, sgorga dai toret (tipica fontanella pubblica) e viene
celebrato, assieme alla Dora, con una statua che lo ritrae nelle sembianze del dio
greco Eridano.
Tuttavia, il suo incedere “vasto, deserto, imponente e silenzioso”, come lo descrisse
Guareschi, oggi trasporta con sé anche gravi problematiche: inquinamento,
specie aliene, crisi idriche e, ovviamente, i cambiamenti climatici che lo hanno
reso imprevedibile fino ad essere causa dell’affondamento di uno dei suoi stessi
simboli: il battello “Valentina” che la piena del novembre 2016 ha inghiottito
inesorabilmente. Cantato da poeti e storici, chi in passato ne ha descritto la natura
incontaminata come Gianni Brera o Riccardo Bacchelli, oggi ne rimpiange le sponde
che riflettevano le animate luci dei locali sui Murazzi, in quel tratto di fiume che Max
Casacci dei Subsonica ha definito “più bluesy dell’intero Mississipi, più trasgressivo
                                                                                           Crociera sul lago ad Annency
della Berlino degli album di Bowie, più charmant della Parigi del french touch e più       (foto di Andrea Ferrari
groovy di tutti i locali londinesi messi insieme”.                                         Treccate).

                                                                 7                         il Pianeta azzurro
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tema          Reportage We Are Alps

Annecy ed il suo lago omonimo
A cavallo tra gli anni ’40 e ’50, il lago era gravemente inquinato dagli scarichi urbani ed
industriali.

                                  U
                                                n rapporto quasi simbiotico lega Annecy al lago omonimo: le sue sponde si
                                                affinano ed entrano nella cittadina come vene d’acqua trasparente e la sua
                                                superficie, sulla quale viaggiamo per una breve crociera in una giornata
                                                piovosa, è uno spazio blu reso ancora più intenso dagli improvvisi giochi di
                                                luce che il sole disegna affacciandosi dalle nubi pesanti.
                                  Le sue acque però non sono sempre state così limpide: a cavallo tra gli anni ’40 e ’50, il
                                  lago era gravemente inquinato dagli scarichi urbani ed industriali. Solo grazie agli sforzi
                                  congiunti di una municipalità illuminata e degli stessi abitanti, è stato trasformato in
                                  uno degli ecosistemi lacustri più puliti d’Europa. Un esempio di connubio tra buone
                                  pratiche e severe regolamentazioni ambientali che ne hanno fatto un esempio da
                                  studiare ed imitare.
                                  Un sistema ecologico ed urbano costantemente proiettato nel futuro: grazie al
                                  programma “Water Loop” il lago sarà parte fondamentale di un sistema che fornirà
                                  energia a edifici e piscine soprattutto nei distretti di futura costruzione. L’apparato di
                                  circolazione, tecnicamente non preleverà acqua dal lago: semplicemente la riscalderà
                                  e, dopo averla distribuita al tessuto urbano, la restituirà senza perdite, in un sistema a
                                  circuito chiuso di sfruttamento sostenibile.
                                  Il basso impatto ambientale caratterizza anche l’attività e la storia della centrale di
                                  La Puya che fornisce acqua potabile ad Annecy. Ristrutturata più volte dall’inizio del
                                  ‘900 per rispettare e migliorare i parametri ecologici e sanitari, oggi, in ossequio alle
                                  misure imposte dalla UE, ha abbandonato la disinfezione attraverso l’ossidazione
                                  all’ozono e il cloro per utilizzare un processo di pulizia basato soprattutto su un sistema
                                  di membrane-filtro. Una rivoluzione tecnologica ma anche sociale, volta a spingere
 A sinistra, la sede di           cittadini e turisti ad abbandonare le acque minerali imbottigliate.
 trattamento delle acque
 pubbliche di La Puya. A destra   La pioggia continua ad essere una costante dei nostri risvegli mentre puntiamo verso
 la città di Annecy. Fotografie   un altro lago dalla storia molto diversa rispetto a quello su cui si affaccia la ‘Venezia
 di Andrea Ferrari Treccate.      delle Alpi’: ci aspetta il bacino artificiale di Serre-Ponçon.

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tema          Reportage We Are Alps

Serre Poncon, L’argentiere La Bessée
La storia delle dighe.

L
          a storia dell’evoluzione tecnologica e ambientale partorita dalle dighe che        Sopra, Serre Pon¢on, lago
          hanno imbrigliato le acque della Durance (a valle della sua confluenza con         artificiale visto dalla strada
                                                                                             per Savine-le-Lac. Sotto,
          l’Ubaye), è impressionante: oltre ad aver creato il terzo bacino artificiale più
                                                                                             vasca per lo studio e la
          grande d’Europa, lungo il canale industriale del fiume sfilano ben 15 centrali     conservazione di specie
          idroelettriche che riforniscono di energia gran parte della regione della          animali e vegetali. Fotografie
Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Fin dagli anni ’60 però, fu anche chiaro che la creazione       di Andrea Ferrari Treccate.
di questo lago artificiale avrebbe dato vita ad un nuovo ecosistema da proteggere.
Subito dopo essersi staccato dai pontili di Savines-le-Lac, il motoscafo sul quale
viaggiamo non si risparmia in accelerazioni e sembra volare costeggiando spiagge e
resort, calette e porticcioli. Come strappata alle coste del Mediterraneo, surreale spicca
la chiesa di Saint Michel: una vetta sopravvissuta all’allagamento della vallata, oggi è
un’isola che ospita una folta colonia di gabbiani. Sulle sponde opposte, la mole quasi
fantascientifica della chiusa della diga affonda i propri meccanismi nella montagna
mentre in alcuni specchi d’acqua protetti si alternano vasche per lo studio e la
conservazione di specie vegetali e animali.
E mentre sulle sponde del lago nato artificiale, una nuova natura ora
fiorisce; poco distante, le montagne svuotate dalle cave riaccolgono
gli esseri umani che tentano di creare un nuovo rapporto che sia
tanto redditizio quanto sostenibile. Nelle gole che ospitano il paesino
di l’Argentière-la-Bessée, l’esaurimento delle miniere ha portato
ad una fortissima crisi economica e demografica. Oggi, grazie agli
sport acquatici ed alla consacrazione olimpica di discipline come il
kayaking, questi borghi spopolati provano a rialzarsi attirando turisti
amanti dell’outdoor e campioni in cerca di un campo d’allenamento
all’altezza. Proviamo anche noi l’esperienza del rafting: il mio dna
marino mi protegge nelle rapide ma mi punisce a terra dove riesco a
farmi più male che in acqua. Ma questa è un’altra storia.
Il Pianeta azzurro - Reportage - Il Pianeta azzurro
tema           Reportage We Are Alps

Monaco ed Il “Chemins de Fer de Provence”
Il treno panoramico che si insinua nelle gole scavate dal fiume Roia.

                                 L
  Serre Pon¢on, crociera sul              ’Argetiere-la-Bessée, avvolta in un’alba azzurrina, dorme ancora mentre
  lago (foto di Andrea Ferrari            lasciamo il nostro albergo e ci avviamo verso la stazione, pronti all’ultimo dei
  Treccate).
                                          nostri spostamenti. Serviranno circa 9 ore per raggiungere il Principato di
                                          Monaco, nostra meta finale. Un traguardo inusuale, che sembra avere poco a
                                          che fare con l’ecologia alpina, ma che ci porterà alla naturale conclusione del
                                 viaggio dell’acqua: il mare.
                                 Il “Chemins de Fer de Provence”, il treno panoramico sul quale viaggiamo, si insinua
                                 nelle gole scavate dal fiume Roia attraverso un territorio dal clima spezzato: le estati
                                 sono marcatamente mediterranee e, negli ultimi anni, sempre più secche; gli inverni
                                 sono invece alpini, via via più brevi e rigidi.
                                 Questo è il teatro del progetto transfrontaliero chiamato “Concert’Eaux”. Julien
                                 Andrieu, biogeografo e assistente presso l’Università di Nizza, ci racconta di una realtà
                                 geologica testimone della Storia della Terra: qui si possono osservare ad occhio nudo

HYMOCARES
Esiste la possibilità di stimare tutte le variabili di un ecosistema fluviale per farle
coesistere con gli interessi pubblici e privati? Secondo Andrea Goltara (membro
del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale) che incontriamo sul treno per
Merano, la risposta può fornirla HyMoCARES. Le analisi fornite da questo strumento
di valutazione partono da una raccolta dati estremamente ampia: con un occhio
di riguardo particolare ai sedimenti, HyMoCARES terrà conto di tutti gli elementi             strumenti
idromorfologici caratteristici di un dato corso d’acqua, dalla sorgente alle anse; dalla
vegetazione ai flussi, al fine di trovare le soluzioni tecnico-scientifiche più adatte a
soddisfare le esigenze politiche, amministrative ed economiche senza danneggiare
l’ecosistema.

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tema          Reportage We Are Alps

la deriva dei continenti e la vicinanza geografica tra Europa e Africa. Un ecosistema           Sopra, benne e idrovore al
che è diventato una cartina tornasole del climate change: in uno dei corsi della Roia,          lavoro per l’allargamento del
                                                                                                waterfront a Montecarlo,
più precisamente nel bacino della Bendola, sono state installate diverse stazioni di
                                                                                                sotto, stazione sotterranea
monitoraggio climatico nel tentativo di studiare, attraverso minuziosi rilevamenti,             Grimaldi Forum. Fotografie di
l’evoluzione del clima dei prossimi 100 anni in un vasto programma di preparazione a            Andrea Ferrari Treccate.
lungo termine.
Un progetto che rende più dettagliati i modelli IPCC, tenendo in considerazione
le attività idroelettriche, i mutamenti della flora e della fauna locali, le rivoluzioni
fenologiche. Il futuro della Roia dirà molto sul futuro di tutti noi.
Il paesaggio cambia velocemente tanto quanto la ferrovia degrada e, prima ancora di
rendercene conto, ci ritroviamo a Monaco, tra il mare disegnato sul grande pannello
divisorio di una spiaggia in costruzione, le fuoriserie e i turisti che sembrano usciti dagli
scatti di Marti Parr.
Qui l’ambiente è uno strumento, materia piegata alla potenza economica di uno
staterello di 200 ettari capace di produrre un fatturato di 6 miliardi di euro annui. Nelle
viscere del Grimaldi Forum, il colossale centro congressi che ospita sale per conferenze,
spazi espositivi e i sorteggi della Champions League, si nascondono sette piani
sotterranei dedicati al pompaggio ed al filtraggio dell’acqua. Le stazioni immettono
acqua dal sottosuolo e dal mare e la redistribuiscono dopo averla scaldata o raffreddata
a seconda degli impieghi di climatizzazione.
Un moderno moloch che continua a strappare
confini al mare (negli ultimi 150 anni, il
Principato ha sottratto 40 ettari di fondale e,
entro il 2020, ne divorerà altri 6 per realizzare
i nuovi progetti di estensione) e che, grazie
alle sue tecnologie all’avanguardia, si muove
sul filo che divide l’innovazione dal rispetto
ambientale.
È quindi questa la fine dell’acqua? Terminare la
propria corsa in un mare che viene svuotato,
mero serbatoio per le nostre esigenze? Oppure
possiamo ripensarla, usarla senza impoverirci e
scoprirci prima stupidi per la nostra ingordigia e

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tema           Reportage We Are Alps

                                  poi inermi di fronte alle conseguenze? Mentre scrivo, l’Italia affronta la più grave siccità
                                  degli ultimi 200 anni e la colpa non è solo dei cambiamenti climatici ma anche degli
                                  sprechi, della mancanza di programmi lungimiranti, dell’idea che l’acqua sia inesauribile.
                                  Passano gli anni e si fanno sempre più insistenti le voci di chi vede l’acqua come il
                                  contendere delle prossime guerre, il nuovo petrolio: i migranti climatici aumentano e
                                  i bombardamenti occidentali -dal Pakistan allo Yemen del nord, dalla Somalia al Mali,
                                  dall’Iraq, a Gaza e alla Libia- ricalcano in maniera inquietante la linea dell’aridità dei 200
                                  millimetri (considerati il minimo per coltivare cereali su larga scala senza irrigazione).
                                  Difficile, anzi impossibile fare previsioni: immaginare il futuro dell’acqua sarebbe
                                  come prevedere il futuro dell’Umanità stessa. Sarebbe bellissimo se tutti potessero
  Cascate presso il Parco degli   percorrere il tour di We Are Alps, vivendo l’acqua e pensandola migliore, provando
  Alti Tauri (foto di Andrea      quella che per me fu prima un’intuizione e poi una certezza maturata durante il viaggio:
  Ferrari Treccate).              ricordarci d’essere acqua noi stessi.

I CORRIDOI ECOLOGICI
Yann Kohler, coordinatore di Alparc (Alpine Network of Protected Areas), ci ha
illustrato i progetti legati alla realizzazione dei cosiddetti corridoi biologici. Nelle
aree prealpine sottoposte ad una forte urbanizzazione, la coesistenza con la fauna
selvatica è diventata sempre più problematica ed anche nella zona che attraversiamo
in treno, dopo avere lasciato Savines-le-Lac, gli animali che si spostano per cibarsi, per
accoppiarsi o per cercare rifugio, sono costretti a fare i conti con le opere dell’Uomo. I         strumenti
progetti sviluppati da Alparc sono stati pensati per favorire il transito della fauna con
varchi sotterranei, passaggi pensati appositamente per gli anfibi e perfino corridoi
per i pesci che, in alcune zone, possono sfruttare canali che li conducono verso i siti di
riproduzione senza finire intrappolati dentro a chiuse o piccole dighe. Tutto questo,
incrementando anche le iniziative di informazione per i residenti e realizzando
percorsi di educazione ambientale per i più piccoli.

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tema       Reportage We Are Alps

Sintesi Tour
                                     WATER IN THE ALPS
                                     25 th June - 2 nd July      from Vienna to Monaco

                   Schladming-Pragraten                  Torino-Valle Susa-Annecy         Monaco

 1             2             3            4          5              6               7            8

Vienna                           Pragraten-Merano                       Annecy-Savines LeLac-
         Vienna-Schladming                     Merano-Torino            l’Argenterie La Besse

                                                13                          il Pianeta azzurro
Autori, autrici e collaboratori                            in questo numero

 sugli autori di questo numero

   Stefano Moretto                                Andrea Ferrari Trecate                      Laura Dominici
   Diver and skipper, lavora e vive in Francia,   Nato a La Spezia, laureato in diritto       Dottoranda presso il Politecnico di Torino
   dove si occupa di sviluppo ed innovazione      ambientale, si è presto convinto che        e laureata in Design Sistemico, collabora
   di prodotti in campo subacqueo.                le sfide ecologiche non si vincono nei      con il DIATI e con il DAD. Si occupa
   Coordinatore redazionale di “il Pianeta        tribunali. Crede nell’intelligenza delle    di gestione delle risorse territoriali,
   Azzurro” e “La Collana del Faro”. Esperto      persone e che la buona comunicazione        di ecologia applicata al progetto e di
   in Biologia marina e giornalista, coordina     serva a risvegliarne la consapeolezza per   pensiero sistemico nell’educazione al
   progetti di educazione ambientale              cambiare il mondo.                          design. Dal 2017 collabora con l’Istituto
   idrobiologica e progetti sportivi, che                                                     per l’Ambiente e l’Educazione Scholé
   prevedono l’integrazione sociale di                                                        Futuro Onlus-WEEC Italia.
   diversamente abili. E’ stato coordinatore
   territoriale del Piemonte dell’associazione
   Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore
   di associazioni sportivo-culturali
   quali Associazione Bioma, Marine-life,
   Mondomarino, AquaX, Tritone and Agusta
   (www.agustaresort.com).

                                                                                               Fotografia di Andrea Ferrari Treccate
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il Pianeta
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