IL CONSUMO VADEMECUM per - di GERMOGLI CRUDI Notizie, curiosità e ricette
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Un ringraziamento a tutte le Istituzioni, Enti e persone che hanno reso possibile la realizzazione del progetto SEMI LIBERI e in particolare a: Carla, Arianna, Agnese, Noemi, Sabina, Elton, Pier Paolo e Christian che si sono dedicati con passione e amore a produrre, proporre e raccontare i nostri germogli.
I germogli Sono piccole promesse della pianta che verrà, che han- no in loro il daimon – come direbbero il filosofo di scuola platonica o lo psicologo junghiano Hillman -, l’anticipazione di un beneficio che il vegetale adulto conferirà alla nostra salute grazie ad enzimi, aminoacidi, acidi grassi, vitamine e minerali. Un centimetro e mezzo di altezza: fogliolina apicale, fusticino e radichetta, sono pronte ad arricchire la nostra dieta, a stimolare buone modifiche al nostro DNA per prevenire disturbi metabolici. Tutto con grande gusto e leggerezza! I fitonutrienti del prodotto fresco Fino ad oggi sono stati identificati più di 8.000 nutrienti vegetali in grado di produrre effetti sul nostro organismo: molecole antiossidanti, molecole che stimolano la comuni- cazione intracellulare o che producono modificazioni al no- stro DNA. Più di 30.000 pubblicazioni scientifiche dal 2000, titoli e redazionali continui sulla stampa: fitonutrienti come il licopene, il resveratrolo, le antocianine sono assurti al ruolo di vere e proprie star della nutrizione. Il punto è se abbiamo bisogno di pillole contenenti estratti o piuttosto di alimenti freschi ad alta concentrazione naturale di questi nutrienti. Sin dalla rivoluzione agricola del Neolitico, più di 8.000 anni fa, l’uomo si è posto il problema di come arricchire la propria dieta con i semi. La prima selezione si è iniziata a rivolgere a ortive tenere, poco amare e ricche di zuccheri, amidi e olii. Pancia piena e buon rifornimento di energia era il dettato istintivo dell’uomo neolitico. Verrebbe da dire che il ricorso alla cottura dei cibi ha in par- te sviato la ricerca di benessere attraverso l’alimentazione, a favore del piacere e della praticità del mangiare. D’altro canto, chi mai mangerebbe un cavolo nero crudo? Eppure, molti dei fitonutrienti più salutari hanno gusto aspro o amaro. Perché allora non ricorrere a qualcosa di più piccolo, tenero e masticabile che permetta di “tornare” a quell’antico, naturale beneficio cercato – e trovato – istinti- vamente dai nostri progenitori?
I benefici dei germogli sono alla portata di tutti, perché è facile produrli in casa e iniziano ad essere disponibili nei negozi di alimentazione naturale. Con il vantaggio di rap- presentare una vera produzione a chilometro zero e di es- sere disponibili tutto l’anno, in barba alle stagioni, tanto più se preparati in una serra attrezzata. Acqua, ossigeno, calore e luce sono gli attivatori delle ri- serve alimentari e del patrimonio genetico dei semi. Come per il nostro organismo, i semi, e le piante da cui saranno generati, hanno bisogno di attivatori di energia, enzimi e sostanze plastico-proteiche per formarsi una struttura. Sono un carburante allo stato puro facile da assimilare ed utilizzare con pochi essenziali accorgimenti e con un gran- de contributo all’ambiente.
Mangiare è un atto di responsabilità: verso il nostro corpo e verso l’ambiente Se è vero che “siamo ciò che mangiamo” bisogna aggiun- gere che ci modifichiamo (noi e i nostri geni) non solamente per l’invecchiamento, ma anche per quello che respiriamo e ingeriamo, per come affrontiamo gli impegni quotidiani, per l’attività fisica, per il contatto con agenti chimici dispersi nell’ambiente e per una serie imprevedibile di fattori. Il corpo umano adulto contiene una massa in minerali e oligoelementi pari al 1,1% del nostro peso, utili a costruire e mantenere le strutture cellulari e scheletriche gli uni, ad attivare enzimi digestivi e metabolici gli altri. Rifornirsi di tali elementi senza perdite dovute a sistemi di raccolta, conser- vazione in celle frigorifere e trasformazione (cottura o con- fezionamento per aumentare la durata del prodotto fresco) è il primo requisito. Analoga criticità riguarda le vitamine, fondamentali per l’equilibrio della nostra dieta quotidiana e per regolare il metabolismo di grassi, zuccheri, proteine e sali minerali. Le vitamine sono presenti e si conservano al meglio nei prodotti freschi, soprattutto se appena raccolti. Secondo la varietà, i germogli freschi sono fonti insostituibili di minerali, oligoelementi e vitamine, e se questo non ba- stasse sono ricchissimi di proteine vegetali, che vengono fornite nella forma dei loro costituenti di base più disponibili ad essere assimilati, gli aminoacidi. La germinazione dei semi aumenta la quantità di proteine disponibili, rendendole concentrate come nella carne e nei formaggi grassi, con il vantaggio di non apportare colesterolo e trigliceridi. La germinazione dei chicchi di cereali ne trasforma inoltre il glutine naturalmente contenuto, riducendone la tossicità. E poi: il naturale contenuto di enzimi dei semi, che trasfor- mano sostanze nutritive utili alla loro germinazione e svilup- po in piante adulte, è accresciuto dal processo germinativo. Introdurre enzimi attivati provenienti da germogli freschi nell’alimentazione consente di ridurre il carico di lavoro del pancreas, ponendo le condizioni per il rallentamento dei processi di invecchiamento cellulare del nostro organismo. E ancora, acidi grassi polinsaturi: omega 3 e 6 sono suffi- cientemente presenti nei semi e nei germogli di lino, chia,
nigella, portulaca. Sono presenti nella forma disponibile e assorbibile per l’organismo. Infine, la clorofilla! La clorofilla regola il meccanismo di utilizzazione dell’e- nergia per le piante e introdotta nell’ organismo soccorre il sistema di ossigenazione del sangue, contribuisce ad una migliore respirazione cellulare e ai processi digestivi. L’uomo ha sviluppato tecniche di produzione, trasforma- zione e presentazione del cibo che hanno fatto perdere il senso della misura. Proviamo a ragionare col buon senso a proposito di acqua, luce, temperatura, immissioni in atmo- sfera e nel suolo. Ecco l’elenco delle operazioni necessarie alla produzione di germogli: bagnatura dei semi; risciacquo; bagnatura gior- naliera dei semi mediante vaporizzazione fine, da 2 (inver- no) a 4 (estate) volte al giorno, secondo la stagione, fino a raggiungere le dimensioni adatte a raccolta e consumo. Questo ciclo dura da 4 (in estate) a 8-12 giorni (in inverno). L’Italia è tra i primi produttori di ortofrutta in Europa e nel mondo; secondo i dati del CSO (Centro Servizi Ortofruttico- li), aggiornati al 2012, il nostro Paese produce annualmente una media di 36 milioni di tonnellate di ortofrutta con un andamento sostanzialmente stabile: 14 milioni di tonnellate di ortaggi e 22 milioni di tonnellate di frutta. Gli ortaggi giunti a maturazione della pianta e immessi nel- la catena di distribuzione e vendita generano più di 1/3 di scarto: uno dei problemi annosi per il settore agricolo è la perdita di redditività del prodotto legata allo scarto genera- to nel processo di vendita o di trasformazione del prodotto fresco. Il costo generato ha un impatto non solamente sulla filiera di trasformazione, ma anche sul consumatore finale. Attualmente il prodotto fresco può essere soggetto ad es- sere scartato, non perché non commestibile, ma per via della non rispondenza ai requisiti della qualità visiva (fo- glie appassite, ammaccature, segni superficiali da infezioni parassitiche). Provate a considerare il ciclo produttivo dei germogli, pronti in 2-8 giorni con nessun impiego di pestici- di per proteggerne la crescita sana, con scarso impiego di acqua e SOPRATTUTTO con la possibilità di evitare scarti!!
AMARANTO L’amaranto (amaranthus retroflexus) è una pianta erba- cea annuale originaria del Perù appartenente alla famiglia delle Amarantacee. Spesso viene considerato un cereale; in real- tà, non appartenendo alla fami- glia delle Graminacee, è più cor- retto inserirlo nella categoria dei cosiddetti pseudocereali. Proprietà nutritive: è ricco di aminoacidi lisina, metionina e triptofano e contiene minerali (calcio, fosforo, potassio, ferro, zinco, rame), vitamine A, B, C, E, lecitina e acido li- noleico. Benefici per la salute: il consumo dei semi è consigliato alle persone intolleranti al glutine e alle proteine del latte di origine animale. Per il contenuto di aminoacidi essenziali è adatto agli anziani, alle donne in allattamento e per la crescita. Fluidifica il colesterolo, è ottimo per la salute della pelle. Controindicazioni: è sconsigliato in caso di problemi re- nali. Uso in cucina: le foglie di amaranto allo stato di rosetta sono edibili e possono essere bollite in minestre insieme ad altre erbe; il loro sapore è simile allo spinacio. È possibile anche tostare i semi con un filo d’olio per ottenere dei pop- corn di amaranto. Germogli: possono essere consumati da soli oppure ag- giunti ad insalate e macedonie di frutta o utilizzati per far- cire un panino. Curiosità: l’amaranto veniva definito dal popolo azteco come “grano misterioso” o “grano degli dei”; i semi erano utilizzati non solo a scopo alimentare ma anche religioso. Gli Incas lo usa- vano soprattutto in ambito fitoterapico.
ANETO L’aneto (anethum graveolens) è una pianta della famiglia delle ombrellifere originaria dell’India, il cui sapore è un mix tra finocchio e anice. Di questa pianta si utilizzano sia i semi che le foglie. Proprietà nutritive: è ricco in potassio, calcio, magnesio, ferro e manganese e contiene vitamina A, B, B2, B3 e C. Benefici per la salute: è utilizzato fin dall’ antichità come rimedio naturale per molti disturbi quali aerofagia, dispepsia (difficoltà di digestione) gonfiore addominale e costipazio- ne. È anche un antispasmodico, quindi indicato in caso di coliche, crampi allo stomaco e singhiozzo. Consigliato in caso di alitosi, ha anche proprietà diuretiche e depurative, favorendo l’eliminazione di liquidi in eccesso; è ottimo an- che per combattere la cellulite. Inoltre, un infuso di semi di aneto è di aiuto a chi soffre d’insonnia. Controindicazioni: è sconsigliato in gravidanza, in allatta- mento e in caso di infiammazioni alle vie urinari. Usi in cucina: in Italia non è così utilizzato come in altri paesi europei; in Scandinavia l’aneto è regolarmente e ab- bondantemente usato per insaporire salmone, patate, uova e zuppe. Germogli: si sposano alla perfe- zione con il pesce o con i cetrioli e arricchiscono qualsiasi mix di insalata; buonissimi anche in una dadolata di melone bianco e bacche di goji. Curiosità: nell’antica Roma l’a- neto abbondava nei piatti dei gladiatori poiché si riteneva avesse la proprietà di aumentare la forza fisica.
BASILICO Il basilico (ocimun basilicum) è una pianta della famiglia del- le Lamiaceae,originaria dell’Asia e dell’Africa subtropicale. Il so- lenne appellativo che determinò il nome co-mune attraverso i se- coli era basilikòn, cioè “erba del re”, termine con cui si indicava il tesoro reale. Proprietà nutritive: il basilico e contiene minerali (ferro, zinco, calcio, potassio, magnesio, manganese) e vitamine A, C e B. Benefici per la salute: pianta aromatica e da condimento, in naturopatia viene raccomandato come antispasmodico e in caso infiammazioni dello stomaco, in caso di enterite e gonfiore addominale, è vermifugo. Grazie alla componente aromatica è consigliato in caso di afte, tosse, raffreddori, sinusiti ed infezioni alla gola. Migliora la traspirazione della pelle. Controindicazioni: è sconsigliato a chi soffre di al- lergia alle parietarie; in ogni caso va assunto con modera- zione perché, in dosi massicce, ha un effetto narcotizzante. Usi in cucina: il basilico, anche se è un’erba aromatica dal sapore deciso, è un alimento versatile in cucina che può essere seccato, cotto, fritto, frullato e preparato in molti modi diversi in combinazione con gli alimenti più disparati. È adatto persino nei dolci, ad esempio nelle tortine di mele con salsa al basilico. Germogli: si consumano preferibil- mente in insalata o per insaporire piatti a crudo e minestre. In cottura possono assumere un sapore amaro. Curiosità: il basilico si può utilizzare come pianta ornamen- tale odorosa su terrazzi o giardi- ni. Conosciuta fin dall’antichità, i Romani la utilizzavano in cucina ma anche come pianta medici- nale per cicatrizzare le ferite. Ci sono diverse qualità di basilico ad esempio con foglie me- die, foglie grandi violetto, foglie piccole o foglie di lattuga. Ricette: stuzzichini ai germogli misti, salsine, pomodorini e tofu; cavolo cinese guarnito; spaghetti cinesi ai germogli.
BIETOLA ROSSA La bietola rossa (Beta Vulgaris var. cycla) è una pianta del- le famiglie delle Chenopodiacee. Ne esistono numerose varietà, è originaria dell’Europa meridio- nale e cresce spontanea nelle regioni mediterranee. Proprietà nutritive: la bietola (o bieta) è ricca di fibre, minerali (potassio, calcio, ferro, magnesio, sodio, zolfo, boro, cromo, rame, fluoro, selenio, zinco), vita- mine A, B1, B2, B3, B9, C e fibre. Benefici per la salute: grazie al potere alcalinizzante è un vero detossicante del sangue, usato anche dagli sportivi. È tradizionalmente consumata per depurare i reni e il dotto biliare. È rinfrescante e migliora le funzioni dell’apparato digerente. Rinforza le difese immunitarie. Controindicazioni: è sconsigliata a chi soffre di diabete, ad eccezione dei germogli. Germogli: sono di colore rosso, hanno un sapore grade- vole e si possono accompagnare ad insalate, antipasti o secondi piatti. Curiosità: in antichità la bietola veniva usata per scopi cu- linari e medicinali; l’agronomo Gianvittorio Soderini fa un lungo elenco delle virtù della pianta “… il lor succhio [della radice] manda via il dolore antico del capo e le vertigini… la bietola bianca cotta e mangiata con aglio crudo vale ai vermi del corpo”. Uso in cucina: la bietola ha una consistenza leggermen- te croccante, al gusto si nota un delicato sapore di clorofilla e l’odore richiama quello dell’erba umida appena tagliata. Il modo migliore per consumare le bieto- le è crude in insalata. Sono ottime anche in mesticanza con rucola e radicchio oppure con altri ortaggi a foglia come spi- naci, lattuga o valeriana. La cottura è sconsigliata perché fa perdere alla bietola i suoi principi nutritivi.
BROCCOLO Il broccolo (brassica oleracea var. italica) è una pianta della famiglia delle crucifere originaria del bacino del mediterraneo. In Italia era già nota ai tempi degli antichi Romani che si riferivano ai broccoli come alle cinque dita di Giove. Proprietà nutritive: il broccolo è ricco di proteine (fino al 40%), apporta minerali (calcio, rame, ferro, magnesio, fosforo, potassio, sodio, zolfo) e contiene glucidi, e molte vitamine (A, B, B2, B3, B5, B9, E). È composto anche da antiossidanti tra cui sulforafano, glutatione, quercitina, e β-carotene. Benefici per la salute: consumato crudo può aiuta-re a prevenire i tumori e a combattere un batterio mol- to diffuso e potenzialmente pericoloso, l’Helicobacter pylori, una fra le principali cause di ulcera gastrica. Per la presen- za di composti solforati è tradizionalmente consigliato per chi soffre di disturbi dermatologici. È consigliato mangiare 10 grammi di germoglio o 200 grammi di broccolo crudo o al dente per ricavarne tutti i benefici! Usi in cucina: il broccolo andrebbe consumato crudo dato che durante la cottura perde la vitamina C; è importante cuocerlo solo a vapore, in modo da non degradarne gli en- zimi antiossidanti e non disperderne vitamine e sali mine- rali. l broccoli si prestano a mille preparazioni: ottimi come contorno, ripassati in padella o gratinati, da soli o con altre verdure. Particolarmente adatti nelle zuppe o per condire la pasta, perfetti in pinzimonio. Germogli: hanno un sapore deciso e piccante ma grade- vole se si accompagnano ad in- salate, antipasti, pietanze calde, legumi o formaggi. Adatti anche per insaporire tartine o sandwi- ch. Le vitamine e i minerali del broccolo aumentano dal 100 al 1.000% in fase di germi- nazione. Si consiglia di consumare i germogli di broccolo assieme a quelli di senape, per attivare un processo antios- sidante molto marcato.
CAROTA La carota (Daucus carota) è una pianta erbacea della fami- glia delle Apiaceae. È originaria dell’Afghanistan, dove veniva coltivata già 10.000 anni fa. Fu molto apprezzata dai Greci e dai Romani. Proprietà nutritive: è uno degli ortaggi con il maggior contenuto di β-carotene, precursore della vitamina A ad azione antiossidante ed antitumorale; contiene vitamine (A, B1. B2, B3, B6, B9, C, D, E, K), e minerali come potassio, ferro, zinco, manganese, fluoro e iodio in buona quantità. Benefici per la salute: utile nella dieta di chi soffre di gastri- ti, ulcere e problemi di stomaco così come di tosse, asma e raffreddore. Stimola la produzione di melanina, favorendo la salute della pelle; è lenitiva e cicatrizzante in caso di afte, psoriasi e dermatiti. Rinforza le difese immunitarie, proteg- ge la funzione visiva. Uso in cucina: ne esistono moltissime varietà utilizzate per preparazioni sia dolci che salate: soffritti, vellutate, primi piatti, contorni, frullati e torte. Negli USA è molto famosa la Carrot cake, un dolce a base di carote, formaggio, cannella e noce moscata. Germogli: hanno un piacevole retrogusto amarognolo e l’ideale è mischiarli con erba medica o trifoglio, dal sapore più neutro. Sono gustosi abbinati a germogli di cavolo o soia. Curiosità: in origine i colori prevalenti della carota erano il violaceo e il grigio. Nel XVII secolo gli agricoltori olandesi se- lezionarono una nuova varietà di colore arancione in onore della famiglia reale Orange. Ricette: cavolo cinese guarnito, zuppa cinese maison, tris di purè ai germogli, riso selvaggio ai germogli, pasta cinese ai germogli.
CAVOLO Il cavolo (Brassica oleracea) è una pianta della famiglia del- le brassicacee, originaria delle coste atlantiche dell’Europa oc- cidentale. Dalla forma selvatica di questa specie sono state se- lezionate moltissime cultivar, dal cavolo nero, al broccolo romane- sco, dal cavolfiore, a nume-rose altre varietà che troviamo nei nostri mercati. Proprietà nutritive: ha un buon apporto proteico (fino al 40%), è povero di lipidi e contiene minerali (fosforo, calcio, iodio, manganese, ferro, zolfo, zinco, rame) e vitamine (A, complesso B, C, K). Contiene inoltre quercitina, glutatione e β-carotene, antiossidanti naturali. Benefici per la salute: facilita la motilità intestinale, pro- tegge le mucose dello stomaco. Ha un’ottima azione depu- rativa e vermifuga; nella naturopatia è consigliato in caso di bronchiti, emorroidi o diabete. Previene l’invecchiamento e la degenerazione cellulare collegata allo sviluppo di tumori. Germoglio di cavolo: consumato crudo offre una concen- trazione di enzimi antiossidanti, vitamine e minerali con una concentrazione superiore da due a dieci volte a quella del- la pianta adulta. Abbinare germogli di cavolo e di senape consente di assorbire il glucorafano, sostanza di provata efficacia preventiva dei tumori. Controindicazioni: deve limitarne il consumo chi soffre di ipotiroidismo. Il germoglio crudo può provocare gonfiore in- testinale, se consumato in eccesso. Uso in cucina: le diverse va- rietà di cavolo hanno numerosi impieghi nella cucina europea e asiatica; alcune si possono consumare crude, come il cap- puccio, altre invece sono ottimi ingredienti per zuppe, minestre e sformati. Germogli: sono molto versatili, possono dare sapore ad un’insalata mista, a un piatto di patate insieme ad un filo d’olio, oppure si possono abbinare a formaggi delicati o a
un piatto di pasta allo zafferano. Curiosità: Catone il censore fu un grande consumatore ed estimatore del cavolo e lo considerava il segno più tangibile della bontà dei rimedi naturali della tradizione romana. Ricette: timballi trasparenti con verdure e germogli di cavo- lo rosso; bistecca di tofu con germogli di cavolo.
COLZA La colza (Brassica napus) è una pianta erbacea dal fiore giallo brillante appartenente alla famiglia Brassicaceae. La sua origine è incerta, probabilmente nacque nelle zone temperate europee. Oggi è coltivata soprat- tutto in Canada, India, Pakistan e Cina. Trova moltissimi usi in ambito agricolo e industriale ed è sempre più apprezzata anche in ambito domestico. Negli anni ‘70 è stata sviluppata una varietà a basso conte- nuto di acido erucico, detta Canola, adatta all’alimentazio- ne umana. Proprietà nutritive e benefici per la salute: i semi sono ricchi di acido oleico (omega 9), omega 6 e omega 3, parti- colarmente apprezzati per i loro effetti benefici sul sistema neurologico e sul sistema cardiocircolatorio (riduzione del colesterolo). Gli acidi grassi polinsaturi della colza possono regolare il tasso di estrogeni all’origine delle formazioni tu- morali e disattivarli. Il consumo è consigliato anche in caso di acne, dermatosi, afte, psoriasi e herpes. Controindicazioni: non è adatta in caso di asma, allergie o febbre da fieno. Uso in cucina: in Asia la pianta di colza viene tradizional- mente consumata come verdura fresca; è possibile anche ricavarne miele. I germogli di colza hanno un sapore leggermente pungente e si accompagnano bene a zuppe e salse. Germogli: si accompagnano bene a crudità e a vellutate di verdure Curiosità: l’olio di colza era uti- lizzato già nel 1200 per l’illumi- nazione delle strade nei Paesi del Nord Europa. Durante la Seconda guerra mondiale venne ampiamente usato come carburante per veicoli nautici. Ricette: cavolo cinese guarnito; insalata mista con semi e germogli misti.
CORIANDOLO Il coriandolo (Coriandrum sativum) appartiene alla famiglia delle Apiaceae che comprende anche prezzemolo e finocchio. Si pensa sia originaria del Medio Oriente o del nord Africa da dove si sarebbe poi diffusa in tutto il ba-cino del Mediterraneo, in Asia e in America. Proprietà nutritive: contiene vitamine A, B1, B2, B3 e B6 ed è ricco di minerali (ferro, calcio, fosforo, zolfo, potassio e rame). Benefici per la salute: allevia i dolori di stomaco e i pro- blemi digestivi e intestinali come aerofagia, flatulenze e co- stipazione. È leggermente antispasmodico, utile in caso di vertigini, tensione nervosa o intossicazioni alimentari. Controindicazioni: È sconsigliato in caso di gravidanza e allattamento. Uso in cucina: i semi freschi hanno un odore sgradevo- le che perdono con l’essiccazione, acquistando un sapore deciso, fresco e leggermente piccante. Sono usati per insa- porire carne, pesce, verdure e nella preparazione di liquori. Nei Paesi orientali si consumano le foglie fresche tritate mentre nelle regioni Balcaniche il coriandolo è usato per insaporire frutta e dolci. Germogli: sono croccanti e dal sapore intenso, ideali da abbinare a piatti messicani o a base di pesce. Curiosità: in epoca rinascimentale, per festeggiare i lieti eventi, venivano lanciati in aria i semi di coriandolo glassati di zucchero. Questa usanza nel tempo si è tra-sformata e i semi sono stati sostituiti con dei pez- zetti di carta colorati denominati appunto “coriandoli”. Ricette: caviale di peperoni, hummus di ceci
FIENO GRECO Il fieno greco (Trigonella foenum-graecum) è una pianta della famiglia delle Fabaceae. Il nome del genere - Trigonella - si riferisce alla forma triangolare dei semi, mentre “fieno greco” indica il suo uso in antichità per l’alimentazione del bestiame. La pianta proviene dal Medio Oriente e dal Nord Africa. Proprietà nutritive: è ricco di proteine (29%), aminoacidi: lisina e metionina, lecitina, ferro, fosforo, zolfo, calcio, ma- gnesio, colina e vitamine A, B1, C. Benefici per la salute: è un alimento tradizionalmente consigliato alle donne, stimola il ciclo mestruale e ne allevia i dolori. Rappresenta un valido aiuto per le future mamme dato che stimola la montata lattea. Controlla il livello di zuc- cheri nel sangue, riduce il picco insulinico dopo l’assunzio- ne di carboidrati, controlla il livello di colesterolo ed allevia il bruciore di stomaco. Contiene mucillagini utili alla salute intestinale, in caso di diarrea. Controindicazioni: è sconsigliato qualora si assumano farmaci per il diabete poiché abbassa notevolmente i valori di zucchero nel sangue. Usi in cucina: il fieno greco è usato sia come spezia sia come verdura fresca o essiccata; si possono consumare i suoi semi, le foglie e i germogli. Questo particolare ingre- diente trova il suo abbinamento ideale con carni di manzo o di agnello; secondo alcune tradizioni culinarie i semi di fieno greco vengono tostati per ottenere un surrogato del caffè. Germogli: si consumano crudi, hanno un sapore pungente e si utilizzano per insaporire insala- te, minestre, zuppe e contorni. Se fatti crescere alla luce diretta sono più croccanti e dal sapore deciso, mentre cresciuti in semi-ombra sono più morbidi e dal gusto delicato.
Curiosità: gli antichi Arabi chiamavano il fieno greco “erba helba” e lo consideravano un potente portafortuna tanto che, quando una persona cara partiva, la salutavano con queste parole: “Possa tu sempre camminare in una terra sulla quale cresce erba helba”. Ricette: tris di puree ai germogli; riso selvatico ai germogli
LENTICCHIA La lenticchia (Lens culinaris) appartiene alla famiglia delle Fabaceae o Leguminose; il suo luogo di origine è l’Asia da cui si diffuse poi in tutto il bacino del Mediterraneo diventando un ali- mento fondamentale per i Greci e i Romani. Quella delle lentic- chie è ritenuta una delle più antiche coltivazioni dell’uomo. Proprietà nutritive: è ricca di proteine (24%) e glucidi (56%); contiene buone quantità di fosforo, calcio, magne- sio, sodio, rame, zinco, manganese e particolarmente di potassio e ferro. Contiene vitamine A, B1, B2, B3, B6, B9, B12, C, E. Benefici per la salute: è raccomandata ai bambini, alle persone che necessitino di un surplus energetico, agli ane- mici. Controindicazioni: la parte esterna delle lenticchie è com- posta da fibre poco digeribili che potrebbero irritare le pareti intestinali di chi soffre di colite. Usi in cucina: possono essere usate per preparare delizio- si burger vegetali o vegani oppure in una zuppa contadina con cereali, ortaggi e legumi. Sono ottime anche lessate e servite fredde, aggiunte ad insalate di cereali o insala- tone miste. La polpa e la farina di questi legumi possono sostituire la farina di frumento nelle preparazioni dolciarie. Le lenticchie a pasta gialla sono usate per preparare uno stufato adatto come primo alimento per lo svezzamento dei bambini. Germogli: si possono mangiare crudi, ma come tutti i le- gumi è preferibile consumarli cotti a vapore o sbollentati per pochi secondi. Hanno un sapore delicato e si possono abbinare a cereali (pane, riso, pasta). Curiosità: le lenticchie simbo- leggiano la prosperità e il denaro, dato che hanno una for- ma che ricorda quella delle monete.
Nella cultura ebraica invece fanno parte delle cerimonie tradizionali del lutto perché la loro forma rotonda simbo- leggia il ciclo della vita e della morte. In Etiopia le lenticchie stufate, chiamate kik o kik wot, accompagnano la focaccia injera, il piatto tipico nazionale. Ricette: barchette di indivia ai germogli; zuppa cinese; spa- ghetti cinesi ai germogli misti; quartetto di verdure al wok e germogli.
LINO Il lino comune (Linum usitatissimum) è una pianta della famiglia delle Linaceae. È stata una delle prime colture dome- sticate: in antichità era già am- piamente coltivata in Etiopia e in Egitto. Proprietà nutritive: è ricco di minerali (calcio, ferro, rame, magnesio, fosforo, potassio e iodio), contiene vitamine B6, B9, B12, E, F e K e fitoe- strogeno (lignani). I semi di lino sono ricchi di mucillagini, proteine (25%) e di acidi grassi insaturi OMEGA 3 (30%). Benefici per la salute: favorisce il transito intestinale, è lievemente diuretico, lenisce le infiammazioni del sistema digestivo (iperacidità), di quello intestinale (gastroenterite) e di quello urinario. Riduce i problemi della menopausa ed è un buon alleato contro l’arteriosclerosi; i fitoestrogeni del lino favoriscono il metabolismo del calcio. Controindicazioni: sconsigliato in caso di infiammazioni croniche del colon. Usi in cucina: i principali prodotti alimentari che si ricavano dai semi di lino sono la farina, di colore scuro, e l’olio. I semi ricchi di acidi grassi a catena lunga possono essere con- sumati anche in purezza, integri e secchi, oppure tenuti in ammollo in acqua e consumati appena germogliano. L’olio di lino ha vari impieghi come integratore alimentare. Germogli: si consumano preferibilmente a crudo, in in- salata, o conditi da soli con olio e limone. Sono ottimi per decorare tartine o per farcire panini e sandwich. La cottu- ra è sconsigliata perché i germogli perderebbero le loro proprietà nutritive, assumendo un sapore leggermente amaro; possono però essere aggiunti nelle zuppe al termine della cot- tura. Curiosità: il lino è coltivato an- che come pianta ornamentale oppure per la sua fibra; dalle varie parti della pianta si ricavano tessuti, carta, medicinali e cordame (anche per le reti da pesca). L’olio di lino è usa-
to come ingrediente in prodotti per il legno e nelle vernici come siccativo e diluente; l’industria cosmetica lo utilizza ampiamente per creare saponi e prodotti per capelli. Ricette: springrolls ai germogli; zuppa cinese; quartetto di verdure al wok e germogli; papaya ai semi e germogli.
PORRO Il porro (Allium ampeloprasum) è una pianta erbacea tradi- zionalmente classificata nella fa- miglia delle Liliaceae, originaria dell’Europa meridionale e medi- terranea. La sua coltivazione è di antichissima memoria, infatti il porro era già conosciuto dagli Egizi e dai Romani. Proprietà nutritive: contiene molti minerali (calcio, ferro, iodio, zinco, rame, zolfo, potassio, manganese, magnesio, silicio e iodio) e le vitamine A, B1, B2, B3, B9, C e E. Benefici per la salute: può essere usato come diuretico ed aiuta nei casi di insufficienza renale; per la naturopatia è utile contro l’artrite, i reumatismi. Diuretico, vermifugo; le sue fibre e le mucillagini agiscono contro la costipazione. Nella medicina tradizionale cinese e in macrobiotica il porro è considerato un alimento riscaldante. Controindicazioni: è bene limitarne il consumo se si soffre di pressione bassa e di incontinenza urinaria. È sconsiglia- to anche a chi soffre di allergia da nichel perché potrebbe essere presente nel porro anche se in quantità minime. Usi in cucina: i porri possono essere serviti sia come pri- mo piatto che come contorno. Dato il loro sapore acre è sempre bene sbollentarli prima di adoperarli. Vengono usati anche per preparare delle zuppe, abbinate ad esempio con le cipolle, oppure insaporiti con un po’ di burro. Germogli: sono facilmente digeribili e molto appetibili per il loro sapore. Ideali per aromatizzare insalate e ottimi per la preparazione di zuppe e frittate. Buoni anche con la po- lenta, alla quale devono essere aggiunti pochi minuti prima di servire in tavola. Curiosità: il porro è uno dei simboli nazionali del Galles. Se- condo la leggenda, alla vigilia di una battaglia contro i Sassoni, St. David consigliò ai sol- dati gallesi di portare sui berretti un porro per distinguersi dai nemici. Quest’espediente contribuì alla loro vittoria e,
ancora oggi, nel giorno di Saint David, è tradizione che i militari gallesi mangino un porro ed indossino un distintivo che raffigura quest’ortaggio. Ricette: hummus di ceci con germogli di porro; barchette d’indivia ai germogli misti; vellutata di funghi con germogli di porro; zuppa cinese; tris di puree ai germogli; verdura al wok con germogli misti; omelette farcita ai germogli.
RAVANELLO DAIKON Il Raphanus sativus var. longipinnatus, noto commercial- mente come daikon, cioè “grossa radice”, è una varietà di ravanello originaria dell’Asia orientale. Ne esistono molte spe- cie, ma la più comune in Giappo- ne è la aokubi daikon che ha la forma di una grossa carota. Proprietà nutritive: il daikon contiene minerali come calcio, magnesio, fosforo, potassio, zolfo, ferro, zinco e iodio e contiene le vitamine A, B1, B2, B3 e C. È ricco di rafanolo, glucoside solforato antiossidan- te e sostanza stimolante. Benefici per la salute: contiene alcuni enzimi, ad esempio amilasi ed esterasi, che favoriscono la digestione dei lipidi e dei carboidrati complessi come l’amido. È ben tollerato dagli stomaci sensibili, aumenta l’efficienza dell’intestino e riduce costipazione e gonfiore addominale. Rinforza il si- stema immunitario grazie alla vitamina C. Controindicazioni: il daikon, così come altre varietà di ravanello, non dovrebbe essere mangiato da chi soffre di calcoli alla cistifellea. Usi in cucina: Il daikon ha un ruolo importante nella cuci- na giapponese; può essere servito crudo in insalata, come guarnizione per piatti di sashimi, oppure marinato in aceto. Il daikon grattugiato, conosciuto come daikon oroshi, è po- polare nella preparazione di piatti tipici come lo yakizakana o il nattō. Spesso è usato come ingrediente nelle zuppe di miso o in stufati. Germogli: possono essere consumati da soli o come com- pletamento di antipasti, insalate o piatti di verdure. Per il loro sa- pore piccante sono indicati per aromatizzare insalate, secondi crudi o a vapore. Curiosità: nell’ antichità gli artigiani giapponesi usavano una particolare resina per laccare ciotole ed oggetti di legno da loro scolpiti. Per essiccare la resina ponevano
gli oggetti nel furô, un tradizionale contenitore di legno, pre- cedentemente spruzzato con l’acqua di cottura del daikon; questa favorisce infatti il mantenimento della temperatura e rende più efficace l’essiccazione. Ricette: stuzzichini con guacamole; avocado guarnito; tim- balli trasparenti di verdure e germogli; barchette di indivia ai germogli; insalata di legumi e germogli; misto verdure al wok e germogli; pita farcita alle verdure e germogli.
SENAPE La senape bianca (Sinapis alba) è una pianta annuale della famiglia Brassicaceae. Coltivata per i suoi semi, come foraggio e come concime per prati, è oggi diffusa in tutto il mondo, sebbene sia originaria probabilmente del bacino del Mediterraneo. Proprietà nutritive: contiene minerali (calcio, ferro, zolfo, magnesio, manganese, potassio e fosforo) e vitamine A, B1, B2, B9, C e K. Ha anche un alto contenuto di lipidi e antiossidanti (fra i quali gli isotiocianati di allile che le confe- riscono il sapore piccante). Benefici per la salute: viene consigliata in caso di aerofa- gia, gastriti ed ulcere, gonfiore intestinale o intossicazione epatica. Migliora la circolazione, è un antidolorifico musco- lare e agisce contro febbre e raffreddore. Ha un buon con- tenuto di calcio. Controindicazioni: è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento; può inoltre causare reazioni allergiche in soggetti sensibili. Usi in cucina: la parte edibile della pianta è rappresenta- ta dai semi che possono essere consumati al naturale o usati per preparare la famosissima salsa gialla dal gusto leggermente piccante. Le varietà dal gusto più deciso sono indicate per accompagnare carni rosse e formaggi stagio- nati, mentre quelle più delicate sono ottime per il pesce, le carni bianche e le uova. La senape si può trovare anche sotto forma di polvere macinata che viene utilizzata princi- palmente per preparare la salsa fatta in casa. Germogli: hanno un gusto pungente e sono utilizzati per aromatizzare insalate di ver- dure o formaggi freschi. Ottimo l’accompagnamento a filetti di carne o pesce. I germogli di senape esercitano un’azione disintossicante per il fegato. Sono ottimi abbinati ai germogli di broccolo o cavolo, dei quali aiutano ad utilizzare gli antiossidanti solforati.
Curiosità: il naturalista Plinio nella Historia naturalis de- scrive gli usi terapeutici della senape. Anche Pitagora rite- neva che la senape, tritata e mescolata con aceto, fosse in grado di curare gli avvelenamenti causati da funghi e da morsi di serpenti. Ricette: pita farcita alle verdure e germogli.
TRIFOGLIO ROSSO Il trifoglio rosso (Trifolium incarnatum) appartiene alla fa- miglia delle Fabaceae. Si pensa sia originaria di Europa e Asia da dove si sarebbe poi diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, in Asia e in America, trovando im- piego nella rotazione delle colture, grazie alle sue proprietà azoto fis- satrici . La varietà pratense trova uso in preparazioni curative. Proprietà nutritive: contiene vitamine A, B1, PP, E, K, C ed è ricco di minerali (silicio, calcio, fosforo, cromo, magne- sio e potassio). Contiene gli otto aminoacidi essenziali. Il trifoglio rosso è ricco di isoflavoni, soprattutto biocianina, che si trasforma nel nostro organismo in genisteina, un an- tiossidante molto potente. Benefici per la salute: in fitoterapia è usato per le affezioni delle vie respiratorie e nei disturbi come gastrite e diarrea. Per uso topico trova impiego per alleviare i fenomeni irrita- tivi della pelle. Inoltre il trifoglio è il più potente fitoestrogeno naturale, ed il suo estratto secco aiuta a rallentare l’invec- chiamento di cute e mucose. Controindicazioni: non se ne conoscono effetti collaterali, ma va ricordato che il trifoglio rosso contiene estrogeni, per cui se ne sconsigli il consu- mo in bambini, gravidanza e in caso di patologie come en- dometriosi, disfunzioni della tiroide, tumori del seno, delle ovaie, dell’utero, carcinoma della prostata. Uso in cucina: in cucina si usano le sommità fiorite con le foglie. Il sapore è simile al prezzemolo e le foglie si presta- no ad essere consumate crude in insalata o cotte con altre erbe. Ottimo il pesto di trifoglio con il pistacchio da abbinare a risotti, paste o pesce. I capolini fioriti decorano piatti e insalate, oppure si friggono in pastella, si abbinano in frittate con altre erbe o si aggiun- gono nelle zuppe. Germogli: sono teneri e dal sapore fresco, ideali da abbi- nare a insalate e formaggi, a pasta molle e dura. Curiosità: Il trifoglio (Shamrock) è uno dei simboli non uf- ficiali dell’Irlanda: la tradizione vuole che sia stato utilizzato
dapprima da San Patrizio, l’evangelizzatore dell’isola, e poi da San Colombano, l’evangelizza- tore d’Europa, per spiegare il mi- stero della Trinità. Storicamente fu venerato dai dru- idi, conosciuto dai Greci e dai Ro- mani per le proprietà curative. Sembra, infine, che il trifoglio rosso sia utilizzato anche come coadiuvante della fertilità. Pare, infatti, che il consu- mo regolare di trifoglio rosso sia associato fin dall’antichità a molti benefici sulla produzione di ormoni femminili indi- spensabili alla riproduzione. A volte (circa 1 su 10.000) i trifogli possono avere quattro foglie, questi vengono comunemente chiamati quadrifogli e considerati dei portafortuna. Ricette: centrifugati verdi, aromatizzante in insalate, pani- ni, piatti di formaggio, omelette e crepes.
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