Il Bollettino Gennaio 2019

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Il Bollettino Gennaio 2019
Il Bollettino

 Gennaio 2019
Il Bollettino Gennaio 2019
L’uomo che piantava gli alberi
                                          Di Jean Giono
Durante una passeggiata in Provenza, Jean Giono ha incontrato un uomo straordinario: un pastore
che viveva da solo con le sue pecore e il suo cane. Il pastore, Elzéard Bouffier, per lasciare ai
posteri un mondo migliore e per sentirsi vivo e utile, ogni giorno della sua vita ha piantato vari tipi
di piante per rendere meno aspro e desolato il paesaggio montano in cui viveva. A distanza di anni,
dopo due guerre mondiali, l’ambiente è stato completamente trasformato da un solo uomo.
Importantissimo il messaggio che l’autore ci ha voluto dare con questo suo libro: anche un solo
uomo, se animato dal giusto spirito, è in grado di modificare in meglio l’ambiente che ci circonda.
Infatti un seme piantato in un luogo deserto genera frutti inattesi; questo è il bellissimo messaggio
di speranza che nasce da questo breve racconto.. Consigliato: a chi cerca un libro da leggere in
mezzora ma anche “a chi semina in silenzio perché altri possano raccogliere”.
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La chimica dell'incontro
                                       di Arthur Dreyfus

                                       Un intensa storia d’amicizia e di amore di due adolescenti,
                                       Ernest e Chris, intrecciata alle vicende del nonno di uno dei due
                                       protagonisti, Félix, giovane studente di chimica allo scoppio
                                       della Seconda guerra mondiale che fu deportato in un campo di
                                       sterminio durante l’occupazione nazista in Francia.
                                       Ernest e Chris hanno sedici anni e non si sono mai incontrati.
                                       L'Oceano Atlantico li divide, ma sono in costante contatto
                                       attraverso la posta elettronica che permette loro di scambiarsi
                                       pensieri, emozioni e ricordi.

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                                   Più grandi dell’amore
                                    Di Dominique Lapierre
L’autore ci porta agli esordi degli studi sulla malattia più tremenda del secolo scorso, l’AIDS e alle
tappe dell'identificazione di quel tremendo virus. Egli ci descrive le esperienze degli scienziati, che
in varie parti del mondo hanno lottato contro il tempo e con ogni mezzo per trovare una cura a
questa malattia, nonostante i pericoli connessi con la manipolazione del virus. Egli ci fa anche
comprendere i pregiudizi connessi alla malattia, ma soprattutto sottolinea il comportamento
“eroico” di coloro che, con ogni sforzo e mezzo, hanno curato i malati, emarginati per il solo fatto
di essere affetti dall'HIV.
Tante le storie emozionanti presenti in questo libro che servono a farci conoscere alcuni fra coloro
che hanno lavorato con passione e dedizione per aiutare le persone colpite dal virus, basando le loro
azioni o sulla fede incrollabile in Dio o sul potere della ricerca scientifica.
Un libro che si legge tutto d'un fiato. davvero interessante e coinvolgente, soprattutto agli
appassionati della ricerca scientifica anche se i dati non sono aggiornati ai giorni nostri.
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Il paradiso degli orchi
                                       di Daniel Pennac
Primo romanzo della saga della strampalata e decisamente divertente famiglia Malaussène. Il
protagonista è Benjamin Malaussène, un dipendente di un grande magazzino. La sua è una famiglia
stravagante e alternativa con tanti fratellastri e sorellastre ai quali egli racconta innumerevoli e
mirabolanti storie. La vicenda ha inizio quando il suo luogo di lavoro diventa il bersaglio di bombe
esplosive. Sarà proprio Benjamin a scoprire chi si nasconde dietro a quelle esplosioni e lo farà in
compagnia delle sorelle sensitive e fotografe, di una guardia notturna un po’ schizzata, di una
giornalista super sexy, di un cane epilettico.
Consigliato: a chi ama trame fantasiose e surreali (stile Benni). Di questo romanzo esiste anche la
versione audiolibro letto da Claudio Bisio.
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Scrittrici francesi
                                         Suite francese
                                      Di Irène Némirovsky

Scrittrice ebrea di origini ucraine ma in tutto e per tutto francese (benché non abbia mai ricevuto la
cittadinanza), ha avuto un'esistenza movimentata e avventurosa, che si è conclusa tragicamente
ad Auschwitz.
La conversione al cattolicesimo non l'ha risparmiata dalla persecuzione nazista e nel luglio del 1942
Irène è stata arrestata e deportata prima a Pithiviers e poi al campo di concentramento nazista di
Auschwitz, nella Polonia occupata. La giovane donna è morta di tifo un mese più tardi, lasciando
incompiuta una ambiziosa opera, che avrebbe dovuto assomigliare a un "poema sinfonico" in 5
parti.Infatti nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Irène
Némirovsky compose febbrilmente i primi due romanzi: Tempesta in giugno (che racconta la fuga
in massa dei parigini alla vigilia dell’arrivo dei tedeschi) e Dolce (il cui nucleo centrale è la storia
d’amore che lega una «sposa di guerra» a un ufficiale tedesco).
La pubblicazione, a sessant’anni di distanza, di Suite francese, il volume che li riunisce, è stata in
Francia un vero evento letterario. Si tratta di un possente affresco, folto di personaggi memorabili,
denso di storie avvincenti, dotato di un ritmo impeccabile, nel quale vediamo intrecciarsi i destini di
una moltitudine di individui travolti dalla Storia. Irène Némirovsky si sofferma in particolare a
descrivere i     difetti e i pregi degli uomini come il cinismo, la meschinità, la vigliaccheria,
l’arroganza e la vanità, ma anche l’eroismo, l’amore e la pietà.
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L’eleganza del riccio
                                        Di Muriel Barbery

L’eleganza del riccio, il romanzo scritto da Muriel Barbery nel 2006 è la storia della lotta tra chi
siamo, chi vorremmo essere e come vorremmo che gli altri ci considerassero.
Le protagoniste del libro, Renée Michel e Paloma Josse, sono due “clandestine” perché fingono
di essere come le vuole lo stereotipo sociale del contesto in cui vivono. Infatti Renée, che fa la
portinaia in un elegante condominio al centro di Parigi abitato da famiglie facoltose, pur essendo
estremamente colta (legge molto, si interessa di musica classica, arte, filosofia e cinema), tiene
nascoste tutte queste passioni perché non vuole tradire le aspettative delle persone che considerano
le portinaie delle donne semplici e di limitata cultura. Paloma , invece, la giovane figlia di un
importante uomo politico che vive nel palazzo, finge di essere una ragazzina come tante ma è
particolarmente intelligente e profonda per la sua età. Paloma non sente di riuscire a vivere in tutta
questa messa in scena di vite-non-vere e per questo è ferma nella decisione che emerge già dalle
prime righe del romanzo: vuole suicidarsi nel giorno del suo dodicesimo compleanno. Un gesto
forte contro la mediocrità nella quale è immersa fin dalla nascita. Ma quando Kakuro Ozu si
trasferisce nel condominio, le vite delle due protagoniste riceveranno una sferzata destinata a
cambiare il loro futuro…

Della stessa autrice è stato pubblicato il romanzo fantasy Vita degli elfi che narra la storia di due
ragazzine, Maria e Clara che, grazie ai loro straordinari talenti artistici e al profondo legame con la
natura, renderanno possibile l’unione degli umani con il regno della magia e del soprannaturale e
insieme agli elfi dovranno combattere per salvare il nostro pianeta.
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Memorie d'una ragazza perbene
                                     di Simone de Beauvoir

In questo romanzo, prima parte dell'autobiografia di Simone de Beauvoir sono raccontati i momenti
salienti dell’infanzia e dell’adolescenza della scrittrice: la sua educazione, l'inevitabile scontro con
la famiglia e con l'ambiente sociale dell'alta borghesia francese conservatrice e bigotta, i primi
legami sentimentali, fino agli anni dell'università e all'incontro con alcune tra le più note figure
della cultura francese, da Simone Weil a Jean-Paul Sartre.
Consigliato alle giovani ragazze di oggi che si appassionano leggendo le vite straordinarie di grandi
figure femminili.

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                                     Memorie di Adriano
                                   Di Marguerite Yourcenar

Marguerite Yourcenar (pseudonimo di Marguerite de Crayencour) è nata a Bruxelles da genitori
francesi l'8 giugno 1903. Figlia di una famiglia benestante che le ha assicurato studi classici
approfonditi, ha imparato il latino a dieci anni e a dodici il greco. Ha viaggiato molto seguendo il
padre in Europa e soprattutto in Oriente; si è stabilita poi negli Stati Uniti nel 1948. Raffinata
traduttrice letteraria dalla lingua inglese (tradusse opere di V. Woolf e di H. James), ha esordito
come autrice in poesia e ha ottenuto fama internazionale con Memorie di Adriano, autobiografia
apocrifa dell'imperatore romano del II secolo, e con L'opera al nero. Nel 1980 è stata la prima
donna a essere accolta come membro dell'Académie française.
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L'imperatore Adriano è vissuto tra il 76 e il 138 dopo Cristo. Erede di Traiano, si trova a governare
Roma per vent’anni nel momento della sua massima espansione territoriale. A 62 anni, sentendo
avvicinarsi la morte, scrive una lunga lettera al giovane Marco Aurelio per raccontargli la propria
vita. Evoca la giovinezza, i viaggi, le conquiste. la costruzione del Vallo di Adriano. Egli, inoltre,
racconta l'incontro e l’amore per il giovanissimo Antinoo che ha illuminato la sua vita di passione,
ma ricorda anche che, quando il giovane si è ucciso, si è sentito un sopravvissuto. Il suo senso dello
Stato ha avuto comunque il sopravvento e Adriano ha continuato a svolgere il suo gravoso compito,
ma ora le forze incominciano ad abbandonarlo ed è subentrata la malattia che lo avvicina alla morte.
In questa biografia Adriano appare come un “umanista ante litteram”, un uomo moderno,
appassionato della vita e del sapere. Egli dimostra di essere capace di prepararsi alla morte con una
profonda riflessione sull’esistenza, senza paura né cinismo. La sua lettera a Marco Aurelio si
conclude così: "Cerchiamo d'entrare nella morte ad occhi aperti".
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Lemony Snicket
                                 Una serie di sfortunati eventi

Nonostante il titolo sia conosciuto per l’omonimo film del 2004
e per la serie TV originale Netflix, non tutti sanno che questa
“fortunata” serie è tratta da una saga di libri, di Lemony Snicket,
pseudonimo di Daniel Handler.
I fratelli Baudelaire, Violet di quattordici anni, Klaus di dodici e
Sunny, ancora troppo piccola per parlare, vivono in città con i
loro ricchi genitori. Quando un giorno escono a passare un
pomeriggio in spiaggia, viene loro comunicato da un amico di
famiglia, il signor Poe, che i loro genitori sono morti in un
devastante incendio in casa. Da qui iniziano gli “sfortunati
eventi”. Dopo essere stati ospitati dal signor Poe per una
settimana, vengono trasferiti da un parente che non avevano mai
conosciuto: il Conte Olaf. Uomo malvagio e inquietante, costui
ha da subito mostrato interesse per l’ingente patrimonio
Baudelaire, che però non può essere toccato fino ai diciotto anni
di Violet. A casa del Conte i ragazzi vengono obbligati a
cucinare, spaccare legna, fare spese e vivere in condizioni
disagevoli, con un solo letto in tre, e un cartone usato come
armadio. Per fortuna incontrano la vicina di casa, il giudice Strauss, donna gentile che vive da sola e
spesso aiuta i ragazzi, supportandoli e prestando loro i libri che desiderano. Un giorno il Conte offre
ai ragazzi una parte in uno spettacolo della sua orrida compagnia teatrale: metteranno in scena “Le
nozze meravigliose” di Al Tenfoco, in cui Violet sarà la sposa del Conte, e gli altri due bambini
impersoneranno la folla. I ragazzi, convinti che la proposta nasconda un tranello, vanno nella
biblioteca del giudice Strauss per indagare, ma trovano ben poco. Quando un uomo della compagnia
teatrale viene a prelevarli per riportarli a casa, Klaus prende il primo libro di legge che gli capita, e
lo nasconde nella camicia, sperando che possa essere utile alla loro ricerca. Dopo un’estenuante
lettura notturna, Klaus capisce cosa il Conte trama grazie ad un libro sulle pratiche matrimoniali:
Violet durante la recita sposerà realmente il Conte. Il matrimonio, infatti, gli consentirebbe di
beneficiare di tutto il patrimonio dei ragazzi.
Riusciranno gli orfani Baudelaire a sfuggire al crudele Conte Olaf? Questo e le altre sfortunate
vicende (perché non finiscono con questo libro) si potranno scoprire guardando la serie tv, il film, o
per la versione originale e pura, leggendo i libri.
                                                                                       Enada Cela 3°AI
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Mio Fratello – Daniel Pennac
                                               “Non so niente di mio fratello morto, se non che gli ho
                                                                                          voluto bene.
                                           Sento moltissimo la sua mancanza, e tuttavia non so chi ho
                                                                                               perso.
                                          Ho perso il piacere della sua compagnia, la gratuità del suo
                                                                                               affetto,
                                                la serenità dei suoi giudizi, la complicità del suo senso
                                                                                          dell’umorismo,
                                          ho perso la quiete. Ho perso quel po’ di tenerezza che c’era
                                                                                               ancora
                                                                          al mondo. Ma chi ho perso?”

                                         In questo libro Pennac vuole rendere omaggio al ricordo del
                                         fratello scomparso, Bernard e, per elaborare il lutto, decide di
portare in scena la lettura di un celebre racconto di Melville, Bartleby lo scrivano (questo perché
entrambi erano legati al personaggio in questione). È grazie a vari estratti di quest’adattamento e ad
aneddoti della vita del fratello che l’autore riesce nel suo intento di costruirne il ricordo. Proprio per
il tema così personale lo stile di Pennac è molto nostalgico, senza però perdere la sua caratteristica
dose di ‘humour’. Il romanzo è infatti un alternarsi di ricordi con Bernard e della rappresentazione
teatrale. Sarà proprio il protagonista di quest’ultima che, con il passare del tempo, ci si renderà
conto assomigliare moltissimo all’ormai defunto fratello.
                                                                                     Lorenzo Gatti 4°SB
IL BORGHESE GENTILUOMO

Le bourgeois gentilhomme,Il Borghese Gentiluomo, è un’opera di Jean-Baptiste Poquelin (Moliere)
commediografo e attore teatrale francese, del 1670. Quest’opera presenta il signor Jourdain che, pur
facendo parte della classe borghese, e quindi conducendo una vita agiata e del tutto rispettabile, si
ritrova ossessionato dalla nobiltà e dall’idea di farne parte, aspirando proprio all’ottenere un titolo.
Per questo motivo lo si vede, in maniera molto ironica (l’intento dell’autore è realizzare una
caricatura della nobiltà del tempo) vestirsi in maniera ridicola e cimentarsi in diverse attività, quali
il ballo, la musica, la scherma e, addirittura, lo studio della filosofia, svolte per avvicinarsi al fine al
quale ambisce. Un altro sistema ideato per approcciare il mondo della nobiltà è quello di
frequentarne, appunto, i membri. Così Jourdain si ritrova a frequentare un nobile spiantato senza
rendersi conto del fatto che quest’ultimo lo sta solo sfruttando per i suoi soldi. Il finale sfumerà nel
fiabesco: il pretendente di sua figlia rifiutato perché il borghese vorrebbe un genero dell’alta società
si fa passare per il figlio del “Gran Turco” e addirittura inscena una grande cerimonia per conferire
al Signor Jourdain il titolo di “Mammalucco”

Il lettore ride di questo Jourdain ridicolo ma non spregevole, vanitoso e sciocco, ma onesto e
perbene.
                                                                                      Letizia Maruffi 4SB
ASTERIX E OBELIX

                              Asterix (nell'originale francese Astérix o Astérix le Gaulois) è una serie
                              a fumetti francese incentrata sull'omonimo personaggio, di genere
                              umoristico/ avventuroso creata da René Goscinny (testi) e Albert
                              Uderzo (disegni) e pubblicata a partire dal 1959 sulla rivista Pilote[1] e
                              successivamente pubblicata in trentasette volumi e, tradotta in oltre un
                              centinaio di paesi,

                              Asterix e il suo migliore amico Obelix apparttengono al villaggio
                              degli irriducibili che resiste fin da sempre all’invasore romano. In
                              particolare in Asterix e il papiro di Cesare,quest’ultimo ha appena
                              finito di scrivere i suoi commentari alla guerra gallica e li mostra al
                              suo consigliere Primus Bestsellerus,il qual lo esorta a tagliare il
                              capitolo sul villaggio gallico di Asterix, perché argomento assai
                              imbarazzante. Bestsellerus quindi ordina la distruzione di tutte le
copie del manoscritto.Tuttavia una si salva…
Uno dei temi più preponderanti di questa avventura è il potere dell’informazione.
La collana di Asterix è infatti perfettamete in grado di comunicare, sia ai grandi che ai piccini,
non solo divertimento ma uno sguardo critico che, dal villaggio gallico, si estende alla società
contemporanea,
                                                                          Yessine Ben Moghrem 4°SC
Aghate Cléry

•   Data di uscita: 3 dic 2008 (Francia)
•   Regista: Étienne Chatiliez

    La protagonista di questa commedia musicale, Aghate, interpretata da Valérie Lemercier, è la
    direttrice di una linea di cosmetici per pelli chiare e molto sensibili.
    E’ una donna molto dura, severa e sopratutto piena di pregiudizi che si troverà costretta a dover
    affrontare una malattia che le cambierà drasticamente la vita. La pigmentazione del suo incarnato
    muterà e lei si troverà ad diventare una donna di colore. Ciò provocherà un ribaltamento nel suo
    sistema di valori.
    Perso il lavoro, dopo molti tentativi, Aghate riuscirà a trovare occupazione in un agenzia nella quale
    si innamoraerà del suo direttore, anche lui nero, al quale non riuscorà a confessare il colore
    originario della sua pelle.
    Quando anche questo problema sta per essere superato e Agathe avrà definitivamente accettato la
    sua nuova vita un nuovo evento rimetterà tutto in discussione.

                                                                                 Federica Obertelli 3°AI
La libertà che guida il popolo

La Libertà che guida il popolo è l’opera più importante e nota di Eugène Delacroix (1798-1863),
caposcuola della pittura romantica francese. Venne realizzata in soli tre mesi ed esposta al Salon del
1831, acquistata dallo Stato e fu il primo quadro politico della pittura moderna.

                                               La Libertà che guida il popolo celebra le “Tre gloriose
                                               giornate” di Parigi o Rivoluzione di Luglio (27-28-29
                                               luglio 1830), quando il popolo insorse contro re Carlo
                                               X, che aveva sospeso la libertà di stampa e sciolto la
                                               Camera dei deputati.
                                               Delacroix, che è forse il personaggio con il cilindro nel
                                               quadro, non aveva partecipato ai moti insurrezionali ma
                                               volle fornire un suo contributo alla causa rivoluzionaria
                                               con la sua arte.

         La composizione
La personificazione della Libertà sta al centro della composizione. La seguono borghesi e popolani,
soldati e giovani, tutti uniti per un ideale comune. In lontananza tra il fumo e la polvere si
intravvedono altre figure, edifici della città e le torri della cattedrale di Nôtre Dame, un particolare
che situa la scena a Parigi.

                                            Il soggetto
L’opera mostra il momento in cui il popolo avanza sulle barricate guidato da una figura femminile
con la bandiera francese in una mano e la baionetta nell’altra. È la personificazione della Libertà,
che unisce tutti gli uomini. Essi, ci dice il quadro, combattono insieme per gli stessi ideali.

                                            La Libertà
La Libertà avanza impetuosa, come una popolana vestita poveramente.
In testa indossa il berretto usato anticamente dai Frigi (popolo dell’Asia Minore) e adottato come
simbolo dai repubblicani durante la Rivoluzione francese. Per effetto della sua forza e per la
centralità appare più grande e più luminosa delle altre figure.
Il significato
Per Delacroix la pittura doveva trasmettere emozioni, appassionare e coinvolgere lo spettatore. In
quest’opera l’artista ha voluto rappresentare l’amore per l’indipendenza nazionale che animò il
Romanticismo.

                                        Il colore e la luce
Il cielo è illuminato dai colori prevalenti del rosso, del bianco e del blu (i colori della bandiera
francese), che tornano nella camicia azzurra e nella fusciacca rossa del ferito al centro o nella calza
blu del cadavere sulla sinistra. La pennellata è rapida e mossa. I volumi dei corpi sono evidenziati
dalle ombreggiature e dalla luce che produce un forte contrasto con le altre zone oscure.

                                            Le reazioni
Quando La libertà che guida il popolo fu esposto, il pubblico rimase sconcertato per la violenza e la
crudezza dell’opera. Delacroix fu criticato per l’eccessivo realismo con cui aveva trattato il tema del
nudo. In realtà, nell’opera l’artista ha mescolato dettagli reali ed elementi tratti dall’arte classica. La
Libertà, infatti, ricorda la greca Venere di Milo, esposta al Museo del Louvre, dove Delacroix
poteva facilmente ammirarla.

                                                                                        Irene Rizzo 4°SB
LE BALLERINE DI DEGAS
                                    Fonte d'ispirazione
Le ballerine di Degas sono il soggetto per cui è famoso Edgar Degas e a cui l’artista si è dedicato a
partire dagli anni settanta del XIX secolo e fino alla morte, nel 1917. Le ballerine alla sbarra, a
riposo oppure durante le prove sono state una fonte inesauribile di ispirazione per Edgar Degas, che
ha rappresentato una incredibile varietà di gesti e posture in tutte le sue opere. Degas faceva parte
del gruppo dei pittori impressionisti ma aveva uno stile unico.

                                   Passione per il luogo
La passione per ballerine di Degas non coincideva con una passione dell’artista per la danza ma era
un interesse legato al lungo lavoro di preparazione che le ballerine e i coreografi dovevano svolgere
per preparare uno spettacolo. Per questo motivo Degas si concentrava spesso sulla rappresentazione
dei momenti di pausa durante le lezioni oppure le prove e descriveva i volti stanchi delle allieve.
Edgar Degas era uno spettatore dell’Opéra di Parigi ma era affascinato soprattutto dal mondo che si
svolgeva dietro le quinte, nel foyer di danza. Era qui che poteva osservare cosa accadeva
quotidianamente ed era qui che le ballerine di Degas erano più genuine, si sistemavano i nastri tra i
capelli oppure si stiracchiavano.
                                              L'arte
La bellezza per Degas si trova nei gesti spontanei e naturali, ma le sue opere sono tutt’altro che
spontanee e l’artista dedicava alle sue ballerine decine di schizzi preparatori.
Le opere con le ballerine di Degas sono un po’ come la danza stessa, un’arte che sembra in
apparenza semplice e che si esaurisce nel tempo di uno spettacolo ma che richiede mesi di
preparazione e anni di lavoro per plasmare il corpo.

                                                                                 Teresa Conte 4°SB
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