IDEE PER LA MOBILITÀ DEL FUTURO - N 07 DICEMBRE 2014 CLIMATE CHANGE. UNA SFIDA PER LE INFRASTRUTTURE - Autostrade
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DIRETTORE RESPONSABILE Francesco Delzio DIRETTORE EDITORIALE IDEE PER LA MOBILITÀ DEL FUTURO N° 07 - DICEMBRE 2014 Vittorio Bo COORDINAMENTO EDITORIALE Silvia Gambadoro Stefano Milano Leonie Smushkovich Isabella Spinella MANAGING EDITOR Cecilia Toso REDAZIONE Cristina Gallotti COLLABORATORI Alessandro Alfì Giulia Bonelli Silvia Ceriani Paolo De Paoli Emanuela Donetti Simone Mizzotti Raffaele Oriani Enrico Remmert Alessandra Viola Maria Chiara Voci una rivista di TRADUZIONI Laura Culver Olivia Jung via A. Bergamini 50 Alessandra Recchiuti 00159 Roma www.autostrade.it ART DIRECTION E PROGETTO GRAFICO edita da Undesign Codice Edizioni RICERCA ICONOGRAFICA E PHOTOEDITING via G. Pomba 17 10123 Torino White t +39 011 19700579 www.codiceedizioni.it agora@codiceedizioni.it IMMAGINE DI COPERTINA Nuovo viadotto Reno a distribuzione esclusiva Sasso Marconi. per l’Italia Archivio Autostrade Messaggerie Libri spa per l’Italia. t 800 804 900
AGORÀ N°7 SOMMARIO 06 INTRODUZIONE 08 rubrica STRADE VISIONI 20 LA PAROLA ALLA RICERCA: CAMBIAMENTI CLIMATICI, RISCHI, IMPATTI E NECESSITÀ DI ADATTAMENTO di Carlo Giupponi 26 IL CLIMA E IL DISEGNO DEL PAESAGGIO di Marco Tamaro CLIMA E INFRASTRUTTURE: UN DELICATO EQUILIBRIO 32 di Antonino Galatà intervista a Karen C. Seto 38 LE CITTÀ DEL DOMANI: EFFICIENTI E SOSTENIBILI di Alessandra Viola CLIMATE CHANGE. UNA SFIDA PER LE intervista a Jos Delbeke L’EUROPA “PROGRAMMA” IL CLIMA DEL FUTURO 44 INFRASTRUTTURE di Maria Chiara Voci intervista a Edoardo Zanchini 50 IL CAMBIAMENTO PARTE DALLA CITTÀ di Raffaele Oriani 56 rubrica MOBILITECH di Emanuela Donetti 58 reportage Gente di Autostrade AUTOSTRADE ALLA LUCE DEL SOLE di Giulia Bonelli 64 Autostrade del gusto A1 CAMPANIA di Silvia Ceriani 68 muoversi con le parole CHE TEMPO FA, DALLA GENESI AI CLASH di Enrico Remmert english version 72
AGORÀ N°7 CONTRIBUTORS JOS DELBEKE - Entrato alla Commissione europea nel 1986, dopo avere lavorato come economista presso il Fondo monetario internazionale, è diventanto capo negoziatore della Commissione europea alla conferenza delle parti sui cambiamenti climatici. Come vicedirettore generale del DG Ambiente ha partecipato a negoziati in materia di cambiamenti climatici ed energia. È direttore generale responsabile dell’Azione per il clima dal febbraio 2010. ANTONINO GALATÀ - Dopo la laurea in Ingegneria Meccanica, nel 1995 ha iniziato a lavorare per la società Riva Calzoni S.p.A. per poi spostarsi al Gruppo Internazio- nale Saeco, diventandone Direttore Operativo nel 2002. Nel 2004 è nominato Direttore del 5° Tronco Autostradale di Roma dalla Società Autostrade per l’Italia, di cui diventa Direttore Esercizio nel 2006. Dal 2010 è Amministratore delegato di Spea, la compagnia ingegneristica del Gruppo Autostrade per l’Italia. CARLO GIUPPONI - Professore associato presso il di- «I CAMBIAMENTI CLIMATICI STANNO partimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari, è Direttore del centro interdipartimentale Venice Centre for Climate Studies. GIÀ CONDIZIONANDO LE NOSTRE Si occupa dello sviluppo di metodologie di integrazione fra modelli quantitativi e conoscenze qualitative ed è responsabile di SOCIETÀ CON IMPATTI ECONOMICI progetti europei e nazionali, e consulente di organismi come il Food and Agriculture Organisation, l’IPCC, l’Euro-Mediterranean RILEVANTI IN TERMINI DI DANNI Centre for Climate Change. È inoltre co-autore di oltre duecento pubblicazioni. E DI RIDUZIONE DEL BENESSERE E DELLA SICUREZZA SOCIALE» MARCO TAMARO - Agronomo, dirige Carlo Giupponi la Fondazione Benetton Studi Ricerche di Treviso dal 2009. Dopo la laurea in Scienze Agrarie ha svolto attività di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Venezia. Dal 1989 al 2008 ha lavorato presso il Consorzio di Bonifica Destra Piave di Treviso, di cui è stato vicedirettore. È responsabile dell’attività della Fondazione Benetton, segretario del Consiglio di Amministrazione e del Comitato scientifico. KAREN C. SETO - Associate Dean of Research alla Yale School of Forestry & Environmental Study, dove insegna geografia e urbanizzazione, si è laureata presso l’Università della California e dottorata a Boston. La sua ricerca verte sull’azione dell’uomo sul territorio e sui legami tra urbanizzazione, global change e sostenibilità. Partecipa inoltre a programmi e comitati sul cambiamento ambientale, ed è tra i coordinatori del Working Group 3 del 5° Rapporto di Valutazione dell’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Chan- ge (il gruppo intergovernativo di esperti del cambiamento climatico formato da due organizzazioni delle Nazioni Unite). EDOARDO ZANCHINI - Responsabile nazionale dei settori energia, trasporti e urbanistica di Legambiente, ne è vi- cepresidente. Architetto, è docente di urbanistica all’Università di Pescara e autore di articoli su politiche energetiche, trasporti e territorio, oltre a essere il curatore, con Duccio Bianchi, del rapporto Ambiente Italia. È membro del consi- glio direttivo del Cresme e del comitato scientifico di Assolterm e ha fatto parte del consiglio direttivo di ISES Italia. 04 05
AGORÀ N°7 INTRODUZIONE Il climate change è oggi uno dei principali protagonisti della scena globale. Negli ultimi anni il tema ha acqui- sito grande “popolarità”: alluvioni, erosioni del terreno, innalzamento della temperatura terrestre e quindi del livello delle acque fanno parte ormai del vissuto quotidiano degli abitanti di molte aree del mondo. La popolazione urbana è in continuo aumento e proprio le città vedono parte della loro sopravvivenza insidiata dai cambiamenti climatici. Lo studio della Banca Mondiale Nature Climate Change ha identificato 136 città costiere nel mondo che, a causa della vicinanza di mari o fiumi, vedono minacciate le loro abitazioni, i porti, le strade, i centri finanziari. Da Shanghai a Miami, da Lagos a Londra, mettere in sicurezza le infrastrutture è una necessità globale. Proprio per questo, recentemente l’atteggiamento della ricerca è cambiato. Se fino a non molto tempo fa, infatti, la discussione riguardava esclusiva- mente le strade da prendere per mitigare il cambiamento climatico, oggi le soluzioni si dividono in due categorie: ridurre il nostro impatto sull’ambien- te e prepararci a quei cambiamenti ormai incontrovertibili. Ma è ancora poco esplorato, sia a livello internazionale sia italiano, il rap- porto tra climate change e infrastrutture. Eppure in ogni parte del mondo stanno nascendo progetti infrastrutturali di adattamento: a Lagos, in Nigeria, stanno costruendo una penisola di fronte alla metropoli per proteggerla dalle inondazioni, e lo stesso stanno facendo a Nijme- gen; all’Olanda si ispira anche New Orleans, dove si sta pensando di incanalare l’acqua dentro la città, seguendo il modello urbano di Amsterdam. Queste sono strategie che non prescindono da quelle di diminuzione dell’impat- to. Il nuovo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change riporta l’attenzione sull’aumento della temperatura: se si andrà oltre i due gradi centigra- di prima del 2050, le conseguenze saranno imponenti. In questo numero di Agorà affrontiamo, quindi, il difficile rapporto tra infrastrut- ture e cambiamento climatico: come proteggerle e costruirle in modo frugale e vir- tuoso, parlandone con esperti della ricerca, delle istituzioni e delle imprese private. Anche le aziende, come Autostrade per l’Italia, danno il loro contributo in en- trambe le direzioni: mitigare l’impatto attraverso le nuove tecnologie – come le illuminazioni a LED su tratti autostradali e gallerie – e prendersi cura delle infrastrutture già esistenti, preparandole ai mutamenti meteo-climatici. Un’azione congiunta che parte dalla consapevolezza che il clima è già cam- biato. Sarà l’adattamento al climate change la vera sfida globale da affrontare nei prossimi anni. 06 07
AGORÀ N°7 STRADE VISIONI CITTÀ E CLIMATE CHANGE NEL MONDO SONO 136 LE CITTÀ COSTIERE DEL PIANETA CHE NEI PROSSIMI ANNI POTREBBERO ESSERE MAGGIORMENTE DANNEGGIATE DAL CAMBIAMENTO CLIMATICO. L’INNALZAMENTO DEL LIVELLO DELLE ACQUE MINACCIA LE INFRASTRUTTURE NATE VICINO A MARI E FIUMI. È PROPRIO IN QUELLE CITTÀ CHE URGE METTERE IN ATTO STRATEGIE PER PROTEGGERE POPOLAZIONE E COSTRUZIONI, OLTRE A IDEARE NUOVE SOLUZIONI INFRASTRUTTURALI IN VISTA DELLA CRESCITA DEMOGRAFICA. fonte Nature Climate Change, Banca Mondiale 08 09
AGORÀ N°7 STRADE VISIONI STATI UNITI/ LE ACQUE DELLA FLORIDA DEL SUD POTREBBERO INNALZARSI DI UN ALTRO MEZZO METRO ENTRO IL 2060, UNA MIAMI SITUAZIONE CHE DISTRUGGEREBBE IL VECCHIO SISTEMA DI DRENAGGIO DELLA ZONA E CONTAMINEREBBE LE FONTI DI ACQUA POTABILE. PER CONTRASTARE L’ALLAGAMENTO QUOTIDIANO, MIAMI HA DESTINATO UN’IMPORTANTE CIFRA ALLA COSTRUZIONE DI UN COMPLESSO SISTEMA DI POMPE CHE PROTEGGERÀ (ANCHE) IL SUO AEROPORTO. fotografie Angelo Cavalli / Robert Harding World Imagery 10 11
AGORÀ N°7 STRADE VISIONI MOLTE CITTÀ CINESI COSTRUITE SUL LIVELLO DEL MARE RISCHIANO DI CINA/ FRANARE, PERCHÉ ERETTE SU TERRE BONIFICATE. È IL CASO DI SHANGAI E DEL SUO QUARTIERE FINANZIARIO SHANGHAI DI PUDONG, IL CUI SUOLO PALUDOSO MINACCIA L’INTEGRITÀ DEI SUOI NUMEROSI GRATTACIELI. PER QUESTO LA CINA STA VARANDO PROGETTI COME IL LOW-CARBON CITY DI SHENZEN, UN’AREA DI 53 KM QUADRATI COSTRUITA SECONDO I CRITERI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE: UNA CITTÀ A EMISSIONI ZERO, UN MODELLO PER LA CINA DEL DOMANI. fotografie Atlantide Phototravel 12 13
AGORÀ N°7 STRADE VISIONI ITALIA/ CAMPANIA IL TERRITORIO CAMPANO È PARTICOLARMENTE A RISCHIO. FRANE LUNGO I PENDII, CROLLO DEI COSTONI IN TUFO, CEDIMENTI DELLE CAVITÀ SOTTERRANEE, ALLAGAMENTI NELLE ZONE RIBASSATE DELLA CITTÀ, VORAGINI NELLE STRADE SONO LE PRINCIPALI MINACCE. IL PROBLEMA È REALE, PER QUESTO LA CITTÀ DI NAPOLI HA ADERITO IN PRIMAVERA AL PROGETTO DELL’UE “MAYORS ADAPT”, CHE STIMOLA LE CITTÀ A CONTRIBUIRE ALLO SVILUPPO DI UNA STRATEGIA DI ADATTAMENTO GLOBALE E LOCALE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO. fotografie Frank Lukasseck 14 15
AGORÀ N°7 STRADE VISIONI IL PROBLEMA DI INONDAZIONI ED EGITTO/ EROSIONE DEL SUOLO GRAVA SU TUTTO L’EGITTO, ATTRAVERSATO DAL NILO E IN PARTICOLARE SU ALESSANDRIA. PIÙ ALESSANDRIA DELLA METÀ DELLA SUA POPOLAZIONE VIVE ENTRO 100 KM DALLA COSTA E UN INNALZAMENTO DELL’ACQUA DI UN METRO (QUELLO PREVISTO PER IL PROSSIMO SECOLO) POTREBBE METTERE IN DIFFICOLTÀ IL 10% DELLA POPOLAZIONE E L’INDUSTRIA DEL TURISMO, SU CUI SI BASA L’ECONOMIA DELLA CITTÀ. LA RISPOSTA DELL’EGITTO, AL MOMENTO, SI CONCENTRA SULL’IMPATTO AMBIENTALE: PER DIMINUIRLO ENTRO IL 2020 IL 20% DELL’ENERGIA DOVRÀ DERIVARE DA FONTI RINNOVABILI. fotografie Luis Orteo 16 17
AGORÀ N°7 STRADE VISIONI IL QUEENSLAND, DOVE SI TROVA BRISBANE, È UNA DELLE REGIONI COSTIERE PIÙ SENSIBILI DELL’AUSTRALIA. L’INNALZAMENTO PREVISTO DELLE ACQUE DI CIRCA UN METRO POTREBBE METTERE AUSTRALIA/ A RISCHIO TRA I 48.300 E I 67.700 EDIFICI RESIDENZIALI, 4700 CHILOMETRI DI STRADE E FINO A 570 DI AUTOSTRADE. BRISBANE UN’AZIONE CONGIUNTA DEL GOVERNO E DELL’AMMINISTRAZIONE LOCALE MIRA AD AGIRE SULLE AREE PIÙ VULNERABILI: CONSULENZA DI SPECIALISTI PER I PROPRIETARI TERRIERI E CONTINUO LAVORO CON LE ISTITUZIONI E GLI STAKEHOLDER PER FOCALIZZARE GLI INVESTIMENTI SULLA COSTRUZIONE DI INFRASTRUTTURE RESILIENTI. fotografie Michael Pole 18 19
AGORÀ N°7 LA RICERCA LA PAROLA ALLA RICERCA: CAMBIAMENTI CLIMATICI, RISCHI, IMPATTI E NECESSITÀ DI ADATTAMENTO di Carlo Giupponi NON SUPERARE LA SOGLIA DI DUE GRADI DI AUMENTO DELLA TEMPERATURA: SU QUESTO RISCHIO E SULLE POSSIBILI CONSEGUENZE SI CONCENTRA IL NUOVO RAPPORTO DELL’IPCC (INTERGOVERNMENTAL PANEL ON CLIMATE CHANGE) SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO. UN ARGOMENTO CHE CHIAMA IN CAUSA MOLTI ATTORI, DA POLITICI A SCIENZIATI E INGEGNERI, PER METTERE IN CAMPO AZIONI PREVENTIVE. A PARTIRE DA OGGI. fotografie Baca Architects/ B. Bisson/ J. Harper/ E. Joaquim/ S. Orlando/ P. Sondev/ L. Tettoni/ J. Vanuga 20 21
I AGORÀ N°7 LA RICERCA a questa soglia (come stiamo facendo oggi), mici rilevanti in termini di danni e di ridu- ma che tale possibilità dipende dalle decisio- zione del benessere e della sicurezza sociale: ni che prenderemo in tempi relativamente non solo danni diretti – come la distruzione brevi. Dal punto di vista economico si han- di fabbricati, infrastrutture, ecc. –, ma anche no varie evidenze a tale proposito. In primo indiretti, come quelli legati a interruzioni di luogo, i costi per orientare lo sviluppo glo- servizi che si propagano ben oltre le zone bale verso una maggiore sostenibilità lievite- colpite. Secondo la compagnia assicurativa ranno in modo drammatico se gli interventi Munich Re, nel 2013 il complesso dei dan- saranno ritardati. Inoltre, ci si deve aspettare neggiamenti da catastrofi naturali a livello che i cambiamenti già avvenuti e quelli non globale si è attestato sui 184 miliardi di dol- arrestabili causeranno di anno in anno im- lari, causati da quasi 900 eventi rilevanti che patti negativi, e quindi danni economici e hanno purtroppo determinato la perdita di ambientali tendenzialmente crescenti e lega- circa 20.000 vite umane. Gli accadimenti ti in particolare a manifestazioni estreme del più catastrofici dell’anno scorso sono stati clima, come ondate di calore, precipitazioni il super-tifone Haiyan nelle Filippine e una sopra la media, siccità, uragani, inondazioni. serie di eventi estremi che hanno colpito Il Working Group 2 – incentrato su impat- l’Europa; l’alluvione di giugno in Germania Il Quinto Rapporto di Valutazione dell’In- ti, adattamento e vulnerabilità – negli ulti- In queste pagine: è l’episodio che ha causato i maggiori dan- scioglimento tergovernmental Panel on Climate Change mi anni si è occupato sempre più non solo dei ghiacciai, ni economici. Negli anni Ottanta del secolo (IPCC AR5) è da poco disponibile nella sua dell’analisi di impatti e vulnerabilità dei di- inondazioni, siccità scorso la media dei danni a livello globale e i progetti per forma più completa, incluse le sintesi per versi sistemi, ma anche dei futuri rischi e dei adattarsi al clima era circa quattro volte più bassa; fortuna- i decisori politici dei tre gruppi di lavoro potenziali benefici. Di particolare interesse a come la Marina Bay di Singapore, concepita tamente accanto all’ingente aumento dei (Working Groups, WG). questo proposito sono i motivi di preoccu- per assicurare acqua danni si assiste anche, perlomeno negli ul- potabile alla città Come nelle precedenti edizioni, i membri pazione (Reasons for Concern, RFCs) che anche in caso di timi anni, a un sensibile calo di perdite di dei WG hanno analizzato lo stato dell’arte emergono dalle ricerche. Fra i cinque RFC inondazioni. vite umane. Non ci sono dubbi sul fatto che delle basi scientifiche e le possibilità di con- analizzati, un’attenzione particolare è rivolta tale circostanza dipenda dal miglioramen- trollare i fenomeni all’origine (mitigazione agli eventi meteorologici estremi sopra citati. to dei sistemi di protezione e di previsione: delle emissioni di gas serra), osservando che In linea con gli studi del WG2, la Strategia le persone spesso sono avvisate e possono le emissioni continuano ad aumentare e che nazionale di adattamento ai cambiamenti mettersi in salvo, a differenza delle cose. Le il tasso di aumento annuo è in crescita (da climatici (SNAC) del nostro Paese, recente- case per esempio possono proteggerci, ma circa l’1% dei decenni precedenti a oltre il mente approvata dalla Conferenza Unifica- rimangono esposte agli eventi catastrofici e 2% dell’ultimo), come conseguenza soprat- ta, ha messo in luce il fatto che dobbiamo ne subiscono le conseguenze. Le statistiche tutto dello sviluppo economico dei Paesi prepararci a degli impatti dei cambiamenti dell’agenzia delle Nazioni Unite per la ridu- I COSTI PER ORIENTARE LO asiatici, Cina in particolare. climatici che, combinandosi agli effetti del- SVILUPPO GLOBALE VERSO Nel rapporto ci si concentra sulla soglia di le pressioni antropiche sulle risorse naturali, due gradi centigradi di aumento della tem- faranno dell’Europa meridionale e del Medi- UNA MAGGIORE SOSTENIBILITÀ peratura rispetto all’epoca preindustriale e terraneo le aree più vulnerabili del continen- LIEVITERANNO IN MODO si analizzano le possibilità e le modalità per te. Per quanto riguarda l’Italia, le situazioni DRAMMATICO SE GLI INTERVENTI non superare tale livello, in funzione delle più critiche emerse dal lavoro degli esperti SARANNO RITARDATI traiettorie evolutive delle emissioni (Repre- della SNAC riguardano da un lato le dispo- sentative Concentration Pathways, RCPs) nibilità di risorse idriche e il rischio di de- derivanti dai molteplici scenari di sviluppo. sertificazione, e dall’altro il crescente rischio È evidente a tutti che non esiste una reale idrogeologico, l’esposizione delle zone co- discontinuità fra le conseguenze del riscal- stiere all’innalzamento del mare e ai fenome- damento globale sopra e sotto i due gradi, ni meteorologici estremi, la deglaciazione in ma molti scienziati concordano sul fatto che ambiente alpino e le sue conseguenze sugli i “cambiamenti pericolosi” oltre tale limite, ecosistemi, e, in ultima istanza, la salute, il e quindi il manifestarsi di impatti negativi benessere e la sicurezza della popolazione. sostanziali sui sistemi antropici e ambientali, In effetti, le cronache italiane delle ultime diventeranno una realtà. Studi recenti han- settimane sono sintomatiche del fatto che i no dimostrato che è possibile evitare di av- cambiamenti climatici stanno già condizio- vicinarsi con una velocità sempre maggiore nando le nostre società con impatti econo- 22 23
AGORÀ N°7 LA RICERCA zione dei rischi dei disastri (UNISDR) for- e con diverse possibilità di verificarsi (per delle situazioni post-evento, o più in gene- niscono ulteriori informazioni importanti; esempio diversi tempi di ritorno stimati) rale post-cambiamento. A questo propo- si evince, infatti, che non solo i danni ma deve costituire la base per guidare le misure sito, la ricerca internazionale si sta sempre anche il numero degli eventi disastrosi – in di adattamento e gli interventi di riduzione più occupando del concetto di resilienza. Si particolare quelli di origine climatica – sono del rischio. Le decisioni, come spesso ac- parla di città, infrastrutture, società resilien- in costante crescita negli ultimi 30 anni. È cade, dovranno essere prese confrontando ti, come di quelle situazioni in cui introdu- dunque evidente che la variabilità climatica e ciamo dei meccanismi per far sì che i nostri il numero degli eventi estremi sta crescendo. sistemi socioeconomici superino gli shock Abbiamo quindi la combinazione negativa con danni limitati e, soprattutto, riprendano di vari fattori che determinano rischi sempre a funzionare in tempi ragionevoli, limitando più elevati per le nostre società: eventi cli- quindi anche i danni indiretti. matici estremi più frequenti, cui si associa- È evidente che i cambiamenti globali (cli- no maggiori esposizioni di asset economici matici, ma non solo) stanno imponendo come infrastrutture, impianti produttivi, sostanziali ripensamenti dei nostri sistemi di case, e la trasformazione del territorio ver- gestione dei problemi e delle soluzioni finora so una sempre maggiore antropizzazione adottate. In futuro, ma a partire da oggi, dob- (impermeabilizzazione del suolo, cementi- biamo produrre soluzioni efficienti a proble- ficazione, ecc.) che contribuisce a far sì che, mi complessi, rivedendo paradigmi conso- a parità di eventi, gli effetti (alluvioni, on- lidati da anni. L’imperativo diventa quindi date di calore, ecc.) siano sempre più gravi. imparare a muoversi in un’ottica di gestione Si pone ormai con imprescindibile urgenza dinamica del cambiamento, con varie strate- la necessità di affrontare il tema dei rischi le- gie, in primo luogo considerando pacchetti gati al clima e ai suoi cambiamenti attuando coordinati di soluzioni normative, struttura- interventi coordinati in grado di limitare al li e non strutturali, gestendo possibili shock massimo i danni alle persone e alle cose. Dal- in modo preventivo, ma garantendo anche la SNAC, secondo quanto previsto dalle nor- la possibilità di superamento degli effetti re- me europee, dovrà scaturire al più presto il sidui, investendo nella resilienza dei sistemi, vero e proprio piano per l’adattamento. Pos- molteplici soluzioni alternative. Quanti dan- integrando solide valutazioni economiche siamo già evidenziare alcuni degli elementi ni posso risparmiare rispetto a un evento nei processi decisionali con il coinvolgimen- caratterizzanti, in un’epoca di risorse scarse. catastrofico che potrebbe verificarsi ogni to di tutti i principali portatori di interessi. In primo luogo, il criterio fondamentale deve 100 anni se mi doto di un efficiente sistema Il mondo della ricerca ha sviluppato possi- essere la prevenzione, anche alla luce di quan- di allerta? È meglio piuttosto pensare a in- bili soluzioni teoriche, metodi e strumenti to si apprende dall’IPCC sull’incremento dei terventi di tipo strutturale (casse di colmata, In questa pagina: il progetto della applicativi. La loro implementazione non è costi di adattamento dovuto ai ritardi nell’im- sbarramenti, ecc.)? O ancora, qual è la mi- città olandese di immediata, e richiede l’adeguamento a di- Nijmegen. Lo studio plementazione di adeguate misure. Ciò vale gliore combinazione fra interventi struttura- di architetti Baca ha versi contesti sociali, culturali, ambientali, non solo per gli impatti attesi nel medio- li e non strutturali per abbattere il rischio al progettato un’isola tra il fiume Waal e ma è sicuramente possibile e sono sempre lungo periodo, ma anche per quelli legati di sotto di un’accettabile soglia di danno e di il canale di sfogo più numerosi i casi di città, regioni e compa- agli eventi estremi che si possono verificare vite umane in pericolo? Questi sono i clas- per le alluvioni. L’isola è insieme gnie private che colgono queste sfide come a breve termine. Anche in questo caso, gli sici esercizi di valutazione integrata (analisi uno spazio ricreativo opportunità di prossimi vantaggi, nella con- dipendente dalla esperti concordano sull’evidenza che i costi di costi-efficacia o costi-benefici) che possono presenza di acqua sapevolezza che quanto si è fatto finora non prevenzione sono inferiori a quelli dei possi- fornire ai decisori, politici e amministratori, e una struttura sostenibile per garantisce più una prospettiva di sostenibilità bili eventi catastrofici, ma può essere difficile gli elementi per prendere decisioni adeguate contenere le futura. L’adattamento ai cambiamenti clima- individuare il livello di protezione di cui do- ai problemi da risolvere. inondazioni. La costruzione è tici può così diventare un elemento orizzon- tarsi. Serve valutare i danni potenziali riferiti Un’ultima importante considerazione ri- iniziata nel 2013. tale di stimolo e innovazione per la revisione a eventi di rischio differenti e caratterizzati catastrofico, o peggio una combinazione di guarda il contesto nel quale la pianificazione delle diverse politiche settoriali, e non un da diversa probabilità di verificarsi (o come eventi diversi, che potranno causare danni e gli interventi di adattamento e di riduzione nuovo elemento di aggravio di costi o di limi- dicono gli ingegneri, con «diverso tempo di residui. La scienza deve attivarsi per suppor- dovrebbero essere sviluppati. Se si accetta te allo sviluppo. Le conoscenze operative per ritorno»). A questo proposito, è importante tare le decisioni a livello politico e di piani- l’impossibilità di azzerare i rischi (non solo la gestione dell’incertezza, o le strategie per la notare che in situazioni di elevata incertezza ficazione, aiutando a identificare le soluzioni perché costerebbe troppo, ma anche e so- resilienza, ad esempio, potranno essere crite- come quelle legate alla climatologia non esi- preferibili con strumenti solidi e trasparenti. prattutto perché non conosciamo sufficien- ri ispiratori per i diversi settori, agenzie, mi- stono soluzioni che possano azzerare i rischi. La valutazione dei danni potenziali associati temente i pericoli cui si va incontro), allora nisteri, con i quali ogni Paese gestisce il pro- Purtroppo esisterà sempre un teorico evento a eventi di vario tipo (logica multi-rischio) diventa anche molto importante la gestione prio sistema socioeconomico e ambientale. 24 25
AGORÀ N°7 L’UOMO E L’AMBIENTE IL CLIMA E IL DISEGNO DEL PAESAGGIO di Marco Tamaro DAGLI ALBORI DELLA SUA STORIA LA TERRA È SEMPRE STATA DOMINATA DA ERE CLIMATICHE DIFFERENTI. QUELLO CHE PERÒ OGGI SEGNA LA DIFFERENZA COL PASSATO È LA VELOCITÀ CON CUI IL CAMBIAMENTO AVVIENE, A CAUSA DELL’AZIONE DELL’UOMO; UN PESO, IL NOSTRO, CHE VA RIORGANIZZATO SFRUTTANDO LE CONOSCENZE CONQUISTATE DALLA SCIENZA E METTENDOLE AL SERVIZIO DELL’AMBIENTE E DELLA SUA EVOLUZIONE. fotografie Progetto fotografico di White con Google Street View/ M. Hanke/ Arctic-Images/ F. Lemmens 26 27
U AGORÀ N°7 L’UOMO E L’AMBIENTE dell’ambiente. È determinante in questo campo il ruolo del clima, la cui classifi- cazione canonica sta diventando sem- pre meno attendibile. Se guardiamo, per esempio, all’Europa, osserviamo che la sua posizione astronomica è compresa nella zona temperata boreale, cioè quel- la a nord del Tropico del Cancro e a sud del Circolo Polare Artico. In questa fascia prevalgono i climi temperati e non esi- stono (almeno fino a poco tempo fa...) gli “eccessi” che caratterizzano i climi caldi o troppo freddi, desertici o eccessivamente piovosi. I recenti cambiamenti animano discussioni e producono svariate teorie in merito: con certezza si può dire che sono in atto variazioni molto evidenti Un gruppo di uomini si ferma in una ra- verso un riscaldamento globale, con un dura, dove si trovano abbondanti rami e aumento delle temperature medie che tronchi abbattuti da un vortice d’aria di non è direttamente percepibile ma è con- particolare intensità. Il capo del gruppo fermato dal progressivo scioglimento dei inizia a raccogliere i rami più dritti, ne ghiacciai perenni. Negli ultimi trent’anni conficca alcuni nella terra ancora tenera si è registrata una vistosa diminuzione per le abbondanti piogge. Nasce un ac- dell’estensione dei ghiacciai nelle zone di campamento, ma questa volta il gruppo alta montagna e nelle calotte polari, e il si insedia in modo stabile nel territorio, e riscaldamento si ripercuote sulla circola- inizia a coltivarlo e a difenderlo. Potrebbe zione generale dell’atmosfera, alterando essere questa la cronaca della comparsa le costanti che determinano i caratteri del primo accampamento umano, una climatici. Anno dopo anno registriamo storia che si svolge circa diecimila anni cambiamenti quali forti piogge fuori sta- or sono, nel momento in cui l’uomo da gione, caldo tropicale estivo, gelate im- pastore nomade si fa agricoltore, il pri- provvise, tutti segnali del mutamento in mo disegnatore di paesaggi, che esce dal- atto che resta difficile da classificare e che le grotte per iniziare a crearsi un’idea di ci riserverà altre sorprese. casa, insediamento, villaggio. Si tratta, Se vogliamo provare a immaginare la re- naturalmente, di una lenta fase di tran- lazione dinamica che esiste tra il disegno sizione che interessa in modo diverso le In queste pagine: il del paesaggio e i cambiamenti climatici, aree abitate del pianeta, dopo l’iniziale rapporto complicato tra infrastrutture e ovvero come dovremo adattare il nostro impulso partito dall’Africa orientale. Da cambiamento climatico sistema di abitare il pianeta, è necessario è rappresentato quel momento si può parlare di un “senso dall’affiancamento inquadrare in maniera corretta i fenome- del luogo”, di appartenenza, di difesa di di ponti, aeroporti, ni nella scala temporale delle trasforma- aree industriali un territorio; prima non c’è disegno del e intersezioni zioni. Diecimila anni sembrano un lungo paesaggio da parte dell’uomo, ma solo autostradali in diverse parti del periodo, se misurato rispetto al nostro ambiente naturale, di cui l’essere umano mondo. Alcune sono tempo di vita, ma nella scala dell’evolu- colorate con i colori non è che una delle componenti. Paesag- dell’innalzamento zione della terra sono un istante: sono gio, dunque, quale si manifesta nell’azio- della temperatura. centinaia di milioni gli anni che ci separa- ne umana sulla natura, forma disegnata no dalla formazione della terra, centinaia e duratura che costituisce i quadri di di migliaia quelli passati dalla comparsa vita quotidiana delle comunità insedia- di fenomeni cruciali per l’evoluzione del te, processo che subisce una continua pianeta quali l’avvento della fotosintesi. evoluzione determinata dal variare dei La scala dei tempi ci aiuta a contestualiz- contesti culturali e dalle modificazioni zare i fenomeni caratteristici della situa- 28 29
AGORÀ N°7 L’UOMO E L’AMBIENTE zione attuale alla luce delle trasformazio- stri, marini e altri ecosistemi acquatici, e ni passate e a ben interpretarli, evitando i complessi ecologici di cui fanno parte; di trarre conclusioni affrettate: un’estate ciò include la diversità nell’ambito delle piuttosto calda, infatti, non conta, ma il specie, e tra le specie degli ecosistemi»; susseguirsi continuo di estati sempre più essa costituisce il sistema con cui in na- calde può segnalare scenari di cambia- tura si presentano sempre varianti nelle mento. E dunque, se risulta chiaro che popolazioni biologiche, tali da rendere l’alternanza di fasi calde e fredde ha natu- disponibile in ogni momento una sorta ralmente caratterizzato l’evoluzione della di “tavolozza” di soluzioni per affrontare terra sulla lunga distanza – siamo in un le diverse condizioni ambientali. È del periodo interglaciale dalla fine del Plei- tutto evidente che la semplificazione dei stocene – è altrettanto chiaro che quanto «Non si deve sistemi biologici – si pensi alla pratica avvenuto dall’avvio della rivoluzione in- ritornare a una qualche forma di della monocoltura, alla perdita delle va- dustriale a oggi è stato condizionato in società arcaica rietà tradizionali in agricoltura, per non preindustriale, modo profondo dall’azione dell’uomo, ma alla natura. parlare degli OGM – va nella direzione che ha impresso un’accelerazione tale nei Un ritorno che passa per la messa opposta, riducendo in modo drastico la processi di modificazione globale da far- a valore delle capacità di reagire alle mutazioni am- le raggiungere negli ultimi sessant’anni migliori conoscenze scientifiche bientali con soluzioni alternative. Per un’intensità e una velocità mai viste pri- acquisite» quanto attiene al secondo fattore, l’adat- ma. Basti pensare al consumo di risorse tatività, si prenda ad esempio la defini- naturali e alla curva di crescita demo- zione della Treccani: «Carattere adatta- grafica, che registrano un andamento tivo è, in biologia, la misura in cui quel esponenziale analogo a quello della cre- carattere rende idoneo un organismo scita dei gas serra, principali motori del all’ambiente in cui esso vive». Promuo- cambiamento climatico in atto. Ora che vere la biodiversità vuol dire dunque au- la comunità scientifica ha trovato una so- mentare l’adattatività della biosfera e la stanziale convergenza su cause ed effet- sua capacità di “parare i colpi” dei cam- ti dei cambiamenti climatici, si richiede biamenti climatici. uno sforzo globale di modificazione delle Disegnare il paesaggio seguendo que- azioni umane, un cambio di paradigma sti principi significa, in ultima analisi, che ci trova, come comunità planetaria, mettere in atto delle azioni “resilienti”, in inadeguati alla portata delle sfide in atto grado di assecondare e correggere i feno- e che passa anche per una diversa attitu- meni naturali senza cercare di opporvisi. dine per il disegno del paesaggio. Dalle aree a verde, giardini o parchi che Invertire la rotta, dunque, per recupera- siano, studiate con diverse specie e tec- re una differente convivenza con la na- niche di impianto adatte all’alternanza tura, alla quale è inutile continuare a op- di periodi siccitosi/piovosi, caldi/fred- porre la hỳbris tecnocratica caratteristi- di, alle sistemazioni fluviali con spazi di IL CONSUMO DI RISORSE ca dell’azione umana negli ultimi secoli. esondazione controllata piuttosto che NATURALI E LA CURVA DI Non si tratta di ritornare a una qualche argini, fino al sistema delle infrastrutture forma di società arcaica preindustriale, di trasporto – strade, ponti, ferrovie, ae- CRESCITA DEMOGRAFICA ma di un ritorno alla natura che passa roporti – realizzate e gestite con soluzioni REGISTRANO UN ANDAMENTO per la messa a valore delle migliori co- volte a mitigare il rischio, per controllar- ESPONENZIALE ANALOGO A noscenze scientifiche acquisite. Due in lo piuttosto che cercare, peraltro spesso particolare i caratteri determinanti dei senza successo, di annullarlo. Quello che QUELLO DELLA CRESCITA DEI sistemi ambientali che vanno presi in si fa in Giappone da molto tempo con- GAS SERRA, PRINCIPALI MOTORI considerazione: la biodiversità e l’adatta- tro i terremoti, ovvero la costruzione di DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO tività. Secondo la Convenzione sulla di- grattacieli “elastici”, può essere un buon versità biologica (Rio de Janeiro, 1992), esempio preso dalla natura: non per nul- la biodiversità rappresenta «la variabilità la da quelle parti continuano a utilizzare degli organismi viventi di ogni origine, per le impalcature il resiliente bamboo in compresi inter alia gli ecosistemi terre- luogo dei tubi innocenti in metallo. 30 31
AGORÀ N°7 CLIMA E INFRASTRUTTURE CLIMA E INFRASTRUTTURE: UN DELICATO EQUILIBRIO di Antonino Galatà GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SONO AD AMPIO RAGGIO E HANNO NOTEVOLE IMPATTO ANCHE SULLE INFRASTRUTTURE, MESSE A DURA PROVA DA FENOMENI ATMOSFERICI SEMPRE PIÙ INTENSI E IMPROVVISI, QUALI LE FREQUENTI ALLUVIONI ED ESONDAZIONI. PER QUESTO È BENE CHE L’INGEGNERIA PREVEDA GIÀ IN FASE PROGETTUALE GLI ELEMENTI DI RESILIENZA E DI VALUTAZIONE DEL CICLO TOTALE DI fotografie VITA DELL’OPERA. Archivio di Autostrade per l’Italia 32 33
L AGORÀ N°7 CLIMA E INFRASTRUTTURE verso le informazioni diffuse nei rap- porti scientifici e divulgativi dall’In- tergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), è possibile disporre di una visione sempre più completa, sulla base della quale si delineano certezze su tendenze di lungo periodo, soprat- tutto per quanto riguarda l’andamento delle temperature su scala globale e i suoi effetti (perdita di massa glaciale e nivale, innalzamento dei mari, altera- zione dei regimi pluviometrici). Nella pratica ingegneristica la valutazione delle sollecitazioni meteoclimatiche ai fini della progettazione e gestione di opere soggette a interazione con feno- meni idrologici e idraulici è effettuata con metodologie consolidate, su basi statistiche, mediante la correlazione e l’estrapolazione di dati rilevati (preci- pitazioni, temperature, portate, ecc.), attraverso modelli teorici per ottenere le proiezioni dei valori attesi con pre- assegnate frequenze probabili, espresse normalmente come tempi di ritorno. Allo stato attuale, l’approccio tecnico dovrebbe basarsi su serie storiche di dati registrati in periodi la cui estensio- ne minima è dell’ordine dei trent’anni, corrispondente alla finestra temporale minima di analisi per valutazioni di La rapidità con cui i cambiamenti cli- tendenza. L’evoluzione esponenziale matici manifestano i loro effetti con dell’intensità degli eventi estremi sug- fenomeni naturali di maggiore impat- gerisce che oggi l’approccio basato su to sulla vita quotidiana richiede una serie storiche sia obsoleto. Gli studi e le risposta immediata dal mondo dell’in- analisi di idrologia tecnica e quelli sui gegneria internazionale. Oggi gli eventi trend climatici non possono più essere estremi, focalizzati in ambiti spaziali e Nella pagina indipendenti; la prospettiva futura è di precedente: viadotto ristretti, stanno aumentando in modo Casaglia a Poggiolino tenere conto già in fase di progettazione esponenziale con rischi notevoli per la (comune di Barberino di Mugello). degli effetti tendenziali. Nella letteratu- popolazione e il patrimonio del terri- In queste pagine: ra scientifica e tecnica internazionale, il nuovo viadotto Reno torio. Le alluvioni rappresentano il ri- a Sasso Marconi; tema dell’impatto dei cambiamenti cli- schio naturale di maggiore frequenza a sistemazione matici sulle infrastrutture di trasporto con tecniche livello europeo. Sul fronte della ricerca naturalistiche dei viene affrontato con sempre maggiore scientifica, lo sviluppo di tecnologie sedimi interessati dalle lavorazioni. attenzione e tramite il concetto di “re- avanzate quali il rilevamento da satelli- silienza” dei sistemi infrastrutturali. Il te e la gestione digitale dei dati, nonché termine resilienza esprime, per analo- l’integrazione di discipline storicamen- gia con la meccanica, la capacità di un te indipendenti (meteorologia, idrolo- sistema infrastrutturale sottoposto a gia, geologia, biologia…), ha permesso una sollecitazione esterna di tipo mete- di definire una visione di grande scala oclimatico di recuperare una condizio- e di lungo periodo dei fenomeni. Attra- ne prossima a quella originale; nel caso 34 35
AGORÀ N°7 CLIMA E INFRASTRUTTURE di un’autostrada l’esercizio normale. In tegrazione con il ciclo manutentivo e termini metodologici la verifica della gestionale delle infrastrutture autostra- resilienza nei confronti di fenomeni dali e di trasporto in genere. idrologici e idraulici viene condotta con un’analisi di rischio, associando va- La Variante di Valico, un esempio lori del rischio inteso come probabilità progettuale complesso di superamento di parametri meteocli- La realizzazione della Variante di Vali- matici misurabili (precipitazioni e por- co all’Autostrada del Sole nel tratto ap- tate), a condizioni predefinite dell’in- penninico Bologna-Firenze ha coinvolto IL TERMINE RESILIENZA ESPRIME frastruttura (a titolo esemplificativo: In queste pagine: sotto, sistemazione Spea per un lungo periodo, mobilitan- LA CAPACITÀ DI UN SISTEMA esercizio libero, esercizio condiziona- provvisoria del do le risorse specialistiche dell’azienda to, interruzione dell’esercizio, stabili- torrente Casaglia in una serie di attività di notevole im- INFRASTRUTTURALE, SOTTOPOSTO a valle dell’area tà). Come risulta evidente tale verifica Poggiolino; a destra pegno. La complessità geomorfologica A UNA SOLLECITAZIONE ESTERNA modello a fondo ha come riferimento l’infrastruttura mobile del nuovo del territorio appenninico, l’importan- DI TIPO METEOCLIMATICO, DI nella sua estensione, anche articolata viadotto Reno a Sasso Marconi; in basso a za delle opere da costruire, la crescen- RECUPERARE UNA CONDIZIONE in sottoinsiemi funzionali, e fornisce destra sistemazione te sensibilità per gli aspetti ambientali indicazioni che superano l’analisi pun- del torrente Casaglia connessi all’infrastruttura e, non ultima, PROSSIMA A QUELLA ORIGINALE presso Poggiolino in tuale. In una visione temporale, inol- fase di esecuzione. la ridefinizione del quadro normativo in tre, l’analisi di resilienza consente di materia di assetto idrogeologico, hanno identificare diversi momenti: la manu- richiesto di definire ex novo metodolo- tenzione programmata, la gestione del- gie operative, ruoli e sinergie. L’approc- le fasi di attenzione e di emergenza, le cio ingegneristico adottato sin dalle pri- eventuali fasi di controllo e ripristino me fasi è stato quello orientato al ciclo di dell’infrastruttura; a ciascuno di essi vita dell’infrastruttura (Life Cycle Engi- possono essere associate le opportune neering), ovvero un processo articolato procedure operative per abbattere il ri- schio complessivo. che prende in considerazione le diffe- Progettazione infrastrutturale idro- renti fasi che caratterizzano lo sviluppo logica e idraulica Spea, esperienze e e l’esercizio dell’infrastruttura. prospettive L’attenzione ai trend climatici è stata Nello svolgimento delle sue attività di trasversale per le discipline coinvolte, a ingegneria dedicate alla progettazione, partire dall’idrologia, all’idrogeologia, direzione lavori e servizi per l’eserci- alla geotecnica, all’impiantistica, sia nel zio, Spea ha sviluppato negli anni una dimensionamento delle opere sia per visione basata su metodologie opera- gli aspetti legati alla gestione in sicu- tive che ottimizzano l’approccio alla rezza dei cantieri e infine alla gestione definizione dei parametri di progetto ottimale dell’esercizio. per le infrastrutture autostradali, sia In particolare l’idrologia e l’idraulica per tracciati su nuovo sedime (green- hanno interessato una serie di temi for- field), sia in ampliamento dell’esistente temente interconnessi ai fini della pro- (brownfield), basandosi sull’esperienza gettazione infrastrutturale e alla conte- derivante dalla visione del ciclo di vita stuale garanzia e miglioramento della dell’infrastruttura, dall’integrazione fra sicurezza del territorio interferito. idraulica e discipline tecniche concor- Lo studio delle principali opere ha vi- renti e sull’implementazione di tecno- sto il ricorso a studi numerici e, in casi logie operative sempre aggiornate. L’a- particolari, a modelli fisici per ottimiz- nalisi della resilienza può oggi essere zare le opere e definire le condizioni di ritenuta la prospettiva più interessante rischio idraulico. e concreta su cui focalizzare sviluppo e perfezionamento di metodologie e di Con il contributo di Alessandro Alfì e Paolo pratiche progettuali oltre alla loro in- De Paoli 36 37
AGORÀ N°7 CAMBIAMENTI GLOBALI LE CITTÀ DEL DOMANI: EFFICIENTI E SOSTENIBILI intervista a KAREN C. SETO di Alessandra Viola SONO LE CITTÀ I LUOGHI IN CUI PREFERIAMO VIVERE E IN CUI SI STA SPOSTANDO GRAN PARTE DELLA POPOLAZIONE. MA SONO ANCHE LE RESPONSABILI DI GRAN PARTE DELLE EMISSIONI DI GAS SERRA. COME FARE DUNQUE PER RIDURRE IL LORO IMPATTO SULL’AMBIENTE E SALVAGUARDARLE DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI? fotografie M. Runker/ M. Mollica/ J. Dalsimer/ J. Hicks/ A. Nowitz/ R. Wood 38 39
AGORÀ N°7 CAMBIAMENTI GLOBALI Città sovraffollate in un pianeta sovraffol- vato prima in una situazione del genere, ov- hanno fatto in alcuni posti. Così si viaggia lato, con le mille difficoltà che questo com- vero con un tale numero di città che si stan- più velocemente, però in compenso le di- porta. I dati dicono che sempre più perso- no formando e sviluppando tutte allo stesso stanze si moltiplicano. Al contrario, biso- ne vivono nei grandi agglomerati urbani, e tempo. Beninteso, nel mondo sono nate fi- gnerà disegnare strade e città e distretti che sempre più persone ci vivranno in futuro. nora moltissime città, ma in tempi diversi e consentano alle persone di camminare, usa- L’inurbamento è un megatrend globale con altri ritmi. Oggi invece questa crescita re bus e biciclette. Bisogna rivedere gli acces- che nei prossimi 30-40 anni cambierà il avviene simultaneamente in quasi tutto il si alle cose e ai luoghi. Credo sia pericoloso volto del pianeta. Un grande rischio che è mondo e non sappiamo esattamente dove ci pensare alle infrastrutture come a qualcosa però anche una grande opportunità, per- porterà. Se guardiamo ai trend globali, sap- da rendere più smart. Soluzioni hi-tech ne- ché se è vero che le città sono attualmente piamo che le città aumentano di taglia e che cessitano di energia, e non è proprio quello responsabili di tre quarti delle emissioni la loro popolazione continua a crescere. Fino di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo invece di gas serra, la maggior parte di quelle del a non molto tempo fa una città con un mi- trovare soluzioni che vadano bene in tutto il domani devono ancora essere costruite. lione di abitanti era considerata grande, ma «Il ruolo delle città mondo, anche nei Paesi meno ricchi. Saremo in grado di realizzare delle in- oggi sono quelle da 10 milioni di persone a diventa sempre più importante perché frastrutture che tengano il passo dell’au- essere considerate grandi. Tokyo ha quasi la sono il luogo della In che modo le infrastrutture interessa- maggior parte delle mento della popolazione e dello sviluppo dimensione della Giamaica. Cioè: una città attività: tra il no le emissioni di gas serra? e che allo stesso tempo siano sostenibili? grande quanto uno Stato intero. 75% e l’85% del PIL mondiale viene Le città che sono disegnate intorno alle mac- L’abbiamo chiesto a Karen Seto, esperta di generato in esse» chine conducono naturalmente ad aumen- urbanizzazione e cambiamenti climatici In che modo le infrastrutture aiutano le tare le emissioni. Quelle disegnate intorno e docente di Geografia e urbanizzazione città e i cittadini a sostenere la pressio- agli abitanti necessitano invece di infrastrut- all’università di Yale, oltre che coautrice ne di una popolazione urbana in conti- ture molto minori, ma più razionali. del quinto report del Panel intergoverna- nua crescita? mentale sui cambiamenti climatici (IPCC) Per prima cosa è importante sapere che ci Che ruolo gioca la forma delle città nel- dal titolo Climate change 2014: mitigazio- sono molti posti nel mondo in cui le infra- le emissioni di gas serra? ne dei cambiamenti climatici. strutture non stanno sostenendo neppure La cosa principale è concentrarle. La loro la popolazione esistente. Figurarsi quella in diffusione su un terreno sempre più am- I rapporti sui cambiamenti climatici crescita. È così per esempio in molte parti pio ha un grande impatto sull’ambiente. dicono che il ruolo delle città e delle dell’India, dell’Africa, del Sud America. Una La grande sfida oggi è avere città più con- aree urbane nell’emissione di gas serra delle sfide associate alle infrastrutture è quel- centrate in cui però essere connessi e ave- diventa sempre più importante col pas- la di ripensarle mentre reinventiamo le aree sare del tempo. Come mai? urbane. Non possiamo pensare a una città Il ruolo delle città diventa sempre più impor- con dieci milioni di abitanti come a una del- C tante perché la maggior parte delle attività lo scorso secolo, con un centro e una perife- umane ha luogo lì. Basti pensare che tra il ria. Dobbiamo pensarla come un insieme di 75% e l’85% del PIL mondiale viene ottenu- quartieri, in cui i servizi sono locali. to in città, e dato che molte di queste attività Uno dei punti centrali per disegnare uno produttive generano gas serra è chiaro che le sviluppo urbano sostenibile è quello di In queste pagine: le città sono diventate, e sempre più divente- dotare le persone di un accesso raziona- nuove metropoli del ranno, produttrici di emissioni a livello glo- le ai servizi. Metterle in grado di andare mondo, Dhaka, Dakar, Il Cairo, Mumbai, che bale. Già oggi le aree urbane sono responsa- a lavorare, tornare a casa, andare a fare dovranno essere in grado di costruire in bili di quasi i tre quarti delle emissioni. E in la spesa o a fare una passeggiata al parco modo nuovo. futuro ci vivranno sempre più persone. in un tempo ragionevole. L’accessibilità è legata alla qualità della vita: la quantità di Secondo gli attuali trend di urbaniz- tempo che dobbiamo spendere per fare zazione, entro il 2050 la popolazione queste cose, la cambia notevolmente. Per urbana sarà compresa tra i 2,5 e i 3 mi- questo in città ancora più grandi è im- liardi di persone, corrispondenti a una portante che ci sia maggiore accessibilità. percentuale tra il 64% e il 69% dell’inte- Una città sarà più sostenibile tanto più ra popolazione mondiale. In che modo saranno corti gli spostamenti cui saranno questo cambierà le nostre città? obbligati i suoi abitanti. È un’ottima domanda, ma la risposta è che Certo, in una di nuova costruzione si posso- non lo sappiamo. Il mondo non si è mai tro- no creare non strade ma autostrade, come 40 41
AGORÀ N°7 CAMBIAMENTI GLOBALI re accesso ai servizi. In pratica, vuol dire Migliaia di città stanno predisponendo gli dica: il tuo problema è il cuore, devi cam- case più alte, strade più strette e isolati più piani d’azione per mitigare i cambiamen- biare stile di vita. Lui poi torna a casa e inizia piccoli. Questo consente di camminare di ti climatici, ma i risultati di questi sforzi a mangiare più frutta, più verdura. Certo, gli più, e facilita lo svolgimento di molte atti- sono altamente incerti. Come mai? fa bene. Ma magari il problema non è quel- vità. Il punto non è tanto la loro forma ma È un bel problema. In effetti tante ammini- lo, magari deve fare esercizio fisico, o smet- quello che vi accade dentro: dove vivono le strazioni stanno cercando di fare la cosa giu- tere di bere. E la frutta da sola non serve a persone? Dove stanno le cose che gli inte- sta, ma non sanno bene come muoversi, non niente: è la strategia sbagliata. Fa comunque ressano? Dove lavorano? riescono a focalizzare i loro interventi. Per bene, ma non ha un reale impatto sulla sa- esempio piantano alberi, o creano tetti verdi. lute. Per quello, deve tornare dal medico e Le città sono in pericolo: l’innalzamento È una bella cosa, migliora l’aria, ma non ha chiedergli quale sia esattamente il problema del livello globale delle acque minaccia magari il grande impatto ambientale che si e quale la soluzione. Per tornare al nostro le infrastrutture di tutto il mondo. Come vorrebbe. Molti hanno piani ambiziosi, ma caso, il punto è che le città sanno che le loro possiamo conciliare questo fatto con l’ir- prima dovrebbero capire qual è la loro situa- emissioni sono troppo alte. Ma non riesco- refrenabile inurbamento di una sempre zione, e poi intervenire. Faccio un esempio no a fare una diagnosi precisa del problema. maggiore porzione della popolazione? che rende tutto più chiaro: se uno sta poco E così spesso puntano su interventi poco Dobbiamo ripensare a dove costruire bene, va dal dottore. Mettiamo che il dottore utili quando non manifestamente inutili. nuove unità abitative: nuove città e infra- strutture. Se guardiamo a quello che suc- cede nel mondo, gli insediamenti urbani continuano a essere costruiti in regioni pericolose. Non c’è una seria discussio- ne in atto in merito al fatto di scegliere nuovi luoghi, o almeno meno pericolosi. Prendiamo per esempio New York. Mol- tissime nuove aree di sviluppo si trovano in zone costiere, soggette ad alluvioni. Il punto è che non stiamo imparando dai nostri errori, e le generazioni future ne pagheranno le conseguenze. Quali, tra le città in rapido sviluppo e quelle che hanno già assunto una for- ma definita, avranno vita più facile per puntare su una riduzione della loro im- pronta ecologica? Le città già costruite riposano su infra- strutture che ormai, bene o male che si- ano state fatte, sono lì. A Roma, a Parigi o a New York si tratta di pensare a opera- zioni di retrofitting, che partendo dall’e- sistente cerchino di migliorarlo. Invece LA GRANDE SFIDA OGGI È AVERE le città che stanno nascendo oggi hanno CITTÀ PIÙ CONCENTRATE IN CUI grandi opportunità. Si possono costruire PERÒ ESSERE CONNESSI E AVERE da zero, spesso non hanno vincoli. Volete ACCESSO AI SERVIZI. CASE PIÙ sapere se i Paesi stanno approfittando di queste grandi opportunità? No. Le occa- ALTE, STRADE PIÙ STRETTE E sioni sono lì ma in genere ci sono pochi ISOLATI PIÙ PICCOLI soldi e manca la consapevolezza. È una grande sfida, anche perché la politica continua a non dare priorità a queste im- portanti questioni. 42 43
AGORÀ N°7 PROGETTI EUROPEI L’EUROPA “PROGRAMMA” IL CLIMA DEL FUTURO intervista a JOS DELBEKE di Maria Chiara Voci DA ANNI L’UNIONE EUROPEA È SCESA IN CAMPO PER COMBATTERE GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO, CHE INCIDONO PESANTEMENTE SUL TERRITORIO E SULLE CITTÀ. E DAL 2010 HA ISTITUITO UNA PROPRIA COMMISSIONE DEDICATA, LA CLIMATE ACTION. A TRACCIARE IL QUADRO DELLA SITUAZIONE, DEI PROGRAMMI GIÀ ATTIVI E DEGLI INTERVENTI IMMINENTI E FUTURI È IL SUO DIRETTORE, JOS DELBEKE. fotografie Hollandse Hoogte/ A. Woolfit/ F. Lemmen/ M. Goddard/ D. Sheombar 44 45
AGORÀ N°7 PROGETTI EUROPEI perciò aree particolarmente vulnerabili I quelle del bacino del Mediterraneo, le aree di montagna, le piane alluvionali densa- mente popolate, le aree costiere, le regioni più isolate fino all’Artide. Grande è inoltre la debolezza delle città, spesso mal equipag- giate per far fronte agli eventi calamitosi. Esiste più nello specifico una mappa del rischio? Il report 2012 dal titolo Cambiamenti cli- STIAMO LAVORANDO PER matici, impatti e vulnerabilità in Europa, ARRIVARE ALLA STIPULA DI UN elaborato dall’Agenzia europea per l’am- biente, contiene una mappa delle zone NUOVO ACCORDO MONDIALE E più fragili, vagliate grazie all’analisi di una VINCOLANTE SUI CAMBIAMENTI serie di indicatori. Il rapporto tiene, ad CLIMATICI A PARIGI NEL 2015 esempio, conto della vulnerabilità della so- cietà, della salute umana e degli ecosistemi di uno specifico territorio. Altre forme di mappatura sono contenute ed elaborate all’interno di progetti finanziati dall’UE, come l’Epson climate project. Ogni studio e informazione viene infine raccolto all’in- terno della European Climate Adaptation Platform (Climate-Adapt), strumento che racchiude il quadro di insieme. «Il problema crescente degli effetti, di- In queste pagine: Quale è la situazione dell’Europa ri- sastrosi, che derivano dal cambiamento alcune delle strutture create spetto ad altri continenti oggi? climatico riguarda l’intera Europa. Alcu- in Europa, come le Nell’ultimo decennio, partendo dal 2002 fino barriere sul Tamigi ni territori, tuttavia, sono più vulnerabili a Londra o quella ad arrivare al 2011, la temperatura registrata di altri. Fra questi, le città, cioè per para- di Rotterdam, per proteggere le città nel nostro continente è stata in media 1,3°C dosso i luoghi in cui è concentrato il 75% dall’innalzamento più alta rispetto al valore preindustriale, con delle acque e dalle della popolazione del nostro continente. onde; il progetto un aumento più rapido della media globa- Gli insediamenti urbani, infatti, non sono dei padiglioni le. Parallelamente, è cresciuta l’incidenza di galleggianti a nella maggioranza dei casi equipaggiati Rotterdam. alcuni eventi metereologici estremi, tipici di per far fronte, con la necessaria velocità, altre latitudini, come le ondate di caldo stra- all’impatto avverso di fenomeni meteoro- ordinarie, gli incendi nelle foreste o la siccità, logici violenti, dalle ondate di caldo estre- che ha messo in ginocchio l’area centrale e mo alle alluvioni, all’aumento del livello meridionale dell’Europa. Le precipitazioni del mare. Il quadro che abbiamo davanti e le alluvioni si sono moltiplicate nel nord e è quello di una situazione che ogni gior- nordest, causando sempre più spesso inon- no si aggrava e che incide pesantemente dazioni sulle coste ed erosione. sull’economia, causando perdite dirette di denaro, problemi alla salute pubblica e Quali sono le aree maggiormente a ri- morti». Jos Delbeke è il direttore genera- schio sul territorio? le di Climate Action, Azione per il clima, Come ha evidenziato la strategia UE di la Direzione della Commissione europea adattamento ai cambiamenti climatici, costituita nel febbraio del 2010 per aiu- adottata ad aprile 2013, l’impatto di un fe- tare l’UE ad affrontare le conseguenze nomeno, sia esso un’alluvione, la siccità dei cambiamenti climatici e raggiungere o altro, varia a seconda del clima e delle i propri obiettivi politici per la riduzione condizioni geografiche e socioeconomiche dei gas a effetto serra. presenti nel singolo luogo. Fra tutte, sono 46 47
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