NO FEET NO HORSE, NO FEET NO COW UNA GIORNATA DI RIFLESSIONE 3 OTTOBRE 2019 - Società Italiana di Buiatria
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Società Italiana di Buiatria con il patrocinio dell’Università degli Studi di Milano • NO FEET NO HORSE, NO FEET NO COW • UNA GIORNATA DI RIFLESSIONE • 3 OTTOBRE 2019
Importante I contenuti di questa presentazioni sono fondati sulle conoscenze acquisite dall’autore nel corso di 34 anni di attività nel campo della podologia bovina. Ogni animale ed ogni azienda hanno le loro caratteristiche peculiari, è pertanto impossibile fornire indicazioni a distanza. Per la stessa ragione quanto segue non ha valore generale. L’intento è quello di fornire materia di discussione e soprattutto di riflessione.
DISCLAIMER Ho iniziato ad interessarmi di podologia bovina nel 1983 dopo una conferenza del Prof. Renato Cheli Dopo aver preso seguito il corso per Maniscalco Bovino professionale a Oenkerk (NL) ho iniziato a lavorare alla fine del 1984. Non so se potrò raccontarvi delle novità ma vorrei in ogni caso condividere alcune riflessioni sul mio lavoro
Prof. Renato Cheli VI Congresso Nazionale e VIII International Meeting on Diseases of cattle, Milano 9-13 Settembre 1974 Prof. Carlo M. Mortellaro
I personaggi che ricordo Paul R. Greenough A. David Egbert Toussaint Weaver Raven E tanti altri che non ho avuto la fortuna di conoscere o di incontrare
I simposi internazionali sulle malattie del “dito ruminante” Iniziano nel 1976 a Utrecht e circa ogni due anni riuniscono gli appassionati ed esperti in varie parti del mondo per discutere e condividere conoscenze ed esperienze. Nel primo simposio si parlò anche molto di malattie dell’ovino. Copertina degli atti del Simposio di Parma
Una premessa riguardo all’origine dei Simposi Dall’inizio degli anni 1970 gli allevatori ed i veterinari olandesi sono preoccupati per la situazione dei piedi delle bovine da latte. Il dott. Van Schaik (1964) pubblica un articolo riguardo la perdita della capacità delle bovine di percorrere i 13 Km che dividono Utrecht da Nieuwegein. C’è confusione nella nomenclatura Vengono invitati ricercatori da Pozzo per l’estrazione del gas naturale nei tutto il mondo… Paesi Bassi Le spese le paga la bolla di gas
I Simposi internazionali sulle malattie del dito ruminante Utrecht 1976 Orlando 2002 Skara 1978 Maribor 2004 Vienna 1980 Uruguay 2006 Paris Alfort 1982 Kuopjo 2008 Dublino 1986 Rotorua 2011 Maiorca 1988 Bristol 2013 Liverpool 1990 Valdivia Chile 2015 Rebild 1992 Monaco 2017 Banff 1994 Asakusa 2019 Gerusalemme 1996 Lucerna 1998 Ma l’inizio era stato in Italia a Milano nel 1974 in occasione Parma 2000 del Congresso Mondiale di Buiatria ( 1° segnalazione e descrizione della Dermatite Digitale)
La Footy Fetish Fraternity... Il Professor Paul R. Greenough (1925- 2018), ideatore dell’espressione che identifica la comunità di appassionati come feticisti del piede... bovino). La FFF è «nata» nel 1994 a Banff in Canada in occasione dell’VIII simposio internazionale sulle malattie del dito ruminante da un’idea di Paul Greenough. Non se ne è più parlato in modo formale
IL PROGETTO “LAMECOW” Il progetto Lamecow ha impegnato ricercatori di diversi Paesi Europei sul tema della zoppia della bovina da latte a partire dal 2002 e fino al 2008. Austria, Germania, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Svezia hanno collaborato su moltissimi aspetti. Shared Cost RTD CPF Form – Form A8.1 EUROPEAN COMMISSION RESEARCH DIRECTORATES GENERAL EN R 1 F SHARED COST P RTD CPF FORMS 5 R T D Project LAMECOW Proposa QLRT-2001- Acronym 2 l No 3 00969 FOR COMMISSION USE ONLY
Aree di studio del progetto «lamecow» WP No Work package title Responsible Person- Start End Deliverable(s) Milestone No participant No months month month No WP 1 Design of Field Surveys and 2 8.9 0 2 D1, D2 M1 Standardisation of Methods and Measurements WP 2 Evaluation of Husbandry Systems 2 91.6 3 15 D4, D8 M3, M4 WP3 Evaluation of Data 2 25.8 12 36 D10, D14 M5, M18 WP4 Application of ‘‘Best Practice’’ 2 92.3 21 33 D13 M6 WP5 Histology and Pathology 3 40.0 0 36 D10, D15, D16 M5, M9 WP6 Bio-mechanical Studies 4 74.9 0 36 D17 M10 WP7 Flooring Systems 6 120.0 0 36 D18 M11 WP8 Cell Culture Studies 3 37.0 0 36 D6, D19 M9, M12 WP9 Tissue Explant Studies 1 56.0 0 36 D6, D19 M13 WP10 Isolated Limb Studies 3 43.5 6 30 D9, D12 M7 WP11 Preparation of Guidelines and Training 1 39.8 18 42 D21, D22 M14, M15, M16 Packages WP12 Project Co-ordination 1 54.7 0 42 D3, D5, D7, M2, M17 D11, D20, D23, D24, D25 TOTAL 684.5
La biomeccanica La grafica computerizzata è di grande aiuto nello studio delle sollecitazioni meccani- che.
La tecnologia ad “elementi finiti” • La tecnologia ad elementi finiti consente di applicare alle forme, anche molto complesse, ridotte ad un insieme di triangoli, i vettori di forza e calcolare il loro effetti. • Il sistema è stato sviluppato per l’ingegneria aerospaziale e trasferito sui piedi degli erbivori.
Il modulo elastico Nella foto le sezioni da eseguire per l’esecuzione delle prove di rottura per la determinazione dei parametri di elasticità
La tecnologia ad “elementi finiti” • La tecnologia ad elementi finiti consente di applicare alle forme, anche molto complesse, ridotte ad un insieme di triangoli, i vettori di forza e calcolare il loro effetti. • Il sistema è stato sviluppato per l’ingegneria aerospaziale e trasferito sui piedi degli erbivori.
Vista laterale dell’unghione sano resa con il modello ad elementi finiti (FEM) I falsi colori indicano i livelli di Stress strutturale (Von Mises) Si può notare come nell’unghione normale la struttura di maggior stress sia la zona laminare del cheratogeno.
Distribuzione del peso nell’unghione normale In questa immagine si può vedere la distribuzione del peso sul pavimento è sul bulbo e sulla parete il peso grava poco o nulla sulla suola
L’unghione laminitico nell’unghione deformato da “laminite” cronica la resistenza del corno parietale diviene discontinua In particolare il margine dorsale e la parete assiale mostrano segni di indebolimento (colori più chiari)
La distribuzione del peso nell’unghione laminitico cambia • Nell’unghione normale il 30% del peso grava sulla suola • Nell’unghione deformato da “laminite” la quota di peso portata dalla suola raddoppia. • Nell’immagine la suola di una bovina di razza Bruna. Il corno più chiaro è cicatriziale e mostra la compressione esercitata dalla terza falange.
La tecnologia ad “elementi finiti” • La tecnologia ad elementi finiti ha permesso di stimare gli effetti sul carico gravante sulle varie parti dell’unghione a seguito delle sue alterazioni di forma • Inoltre si è potuto calcolare lo stress meccanico subito dalla scatola cornea in presenza di vari tipi di pavimentazione: continua o fessurata. • Nella situazione indicata nel riquadro fessurato 2 lo stress Fessurato 2 meccanico sopportato dalla scatola cornea aumenta moltissimo (circa 10 volte).
Effetto dell’appoggio sullo stress meccanico dell’unghione Si può vedere 120 come il 100 pavimento 80 fessurato può 60 continuo determinare, fessurato quando 40 fessurato 2 manca 20 l’appoggio 0 abassiale, un stress N/mm2 importante stress struttu- rale.
Effetto della struttura del suolo sul vivo del piede • Più il gomma cemento pavimento è duro più le papille del cheratogeno aumentano di diametro e mostrano segni di distacco fra parte cornea a germinativa
La camera di coltura per i cheratinociti orientati In questa camera le col- ture cellulari sono state messe a contatto con i ceppi di spirochete per vedere l’effetto citopatico.
Il modello sperimentale per la valutazione delle reazioni emodinamiche Piede isolato fresco • Incannulate le arterie • Perfuso con globuli rossi autologhi • Ossigenato • Nutrito con aggiunta di insulina • Aggiunte sostanze • Istamina • Endotossine • Serotonina • Ecc. • Monitorata pressione di perfusione per valutare la reazione vasomotoria • pH (emogas analisi) • Istologia e altre analisi
IL METODO OLANDESE Il pareggio funzionale è stato sviluppato dal E. Toussaint Raven a cavallo fra gli anni 1960 e 1970. Si è cominciato dal travaglio, dal punto di vista e dalla rilevazione dei carichi
La biomeccanica del bipede posteriore • Valutazione del carico sui due unghioni del piede posteriore destro con due pesapersone • La redistribuzione del carico fra gli unghioni è alla base del controllo della componente meccanica della patogenesi A destra l’unghione laterale 80 kg a sinistra il mediale 50 kg
IL METODO OLANDESE • Il c.d. «Dutch method» è stato sviluppato, a cavallo fra gli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, nei Paesi Bassi per la prevenzione dell’ulcera della suola • Allora si parlava poco di pododermatite asettica diffusa, ma principalmente di dermatite interdigitale. • La dermatite digitale non era ancora stata descritta • L’IDEA DI BASE È CHE QUALCOSA DOVESSE ESSERE FATTO PER LE VACCHE ZOPPE
Dermatite interdigitale Immagini storiche di dermatite interdigitale – serie originale Olandese
Si partì dalla biomeccanica e dall’interazione fra piede e suolo (la stragrande maggioranza delle bovine olandesi viveva al pascolo per 4 – 6 mesi all’anno). Allevamento di bovine da latte nella provincia di Utrecht intorno agli anni 1930. Negli anni 1960 si era aggiunta solo la mungitura meccanica e la somministrazione di poco concentrato
La biomeccanica del bipede posteriore su pavimento «duro» Oscillando da destra a sinistra la variazione del carico gravante sugli arti posteriori viene smaltito al suolo principalmente dagli unghioni laterali dei piedi posteriori. Su un pavimento duro essi vengono sottoposti a variazioni di pressione che ne stimolano la “crescita”. 31
Effetti sulla regolazione della produzione di corno KGF I- L.. Regolazione paracrina della produzione di tessuto corneo. 32
Due unghioni: altezza e peso Schema della sezione trasversale di due unghioni visti da dietro (piede posteriore sinistro): l’unghione a sinistra è più alto e appoggiandosi per primo si caricherà molto di più dell’unghione più basso. 33
La bovina cosa ne pensa? 40 60 A sinistra la situazione prima del pareggio, a destra dopo: una bovina di 45 55 buona genealogia può guadagnare anche 2 litri di latte al giorno 34
La situazione del “vivo” Come il pesto nel mortaio il “vivo” del piede si trova fra due strutture dure in movimento relativo fra di loro 35
Il pestello ed il mortaio Nel caso del piede Il pestello è la fila digitale Il mortaio è l’unghione I movimenti reciproci sono molto ridotti 36
Gli effetti Suola di un unghione di giovane animale mai pareggiato prima. Si notano le emorragie della linea bianca, il vivo ha sanguinato dentro al piede. 37
Predisposizione alle lesioni necrotiche Cencio necrotico in corso di pododermatite Sequestro osseo di gran parte della terza falange settica della parete abassiale confrontato con l’osso sano. Possibile conseguenza di intervento “aggressivo”
«Patogenesi» dell’iperproduzione cornea Evento patologico iniziale Iperproduzione cornea Aumento delle Irritazione dimensioni del- del vivo l’unghione Sovraccarico del vivo
Patogenesi della zoppia 2 Sovraccarico del vivo Compressioni localizzate del vivo No integrità dell’e- Si integrità dell’e- pitelio pitelio Dolore e zoppia Difetto chiuso Difetto aperto
Difetti «chiusi» e difetti «aperti» Cortesia di E. Toussaint Raven l difetto chiuso, distinguibile clinicamente alla compressione, manuale o strumentale, non comporta una perdita di continuità del tessuto vivo ma solo una sua alterazione. Tuttavia, come si vede dalla seconda diapositiva, i tessuti interni presentano una reazione cicatriziale di cui si deve tenere conto. Il difetto aperto comporta l’esposizione dei tessuti interni del piede. I percorsi terapeutici sono differenti
Il retinacolo Sotto le due ultime falangi si trova un connettivo reticolare che si continua nel legamento crociato distale. La struttura così formata contribuisce alla sospensione elastica Courtesy of Ch. Muelling della terza falange.
Come funziona il retinacolo In giallo le due strutture portanti della parte ventrale della terza falange
Solo un problema di compressione? Il retinacolo esercita una notevole trazione in corrispondenza dell’angolo interno fra parete e suola dell’unghione in corrispondenza dell’estremità caudale della linea bianca. Oltre alla pressione sulla suola l’affondamento della terza falange all’interno dell’unghione provoca una forte trazione sull’inserzione distale del retinacolo Nell’immagine si vede in rosso il punto dove la lesione diventa evidente come “difetto della linea bianca”.
L’unico modo di spezzare il circolo vizioso sovraccarico sovrapproduzione (?) L’alterazione dell’equilibrio fra produzione e consumo di corno viene spezzata soltanto dal pareggio. Una volta che il circolo vizioso si è instaurato il sovraccarico localizzato automantiene l’eccessiva produzione di corno.
In pratica Un’immagine di un unghione posteriore sinistro mai pareggiato di una manza. Il piede non mostra lesioni ma l’unghione laterale (a sinistra) appare già più sviluppato del suo compagno. E le linee nere sotto la suola? Sono tagli provocati dalla deambulazione sui bordi taglienti delle guide corrose del nastro del letame.
I concetti basilari: partiamo dal singolo unghione, la stabilità è tutto La principale struttura portante dell’unghione bovino è la parete (a. In questa vista schematica di (a un dito bovino sono mostrati i rapporti spaziali fra scatola cornea e le ultime due falangi. La terza falange è sospesa sotto l’arcata formata dalla parete per (b mezzo dell’apparato sospensore. La parete riposa sul suo (c margine distale (b del quale
Due unghioni: altezza e peso Vista schematica della sezione trasversale di due unghioni visti da dietro (piede posteriore sinistro): L’unghione esterno (a sinistra) è più alto e, toccando il suolo per primo porterà un carico molto maggiore di quello interno (a destra).
Superficie d’appoggio e stabilità 1 I due unghioni del piede posteriore destro visti dal lato assiale della parete: A sinistra l’unghione interno a destra quello esterno. E’ presente una differenza nella lunghezza del margine assiale della parete (linea arancio) Per questo l’unghione laterale ha una superficie di appoggio
Superficie d’appoggio e stabilità 2 In alto le linee arancio mostrano la relazione inversa che esiste fra la lunghezza della superficie d’appoggio e l’altezza del bulbo. In basso a sinistra l’unghione interno con evidenziata in giallo la posizione ove valutare la larghezza della superficie d’appoggio. A destra l’unghione esterno dove Stabilit viene mostrato il punto à ove valutare la lunghezza longitu dinale della superficie Stabilità d’appoggio. laterale
Concetti chiave • A nessuno piace camminare su scarpe instabili • I requisiti per la forma ottimale degli unghioni variano secondo il suolo che gli stessi devono praticare • La permanenza in un ambiente tecnologico/ artificiale richiede un adattamento della forma degli unghioni – Un pavimento in calcestruzzo richiede un unghione il più robusto possibile, cioè con suola spessa e bulbi alti. – Su un pavimento duro gli unghioni non possono affondare pertanto la loro forma è cruciale per la stabilità ed corretto funzionamento.
Il “Piede naturale” nell’ambiente artificiale Vista schematica di un piede (posteriore sinistro) normale come apparirebbe se l’animale vive sul pascolo: un pavimento morbido- elastico. La suola è concava, il margine distale della parete sporge per migliorare la presa. Su una superficie dura (cemento) l’unghione non può affondare nel suolo ed avrà pertanto una superficie d’appoggio molto piccola.
Il “piede tecnologico” Vista schematica di un piede posterioe sinistro dopo pareggio funzionale. Le superfici di appoggio sono state tagliate piane, ad angolo retto con il metacarpo/metatarso. La corrispondenza fra pavimento duro ed unghione è molto migliorata, la superficie di appoggio è maggiore, la pressione distribuita meglio
La forma normale (un obiettivo non assoluto) Vista laterale schematica di un unghione normale. La parete è abbastanza liscia ed ha un margine anteriore quasi diritto che forma con il suolo un angolo di circa 45°, il bulbo è ben sviluppato e privo di difetti. Una frisona adulta ha un margine anteriore lungo circa 7.5 cm. Questo è un valore che deve essre considerato un minimo, non un obiettivo da raggiungere: su pavimenti duri un margine anteriore più lungo che corrisponde ad una suola più spessa può essere necessario.
Come arrivarci (o almeno il più vicini possibile) Vista laterale schematica di un unghione lungo. La modificazione di forma è evidente, la maggior parte della “crescita” di corno è avvenuta sotto la punta e ruota l’unghione all’indietro. La parte più chiara del disegno mostra la porzione di corno che deve essere rimossa col pareggio.
Come arrivarci 2 La linea gialla mostra 7. come il taglio della punta 5 cm dell’unghione debba avvenire perpendicolarmente al suolo.
Come arrivarci 3 Vista laterale schematica dell’unghione pareggiato. Tolto l’eccesso di corno l’unghione cade in avanti e il margine anteriore della parete ritrova l’angolo corretto La punta deve conservare uno spessore di 0.5 cm per 0.5 cm avere un buono spessore della suola.
L’importanza della corretta lunghezza del margine anteriore Un poco più corto può voler dire non avere più un sufficiente spessore della suola sotto l’unghione.
Adesso da dietro (stabilità laterale e differenza di Vista schematica della parte altezza) posteriore di un piede posteriore destro. L’asimmetria degli unghioni è evidente, l’unghione laterale (a destra) è troppo cresciuto e regge la maggior parte dello sforzo. Dopo il pareggio si vede la differenza di altezza fra gli unghioni e la conseguente redistribuzione del carico.
Caratteristiche del pareggio secondo il metodo olandese Il metodo olandese è stato messo a punto su bovine di razza frisona, che passavano gran parte dell’anno al pascolo e che producevano meno di 7.000 kg di latte. Il metodo olandese è stato sviluppato per correggere i problemi del bipede posteriore, i problemi ai piedi anteriori sono comparsi verso la seconda metà degli anni 1980. Il metodo olandese è fondato su conoscenze “biomeccaniche” acquisite con i mezzi disponibili all’epoca riguardanti principalmente la ripartizione dei carichi fra le superfici di appoggio degli unghioni Il metodo olandese si occupa della creazione e gestione delle “superfici di appoggio” degli unghioni. Il metodo olandese è stato sviluppato per essere messo in pratica con gli attrezzi dell’epoca.
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