I forti venti di inizio febbraio in Veneto. I dati dell'evento in montagna e pianura
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I forti venti di inizio febbraio in Veneto. I dati dell’evento in montagna e pianura 6 febbraio 2020 Tra martedì 4 e mercoledì 5 la regione è stata investita da forti correnti di aria fredda in quota di origine artica, che hanno determinato un intenso episodio ventoso soprattutto sulle zone montane, un marcato calo delle temperature in quota, ma anche un deciso e benefico rimescolamento degli strati più bassi dell’atmosfera favorendo un generale miglioramento della qualità dell’aria su tutta la pianura e condizioni di ottima visibilità con cielo limpido e in prevalenza sereno. IL VENTO Dolomiti. In quota (oltre i 2000/2500 m) il vento medio, tra la mattinata di martedì 4 e la tarda serata di mercoledì 5 è risultato in prevalenza forte (oltre i 40-50 Km/h circa) ma con raffiche spesso oltre i 100 Km/h fino a massimi di 128 Km/h il giorno 4 e 138 Km/h il giorno 5 registrati presso la stazione ARPAV di Ra Valles, sulle Tofane, a 2592 m di quota; quest’ultimo valore è il secondo più alto registrato dalla stazione e risulta superiore a quello misurato in occasione della tempesta Vaia di fine ottobre 2018. Prealpi. Martedì 4 il vento si è mantenuto mediamente oltre i 40-50 Km/h, con raffiche massime giornaliere intorno ai 115 Km/h; successivamente, dopo una temporanea attenuazione nella notte tra martedì e mercoledì, il vento si è nuovamente intensificato mercoledì mattina raggiungendo intensità di vento medio anche molto forti, con raffiche anche oltre i 120 Km/h fino a un massimo di 159 Km/h registrato sul Monte Tomba in Lessinia, record assoluto per questa stazione e quindi superiore a quello registrato in occasione della tempesta Vaia. Fondovalle e pedemontana. I venti di caduta hanno assunto le caratteristiche tipiche del Foehn, quindi meno costanti rispetto ai venti in quota ma con improvvise intensificazioni e raffiche anche forti; il giorno 4 si sono toccate punte massime di 93 Km/h a Cortina d’Ampezzo, 96 km/h a Quero e Perarolo e ben 105 Km/h a Valdobbiadene sulla pedemontana trevigiana. Anche il giorno 5 è stato molto ventoso con raffiche massime record per alcune località in valle come a Sospirolo in Val Belluna, con 144 km/h e 111 Km/h a Belluno. Pianura. I venti settentrionali hanno raggiunto anche la pianura con rinforzi significativi registrati soprattutto nelle ore centrali sia di martedì 4 che di mercoledì 5. A tratti i venti medi sono stati anche tesi in molte aree della pianura e localmente forti; le raffiche massime di martedì hanno sfiorato i 90 Km/h nel Vicentino e intorno ai Colli Euganei (87 Km/h a Vicenza Sant’Agostino, a Breganze, a Bassano, a Teolo e Faedo sui Colli Euganei) e i 70-80 Km/h in alcune zone della pianura sud-occidentale tra Veronese e Rodigino. Anche mercoledì 5 i venti hanno raggiunto forti raffiche fino a massimi intorno a 85 Km/h in diverse località tra Vicentino e Veronese e intorno ai 70 Km/h anche in molte altre zone della pianura. LA TEMPERATURA In quota. L’ingresso di aria fredda di origine artica ha determinato una marcata e brusca diminuzione della temperatura sui rilievi, che è calata di 10-12 gradi tra le ore centrali di lunedì 4 (quando in quota era presente una anomalia calda con temperature spesso superiori allo zero anche oltre i 2000 m) e le ore centrali di martedì 5. Nelle valli e in pianura. L’effetto Foehn ha causato, oltre al netto calo dell’umidità, anche un aumento delle temperature: in particolare nel pomeriggio di martedì le temperature massime in alcune località della pianura e delle zone pedemontane hanno raggiunto i 17-18 gradi, valori che per alcune stazioni (ad esempio Illasi, Arcole, Grezzana, Montagnana, Montegalda, Montecchio Precalcino) rappresentano il record di caldo per la prima decade di febbraio.
A seguire le tabelle con i dati di raffiche massime registrati nelle due giornate di lunedì 4 e martedì 5, ragguagliate all’altezza standard di 10 m dal suolo, con valori superiori a 70 km/h.
A seguire alcuni grafici che mostrano l’andamento del vento, della temperatura e della temperatura di rugiada per una stazione in quota (Cima Pradazzo a circa 2200 m) e una stazione di pianura (Montegalda – VI) Si nota il passaggio in poche ore da temperature di poco superiori allo zero nelle prime ore di martedì 4 (+2.5 °C) a valori molto inferiori allo zero (-10.6 °C) nella serata della stessa giornata.
Il primo grafico presenta l’intensità (linea rossa) e la direzione di provenienza del vento (frecce blu in basso). Si osserva il rinforzo dei venti da nord nel primo pomeriggio di martedì 4. Il secondo grafico mostra la temperatura (linea rossa) e la temperatura di rugiada (linea blu) che rappresenta una grandezza legata al contenuto di vapore nell’aria. Si possono osservare due aspetti interessanti. Fino alla tarda mattinata temperatura e temperatura di rugiada coincidono: questo è indicativo di una condizione di saturazione dell’aria con umidità relativa del 100%, che nel caso specifico era anche associata alla presenza di nebbia. Nel momento in cui entrano venti di Foehn da nord si assiste da un lato ad un rapido aumento della temperatura fino a 16 °C (favorito comunque anche da un maggior soleggiamento per il dissolvimento della nebbia), dall’altro ad un repentino e netto calo della temperatura di rugiada, proprio per l’ingresso di aria molto più secca per l’effetto Foehn.
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