Guinness: i volti e le parole - Cai Bergamo
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Anno XXI n. 101 / Settembre 2017 / Bimestrale / “Poste Italiane Spa - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46), Art. 1, Comma 2, DCB Bergamo” Settembre 2017 Guinness: 50 anni di Sci i volti e le parole Solidarietà e Alpinismo NotIzIArIo DeLLA SezIoNe e SottoSezIoNI CAI DI BerGAmo Una casa per la montagna
Editoriale Le ALpi OrObiche Notiziario del Club Alpino Italiano Unire e includere sono i nodi da stringere Sezione e Sottosezioni di Bergamo SettemBre 2017 Anno XXI - n° 101 editore Sezione di Bergamo “Antonio Locatelli” per progredire insieme “ del Club Alpino Italiano (Associazione di Volontariato) S Via Pizzo della Presolana 15, 24125 Bergamo iamo a conclusione della stagione Tel. 035-4175475 Fax 035-4175480 estiva e nel fare un semplice bilan- Direttore responsabile cio delle attività tra rifugi e sentie- Nevio Oberti ri delle Orobie, possiamo dire di Progrediamo insieme Direttore editoriale avere vissuto un ‘annus mirabilis’, una sta- Paolo Valoti con un nuovo impegno, Comitato di redazione gione di sorprese e soddisfazioni per tutti. Maurizio Panseri, Nevio Oberti, Luca Merisio, Glauco Del Bianco nuove energie Siamo partiti con la straordinaria sfida del Segretaria: Clelia Marchetti progetto culturale e solidale della ‘Cordata e nuove opportunità per tutti ” Hanno collaborato Maurizio Agazzi, Maurizio Baroni, della Presolana – Abbraccio alla Regina Massimo Adovasio, Massimo Silvestri, delle Orobie’, un vero guinness world Maria Tacchini, Claudio Malanchini, Danilo Donadoni, Fabrizio Zanchi, record di coraggio e condivisione tra Giancelso Agazzi, Dario Nisoli, Sezioni e Sottosezioni CAI, associazioni di Elena Ferri, Andrea Sartori, volontariato per la montagna della terra nella settima edizione del progetto ’Sentieri Franz Rota Nodari bergamasca, Sezione ANA di Bergamo, Creativi’ in collaborazione con il Comune Consulenza grafica e fotografia Luca Merisio insieme a istituzioni come la Provincia di di Bergamo e l’Accademia Carrara, che Progetto grafico e impaginazione Bergamo, le diverse Comunità Montane, i hanno saputo esprimere una loro originale Lucia Signorelli Comuni nei quali è ancorata la nostra mae- creatività immersi nei paesaggi della conca Direzione e redazione stosa Regina di roccia bianca, e una rete di del Barbellino e delle Orobie, e che ha visto Via Pizzo della Presolana 15, imprenditori illuminati e generosi. vincitrice l’opera ‘Scratch in the Stone’, ‘un 24125 Bergamo Tel. 035.4175475, Fax 35.4175480 graffio nella roccia’, di Alberto Rocchetti.’ Gli uffici sono aperti, A questa intuizione partecipativa e inclusi- Il concorso ‘Ambasciatori delle Orobie’ lunedì, martedì, mercoledì e venerdì va per una ‘montagna per tutti’, anche per con tantissime persone che sono salite sulle dalle 14,00 alle 18,30; giovedì dalle 14,00 alle 20,30; gli amici disabili, sono seguite diverse altre cime delle Orobie con la maglietta ufficiale sabato dalle 9,00 alle 13,00 grandi manifestazioni culturali, artistiche e dell’Abbraccio alla Presolana, e hanno con- e dalle 14,00 alle 18,00 e-mail: lealpiorobiche@caibergamo.it scientifiche in montagna. diviso le loro immagini attraverso il sito di www.caibergamo.it Tra le più significative, il progetto ‘Stambec- Orobie, poi premiate in occasione della pre- Stampa coOrobie’, nel trentesimo anniversario della sentazione verso fine settembre del docu- Litostampa Istituto Grafico s.r.l. sua reintroduzione sulle Alpi Orobie berga- film sulla Cordata della Presolana, entrata Via Corti 51, 24126 Bergamo Tel. 035.327911, Fax 035.327934 masche, il teatro in montagna per non nel Guinness World Records. trimestrale dimenticare la lezione del disastro della Per queste belle e significative proposte in Per arretrati e abbonamento annuale diga del Gleno, uno spettacolo con quota dobbiamo esprimere gratitudine e rivolgersi in Segreteria. Emanuele Turelli e il Bepi per rievocare il riconoscenza ai Soci e i Gestori dei rifugi, Articoli, disegni e fotografie, vengono restituiti solo se richiesti disastro del 1923 tra narrazione e canzoni, persone attive e risorse fondamentali per la al momento della consegna. in occasione del secolo di inizio dei lavori nostra famiglia associativa e per le nostre La redazione si riserva di pubblicare gli articoli pervenuti, nei tempi per costruire la diga. montagne. e con le modalità che riterrà opportune. Con il Comune di Valbondione i ‘Sentieri A conclusione di questa stagione estiva vis- La pubblicazione degli articoli implica della musica’ un festival di musica in alta suta insieme rimangono certo molti ricordi l’accettazione, da parte dell’autore, di eventuali tagli o modifiche ai testi. quota nella magnifica cornice naturale delle indelebile e forti emozioni, ma anche la Orobie, in collaborazione con il CAI di consapevolezza che legare e unire è la chia- Dato alla stampa il 19 ottobre 2017 Bergamo e l’Ambasciata di Norvegia per ve per progredire insieme, non solo in mon- registrazione tribunale di Bergamo dare vita ad un appuntamento estivo fisso tagna ma anche nella nostra comunità ber- N. 1 del 22 Gennaio 1998 per tutti gli appassionati della musica e gamasca e andare lontano oltre Orobie, con Soci benemeriti della sezione della montagna. nuovo impegno, nuove energie e nuove Presso l’Ostello al Curò, uno stage di ricer- opportunità per tutti. n ca e formazione in alta quota per continua- re a stimolare giovani artisti alla montagna, Paolo Valoti
in Eccoci a fine estate! questO numerO 4-9 s peciale guinnes s pres olana di Nevio Oberti scono i nostri sensi sono talmente tante che ce ne inebriamo e vorremmo poter acco- 10-16 L alpinis Mo e giornate si accorciano, le ombre gliere ogni cosa dentro di noi. Hindukush iniziano ad allungarsi, le nostre Ce ne riempiamo e la gioia per questa bel- Corno Stella montagne cominciano a cambiar- lezza è così forte da divenire incontenibile si d’abito per prepararsi alla tanto che non possiamo far altro che rac- 17-20 alpinis Mo giovanile Con il naso in giù nuova stagione. contarla e condividerla con chi ci è vicino La rivincita degli aquilotti L’estate è stata piena di tantissimi avveni- Così vuole essere questa rivista: il filo Le cime degli aquilotti menti e vorrei avere a disposizione un noti- rosso che ci collega e mantiene tutti in con- ziario di mille pagine per poterli contenere tatto; la piazza del villaggio o, mi viene in 21-26 taM tutti, come fosse una piazza nella quale la mente, la stalla dove durante le sere si sera ci si ritrova per scambiarci i racconti ritrovavano i nostri “vecchi” per liberare 28-32 coMMis s ione s entieri Prendersi cura di tutte le nostre avventure. tutti i racconti e le storie che ognuno aveva Le voci sono tante ed ognuna di esse meri- dentro, ma anche il rifugio accogliente al 33 biblioteca ta di essere ascoltata. Come quando si va in ritorno dalle vette conquistate. Libri e bambini montagna e i nostri occhi spaziano su oriz- Cordata della Presolana; i nostri Aquilotti zonti infiniti e le sollecitazioni che colpi- che ravvivano la Sezione e ne sono il futu- 36 la voce dei s oci ro; anche il passato, con i 50 anni dei Corsi 39-41 s ottos ezioni di Sci; e poi imprese alpinistiche; conve- Gazzaniga gni; le Sottosezioni che sono come radici Brignano che si allungano nel territorio…. Insomma: tanta roba! 42-47 prograMMi e cors i Arriva si l’autunno, ma ad esso non si accompagna il letargo, anzi, nuove pro- 48-49 s ci alpino spettive e nuovi spazi da esplorare e vive- 50 anni di corsi re, paesaggi con nuovi colori e nuove luci 50 idee & propos te ci attendono: un mondo nuovo ci si apre davanti pronto ad accoglierci. E noi tutti ci siamo in questo sogno che la montagna ci dischiude ogni momento (un mio sogno personale che ho nel cassetto, è di veder riempirsi nei pros- simi numeri la sezione dedicata alla “Voce dei Soci”). Buona lettura e a risentirci al prossimo numero per con- dividere qui tutte le nostre meraviglie. n In copertina: Aquilotto in esplorazione nella grotta Covoli della Croce (VR) (foto di Lorenzo Rota)
SPECIALE CORDATA Progetto CuLTuRALE L’ABBRA CCIO A LLA PRE SOLANA Io non a mo il rum È nella q or uiete pro e! Che la m fo n d a d el s ia v acro sile Chi sui m oce raggiunge nzio iei sentie Al cuore ri si muo CORDATA io parlo, ve Nel silen zio io pa Solo chi rlo! tace e ap della PRESOLANA Può asco re la me ltare la v nte A chiunq oce che u e a me ore ascolta il si avvicin cchio non sente! sussurra a io dico: re legger Abbraccio alla il canto s o ommesso del vento che racc dei miei , ontano s rivoli d’a torie ete cqua rne di vit “Regina delle Orobie” Oggi, per che intor ò, quel v n o a me o c iare insiste nte a! su un filo scorre, 9 luglio 2017 Speciale cordata che unisc mi s e mb e ed avvo ra come lg quando, di bambin e, di vederti i festosi, ti corron feli o incontr ci, I con le br o festosi l 9 luglio ho vissuto una di quelle esperienze acc che possono essere definite “perfette”: quan- per avere ia protese un abbra ccio agog do il mondo interiore e il mondo esterno che nato! si incontrano, quando persone che vedi per la È anche per me q Sento into ualcosa d prima volta e ti sembra di conoscere da sempre e rno sprig i nuovo! ed una g ionarsi p che parlano un unico linguaggio comprensibile a rande en rofondo 4 tutti condividendo interessi ed un amore per la in un abb raccio ch ergia che e s plode calore e raccon e unisce Natura e la Montagna in particolare. Si instaura un ta un’altr a di quell dialogo così intenso da far sentire quella corda e storie eterne d che circonda la Presolana un vero e reale abbrac- i vita! cio in cui, per un attimo, Montagna e persone si fondono in un’unica naturale realtà. Aggiungo le riflessioni di una capocordata del CA 13 di cui io ero responsabile. esso in o s a che ha m - strep it ente emo Un’idea nto straordinariam i hanno moto un eve masch d i 3 0 00 berga mon- zionante. P iù sa m e n te la loro to orgogli o chino abbraccia lic a m e nte un in fatto, sim b o i siamo tagna e vo gli a di esserc .E a”. Per la no prima alla “Regin io Albani il gior o ifug ci ha res saliti al R ia dei partecipanti iamo in vedere la gio oli che s n te consapev ontagne . estrem a m e nostre m ama r e le stato un tanti ad d M ondiale è - un R e c o r raziamen Ottenere lo gic o e un ring ento riconoscim ICA CORDATA. co M IT Anna Peri to per la Le Alpi orobiche - settembre 2017
SPECIALE CORDATA Gruppo CAI ALBINO Non so se spinti dal record o dal “ c’ero anch’io”, ma in questa occasio- ne (come in tante altre) la gente bergamasca è stata davvero grande, paziente e operosa ha dato vita alla manifestazione spianando e risolven- do le piccole inevitabili carenze organizzative. Claudio Panna-CAI Albino La cosa più bella è stata il riunire le persone più disparate: dai veri appas- sionati e professionisti del trekking e dell’arrampicata ai curiosi, gli spor- tivi, le famiglie e i tanti ragazzi/e che con gioia hanno partecipato all’im- presa Cristina De Nardis-CAI Albino Lo spirito associativo dei gruppi di volontari ha coinvolto tutti i parte- cipanti provenienti da tante diverse realtà che si sono sentiti parte di Speciale cordata un’unica grande cordata all’insegna dell’amore e rispetto per la monta- gna. Oltre al guiness il grande traguardo di civiltà raggiunto è stato quel- lo di: “ZERO RIFIuTI” lasciati dai partecipanti. Mariangela Signori-CAI Albino 5 settembre 2017 - Le Alpi orobiche
SPECIALE CORDATA Progetto CuLTuRALE T R E V I GLI O Gruppo CAI Entusiasmante esperienza di volontariato! CAI Sezione Treviglio CA18 - Stefano Bassetta Speciale cordata 6 Gruppo CAI LOVERE Bellissima esperienza, ho visto la gioia di esserci sia fra i più anziani sia fra i bambini, quindi... Complimenti!!! Alberto, Gruppo CAI Lovere In Allegato Rocky capo cordata di Lovere mascotte della sicurezza. Parte del gruppo del CAI Lovere Le Alpi orobiche - settembre 2017
SPECIALE CORDATA Progetto CuLTuRALE Gruppo CAI CLuSONE Una domenica insolita quella dell’abbraccio dei Record! Sebbene la maggior parte dei nostri volontari CAI Clusone abbia intrapreso sentieri familiari dei quali conosce ogni pietra e ogni filo d’erba, la domenica -detta “dell’abbraccio”- ha permesso loro di riscoprirli grazie agli sguardi dei volontari venuti da più lontano. I bravissimi volontari, guidati dai capicordata, posizionati nei loro settori uno accanto all’altro (chi più e chi meno), hanno abbrac- ciato la corda al segnale dato con un passaparola che ricordava un telefono senza fili. Il momento più emozionante forse è stato vedere l’elicottero Speciale cordata disegnare la sagoma della Presolana per immortalare le coppie di braccia che impugnavano la corda della Presolana: tutti insieme, tutti sorri- denti, tutti favolosamente prostrati lungo i sentieri di una vecchia Regina che da sempre ci affascina. 8 Le Alpi orobiche - settembre 2017
SPECIALE CORDATA Gruppo CAI ROMANO Speciale cordata 9 Gruppo CAI TRESCORE Che dire. 20.000 m di umanità... Forse nella cordata della Presolana il campo base 6 nel tratto dall’Olmo al Torrente Olona, non è stato tra quelli più suggestivi. Tuttavia, proprio per questo, l’umanità e la passionalità dei presenti è stata ancora più travolgente, in quanto generata soprattutto dalla voglia di ESSERCI. Il mio cuore è stato rapito dai numerosi bambini presenti, che hanno camminato almeno un paio di ore per arrivare al loro punto di unione. E proprio con loro, gli alpinisti di domani, per ingannare il tempo, ci siamo divertiti con i numeri, calcolando, km, metri, numero di corde e lunghezza delle braccia umane necessarie per abbracciare la Presolana! Fiera di esserci stata! Daniela Belotti CAI TRESCORE - VAL CAVALLINA - Campo 6 PS: purtroppo non ho fotografie (essendo bambini avrei dovuto chie- dere ai genitori il permesso..) settembre 2017 - Le Alpi orobiche
ALPINISMO Piccole storie per essere spostati, a volte accade impercet- tibilmente in silenzio, altre volte in modo Il LIMITE brusco e significativo. Il suo tempo non verrà omologato come nuovo record, ma non importa. Come non ha alcun importan- za il brusio delle polemiche che lo hanno seguito. Ciò che importa è sapere che sono state le sue gambe a correre a questa veloci- tà stratosferica. Lo sponsor, le lepri, le scar- pette e tutto il contorno possono avere aiuta- to ma la fatica è stata tutta e solo sua. L’immagine di Eliud e della sue falcate leg- gere e potenti mi accompagna mentre, scen- dendo dalla Filaressa, allungo il passo ormai stanco. Lui leggero. Io pesante. Corro e penso all’ultima lettura fatta questa mattina: “In silenzio”, una graphic novel di Audrey Spiry, un racconto per immagini dove luce e colore creano un effetto di incessante movimento. La discesa di un canyon nel sud della Francia offre a Juliette, Alpinismo la protagonista, l’inaspettato viaggio tra le di Maurizio Panseri ché il limite è il luogo dove facciamo i conti paure e le emozioni che la agitano nel suo con le nostre fragilità, debolezze e paure. intimo. Lei si immerge e si lascia trasporta- U midità nell’aria. Sudore. Rocce E tre sono le cose accadute in questi ultimi re tra gli elementi primordiali di una natura scivolose. Concentrazione. Fan- giorni che si intrecciano a questi pensieri, al selvaggia e imprevedibile “in cui perdere il go che si incolla alle suole. Fati- significato di limite, alla sua soggettività e controllo, a volte, è l’unico modo per ritro- 10 ca. Nubi a tappezzare il cielo. alla consapevolezza necessaria per esplora- varsi”. Le mie scarpe infangate e fradice Respiro. Foschie in pianura e nelle valli. re questo territorio di frontiera, ai confini avanzano tra l’erba bagnata che riveste la Sguardi. Neve sulle montagne. Sorrisi. delle nostre possibilità. dorsale del Canto Basso, le osservo e me le Verde, tanto verde che esplode dalla terra. Corro e penso a Ueli Steck, al 30 aprile, immagino disegnate in una tavola di Audrey Stupore. giorno in cui è scomparso mentre saliva il Spiry. Loro leggere. Le mie pesanti. Ancora qui, a correre. Una lunga cavalcata Nuptse. Lui ci ha mostrato come la parola Corro. I pensieri vanno e vengono, si sfiora- seguendo il crinale che abbraccia le valli limite possa essere spostata a distanze side- no, si mischiano, si scompongono e si della Nesa: i luoghi del mio vivere. Cima rali, grazie alla preparazione e all’allena- ricompongono. La corsa, l’alpinismo, il dopo cima, colle dopo colle, lungo la linea mento costante, come solo un fuoriclasse sa canyoning, l’escursione più semplice posso- di displuvio, limite geografico che separa ed e può fare. Lui lo ha raccontato e ne ha dato no quindi diventare per ciascuno un’espe- unisce. una misura, a noi increduli spettatori di rienza al limite delle proprie possibilità, in Il tempo scorre, come scorre la terra sotto le quello che sentivamo e vedevamo. Ci ha un intimo viaggio alla scoperta di sé. Non mie suole. Lei, la terra, si avvicina, la sfioro mostrato che il limite non scompare ma si serve essere fuoriclasse ma è sufficiente e subito mi lascia; io non la trattengo, la sposta, restando sempre presente, entità con avere la giusta dose di curiosità e intrapren- lascio correre in direzione opposta, come lei cui il confronto continua. Consapevolmente denza, la voglia di confrontarsi con il pro- lascia correre me. lui ha seguito il suo cammino, nella costan- prio limite. Il tempo scorre, come scorrono i pensieri te ricerca volta a realizzare i suoi desideri, Corro, e la croce del Canto Alto è ancora nella mia testa. Loro, i pensieri, arrivano, si progetti e sogni. Arranco, sbuffo e spingo distante. Corro, e ancora 84 giorni mi sepa- intasano, si confondono, trovano una chia- sul ripido sentiero che porta alla croce delle rano dall’attimo della partenza. Corro, e i 70 rezza e mi lasciano; io cerco di trattenerli Podone e le immagini di Ueli che corre in chilometri della gara sono ancora lontani. ma loro, dispettosi, si dissolvono così come punta di ramponi e piccozze sulle pareti Corro, e non so nemmeno se ci arriverò, al sono arrivati. Qualche brandello, come nord dell’Eiger e delle Jorasses mi tengono 29 luglio e poi al traguardo. Ma non impor- lanugine sfilacciata, resta impigliato tra le compagnia. Lui leggero. Io pesante. ta. Ciò che importa è che il mio viaggio ha maglie della memoria. Li raccolgo, me ne Corro e penso a Eliud Kipchoge e alla sua avuto inizio e tanto mi basta per sentirmi prendo cura. performance del 5 maggio all’autodromo di bene. Passo dopo passo arriverò sulla pros- Ancora qui, a correre. A cercare il mio limi- Monza, dove ha corso i 42 km e 195 metri sima cima, con le gambe sempre più pesan- te, conoscerlo e accettarlo, per tentare poi di della maratona in 2 ore e 25 secondi, frantu- ti e i pensieri sempre più leggeri. spostarlo anche solo di un’infinitesima fra- mando il record sulla distanza e abbassan- Corro, verso il mio limite. zione. Con attenzione e consapevolezza, per- dolo di 2 minuti e 32 secondi. I limiti ci sono Corro. n Le Alpi orobiche - settembre 2017
ALPINISMO Il Chiantar glacier e la catena dell'Hinduray dal Jinnah peak (foto F. Rota Nodari) HINDukuSH (Pakistan) solidarietà e alpinismo sull’inviolato Jinnah Peak, 6177 m Alpinismo Franz Rota Nodari, ancora oltre lo spartiacque verso il Chiantar indiano, il Pakistan nacque nel 1947 come Tarcisio Bellò, Mara Babolin glacier, il Ko-i-Chiantar, 6416 m (la più alta nazione indipendente. Non molto distante si del gruppo), il Ko-i-Chatiboi, 6150 m e il Ko- eleva l’Iqbal Peak di 5850, scalato da Mirco introduzione i-Warghut, 6130 m. Forte e Tarcisio Bellò nel 2014, e dedicato a 11 Molte di queste sono state salite da vicentini Mohammad Iqbal. Entrambi ripetono il O ggi come oggi trovare una cima nel corso di una decina di spedizioni dagli nome di due figure di spicco nella storia paki- di 6000 metri inviolata è abba- anni 2000 ad oggi; altre da russi, tedeschi, stana della prima metà del Novecento per stanza difficile, se non a costo di cinesi,... Sicuramente i locals, sia per man- concretizzare il sogno di formare una sorta di andare in zone altamente isolate o canza di mezzi adeguati a salite di questo Olimpo pakistano: Jinnah, primo presidente proibite (come il Bhutan o la Cina). Per un livello, sia per interessi primari ben diversi del Pakistan, Iqbal, principale poeta del lungo periodo anche molte montagne paki- dall’aspetto “ludico” dell’alpinismo, non vi si Paese,. stane sono state “vietate” o “sconsigliate” per sono cimentati. Mohammad Alì Jinnah fu persona illuminata la vicinanza all’Afghanistan e per i disordini Mancava ancora un 6000 “unclimbed e unna- e lungimirante, di pensiero laico, la cui attribuiti ai Talebani. Le cose tuttavia negli med” all’appello… immagine appare a tutt’oggi esposta in molte ultimi anni sono cambiate… La profonda conoscenza da parte appunto dei abitazioni e uffici pubblici insieme con quel- In Hindukush, proprio nel nord del Pakistan, vicentini di queste zone e delle varie spedi- la dell’attuale presidente. nasce il nostro sogno: la spedizione “HIN- zioni che vi si sono svolte sono garanzia di L’amico e docente Sher Baz Khan, durante DUKUSH 2017”. Sogno che si concretizza assoluta veridicità delle informazioni riguar- alcuni incontri tenuti presso le scuole italiane, nell’esportare un tipo di alpinismo esplorati- danti le prime salite. Inoltre, chiunque si ha frequentemente ricordato Jinnah e Iqbal vo praticato qua sulle Alpi in terre lontane e approcci a queste montagne si appoggia alla come padri promotori e fondatori del remote e soprattutto ad altissima quota. stessa agenzia (Adventure Tour Pakistan – Pakistan. Per questo è nata la volontà di dedi- Sì, mi pareva proprio solo un sogno prima di ATP) esattamente come noi, per via degli care le imprese alpinistiche a queste figure partire…! accessi (jeep e muli) e dei permessi (tanti storiche, per tributare loro il giusto onore, In totale le vette superiori a 6000 metri controlli di polizia dei passaporti) con assolu- compiacere i pakistani e suscitare curiosità e dell’Hinduraj, sottocatena dell’Hindukush, ta certezza riguardo a chi, e di che nazionali- interesse turistico nell’area, in modo da sono 11: il Garmush Nord, 6048 m; il tà, è passato da queste lande remote. attrarre anche trekkers e alpinisti locali. I Garmush, 6244 m (questi due però si trovano Il “nostro” 6177 (come da carte russe consul- primi risultati si stanno cogliendo e i post oltre lo spartiacque, verso il Chiantar gla- tate), nel contesto di un progetto nato ormai della scalata sono stati visualizzati e condivi- cier); il Casarotto Kor, 6185 m; il Marostica anni fa, l’abbiamo intitolato a Muhammad si da alcuni siti di montagna pakistani. Peak, 6107 m; l’Italia Peak, 6189 m; una Ali Jinnah, primo presidente pakistano grazie La via di salita invece l’abbiamo chiamata vetta unclimbed e unnamed di 6177 m; il al quale e al Movimento del Pakistan cui “Ghotolti dreams” in onore del popolo di Karkamush, 6222 m; l’Haiz Peak, 6105 m; e, faceva capo, con la lotta col subcontinente questo villaggio pakistano nell’alta Ishkoman settembre 2017 - Le Alpi orobiche
ALPINISMO sopralluoghi: sono state studiate altre possibi- neve quando improvvisamente il cielo si è lità su tutto il versante Sud, ma nessuna è aperto per mostrare finalmente le montagne risultata abbastanza sicura per la presenza ripulite. Il 30 giugno alle 4.30 del mattino, costante sulla propria testa di instabili serac- dopo avere riposato in tenda, siamo partiti, cate. arrampicando per l’intera giornata, senza Abbiamo trovato una variante di accesso pausa, raggiungendo la vetta alle ore 20 di basale, battezzata couloir “Ueli Steck”, in sera, con il tramonto che si spegneva all’oriz- onore dell’atleta-alpinista svizzero recente- zonte. mente scomparso, che ci ha permesso di Il panorama si poteva ancora ammirare, stra- accedere alla parete limitando di molto tali ordinariamente esteso verso centinaia di vette rischi. vicine e lontane debolmente illuminate dalla Io e Mara, arrivati a Ghotolti il 21 giugno, luce solare, mentre le valli e i ghiacciai circo- abbiamo raggiunto Tarcisio e ci siamo trasfe- stanti erano quasi inghiottiti dalle tenebre di riti per una decina di giorni al campo base una notte senza luna. (BC) a quasi 4mila metri di altitudine con un Il tempo di scattare alcune foto per poi cuoco, Ali Nazar, e una guida locale, Amin cominciare un’epica discesa notturna. Sha, amico di lunga data dei vicentini. All’inizio con otto corde doppie passando Nella prima notte al campo base è soprag- dalla penombra al buio completo, guidati giunta una disastrosa bufera che ha comple- dalla luce di una sola torcia frontale perché le tamente distrutto le tende comuni, adibite a altre erano rimaste negli zaini lasciati in pros- mensa e cucina. La mattina successiva si è simità di una sella sottostante. Dopo il recu- provveduto al recupero dei pezzi disseminati pero dell’attrezzatura, la discesa è proseguita sulla montagna per rendere nuovamente agi- per l’intera notte alla ricerca del percorso giu- bile almeno la tenda cucina. sto, seppur nella totale oscurità rischiarata Nei giorni successivi le giornate sono state solo dalle stelle e dai fasci luminosi delle terse e calde, ideali per fare allenamento torce, ma con un livello di preoccupazione dislocando cibo e altri materiali in punti dif- certamente attenuato. ferenti, alla base del seimila e ai piedi del Ci siamo calati con infinite corde doppie su Brocca Peak, 5033 m. ancoraggi preparati al momento, grazie ad La via Ghotolti Dreams sulla parete SE del La salita di quest’altra cima, un cinquemila anni di esperienza sulle Alpi. Allo scopo di Jinnah peak (foto F. Rota Nodari) scalato nel 2004 in prima ascensione da garantire la discesa in sicurezza avevamo Franco Brunello e Gino Pellizzari, ha rappre- esaurito tutti i materiali tecnici in dotazione Valley, nel distretto di Gilgit-Baltistan, base sentato un buon test per l’acclimatazione e la perché utilizzati sulla montagna: fittoni di di partenza per tutti gli approcci da Sud alla progressione di cordata su ghiaccio e neve. alluminio piantati sulla neve, chiodi, cordini catena dell’Hinduraj. Questo villaggio ha In Hindukush infatti, date le particolari con- usati sulle rocce, su funghi di neve ottenuti infatti conosciuto, negli ultimi anni, grazie dizioni di clima, nevosità ed esposizione scavando il pendio, attrezzando numerose alla collaborazione e all’amicizia con gli ita- solare si formano penitentes e grandi cornici. clessidre di ghiaccio (abalakov). Un piccolo liani, una “nuova primavera” e sogna di con- Una grossa cornice è crollata fragorosamente sacrificio pagato per poter giungere sani e tinuare in tale direzione. senza tuttavia travolgere la spedizione che si salvi all’ABC, con le prime luci dell’alba, trovava su un tratto sicuro dell’anticima. La sorprendentemente accolti da Amin e Alì, La spedizione formazione di penitentes sui pendii, pinnaco- saliti appositamente. “Ghotolti Dreams” è stata una salita tecnica- li triangolari di neve alti più di un metro, In realtà, scopriremo solo al rientro che le mente non estrema, paragonabile ad una complica invece la progressione. previsioni (eravamo in contatto con l’Italia – parete nord classica alpina (come quella del Nei giorni successivi hanno imperversato la grazie MaPi - per previsioni dal sito moun- Lyskamm o l’Armand-Charlet Nord o la pioggia e il maltempo; le escursioni sono tain-forecast.com) erano cambiate e il giorno Blanche de Peuterey), ovviamente ad una state sospese ad eccezione di alcuni brevi giri ideale era diventato il 30!!! Quindi la salita, quota ben differente e con incognite e isola- organizzati nei pressi del campo base fino giorno e notte, si è svolta nelle migliori con- mento notevoli. Snervante soprattutto però è alla quota massima di 4500 metri, zona di dizioni meteo che potessimo desiderare/spe- stata la discesa, trovandoci ad attrezzare più pascolo per pecore, capre e bovini e di spora- rare, ma per nostro “sesto senso” o intuito che di 40 doppie. All’atto della prima salita e dico passaggio di qualche pastore. dir si voglia (leggi “culo”;-) ). Arrivati discesa ci sono volute 28 ore totali. Siam par- A fine giugno, nonostante la persistente all’ABC alle 8 infatti, alle 11 comincerà a titi alla 4:30 del mattino del 30 giugno copertura di nubi, ci siamo rimessi in pista nevicare: una piccola e veloce perturbazione dall’ABC (Advance Base Camp), arrivati in rincuorati dalle previsioni che indicavano il che lascia spazio presto al sole, ma trovarsi in cima alle 20, tornati all’ABC alle 8 del mat- ritorno del bel tempo e, in particolare il primo parete così avrebbe probabilmente voluto tino del giorno dopo, il primo luglio. luglio come la giornata migliore. All’ABC a dire una ritirata. Il giorno dopo, 2 luglio, al L’itinerario è stato “partorito” dopo diversi quota 4600 si era scatenata una bufera di BC, pronti a scendere a valle, ci svegliamo Le Alpi orobiche - settembre 2017
ALPINISMO Ospitati per cena e notte in villaggetti fatti di capanne di sassi e legno come fossimo amici di vecchia data, attorno al focolare, con cibo locale e tanto amore. Rasa’, Ali, Amin, Amir, Sher Murat, Caramat, Achim, Syeed, Sarisah, Sakinasar ... Tanti nomi, tanti volti, tanti amici… Un’esperienza che va contro i pregiudizi, oltre i luoghi comuni. Mi son sentito più al sicuro lì, che in tante periferie metropolitane italiane, alla faccia del terrorismo. Ho visto più militari, polizia, controlli lì, che a tante manifestazioni o eventi di massa europei. Ho avuto più cordialità e amicizia gratuita lì, che da tante persone apparentemente più vicine a La via Ghotolti Dreams sulla parete SE del noi. Insomma, una piacevole sorpresa a livel- Jinnah peak (foto F. Rota Nodari) lo umano e sociale. Un grazie speciale va ai miei soci di cordata “ sotto una fitta pioggia. E anche i due giorni Tarcisio Bellò e Mara Babolin per la bellissi- successivi meteo instabile, sicuramente non ma esperienza in quota. Ovviamente un rin- “idoneo” ad una simile salita. Insomma, l’ab- graziamento particolare invece a Tarcisio per Alpinismo biamo proprio “presa per i capelli”, come si avermi coinvolto in questa avventura a tutto suole dire… tondo, che va ben oltre l’aspetto alpinistico. Non solo alpinismo Come riassumere infine questa esperienza pakistana durata 23 giorni? Beh, in poche il progetto socio-umanitario ma anche un righe e immagini mi risulta impossibile. Le La spedizione “HINDUKUSH 2017” infatti montagne? Belle, bellissime, eccezionali, ma non è stata solo alpinistica, ma anche socio- progetto socio-umanitario sono solo aggettivi... Superlativa la nostra, umanitaria. Tanti anni fa, con la frequentazio- 13 grazie all’associazione sia esteticamente, sia per la impegnativa sali- ne e l’interesse dei vicentini, è nata una colla- ta, ma quello che rimane forse di più di que- borazione Italia-Pakistan per la rivalutazione Montagne e Solidarietà sta esperienza non è la parte alpinistica (pro- del villaggio di Ghotolti, nell’alta Ishkoman ” babilmente dall’esterno la più “vendibile” e Valley, nel distretto di Gilgit-Baltistan. Tutto con maggiore appeal), ma il contatto con le ciò grazie all’associazione onlus “Montagne persone, con i local, i pakistani: persone sem- e Solidarietà” che vive delle donazioni di plici e speciali, di un’accoglienza squisita. contributors italiani. Il campo base nel vallone di Soot gah, presso i Gashukis lakes (foto F. Rota Nodari) settembre 2017 - Le Alpi orobiche
ALPINISMO quelli limitrofi, e, forse, anche un freno allo spopolamento della valle. Grazie alla disponibilità e dedizione di altri due italiani, Stefano Mattiello e Mirco Forte, rimasti anche loro in Pakistan un mese per una “vacanza” fuori dagli schemi, sono stati avviati i primi lavori del Centro Castagna, realizzando lo scavo per ricavare il piano di fondazione e preparare le armature metalli- che in previsione della successiva gettata in calcestruzzo delle fondamenta. Per lo scavo del terreno è stato predisposto l’acquisto di una ruspa, un pesante mezzo che sarebbe dovuto arrivare al villaggio di Ghotolti senza danneggiare due lunghi tratti di strada freschi di asfaltatura: questo trasporto ha richiesto Soddisfatti dopo la via Ghotolti Dreams grande intuito logistico e ben tre giorni di La prima opera benefica e utile è stata la sulla parete SE (foto F.Rota Nodari) fatiche. A svolgere i lavori poi è stata una costruzione nel 2009 di un acquedotto ed una squadra locale di operai coordinati da alcuni fontana. Il problema della potabilità dell’ac- Community Climbing Center intitolato a responsabili, affiancati e formati nella fase qua in queste zone è infatti notevole e l’ac- Cristina: un rifugio che accolga turisti, trek- iniziale, seguiti poi a distanza dall’Italia nella Alpinismo cesso a risorse idriche pulite è sempre diffici- kers e alpinisti pakistani e provenienti da prosecuzione dell’opera. le. Successivamente, nel 2013, a seguito del tutto il mondo che vogliono visitare queste Questo progetto di solidarietà passo dopo crollo del ponte di legno che dava accesso al dimenticate zone, un luogo dove “insegnare passo ha segnato un notevole cambiamento paese, è stato installato un nuovo ponte di mestieri” ai pakistani e, per i 3/5 (?) anni di nelle persone di Ghotolti. Sentire le loro metallo (traportato dall’Italia a pezzi), grazie costruzione un’occasione per dare lavoro ai parole di entusiasmo e gratitudine per quello all’industria italiana. locals (sempre a spese dei donatori italiani). che è stato fatto, dall’acquedotto, al ponte, al 14 Ma la nascita dell’intero progetto è legata alla Si prospetta inoltre l’attivazione di corsi di rifugio in costruzione… è emozionante. triste perdita dell’alpinista vicentina Cristina alpinismo, percorsi formativi per guide loca- Vedere l’impegno nel collaborare ad un’uni- Castagna, sul Broad Peak, un 8000 proprio li in modo da far crescere la passione e la cul- ca idea, a realizzare dei sogni (appunto pakistano, nel 2009. Germoglia quindi in tura per la montagna. Nel concreto, si tratta di “Ghotolti dreams”) è stato qualcosa per me di quell’anno la volontà di creare un un aiuto economico al villaggio di Ghotolti, a pieno e coinvolgente! n Dati tecnici della scalata e del progetto Jinnah Peak m 6177, catena dell’Hinduraj-Hindukush, valle di Ishkoman distretto Giltit-Baltisan. L’arrampicata ha seguito la via “Ghotolti dreams”, lungo la parete Sud Est, un dislivello di 1600 m; prima ascensione assoluta da parte di Mara Babolin, Tarcisio Bellò e Franz Rota Nodari con grado TD (molto diffi- cile), pendenze fino 70° e arrampicata su roccia fino al IV. Da Islamabad a Gilgit lungo la Karakorum highway o in aereo a Gilgit. Da qui al villaggio di Ghotolti, in Ishkoman valley in mezza giornata di jeep. Trekking fino a Mathantir per il primo campo. Trasferimento al BC per 12 giorni per l’acclimatazione (che ha visto la salita del Brocca Peak m 5033, D+/70°/IV 220 m dal- l’attacco) e la salita alla vetta principale. chi volesse contribuire e avere informazioni riguardo al pro- getto può andare sulla pagina Facebook: Rifugio Cristina Fondamentale l’assistenza della Focus di Milano e Castagna. Per eventuali donazioni il riferimento è l’Asso- dell’ATP, Adventure Tour Pakistan, irrinunciabile punto ciazione Onlus montagne e solidarietà, mediante bonifico di riferimento per l’organizzazione logistica in loco. bancario IBAN IT19 J080 1134 3200 0001 1042626; causale: offerta liberale Rifugio Cristina Castagna. Le Alpi orobiche - settembre 2017
ALPINISMO CorNo SteLLA U scire dagli schemi cercando nuove emozioni è l’ingrediente Traversata dal Passo Publino fondamentale della mia grande riscoperta orobica e in questo caso il target è stato ampiamente centrato. (Cresta di Publino) di Maurizio Agazzi Una prima integrale, invernale… niente male! Premetto fin da subito che non aven- do trovato nessuna informazione la decisio- ne di denominare il crinale “Cresta di Publino” deriva dalla vicinanza del Passo di Publino e dalla logicità della dorsale che, salendo severa verso la “Spalla” e la vetta del Corno Stella, disegna una serie di tre torrioni non semplici da scavalcare ma di roccia alquanto compatta. I tre torrioni sono le celebri “Torri Rocciose” narrate nella descrizione del libro del Saglio (Alpi Orobie 1956). Di sotterfugio avevamo saputo di sporadi- che percorrenze compiute aggirando i punti “critici”. E di punti critici questo crinale ne Alpinismo possiede a iosa. Detto ciò... prendete una cresta impegnati- va e sconosciuta e percorretela integral- mente e “invernalmente” durante una gior- nata sorprendente. Il risultato? Eccellente! Una delle traversate orobiche più avventurose e neglette di questi ultimi 15 anni; l’ennesima e inaspettata perla da custodire gelosamente. Qualche cenno storico del Corno Stella. “Si distende con le sue robuste ed ampie fiancate tra il Passo di Publino e il Passo di Valcèrvia. La vetta è costituita dall’incon- tro di tre creste principali: la Cresta Sud- Est, scende ad una spalla 2540 (la “Spalla” presente in questo racconto), e si sdoppia spingendo a Sud il tronco del Monte Chierico e ad Est alcune torri rocciose e il crestone del Monte di Valsambussa, che termina al Passo di Publino (in pratica la nostra cavalcata ad oggi semi sconosciuta); la Cresta Ovest scende al Passo di Valcèrvia, mandando a Sud uno sperone secondario che chiude a oriente il Lago Moro.; infine la cresta Nord digrada verso il Passo del Tonale e per formare la costie- ra che, tra la Valle del Liri e la Valcèrvia, termina al Monte Vespolo. La cresta non è da sottovalutare, penso passi almeno di IV, continua nelle difficoltà e la nostra è stata quasi certamente la prima traversata invernale. Della sua percorrenza integrale quindi senza aggirare i vari salti Il traverso al terzo torrione. e/o torrioni non esisteva nessuna relazione E chi se l'aspettava un'ascesa del genere. Divertimento allo stato puro e secondo noi, con me Yuri, siffatto s’è rive- settembre 2017 - Le Alpi orobiche
ALPINISMO Dalla Cima di Val Sambuzza la lunga e scorbutica cresta che percorreremo Impegnato sulla parete del secondo torrione. La roccia abbastanza buona regala una divertente scalata. Ambiente SUPER! poi attaccando lo spigolo posto alla sua destra (III?). Spettacolare il passaggio finale costituito da una rampa di neve tra i 60° e i 70°! Un ulteriore spuntone roccioso c’ha regala- to una breve e divertente scalata immersa in “ Alpinismo un ambiente “top”. La discesa all’ultima breccia poco prima della facile impennata lato dei crinali più sorprendenti delle Alpi finale potrebbe richiedere una calata a Orobie. Un veloce resoconto. Dal Passo del corda doppia; sono pochi metri ma espo- Publino si sale facilmente alla Cima di Val stissimi e abbastanza scorbutici (III, noi Sambuzza e si affronta subito un breve trat- Una delle traversate orobiche abbiamo disarrampicato). 16 to in discesa affilato ed esposto ma comun- Raggiunta la “Spalla”, o se meglio preferi- que semplice (cautela solo in presenza di più avventurose e neglette te la Quota 2520, il passaggio al Corno neve). Stella s’è rivelato una piacevole formalità. Il primo salto bisogna disarrampicarlo, pos- di questi ultimi anni. Passi al massimo di II resi pepati dalla pre- sibilità di ancorare una doppia ai numerosi senza di neve e ghiaccio. I ramponi sono spuntoni, con difficoltà di II/III e il seguen- Una perla da custodire sempre restati attaccati agli scarponi in te tratto di cresta s’è mostrato delicato poi- quanto la cresta alternava tratti asciutti a gelosamente ” ché anch’esso acuminato e aereo. tratti nevosi e/o ghiacciati. Insomma, una Successivamente inizia la serie dei tre tor- straordinaria sorpresa di fine 2016! n rioni scalati integralmente; il primo attac- cando uno spigoletto di buona roccia ma In direzione Sud trionfa la bellezza! poverissimo di appigli a picco sui laghetti del Caldirolo (IV?) con uscita in vetta un po’ dura e complicata. Il secondo torrione lo abbiamo asceso drit- to per dritto per la sua evidente parete com- posta da roccia prevalentemente solida, attenzione ad una scaglia un po’ troppo tra- ballante nella parte alta, anche in questo caso con difficoltà tra il III e il IV. Non conoscendo la parete e soprattutto la qualità della roccia, è sempre un rebus pas- sare dove non passa nessuno da “enta” anni e forse più, abbiamo protetto con qualche chiodo e qualche friend; tutte le soste sono state smontate durante la percorrenza. L’ultimo torrione invece, il terzo, è stato vinto prima raggiungendo una cengia tra- mite ripido pendio ghiacciato (50°-60°) e Le Alpi orobiche - settembre 2017
ALPINISMO GIOVANILE Con il naso Ci viene chiesto di spegnere le luci delle torce frontali e rimanere fermi senza parlare in g ascoltando in silenzio il respiro di ognuno Alpinismo giovanile iù di noi: anche questa una particolare situ- azione unica mai provata per ognuno di noi. Poi si ritorna sui propri passi e strisciando di Maurizio Baroni nuovamente si comincia a sentire un aria diversa, si vede un filo di luce all’orriz- I l giorno è arrivato. Il pulman è pieno zonte: si sta uscendo dalle viscere della di Aquilotti; si parte alla volta di terra e l’uscita è vicina. Un respiro di sollie- Camposilvano Verona, località posta vo per qualcuno, ma sicuramente negli nei Monti Lessini, per una nuova occhi degli Aquilotti soddisfazione e gioia avventura dell’Alpinismo Giovanile di per la singolare avventura vissuta. Qualche Bergamo. A differenza delle altre escursioni Aquilotto parla della difficoltà a superare 17 che per vedere la mèta si guarda in alto, l’ostacolo nei cunicoli della grotta, altri oggi il nostro sguardo sarà rivolto verso il tutto quello che hanno visto, altri ancora basso. Con lo Speleo Club Orobico del CAI ringraziano gli Speleo per la bella opportu- di Bergamo andremo a visitare due grotte nità offerta a loro. Gli Aquilotti si dichiara- carsiche scavate dall’acqua: covoli di Velo no felici e contenti dell’esperienza effettua- e covoli della croce. Per qualcuno degli ta e dopo essersi rifocillati, ecco la nuova Aquilotti è la prima esperienza: gli occhi meta: la propria casa. Qui ognuno di loro sono attenti, trepidanti per osservare quello sicuramente avrà qualcosa di fantastico ed che sta succedendo, ma anche per ascoltare incredibile da raccontare ai fratelli, alle le ultime disposizioni dei nostri speciali sorelle, alla mamma ed al papà. n Accompagnatori, gli Speleo. Bardati di Le fotografie sono state scattate caschetto con torce frontali e guanti e divisi da Lorenzo Rota dello Speleo Club Orobico in gruppi, si parte per la speciale avventura. durante l’uscita degli Aquilotti di Bergamo Sembra di entrare in un ambiente fiabesco, nelle grotte di Covoli di Velo e della Croce la temperatura è costante; la grotta è costi- tuita da cunicoli, anfratti, ostacoli di rocce e saloni. Le sensazioni che esprimono i visi degli Aquilotti sono intense e forti, anche perché bisogna arrancare e strisciare nei cunicoli. Gli attimi di smarrimento per non riuscire a superare un ostacolo sul percorso, vengono compensati entrando in un grande salone, dallo stupore nello scoprire i pip- istrelli attaccati al soffitto e dalla bellezza delle rocce lavorate dall’acqua. La gioia e la soddisfazione per aver raggiunto la mèta prefissata “esplode” tra gli Aquilotti e si tra- muta in vociare, in ridere e nello scherzare. settembre 2017 - Le Alpi orobiche
ALPINISMO GIOVANILE di Massimo Adovasio n ER i gEg G in uardate bene questa foto! La vedete non perfettamente a icco li fuoco poiché è stata tratta da un video girato da Laura Bellini (ASAG) e gentilmente estrapolata come Ip fotografia per Le Alpi Oro- biche da Emilio Amodeo (ASAG). Il primo pensiero che passa per la mente, è quello di un gruppo di bambi- ni che giocano con la sabbia al mare. Le palette ci sono, le sca- Alpinismo giovanile vatrici ci sono, i camion ci sono e, l’ele- mento più importante, la sabbia c’è. Ma alzando lo sguardo verso l’alto, non si vede affatto né il mare, né il lago, ma incredibilmente praterie e montagne alte ed imponenti. Siamo a 2300 La foto s i m p at ic a 18 metri nelle Dolomiti presso il Rifugio Sasso Piatto. I protagonisti di questa storia sono gli Aquilotti di Bergamo, con la loro degli Aquilotti di bergamo classica maglietta gialla, partecipanti alla a cura di Massimo Adovasio due giorni dolomitica programmata appo- sitamente per loro lo scorso 17-18 giugno. Dopo alcune ore di cammino, appena avvi- stato il recinto con la sabbia, gli Aquilotti più piccoli non ce l’hanno proprio fatta a resistere! Sono dovuti entrare nel recinto per incominciare a far volare la loro fanta- sia! È stato più forte di loro! Il gioco si è sovrapposto su tutto il contesto in cui erano immersi e con esso la loro immaginazione. Dal video girato da Laura si evidenzia una cosa interessante: la perfetta sincronizza- zione che si era creata tra il gruppo degli Aquilotti. Insomma una squadra di piccoli ingegneri ben collaudata intenta a costrui- re… Uno dirigeva, uno scavava, uno cari- cava il camion… tutti in sintonia tra di loro. E gli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile? A loro non è rimasto altro che lasciarli giocare… Ma cosa volevano costruire? Non ce l’hanno detto! “... carezze” Lasciamolo custodito nella loro grande Uscita del 23 aprile 2017 - Monte Colombina fantasia! n (foto di Antonio Rota) Le Alpi orobiche - settembre 2017
ALPINISMO GIOVANILE La RivinCita degli Aquilotti di Massimo Adovasio E d anche la fatidica giornata della “rivincita” è arrivata per gli Aquilotti di Bergamo. Oggi è il 13.05.2017 e siamo nella splendida arena del Palamonti per lo svolgimento del Palagames II. Con la loro maglietta gialla indossata, gli Aquilotti sono pronti a dimostrare al mondo intero la loro abilità in diversi giochi e prendersi la rivincita sui risul- Alpinismo giovanile tati della edizione precedente. Insieme gli Accompagnatori di Alpinismo Giovanile vicini a loro anche in questo 19 momento di gioco. Obiettivo: creare un importante momento di svago; far risaltare tramite il gioco le capacità di ogni Aquilotto; rafforzare l’apparte- nenza al gruppo migliorando la reci- proca conoscenza tra Aquilotti ed Accompagnatori. Il tutto condito con momenti ricreativi coinvolgenti e divertenti ed anche con un pizzico di competizione. E tutto è funzionato alla grande, con tanto diver- timento! n Fotografie di Massimo Adovasio dal Palagames II settembre 2017 - Le Alpi orobiche
ALPINISMO GIOVANILE Punta Almana i m E LE C degli Aquilotti di Massimo Adovasio U na delle cose che desidera- no di più gli Aquilotti, è il volare più in alto possibile, raggiungere le cime delle montagne, toccare con mano la croce e Monte Colombina Sasso Piatto - Dolomiti Alpinismo giovanile 20 condividere l’emozione provata con i Monte Misma compagni di avventura. È un desiderio che non è possibile eliminare, poiché è parte del loro “DNA”. È possibile invece farlo diventare realtà. A Bergamo il programma di Alpinismo Giovanile ha previsto il raggiungimen- to di cime sia per gli Aquilotti piccoli, che per gli Aquilotti grandi, con per- corsi differenziati a secondo delle loro capacità motorie. Le fotografie che pubblichiamo di Antonio Rota, sono alcune vette che gli Aquilotti di Bergamo hanno raggiunto, coronando il loro sogno di volare nell’immensità del cielo. n Le Alpi orobiche - settembre 2017
TAM AGGIORNAMENTO NAZIONALE 2017 organizzato dal CSC nel Parco del Mont Avic 13-16 luglio 2017 Tam 21 Lago della Servaz parco Montavic (foto Donadoni) “ di Maria Tacchini to ne fanno un paradiso per i naturalisti. Sotto la direzione del presidente Giuliano I l Parco naturale del Mont Avic è il Cerve, l’organizzazione a cura del CSLPV e primo parco regionale della Valle la direzione di Dino Genovese e Michele d’Aosta, istituito nel 1989; circa 5.800 Le attività dell’uomo Pregliasco, il CSC vi ha organizzato l’ag- ha, nel cuore delle Alpi Graie, confi- giornamento annuale per gli operatori natu- nante con il Parco nazionale del Gran possono convivere ralistico culturali, avvenuto dal 13 al 16 Paradiso, é stato dichiarato SIC e ZPS ai luglio, aperto agli ONC nazionali, ma anche sensi delle direttive europee “Uccelli” e con le presenze naturali ai regionali e sezionali. “Habitat”. L’accoglienza dei partecipanti, più di ses- Dal 2003 vi é entrato il Vallone di Dondena se rispettose dei tempi santa e provenienti da tutt’Italia, é avvenuta nel comune di Champorcher; a detta del al Monte dei Capuccini a Torino dove, gio- Sindaco del paese, l’ingresso non è stato e delle abitudini vedì pomeriggio, alcuni relatori si sono facile, perché l’economia si basava soprat- avvicendati sui diversi aspetti dell’attività della fauna locale ” tutto sulla pratica dello sci da discesa e del Museo della Montagna. l’evento ha comportato la conversione del Ricordo in particolare il “Fondo Bonatti” modello di sviluppo, verso un turismo soste- che si sta costituendo con materiali donati nibile e più in armonia con il patrimonio dalla famiglia ed il progetto del CAI centra- ambientale. Ora la popolazione è del tutto le sulla Rete museale CAI. Interessante il soddisfatta ed altri comuni chiedono di naturali e piccole zone umide, in un conte- sentir ripetere che il CAI é un club di cultu- entrare nel Parco, avendo compreso che sto territoriale segnato dagli estesi affiora- ra oltre che di alpinismo e l’invito a tutti i questo comporta possibilità di sviluppo. menti di calcescisti e serpentiniti. Fauna e soci a segnalare anche microcollezioni di Il Parco é caratterizzato da una notevole flora ricche, orizzonti vegetazionali diversi- materiali, i più vari, relativi alla Montagna varietà ambientale, con molti piccoli laghi ficati e la presenza di foreste di pino uncina- che potrebbero rientrare in una rete musea- settembre 2017 - Le Alpi orobiche
TAM Torrente Chalamy parco Montavic dono e i cambiamenti cli- Da “L’impatto della presenza dell’uomo (foto Donadoni) matici stanno favorendo lo sulla fauna”: il Direttore del parco del Mont sviluppo delle foreste con Avic, Massimo Bocca, peraltro sempre pre- la scomparsa dei prati, sente ai lavori, con grande competenza e questo comporta evidenti passione ha portato molti esempi ricavati da modifiche dell’avifauna, studi condotti nel Parco su come l’uomo con aumento degli uccelli influisca sulla fauna, sia con la sua presenza di bosco e consistente ridu- storica, sia con le attività ludiche odierne, in zione delle varietà prataio- modo specifico scialpinismo, arrampicata, le. Da “Diversità, adatta- arrampicata su ghiaccio, escursionismo. In menti e conservazione modo pacato e consapevole ha dimostrato degli insetti sulle Alpi; come tali attività possano convivere con le l’esempio degli Ortotteri”: presenze naturali se rispettose dei tempi e insetti molto numerosi, delle abitudini della fauna locale. consumatori primari, cibo “Sci e biodiversità animale” ha proposto per importanti vertebrati; l’esito degli studi condotto in comprensori sensibili alle caratteristiche sciistici alpini su uccelli, ragni, insetti; men- microclimatiche del loro tre nei sistemi naturali l’”effetto margine” ambiente risultano validi arricchisce la biodiversità ai bordi delle indicatori ecologici. Molti piste il risultato é negativo. vivono nel suolo e ed il “Utilizzo dei modelli previsionali per la cambiamento di uso del ricerca e la conservazione delle specie avi- suolo agisce come driver cole” ha introdotto le metodologie attraver- delle modifiche ambientali so cui vengono costruiti i modelli previsio- in Europa più dei cambia- nali. menti climatici. Le Alpi Altri sono stati gli spunti offerti dalle comu- sono ricche di endemiti di nicazioni, da ricerche sui galliformi ai pro- Ortotteri e risultano un tocolli di monitoraggio per rilevare gli effet- importante territorio di ti dei cambiamenti globali sulla fauna alpi- ricerca e studio degli stessi na. Insomma, un’ampia panoramica sulle e di tutti gli aspetti ecologi- ricerche che gli Enti istituzionali stanno ci connessi. svolgendo coadiuvati, a volte, dal lavoro di Da “Aquila reale e gipeto”: volontari personalmente appassionati. una ricchissima documen- Il sabato l’escursione guidata e commentata tazione sulla presenza e le dal Direttore del Parco e dai Guardiaparco, abitudini, ad opera di una salendo da Champorcher attraverso il Col di coppia di liguri, non soci, Lac Blanc, con sosta al Rifugio Barbustel e le, acquistando così maggior rilevanza. che da trent’anni seguono volontariamente scendendo nella Valle di Champ des Pres Trasferiti in bus, i presenti sono giunti a per passione questi predatori. attraverso alpeggi, boschi di pino uncinato, Champorcher in serata, accolti in due strut- abeti e larici e con aperture su ampi panora- ture confortevoli, di cui una “Casa vacanze Da “Gestione dell’ittiofauna e della pesca mi in vista del Monte Rosa e del Cervino. Petit Rosie”, gestita da una cooperativa di nei torrenti montani e stato di conservazione Una bellissima giornata in cui i partecipanti giovani con problemi di varia natura sotto la delle specie”: non è stato banale udire come hanno anche potuto conversare e scambiare supervisione di un frate francescano, si é le immissioni di pesci in quota sia stato opinioni piacevolmente fra di loro e con gli rivelata un ottimo indirizzo sia per la quali- effettuato per lo più a scopo sportivo e di accompagnatori. tà del trattamento che per il valore dell’ini- turismo, con immissione di specie non tipi- La domenica, due operatrici liguri, una can- ziativa in sé. che dei luoghi che si sono ibridate con le tante ed una pianista hanno intrattenuto i Il venerdì, in aula, è stato uno scorrere di autoctone, determinando variazioni non presenti con brani che si riferivano ad espe- relazioni, una più interessante dell’altra. solo nell’ittiofauna di torrenti e laghi alpini, rienze in montagna. Da “L’avifauna della montagna italiana e, ma anche degli ambienti circostanti. Sono Il presidente del CSC Cervi ha concluso i come esempio, quella della Valle d’Aosta”: stati offerti esempi di come la Valle d’Aosta lavori, rinnovando agli ONC l’invito a sti- a livello globale, l’utilizzo delle pianure per stia cercando di riportare nelle acque in molare nelle proprie Sezioni l’interesse le coltivazioni ha fatto ridurre drasticamen- quota le condizioni naturali, sempre che ciò verso il comitato scientifico, formando te l’avifauna specifica, gli uccelli si sono risulti possibile. Una riflessione particolare nuovi gruppi e ricordando che l’anno pros- rifugiati nelle montagne, che ospitano più è stata fatta sull’importanza del DMV e sul simo ci sarà il convegno nazionale degli del 90% delle specie; in montagna l’abban- problema della sua valutazione. ONC. n Le Alpi orobiche - settembre 2017
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